venerdì 28 aprile 2017

E se la nascita di Bitcoin fosse stata impossibile?





di Dan Sanchez


Oggi è l'ottavo compleanno di bitcoin. I fan della moneta digitale possono celebrare questo giorno con maggiore gioia (e forse libagioni costose) dal momento che il suo prezzo ha rotto la soglia dei $1,000.

Il 3 gennaio 2009 venne minato il primo bitcoin. Mentre quella fu la nascita tecnologica di bitcoin, dal punto di vista economico non nacque fino a qualche tempo dopo, quando qualcuno lo accettò come pagamento per una merce o un servizio. Questa fu l'origine del suo valore come mezzo di scambio, il ruolo che rende bitcoin un potenziale strumento che cambierà il mondo.

Alcuni pensavano che tale momento era impossibile, o come minimo problematico. Bitcoin non era mai stato una merce e secondo l'economia Austriaca, il denaro può avere origine solo da una merce utilizzata nel baratto.



L'origine del denaro

Nel XIX secolo Carl Menger, fondatore dell'economia Austriaca, spiegò come il denaro può derivare dal baratto. La sua teoria sfatò il mito prevalente secondo cui il denaro aveva origine da un qualche decreto statale. Il mercato era pienamente in grado di creare denaro senza l'aiuto dello stato.

Secondo Menger, il denaro emerge come una soluzione imprenditoriale ad un problema universale col baratto. È difficile trovare un venditore che abbia esattamente la merce che volete e che voglia la merce che offrite.

Così invece di acquisire solamente beni che voglia usare per sé stesso, un mercante esperto costruirà una riserva di merci che sono altamente "vendibili" o "liquide": vale a dire, che abbiano una vasta e costante domanda e che possano essere facilmente commerciate al loro tasso di cambio di mercato per qualsiasi cosa si voglia acquistare. Accumula queste merci non solo per usarle lui stesso, ma per scambiarle con qualcos'altro.

Come disse successivamente il grande economista Austriaco Ludwig von Mises, tali merci diventano doppiamente di valore perché hanno "valore di scambio" oltre al loro "valore d'uso". Non sono più solo merci, ma "mezzi di scambio." Quando un mezzo di scambio diventa così popolare che è accettato in pagamento praticamente da tutti, si parla di "denaro".

Nel presentare il suo "Teorema della Regressione", Mises spiegò come il valore di una moneta potesse essere tracciato a ritroso nel tempo fino alla prima volta in cui venne utilizzata come mezzo di scambio; e ancora fino a quando era richiesta solo come una merce.



Bitcoin ed il Teorema della Regressione

La nascita, l'esistenza ed il continuo successo di Bitcoin invalidano il Teorema della Regressione di Mises?

No. I fenomeni economici non possono invalidare la teoria economica, così come le misurazioni topografiche non possono invalidare la geometria.

Quando i fenomeni economici e la teoria sembrano non essere d'accordo, ciò può indicare l'inapplicabilità della teoria al fenomeno dato. Giusto per tornare all'analogia della geometria, se le vostre misurazioni di un triangolo non sembrano adattarsi al Teorema di Pitagora, ciò può essere dovuto al fatto che la figura geometrica che si sta misurando non è un triangolo rettangolo, bensì un po' acuto.

Questo è ciò che alcuni critici di bitcoin pensano che accada. Si dice che bitcoin non non sia denaro, e quindi non il tipo di fenomeno a cui fa riferimento il Teorema della Regressione.

Tale posizione è insostenibile, perché, come Mises stesso disse in modo chiaro, il Teorema della Regressione riguarda qualsiasi tipo di mezzo di scambio, e non solo un mezzo di scambio universale (denaro). Quindi se bitcoin è denaro o no, è irrilevante. È certamente usato come mezzo di scambio da alcune persone, anche se non da tutti. E così il Teorema della Regressione si adatta anche a bitcoin.

Quando i fenomeni economici e la teoria sembrano non andare d'accordo, ciò può essere anche dovuto al fraintendimento dei fenomeni in questione. Infatti un apparente disaccordo tra le misurazioni di un triangolo ed il Teorema di Pitagora, può essere dovuto a misurazioni effettuate in modo errato.

Questo è quello che alcuni sostenitori di bitcoin pensano che accada. Si dice che, contrariamente alla percezione comune, bitcoin abbia valore d'uso/merce, e non solo valore monetario/scambio, e quindi la sua esistenza è perfettamente coerente con il Teorema della Regressione. Ad esempio, alcuni dicono che sia la blockchain di bitcoin ad avere valore d'uso.

