mercoledì 28 febbraio 2018

Scappate! Il casinò andrà in mille pezzi





di David Stockman


La giornata di ieri ci ha regalato tre dichiarazioni preziose da parte delle autorità finanziarie di Washington, le quali dovrebbero farci scappare a gambe levate dal casinò di Wall Street.

Ci riferiamo in primo luogo all'avvertimento del CBO secondo cui lo zio Sam finirà i contanti entro l'inizio di marzo se il tetto del debito non verrà aumentato.

Tale avvertimento è arrivato insieme alla stima del Dipartimento del Tesoro secondo cui bisognerà vendere la somma sbalorditiva di $617 miliardi in nuovi debiti nei prossimi cinque mesi. E, a proposito, questo breve intervallo include il secondo trimestre dell'anno, quando la grande spoliazione annuale dei contribuenti provoca un rigonfiamento nelle raccolte erariali.

Infine la dichiarazione post-riunione della FED ha assicurato che tutto va bene per quanto riguarda Main Street.

Meno male!

Dopotutto, il grafico qui sotto potrebbe risultare snervante in assenza di una fiducia del FOMC che l'economia statunitense è più forte di un bue e quindi capace di sostenere l'attuale esplosione di inchiostro rosso federale.

Tuttavia sorge una questione cruciale: solo perché il Tesoro degli Stati Uniti è felice di far marciare il debito pubblico oltre i $21,000 miliardi, ciò non significa che ci siano 60 voti al Senato o 218 alla Camera a sostegno della sua iniziativa.


La dichiarazione post-meeting della FED è decisamente incredibile. Il classico guazzabuglio di sciocchezze keynesiane assolutamente irrilevante per ciò che la FED sta effettivamente facendo e anche sbagliando.

L'intera dichiarazione è costituita da espressioni di soddisfazione riguardo i suoi obiettivi per il mercato del lavoro, l'inflazione e l'attività economica. L'unico neo è che, ovviamente, le manipolazioni del tasso d'interesse e l'inflazione del bilancio non hanno quasi avuto alcun impatto sugli obiettivi citati.

Peccato che abbiamo già un'inflazione al 2.00%, anche secondo il metro di misura del BLS. Durante le ultime 12 letture, l'IPC anno/anno è stato pari o superiore all'obiettivo della FED il 75% delle volte e ha fatto registrare un aumento medio del 2.14%.

Se la FED fosse un genitore economico decente, avrebbe messo in riga i ragazzi di Wall Street molto tempo fa. Il grafico qui sotto indica che nella sua saggezza il FOMC ieri ha scelto di continuare come se niente fosse, con un tasso dei fondi reali a -0.8%.


Ma dove è mai stato scritto dai grandi keynesiani dei tempi moderni -- da Paul Samuelson a James Tobin e Milton Friedman (il "monetarismo" è solo una variante del keynesianismo) -- che tassi d'interesse negativi sono all'ordine del giorno durante il nono inning di quella che sarà presto l'espansione economica più lunga della storia (il record è di 119 mesi negli anni '90)?

Al contrario, prima del 2007 il mondo accademico (incluso quello sconclusionato keynesiano) sarebbe rimasto allibito dall'idea stessa di tassi reali negativi per otto anni consecutivi -- figuriamoci alla fine di un'espansione che ha raggiunto la piena occupazione nozionale al 4.1% del tasso U-3.

Questo perché anche gli antichi (vale a dire, gli economisti di Wall Street e della FED prima del 2007) avevano almeno una vaga idea che per incidere sulla vasca da bagno del PIL e sulla sua presunta traiettoria della Curva di Phillips, le politiche della FED avrebbero dovuto essere trasmesse attraverso i canyon di Wall Street. Così facendo, avrebbero avuto il potenziale di distorcere il prezzo del debito e quello di altri asset finanziari, oltre ad incoraggiare l'indebitamento eccessivo nel mercato finanziario.

Di conseguenza anche Greenspan sapeva nel giugno 2003 che dopo la marcia del tasso d'interesse verso il basso per 30 mesi consecutivi (dal 6.50% all'1.00%), era normale l'arrivo di una sua normalizzazione.

A maggio 2005, quindi, il tasso dei fondi reali era tornato in territorio positivo, con il tasso-obiettivo al 3.0% rispetto ad un aumento del 2.8% A/A dell'IPC.

L'incantesimo dei tassi d'interesse reali negativi è durato circa 30 mesi. Eppure anche allora ha suscitato un'orgia di speculazioni a Wall Street in mutui e derivati cartolarizzati che hanno alimentato il crash del settembre 2008.


Al contrario, dalla fine della Grande Recessione nel giugno 2009, il tasso dei fondi è stato continuamente sommerso rispetto alla tendenza annuale dell'IPC (salvo per le minuscole aree arancioni nel grafico) per oltre 100 mesi, e talvolta al ritmo del -2.0%. Il grafico qui sotto equivale ad aver emesso un'obbligazione di 8.5 anni nel secondo trimestre 2009 con una cedola del -1.2%.

In retrospettiva, nessuno sano di mente avrebbe comprato un simile bond. Né un qualsiasi banchiere centrale sano di mente non avrebbe capito che pagare gli investitori l'1.2% per accendere prestiti a zero costi reali per 104 mesi consecutivi, era una ricetta per una speculazione dilagante e un rischio dilagante.


La FED è stata così ossessionata dal suo obiettivo magico d'inflazione al 2.000% (misurato dal deflatore della PCE) che ha tenuto il piede saldamente sul collo del tasso del mercato monetario -- nonostante questo atto abbia alimentato folli speculazioni sui carry trade.

Vale a dire, qualsiasi titolo con un rendimento positivo o una prospettiva di apprezzamento anche modesta, è diventato un obiettivo per la speculazione basata sui prestiti mediante i pronti contro termine. I trader hanno acquistato "asset" con una leva del 70-95%, e l'hanno fatto con la piena fiducia che avrebbero potuto rinnovare il finanziamento più e più volte con un costo nominale virtualmente pari a zero.

Perché una tale fiducia?

In una parola, perché la FED ha distrutto il libero mercato nel campo monetario. Il debito a breve termine è diventato un mercato completamente manipolato -- bloccato dai $2,500 miliardi di riserve in eccesso che l'espansione del bilancio della FED ha gettato nel sistema bancario; e per di più ulteriormente rafforzato dall'impegno folle della FED riguardo la "trasparenza", il che significava che anche un cambio di 25 bps nel tasso del mercato monetario sarebbe stato telegrafato con largo anticipo.

Tuttavia la conseguente falsificazione dei prezzi degli asset, della curva dei rendimenti, degli spread di rischio e di ogni altro segnale di prezzo all'interno dei canyon di Wall Street, era ovvia per qualsiasi osservatore senziente. Allora perché i banchieri centrali hanno fatto finta di niente anno dopo anno?

La risposta è questa: non c'era altra ragione se non quella di una fissazione sul deflatore della PCE come misura dell'inflazione, quando non è così; e sono diventati schiavi del presupposto che la seconda cifra decimale sul tasso d'inflazione annualizzato avrebbe fatto la differenza, quando ciò non è affatto vero.

Sebbene la FED lo giuri, in realtà il deflatore della spesa per consumi personali (PCE) non misura assolutamente il cambio di prezzo da mele a mele. Invece riflette il peso variabile di vari beni e servizi nel 70% del PIL rappresentato dalle spese per consumi personali.

Ciò significa che se il prezzo delle bistecche e dei film sale, ma nell'indice scende il peso relativo al consumo di questi articoli e viene sostituito da pollame e Netflix, non viene registrata alcuna inflazione. Al contrario, in un indice con ponderazione fissa come l'IPC, queste fluttuazioni del consumo a breve termine non influiscono sul misuratore.

Il nostro punto è che quando il livello medio dei prezzi sale del 2.0% durante un anno, il valore di un titolo di stato scende di un ammontare simile, sia che il proprietario stia mangiando bistecche o pollo.

Di conseguenza, dal punto di vista dei mercati finanziari -- in base al quale si muovono tutte le manipolazioni e gli interventi della FED -- il deflatore della PCE è l'ultimo indicatore di inflazione che si dovrebbe usare. Nonostante tutte le sue imperfezioni, l'IPC è una misura della "inflazione" di gran lunga più reale nel livello generale dei prezzi, e soprattutto nei mercati finanziari.

Il motivo per cui la FED preferisce il deflatore della PCE è evidente nel grafico qui sotto. Dall'inizio di questo secolo in cui la stampa di denaro è diventata uno stile di vita per la FED e le altre banche centrali, l'IPC è aumentato del 46% rispetto al solo 37% della PCE.

Su base annualizzata, quindi, l'obiettivo della FED è stato raggiunto -- con l'IPC che ha fatto registrare un tasso annuale del 2.14% per l'intero secolo. Al contrario, il deflatore della PCE mostra un tasso dell'1.82% durante lo stesso periodo.

Comunque, ecco il punto: questi sciocchi pensano davvero che in 18 anni un microscopico deficit di 18 bps nel loro obiettivo teorico d'inflazione faccia qualche differenza? Non c'è un briciolo di evidenza economica che un'economia abbia prestazioni migliori con un'inflazione del 2.00% su periodi di tempo estesi rispetto ad un 1.82%.

Infatti l'obiettivo d'inflazione della FED equivale a feticismo statistico.


Il problema è che questa ossessione non è stata priva di conseguenze. Mantenendo il tasso del mercato monetario ancorato allo zero attraverso massicci acquisti di QE su tutta la lunghezza della curva dei rendimenti, la FED ha innescato una frode e una deformazione finanziaria gigantesche.

I $4,000 miliardi di obbligazioni acquistate tramite crediti dal nulla -- e i $20,000 miliardi di tutte le banche centrali su base mondiale -- hanno fatto sì che il mercato obbligazionario si assestasse a prezzi sbagliati. Cioè, a rendimenti che erano troppo bassi rispetto all'offerta di risparmi in denaro reale.

Ma nel processo è stata generata una seconda distorsione. Vale a dire, i trader di obbligazioni e gli arbitraggisti hanno ingigantito gli errori nelle quotazioni facendo front running alle banche centrali -- acquistando oggi ciò che quest'ultime avevano promesso di acquistare domani.

Così facendo, le banche centrali hanno generato la madre di tutte le bolle nel mercato obbligazionario. Vale a dire, hanno ucciso i politici dal punto di vista fiscale -- spendaccioni che non hanno avuto bisogno di molto incoraggiamento a spendere.

