martedì 31 luglio 2018

Perché l'inflazione rimane sottomessa





di Frank Shostak


Il tasso di crescita annuale dell'indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti si è attestato all'1.9% ad agosto rispetto all'1.7% a luglio, mentre il tasso di crescita dell'indice dei prezzi meno cibo ed energia si è attestato all'1.7% ad agosto rispetto ad un dato simile a luglio e al 2.3% ad agosto dell'anno scorso.

Dato che l'obiettivo della FED per l'IPC di base, ovvero l'IPC meno cibo ed energia, è del 2%, ciò ha spinto alcuni esperti e responsabili della FED a cercare risposte sul motivo per cui l'inflazione dei prezzi rimanga sottomessa nel mezzo di un tasso di disoccupazione in calo e un'espansione economica prolungata. Il tasso di disoccupazione si è attestato al 4.4% ad agosto rispetto al 4.9% ad agosto dello scorso anno e al di sotto del cosiddetto tasso naturale di disoccupazione pari al 4.5%.


Se l'inflazione dei prezzi è troppo bassa, aumenta il rischio di deflazione dei prezzi, che è vista dalla maggior parte degli esperti come una cattiva notizia. La maggior parte degli esperti ritiene che una prolungata inflazione dei prezzi al di sotto dell'obiettivo della FED rischia di danneggiare la credibilità della banca centrale.


Tuttavia, la ragione principale per cui il ritmo dell'inflazione è relativamente basso nel mezzo di indicatori economici presumibilmente forti, è una definizione fuorviante di cosa sia l'inflazione.

Contrariamente al pensiero popolare, l'inflazione rappresenta l'aumento dell'offerta di moneta. Notate che non diciamo che gli aumenti nell'offerta di moneta causano l'inflazione. Quello che stiamo dicendo è che l'aumento dell'offerta di moneta è l'inflazione.

Il prezzo di un bene è l'importo pagato per esso. Quindi per una data quantità di merci e una quantità crescente di denaro, a parità di condizioni, ciò significherebbe un aumento di denaro per unità di beni. L'aumento di denaro per unità di beni è un modo diverso di affermare che i prezzi dei beni sono aumentati.



Aumento dell'offerta di denaro non significa aumento automatico dei prezzi

Notate che l'aumento dell'offerta di denaro non è automaticamente seguito da aumenti dei prezzi. Ad esempio, è possibile che se la quantità di beni aumenta della stessa percentuale della quantità di denaro, non si verificherà alcun aumento dei prezzi. Questo, tuttavia, non significa che non ci sia inflazione. Come abbiamo detto, l'inflazione corrisponderà al tasso di aumento dell'offerta di moneta.

Tuttavia, di norma, suggeriamo che gli aumenti nell'offerta di moneta tendano ad essere seguiti da aumenti nell'inflazione dei prezzi con un ritardo temporale. Questo è stato il caso tra il 1961 e il 1979 (vedi grafico).

C'è stato un ritardo di 23 mesi tra i cambiamenti nell'IPC USA e quelli nell'offerta di moneta. Il grafico mostra che c'è una correlazione visiva tra il tasso di crescita annuale nell'IPC e il tasso di crescita annuale della nostra misura monetaria AMS.


Dal 1980 fino ad oggi, la correlazione tra il tasso di crescita dell'offerta di denaro e il tasso di crescita dell'IPC non sembra essere significativo. In alcuni periodi, l'aumento del tasso di crescita dell'offerta di denaro è stato seguito da aumenti nell'IPC e in altri momenti sembra effettivamente diminuire o aumentare leggermente. Inoltre ci sono momenti in cui un calo dell'offerta di moneta è stato seguito da un aumento della dinamica di crescita dell'IPC.


Alcuni esperti hanno suggerito che l'interruzione della correlazione tra il tasso di crescita annuale dell'IPC e il momentaneo rallentamento della crescita dell'offerta di moneta, sia dovuto alla domanda instabile di moneta o alla velocità monetaria instabile.

Ciò che importa qui non è se i prezzi in generale stanno seguendo le variazioni dell'offerta di moneta in quanto tale. Ciò che conta sono gli aumenti dell'offerta di denaro che indeboliscono il processo di creazione di ricchezza reale.

A seguito della deregolamentazione dei mercati finanziari e della massiccia creazione di credito "dal nulla", il processo di creazione di ricchezza reale è stato sottoposto a forti pressioni.

Questo perché l'aumento dell'offerta di denaro mette in moto uno scambio di niente per qualcosa, e ciò equivale alla deviazione di ricchezza reale da coloro che la producono a coloro che la sprecano.

Notate che "l'offerta di denaro Austriaca" (AMS) al suo rapporto di tendenza (la tendenza calcolata dal gennaio 1959 al dicembre 1979) aleggiava molto vicino a circa 1.0 tra il 1959 e gli inizi degli anni '80. Dai primi anni '80 questo rapporto è aumentato in modo visibile, salendo a 2.2 ad ottobre 2016 prima di chiudere a 2.1 ad agosto 2017.

Suggeriamo che il massiccio aumento dell'offerta di denaro abbia gravemente indebolito il processo di creazione di ricchezza reale e quindi il bacino della ricchezza reale.


La deviazione di ricchezza reale da coloro che la creano a coloro che la distruggono, significa errata allocazione delle risorse economiche scarse.

Inoltre il pompaggio monetario è stato intensificato dalla FED sin dal 2008 nel tentativo di impedire che l'economia statunitense scivolasse in una buca deflazionistica.

Quando il bacino della ricchezza reale è in espansione, l'aumento dell'offerta di denaro sembra fornire un finanziamento reale sia per le attività produttive sia per quelle non produttive.

Una volta che il bacino diventa stagnante, o peggio inizia a diminuire, l'aumento del ritmo di crescita dell'offerta di denaro non può più sostenere l'illusione che una tale aumento possa avviare una crescita economica reale. (Notate che il denaro è solo un mezzo di scambio e non può far crescere un'economia, può solo facilitare il trasferimento di beni da un individuo ad un altro individuo.)

Notate che il bacino della ricchezza reale, che finanzia le attività economiche produttive, determina la "torta economica" complessiva in qualsiasi momento. Ovviamente se il bacino della ricchezza reale è stagnante, o in declino, anche la "torta economica" sperimenta la stessa cosa.

In questo contesto, la concorrenza tra le aziende per proteggere le proprie quote di mercato è probabile che costringa alla riduzione dei prezzi di beni e servizi.

Inoltre il tentativo da parte di varie società nel voler rimanere solvibili potrebbe costringerle a ridurre i prezzi al fine di espandere il volume delle vendite e assicurarsi profitti.

Ciò ovviamente significa anche che varie attività nate dalla precedente espansione della ricchezza reale, dovrebbero ridursi o scomparire del tutto.

Possiamo quindi concludere che l'emergente pressione al ribasso sui prezzi dei beni arriva in risposta ad un bacino della ricchezza reale stagnante o in declino.

Una volta che un calo generale dei prezzi dei beni emerge a causa di un bacino della ricchezza reale stagnante o in declino, qualsiasi tentativo da parte della banca centrale di invertire questo calo generale dei prezzi non farà altro che indebolire ulteriormente il bacino della ricchezza reale, prolungando così le difficoltà economiche.

Una soluzione migliore per uscire da queste difficoltà è consentire alle imprese di andare d'accordo con l'accumulo di ricchezza reale, riducendo al tempo stesso il coinvolgimento della banca centrale nell'economia mediante pompaggi monetari e l'abbassamento dei tassi d'interesse.

Man mano che si accumulerà nuova ricchezza reale, ciò consentirà a varie attività produttive di riemergere senza richiedere il sostegno della banca centrale mediante pompaggi monetari e abbassamento dei tassi d'interesse.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/


Analisi tecnica del prezzo di Bitcoin, 31/7/2018


Nuovo appuntamento con l'analisi tecnica, stavolta verrà discussa l'analisi del prezzo di Bitcoin passando al vaglio il più recente flash crash e le sue implicazioni per l'attuale bullish sentiment, concludendo la nostra analisi con una prospettiva di prezzo di Bitcoin per il mese di agosto e l'aggiornamento di una altcoin di cui abbiamo già segnalato l'opportunità di entrarvi nella precedente analisi.
È possibile consultare l'analisi tecnica al seguente link: https://www.yours.org/content/analisi-tecnica-del-prezzo-di-bitcoin--31-7-2018-817a13b6a04d


lunedì 30 luglio 2018

Le illusioni dello slogan Make America Great Again, Parte #1





di David Stockman


Donald si è vantato di recente assicurando ai contribuenti americani oppressi che tempi più felici stanno per arrivare. Infatti ha insinuato che lo slogan Make America Great Again (MAGA) non è solo uno slogan, a quanto pare stiamo già vivendo il sogno.

Quindi il nostro scopo in questa serie di articoli sarà quello di dimostrare il perché la pensiamo diversamente.

Donald non sta conducendo l'America verso la terra promessa. Invece la sta conducendo verso la guerra all'estero, la calamità fiscale e una crisi di governance che fa sembrare insignificante il Watergate.

Questi terribili risultati sarebbero stati un esito automatico quando Trump ha prestato giuramento 15 mesi fa, e non c'è mai stata alcuna ragione per pensare che potesse invertire la tendenza.

Il ruolo di Donald è quello di essere il Grande Sfasciatore, mettendo in ginocchio il sistema e facendo sì che il consenso maleficio di Washington/Wall Street si fratturi irrimediabilmente e venga screditato.

Ma non può assolutamente aggiustare nulla, perché non ha nessun programma, nessun mandato e nessuna capacità da leader.

Il suo programma interno si riduce a protezionismo, xenofobia e sprechi; la sua politica estera è una funzione di generali falliti e neoconservatori sanguinari; e la sua idea di leadership consiste in tempeste di tweet dalla East Wing Residence.

L'unica cosa che i media generalisti riconoscono come un "successo" è il taglio delle tasse alla vigilia di Natale, ma che presto si rivelerà l'azione di politica fiscale più controproducente e irresponsabile nella storia moderna.

Dopotutto, Donald ha ereditato un deficit da $700 miliardi per il prossimo anno fiscale (2019). Ma il Re del Debito non ne è turbato, scegliendo di incassare $300 miliardi di tagli di tasse ($285 miliardi di perdita di entrate più gli interessi) solo per il prossimo anno.

Poi ha firmato la proposta di legge sugli stanziamenti Horribus. Così facendo, ha scambiato $63 miliardi di maggiori spese interne e più di $100 miliardi di aiuti non finanziati in caso di calamità, per $80 miliardi di ulteriori fondi alla difesa.

