lunedì 10 luglio 2017

Come la blockchain sta cambiando il mondo dell'arte





di Wassim Bendella


Forse avete sentito parlare di John Myatt, il famoso falsario dietro "la più grande frode nel mondo dell'arte del XX secolo". Myatt riprodusse oltre 200 pezzi d'arte dei pittori più famosi del XIX e XX secolo.

I suoi falsi sembravano così simili agli autentici che gli esperti delle case d'aste li valutarono a prezzi enormi e gli acquirenti furono ingannati. Tali inganni e falsificazioni non sono un caso isolato.

Infatti il 2016 è stato anche etichettato come "l'anno del falso" per la grande quantità di scandali di contraffazione artistica.

Mentre molti considerano la blockchain come una tecnologia dirompente che potrebbe avere un effetto trasformativo sulla nostra economia globale, devo concordare sulla sua versatilità. Devo ancora trovare un settore in cui non avrà un impatto considerevole, e il mondo delle belle arti è uno di quelli che potrebbe sfruttare la blockchain per risolvere alcuni dei suoi problemi.

L'attuale sistema di trasferimento delle opere d'arte soffre di una grande opacità che rende difficile la tracciabilità della provenienza e del movimento degli oggetti d'arte. La maggior parte delle transazioni è registrata ancora su carta, cosa che le espone ad una pletora di rischi – possono essere facilmente persi, distrutti, alterati o rubati.

Qui è dove la blockchain è particolarmente idonea per risolvere questi problemi. Come libro mastro distribuito, può essere utilizzata per fornire una banca dati immutabile e resistente alla censura riguardo i diritti di proprietà.

Infatti molte organizzazioni stanno cercando di sfruttare questa tecnologia nel rilascio di certificati di autenticità.

Una di queste organizzazioni è Verisart, che sta costruendo un registro mondiale permanente e decentralizzato sull'arte ed il collezionismo. La sua applicazione su cellulare può essere utilizzata dagli artisti per generare un certificato di autenticità e dai collezionisti per verificare la provenienza in tempo reale.

Ascribe e Monegraph sono altre startup che sono entrate in questo campo. Ascribe consente agli artisti di generare un certificato di proprietà per ciascuna delle loro creazioni. Ad ogni pezzo è assegnato un ID crittografico univoco da cui è possibile recuperare la sua storia completa.

Gli artisti possono quindi condividere il loro lavoro, ottenere visibilità su Internet ed utilizzare la blockchain per concedere autorizzazioni e generare ricavi.

Per quanto riguarda Monegraph, anch'esso utilizza la blockchain per verificare le risorse digitali. Gli artisti possono presentare l'URL delle loro creazioni online e ricevere un codice sulla blockchain, mentre il valore viene custodito in un wallet Namecoin.

Namecoin è un sistema open source decentralizzato per la registrazione e il trasferimento di chiavi/valori basati sulla tecnologia bitcoin. Utilizzando questo metodo che considera l'arte come una valuta digitale, gli artisti possono custodire i certificati di proprietà delle loro creazioni.

Monegraph, a sua volta, può individuare se una persona illegittima in futuro cercherà di rivendicare la proprietà delle creazioni registrate.

La capacità della blockchain di certificare la provenienza non solo ha attirato nuovi imprenditori, addirittura aziende di servizi come Deloitte hanno espresso il loro interesse per tale tecnologia.

"Il registro distribuito conosciuto come blockchain può tracciare il viaggio delle opere d'arte. Quando questa tecnologia viene utilizzata nel mercato dell'arte, tutti gli eventi nel ciclo di vita di un'opera sono registrati e rintracciabili. L'applicazione riguarda oggi una delle principali preoccupazioni nel mercato dell'arte, vale a dire, la fragile documentazione relativa alla provenienza e ai movimenti di un pezzo", spiega Patrick Laurent, partner e leader tecnologico di Deloitte Luxembourg.

Deloitte ha costruito una piattaforma che consente a chiunque, dagli artisti alle gallerie e ai proprietari, di accedere ad un registro distribuito riguardante la provenienza e la storia degli spostamenti dei pezzi d'arte.

Soprannominato "ArtTracktive", questo concetto di validazione convalida i movimenti sulla chain attraverso un consenso, riducendo così la necessità di chiamare in causa una terza parte.