Washington adesso affronterà l'inferno fiscale mentre corre verso un deficit da $1,200 miliardi durante l'anno fiscale 2019, in un ciclo economico che sta rapidamente raggiungendo la data di scadenza.

Allo stesso tempo, i giocatori d'azzardo nel casinò hanno costruito un edificio grottesco fatto di prezzi distorti e asset gonfiati artificialmente, il quale dipende interamente dai tassi d'interesse ultra bassi e tassi di capitalizzazione sfornati dalle banche centrali e dai loro front runner.

Uno shock nel mercato obbligazionario di proporzioni bibliche è ormai dietro l'angolo -- ma nessuno a Washington lo vede arrivare.

Quindi ora è il momento di dirigersi verso le uscite di emergenza. Presto diventeranno impraticabili poiché affollate.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


martedì 27 febbraio 2018

L'euro potrebbe distruggere l'Europa

La demenza di personaggi come Stiglitz è tale da considerare una realtà l'esistenza di una conoscenza perfetta e di un'informazione corretta. Questo significherebbe un mondo senza rischi, e allora a chi servirebbero più gli imprenditori? Ma se le cose stessero così, chi produrrebbe le cose e come? Infatti secondo i sostenitori della concorrenza perfetta, l'ennesimo arzigogolo econometrico per permettere ad una manica di imbecilli di manipolare l'economia a proprio piacimento, dovrebbe essere lo stato a cancellare eventuali storture dovute all'ingerenza della realtà nei modelli matematici. Soprattutto qualora un produttore tentasse di ricoprire il ruolo di monopolista in un settore specifico dell'economia. Ovviamente queste sono tutte frottole spacciate dai venditori di fumo amanti dei modelli econometrici, poiché incapaci di ragionare secondo logica: gli imprenditori si cimentano in determinate attività per staccare un profitto, e possono farlo solo attraendo in modo persuasivo i clienti. Come? Fornendo prezzi "adeguati". Come? Ponderando costi e prodotti concorrenti. Chiunque non tiene conto di questi parametri finirà con l'accumulare perdite... a meno che non venga salvato da enti centrali terzi, ovviamente. Contrariamente a quanto esposto dal modello della concorrenza perfetta, ciò che fa emergere un ambiente competitivo non è un gran numero di concorrenti, ma un grande varietà di prodotti. Più sarà ampio questo ventaglio di prodotti, più sarà genuina la concorrenza e più resteranno soddisfatti i consumatori. Ciò che non riescono a capire la maggior parte dei commentatori economici e tanti premi Nobel per l'economia, è che ogni produttore ha un monopolio sul proprio prodotto. Pensate, ad esempio, alla Coca Cola, a Burger King, alla Casio, ecc. Ciò che fa emergere un ampio ventaglio di prodotti è la differenza di idee e talenti dei vari imprenditori, ed essa si riflette nel prodotto offerto. L'intera questione di un "monopolio dannoso" non ha rilevanza alcuna in un libero mercato, proprio perché non esisteranno mai due prodotti uguali. È l'intervento dello stato che promuove un'omogeneità dei prodotti. Un "monopolista dannoso" può emergere solo quando lo stato, mediante licenze, limita il numero di fornitori in un particolare settore. Imponendo restrizioni e limitando così la varietà di beni e servizi offerti ai consumatori, è lo stato che riduce le scelte dei consumatori, riducendo in tal modo il loro standard di vita.
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di David Gordon


Secondo Joseph Stiglitz l'euro soffre di un difetto fatale: è la valuta di 19 Paesi europei e in quanto tale blocca gli sforzi delle nazioni che hanno bisogno di svalutare le loro valute. Più in generale, i tentativi di limitare il controllo statale dell'economia risvegliano l'ira di questo implacabile nemico del mercato.

Come spiega: "Quando due Paesi (o 19 di loro) si uniscono in un'unione con una moneta unica, ciascuno cede il proprio tasso d'interesse. Poiché utilizzano la stessa valuta, non vi è alcun tasso di cambio che possa essere aggiustato e quindi rendere più economici e più attraenti i loro beni. Poiché l'adeguamento dei tassi d'interesse e dei tassi di cambio è uno dei modi più importanti con cui le economie si adeguano per mantenere la piena occupazione, la creazione dell'euro ha tolto due degli strumenti più importanti per garantirla".

Questa limitazione alla politica del governo è più di una possibilità teorica. La Troika (Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale), influenzata dai banchieri tedeschi, insiste sul ripristino del denaro "sonante", con grande dispiacere della Grecia e di altri Paesi che hanno bisogno di stimoli economici. A peggiorare le cose, la Troika chiede che questi Paesi aumentino le tasse e taglino i servizi pubblici al fine di ridurre i loro enormi debiti. Se queste richieste venissero rifiutate, la Troika minaccerebbe di interrompere ulteriori prestiti ai governi malati.

Se l'euro non piace a Stiglitz, il gold standard è ancora peggio: "La depressione americana alla fine del XIX secolo era legata al gold standard [...] senza grandi scoperte di nuovo oro, la sua scarsità stava portando al calo dei prezzi dei beni ordinari — ciò che oggi chiamiamo deflazione. [...] E questo stava impoverendo i contadini americani, che avevano difficoltà a ripagare i loro debiti. [...] Il gold standard ha giocato un grande ruolo nel peggioramento e nel prolungamento della Grande Depressione."

Stiglitz non sa che molti dei più forti difensori del gold standard, ad esempio Jacques Rueff, hanno condannato fermamente il gold exchange standard prevalso negli anni '20. Ma concentriamoci sul problema più importante: perché Stiglitz pensa che le persone non possano adattarsi al calo dei prezzi? Perché lo stato deve controllare l'offerta di moneta e, più in generale, regolare il libero mercato?

Qui arriviamo alla chiave del pensiero di Stiglitz. È un premio Nobel, secondo molti dei più importanti teorici economici della sua generazione, e afferma di aver dimostrato che un libero mercato non regolamentato finisce inevitabilmente col fallire. "Esiste una teoria astratta (chiamata teoria dell'equilibrio concorrenziale Arrow-Debreu) ​​che spiega quando un sistema di mercati competitivi senza regole potrebbe funzionare e portare all'efficienza complessiva, ovvero, in presenza di mercati e informazioni che siano molto più perfetti di quelli che esistono ovunque sul questa Terra. [...] Le circostanze in cui [Arrow e Debreu] hanno identificato dove i mercati non hanno portato all'efficienza, sono stati definiti fallimenti del mercato. Successivamente Greenwald e Stiglitz hanno dimostrato che ogni volta che le informazioni erano imperfette e i mercati incompleti — essenzialmente sempre — i mercati non erano efficienti".

La critica di Stiglitz al mercato si basa su una falsa ipotesi. La teoria generale dell'equilibrio descrive una situazione artificiale irrilevante per il funzionamento effettivo del mercato. (Le condizioni assomigliano a quelle che gli economisti Austriaci chiamano economia a rotazione uniforme [ERE]). In un libero mercato, il desiderio di guadagnare un profitto induce i produttori a soddisfare le richieste dei consumatori. Comprendiamo come funziona questo processo attraverso il semplice buon senso. Come spiega Mises: "Questo stato di equilibrio è una costruzione puramente immaginaria. In un mondo che cambia, non può mai realizzarsi. Differisce dallo stato di cose odierno e da qualsiasi altro stato di cose realizzabile [...] è stato un grave errore credere che lo stato di equilibrio potesse essere calcolato, mediante operazioni matematiche, sulla base della conoscenza di condizioni in un stato di non equilibrio. Non era meno errato credere che una tale conoscenza delle condizioni in un ipotetico stato di equilibrio potesse essere di qualche utilità per l'uomo che agisce nella sua ricerca della migliore soluzione possibile ai problemi che si trova ad affrontare nelle attività quotidiane".

Stiglitz avrebbe senza dubbio risposto con una risata. Per lui i modelli matematici prevalgono sul senso comune. Come osserva altrove: "I teoremi standard alla base della presunzione che i mercati siano efficienti, non sono più validi una volta che prendiamo in considerazione il fatto che le informazioni sono costose e imperfette. Per alcuni questo ha suggerito un passaggio all'approccio Austriaco, sviluppato con maggiore forza negli anni '40 e successivamente da Friedrich Hayek e dai suoi seguaci. Non hanno tentato di 'difendere' i mercati con l'uso di teoremi. Invece hanno inteso i mercati come istituzioni che si sono evolute per risolvere i problemi dell'informazione. Secondo Hayek, l'economia neoclassica si è messa nei guai presumendo un'informazione perfetta. Un approccio molto migliore, ha scritto Hayek, è quello di analizzare il mondo che abbiamo, quello in cui ognuno ha solo poche informazioni. [...] La nuova economia dell'informazione conferma la tesi di Hayek secondo cui la pianificazione centrale è fallimentare, poiché richiede un accumulo impossibile di informazioni. Hayek ha ragione sul fatto che la virtù dei mercati è che utilizzano le informazioni disperse detenute da diversi attori di mercato. Ma l'economia dell'informazione non concorda con l'affermazione di Hayek secondo cui i mercati agiscono in modo efficiente. Il fatto che i mercati con informazioni imperfette non funzionino perfettamente, fornisce una motivazione per le potenziali azioni dello stato". Stiglitz crede che il libero mercato sia difettoso perché non è all'altezza dello standard artificiale della cosiddetta "efficienza" dell'equilibrio generale. Quando c'è di mezzo il libero mercato, Stiglitz è un giudice parziale.

Stiglitz ricorre ad un'altra tesi per schierarsi contro il libero mercato, una che non si basa sullo standard dell'equilibrio competitivo. Keynes disse che un mercato libero deve essere sostenuto dalla spesa pubblica affinché possa mantenere la piena occupazione. "Un'economia che sta affrontando una crisi economica ha tre meccanismi principali per ripristinare la piena occupazione; abbassare i tassi d'interesse per stimolare consumi e investimenti; tassi di cambio più bassi per stimolare le esportazioni; o usare la politica fiscale — aumentare la spesa o diminuire le tasse. [...] Ho appena descritto la teoria keynesiana standard sulle recessioni economiche." È significativo che qui Stiglitz non richieda un modello matematico che dimostri che le politiche di stimolo keynesiano debbano funzionare. Cosa succede, ad esempio, se le persone non riescono a spendere i soldi che ricevono per stimolare il consumo — nel modo in cui presume la teoria keynesiana?

