lunedì 24 settembre 2018

Internet ha rivoluzionato le comunicazioni, ma è solo l'inizio...





di Kate Sills


Grazie ad Internet, le nostre vite sono significativamente diverse. Scritti su qualsiasi argomento, non importa quanto sconosciuti, possono essere trovati con una rapida ricerca su Google. I cittadini possono sfidare le autorità pubblicando video dei loro misfatti. I telelavoratori possono partecipare pienamente alla vita aziendale e i parenti possono chattare a basso costo quasi ovunque nel mondo.

Tuttavia queste innovazioni sono solo una frazione di ciò che gli utenti di Internet speravano di ottenere. Ricerche su Google e post sui blog sono innovazioni di un tipo particolare: innovazioni nella comunicazione. Cioè, l'ascesa di Internet ha rivoluzionato l'editoria. Chiunque può essere un creatore e distributore di contenuti e chiunque può accedervi e leggerli. Tuttavia un sottogruppo dei primi utenti di Internet (che hanno molti nomi: cypherpunk, cripto-anarchici e Massimalisti di Internet, per citarne alcuni) pensava che Internet sarebbe andato oltre. Pensava che avremmo avuto una rivoluzione di Internet nell'economia e nel diritto.

Invece di fare affidamento sul denaro emesso dallo stato, avremmo avuto denaro digitale, la possibilità di pagare qualsiasi persona all'istante e in modo anonimo. Invece di essere regolati dai nostri governi, noi, i nuovi coloni dell'Electronic Frontier, avremmo stabilito le nostre regole.

Queste erano le aspettative di Internet nel 1994 circa. Cos'è successo? La vita è cambiata, certamente, ma negli Stati Uniti usiamo ancora il dollaro USA e la legge degli Stati Uniti. Forse queste idee erano solo fantasie.

Ma forse queste idee erano semplicemente in anticipo sui tempi. Facendo leva sui progressi della crittografia e dei sistemi distribuiti, la tecnologia blockchain promette un futuro con denaro digitale disponibile a livello globale, registrazioni di proprietà a prova di manomissione, impegni auto-applicati e persino diritto privato. In questo pezzo esplorerò queste speranze per Internet, i tentativi falliti e le possibilità future della tecnologia blockchain.



I cripto-anarchici dichiarano l'indipendenza del cyberspazio

Nel 1996 John Perry Barlow, co-fondatore della Electronic Frontier Foundation e paroliere dei Grateful Dead, scrisse una grandiosa dichiarazione di indipendenza. "Voi governi del mondo industriale", scrisse, "voi stanchi giganti di carne e acciaio, vengo dal cyberspazio, la nuova casa della Mente."

Sosteneva che il cyberspazio rappresentasse una nuova frontiera, un luogo separato dove vivono i nostri corpi. Inoltre, su Internet, i confini geografici (i soliti indicatori di dove il potere dello stato inizia e finisce) non esistono. Secondo Barlow i cittadini del cyberspazio sono soggetti a "misure sempre più ostili e coloniali [che] ci pongono nella stessa posizione di quei amanti della libertà e dell'auto-determinazione del passato che hanno dovuto respingere l'autorità di poteri distanti e disinformati". La sua soluzione? "Creeremo una civiltà della mente nel cyberspazio", proclamò. "Che possa essere più umana e giusta del mondo creato dagli stati".

La dichiarazione di Barlow ebbe i suoi detrattori. Come diceva David Bennahum: "Mi chiedo cosa significhi creare un contratto sociale nel cyberspazio, uno con il tipo di autenticità e autorità di una costituzione. Sembra fantastico in teoria, ma in realtà non vivo nel cyberspazio: vivo a New York, nello stato di New York, negli Stati Uniti d'America. Immagino di prendere le cose troppo alla lettera. Apparentemente la mia mente vive nel cyberspazio, e questo è ciò che conta. È il mio sacco di carne, noto anche come il mio corpo, che vive a New York. Stato, geografia, il mio corpo: tutti sono ormai obsoleti grazie al cyberspazio, quella nuova casa della mente"(Bennahum 2001).

