mercoledì 22 agosto 2018

Morgan Stanley: “L'orgia di vendite è iniziata; questa correzione sarà la più grande sin da febbraio”

Ecco una breve lista di indicatori che è meglio tenere d'occhio per tracciare con maggiore precisione il momento in cui il castello di carte della Finanza delle bolle crollerà. Si chiede spesso il "quando" accadrà un certo evento, ma si ignora il fatto che sia una concatenazione di eventi a far scaturire un determinato esito. Di conseguenza ecco perché è impossibile sapere il quando. Si può all'incirca fare una stima, ma niente con precisione esatta (ed i lettori di questo spazio virtuale sanno perché). Comunque ecco alcuni indicatori da tenere d'occhio per cercare di individuare con un certo anticipo l'inizio di un bear market: inversione della curva dei rendimenti, declino costante e lento delle azioni bancarie statunitensi, record del riacquisto di azioni, niente rimbalzo del mercato cinese nonostante un allentamento monetario, BoJ e BCE procedono convinte col quantitative tightening, crash del prezzo del petrolio. Inutile sottolineare e ricordare come in caso di inizio bear market andare "long" sull'oro sia una priorità per puntellare il proprio schema di hedging; accanto ad esso le criptovalute ricoprono un ruolo altrettanto importante (per chi fosse interessato e volesse muovere i primi passi in questo mondo, allora ricordo che esiste questo servizio offerto dal blog che si può consultare.)
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da Zerohedge


Mentre gli operatori istituzionali di Morgan Stanley stavano avvertendo che l'attuale vendita di azioni tech è "diversa questa volta", ovvero che "non si può avere una perdita di >$100 miliardi in un nome noto e non avere un danno collaterale", il principale stratega azionario statunitense di Morgan Stanley, Mike Wilson, ha esternato parole ancora più dure: "La vendita di azioni è appena iniziata e questa sarà la correzione più grande di quella che abbiamo sperimentato a febbraio".

La ragione di ciò è la stessa discussa da Nomura: "Il trade più importante dell'ultimo decennio si sta ora invertendo", il che significa che la crescita dominante del mercato tech nello scorso decennio è ora scomparsa, almeno per il momento.


La ragione è semplice: dopo che i prezzi azionari dei titoli tecnologici sono stati spazzati via nel primo semestre, i loro utili nel secondo trimestre sono stati un disastro portando alla discesa spettacolare di Facebook e Twitter.

Questo, a Morgan Stanley, suggerisce che i rischi per il rally azionario stanno crescendo, e con i tassi di crescita che hanno raggiunto il picco, lo slide di 3 giorni iniziato giovedì non farà che peggiorare:
Venerdì ha mostrato segni di esaurimento del mercato. Togliendo il forte trimestre di Amazon e un PIL nel secondo trimestre molto forte, gli investitori si sono infine trovati di fronte alla domanda "che cosa vedo ora?"

Come promemoria, Morgan Stanley era l'unica banca che l'8 luglio ha declassato i titoli tecnologici a "Sell". Wilson aggiunge: "A dire la verità, non abbiamo riscosso molto interesse tra i clienti che vogliono seguirci lungo questa strada". Tuttavia, aggiunge un po' allegramente, "dal nostro aggiornamento sulle utenze il 18 giugno, i settori difensivi hanno sovraperformato significativamente".

Di seguito è riportato il grafico che Wilson definirebbe il suo "giro della vittoria".


Wilson continua:
Mentre la nostra chiamata non prevedeva alcun mancato guadagno, suggeriva invece che c'era molto più rischio nelle azioni tech e nei titoli azionari in generale rispetto a quanto percepito. Pertanto, anche un buon guadagno potrebbe portare ad un'azione di prezzo deludente, mentre ogni trade perso sarebbe severamente punito. Dal nostro punto di vista, gli utili più deboli da diversi leader nelle azioni tecnologiche e ogni opportunità mancata su Netflix e Facebook, erano semplicemente un ulteriore supporto alla nostra chiamata.