Il GOP ha spinto il fabbisogno del bilancio federale del prossimo anno a $1,200 miliardi e ciò significa, a sua volta, che i mercati obbligazionari saranno inondati da $1,800 miliardi di cartaccia obbligazionaria del Tesoro USA che nessuno vuole, dopo aver contabilizzato anche i $600 miliardi del programma di dumping obbligazionario della FED.

Ecco il punto: nessuno ha mai provato, o addirittura previsto, un finanziamento del bilancio federale a $1,800 miliardi, o l'8.8% del PIL, al vertice di un ciclo economico che entrerà in territorio record (124 mesi) prima che l'anno fiscale 2019 sia finito.

Infatti l'idea stessa è pura follia e frantumerà l'intero ordine della Finanza delle Bolle prima di arrivare a quel punto.

A titolo di confronto storico, il deficit federale era di $160 miliardi, o l'1.1% del PIL, al picco dell'ultimo ciclo (anno fiscale 2007) e la FED stava ancora comprando il debito pubblico, non vendendolo.

Infatti quell'anno acquistò $15 miliardi di buoni del Tesoro USA, il che significa che l'onere netto nei mercati obbligazionari era di $145 miliardi, o l'1.0% del PIL.

Quindi quello che incombe sui mercati delle obbligazioni è un flusso di cartaccia governativa che sarà 9 volte più grande (rispetto al PIL) di quanto non fosse nell'ultimo picco del ciclo alla vigilia della crisi finanziaria.

Inoltre i cinesi stavano ancora comprando cartaccia del Tesoro USA a quei tempi. Al contrario, tra le molte guerre che Donald ha in mente, c'è la guerra commerciale con lo Schema Rosso di Ponzi che ora è andato in tilt. Non abbiamo modo di sapere se l'amico di Donald, Xi Jinping, scaricherà deliberatamente i suoi $1,500 miliardi di titoli del Tesoro statunitensi (senza contare quelli posseduti dai prestanome come le isole Cayman, il Belgio ecc.) come prossimo passo della guerra commerciale.

Ma in realtà non importa quale sia la motivazione o la strategia di Pechino nella guerra commerciale: le enormi probabilità sono che dovrà vendere, non acquistare o detenere, titoli del Tesoro USA negli anni a venire per contrastare la fuga di capitali.

Infatti, mentre Xi combatte con la sua bomba ad orologeria finanziaria da $40,000 miliardi tra debiti e torri di speculazione che si sono accumulati all'interno dello Schema Rosso di Ponzi, potrebbe benissimo passare a colmare le falle nei cambi e riempire le prigioni di "nemici del popolo".

Ma ciò non farà altro che motivare ulteriormente la fuga di capitali verso luoghi in cui l'Imperatore Rosso non potrà impossessarsene.

Lo stesso vale per la zona Euro. La BCE porrà fine al QE entro la fine di quest'anno e inizierà un programma di QT guidato dalla Germania entro la fine del 2019. Poiché i mercati dei titoli sovrani sono fungibili e sottoposti ad arbitraggio, questo avvicendamento di programmi ridurrà l'esposizione delle banche centrali nei confronti dei titoli di stato.

Infatti il paragone tra il bilancio della BCE al minimo del 2007 e il presente, è a dir poco sorprendente. Allora era di $1,500 miliardi e la BCE aveva un ampio spazio di manovra; oggi è di $5,500 miliardi e non ha nessun posto dove andare tranne in basso.

In altre parole, i $1,800 miliardi di cartaccia obbligazionaria del Tesoro USA che nessuno vuole non sono un'aberrazione e non sono nemmeno un caso isolato. Dopo la sbornia di stampa monetaria da parte delle banche centrali del mondo nell'ultimo decennio, la quale ha portato i loro bilanci complessivi a gonfiarsi da $5,000 miliardi a $22,000 miliardi, quella appena descritta è una condizione universale.

E questo ci porta al cuore del delirio MAGA. A Donald è stata venduta una legge farlocca sull'efficacia dei tagli fiscali (e questa è l'unica base della sua errata supposizione che l'economia americana si sta stabilizzando) da una combinazione eterogenea di ideologi supply side, politici repubblicani che fanno il tifo per la loro base di donatori e lobby di K-Street.

Tuttavia le riduzioni delle imposte non sono efficaci se sono finanziate a deficit alla fine di un ciclo economico e quindi provocano un'impennata dei rendimenti obbligazionari. Inoltre non sono efficaci se finanziano l'ingegneria finanziaria aziendale piuttosto che l'investimento in attività produttive, o se da un lato sono temporanee e vengono erogate principalmente attraverso crediti piuttosto che tagli marginali dei tassi.

Inutile dire che tutti i precedenti negativi si applicano al disegno di legge repubblicano sulle tasse. E soprattutto tra questi c'è lo "shock dei rendimenti" incombente.

Per come la vediamo noi, se l'economia degli Stati Uniti non si arrenderà prima (cioè precipitando in recessione), il rendimento del decennale supererà il 4.0% prima della fine dell'anno fiscale 2019. Infatti è difficile vedere altri risultati quando il tasso di risparmio delle famiglie negli Stati Uniti è ancora nel sottosuolo della storia.

Inoltre la caratteristica distintiva questa volta, a differenza del tonfo nel 2005-2007 mostrato nel grafico qui sotto, è che oggi vi è un fabbisogno federale di finanziamenti all'8.8% del PIL rispetto a solo l'1.0% di allora.


Di conseguenza, anche nel caso dell'attuale curva dei rendimenti piatta, il costo del servizio del debito per i mutuatari statunitensi (famiglie, imprese, istituzioni governative e finanziarie che devono collettivamente $68,000 miliardi) ammonterà a $900 miliardi annui, o all'incirca a 3X l'impatto del taglio delle tasse.

Sì, i pagamenti degli interessi sono circolari: qualcuno riceve i pagamenti degli interessi da coloro che li devono.

Ma questo non sarà di alcuna consolazione per l'80% delle famiglie statunitensi che sono già indebitate fino al collo; o per la maggior parte delle imprese degli Stati Uniti che si trascinano dietro $14,300 miliardi di debito rispetto ai soli $6,200 miliardi all'inizio di questo secolo.


E, soprattutto, significherà una brutta sorpresa per lo zio Sam. A causa della repressione finanziaria della FED e delle sue "rimesse di profitti" fasulle per $85 miliardi l'anno, il Tesoro americano ha pagato solo $300 miliardi di interessi quest'anno.

Ma mentre i rendimenti si muovono nettamente più in alto e la FED è costretta ad incassare massicce perdite mark-to-market sui suoi titoli del Tesoro USA e sulla sua cartaccia delle GSE, i costi sul debito pubblico saliranno alle stelle e le "rimesse di profitti" della FED al Tesoro USA scompariranno. Di conseguenza lo Zio Sam si troverà ad affrontare un onere annuale di $1,000 miliardi per quanto riguarda gli interessi, ben prima delle proiezioni del CBO.

Infatti lo shock dei rendimenti in arrivo genererà un bagno di sangue fiscale in grado di macellare lo slogan MAGA, anche se Donald sarà ancora in giro per testimoniarlo.

Ma come mostreremo nella Parte 2, pensiamo che ora si stia delineando uno scenario diverso: un pattern nei mercati obbligazionari che porterà a schiantarsi le medie delle azioni e il GOP alla ricerca del capro espiatorio.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/



=> Potete leggere la Parte 2 a questo indirizzo: https://francescosimoncelli.blogspot.com/2018/08/le-illusioni-dello-slogan-make-america.html

=> Potete leggere la Parte 3 a questo indirizzo: https://francescosimoncelli.blogspot.com/2018/08/le-illusioni-dello-slogan-make-america_6.html

=> Potete leggere la Parte 4 a questo indirizzo: https://francescosimoncelli.blogspot.com/2018/08/le-illusioni-dello-slogan-make-america_8.html


sabato 28 luglio 2018

Analisi tecnica del prezzo di Bitcoin e delle principali Altcoin, 28/7/2018


Nuovo appuntamento con l'analisi tecnica del prezzo di Bitcoin. Oltre ad essa, verranno analizzate anche altre criptovalute tra cui Litecoin, Ethereum Classic, NEO, Icon, Verge, TRON, Stratis.
Verranno passati al vaglio i vari indicatori del prezzo di Bitcoin in modo da verificare la salute dell'attuale movimento bullish; successivamente verranno prese in considerazione le suddette Altcoin per individuare su quali val la pena di puntare e quali è meglio lasciare a bordo campo per il momento, oltre ad aggiornare le precedenti analisi tecniche sulle stesse.

È possibile consultare tali analisi tecniche al seguente link: https://www.yours.org/content/analisi-tecnica-del-prezzo-di-bitcoin-e-delle-principali-altcoin--28-7-b242a30b3602

venerdì 27 luglio 2018

Il cambiamento di paradigma non è imminente, è già qui





di Francesco Simoncelli & Marco Dal Prà


Bitcoin e le criptovalute rappresentano una grandissima innovazione che impatterà su tantissimi settori della vita moderna, una innovazione che lancia moltissime sfide soprattutto a chi è ancorato ai consueti sistemi di pagamento o di convalida dei passaggi di proprietà, i quali attualmente sono affidati ad enti fiduciari quali banche o notai. Ma la prima sfida che ci portano le ciptovalute è quella della "concorrenza" monetaria. È un termine che può far sorridere, ma a tutti gli effetti è una situazione che stiamo vivendo, con le valute emesse dai governi tramite le proprie banche centrali che si trovano in una situazione di concorrenza con le criptovalute. E dato che concorrenza è l'anima del commercio, avremo la possibilità di vedere ciò che prima non ci era concesso, ossia che le valute fiat hanno dei lati positivi ma anche dei lati negativi. Questo non significa che sapremo subito giudicare quale sia la migliore moneta, ma che abbiamo modo di fare dei confronti, confronti che avranno come punti di riferimento le peculiarità delle criptovalute. Peculiarità che apportano al modo comune di pensare dei concetti che l'umanità non ha mai sperimentato prima d'ora.


Il primo concetto che già ci mette in difficoltà è che le criptovalute sono monete private, un concetto che generalmente il nostro bagaglio di nozioni non ha, visto che siamo abituati al solo denaro stampato dalla banche centrali. È un qualcosa che per forma mentis l'uomo contemporaneo pone tra l'impossibile e l'inaccettabile. Invece ecco delle monete "virtuali" che sono semplicemente frutto di un libero accordo tra privati, frutto di una iniziativa tra individui senza la frapposizione di un qualsiasi ente pubblico. Alice e Bob si accordano nell'utilizzare un software che loro stessi hanno fabbricato, per scambiarsi un valore, tanto che non hanno bisogno né della banca né del denaro stampato dallo stato.