Il professore di diritto ad Harvard, Jack Goldsmith, affermò che il cyberspazio non è "diverso dallo spazio reale" perché molte altre tecnologie di comunicazione coinvolgono persone che fanno transazioni oltreconfine. "In questa misura", spiegò, "l'attività nel cyberspazio è funzionalmente identica all'attività transnazionale mediata da altri mezzi, come la posta o il telefono o il segnale del fumo" (Goldsmith, 1998). In altre parole, Internet non è altro che un segnale di fumo con un team tecnico migliore. Non sono necessarie modifiche legali.



Internet è fondamentalmente diverso

Eppure c'è una verità nelle argomentazioni dei cripto-anarchici: Internet è fondamentalmente diverso. A differenza di una telefonata, Internet esiste anche dopo che una persona ha riattaccato. E a differenza di una lettera inviata per posta, un post su Internet può raggiungere migliaia di persone in altri Paesi. Con il telefono o la posta, i destinatari devono essere selezionati e la comunicazione deve essere pagata, il costo aumenta ad ogni nuovo destinatario. Tuttavia un post su Internet può essere liberamente disponibile per tutti. Nessuna forma di comunicazione precedente poteva essere paragonabile a questo tipo di spazio virtuale.

I famosi teorici del diritto cibernetico come Jack Goldsmith, Timothy Wu, David Johnson, David Post e Lawrence Lessig hanno trascorso gran parte degli anni '90 a discutere di questo punto. Goldsmith e Wu hanno occupato il campo della pro-regolamentazione: "Internet è semplicemente la tecnologia delle comunicazioni", mentre Johnson e Post hanno rappresentato i Massimalisti di Internet, sostenendo che il cyberspazio dovrebbe governare sé stesso. (Lessig è più difficile da decifrare.) Nel 1996 Johnson e Post affermarono che Internet avrebbe creato scompiglio nel diritto "creando fenomeni completamente nuovi che devono diventare oggetto di chiare regole legali, ma che non possono essere governati da qualsiasi sovranità territoriale."

Oltre vent'anni dopo, i Massimalisti di Internet hanno avuto ragione. Uno dei principali sogni degli anni '90, il denaro digitale, è stato infine implementato. Le criptovalute mostrano definitivamente che Internet è più della somma delle sue parti, più che un salto nella tecnologia delle comunicazioni. Invece di effettuare trasferimenti da un libro mastro centralizzato ad un altro, i registri delle criptovalute vengono archiviati e aggiornati simultaneamente su migliaia di computer contemporaneamente. Questo decentramento radicale conferisce alle valute digitali una proprietà emergente, la sensazione che siano sempre state parte di Internet, più dei trasferimenti di dati da un luogo fisico ad un altro.



L'impero colpisce ancora

Dal punto di vista storico i governi territoriali hanno avuto molto successo nei loro tentativi di costringere le multinazionali di Internet a soddisfare le loro richieste. In un primo caso di cyberdiritto, la Francia ha vietato la vendita di armamentario nazista sui siti di aste di Yahoo, anche se i server di Yahoo erano negli Stati Uniti. Era sufficiente che i siti fossero accessibili in Francia e che Yahoo avesse risorse francesi che potessero essere sequestrate e interessi francesi che potevano essere vanificati (Goldsmith e Wu 2008, 8). La Cina ha costretto i motori di ricerca a censurare i loro risultati, rimuovendo sentimenti anti-governativi e pro-democrazia (Waddell 2016).

Nonostante la dichiarazione di indipendenza di Barlow, gli stati sono stati riluttanti ad allentare la presa, lasciando i proprietari di siti Web soggetti a tutte le giurisdizioni legali in cui i loro asset potevano essere sequestrati.