Qui Morgan Stanley invoca anche il concetto di "gregge sciocco" toccato in precedenza da Citi, con Wilson che ha ammesso che "il mercato ha inviato alcuni segnali fuorvianti nelle ultime settimane, limitando il danno agli indici generali".
Riteniamo che ciò abbia semplicemente portato ad un falso senso di sicurezza nel mercato. La ciliegina sulla torta è stata rappresentata forse dalle dichiarazioni positive dopo i colloqui tra Juncker e Trump, i quali hanno spinto i principali indici oltre i livelli chiave di resistenza alla fine della sessione di mercoledì. L'azione dei prezzi nell'ultima mezz'ora di contrattazione di mercoledì ha mostrato alcune prove di potenziali "acquisti dettati dal panico".

Wilson aggiunge che anche la stessa Morgan Stanley "stava attraversando un periodo difficile, in quanto l'indice S&P ha superato il nostro obiettivo al rialzo a 2830". Tuttavia tutto è cambiato solo 2 giorni dopo, e venerdì il mercato è finalmente scoppiato.
Togliendo il forte trimestre di Amazon e un PIL elevato nel secondo trimestre, gli investitori si sono finalmente trovati di fronte alla proverbiale domanda "cosa devo aspettarmi adesso?" La vendita è iniziata lentamente, costruita in modo costante e ha scottato i più grandi vincitori dell'anno.

La morale della favola per Wilson e Morgan Stanley è che "la vendita è appena iniziata e questa correzione sarà più grande di quella che abbiamo sperimentato a febbraio". Ma la notizia peggiore è che una liquidazione delle azioni tech "potrebbe benissimo avere un maggiore impatto negativo sul portafoglio medio, il quale è concentrato su azioni tech e small cap".

Ha ragione: come promemoria, la stragrande maggioranza delle azioni più ampiamente detenute dalla comunità degli hedge fund sono quelle tecnologiche.


C'è un lato positivo: mentre la leadership decennale delle azioni tech potrebbe finire, potrebbe essere di sollievo per gli investitori a lungo in cerca di valore, i quali sono stati schiacciati perché la crescita ha costantemente sovraperformato il valore per anni e anni.


Tuttavia sta iniziando un'inversione come abbiamo scritto in "Entire Equity Universe In Turmoil": Hedge Funds Crushed As Value/Growth Unwinds" e proprio lunedì le azioni di valore avevano già sovraperformato le azioni tech dell'1.8%.


Potrebbe essere solo l'inizio di un lungo periodo d'inversione di tendenza, mentre gli hedge fund ricolmi di azioni tech finiranno fuori mercato.


Se un'inversione è davvero imminente, i profitti per gli investitori in cerca di valore (almeno quelli che sono ancora vivi) potrebbero essere fenomenali ed arriverebbero a spese di una catastrofe brutale, ora che il mondo si sta spostando da uno stimolo monetario ad uno fiscale, come suggerito in precedenza da Marko Kolanovic di JPM.

Vi è un'ulteriore considerazione: come fa notare Bloomberg, le correlazioni tra tutti i fattori degli investimenti stanno di nuovo salendo, cosa che sta aumentando il rischio sistemico per gli investitori attivi, e questi "collegamenti possono solamente continuare a stringersi man mano che gli investitori prestano maggiore attenzione alle minacce globali".


Tutto questo minaccia un altro gruppo di investitori: come spiega Bloomberg, non solo gli stessi fattori hanno paralizzato i fondi quantitativi, "ma correlazioni crescenti rendono difficile per i manager scrollarsi di dosso fattori di rischio indesiderati" secondo Fraser Jenkins, che raccomanda di ridurre il rischio attivo.
"Con la crescita che diventa meno sincronizzata, ci stiamo dirigendo verso una fase in cui stiamo iniziando a rallentare", ha scritto Fraser Jenkins.

Presumendo che Morgan Stanley abbia ragione, e il mercato stia per affrontare una brusca e dolorosa caduta, la più grande domanda è proprio quanto in là possa andare il presidente Trump prima di lanciare l'ennesimo attaccoa alla FED e richiedere la fine del tightening e l'inizio di un nuovo giro di QE...


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/


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