Questo nuovo modello, che primo è stato proposto da Bitcoin, affida la sicurezza contro la contraffazione del denaro alla matematica invece che ad un ente fiduciario ed alle persone che ci lavorano. Il modo è talmente trasparente e rigoroso che chiunque può controllare la veridicità dei trasferimenti, sia domani che tra 50 anni, semplicemente ripetendo gli stessi calcoli di oggi.
Non c'è il rischio di non riuscire a verificare un pagamento perché il direttore della banca è andato in pensione; è tutto sempre verificabile.

È una rivoluzione importante, che non intacca il settore di mutui e prestiti, ma tutta la sfera dei pagamenti, piccoli o grandi che siano, in uno schema dove la figura delle banche viene meno.

Naturalmente oggi ad usare il software delle critpovalute non sono solo i programmatori, ma chiunque, compreso l'edicolante del trentino, tanto per fare un esempio italiano. Per il resto i programmi restano alla luce del sole, aperti al contributo di chiunque (si trovano sul portale https://github.com/), rafforzando quel concetto di libera iniziativa tra cittadini.

Il secondo concetto che ci portano le criptovalute è molto più tecnico ma ha conseguenze ancora più forti del primo. È il fatto che le criptovalute sono talmente "blindate" dal punto di vista informatico da renderle né sequestrabili né confiscabili. Significa che non c'è nessun modo di requisire le criptovalute che possiede un individuo, a meno che non sia lui che decida volontariamente di darle a qualcun altro. È un concetto che l'umanità non ha mai sperimentato, una sorta di quintessenza della proprietà privata. E il motivo è semplice: un bitcoin è di chi ne possiede la chiave privata, il codice con il quale si impartiscono gli ordini di pagamento, e nessun altro. Non esiste infatti una banca o un "signor Bitcoin" al quale rivolgersi per accedere al quel "conto corrente", nemmeno se si smarrisce la chiave di accesso. Se questo accade, il bitcoin è smarrito per sempre, nel senso che nessuno potrà mai più muoverlo da quell'indirizzo sul quale è memorizzato.

La pentola d'oro che nella commedia di Plauto il vecchio Euclione trova sotto il focolare domestico, qui non può essere scoperta così facilmente: riuscire a trovare la chiave privata che accede ad un bitcoin infatti è questione molto molto più complessa. C'è in gioco infatti un numero di probabilità grande quanto il numero di atomi che compone l'universo, tanto che i calcoli necessari per forzare la crittografia che usano le criptovalute richiederebbe un tempo di elaborazione di gran lunga superiore alla durata dello stesso universo. Anche avendo un PC milione di volte più veloce, sarebbe comunque un tempo largamente incompatibile con il tempo che le nostre vite ci mettono a disposizione. Ecco perché si dice che Bitcoin è protetto dalla matematica.

Quindi se non è forzabile né da un criminale né da un governo, questo conto corrente contiene una moneta che rappresenta una proprietà privata assoluta, visto che non c'è la possibilità né di coercizione né di esproprio. La conseguenza di queste monete tecnologiche impatta su alcune basi fondamentali del diritto e sta dando già filo da torcere a giuristi, tribunali ed avvocati. Un oggetto che stato e magistratura non possono né sequestrare né confiscare costringerà questi istituti a rivedere alcune loro posizioni.

Soprattutto perché andrà ad intaccare la loro fonte di sostentamento: le tasse. È curioso infatti come la maggior parte delle persone si preoccupi con una certa spasmodicità del pagamento delle gabelle. Una delle cose straordinarie che portano alla luce le criptovalute è la natura predatoria dello stato e degli istituti ad esso collegato. Sprechi, inefficienze e violenza sono tutte caratteristiche che stanno venendo riconosciute sempre di più anche da quegli strenui difensori di un apparato centrale. Non ha più scampo. La sua inevitabile bancarotta lo sta esponendo per quello che è: un sistema in cui la coercizione viene usata per appropriarsi della ricchezza di persone che l'hanno guadagnata onestamente. E le tasse, avendo raggiunto un livello che sta progressivamente erodendo il bacino della ricchezza reale, stanno diventando sempre più un simbolo di oppressione piuttosto che un simbolo di civiltà. L'illusione che il denaro estorto potesse essere usato per scopi nobili sta lasciando il posto alla realtà insita nel pagamento di questi oneri: paura, terrore, punizione, violenza, assassinio (sebbene la neolingua voglia classificarli come suicidi).

Se lo stato si suppone debba proteggere come i truffatori, perché agisce come quest'ultimi? Perché agisce come la mafia che finché si paga il pizzo tutto va bene, ma quando non lo si paga ecco che partono roghi e minacce? La civiltà ci ha insegnato che se qualcuno non partecipa ad una determinata attività la pena è l'esclusione, non la reclusione e la punizione. Sarà difficile emanciparsi dalla schizofrenia che finora ha attanagliato le menti della maggior parte degli individui, ma la legittimità di cui ha goduto finora lo stato sta scemando. E le criptovalute rappresenteranno il suo epitaffio. Esse stanno mostrando cosa sia davvero la libertà, la volontarietà e la possibilità di scelta; mentre invece le istituzioni pubbliche rispondono seminando paura e terrore. Prendersi la responsabilità dei propri errori è la quintessenza dell'essere adulti, mentre il paternalismo dello stato s'incentra sul far rimanere quanto più bambini possibili gli individui. Per i bambini c'è sempre bisogno di una figura di riferimento che li guidi, gli adulti invece possono decidere da loro quale strada percorrere.

Lo stato paternalista è quella facciata che instilla negli individui quell'incentivo a rimanere adolescenti, privi di responsabilità. Il cosiddetto "effetto scarica barile" non è altro che l'eredità di ciò che lo stato ha insegnato: abbandonare le responsabilità. Nessun colpevole definito, solo un ammasso informe di nome "società" finisce sotto le dita puntate delle persone, e così tutti cercano un free ride a spese degli altri. Che importa se tali comportamenti danneggiano gli altri? Ci sarà sempre lo stato paternalista a mettere una pezza eventualmente. Ma le criptovalute ribaltano questa consuetudine, evidenziando quanto sia salutare avere nelle proprie mani la responsabilità di ciò che si fa e se si commettono errori bisogna prendersi la responsabilità di aver sbagliato. Nessuna autorità superiore a noi stessi a cui appellarsi. Abbiamo conosciuto il nemico, e siamo noi; senza il nostro avallo lo stato non avrebbe potere.

Gli stati andranno in default sulle pensioni e sul welfare state. Questo è statisticamente inevitabile. Quando ciò accadrà, gli stati perderanno la loro legittimità. Perderanno molto di quello spirito di cooperazione che persuade i cittadini ad obbedire. Ci sarà una perdita di fiducia nel governo centrale. Il denaro e quindi l'autorità si sposteranno verso altre soluzioni. Ciò eroderà qualsiasi stato di polizia si voglia imbastire. Ma non ci sarà alcuno stato di polizia da erodere, c'è solo un labirinto burocratico cieco e scoordinato. Quasi tutto si sta muovendo verso una maggiore decentralizzazione. Ci sono un miliardo di siti web. Facebook consente alle persone di condividere le loro idee con cittadini che la pensano allo stesso modo. Non c'era Internet nella Germania nazista o nell'URSS sotto Stalin. L'URSS è stata abbattuta nel 1991 grazie ai FAX.

Oggi lo stato e l'apparato tributario possono essere abbattuti grazie alle criptovalute. Come? Basta semplicemente fare scambi con le criptovalute, abbandonando definitivamente le valute fiat. Il privilegio di stampare la valuta di riserva mondiale ha permesso agli Stati Uniti di deviare enormi quantità di risorse economiche verso attività non produttive, comprese guerre evitabili che non hanno prodotto alcun vantaggio per i contribuenti che le finanziano, un establishment militare sovradimensionato anche in tempo di pace, un welfare state gigantesco che non può sopravvivere senza sovvenzioni crescenti, prestiti garantiti dal governo in settori industriali divenuti improduttivi e un debito federale impagabile da $21,000 miliardi.

Queste distorsioni economiche rappresentano una mega-bolla che alla fine scoppierà, proprio come tutte le altre in passato, ma i risultati saranno molto più catastrofici a causa della dimensione relativa dei problemi. Con i tassi dei fondi federali ancora al di sotto del 2% ed i segni di una correzione già in atto, potremmo essere di fronte alla peggiore recessione nella storia degli Stati Uniti.

Votate, quindi, col vostro denaro; è l'unico modo in cui il vostro voto conta davvero. Fortunatamente il libero mercato è sempre un passo avanti alla pianificazione centrale e le criptovalute lo dimostrano. Credo che una lezione strategica di bitcoin sia questa: se si vogliono fare passi avanti graduali ma concreti e realistici nella direzione della libertà (cioè della difesa del principio di non aggressione) e quindi nella direzione della prosperità sostenibile, con lo stato non si ragiona; con lo stato non si discute; con lo stato non si tratta; lo stato non lo si riforma; non lo si migliora. Settore per settore, pezzo per pezzo, lo stato lo si forka, sviluppando una struttura di incentivi economici per farlo e un modo per essere incensurabili.

Se nel 2009, al posto dell'invenzione di bitcoin, ci fosse stato il migliore tentativo di fornire per vie politiche un'alternativa di mercato sostenibile al denaro di stato, queste alternative oggi sarebbero lo stesse che erano nel 2008: zero. Nel tempo, dopo che vari pezzi saranno stati protetti dall'azione coercitiva dello stato, e quando molte persone si saranno abituate a veder prosperare lo spontaneo processo di mercato in sempre più settori in cui questo era impedito da quell'azione, lo stato stesso potrebbe collassare da sé, senza fare troppo rumore.

È un fenomeno che l'economista Milton Friedman, seppure molto anziano, aveva predetto durante una famosa intervista del 1999: la possibilità per i cittadini di scambiarsi del denaro via internet senza passare per le banche e senza usare le valute fiat dello stato. In pratica Friedman predisse bitcoin con 10 anni di anticipo, rendendosi anche conto che tale novità tecnologica sarebbe stata anche "un problema" per i governi.

Sara una materia sul quale si apriranno dibattiti dall'esito tutto da scoprire.


giovedì 26 luglio 2018

Il debito pubblico italiano: un incidente economico al rallentatore





da Zerohedge


Il nuovo governo italiano aumenterà la spesa pubblica e il debito pubblico. Ha promesso di ridurre le tasse, introdurre un reddito di cittadinanza e riformare le pensioni. Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, sta avendo successo nei sondaggi e il suo partito è ora il più forte in Italia.