Come spiegano Goldsmith e Wu:
C'è una vecchia battuta europea che inquadra nella giusta prospettiva il problema. In paradiso, ci sono cuochi francesi, un governo inglese, treni svizzeri e amanti italiani. All'inferno, invece, c'è un governo francese, treni italiani, cuochi inglesi ed amanti svizzeri. Sembra che il controllo territoriale di Internet promettesse una versione parallela dell'inferno: un mondo di libertà di parola come a Singapore, leggi americane contro gli illeciti, regolamenti commerciali russi e diritti civili cinesi.

Questi governi territoriali, i "poteri distanti e disinformati" descritti da Barlow, si aggrappano alla convinzione di fornire un servizio necessario. Dopotutto, in quale altro modo può esserci ordine, se non con lo stato? Questo argomento sembra molto simile al centralismo legale hobbesiano, la convinzione che lo stato sia la "fonte dell'ordine sociale" (Ellickson 1991, 10). Tuttavia, che lo stato sia in grado di fornire un ordine sociale e che solo esso possa fornire l'ordine sociale, sono due affermazioni diverse e le tesi a favore della regolamentazione di solito dipendono da quest'ultima.

Goldsmith e Wu illustrano questa linea di pensiero quando spiegano come eBay abbia affrontato le frodi. All'inizio eBay era una piccola comunità e le norme sociali contro la frode erano sufficienti; si poteva presumere che le persone fossero ben intenzionate. Ma divenne evidente che erano necessarie misure supplementari.
"[...] eBay ha imparato rapidamente che per prevenire le frodi, far rispettare i propri contratti e garantire la stabilità nei suoi servizi di asta, doveva ricorrere alla coercizione statale e allo Stato di diritto fornito da un Paese stabile come gli Stati Uniti", sostengono Goldsmith e Wu. "Questi sono alcuni dei molti benefici che solo i sovrani territoriali possono apportare, e senza i quali la maggior parte degli aspetti di Internet che amiamo e custodiamo non esisterebbe" (2008, 129).



La blockchain come strumento per l'ordine privato

A quel tempo eBay ha richiesto la coercizione dello stato, ma l'idea che "solo i sovrani territoriali" possano prevenire le frodi è falsa. Studiosi di diritto ed economia come Robert Ellickson hanno dimostrato che le persone possono spesso trovare il modo di fidarsi l'una dell'altra senza lo stato. Inoltre la tecnologia della blockchain e gli smart contract offrono una soluzione diversa.

Ad esempio, OpenBazaar, un marketplace online che utilizza le criptovalute come pagamento, consente agli utenti di utilizzare smart contract molto semplici per prevenire le frodi: "Quando un acquirente vuole acquistare un oggetto in lista, invece di inviare i fondi direttamente al venditore, invierà i fondi al conto multisig. Le tre persone che controllano questo account sono l'acquirente, il venditore e una terza parte fidata selezionata in precedenza."

Nel caso più semplice, la transazione procede senza problemi, ma se c'è una controversia, la terza parte fidata decide se rilasciare i fondi all'acquirente o al venditore. È importante sottolineare che nessuno ha il controllo sulla transazione a parte l'acquirente e il venditore (e solo nel caso di una controversia, il loro arbitro), prevenendo le frodi e rendendo il sequestro statale non solo sgradito ma impossibile.

Questo approccio può sembrare bizzarro, ma questa sorta di arbitrato privato è ampiamente utilizzata per risolvere le controversie negli accordi commerciali. C'è anche un precedente storico: in epoca medievale, i commercianti che si impegnavano nel commercio internazionale, frustrati dall'inadeguatezza dei tribunali locali nel far rispettare i contratti, creavano le proprie regole e le proprie corti. Piuttosto che dover viaggiare alla corte di un nobile lontano che probabilmente sapeva molto poco delle pratiche commerciali, queste nuove regole, conosciute come "leggi commerciali", permettevano ai commercianti di risolvere rapidamente le controversie davanti ai tribunali competenti (Hadfield 2017).