E se lo stimolo fiscale non dovesse funzionare? Qui Benjamin Anderson e Robert Higgs, tra gli altri, hanno una risposta convincente: l'incertezza su ciò che il governo potrebbe fare porta gli investitori a non avere fiducia. In questo modo lo stimolo keynesiano fallirà. Ciò che invece è necessario, è una politica "business-friendly" da parte dello stato. L'obiezione di Stiglitz a questa linea di ragionamento dovrebbe essere ovvia: nessun modello matematico lo supporta. "Esiste un punto di vista persistente secondo cui la fiducia può essere ripristinata se gli stati riducono i deficit (spesa), e con il ripristino della fiducia gli investimenti e l'economia cresceranno. Nessun modello econometrico standard ha mai confermato queste convinzioni." Stiglitz non sa che esistono prove storiche sostanziali, ad esempio, in un documento di Robert Higgs secondo cui l'incertezza sfornata dalla politica statale inibisce effettivamente gli investimenti.

Per Stiglitz i principali nemici sono i "fondamentalisti di mercato", ma ha opinioni strane su ciò che comporta il supporto per il libero mercato. "La fede nei mercati da parte dei neoliberisti non solo significa che la politica monetaria risulta meno necessaria per mantenere l'economia lungo la strada della piena occupazione; significa anche che i regolamenti finanziari diventano meno necessari per prevenire gli 'eccessi'. Per i conservatori l'ideale era un 'free banking', l'assenza di tutte le regolamentazioni." Ma l'ideale del libero mercato, come descritto da Mises e Rothbard, è molto lontano da un sistema privato di creazione illimitata di denaro fiat. Se gli "eccessi" menzionati da Stiglitz si riferiscono a prestiti speculativi resi possibili dalla riserva frazionaria, le politiche espansionistiche da lui sostenute conducono ad un'instabilità maggiore di quanto il "fondamentalismo di mercato" tolleri. Ci si chiede, inoltre, perché le richieste della Troika, aumentare le tasse per ripagare i grandi debiti, siano considerate espressioni di "fondamentalismo di mercato". Sembrerebbe più naturale considerare queste richieste come un programma statale volto a rimediare ai difetti di uno precedente.

Stiglitz non considera Mises e Rothbard degni di menzione. "Oggi, ad eccezione di una frangia insignificante, la questione non è se ci debba essere un intervento dello stato, ma come e dove dovrebbe agire, tenendo conto delle imperfezioni del mercato." Quasi senza eccezioni propone di interferire con il libero mercato, senza dimostrare poiché esso non funziona. È d'accordo con la regina di Alice nel Paese delle Meraviglie: "Esecuzione prima, verdetto poi."


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


lunedì 26 febbraio 2018

Le nascite sono ai minimi ed ecco una ragione fondamentale





di Jeffrey Tucker


Per 100 anni il governo degli Stati Uniti ha seguito il tasso delle nascite. È ormai a livelli minimi. Ci sono molte ragioni, ma si tratta fondamentalmente di un cambiamento nel modo in cui la società considera il valore economico dei bambini.

Per illustrare il punto, riflettiamo sulla continua popolarità di Anne of Green Gables, il libro del 1908 della scrittrice canadese Lucy M. Montgomery. Sì, è affascinante. Non capisco perché la versione proposta da Netflix (Anne with an E) stia ottenendo recensioni negative. Probabilmente perché tante persone amano il libro e le versioni cinematografiche precedenti. Tuttavia ritengo che quella nuova sia deliziosa e sto proprio pensando al perché.

Al di là della storia senza tempo di una brillante orfana che cresce e trova la sua strada nel mondo, lo spettacolo ci introduce ad un tempo ormai passato. È ambientato sull'Isola Principe Edoardo nel tardo XIX secolo, un tempo antecedente automobili, telefoni e controllo della temperatura interna. Quindi, certo, è un'epoca diversa, così come la lingua e la cultura.



Lo status dei bambini

Quello che ci colpisce è il rapporto completamente diverso tra bambini ed adulti che esisteva allora. Lo status dei bambini nella società era diverso da quello di oggi.

Erano aspiranti adulti e avevano molte responsabilità che potevano gestire nell'ambito delle loro competenze.

Non esisteva il Dipartimento del Lavoro e il Dipartimento delle Risorse Umane per "proteggerli" dal vivere appieno la vita. I bambini a quei tempi erano considerati preziosi perché erano tangibilmente produttivi. Lavoravano, acquisivano abilità e producevano per le loro famiglie o lavoravano per le imprese. Erano risorse preziose. Mentre acquisivano competenze, disciplina e un'etica del lavoro, potevano diventare sempre più preziosi per i loro custodi e le loro comunità. Questo è un motivo principale per cui la gente li voleva. E i ragazzini, a loro volta, erano socializzati per essere grati ai loro benefattori, sia a casa che a lavoro.

E dalla storia di Anne apprendiamo che un lavoro principale dei bambini a quei tempi era quello di accudire le persone anziane. Così i bambini erano preziosi da entrambe le estremità dello spettro della vita: come colleghi quando erano giovani e successivamente come aiutanti.

Che cosa c'è di diverso oggi? Oggi i bambini sono perlopiù un costo finanziario, perché la legge, il sistema istruttivo e lo stato sociale li rendono tali. Oh, certo, le persone amano ancora i loro bambini. Dal punto di vista emozionale e spirituale parliamo bene del valore infinito della loro vita.

E, naturalmente, tutti sono d'accordo. C'è uno status sociale che arriva quando arrivano i bambini e possono rappresentare un ingresso a nuove reti di amici.

Ma parliamo di dollari e centesimi. Quando si considera se avere figli o no, la gente sa che contribuiranno poco alla gestione della famiglia e poi devono considerare quanto dovranno spendere. I costi sono facili da calcolare alla fine. Ad esempio, se siete sposati e volete due bambini, spenderete $732,000 se vivete negli Stati Uniti del sud. Questa è una cifra scoraggiante, e senza tenere in considerazione il college.

In cambio, offrono... il valore infinito della loro stessa esistenza.

Ci sorprendiamo, quindi, se il tasso di natalità sia sceso al livello più basso da 100 anni a questa parte? Sì, ci sono altre ragioni che hanno a che fare con la tecnologia e con una maggiore certezza economica. Tuttavia, se riducete con la forza il valore di qualsiasi cosa, senza che le persone possano avere voce in capitolo, esse produrranno sempre meno. È proprio ciò che è accaduto allo status dei bambini nel corso del secolo scorso.



Perché essere Anne?

Come è potuto succedere? Guardiamo la storia di Anne.

Anne ha 13 anni quando comincia la sua storia. Aveva vissuto una vita molto dura a causa di circostanze fuori dal suo controllo. L'orfanotrofio era la sua vita, ma avrebbe potuto iniziare daccapo quando una famiglia la voleva adottare perché in necessità di un lavoratore. La famiglia aveva chiesto un ragazzo all'orfanotrofio, ma dopo un quid pro quo mandano una ragazza. La famiglia adottiva (un fratello e una sorella) acconsente a mantenerla solo dopo che la affascina e dimostra di poterne migliorare la produttività. Mostra le sue abilità, tra cui la sua incredibile erudizione.

Era un mondo molto più povero e solo i bambini ricchi potevano permettersi di frequentare a tempo pieno la scuola. Anne era per lo più autodidatta, ma amava leggere, sognare, fantasticare, immaginare. Leggeva ogni volta che poteva, alla luce di un lume di candela alla fine della giornata. Ed era brillante, anche senza essere istituzionalizzata.

Una ragione per cui questa storia ha catturato l'attenzione dei bambini per tante generazioni è la presenza di sfide, opportunità, tragedie e trionfi che sperimenta in una vita eccitante, varia ed interessante – vale a dire, una vita in una società economicamente libera. Era una bambina in un mondo che la voleva far diventare un'adulta e affrontare compiti e responsabilità da adulti. Sì, ciò coinvolge la scuola, ma non era obbligatoria e non era l'unico scopo della sua vita. Poteva anche bere vino!

All'epoca i bambini non erano stati nazionalizzati dallo stato, ogni loro mossa controllata dalle istituzioni pubbliche e preclusi dal mondo del lavoro. Potevano gestire tante responsabilità da adulti. Che Anne lavorasse duro, che potesse fare tutto ciò che un ragazzo poteva fare, che avesse molte abilità e che svolgesse un percorso d'apprendimento autonomo, è una vera fonte di gioia per i lettori e gli spettatori. Si dimostrava all'altezza del compito.



Cos'è cambiato?

Poco dopo l'uscita del libro, la politica pubblica riguardante i bambini ha cominciato a cambiare. La scuola pubblica è stata resa quasi universale nel mondo sviluppato. L'istruzione privata ha iniziato il suo lungo percorso di declino fino al punto che alla metà del secolo era portata avanti o dalle chiese o era disponibile solo per i ricchi. Queste scuole pubbliche sono entrate nel mirino di ogni progetto statale: pianificate, gestite dall'alto, trattando ogni studente come un'unità indivisa di un aggregato, soldati in un esercito.

Poi la scuola è stata resa obbligatoria nell'Era Progressiva. Famiglie e bambini non avevano altra scelta. In un mondo del genere, Anne sarebbe stata ancora adottata? Perché? Invece di rendersi conto del suo valore, sarebbe stata rinchiusa in una cella per dodici anni ed i suoi fiduciari responsabili avrebbero dovuto fornirle vitto e alloggio senza compenso. Non ci sarebbe stato alcun mercato per persone simili.

Un paio di decenni dopo, la politica pubblica è andata oltre. Durante il New Deal, "il lavoro minorile" è stato completamente vietato. Ancora oggi è così, con rare eccezioni (si può essere un attore-bambino e lavorare per l'attività di famiglia). Ai minori sono preclusi i loro diritti umani inerenti al lavoro e viene impedito loro di essere preziosi per gli altri secondo le proprie capacità e desideri.

La legge dice che è possibile lavorare dai 14 anni, ma i limiti sono troppo rigidi e le scartoffie burocratiche troppo lunghe. Anche a 16 anni ci sono posti di lavoro che si possono ricoprire e lavori che è permesso fare. Non si è realmente liberi di guadagnare soldi servendo gli altri fino ai 18 anni, età dove risultano socializzati per voler fare tutt'altro.

E tutto questo per il loro bene.

Poi gli stati hanno istituito la previdenza sociale, l'assistenza medica per i vecchi e case finanziate pubblicamente per i "pensionati". Questo permette ai ragazzini di allontanarsi dal volersi prendere cura dei loro genitori. Anche l'inverso diventa vero: sono meno utili ai genitori perché non sono più necessari per la cura del loro fine vita.