L'iniziativa mostra come la tecnologia della blockchain possa risolvere le attuali problematiche legate all'autenticità e alla tracciabilità nel mondo dell'arte, andando a registrare la storia completa di un'opera in un ambiente sicuro e disponibile a tutti.





Sebbene la tecnologia della blockchain sia ancora nei suoi primi giorni ed i modelli di business siano ancora in fase di sviluppo, è molto probabile che la blockchain guadagnerà slancio tra quegli artisti che sono interessati ad ottenere un maggiore controllo sul loro lavoro ed essere compensati adeguatamente.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


8 commenti:

  1. Insomma se ho capito bene queste startup ci guadagnano sia da chi crea arte sia da chi l'acquista?
    Ma ancora non esiste chi scopre e promuove (sul serio) il VERO talento artistico.
    Magari forse esiste una startup di questo tipo e non ne sono a conoscenza.

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  2. be se fosse domani un mezzo tramite il quale il fisco avra le opere d arte catalogate, vedra i movimenti ed imporra le tasse? le opere d arte al di fuori delle blockchain non accreditate (dal fisco) saranno ritenute illegali e frutto di evasione, percio sequestrate.

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    1. Provo a spingermi in là con la fantasia: magari ci sarà correlato un ID che ad ogni opera assegnerà la sua propria citadinanza, guarda caso in paesi con tassazione amichevole.

      Provo a ribadire un concetto, che in realtà sfugge anche al sottoscritto, e che ho ribadito più volte: siamo di fronte a sistemi a valore "programmabile".

      Non dico che sarà tutto rosa e fiori, ma che tra le varie sperimentazioni potrebbero uscire quelle vincenti affinché le informazioni siano pubbliche ma i poteri centrali non possano manipolarle.

      In fondo se passassero i sistemi basati su blockchain, includendo anche i paesi con fisco assassino (qualcuno ha detto Italia?), stessa amara sorte toccherebbe ai poteri centrali.
      Se anche solo un centesimo di ricchezza non passasse tramite blockchain i politici sarebbero automaticamente associati all'evasione e altri reati gravi, i magistrati sarebbero costretti a procedere data la natura pubblica delle informazioni (compresa l'assenza di informazione, ovvero "dove avete preso i soldi per la tal cosa?") e soprattutto la gente potrebbe verificare all'istante la discrepanza tra spese ufficiali e non, togliendo il lavoro ai giornalisti cani da guardia del potere.

      La guerra è appena cominciata: fermo restando che non si possa escludere che i sistemi basati su blockchain siano pesantemente sponsorizzati da chi conta, ho nel tempo maturato l'idea che o queste soluzioni funzioneranno oppure scordiamoci il livello di vita che conosciamo: non basteranno oro e argento a pararci il posteriore (provate a fare spesa con i metalli preziosi senza dare nell'occhio in una ipotetica nazione dove le spie venissero ricompensate per soffiate su chi ne disponesse - qualcuno ha detto Italia?).

      R.G.

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    2. Per gdb

      E come si fa a sequestrare una blockchain?

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    3. ma no, l opera d arte non catalogata, non la blockchain :)

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    4. Ciao a tutti. È chiaro che essere scettici è d'obbligo di fronte ad un qualsiasi cambiamento di paradigma. Voglio dire, l'ultima volta che c'è stato è entrato in vigore con tutta la sua prepotenza l'idea dello stato-nazione come parte integrante dell'individuo. Perché ciò che distingue un prigioniero da un incarcerato non solo le sbarre fisiche, bensì quelle mentali (come spesso ci ricorda anche Dna citando The Shawshank Redemption). Il concetto di stato si è insinuato nella mentalità della maggior parte delle persone e ha creato un mondo in cui essere subordinati ad uno stuolo di burocrati è la normalità. La ricerca della libertà è diventata accontentarsi delle briciole.

      Quindi, che possa fallire o meno la rivoluzione delle criptovalute, essa farà apprendere di nuovo alla maggior parte delle persone quale sia il valore della decentralizzazione. Perché qui ciò che attrae veramente è proprio questo, e tale è un motivo in più per diradare parte dello scetticismo.

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