Studiosi di diritto come Johnson e Post hanno riconosciuto che le leggi commerciali fornivano un esempio per la risoluzione delle controversie su Internet. Nel 1996, come parte del Cyberspace Law Institute, hanno lanciato il Virtual Magistrate Project, un esperimento in cui un pool di "arbitri neutrali con esperienza nel diritto e nell'uso delle reti informatiche" avrebbe risolto le controversie in modo tempestivo. Sfortunatamente il progetto incappò in un ostacolo: non c'era modo di far rispettare le decisioni e quindi l'esperimento si concluse dopo solo pochi casi. Tuttavia con gli smart contract e le criptovalute, l'applicazione è relativamente facile e ben definita. Un arbitro ha solo il potere concesso dal codice, ma una volta che si verifica una disputa, può usare quel potere per decidere come meglio crede dove mandare i soldi inviati ad uno smart contract.

"La portata di tutti quegli sforzi era certamente limitata", ha ammesso Peter Ludlow parlando del Virtual Magistrate Project, "ma sarebbe un errore concludere che non si evolveranno in sistemi legali completi con un impatto profondo sul futuro della teoria del diritto in tutto il mondo. È importante ricordare che i nostri attuali sistemi giuridici hanno avuto origini umili e in alcuni casi bizzarre [...]. Piuttosto che essere sprezzanti", ha continuato, "forse dovremmo considerare la possibilità che stiamo assistendo alla nascita dei sistemi giuridici e delle pratiche del nuovo millennio"(2001).

La dichiarazione di Ludlow è stata esternata prima che venisse alla luce la tecnologia della blockchain, ma lo stesso spirito si applica oggi. È un errore supporre che solo lo stato possa fornire determinati servizi. Come ha chiarito il professore in crittografia della Johns Hopkins, Matthew Green: "Se pensate che qualcosa sia impossibile, ma non avete una prova di tale impossibilità, allora quello che avete è un problema aperto". Le alternative della blockchain ai servizi statali sono ancora un problema aperto, ma le soluzioni finora indicano che l'ordine può essere raggiunto senza la coercizione dello stato.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/



Lavori citati

  • Bennahum, David S. “United Nodes of Internet.” In Crypto Anarchy, Cyberstates, and Pirate Utopias, 39-45. Cambridge, MA: The MIT Press, 2001.
  • Ellickson, Robert C. Order Without Law: How Neighbors Settle Disputes. Cambridge, MA: Harvard University Press, 1991.
  • Goldsmith, Jack L. “Against Cyberanarchy.” The University of Chicago Law Review 65, no. 4 (1998): 1199.
  • Goldsmith, Jack L., and Tim Wu. Who Controls the Internet?: Illusions of a Borderless World. Oxford: Oxford University Press, 2008.
  • Johnson, David R., and David G. Post. “Law and Borders: The Rise of Law in Cyberspace.” Stanford Law Review 48, no. 5 (1996): 1367. doi:10.2307/1229390.

3 commenti:

  1. Ci sono stati molti sviluppi negativi nei dieci anni successivi alla crisi della Lehman. Uno si sarebbe aspettato l'abbandono delle politiche monetarie e fiscali affinché gli errori che hanno portato alla crisi della Lehman non si sarebbero ripetuti. Purtroppo non è stato così, sia per l'attuale ciclo del credito che per il prossimo. Il problema è non sapere chi è il responsabile. E questo è un problema di teoria economica.

    Gli economisti moderni insistono sul fatto che lo stato dovrebbe avere il controllo sul libero mercato. Sostengono che quest'ultimo sia incline a finire in cicli periodici di boom/bust, i quali possono essere alleviati solo dallo stato. Questa convinzione si è evoluta dalla proposizione dei keynesiani secondo cui lo stato dovrebbe avere un bilancio in pareggio durante la fase recessiva del ciclo economico, invece che lungo tutto il ciclo. L'idea era di aumentare la spesa con i deficit di bilancio per creare denaro durante il bust, nella speranza di recuperare più tardi, quando la ripresa avrebbe generato entrate fiscali superiori. La teoria economica classica è stata sostituita da una teoria statale della pianificazione economica.