Un paio di anni fa era inconcepibile che questo gruppo regionale potesse diventare il principale partito politico italiano. Come dice il proverbio, non poteva accadere finché non è successo. Gli istituti finanziari dei Paesi del Nord Europa, come Germania e Paesi Bassi, presumono che i politici di M5S e Lega Nord seguiranno il copione greco e faranno marcia indietro sulle promesse fatte.

Ma Matteo Salvini e il Primo Ministro Giuseppe Conte sanno che se non saranno all'altezza delle aspettative degli elettori, saranno mandati a casa. Sono anche consapevoli che l'elettore italiano ha ancora un'altra alternativa chiamata "CasaPound", un movimento molto più radicale (sebbene ora politicamente insignificante) e anti-immigrazione.

Le riforme previste potrebbero gravare sul bilancio dello stato con ulteriori €125 miliardi di euro all'anno. Il governo italiano può permettersi una cosa del genere?

La domanda è retorica quando si guarda alla crescente montagna di debito italiano.


Ammonta ora a €2,300 miliardi, di cui €1,900 miliardi in obbligazioni statali. Ciò che dovrebbe preoccupare gli investitori, tuttavia, è la struttura di questo debito. Dieci anni fa, quando scoppiò l'ultima crisi finanziaria, il 51% di questi titoli di stato erano detenuti da investitori esteri. Quando si deteriora il clima per gli investimenti in un Paese, la prima cosa che fanno è vendere immediatamente queste obbligazioni. Quando nel 2011 il governo Berlusconi minacciò di infrangere le regole di bilancio della zona Euro a causa dell'enorme deficit italiano, le banche tedesche e francesi vendettero titoli di stato italiani, BTP (Buoni del Tesoro Pluriennali), per un valore complessivo di €150 miliardi. Negli anni successivi, gli stranieri hanno acquistato di nuovo strumenti di debito italiani per circa €100 miliardi, ma la loro quota è ora molto bassa, al 36%.


La maggior parte è attualmente di proprietà di banche e compagnie assicurative italiane e la loro situazione finanziaria è già debole: lo scorso anno il governo italiano ha salvato Monte dei Paschi di Siena a spese dei contribuenti italiani, contro la volontà di Francoforte. La situazione finanziaria italiana è diventata più sensibile da quando il maggio scorso si sono verificate turbolenze nei confronti del nuovo governo italiano: i BTP italiani hanno perso l'8% in valore. Se i prezzi restano sotto pressione, le banche italiane dovranno vendere queste obbligazioni ad un prezzo inferiore e con enormi perdite per garantire che la loro solvibilità non sia ulteriormente minacciata. Per rispettare il rapporto debito/capitale europeo, dovranno raccogliere nuovo capitale o aumentare i tassi d'interesse sui prestiti e concederne di meno.

Anche la BCE è responsabile per l'aumento del rendimento dei titoli di stato italiani. Quando a maggio il Movimento 5 Stelle e la Lega si sono accordati per formare una coalizione di governo, la BCE ha improvvisamente ridotto gli acquisti dei titoli di stato italiani, il che ha arroventato la speculazione sui BTP. In questo modo Bruxelles voleva punire i "populisti" euroscettici. Lo conferma lo stesso Günther Oettinger, il quale considerava l'Italia ingovernabile. In un'intervista per Deutsche Welle ha definito il tumulto nel mercato finanziario "un segnale per gli elettori italiani affinché non votino per i populisti di sinistra e di destra". In parole povere, se avessero eletto democratici corrotti che non rompevano le fila con Bruxelles, il debito italiano avrebbe potuto continuare ad essere finanziato dalla BCE.

L'introduzione di una valuta parallela è una delle promesse che il nuovo governo italiano ha fatto per rendere "l'Italia di nuovo grande". I banchieri centrali del Nord Europa con cui abbiamo parlato sono sconvolti alla sola idea e sono convinti che gli italiani non prenderanno nemmeno in considerazione un piano del genere. Il suo autore, Paolo Savona, l'attuale ministro per l'Europa, affermò nel 2015 che la denominazione del debito nazionale secondo la nuova valuta fiscale, "nova-lira", sarebbe risultata neutrale per gli investitori nazionali.

Questa affermazione non è vera, poiché da gennaio 2013 tutti i titoli di stato della zona Euro sono stati emessi con una cosiddetta "clausola di azione collettiva (CAC)". CAC significa che lo stato emettitore non può modificare le clausole obbligazionarie da solo: qualsiasi modifica richiede il consenso della maggioranza dei creditori. La quota di BTP con CAC rispetto a quella senza CAC è in costante aumento da anni. Nel 2017 era il 48%, quest'anno raggiungerà il 60%, quindi il piano di Savona difficilmente sarà attuabile.

La bancarotta dell'Italia è imminente e la prossima crisi finanziaria potrà essere innescata dai problemi delle banche italiane, che la BCE e i tecnocrati di Bruxelles non sono disposti a salvare, a maggior ragione se Lega e Movimiento 5 Stelle sono al comando.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/


mercoledì 25 luglio 2018

È finanziariamente pericoloso guardare ai dati senza avere una teoria solida





di David Stockman


La compiacenza di Wall Street non è semplicemente una questione di ottimismo sfrenato, o un focus sul meme finanziario del giorno. È frutto della profonda mendacità intellettuale, della pigrizia e della corruzione che hanno accompagnato il distruttivo sistema della pianificazione monetaria centrale della FED.

Inutile dire che quest'ultimo ha completamente falsificato i prezzi degli asset finanziari e cancellato i processi di determinazione onesta dei prezzi. Di conseguenza la narrativa finanziaria mainstream si limita a collegare titoli fugaci e punti di discussione transitori a qualsiasi cosa stiano facendo i robo-trader al momento.

Tra il minimo del marzo 2009 e il picco del gennaio 2018, ovviamente, stavano essenzialmente comprando durante i ribassi. La spiegazione cambiava costantemente: bassi tassi d'interesse, velocità di fuga, reflazione sincronizzazione globale, economia "goldilocks", ma il meccanico era sempre lo stesso.

Però tutte le bolle scoppiano e anche questa, ora, sta facendo fatica a rimanere gonfia. Quindi, proprio ora, i robo-trader ed i day-trader si muovono furiosamente tra le linee di tendenza 50-DMA (resistenza) e 200-DMA (supporto).

Com'è evidente, sin dalla levitazione che ha raggiunto il picco il 26 gennaio scorso a 2873 per l'indice S&P 500, abbiamo praticamente visto un movimento ondulatorio tra le due DMA.

Nelle circostanze attuali, ovviamente, quel particolare punto del grafico è ridicolo. Rappresenta il 23.4X gli utili per il periodo annuale terminante a marzo 2018, in un momento in cui l'attuale ciclo economico è agli ultimi inning della fase espansiva; gli utili sono stimolati da una variazione una tantum delle imposte sulle società; e l'imminente "shock dei rendimenti" nel mercato obbligazionario ha appena iniziato a mostrare la sua brutta faccia, mentre il decennale USA supera la linea rossa del 3.00%.

Come abbiamo più volte sottolineato, buona parte degli utili sono arrivati ​​ad un valore stimato di $116 per azione durante l'attuale periodo, perché le aziende hanno preso in prestito per riacquistare azioni proprie. Ciò ha avuto l'effetto di ridurre il numero di azioni oggi e quindi di ingrassare artificialmente gli utili per azione.

Ma ha anche esposto i bilanci societari a carichi di debito senza precedenti, che sono quasi raddoppiati dal picco pre-crisi del 2007, e ad un aumento degli interessi passivi quando i tassi si normalizzeranno.

Di conseguenza stimiamo che anche se il decennale statunitense riuscisse a rimanere al di sotto del 3.75%, e pensiamo che andrà ben al di sopra, le società nell'indice S&P 500 si troveranno ad affrontare $35 per azione in maggiori interessi passivi al netto delle imposte.

Quindi gli utili annuali attuali sarebbero di circa $82 per azione e ciò significa che la 50-DMA rappresenta utili normalizzati al 33X.

E questo è, beh, non tanto normale.


La narrativa finanziaria mainstream che razionalizza la suddetta irrazionalità è ora priva di qualsiasi contenuto, l'unica carta da giocare è il momentum: "Comprate perché gli utili del primo trimestre stanno salendo a due cifre"; anche se stiamo parlando di un bip artificiale, il risultato di un viaggio di quattro anni che ammonta a soli $10 per azione ed è completamente insostenibile a meno che il ciclo economico non sia presto messo al bando.

L'inutilità della narrativa di Wall Street ci viene ricordata quando leggiamo sulla CNBC il seguente titolo: "General Motors supera le stime grazie alle forti vendite". La verità è invece più o meno l'opposto, come sottolinea Dave Kranzler di Investment Research Dynamics.

E questa non è un'aberrazione di un solo mese. La scorsa estate il settore della vendita al dettaglio delle auto, gonfiato dal debito, stava andando giù quando è stato salvato dalla massiccia domanda di sostituzione nelle aree devastate dagli uragani nel Texas e nella Florida.

Ma le crescenti insolvenze sui prestiti, il calo dei prezzi delle auto usate, l'aumento dei tassi d'interesse e gli incentivi sui rimborsi dei consumatori, non possono essere negati. L'apparente vantaggio fornito dalla distruzione, come descritto nella "fallacia della finestra rotta" di Bastiat, ha ormai esaurito il suo potere di illudere.

Quindi, visto l'enorme vento contrario che sta affrontando l'industria automobilistica, mentre un'altra baldoria di vendite indotta dal debito raggiunge la sua data di scadenza, si potrebbe pensare che un "dato positivo" manipolato rappresenta solo l'ennesimo chiodo sulla bara di questo settore.

Dopotutto, non ci vogliono molte indagini per capire che al di sotto di questa eruzione di debito nel settore automobilistico c'è un brutto ciclo di default, e che se c'è una azienda che ha potuto vendere macchine grazie ai prestiti, quella è stata proprio General Motors. Ancora.

Il grafico qui sotto dice tutto, perché pone una domanda ovvia: a partire dal terzo trimestre del 2010, i salari orari negli Stati Uniti sono aumentati di circa il 15%, ma i prestiti per le auto sono aumentati di oltre il 60%, da $700 miliardi a $1,100 miliardi.

Quindi cosa succede quando il costo di questo debito sale bruscamente ed i default fanno drasticamente restringere il credito per le auto?