Il risultato è che la politica pubblica ha ucciso il valore dei bambini nel mondo, negando i loro diritti di scegliere, lavorare e servire gli altri. La società ha letteralmente deciso di svalutarli al punto che rappresentano un costo quando sono giovani e superflui quando i loro custodi sono vecchi.

C'è di peggio: i ragazzini di oggi sono radunati in collettivi definiti dall'età, dove una figura di autorità li osserva e li educa per 12 anni, e l'unico lavoro che è permesso avere è ripetere le informazioni che l'insegnante dice loro, seduti su una sedia, giorno dopo giorno, per tutta la loro crescita.

Quando scopriamo che i ragazzini sono annoiati e si comportano male, li riempiamo di droghe, li sminuiamo, li imprigioniamo per un cattivo comportamento e infine li presentiamo al mondo all'età di 18 anni senza alcuna competenza, etica del lavoro o conoscenza di cosa significhi effettivamente avere successo nella vita.

Non viviamo più in un'epoca agricola o industriale che è fisicamente estenuante (la grande scusa per cui abbiamo smesso di lasciarli lavorare). Nei nostri tempi digitali, ci sono interi mondi con lavori sicuri che i bambini potrebbero fare durante l'apprendimento e godersi la vita. I bambini avrebbero una vita migliore. Semplicemente non glielo permettiamo.

Pensiamo che l'orfanotrofio di Anne fosse crudele. Ma lei è fuggita perché una famiglia adottiva ha visto il suo valore. Almeno non è cresciuta nel mondo irreggimentato e regolamentato di oggi, da cui non esiste fuga per nessun bambino.



Ridateci Green Gables

La mia teoria del perché amiamo questo libro è semplice: i bambini a quei tempi erano considerati dalla società come veri esseri umani con diritti, dignità ed opportunità. Potevano vivere una vita piena e meravigliosa.

I loro diritti non venivano sistematicamente violati dalla legge al fine di aiutarli. I progressisti hanno schierato la violenza dello stato per migliorare la loro vita, e oggi siamo arrivati alla realtà che ci circonda.

C'è da meravigliarsi se siamo nostalgici della vita dei bambini a quei tempi? E c'è da stupirsi se la gente debba pensarci due volte se oggi volesse renderli produttivi?


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


venerdì 23 febbraio 2018

La rinascita del denaro sonante





di Francesco Simoncelli


A seguito dell'articolo intitolato "Il tramonto del denaro fiat", vorrei sviluppare ulteriormente le tesi esposte in precedenza in modo da fornire un quadro teorico completo per permettere al lettore di avere ben chiaro il passato del sistema monetario e quello che il futuro potrà portarci. Oltre a poterne trarre profitto, soprattutto per non commettere gli stessi errori. La confusione riguardo questi temi è talmente grande da non permettere un discernimento chiaro di quale siano le truffe annidate dietro agli attuali sistemi economici e finanziari, i quali ci suggeriscono: "Fidatevi di noi, siamo l'autorità". Concessa da chi? Non si sa, ma la maggior parte la teme. E quando questa autorità rimarrà a corto i opzioni per mantenere le sue promesse e soprattutto di soldi? Chi pagherà? Non si sa. Il migliore inganno, diceva Orwell, è quello che viene posto davanti il proprio naso e ci vuole un grande sforzo di volontà per comprenderne la natura truffaldina. Infatti una delle bugie più grandi degli ultimi due secoli è stata la natura assistenziale dello stato. Un predatore mascherato da buon samaritano che subdolamente si è infilato tra le fila del tessuto sociale e mano mano l'ha sfilacciato, ricucendo alcune parti a sua immagine.

L'arazzo della società, oggi, è una rappresentazione cacofonica, dissonante e sminuzzata di quello che un tempo era un'immagine armoniosa e integrata. Serpeggiando con la propaganda, l'apparato statale ha nel tempo conquistato la fiducia delle persone attraverso le sue promesse paternalistiche, riducendo quelli che dovrebbero essere degli adulti ad un branco di adolescenti capricciosi. I comportamenti schizofrenici e incomprensibili protagonisti della società di oggi, sono dovuti ad una mancanza di libertà in primo luogo ed in secondo luogo ad un annichilimento della responsabilità individuale. La delega delle proprie azioni viene ceduta a terzi, credendo in questo modo all'esistenza di una figura paternalistica onnipresente in grado di risolvere quei problemi che per gli individui costa "troppa fatica" risolvere. Ma non è questo quello che fanno gli adulti? Risolvere i problemi e prendersi la responsabilità dei propri fallimenti? È precisamente questa deresponsabilizzazione progressiva che ha generato le storture sociali a cui assistiamo oggi, generando quel caos pianificato di cui Mises parlava nei suoi libri.

La mancanza di valori e del senso della famiglia sono essenzialmente il frutto di una distruzione pianificata da parte dello stato per assicurarsi un ruolo di primo piano agli occhi degli individui. Per non parlare dell'ondata di violenza dilagante a cui assistiamo oggigiorno. Se nostro "padre" ci insegna che il ricorso alla violenza è legittimo, cresceremo con un dogma apparentemente aprioristico secondo cui aggredire il prossimo rappresenta un modo per primeggiare e trovarsi meglio.

[...] Si è soliti chiamare il punto di vista dei sostenitori dello stato sociale il punto di vista "sociale", come distinto dal punto di vista "individualista" ed "egoista" dei campioni dello stato di diritto. In realtà, però, i sostenitori dello stato sociale sono dei fanatici del tutto antisociali ed intolleranti. Poiché la loro ideologia implica tacitamente che il governo effettuerà esattamente ciò che essi stessi ritengono giusto e benefico. Scartano del tutto la possibilità che potrebbero sorgere disaccordi per quanto riguarda la questione di cosa è giusto e opportuno e cosa no. Sostengono il dispotismo illuminato, ma sono convinti che il despota illuminato sarà conforme in ogni dettaglio alla loro opinione sulle misure da adottare. Favoriscono la pianificazione, ma quello che hanno in mente è esclusivamente un piano personale, non quello di altre persone. Vogliono sterminare tutti gli avversari, cioè, tutti coloro che sono in disaccordo con loro. Sono assolutamente intolleranti e non sono disposti ad acconsentire a qualsiasi discussione. Ogni sostenitore dello stato sociale e della pianificazione è un potenziale dittatore. Quello che ha in mente è di privare tutti gli altri uomini di tutti i loro diritti, e di stabilire un'onnipotenza senza restrizioni sua e dei suoi amici. Si rifiuta di convincere i suoi concittadini. Preferisce "liquidarli". Disprezza la società "borghese", la quale adora la legge e la procedura legale. Lui stesso adora la violenza e lo spargimento di sangue.[1]



IL SISTEMA PENSIONISTICO

Questo gigantesco apparato di controllo non avrebbe potuto funzionare senza fondi a supporto. Ma come incamerarli senza destare sospetti tra la popolazione? Ricordiamo che lo stato è quell'istituzione incapace di generare risorse patrimoniali, proprio perché incapace di operare un calcolo economico in accordo con le forze di mercato. Se fosse stato capace non avrebbe avuto bisogno di riscuotere tasse ed imbastire un enorme sistema fiscale con cui derubare le persone. Sarebbe stato in grado di pagare le proprie spese attraverso i fondi incassati dalle sue attività. Invece, in virtù dei suoi scopi clientelari, stimola incentivi negativi tra la popolazione affinché gruppi privilegiati possano sfruttare il resto delle persone. La promessa dello stato che fa gola: l'avvicendamento ciclico di questi gruppi privilegiati al potere. Come diceva Bastiat, lo stato è quell'illusione dove tutti credono di poter vivere sulle spalle di tutti.

Infatti, è proprio un'illusione.

Lo stato è un'istituzione stupida, perché prende in prestito a lungo termine e spende nel breve termine. Detto in modo diverso, esige tributi costantemente ma li spende immediatamente in progetti che in futuro non avranno resa. La maggior parte di essi, se non tutti, risultano alla fine cattedrali nel deserto. L'unico vantaggio di questa pratica è quello di poter godere di beni oggi a determinati prezzi, prima che essi aumentino inevitabilmente a causa della svalutazione monetaria operata dal suo braccio destro, la banca centrale, per tentare di rendere sostenibile attraverso l'inflazione monetaria il debito pubblico. Quello che abbiamo qui, quindi, è un doppio furto: uno alla luce del sole mediante la tassazione; l'altro nascosto, attraverso l'inflazione dei prezzi. Ecco l'illusione più grande che al momento fa stare tranquilla la maggior parte della popolazione: alla fine della propria carriera lavorativa, si avrà diritto ad una rendita garantita dallo stato. Questa rendita sarà in grado di comprare domani le stesse cose che si comprerebbero oggi con quell'ammontare di denaro che si riceverà? No.

Qualunque sia quell'ammontare, non sarà mai in grado di stare dietro alle manipolazioni dei mercati da parte dei pianificatori centrali, le quali andranno ad erodere sempre più il bacino dei risparmi reali. Prima di parlare di questo aspetto, però, vediamo perché il sistema pensionistico è una truffa. In parole povere, il sistema pensionistico è uno schema di Ponzi: i nuovi entrati ripagano i vecchi. Infatti le prestazioni pensionistiche sono adempiute mediante i contributi di coloro che entrano nella forza lavoro. Questo schema può andare avanti finché il bacino di lavoratori è in crescita e gli investimenti dei fondi pensione ottengono un rendimento decente.

Dieci anni fa, a novembre 2007, il Bureau of Labor Statistics calcolava che 146 milioni di americani stavano lavorando. Oggi tale cifra è di 153 milioni, un aumento del 4.8% negli ultimi dieci anni. La previdenza sociale, dall'altra parte, pagava benefici a 34.4 milioni di americani a novembre 2007, rispetto ai 44.2 milioni di oggi, un aumento del 28.5%. Queste sono statistiche del governo federale e i numeri mostrano chiaramente una tendenza stratificata: non ci sono abbastanza lavoratori per pagare i pensionati. Per non parlare dell'invecchiamento generale.




L'agenzia di rating Moody's stima che le pensioni statali, federali e locali siano a corto di fondi per un ammontare di $7,000 miliardi. Uno dei principali fattori alla base di questa tendenza è che i rendimenti sugli investimenti sono troppo bassi. I fondi pensione devono investire in attività sicure e stabili (come i titoli di stato), ma devono raggiungere rendimenti di circa il 7% all'anno per rimanere solvibili. Ma oggi, con i titoli di stato che rendono il 3% o meno (e in alcuni casi i rendimenti obbligazionari sono negativi), non raggiungono i loro obiettivi. Uno o due anni con rendimenti sub-ottimali non sono catastrofici... ma un intero decennio è tutt'altra cosa.

