giovedì 26 ottobre 2017

Quanto ci costano le banche centrali?





di Karl-Friedrich Israel


Un argomento classico a favore del denaro fiat controllato dalla banca centrale è il seguente: una merce come l'oro è molto costosa da produrre. Tutte le risorse, il capitale e il lavoro dedicati all'oro per scopi monetari potrebbero essere impiegati altrove, a beneficio della società, se solo avessimo un fiat standard.

Le cose non stanno affatto così. Non avremmo smesso di produrre Champagne solo perché l'acqua frizzante è più economica. Tuttavia, vi è un'innegabile verità alla base. A prima vista sembra che possiamo risparmiare un sacco di risorse con un fiat standard. Davvero?



Contabilità aziendale per le banche centrali

L'euro fornisce un caso di studio appropriato per rispondere a questa domanda. Quanto ci costa produrre l'euro e condurre una politica monetaria illuminata? La Banca Centrale Europea (BCE) è stata fondata nel giugno 1998. Alla fine del 1999 ha impiegato 732 persone a tempo pieno, di cui 55 posizioni manageriali. Alla fine del 2003 questi numeri erano aumentati rispettivamente a 1,213 e 84. Tutti questi dipendenti sono stati assunti con contratti indeterminati. Questa politica è cambiata nel 2004. Alla fine del 2016 la BCE impiegava 3,171 persone a tempo pieno e il costo totale annuo del personale ammontava a circa €467 milioni. I costi del personale sono cresciuti ad un tasso medio annuo del 12.7%. Ma non è finita qui.

I costi amministrativi sono passati da €61 milioni nel 1999 a €414 milioni nel 2016, per un tasso medio annuo del 12%. Un'ulteriore spesa sono i costi per i servizi di produzione di monete e banconote, i quali sono stati aggiunti ai conti annuali nel 2002, anno in cui l'euro è stato introdotto in contanti. Ammontavano a €118 milioni. Successivamente è sceso ed è rimasto sempre al di sotto dei €9 milioni l'anno.

L'ammortamento degli asset a reddito fisso è la quarta voce di spesa contenuta nel conto profitti/perdite della BCE. Nel 2015 è aumentato da €15 a €64 milioni, dal momento che la BCE è entrata nella nuova sede di Francoforte, in Germania. Il nuovo edificio è di proprietà della BCE ed i costi di costruzione ammontano a più di €1.3 miliardi.

È interessante notare che la BCE ha continuato ad affittare gli uffici nel precedente domicilio, l'Eurotower nel centro di Francoforte, che oggi funge da sede del Meccanismo di Vigilanza Unico istituito nel 2014.

Le spese operative totali annuali della BCE sono passate da €132 milioni nel 1999 a €954 milioni nel 2016.




È tutto? Non proprio. Il sistema euro non è interamente gestito dalla BCE. Ogni stato membro ha una propria banca centrale nazionale (BCN). I tre grandi giocatori sono la Banque de France, la Bundesbank tedesca e la Banca d'Italia. Ognuna di queste BCN ha spese operative sostanzialmente maggiori rispetto alla BCE. Ancora più importante, le loro spese non si sono ridotte, nonostante la BCE abbia assunto alcuni dei compiti di politica monetaria per l'unione.

I costi totali della BCN italiana sono in realtà diminuiti tra il 1999 e il 2016. Ciò, comunque, è dovuto innanzitutto a qualche dubbia voce di spesa che troviamo nei suoi conti annuali sotto la voce "altri costi". Tale voce è diminuita da $1,300 milioni a meno di €50 milioni. Dall'altra parte i costi amministrativi e del personale sono aumentati costantemente, per un totale di oltre €620 milioni.

I costi totali della Bundesbank sono rimasti uguali. La Banque de France ha aumentato le spese operative annuali di oltre €450 milioni a partire dalla fondazione della BCE. Quando sommiamo i costi totali di tutte e quattro le istituzioni, osserviamo una chiara tendenza al rialzo con un valore sconnesso nell'anno in cui l'euro è stato introdotto come valuta fisica.




Nel 2016 le spese operative totali della BCE e delle tre BCN di Francia, Germania e Italia ammontavano a quasi €7 miliardi.

Nell'area dell'euro esistono ancora altre 16 BCN. Gli altri stati membri sono Spagna, Portogallo, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Irlanda, Grecia, Austria, Finlandia, Slovenia, Slovacchia, Malta, Cipro, Estonia, Lettonia e Lituania. Ciò ci dà un totale di 20 istituzioni bancarie centrali, tra cui la BCE, che operano all'interno dell'unione monetaria. Nel 2016 le loro spese operative annuali sono state più di €10.6 miliardi.



Mettere i costi in prospettiva

€10.6 miliardi sono tanti, o no? Liberi di giudicarlo i lettori. Ma sembra che non stiamo risparmiando quanto teoricamente prospettato. Facciamo un calcolo a spanne per mettere in prospettiva il risultato.

La prima cosa da notare è che la produzione mondiale dell'oro ha continuato ad aumentare anche dopo la transizione verso un fiat standard. Inoltre le banche centrali sono la fonte di una gran parte della domanda d'oro. Le tre maggiori società di estrazione d'oro, Barrick Gold in Canada, Newmont Mining negli Stati Uniti e AngloGold Ashanti in Sud Africa, hanno coperto più del 14% della produzione mondiale d'oro nel 2016; più del PIL dell'area Euro (circa 11.8% rispetto a quello mondiale). Questi tre giganti hanno prodotto 14.05 milioni di once ad un costo medio di circa $860, cioè, circa €730 l'oncia. Mettendo insieme i numeri, otteniamo costi annuali di quasi €10,3 miliardi, inferiori alle spese operative calcolate per il sistema bancario centrale dell'area Euro.

È ovvio che i costi ed i benefici dei sistemi bancari centrali in un fiat standard debbano "trascurare" la fredda contabilità aziendale. Cosa farebbero tutti gli economisti al soldo delle banche centrali se queste ultime venissero abolite? Dovrebbero adattarsi ad un mercato del lavoro libero.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


4 commenti:

  1. Come dire: operare per una banca centrale è dura, ma è sempre meglio che lavorare.

    R.G.

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  2. le banche centrali ci costano la liberta

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    1. E la libertà non ha prezzo, ma un costo che ognuno valuta in modo diverso.
      Proprio per questo lorsignori non promettono di garantire la libertà, ma promettono la stabilità.
      Millantano sicurezza in cambio di libertà. La piramide di Potere e rendite che ne è derivata è il risultato di quella promessa.
      In realtà, in pochissimi sappiamo quale è il collante (fasullo) e quale lo scopo occulto (la conservazione dello status quo).

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    2. Già, è proprio così. Senza trascurare il fatto che le tre società summenzionate, siano a tutti gli effetti private ed operanti in un ambito concorrenziale e di libero mercato, come afferma l'autrice, cosa ben diversa per la Bce.

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