La risposta è peggiore di quanto si pensi, perché al margine gran parte di questi default per il debito automobilistico non è stata finanziata dalle banche. Invece è stata finanziata da uno stuolo di nuove società finanziarie nel settore automobilistico che non sono state controllate dai regolatori bancari, ma sono diventate i destinatari di uno tsunami di investitori alla ricerca di rendimenti decenti.


Come mostrato nel grafico qui sotto, la porzione subprime (26%) della suddetta montagna di debiti è in gran parte il prodotto di società finanziarie (linea rossa). E queste ultime hanno aumentato in modo schiacciante il loro capitale mediante gli LBO (un sottile strato di equity), il mercato delle obbligazioni spazzatura (capitale mezzanino) e il settore della cartolarizzazione dei prestiti per le auto (debito senior).

Inutile dire che ci sono due denominatori comuni dietro tutti e tre i livelli:
  1. sono stati alimentati dalla caccia per rendimenti decenti; e
  2. operano tutti su base mark-to-market e sono supportati da investitori sottostanti che non ci penseranno due volte a vendere le quote dei fondi comuni e la cartaccia cartolarizzata su cui poggia l'intero edificio delle società finanziarie automobilistiche.

In altre parole, il mercato del finanziamento per le auto è vulnerabile esattamente al tipo di tracollo che ha colpito il settore dei mutui subprime l'ultima volta. È una bomba ad orologeria finanziaria che Wall Street sta di nuovo ignorando allegramente.

Inutile dire che mentre lo "shock dei rendimenti" colpirà il mercato obbligazionario nel suo complesso, il settore spazzatura in particolare subirà un doppio colpo: i tassi di riferimento aumenteranno drasticamente ed i tassi d'interesse per coprire le perdite aumenteranno ancora di più.

In una parola, il 25% del mercato automobilistico sta per prendere una bella botta. E le cose peggioreranno da qui, perché anche tra i mutuatari più meritevoli di credito, la diminuzione dei prezzi delle auto usate (meno il valore del prestito) e la riduzione dei tassi anticipati (che in molti casi sono del 120% o superiori) ridurranno drasticamente la disponibilità di credito.


Non appena il credito ha accennato a restringersi, gli OEM hanno di nuovo prolungato artificialmente il ciclo ammassando incentivi per i clienti. J.D. Power ha di recente riferito che l'ammontare dei rimborsi ha raggiunto un record assoluto di $3,700 per veicolo.

Quindi, ancora una volta, l'industria automobilistica ha esagerato le vendite tramite prestiti a basso costo e contratti di locazione a chiunque fosse capace di visitare uno showroom.

Ahimè, il settore automobilistico sta già generando tassi d'insolvenza in aumento per i crediti auto subprime, con le insolvenze ora sopra i livelli raggiunti durante la crisi finanziaria. Ed il restringimento del credito è appena cominciato, con la disoccupazione ufficiale ancora ai minimi decennali.


Inoltre il settore automobilistico non è il solo settore a soffrire. La ricerca di rendimenti decenti alimentata dalla ZIRP e dal QE, ha infettato ogni settore dell'economia e le dimensioni e lo scopo di quasi tutte le transazioni finanziarie.

Ad esempio, l'abbuffata record di fusioni/acquisizioni degli ultimi sei anni è un prodotto diretto dell'espansione al 4X del settore BBB (rating investment grade più basso). Nel dicembre 2007 erano in circolazione $800 miliardi di obbligazioni BBB, ma oggi quel numero è di $3,000 miliardi.


La portata delle turbolenze finanziarie future, ad esempio, può essere anche vista nel caso di Teva Pharmaceutical Industries Ltd. Le obbligazioni della società sono state di recente declassate a livello spazzatura da parte di Moody's dopo che il buyout da $41 miliardi di Allergan nel 2016 ha lasciato l'azienda con un carico di debito ingestibile.

Poi c'è WeWork, che ha visto declassare $700 milioni di sue obbligazioni a livello spazzatura.

Con una perdita annua di $1 miliardo e un portafoglio da $18 miliardi di contratti di costruzione a lungo termine, è l'epitome vivente dell'attuale Finanza delle Bolle: le sue 250,000 "scrivanie" sono occupate per l'80% da affittuari che dichiarano di essere nel business della fornitura di servizi tecnologici, finanziari e di altro tipo, ma sono principalmente nel business di bruciare capitale di rischio.

Quindi tutto questo si trasformerà in una specie di falò finanziario, quando i robo-trader abbandoneranno definitivamente i loro punti sui grafici e il capitale speculativo svanirà rapidamente dai mercati.

Infatti la morte certa di WeWork si verificherà quando 100,000 scrivanie saranno improvvisamente liberate dalle aziende fittizie che ora le "occupano", il che, a sua volta, causerà l'insolvenza della società per i suoi affitti, innescando così insolvenze sui mutui commerciali sottostanti.

Qualunque cosa accadrà, siamo di fronte ad un incidente finanziario di proporzioni epiche.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/


martedì 24 luglio 2018

Sta arrivando uno tsunami giapponese di CLO statunitensi





da Zerohedge


Il Giappone è al centro del sistema finanziario globale. Ha fatto registrare avanzi delle partite correnti per decenni, costruendo il più grande surplus di investimenti esteri netti del mondo, o il suo risparmio nazionale accumulato. Nel frattempo altre nazioni, come gli Stati Uniti, hanno preso in prestito da nazioni come il Giappone per vivere al di sopra dei propri mezzi, costruendo deficit netti di investimenti esteri. Ora abbiamo livelli senza precedenti di finanziamenti transnazionali.


Gran parte del risparmio del settore privato in Giappone è depositato in Yen presso istituzioni finanziarie che poi investono all'estero. Queste istituzioni hanno coperto la maggior parte dei loro asset esteri per ridurre i costi degli asset ponderati per il rischio ed i rischi di svalutazione delle valute. Il costo di copertura degli asset denominati in USD è tuttavia aumentato a causa di una curva dei rendimenti statunitense schiacciata e di disallineamenti negli FX forward. Come mostrato di seguito, il loro rendimento effettivo su un decennale (UST) coperto con un forward FX USD/JPY a 3 mesi è sceso allo 0.17%. Dato che questa cifra è inferiore all'1% di rendimento, molte istituzioni finanziarie devono generare profitti vendendo UST, anche se i rendimenti dei titoli UST a 10 anni senza copertura aumentano. Il rendimento effettivo scenderà drasticamente se il Libor USD a 3 mesi aumentasse in linea con la previsione della "Dot Plot" della FED per i tassi a breve termine, supponendo che altre variabili come i rendimenti UST a 10 anni rimangano costanti.


Poiché le istituzioni finanziarie giapponesi vendono titoli del Tesoro USA, che sono considerati il ​​bene estero più sicuro, si stanno spostando maggiormente verso asset a rendimento più elevato e ad alto rischio; obbligazioni estere (esclusi i titoli USA), nonché i fondi azionari e di investimento esteri. Questo è un modello simile a quello che abbiamo visto prima dell'ultima crisi finanziaria globale. In sostanza, le istituzioni finanziarie giapponesi sono costrette ad assumersi più rischi alla ricerca di rendimenti decenti per coprire i costi crescenti di copertura, mentre la curva dei rendimenti statunitense si appiattisce.

In veste di creditori netti più grandi al mondo, viene così concessa una significativa liquidità aggiuntiva per quei mutuatari oltremare a rischio più elevato.


Seguiamo questi flussi da vicino. Un'area che riteniamo piuttosto interessante è la US Collateralised Loan Obligations (CLOs) che Bloomberg ci informa "ha raggiunto un livello record nell'ultimo trimestre, grazie in gran parte alla domanda insolitamente elevata da parte degli investitori giapponesi". I CLO sono essenzialmente un paniere di prestiti a leva finanziaria concessi a società con rating generalmente più basso e con scarsa assicurazione che ripagheranno i loro obblighi. Alcuni mutuatari statunitensi hanno utilizzato questi prestiti a leva per riacquistare così tante azioni proprie che i loro bilanci hanno ora un patrimonio netto negativo. Un recente documento della FED mostra (nel grafico qui sotto) che i CLO sono stati il più grande meccanismo per trasferire fuori dalle banche sottocapitalizzate degli Stati Uniti e dal settore bancario ombra il rischio di credito societario. Le istituzioni finanziarie giapponesi hanno sottoscritto gran parte di questo rischio nella loro ricerca di rendimenti decenti.


Ci sono molte altre aree rischiose in cui il Giappone è diventato un grande acquirente: titoli garantiti da ipoteca australiani, obbligazioni dei mercati emergenti e contratti di leasing per aeromobili. Le istituzioni finanziarie giapponesi hanno cercato disperatamente rendimenti più elevati non solo per compensare i maggiori costi di copertura, ma anche le loro terribili prospettive di utili interni, poiché la Bank Of Japan (BOJ) sopprime i tassi d'interesse interni al di sotto dei tassi di compensazione di cui molte di queste istituzioni hanno bisogno per rimanere redditizie. Un ex-membro del consiglio di amministrazione della BOJ, Takahide Kiuchi, avverte che "non c'è dubbio: come effetto collaterale dell'allentamento monetario, le istituzioni finanziarie stanno assumendosi un rischio eccessivo". Le banche stanno investendo in prodotti che rendono troppo poco rispetto ai rischi coinvolti. Dite alle banche di fermarsi, e poi andranno altrove per trovare opportunità. "È importante sottolineare che l'agenzia giapponese dei servizi finanziari sta ora istruendo le banche regionali non solo affinché la smettano di aggiungere asset a rischio più elevato, ma anche a vendere posizioni esistenti non appena inizino a diventare deteriorate."

Sfortunatamente questo non risolve il problema, poiché dare un contegno alle istituzioni finanziarie (come le banche regionali) affinché non acquistino asset esteri a rendimento più elevato, rimuove la loro capacità di compensare il deterioramento dell'attività economica interna. La situazione probabilmente peggiorerà, poiché anche il governatore della BOJ Kuroda riconosce che i tassi d'interesse continuamente compressi deterioreranno sempre di più i guadagni bancari interni, mentre i vecchi asset a rendimento più elevato continueranno ad essere rinnovati (abbassandone i rendimenti). C'è poca speranza che la BOJ rialzi significativamente i tassi d'interesse per rallentare tale deterioramento. Tutte le misure dell'inflazione monitorate dalla BOJ si sono deteriorate quest'anno. Inoltre, come mostra il grafico qui sotto, gli effetti valutari, che avevano portato alcune pressioni inflazionistiche verso il Giappone all'inizio dell'anno, sono ora destinati a provocare pressioni deflazionistiche.