L'ironia dietro questa storia è che l'attuale panorama economico in cui il lavoro è sempre più convogliato nel part-time ed i rendimenti decenti diventano sempre più un miraggio, è il risultato della campagna delle banche centrali del mondo di salvare lo status quo: banche commerciali denominate troppo grandi per fallire e stati in bancarotta. Più affondano le mani nell'interventismo rampante, più si auto-distruggono. Un po' come i coyote quando spinti dai morsi della fame, iniziano a rosicchiarsi le zampe; attutiscono temporaneamente la fame, ma fanno del male a loro stessi. La pianificazione centrale sta seguendo lo stesso cammino: l'ingessamento del mondo del lavoro è il risultato di anni di crowding out sulle imprese a causa di tasse e spesa pubblica crescenti (oltre a privilegi lavorativi impossibili da scardinare); l'appiattimento dei rendimenti nel panorama economico è il risultato di ingerenze crescenti delle banche centrali nei mercati degli asset, distruggendo così una determinazione onesta dei prezzi e la ponderazione del rischio.

Non c'è da sorprendersi, quindi, se la maggior parte dei fondi pensione è sotto-capitalizzata.




Questa gigantesca bomba ad orologeria finanziaria esploderà alla fine, lasciando dietro di sé una scia di sogni infranti. Ma ecco che arriva il doppio smacco per coloro che ancora credono all'illusione: è impossibile accantonare risparmi. La svalutazione monetaria erode costantemente e progressivamente il potere d'acquisto del denaro fiat, oltre a ridurre la capacità delle aziende di sfornare prodotti in linea con una domanda genuina di mercato. Prestiti a buon mercato e altri trucchi dell'ingegneria finanziaria permettono ai pachidermi obsoleti di spodestare eventuali industrie innovative che potrebbero minacciare la loro posizione, facendo languire la produzione in una condizione stagnante e sfornando beni/servizi che in realtà nessuno praticamente vuole. Gli investimenti improduttivi possono continuare a drenare risorse economiche reali a scapito del resto della popolazione, favorendo un panorama economico decadente. In questo contesto è arduo riuscire a risparmiare per il futuro, anche se si volesse scegliere la via di fondi pensione privati.

Come sottolinea succintamente il Wall Street Journal, la maggior pare delle classi di asset sono sopravvalutate ed i fondi pensione, sia pubblici che privati, stanno ricorrendo a titoli molto rischiosi per tentare di mantenere decenti le proprie finanze.



STAVOLTA È DIVERSO: NIENTE RISPARMI, NESSUN ASSET "SICURO"

La creatività di Ben Bernanke ha ispirato una generazione di economisti e banchieri centrali. QE, ZIRP e NIRP hanno stabilito una nuova economia che è matematicamente plausibile, ma in pratica è disastrosa. Miliardi di dollari sono stati trasferiti dai risparmiatori agli investitori, ma i maghi dell'econometria hanno dimenticato che per tutto esiste un prezzo da pagare. In questo caso, è la formazione di una crisi nei fondi pensione che minaccia milioni di pensionati in tutto il mondo. Nessuno dei modelli econometrici fornisce una soluzione per il divario crescente nel finanziamento delle pensioni, diverso dall'accumulo insostenibile di ulteriore debito.

La "creatività", comunque, non è mancata ai gestori dei fondi pensione. Alla disperata ricerca di rendimenti decenti, hanno aumentato l'esposizione al finanziamento di progetti infrastrutturali. Rendimenti apparentemente più elevati, lungo orizzonte di investimento e protezione dell'inflazione lo hanno reso allettante, ma i gestori dei fondi pensione si sbagliavano di grosso. I rischi reali sono stati ampiamente sottostimati. Ad esempio, la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha deciso di cavalcare l'onda del finanziamento di progetti infrastrutturali e ha sprecato il denaro dei contribuenti in prestiti che la BEI non poteva sostenere. Ha ignorato il fatto che già un decennio fa negli Stati Uniti tali finanziamenti sono risultati un fallimento e quando la bolla è scoppiata gli investitori hanno pagato un caro prezzo.

La BEI non ha trovato posto migliore per avviare il suo programma che in Spagna, un Paese con un notevole record di progetti per infrastrutture falliti e oltre 30 aeroporti fantasma in bancarotta. I burocrati della BEI hanno investito €1.4 miliardi nella Castor Gas Storage, un sistema che immagazzina un terzo del consumo di gas in Spagna. Peccato che ci fosse un piccolo problema: l'utilizzo della struttura provocava terremoti. In meno di un anno, è stato chiuso definitivamente e la BEI ha lasciato sul groppone del governo spagnolo un ulteriore miliardo di euro da pagare. Nel frattempo i pensionati continuano a sopportare le conseguenze della "creatività" di banchieri centrali, gestori di fondi pensione e burocrati, perché infatti la fame di rendimenti decenti non si ferma qui. Questa è solo l'ultima notizia dietro le tante già snocciolate in passato.

È già da tempo che anche i fondi pensione stessero accumulando obbligazioni spazzatura per far quadrare i propri conti, soprattutto quelle provenienti dai Paesi emergenti. Non è un caso quindi se questi ultimi abbiano incrementato, e di molto, l'emissione di obbligazioni spazzatura negli ultimi anni. La follia di questa bolla finanziaria ha portato i rendimenti di questo pattume a raggiungere un minimo storico, mentre l'emissione cumulata ha raggiunto un record di $75 miliardi. E come si sottolinea nell'articolo del Financial Times, possedere un bond del Tajikistan sarebbe ottimo per quei fondi pensione che hanno bisogno di un rendimento annuale del 7% sui loro fondi. Ovviamente non è un caso.




Capite la gravità questa volta? Stiamo parlando di fondi che dovrebbero garantire quel futuro per cui la maggior parte delle persone china la testa e permette ai soprusi di essere portati a compimento, sperando di poter lasciare quanto prima possibile la forza lavoro e ritirarsi nella propria casa coltivando i propri hobby. L'azzeramento artificiale del rischio condurrà al macello tutte quelle realtà che finora hanno gozzovigliato con la leva finanziaria e l'ingegneria finanziaria. L'interconnessione del sistema del sistema economico mondiale è talmente intricata che ormai le passività di uno sono l'attivo di un altro. Non stiamo parlando di una singola LTCM come nel 1998 o di due fondi immobiliari nel 2007 salvati da Bear Stearns, stiamo parlando della maggior parte dei fondi presenti sul pianeta. Ora che le banche centrali stanno tirando i remi in barca, terrorizzate dal non avere spazio di manovra durante la prossima recessione, l'anestetico con cui le banche centrali avevano intontito i mercati sta svanendo e con esso la fiducia che le azioni sarebbero cresciute all'infinito e che le obbligazioni avrebbero sempre avuto un compratore.




Nessuno vuole azioni di industrie con flussi di cassa perennemente negativi e nessuno vuole obbligazioni di stati in bancarotta incapaci di ripagare i propri debiti. Ecco perché in tutta Europa e negli USA, ad esempio, i rendimenti dei vari decennali sovrani stanno aumentando, mentre si prova a trovare un primo rifugio nel denaro fiat (dollari ed euro). Ma attenzione però, perché accumulare denaro non vuol dire creare "risparmi". Il risparmio in quanto tale non ha nulla a che fare con il denaro, proprio perché esso rappresenta la quantità di beni di consumo finali prodotti in eccesso rispetto al consumo attuale. I produttori di beni di consumo finali possono scambiare beni risparmiati tra di loro, oppure usarli per entrare in possesso di beni intermedi. I beni risparmiati supportano tutte le fasi della produzione, ovvero, questi risparmi consentono a tutti questi produttori di sopravvivere mentre sono impegnati a produrre beni più sofisticati. La creazione di questi ultimi andrebbe ad ampliare il bacino dei risparmi reali ed aumenterebbe la capacità di produrre una maggiore varietà di beni di consumo.

Le persone non risparmiano denaro, ma piuttosto lo scambiano per beni e servizi. Il denaro può essere considerato come una ricevuta così come è stato ricevuto dai produttori di beni di consumo finali. Quando un produttore di un bene di consumo finale scambia i suoi soldi per altri beni di consumo finali, egli li ha già pagati con i beni che precedentemente ha prodotto e risparmiato. Il denaro rappresenta un credito sui risparmi reali e, quindi, non è risparmio in quanto tale.

Una volta che i risparmi reali vengono scambiati col denaro, non ha alcuna importanza ciò che il possessore ne farà. Sia che lo usi immediatamente in cambio di altri beni o lo metta sotto il materasso, questa scelta non altererà il bacino dei risparmi reali. Il modo in cui le persone decidono di impiegare i loro soldi altererà solamente la loro domanda di denaro, ma questo non ha nulla a che fare col risparmio. Gli individui possono esercitare la loro domanda di denaro o lasciandolo nei portafogli, o depositandolo in una banca. Ogni volta che un individuo presta parte del suo denaro, trasferisce le sue rivendicazioni sui beni di consumo ad un mutuatario. Prestando denaro, gli individui ne riducono la domanda. Ancora una volta il prestito non altera il bacino dei risparmi reali. Allo stesso modo, se il proprietario del denaro decide di acquistare un bene finanziario come un titolo azionario, trasferisce il suo "credito" sui risparmi reali al venditore del titolo.

I problemi emergono ogni volta che la banca centrale intraprende politiche monetarie accomodanti. Dal momento che la massa monetaria espansa viene creata dal nulla, non è supportata da beni di consumo. Quando tali soldi vengono scambiati per beni di consumo, ciò equivale ad un consumo non supportato dalla produzione. La stampa di denaro non può comportare maggiori risparmi, ma al contrario li indebolisce. Poiché il denaro non è altro che un "credito" sui risparmi reali, dopo un pompaggio monetario avremo più denaro a caccia di una quantità di beni invariata. Un individuo che ha prodotto una ricchezza reale e che vuole esercitare la sua rivendicazione sui beni, scopre di non poter recuperare il valore equivalente di tutti i beni che aveva precedentemente prodotto e scambiato per denaro.