    Alcuni dicono che il primo segno della follia è credere che si abbia ragione e che la realtà sia sbagliata. È un problema che affligge i banchieri centrali. Definiscono il ciclo di boom/bust un ciclo economico supponendo che la sua origine sia nel libero mercato. Non considerano minimamente l'ipotesi che possa essere la politica monetaria stessa. Non riescono a rendersi conto che il ciclo ha le sue origini in un ciclo del credito, il quale è interamente una loro responsabilità.

    Lo stato incolpa il settore privato, ed impiega esperti per supportare le sue politiche in modo da avere una giustificazione indiscutibile. La FED, ad esempio, impiega oltre 300 economisti di grande competenza (presumibilmente)... ciononostante continuano a sbagliare. Non ci vuole un genio per capire che se le banche centrali smettessero di manipolare il denaro, ed impedissero alle banche commerciali di emetterlo dal nulla sotto forma di credito bancario, il ciclo del credito scomparirebbe e con esso il ciclo economico. Invece dieci anno dopo la Lehman ci ritroviamo in una condizione in cui gli errori economici del passato si sono ingigantiti, mentre ne sono nati di nuovi: nessun deleveraging, l'economia di Main Street non ha affatto visto aumentare la propria ricchezza, l'ingegneria finanziaria alimentata dal credito facile è andata ad intasare gli ultimi bilanci puliti presenti sui mercati (medie/grandi aziende).

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    1. Questa saturazione dei vari bilanci degli attori economici renderà del tutto inutile qualsiasi nuovo stimolo proprio perché nonostante si possa aggiungere ulteriore debito alla gigantesca montagna già presente, esso non farà altro che infuocare di più l'improduttività del suo utilizzo e conseguentemente l'erosione continua del bacino della ricchezza reale. A questo giro, infatti, non ci sarà più una crisi del debito, ma una crisi delle valute fiat stesse. Ecco perché si sta cercando di mettere una pezza a questo inevitabile evento attraverso la tokenizzazione del denaro fiat canonico: https://bit.ly/2NAmskP

      Ma non solo negli USA, anche in Svizzera ad esempio e in Francia. La merce più commerciata in un ambiente fiat è la fiducia, e durante la prossima crisi ciò sarà decisamente evidente. Anche perché ormai anche i media mainstream sono diventate delle "Cassandre" al pari del sottoscritto che avvertiva di questo esito aggiungendo anche "come" e "perché", nonostante alcuni Trader cialtroni pensano che visto che la borsa sale allora tutto va bene. Il peg delle valute fiat alle criptovalute e all'oro sarà l'evoluzione dell'attuale ambiente economico, ma questa decisione porta con sé conseguenze indesiderate (per i pianificatori centrali) perché si avallerà la tesi di Hayek esposta in questo saggio.
      In questo modo, la concorrenza premierà le criptovalute vere e libere, non le pseudo-criptovalute partorite da un gruppo ristretto di individui con interessi particolari. Chi ha studiato la Scuola Austriaca d'economia ed ha intuito grazie ai suoi strumenti intellettuali il potenziale di questo trend epocale, sfrutterà entrambe le situazioni e si posizionerà in anticipo traendone giustamente beneficio. Chi invece seguirà la massa e si accorgerà in ritardo del potenziale di riserva di valore/libertà che ha Bitcoin, pagherà un prezzo più alto per questa svista.

      Nota a margine: chi fosse interessato ad apprendere come muovere i primi passi nel mondo delle criptovalute è disponibile questo servizio curato dal sottoscritto: https://bit.ly/2I90AY2
      Per chi invece fosse interessato al metallo giallo, può consultare quest'altra pagina: https://bit.ly/2pwSv6N

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  2. Ciao Francesco

    Ho trovato un articolo che fa il paio, in altro contesto, con quanto hai scritto ora e da anni.
    http://www.libreidee.org/2018/09/il-fenicio-quelli-non-erano-dei-i-sacerdoti-ci-hanno-mentito/
    In sostanza, il sistema fiatmoney non viene corretto e non viene mollato perché è un sistema di potere consolidato, anche se ormai sclerotico e molto fragile. Finirà nell'unico modo possibile, andando in cachessia.

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