Un obiettivo non dichiarato della politica monetaria della BOJ è stato quello di indebolire lo yen. I tassi d'interesse interni repressi hanno anche creato carry trade tra quegli investitori giapponesi disposti ad accollarsi rischi valutari senza appuntare una copertura. L'impegno del 2016 di mantenere i tassi d'interesse ancorati allo zero attraverso il controllo della curva dei rendimenti, ha nuovamente spinto lo Yen a livelli di svalutazione quasi estremi rispetto al suo tasso di cambio reale di lungo termine. Attualmente lo Yen è sottovalutato del 23% rispetto ai suoi partner commerciali.


Possiamo utilizzare la parità del potere d'acquisto per misurare specificamente la sottovalutazione dello Yen rispetto al dollaro. L'attuale sottovalutazione al 30% implica un fair value di USDJPY 77. I sondaggi tra gli esportatori giapponesi stimano che essi abbiano un break-even in media sopra USDJPY 100.5. È chiaro che la BOJ sarebbe disperata a non avviare un'inversione dei flussi di carry e riportare lo Yen al fair value rialzando i tassi d'interesse.


La BOJ deve fare una scelta e non ci sono buone opzioni.
  • Se la BOJ rialza i tassi d'interesse, rischia di scatenare uno tsunami di denaro giapponese che tornerà in patria, rafforzando lo yen e amplificando le pressioni deflazionistiche. Inoltre, gran parte di quel denaro sta attualmente promuovendo mercati del debito oltreoceano ad alto rischio, come quelli dei CLO statunitensi. Se il Giappone, il più grande creditore del mondo, riporta i suoi soldi in patria, ciò equivarrebbe ad un peggioramento del ciclo globale del credito, a cui le istituzioni finanziarie giapponesi sono ora più che mai direttamente esposte.
  • Se la BOJ non rialza i tassi d'interesse, esito più probabile, allora alcune istituzioni finanziarie giapponesi non saranno in grado di sopravvivere come entità quotate di proprietà privata nella loro forma attuale, in quanto i loro guadagni interni saranno sempre più negativi e saranno limitati nel ricercare guadagni all'estero.

Le banche regionali sono le entità che soffrono di più e le condizioni hanno continuato a deteriorarsi ulteriormente. In sostanza, il costo di far perdurare la politica corrente sarebbe quello di azzerare gli azionisti in alcune di queste banche, un costo che il Giappone ha dimostrato di voler sostenere in diverse occasioni già negli ultimi decenni. Questa pare la scelta più accettabile dal punto di vista politico, e poter continuare a vedere rendimenti accattivanti tra le banche regionali giapponesi.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/


Analisi tecnica del prezzo di Bitcoin e delle principali Altcoin, 24/7/2018


Nuovo appuntamento con l'analisi tecnica del prezzo di Bitcoin. Oltre ad essa, verranno analizzate anche altre criptovalute tra cui Litecoin, Ehereum, Icon, Bitcoin Cash, NEO, EOS, Lumen, TRON, Binance Coin. Verranno passati al vaglio i vari indicatori del prezzo di Bitcoin in modo da verificare la salute dell'attuale movimento bullish; successivamente verranno prese in considerazione le suddette Altcoin per individuare su quali val la pena di puntare e quali è meglio lasciare a bordo campo per il momento.
È possibile consultare tali analisi tecniche al seguente link: https://www.yours.org/content/analisi-tecnica-del-prezzo-di-bitcoin-e-delle-principali-altcoin--24-7-c2a7b5259209


lunedì 23 luglio 2018

Infuriano i barbari nel cimitero europeo





di Dmitry Orlov


In tutto il mondo pochissime persone sono in grado di riassumere la reazione europea alla crisi dei migranti. Dalla parte dei migranti, abbiamo un'avida dimostrazione di barbarie, fanatismo e aggressività; dalla parte degli europei, abbiamo la paura di apparire... intolleranti. In una situazione fuori controllo in cui ci aspetteremmo che la gente protesti, blocchi le strade e voti in massa per i partiti nazionalisti, siamo invece sottoposti al ridicolo spettacolo di europei effeminati vestiti in abiti unisex che starnazzano: "No al terrorismo!", pascolando per le strade. La maggior parte delle persone in tutto il mondo considera questo uno spettacolo di nullità antropologica. "L'Europa è morta?" si chiedono ad alta voce.

A meno che non pensiate che la seguente impressione sia politicamente scorretta, o poco diplomatica, o in qualche modo marginale rispetto a quella mainstream, il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, ha affermato che l'Unione Europea si sta "suicidando" lasciando entrare orde di persone dal Medio Oriente e dal Nord Africa.

Qui abbiamo un'ondata di persone che arrivano, la maggior parte delle quali sono giovani maschi adulti che evitano il servizio militare in patria, e pochi di loro sono qualificati per chiedere asilo. Molti di loro non sono qualificati per svolgere alcun tipo di lavoro all'interno dell'UE a causa della mancanza di alfabetizzazione, istruzione, o etica del lavoro. Molti di loro comunque non potrebbero essere formati, poiché provengono da popolazioni incentrate a sviluppare la resistenza fisica e la tolleranza alle malattie piuttosto che l'intelligenza.

Molti sono radicali islamici che si considerano veri e propri colonizzatori; molti altri non hanno remore a derubare gli europei e violentare le donne europee. Alcune migliaia di terroristi vengono inviati per attendere ordini. Per la maggior parte di loro andare nell'UE e bivaccare rappresenta una grande avventura, molto più eccitante che allevare bestiame o coltivare il miglio nei loro villaggi nativi.

Le ONG europee forniscono loro scialuppe gonfiabili e giubbotti salvagente e li mandano alla deriva al largo delle coste della Libia o dell'Adriatico. Le navi delle ONG europee li raccolgono e li consegnano ai porti in Italia, in Grecia, o in Spagna. E poi vanno in giro senza far niente, per mesi e mesi, mentre altri tipi di ONG li aiutano con i documenti e intasano i tribunali con cause legali a loro conto.

Sono certo che alcuni europei potrebbero offendersi, visto che presento un riepilogo così poco lusinghiero della situazione. Ma c'è uno standard molto più alto con cui misurare la situazione rispetto alla mera gentilezza: è vero? La verità è spesso crudele e dolorosa, eppure senza la verità (con cui comprendere le vere conseguenze delle nostre azioni) siamo tutti agnelli destinati al macello.

Il rifiuto di affrontare la verità, nascondendosi dietro un velo ipocrita e logoro di "gentilezza", è pura vigliaccheria. Infatti la vigliaccheria è ormai una caratteristica comune in Europa, nascondendosi dietro un altro velo logoro: la "sicurezza". Quando l'ISIS colpì l'aeroporto di Bruxelles, il re belga Philippe e la sua consorte reale furono rapidamente evacuati. Durante il Medioevo questo comportamento vigliacco sarebbe costato al monarca la sua corona, possibilmente insieme alla sua testa. Ma ora sembra che vada bene per una nazione codarda avere un re codardo.

È abbastanza difficile capire la logica alla base di tale codardia. Perché le élite europee sono così insistenti nel voler far ingoiare "la tolleranza" ai loro cittadini e sostituirli con barbari importati? Che cosa è successo allo spirito degli imperi assetati di sangue che hanno insaguinato l'intero pianeta per secoli, accumulando innumerevoli tesori?

Quello che credo sia accaduto è che gli europei si siano adagiati sugli allori. Sì, hanno vissuto alcune difficoltà durante le due guerre mondiali, ma non era niente in confronto a quello che molte altre nazioni hanno attraversato, in particolare la Russia e la Cina. Quando la vita è una lotta, l'esperienza è vivida, le gioie semplici sono profondamente sentite, le scelte intelligenti sono fondamentali per la sopravvivenza e gli atti di eroismo sono necessari ed apprezzati. Quando la vita è confortevole, le persone diventano sazie e difficili da soddisfare, i gusti diventano decadenti ed effeminati, le questioni di sicurezza vengono delegate agli specialisti, e gli atti spontanei di eroismo e coraggio individuale vengono trattati come sintomi di un disadattamento sociale.

Date abbastanza sicurezza e comfort, e diventeranno fini a sé stessi insieme agli standard con cui tutte le cose sono misurate. Coloro meno sicuri e meno confortevoli, verranno percepiti come meno di successo e di moda, e diventeranno meno popolari, in un gioco di infinita semplicità. A loro volta, coloro che devono ancora essere sedotti dalla sicurezza e dal conforto e sono disposti a combattere per principi superiori alla mera tolleranza e gentilezza, diventano incomprensibili; dopotutto, cos'altro esiste se non sicurezza e comfort? Ma questo è solo un preambolo alla prossima tappa, perché la sicurezza e il comfort non possono funzionare come assoluti.

La sicurezza non può essere garantita in tutti i luoghi e in ogni momento: gli incidenti accadono. Potreste essere presi a pugni in faccia da un ubriaco bellicoso, molestati da un migrante arrapato, morire in un attacco terroristico, o, più probabilmente, rompervi il collo cadendo dalla bicicletta. Dal momento che non siete più responsabili nel provvedere alla vostra sicurezza (questo ormai è diventato il lavoro di professionisti retribuiti), non potete incolpare voi stessi. Potete, ovviamente, dare la colpa ai professionisti retribuiti, ma stanno facendo del loro meglio... La vostra unica scelta è quella di essere una vittima. La vittima diventa un bene prezioso e un distintivo d'onore. Un'estrema attenzione e cure profuse per tutti i tipi di vittime, che sono incoraggiate ad organizzarsi ed a contrattare collettivamente, aiutano a garantire al resto della popolazione che la sicurezza totale è molto importante. Potete essere una vittima, ma non potete essere una vittima della vostra stessa stupidità.

A proposito di stupidità, la consapevolezza di essere stupidi non è confortevole, eppure tutti, anche gli stupidi, devono essere a loro agio in ogni momento. Dato che esattamente la metà delle persone ha un'intelligenza inferiore alla media, questo è piuttosto difficile da realizzare. Affermare che metà della popolazione è vittima della stupidità non risolve esattamente il problema: una tale sovrabbondanza di vittime indebolisce la promessa di un comfort universale. Né il problema viene affrontato imponendo un sistema di meritocrazia universale basato sui diritti individuali: l'intelligente farà meglio del non intelligente, causando a quest'ultimo notevole disagio.