Scopre che il suo potere d'acquisto di denaro è diminuito. In altre parole, è stato derubato furtivamente  per mezzo di una politica monetaria allentata. La stampa di denaro indebolisce la fiducia nel valore del denaro stesso. Non c'è modo di aggirare questo fatto, così come non si può negare che l'inflazione monetaria condurrà inevitabilmente ad un'inflazione dei prezzi. Nell'attuale ciclo, essendo il canale di trasmissione della politica monetaria rotto a causa del Picco del Debito raggiunto da Main Street, questo esito è stato palesemente visibile nel prezzo degli asset e nella fame di rendimenti decenti da parte delle istituzioni finanziarie.

Ecco dove ci troviamo ora. In Europa non c'è volontà di cambiare l'ambiente fiscale e normativo, mentre la BCE sta flirtando con una perdita di fiducia tra i trader di obbligazioni e gli investitori istituzionali che considerano tutti i debiti sovrani europei come sopravvalutati, specialmente da quando i tassi negli Stati Uniti hanno iniziato a salire. L'ambiente economico sarà in grado di assorbire l'impatto di tassi d'interesse più alti ancora per un po'. I fondi pensione pieni di asset inutili saranno salvati rimandando la resa dei conti... per poco.

E così facendo, i tassi più alti negli Stati Uniti stanno spingendo in su i tassi in Europa. Un euro troppo forte sta schiacciando qualsiasi speranza di ripresa economica nella periferia dell'area Euro, come l'Italia. Il carico del debito in Italia, ad esempio, è aumentato del 20% sin dalla fine del 2016 rispetto alla produzione nazionale. La BCE corre un grave rischio, in conclusione: una perdita di fiducia quando le banche italiane inizieranno a fallire, il deficit di bilancio italiani riprenderanno ad espandersi e gli euroscettici vinceranno le elezioni a marzo.

Questo è il messaggio che i mercati obbligazionari ci vogliono recapitare: non c'è scampo stavolta.





LA RINASCITA DEL DENARO SONANTE

Quando F. A. Hayek scrisse, Denationalisation of Money, pochi si aspettavano che sarebbe arrivato un momento nella storia economica in cui le transazioni sarebbero state effettuate senza la necessità di una valuta creata a livello centrale. In suddetto libro Hayek sostiene che il monopolio statale sul denaro deve essere eliminato affinché si possano fermare i cicli ricorrenti di boom/bust. Invece di una valuta gestita dallo stato dovrebbe esserci una concorrenza di libero mercato e dovrebbe essere il consumatore a determinare la migliore opzione possibile.

Molti esperti dubitavano che la visione di Hayek sarebbe mai diventata realtà. Con la nascita di bitcoin nel 2009, gli aspetti teorici della visione di Hayek sono diventati realtà, nonostante non avesse mai conosciuto Internet. Si potrebbe sostenere che il 2017 sia stato un anno cruciale per le criptovalute, o almeno per la più famosa tra di esse: il valore di bitcoin è aumentato di oltre il 700%, da $968,23 all'inizio del 2017 a ben oltre $19,000 alla fine. Anche la sua capitalizzazione di mercato è salita alle stelle. Tuttavia bitcoin si è evoluto da una semplice opportunità di investimento ad una riserva di valore promettente.

Uno dei principali punti a favore delle criptovalute è stato il fatto che hanno reso obsolete le barriere tradizionali alle transazioni, come la mediazione di terze parti e lo scambio di valute. E questo tratto vantaggioso di bitcoin viene sfruttato al meglio, soprattutto in Paesi in difficoltà. La fluidità delle transazioni e la piccolezza delle commissioni associate alle criptovalute hanno permesso un finanziamento più facile ed attività umanitarie più estese. Individui provenienti da tutto il mondo che sarebbero stati altrimenti esclusi dal sistema bancario canonico, sono ora affascinati da quello che il futuro potrà portare loro grazie alle criptovalute.

Un eccellente esempio di Bitcoin che sostiene gli sforzi umanitari è Sean's Outpost (una struttura a Pensacola, in Florida, che fornisce cibo e servizi essenziali come rifugio e acqua ai senzatetto della città). I suoi finanziamenti arrivano da utenti casuali in oltre 43 Paesi e vengono donati bitcoin per promuovere la causa dell'organizzazione. In appena un anno, Sean's Outpost ha potuto offrire ai senzatetto oltre 30,000 pasti. In Zimbabwe una pagnotta di pane costa dieci milioni di dollari in valuta locale, e in un tipico giorno di mercato bisognerebbe letteralmente portarsi dietro un sacco pieno di soldi per fare la spesa. Per gli individui alla ricerca di una riserva di valore che sia prontamente disponibile e immune all'incubo inflazionistico, l'unica opzione è bitcoin. Infatti lo Zimbabwe ospita una fiorente comunità interessata alle criptovalute e gli exchange locali di bitcoin, come Bitmari e Bitfinance, stanno attualmente fornendo l'infrastruttura necessaria per sostenere questo ecosistema.

Oggi la visione di Hayek non solo ha reso il mondo un posto migliore, ma ha anche sistematicamente fatto capire alle persone che le valute possono essere decentralizzate, integranti la pricavy e prive di regolamentazione statale. In molti Paesi in via di sviluppo in cui il sistema bancario centrale ha combinato disastri e la ricchezza delle persone è diminuita in pochi giorni, bitcoin e altre criptovalute sono diventati uno strumento che consente a molti di sopravvivere alle difficoltà che affrontano ogni giorno.

Ma non è mancata occasione in cui questa tecnologia è stata fraintesa e addirittura siè urlato alla bolla. Le valute, a differenza delle azioni, non producono reddito. Il prezzo è determinato dalla domanda e dall'offerta, rendendo quasi impossibile proiezioni di prezzo a lungo termine. Questo è ciò che rende le criptovalute fondamentalmente diverse dagli altri investimenti. Quando acquistate azioni in un'azienda, ciò non influisce sul flusso di cassa dell'azienda in questione, quindi il valore della società è lo stesso sia che le acquistiate o meno. Invece più persone accettano bitcoin e le criptovalute, più acquisiscono valore.

Per molte persone l'idea di una valuta che non sia sostenuta da uno stato è difficile da accettare. Tuttavia non è passato molto tempo da quando la fiducia nello stato non era abbastanza e tutte le valute erano sostenute dall'oro. Ma se ancora non siete convinti ecco un esempio per permettervi di capire. Per anni i dirigenti di Blockbuster hanno ignorato i cambiamenti che avvenivano nel loro modello di business, mentre Netflix acquisiva sempre più quote di mercato. Blockbuster ebbe l'opportunità di acquistare Netflix per $50 milioni nei primi anni 2000, ma rifiutò perché il prezzo era troppo alto. Netflix ha di recente raggiunto una capitalizzazione di mercato di $80 miliardi.

Questo per dire che esistono le opportunità e le criptovalute ci stanno offrendo la possibilità di liberarci di tutti quegli errori che nel tempo si sono sedimentati alla base del sistema economico. È un nuovo mondo, ricco di occasioni in grado di avvantaggiare coloro che vedranno prima degli altri quelle potenzialità che in futuro andranno a cambiare il modo di vivere. Bitcoin non è una bolla, è invece l'evoluzione naturale del libero mercato che piano piano si lascia alle spalle la staticità della pianificazione centrale. Quest'ultima si sta suicidando e tale aspetto è incarnato dall'implosione inevitabile dei fondi pensione insieme al resto dei pachidermi che per decenni hanno goduto di privilegi artificiali di monopolio. Speriamo che questa rinascita del denaro sonante, controllato dalle semplici scelte collettive degli individui, apra gli occhi di quelli che ancora si aggrappano tenacemente all'illusione di una salvezza attraverso lo stato. Speriamo invece che leggano Hayek.



CONCLUSIONE

Ad ogni modo, buona parte dell'opinione pubblica americana ritiene che questo Paese sia indietro nelle questioni essenziali, poiché, come invece hanno fatto i russi, non ha ancora spazzato via il profitto dalla produzione e non ha ancora raggiunto la stabilità. Praticamente nessuno pensa di poter imparare qualcosa di importante su questi problemi trattando seriamente l'economia. I dogmi dell'irreversibilità delle tendenze prevalenti e dei loro benefici rendono tali studi superflui. Le tendenze possono cambiare. Le tendenze evolutive possono cambiare, e fino ad ora sono quasi sempre cambiate. Ma sono cambiate solo perché hanno incontrato una ferma opposizione. La tendenza prevalente verso ciò che Hilaire Belloc chiamava lo stato servile non sarà certamente invertita se nessuno avrà il coraggio di attaccare i suoi dogmi.[2]

Il sistema pensionistico, l'ultimo baluardo del dogma statale, perirà sotto i colpi di quelle istituzioni che si supponevano dovessero salvaguardarlo. Perché? Perché la pianificazione centrale ha l'eterno istinto ed immancabile a suicidarsi. Stavolta non è affatto diverso. Sebbene la nostra fosse un'economia mista, l'inevitabile tendenza ad assolutizzare il controllo manipolando settore dell'economia dopo settore dell'economia conduce infine lungo la stessa strada: socialismo. Mises lo sapeva e scrisse due straordinari libri per informarci dell'ascesa e del declino del socialismo "mascherato": Planned Chaos e Planning for Freedom.

Quell'inversione di tendenza tanto auspicata da Mises è arrivata nel 2009 con la nascita di bitcoin e si è radicata con la nascita delle altre criptovalute. In questo modo si colpisce il cuore del sistema truffaldino che fino ad oggi ha tenuto il pugno serrato nei confronti di qualsiasi tentativo di fuga. Hayek lo sapeva bene, ecco perché scrisse Denationalisation of Money e A Choice in Currency.

I manuali per emanciparsi dalla schiavitù sono questi. Ora abbiamo la possibilità concreta di metterli in pratica.



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Note

[1] Ludwig von Mises, Planned Chaos, Capitolo VI: La liberazione dei demoni, LvMI (1947).

[2] Ludwig von Mises, Planning for Freedom, Chapter XII: Trends Can Change, LvMI (1952).

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giovedì 22 febbraio 2018

La futilità del movimento anti-riscaldamento globale





di Gary North


Donald Trump ha fatto deragliare il movimento anti-riscaldamento globale.

Fin dall'inizio il movimento era futile. La ragione dovrebbe essere chiara: non esiste un'organizzazione internazionale che possa imporre qualsiasi tipo di sanzioni significative a coloro che violano i codici specifici per quanto riguarda le emissioni di anidride carbonica. Se non ci sono agenzie che possono imporre sanzioni, non esiste alcuna legge. Questo perché la legge senza sanzioni è impotente.

Le Nazioni Unite sono impotenti. Non esiste un'altra organizzazione che possa imporre sanzioni internazionali contro specifici violatori in determinati Paesi.

Tutto l'inquinamento è locale. L'inquinamento rappresenta il rilascio di materiali di scarto indesiderati nel dominio pubblico: acqua e aria. L'unico modo per fermare l'inquinamento è quello di imporre sanzioni nei confronti di specifici inquinatori locali. Deve essere un governo civile competente ad imporre queste sanzioni. Se in qualsiasi giurisdizione un governo locale sceglie di non imporre le sanzioni, allora l'inquinamento specifico continuerà per tutto il tempo che tale pratica risulterà redditizia per l'inquinatore.



PUBBLICHE RELAZIONI

Tutti gli accordi sul riscaldamento globale sin dal 1992 si sono ridotti a pubbliche relazioni. Nessuno di questi accordi è sostenuto dalla minaccia di sanzioni statali nei confronti di specifici inquinatori.

L'ipotesi sottostante è che i politici si sentiranno così umiliati da aver permesso agli inquinatori locali di violare gli accordi internazionali non vincolanti e non specifici, che convinceranno altri politici locali a votare per leggi più dure. Ma i politici locali non vogliono farlo. Questo è il motivo per cui nessun presidente ha mai presentato uno di questi trattati da ratificare al Senato degli Stati Uniti. Nessun presidente è così stupido da credere che i senatori americani imporranno sanzioni agli inquinatori che impiegano molti elettori nei loro stati e che fanno grandi donazioni alle commissioni di azione politica senatoriale.

Per la stessa natura delle emissioni di anidride carbonica, che sono locali, e la stessa natura del governo internazionale, che non esiste, il movimento anti-riscaldamento globale è stato solo pubbliche relazioni e futilità politica.

Spero che il movimento anti-riscaldamento globale continui ad ottenere un grande sostegno dalla sinistra. Il riscaldamento globale è il discorso più inconcludente nella storia della politica moderna. Non c'è modo di fermare le emissioni locali a meno che i politici non mobilitino il sostegno politico nelle loro comunità, vale a dire, nei loro distretti elettorali, per controllarle. Ci sono comunità che lo accetteranno, ma non sulla base del riscaldamento globale. Lo accetteranno sulla base di particolari olezzi che vengono rilasciati nell'atmosfera da aziende specifiche.

L'anidride carbonica non ha odori. Di solito non è visibile. Nessuno la nota. È difficile mobilitare una campagna politica locale contro qualcosa che nessuno nota.

Il riscaldamento globale è il prodotto delle pubbliche relazioni globali. Nel 1975 gli attuali promotori del riscaldamento globale hanno promosso l'imminente crisi della civiltà a causa del raffreddamento globale. Dal punto di vista politico fu difficile da vendere. Così negli anni '80 si sono spostati verso il riscaldamento globale. Quest'ultimo è diventato impossibile negli anni '90, quando le temperature non aumentarono, per cui gli esperti si sono rivolti al cambiamento climatico.

Gli elettori annuiscono con decisione. Il cambiamento climatico è negativo, milioni sono d'accordo, ma non scelgono nessuno per rappresentarli al Congresso affinché vengano imposti controlli rigorosi alle industrie locali. Gli elettori locali non vogliono perdere i posti di lavoro locali e la spesa locale da parte di datori di lavoro locali. Ci deve essere un motivo personale affinché loro votino per suddetti candidati. Questa ragione non è il riscaldamento globale, o il cambiamento climatico globale. La ragione deve essere un effetto negativo specifico e locale dell'inquinamento. Per questo motivo gli elettori potranno eleggere un candidato, ma non ha nulla a che fare con le emissioni di anidride carbonica.

Se alcune comunità locali impongono restrizioni a determinati tipi di inquinamento, un inquinatore locale può decidere se adeguarsi oppure chiudere la fabbrica e trasferirsi in un'altra comunità che vuole lavori e non intende imporre sanzioni negative su determinati tipi di inquinamento. Si chiama "votare con i piedi". Le aziende possono farlo, proprio come gli individui.

L'unico modo per fermare questa opzione è una giurisdizione politica più ampia per imporre sanzioni negative. Ciò renderebbe più costoso muoversi. Forse un governo statale può farlo. Poi l'industria inquinante si sposterà in uno stato che non possiede tali leggi, ma non c'è niente di nuovo in questa pratica. I politici ne comprendono le conseguenze e sono titubanti ad imporre sanzioni che non hanno ampio sostegno tra gli elettori. Non lo faranno per aiutare qualcuno in Russia o nell'Africa sub-sahariana.



UN RITARDO DI 4 ANNI

Donald Trump terrà a bada per quattro anni queste persone, mentre dicono ripetutamente che il mondo non può permettersi un ritardo di quattro anni.

I "riscaldatori globali" devono mantenere attivi i veri credenti, devono dire loro che la catastrofe si sta avvicinando velocemente. Non c'è più tempo da perdere. Trump ha detto al mondo che c'è molto tempo da perdere. Ha imposto un ritardo di quattro anni. Come possono replicare i "riscaldatori globali"?

Stanno cercando disperatamente di ristrutturare la loro campagna. Ora stanno dicendo che la decisione di Trump di uscire dagli Accordi di Parigi è irrilevante. Michael Bloomberg, ex-sindaco di New York, ha affermato che a Washington non importa. Questa è una delle affermazioni più significative nella storia dei repubblicani. Dice che i sindaci possono rispettare gli Accordi di Parigi.

Quale sindaco di quale grande città sarà al comando per cinque anni da ora o dieci anni da ora? Quale sindaco rischierebbe la sua carriera politica per chiudere le imprese locali che emettono anidride carbonica, in nome degli Accordi di Parigi? Vi dirò io quali: nessuno.

Non dimenticate mai che gli Accordi di Parigi non sono vincolanti. Non esiste niente di specifico. Dobbiamo credere che i sindaci locali o i governatori locali imporranno sanzioni significative contro le principali società che producono anidride carbonica? Qual è la loro motivazione? Come faranno a farsi rieleggere?

Quello che abbiamo qui è una gigantesca campagna di pubbliche relazioni, ed è stata rovesciata da Donald Trump. Non che Trump abbia interrotto qualcosa che avrebbe fatto la differenza. Gli Accordi di Parigi non avrebbero mai fatto la differenza. Si tratta di un accordo non vincolante mai ratificato dal Senato USA. Non ci sarebbero state sanzioni negative. Non ci sarebbe stata alcuna riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Non ci sarebbe stata alcuna riduzione del riscaldamento globale.

Se il budget non sale, non prestate mai alcuna attenzione a tutto ciò che si svolge nel governo. Se il bilancio non cambia, non cambierà nulla. Alcuni bilanci salgono, ma non di molto. Parlo dei bilanci discrezionali. Se un bilancio discrezionale non aumenta più velocemente dell'anno precedente, allora non avverrà nulla di nuovo e significativo. L'altra statistica importante è il numero di persone sul libro paga. Nel caso dell'Environmental Protection Agency, oggi ha meno persone impiegate rispetto al 1990. Il bilancio è in realtà diminuito negli ultimi tre anni. Ciò sembra incredibile, ma è così. Potete verificarlo qui.

Il movimento degli ambientalisti è davvero una tigre di carta. È in declino. Sta perdendo influenza. Eppure oggi è il movimento sacro della sinistra.

Ancora una volta ci viene ricordato che le persone sensibili stanno vincendo, mentre i riformatori stanno perdendo. Questo non ha niente a che fare con la politica. Al giorno d'oggi la politica è quasi simbolica. Il vero combattimento si svolge nel bilancio. Gli anziani stanno vincendo le guerre dei bilanci. Tutti gli altri sono in difesa. Questo non cambierà, anzi sta accelerando.



CONCLUSIONE

Queste persone hanno esaurito le cause che i governi nazionali sono disposti a finanziare. Gli Accordi di Parigi sono pubbliche relazioni a buon mercato. Trump ha appena rivelato al mondo che gli Accordi di Parigi sono il mago di Oz.

I piccoli uomini dietro la tenda stanno muovendo leve e gridando agli altoparlanti il potere del grande Oz, ma Toto ha strappato la tenda.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


mercoledì 21 febbraio 2018

Sprecare tempo e denaro: nessuno comprerà lo tsunami di bond in arrivo





di David Stockman


L'economia americana sta vacillando non tanto per una bassa spesa in infrastrutture, quanto per il debito eccessivo -- $67,000 miliardi tra debito pubblico e privato totale, per essere precisi. Sembra quindi che i bond vigilantes stiano tornando dopo 24 anni di letargo proprio nel momento giusto.

Come se l'imminente collisione per l'anno fiscale 2019 tra $1,200 miliardi di nuovi debiti del Tesoro USA e la campagna obbligazionaria (QT) da $600 miliardi della FED il prossimo ottobre non fossero sufficienti, ora si dice che la prossima State of the Union (SOTU) esporrà un piano infrastrutturale di spesa da $1,700 miliardi.

Con oltre $1,000+ miliardi di deficit che già rimbombano nelle sale di Capitol Hill, l'idea stessa di un massiccio prestito finanziato dal debito e spese per 104 mesi durante un'espansione del ciclo economico è pura follia.

E non credeteci sulla parola. Con il breakout di questa mattina al 2.72% sul decennale USA, è molto probabile che sia iniziata la fuga precipitosa dalle obbligazioni.

Per esempio, il più grande trade mai inventato finora è stato il front-running coi pronti contro termine (cioè, il 95% del denaro preso in prestito) per scendere in campo nella massiccia campagna di acquisti obbligazionari ordita dalle banche centrali: il costo di carry era gratuito, il prezzo delle obbligazioni era sicuro che salisse, i segnali della politica delle banche centrali erano chiari e attraverso di essi tutti i trader di obbligazioni hanno dormito sonni tranquilli.

Vale a dire, oltre ai $20,000 miliardi dell'offerta di obbligazioni che le banche centrali hanno eliminato dal mercato con crediti creati dal nulla sin dal 1995, migliaia di miliardi di più sono stati assorbiti dagli speculatori con una leva finanziaria con cui compravano oggi ciò che le banche centrali avrebbero comprato domani.

Inutile dire che la doppia levitazione del prezzo delle obbligazioni è finita. Con le banche centrali che liquidano rapidamente i loro acquisti di obbligazioni, gli smart money stanno per fare la loro mossa. Cioè, vendere ciò che le banche centrali keynesiane venderanno, mentre queste ultime si disperano per rimpicciolire i loro bilanci e cercano di creare spazio di manovra per combattere la prossima recessione.