La soluzione è di fare un passo indietro rispetto al principio della meritocrazia. Invece di garantire pari diritti individuali e opportunità basate su abilità e prestazioni, ci impegniamo per l'uguaglianza dei risultati: ognuno riceve un premio di partecipazione e un po' di denaro solo per essere stato obbediente ed educato, con la dimensione del premio e la somma di denaro accuratamente calibrate in base al proprio livello di vittimismo. Questo a volte viene indicato con la parola "equità". Poiché è difficile organizzare la distribuzione di "equità" a livello individuale, le persone vengono inserite in una miriade di gruppi e ogni gruppo viene valutato rispetto agli altri. Se siete una lesbica nera disabile, potete spuntare contemporaneamente tre caselle di vittimizzazione e ricevere lo stesso premio di un maschio eterosessuale bianco normodotato. Questa è ora stranamente definita giustizia "sociale", come se ce ne fosse mai stata una di un altro tipo.

Questo nuovo tipo di persona, che è nata prima in Europa e poi si è diffusa in tutto il mondo e oltre, sembra una forma degenerata di umanità: priva di grande passione e grandi obiettivi, priva di qualsiasi chiara fedeltà o preferenza etnica o sociale, fissata su conforto e sicurezza, e carente sia nella mascolinità che nella femminilità: una sorta di eunuco di civiltà imprigionato in un campo di concentramento LGBTQ a quattro stelle. Questi possono sembrare punti negativi importanti, ma questo tipo di persona è perlopiù innocua. Mezzo miliardo di persone ora vive, senza mettersi in pericolo l'un l'altra, su una piccola penisola che si protende dall'Eurasia occidentale che fino a poco tempo fa era teatro di un conflitto armato senza fine. Non distruggono artefatti materiali o culturali ma cercano di accumularli, investendo nel comfort e nel consumo. Su questo la maggior parte delle persone sarà d'accordo nel definirlo un progresso.

L'ultima grande sfida a questo modo di essere è stata presentata dall'integrazione dell'Europa dell'Est, dove le passioni nazionali sono ancora alte. Ma quel problema è stato risolto facilmente trovando un capro espiatorio (es. Serbia) che è stato additato per la sua mancanza di multiculturalismo e tolleranza, e bombardato fino alla sottomissione. Questo ha spaventato tutti gli altri nell'Europa orientale, ma ora la migrazione di massa ha presentato un problema su scala completamente diversa, portando la Polonia, l'Ungheria e ora anche l'Italia a ribellarsi contro l'assalto migratorio.

I nuovi arrivati ​​provengono prevalentemente da culture che sono l'opposto di una tollerante e gentile. Sono principalmente caratterizzati da crudeltà, settarismo e fanatismo religioso e politico. Vogliono vivere qui e ora, si compiacciono del lato più bestiale della natura umana e vedono l'Europa come un tesoro da saccheggiare. Le loro culture riportano ad un'era precedente della storia europea, quando enormi folle si radunavano nelle piazze per osservare la gente che veniva trascinata per le strade e squartata, o bruciata viva.

Gli europei conquistarono la loro stessa natura medievale, ma poi l'hanno reimportata. Il nuovo Uomo dell'Europa occidentale non è in grado di respingerla; né i suoi governi, i cui leader sono costretti a rispettare gli stessi codici culturali di tolleranza, correttezza politica e gentilezza obbligatoria. Ma l'Uomo dell'Europa orientale, solo temporaneamente spaventato dall'azione di quello tollerante ed evirato, non sosterrà più nulla di tutto ciò. La sua natura medievale è ancora abbastanza vicina alla superficie, mentre i loro vicini occidentali hanno collocato la loro nei musei e in varie altre trappole per turisti. Ciò è già evidente: c'è stato un recente vertice UE sull'immigrazione e gli europei dell'Est non si sono nemmeno preoccupati di presentarsi.

Osservando la situazione anche dall'estremo oriente, dalla Russia europea e dal resto della massa continentale eurasiatica, c'è un chiaro senso di tristezza nel guardare l'Europa morire. Una grande fetta della storia umana sta per essere calpestata e depredata. Avendo passato gli ultimi decenni a far risorgere la cristianità orientale dopo il danno causato dai barbari bolscevichi, osservano con sgomento le reliquie e le rovine della cristianità occidentale che stanno venendo sommerse da una nuova ondata barbarica. Gli abitanti dell'Europa occidentale potrebbero estinguersi, ma sono ancora preziosi come addetti ai musei e guide turistiche.

Che l'Europa si trasformerà in un museo era evidente a Dostoevskij 150 anni fa, quando scrisse questo (parlando attraverso il personaggio di Versilov):
Per un russo l'Europa è preziosa come la Russia; ogni pietra è affascinante e cara. L'Europa è tanto la nostra patria quanto la Russia... Oh, quanto sono preziose per noi russi queste vecchie pietre straniere, questi miracoli di un mondo antico e santo, questi frammenti di miracoli santi; sono più preziosi per noi che per gli europei stessi!

E poi ancora parlando come Ivan Karamazov, con una passione ancora più grande:
[...] Voglio viaggiare in Europa, e così farò. Certo, so che visiterò solo un cimitero. E allora? I cadaveri che vi si trovano sono preziosi; ogni lapide racconta la storia di una grande vita, di una fede appassionata per l'eroismo, per la propria verità, per la propria lotta. So già che cadrò a terra e bacerò queste pietre, e piangerò su di loro, anche se sono convinto con tutto il mio cuore che tutto questo è diventato molto tempo fa un cimitero, e non è altro.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/


venerdì 20 luglio 2018

Analisi tecnica del prezzo di Bitcoin e delle principali Altcoin, 20/7/2018


Nuovo appuntamento con l'analisi tecnica del prezzo di Bitcoin. Oltre ad essa, verranno analizzate anche altre criptovalute tra cui Ethereum Classic, Ontology, Decred, 0x, Ziliqa, NEO, Substratum, Litecoin, Cardano, Ripple e Digibyte. Verranno passati al vaglio i vari indicatori del prezzo di Bitcoin ed evidenziata un'area di prezzo dove potrebbe portarel'attuale movimento bullish; successivamente verranno prese in considerazioen le suddette Altcoin per individuare su quali val la pena di puntare e quali è meglio lasciare a bordo campo per il momento.
È possibile consultare tali analisi tecniche al seguente link: https://www.yours.org/content/analisi-tecnica-del-prezzo-di-bitcoin-e-delle-principali-altcoin--20-7-2fd660348110

Una lezione sull'inflazione dall'antica Roma





di Alasdair Macleod


“È dovere del cittadino sostenere lo Stato, non è compito dello Stato sostenere il cittadino” – Presidente Grover Cleveland

Il punto del presidente Cleveland nel 1880 era che le persone e gli interessi costituiti non dovevano godere di trattamenti preferenziali da parte di un governo eletto per rappresentare tutti. Poiché se si concede tale preferenza, sarà sempre a spese degli altri.

Quei giorni sono lontani, e l'ultimo presidente a prendere questa posizione fu Calvin Coolidge negli anni '20. Fu seguito da Herbert Hoover, il quale fu molto interventista. Come disse Coolidge nei confronti del suo vicepresidente: "Quell'uomo non mi ha dato altro che consigli e tutti sbagliati". Hoover fu criticato da Franklin Roosevelt per le sue disastrose politiche d'intervento, il quale riuscì a spodestarlo nelle elezioni del 1932, per poi superarlo con interventi più invadenti. I deflussi di oro generati dall'accelerazione della spesa pubblica e dalle politiche monetarie della FED, portarono nel 1933 alla sospensione della convertibilità in oro per i cittadini americani e nel 1934 alla svalutazione del dollaro da $20.67 a $35 l'oncia.

L'interventismo è aumentato sin da allora, non solo in America ma in tutte le altre nazioni avanzate. Oggi l'attività economica è dominata dalla socializzazione dei profitti e dalla regolamentazione del nostro comportamento da parte degli stati. Nonostante gli avvertimenti dei teorici del sound money, un processo iniziato quasi un secolo fa non ha ancora portato al collasso economico, sebbene i pericoli delle crescenti passività dello stato siano una minaccia concreta alla stabilità economica.[1]

Un punto che viene ignorato da quasi tutti è che la spesa pubblica è un lusso costoso per qualsiasi economia, allocando le risorse di capitale nel modo più inefficiente possibile. Inoltre gli stati, attraverso le tasse e la deviazione dei risparmi mediante l'inflazione monetaria, distruggono la ricchezza personale. Tuttavia è chiaro, sia attraverso l'osservazione che la logica economica, che un'economia di successo è quella in cui la prosperità personale viene massimizzata.

Questo è chiaramente illustrato osservando la differenza tra Venezuela e l'America. Il Venezuela ha apertamente trasferito quasi tutta la ricchezza individuale al suo governo socialista in nome dell'uguaglianza di tutti. I costi del governo sono aumentati esponenzialmente rispetto alle sue fonti di finanziamento disponibili, accelerando il giorno in cui l'ordine economico e civile cesseranno di esistere del tutto. L'America, nonostante decenni di crescita della spesa pubblica, non ha ancora sequestrato la maggior parte della ricchezza dei suoi cittadini, anche se il processo ha accelerato negli ultimi anni.

Tuttavia nei prossimi mesi il problema diventerà più un problema pubblico, innescato forse da un aumento delle emissioni di titoli di stato USA in un momento di rallentamento ciclico della domanda di obbligazioni. Questo rallentamento è alimentato dal miglioramento delle prospettive economiche globali, il che significa che le banche aumenteranno i prestiti alle imprese non finanziarie a scapito delle attività puramente finanziarie.

Nello stesso momento in cui l'amministrazione del presidente Trump sta aumentando il suo deficit di bilancio, la FED sta cercando di normalizzare il proprio bilancio diminuendo la sua esposizione alle obbligazioni sovrane. Aggiungete al mix le riduzioni dell'esposizione ai dollari nei portafogli di proprietà straniera (per un valore stimato di $17,000 miliardi), e abbiamo il potenziale per una tempesta perfetta nel mercato obbligazionario della valuta di riserva mondiale.[2]

Abbiamo già assistito ad un forte aumento dei rendimenti obbligazionari negli ultimi sei mesi, con il rendimento del titolo del Tesoro USA a 10 anni in aumento dal 2.06% al 2.94%. Su base storica, e dato l'obiettivo d'inflazione della FED al 2%, il valore temporale di questi bond è ancora basso, nonostante l'aumento dei rendimenti fino ad ora e presupponendo sempre che la FED limiti l'inflazione al 2%.

I lettori dovrebbero dare più credito a ShadowStats.com e all'indice di Chapwood, in quanto misure migliori dell'inflazione dei prezzi. Esse registrano attualmente un'inflazione tra il 6-10% rispetto alle stime del governo chiaramente distorte.