A tal fine, val la pena di notare che il rendimento del decennale è ora raddoppiato dal suo minimo di chiusura di tutti i tempi registrato il 5 luglio 2016. Dopo essere passati da un rendimento del 15.86% a settembre 1981 a uno dell'1.36%, possiamo dire questo: un calo del rendimento del 92% in 37 anni ha definito un'era aberrante che ha praticamente distrutto una determinazione onesta dei prezzi nei mercati obbligazionari.

Né gli algoritmi di trading né i venditori di fumo di Wall Street hanno finora mai conosciuto un periodo prolungato di aumento dei rendimenti.




Hanno operato per tutta la vita in mercati dove massicci e costanti acquisti di obbligazioni da parte delle banche centrali hanno deformato qualsiasi dinamica ordinaria nei fondamentali della domanda e dell'offerta. Di conseguenza gli abitanti delle odierne bische clandestine non conoscono una "determinazione onesta dei prezzi" e non possono immaginare uno scenario in cui le banche centrali non coprono loro le spalle.

Ma questo è esattamente il motivo per cui uno "shock dei rendimenti" è imminente. Infatti arriverà un cosiddetto cigno nero con una tonalità di arancione però; Il SOTU di Trump potrebbe essere l'ago che l'attuale bolla finanziaria sta cercando dall'8 novembre 2016.

Nell'attuale scenario irreale, non ci vorrà molto per innescare una svendita nel mercato delle obbligazioni che infine farà crollare l'intero castello di carte alimentato dal debito.

In questo contesto, abbiamo anche scommesso sul fatto che il grafico qui sotto non è mai stato visto all'interno della Casa Bianca. A differenza delle fantasie che vengono messe in campo da vecchi dinosauri come Steve Forbes e Stephen Moore, questo grafico parla della vera economia del nostro tempo.

A gennaio 2017 le principali banche centrali stavano risucchiando i titoli dall'offerta delle obbligazioni ad un ritmo annuo di $2,100 miliardi, iniettando uno tsunami di denaro nei casinò azionari che poi è finito in titoli societari, obbligazioni spazzatura, ETF, short vol trade e speculazioni ancora più rischiose.

Ma con la FED che ora sta scaricando il suo bilancio a $20 miliardi al mese, il ritmo di acquisto delle obbligazioni da parte della banca centrale è già sceso a $1,500 miliardi l'anno. Inoltre entro la fine dell'anno questi ultimi diventeranno a malapena $300 miliardi su base annua, dato che la FED aumenta la sua vendita di obbligazioni di $10 miliardi al mese ogni trimestre e, come confermato da un membro di spicco del consiglio della BCE questo fine settimana, la zona Euro la farà finita col QE entro settembre.

In breve, tra un anno il bilancio collettivo delle banche centrali del pianeta si ridurrà per la prima volta nella storia moderna.




Infatti le cattive notizie per le obbligazioni continuano ad arrivare a frotte. L'esuberanza della spesa natalizia da parte delle famiglie statunitensi è stata finanziata al margine da prestiti. Di conseguenza il tasso di risparmio personale segnalato per dicembre era il tasso mensile più basso in 13 anni, e tra i più deboli mai registrati.

Quindi se non saranno le famiglie americane, la FED, la BCE, o anche la PBOC, chi comprerà tutto il debito che il tesoro americano emetterà nel momento in cui le banche centrali smetteranno di schiacciare il loro pulsante "comprare"?

Scommetteremmo su nessuno, soprattutto nessuno sano di mente, o almeno non su un rendimento vicino al 2.72% sul decennale





[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


martedì 20 febbraio 2018

Parapiglia e confusione riguardo la presunta bolla di bitcoin





di Mikayla Novak


Mentre ci prepariamo a stappare le bottiglie di champagne per inaugurare il nuovo anno, possiamo guardarci indietro e dire con certezza che il 2017 è stato l'anno di bitcoin. All'inizio del 2017 il prezzo di un singolo bitcoin era poco meno di $1,000, per poi aumentare rapidamente raggiungendo poco più di $19,000 a metà dicembre. Al momento della stesura di questo articolo, il prezzo unitario di bitcoin è notevolmente diminuito a circa $13,500.

Un aspetto importante, anche se un po' sottovalutato, è che l'interesse finanziario in bitcoin ha contribuito a rafforzare il valore del mercato delle criptovalute, il cui valore aggregato è passato da $18 miliardi all'inizio del 2017 a oltre $500 miliardi.

Un punto ancor meno apprezzato è che l'aumento esponenziale del prezzo di bitcoin è parallelo all'emergere delle criptovalute. Inoltre è grazie al registro dati pubblico e distribuito, noto come blockchain, che le criptovalute sono diventate fenomeni culturali e politici. Ciò si riflette nel livello esuberante dell'interesse mainstream e dei social media nei confronti delle criptovalute; dcosì come l'accresciuta attenzione riservata al bitcoin da parte di banchieri centrali, autorità fiscali e altri attori politici.

Per gli analisti finanziari, i policymaker e i criptoconomi la domanda chiave rimane la stessa: bitcoin è una bolla? I detrattori delle criptovalute hanno perso tempo a proclamare il calo pre-natalizio del prezzo di bitcoin come lo scoppio definitivo della bolla.

Come per la maggior parte delle altre esperienze che riflettono le azioni di innumerevoli persone – o, come si potrebbe dire, "il risultato dell'azione umana, ma non della progettazione centrale" – ci sono fondamentalmente due scuole di pensiero che parlano di come debbano essere interpretati i prezzi di bitcoin. A rischio di semplificare troppo, possono essere suddivise nelle prospettive di tipo statico (neoclassici) e dinamico (economia Austriaca/evolutiva).



Il punto di vista neoclassico

Il punto di vista statico, o neoclassico, ritiene che i mercati degli asset possano subire fluttuazioni dei prezzi relative. Ciò accade quando venditori e acquirenti di diverse classi di asset si adattano alle condizioni economiche mutevoli, politiche e di altro tipo che influiscono sui valori degli asset. Ma in generale, i prezzi degli asset dovrebbero riflettere il valore "fondamentale" dell'asset stesso (essendo esso il valore attuale di tutti i flussi di cassa futuri).

Dal punto di vista statico, un aumento sostenuto dei prezzi degli asset in un determinato periodo di tempo solleva il sospetto che il prezzo dell'asset si stia allontanando dal suo valore fondamentale. Ciò è dovuto a "valutazioni errate", "eccessiva speculazione", "comportamento da pecore" e, pertanto, il prezzo effettivo osservato per bitcoin è anomalo – una vera e propria "bolla" pronta a scoppiare mentre i partecipanti al mercato degli asset tornano ad essere razionali.

La prospettiva alternativa riguardante il recente aumento dei prezzi astronomici di bitcoin proviene da un'alleanza di pensiero tra le tradizioni economiche Austriache e quelle evoluzionistiche. Possiamo definire questa prospettiva, il punto di vista dinamico.



Il punto di vista dinamico

In base all'interpretazione dinamica, i prezzi degli asset si adeguano alle condizioni economiche e ad altre condizioni. Ma la nozione di un valore singolo e fondamentale non è, e non può essere, oggetto di consenso tra venditori eterogenei e acquirenti di criptovalute.

Invece il valore fondamentale di bitcoin e di altre criptovalute non deve essere pienamente noto a tutti i partecipanti ai mercati dei cripto-asset, ma è piuttosto soggetto di una scoperta continua e incessante che è evidente su più livelli. Quello che stiamo vedendo con il prezzo di bitcoin, secondo l'interpretazione dinamica, non è una bolla irrazionale, ma un riflesso della scoperta dei prezzi sovrapposta a, e in buona parte guidata da, una rapida fase di adozione sotto forma di una crescente popolazione di venditori e acquirenti sul mercato.

La migliore rappresentazione di questo punto di vista è fornita da Jason Potts del Blockchain Innovation Hub della RMIT University, il quale spiega che le bolle, nella misura in cui non sono il prodotto dell'intervento statale, sono ciò che stimola energeticamente l'interesse nella crescita a breve termine e in definitiva la maturazione a lungo termine dei mercati degli asset (e molti altri).

Pertanto preoccuparsi del fatto che bitcoin sia o non sia una bolla è uno spreco d'energia. Sembra essere una domanda con una risposta indeterminabile: qual è il valore fondamentale degli asset nel mercato delle criptovalute che sta vivendo una fase di rapida adozione nella sua vita evolutiva?



Una processo di scoperta hayekiana proprio davanti i nostri occhi

È vero che le bolle possono essere "creativamente distruttive" nei confronti di nozioni precedentemente concepite riguardo gli asset economici ma, proprio come le infrastrutture del trasporto di massa, i servizi generali e di conservazione, l'informatica e Internet, le criptovalute e la blockchain possono potenzialmente aprire un percorso per nuovi sentieri precedentemente impossibili da vedere.

Fissarsi sulla domanda se bitcoin sia in bolla non tiene conto del fatto che le persone che affollano i mercati delle criptovalute stanno impegnandosi in una sperimentazione e un processo di apprendimento sociale. Da ciò tutti possiamo potenzialmente trarne vantaggio (anche nel caso peggiore, ma improbabile, che l'economia delle criptovalute finisca nel nulla).

Le criptovalute possono diventare un mezzo di scambio in grado di sfidare le valute legali emesse dallo stato? Bitcoin e le altcoin possono diventare un utile riserva di valore? Possono bitcoin e le altcoin servire come unità di conto? Questi sono i tipi di domande a cui gli esperimenti e gli insegnamenti del trading in bitcoin e in altre criptovalute daranno risposta a tempo debito.

Naturalmente le domande qui esposte sono quelle che coloro che si attengono ad una visione statica – come le banche centrali, le autorità fiscali e le autorità di regolamentazione finanziaria – non vogliono che abbiano una risposta. Questo perché preferiscono i loro modi consolidati di inflazionare, tassare e regolamentare a scapito di processi di mercato aperti che sfidano la loro autorità.

Sarebbe allettante per alcuni stati usare il prezzo del bitcoin per limitare il trading delle criptovalute, ma il costo potenziale di tali azioni punitive potrebbe essere molto consistente in quanto le persone verrebbero escluse dall'opportunità di interfacciarsi con gli altri attraverso queste tecnologie incentrate su una rete globale crecente.

Il prezzo di bitcoin salirà e scenderà sicuramente, come nel caso di qualsiasi altro asset, ma se le criptovalute e la blockchain diventeranno parte della norma, l'ipotesi di Friedrich Hayek secondo cui la scoperta economica decentralizzata spargerà i semi per un coordinamento sociale diffuso, verrà riconfermata ancora una volta.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/