Non dovremmo sorprenderci se queste dinamiche si tradurranno presto in un ridimensionamento dei titoli di stato statunitensi e delle finanze del governo degli Stati Uniti. Con la fine dell'aiuto monetario della FED, ci si può aspettare che valutazioni corrette del rischio delle obbligazioni USA possano tornare a dominare le scene economiche. Supponendo che la FED continui a frenare i tassi d'interesse, le curve dei rendimenti si accentueranno e il costo degli interessi del Tesoro USA aumenterà per tutto il suo nuovo debito, tranne che per i prestiti a brevissimo termine. Dopo aver attraversato il periodo dei tassi d'interesse a zero, siamo destinati a risvegliarci con una certa repentinità nei confronti di quei rischi che abbiamo ignorato per troppo tempo.

Pertanto quando si pensa al rischio, è probabile che l'inflazione diventi centrale nei nostri pensieri. E poiché i rendimenti delle obbligazioni stanno aumentando, saremo sempre più consapevoli della trappola del debito in cui è stato catturato il governo degli Stati Uniti. Un aumento dell'1% degli interessi costa un extra di $216 miliardi. Il presidente Trump lo pagherà tagliando il bilancio generale? Improbabile. E quando iniziamo a pensare in termini di valore temporale del debito del governo degli Stati Uniti, forse del due per cento al di sopra di un IPC in aumento, come influirà sui conti del governo un costo dei finanziamenti di circa il tre o quattro per cento superiore?

La pressione per aumentare il tasso di trasferimento della ricchezza dal settore privato (produttivo) aumenterà con l'aumentare dei rendimenti obbligazionari. E più ricchezza verrà trasferita, meno ce ne sarà da trasferire. Questa era la realtà nell'Impero Romano, quando lo spendaccione Nerone ridusse il contenuto d'argento del denario per pagare i suoi soldati, avendo l'Impero finito i soldi. Tra gli altri atti costosi, diede fuoco a gran parte di Roma per ricostruirla. Questa era forse una metafora, perché secondo Svetonio, Nerone si dedicava alle arti, al sesso e alla dissolutezza, ed era ovviamente un principiante come piromane. Se Nerone ha trafficato con qualcosa, era la valuta. Gli imperatori successivi a Nerone continuarono il processo di svalutazione fino alla definitiva distruzione monetaria sotto Diocleziano, avvenuta due secoli dopo.

L'attuale svalutazione monetaria include l'onere aggiuntivo (che si aggiunge alla dissolutezza romana) delle promesse fatte al grande pubblico, a dispetto della massima del presidente Cleveland. A seconda del tasso al quale queste passività finanziarie future sono scontate, stiamo parlando all'incirca di una percentuale compresa tra cinque e dieci volte il PIL attuale per l'America e probabilmente molto più per il Giappone e molti stati membri dell'UE. Nemmeno cifre dell'inflazione dei prezzi pesantemente manipolate possono sopprimere la trappola del debito in cui sono finiti gli stati mondiali, il che ci dice che la svalutazione monetaria accelererà.

Dalla presidenza di Herbert Hoover, il governo degli Stati Uniti ha inconsciamente legato l'economia americana a quella dell'antica Roma. Proprio come gli imperatori di Roma svalutarono le monete per pagare la loro dissolutezza ed i loro eserciti, così l'America ed i suoi alleati occidentali hanno svalutato le loro valute per pagare il welfare e le spese militari.

L'eccessiva spesa militare era un tema prettamente legato all'antica Roma: pagare i soldati o l'imperatore sarebbe morto. Diocleziano, 225 anni dopo Nerone, andò oltre ed approvò un editto che vietava ai commercianti di aumentare i prezzi. Il commercio cessò, e Roma e altre città si svuotarono per mancanza di cibo.

Donald Trump ed i suoi predecessori hanno supervisionato metodi più sofisticati per ottenere lo stesso risultato. Negli ultimi quarant'anni, i prezzi di beni e servizi sono stati ufficialmente controllati analizzando i dati sull'inflazione, anche se la realtà è che i prezzi hanno continuato a salire. La spesa degli stati è stata sfrenata, ma non può andare avanti per sempre.

Gli aumenti salariali, che normalmente stanno al passo con l'aumento dei prezzi, sono stati sostituiti da un incoraggiamento ad espandere il credito bancario per finanziare il consumo personale, insieme allo scoraggiamento del risparmio. Di conseguenza il debito delle famiglie americane ammonta ora a $13,150 miliardi per finanziare le spese per consumi personali a $13,717 miliardi. Ciò però distoglie l'attenzione dal problema di fondo.

Il confronto con l'antica Roma ha un'ulteriore e preoccupante somiglianza. L'argento romano e le monete d'oro erano la valuta principale per il mondo conosciuto. Il dollaro americano è la valuta di riserva mondiale oggi, e quasi tutte le altre 170 valute sono allineate o fanno riferimento ad essa. Un crollo accelerato del dollaro abbatterà la maggior parte di esse, proprio come la svalutazione monetaria romana spinse il mondo verso il Medioevo.

Finora in questo articolo abbiamo visto che l'economia americana ci ha fornito un esempio di una trappola moderna del debito, che se non viene affrontata porterà inevitabilmente ad un'accelerazione dell'inflazione monetaria e, in definitiva, al crollo del potere d'acquisto del dollaro. La maggior parte delle altre nazioni si trova nella stessa posizione, sebbene gli alti livelli di prestiti personali siano più endemici in America e nel Regno Unito che altrove. Di conseguenza quando si verificherà il collasso finale, gli anglo-sassoni dissoluti subiranno un destino leggermente diverso dai cittadini delle nazioni che abitualmente risparmiano.



La prossima fase della svalutazione monetaria di oggi

La prossima grande spesa che gli stati e le loro banche centrali devono affrontare è una crisi futura del credito, che potrebbe far accelerare l'inflazione. Una crisi del credito è sempre il culmine di un ciclo del credito, endemico per le economie destabilizzate dalle banche centrali che cercano di stimolare il consumo attraverso l'inganno monetario.

Il tempo per la prossima crisi del credito si avvicina rapidamente, come spiegato nel mio recente articolo, "Quando si verificherà la prossima crisi del credito?". Dovremmo essere pronti entro la fine dell'anno. Fondamentalmente le prospettive dell'inflazione per l'anno prossimo o due saranno stabilite dalla risposta delle banche centrali. Se non mettono in salvo le banche commerciali con l'inflazione monetaria, il sistema bancario globale quasi certamente collasserà. Supponendo che questo disastro voglia essere impedito, sarà richiesta l'iniezione di enormi quantità di denaro extra, potenzialmente molto più grandi di quanto necessario per salvare il sistema bancario globale nel 2008/09.

Allora quelle misure erano di per sé di proporzioni storiche. Ma c'è il rischio che non succederà la prossima volta, perché dall'ultima crisi del credito tutte le nazioni del G20 hanno accettato di introdurre procedure di bail-in per sostituire i bail-out. Il ragionamento è che gli stati si sono sobbarcati il costo della crisi della Lehman, quando invece avrebbero dovuto farlo gli obbligazionisti e i grandi depositanti. Questo è un ragionamento logico per il salvataggio di singole banche o del sistema bancario di un piccolo Paese, ma è probabile che causi difficoltà sostanziali in una crisi sistemica più ampia, perché gli obbligazionisti cercheranno scappatoie per proteggersi.

I grandi depositanti hanno solo due fughe, e l'alternativa di ritirare le banconote è preclusa: possono acquistare beni fisici, a qualsiasi prezzo, per sbarazzarsi dei saldi bancari o, in alternativa, acquistare commodity. E in cima alla lista ci deve essere l'oro, seguito dall'argento, perché sono ampiamente accettati come mezzo di scambio ovunque. A queste alternative possiamo ora aggiungere le criptovalute, la loro proprietà è peer-to-peer, il che equivale ad un deposito di valore alternativo.

Ma quando si vende una valuta per acquistare un bene, si passa semplicemente la valuta ad un acquirente disposto ad accettarla in cambio. Il lettore attento rileverà che, con tutta probabilità, non ci sarà alcuna offerta per le valute più rischiose, e probabilmente nessuna offerta per il dollaro stesso. In altre parole, quella che in passato è stata una crisi sistemica per il sistema bancario globale potrebbe rapidamente diventare una crisi sistemica per le valute stesse.



Un crash della valuta è un rischio crescente

Il futuro è per definizione sconosciuto e possiamo solo ipotizzare come si evolveranno le cose. Tuttavia, a differenza dell'esperienza romana, che impiegò 225 anni per distruggere completamente il denario, i suoi successori e l'Impero stesso, l'ondata attuale di distruzione monetaria sembra avere i giorni contati, dopo solo un secolo circa.

Le banche centrali sono state consapevoli di alcuni pericoli sistemici, motivo per cui sono desiderose di farci finire in una società senza contante. Senza contanti, non può esserci una corsa agli sportelli vecchio stile. La loro risposta ad ogni crisi creditizia successiva è stata quella di limitare il modo in cui le imprese e le persone possono proteggersi in caso di un collasso sistemico.

Ma ora, molto tempo dopo che il presidente Cleveland disse quanto citato all'inizio di questo articolo, i tentativi dei suoi successori di accampare il favore elettorale hanno portato ad un'escalation di costi ormai fuori controllo. La combinazione di una trappola del debito per gli stati e l'insostenibilità del debito del settore privato, minacciano una crisi finanziaria e monetaria a livello mondiale, da cui qualsiasi salvataggio attraverso la stampa di denaro rischia di essere di breve durata.

La velocità con cui l'inflazione e la distruzione delle valute cartacee accelererà, sarà determinata da quanto rapidamente la popolazione capirà la vera portata della frode monetaria che gli stati hanno perpetrato finora. L'espansione della base monetaria e del credito bancario non si è riflessa nelle statistiche ufficiali dei prezzi, che sono state manipolate in modo edonistico per nascondere le prove. Una comprensione della realtà, ovvero che le valute fiat sono state abusate da tutti gli stati, ci si può aspettare che scateni un fuggi-fuggi generale tra la gente comune.

I prezzi devono aggiustarsi. Se gli effetti dell'inflazione romana su più di due secoli sono progrediti con la velocità di un carro trainato da buoi, quella odierna potrebbe accelerare come una Ferrari.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Siamo qui per discutere dell'intervento politico, che probabilmente iniziò con la prima guerra mondiale. L'intervento monetario è iniziato prima, con la nascita delle banche centrali.

[2] La sovraponderazione del dollaro nei portafogli esteri è il naturale risultato della precedente forza del dollaro, che non è più il caso. A giugno 2016, questi ammontavano ad un record di $17.390 miliardi.

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