Tuttavia, la questione non è se bitcoin abbia valore d'uso, ma se il suo valore d'uso "non monetario" sia la prima cosa che gli abbia permesso d'avere un valore di scambio. Tutte le fonti del valore d'uso di bitcoin
  1. non sono indipendenti dal ruolo futuro di bitcoin come mezzo di scambio;
  2. non erano ampiamente e sufficientemente di valore affinché potessero dare da sole a bitcoin una liquidità non trascurabile.



Una questione di teoria, non di storia

La questione non è se l'ascesa di bitcoin come mezzo di scambio sia stata davvero indipendente dal valore iniziale come merce, ma se avesse potuto esserlo in teoria.

Mises scrisse:

[...] Nessuna merce può essere impiegata per la funzione di mezzo di scambio se all'inizio del suo utilizzo per questo scopo, non aveva valore di scambio a causa di altri impieghi. (...) Deve avvenire in questo modo. Nessuno potrà mai avere successo nella costruzione di un caso ipotetico, in cui le cose dovessero verificarsi in un modo diverso.

Tuttavia un caso del genere s'è verificato. Possiamo ipotizzare che il misterioso Satoshi Nakamoto abbia creato bitcoin esclusivamente sulla base dell'aspettativa che un giorno avrebbe avuto valore di scambio. Possiamo ipotizzare che la prima persona a cui egli ha venduto bitcoin in cambio di una merce abbia verificato suddetta ipotesi, perché Nakamoto l'ha convinto delle sue qualità come denaro.

Una volta che queste ipotesi sono verificate, abbiamo un mezzo di scambio che non può essere ricondotto ad una merce. Ciò non si può escludere e l'ipotesi non comporta contraddizioni interne.

Questo ci porta ad una terza possibile spiegazione riguardo la discordanza tra teoria economica e fenomeni: forse la teoria è davvero imperfetta.

Tuttavia qualsiasi imperfezione in una teoria economica può essere dovuta solo ad un ragionamento imperfetto. Un ragionamento imperfetto può portare ad una discordanza tra teoria e fenomeni. E quindi i fenomeni in disaccordo possono essere un suggerimento che la teoria è stata costruita su un ragionamento imperfetto. Ma fenomeni in disaccordo da soli non invalidano la teoria. Danno al teorico l'incentivo a controllare il suo ragionamento. È solo la successiva ed eventuale scoperta di un ragionamento imperfetto che può invalidare un teorema economico.

Allo stesso modo, se uno studente di geometria pensasse tutto ciò riguardo un triangolo rettangolo, ovvero, che la somma dei quadrati dei cateti fosse uguale al cubo (e non al quadrato) dell'ipotenusa, questo falso teorema non potrebbe essere inficiato da misurazioni incoerenti. Queste ultime lo potrebbero a cercare i difetti nel suo ragionamento fallace. Solo l'identificazione di eventuali difetti potrebbe effettivamente invalidare il teorema.



Testare le premesse

Quindi l'esistenza di bitcoin non può e non potrebbe mai invalidare il Teorema della Regressione, o qualsiasi altro teorema economico (la Legge della Domanda, la Legge del Vantaggio Comparato, etc.). Può, tuttavia, spingerci a controllare il nostro ragionamento.

E riflettendoci, possiamo renderci conto che è perfettamente concepibile che una "moneta" crittografica digitale possa essere utilizzata come mezzo di scambio senza mai essere stata una merce. È perfettamente concepibile che tale moneta possa essere domandata in base solo al valore di scambio previsto.

Inoltre non è vero che, come alcuni hanno sostenuto, dovrebbero esistere valutazioni passate in base alle quali potesse essere previsto il valore di scambio futuro. È perfettamente concepibile che la prima persona che abbia scambiato una pizza per Bitcoin, per esempio, avesse una vaga idea che un giorno sarebbe diventato un'unità monetaria di valore, solo sulla base delle tesi di Nakamoto.

Quindi il ragionamento puro invalida il Teorema della Regressione?

No, ma lo modifica invece. Il cuore del Teorema della Regressione è vero ed indispensabile per la teoria economica. Alcuni sostenitori di bitcoin la pensano diversamente, ma solo a causa di un malinteso comune riguardo l'essenza del Teorema.



Il contributo principale

La maggior parte degli appassionati di economia Austriaca mettono troppa enfasi su come termina la regressione nel Teorema della Regressione di Mises (come si risale ad una merce). Ma non è questo che rende il Teorema della Regressione così importante per l'economia. Dopo tutto, non è chiamato Teorema della Regressione Terminale. L'elemento chiave del Teorema non è il capolinea della regressione, ma la regressione in sé.

Mises lo spiegò nel suo libro, L'Azione Umana:

[...] la domanda di un mezzo di scambio è composta da due domande parziali: la domanda dettata dall'intenzione di usarlo nel consumo e nella produzione, e la domanda dettata dall'intenzione di usarlo come mezzo di scambio. Per quanto riguarda la moneta metallica, si parla di domanda industriale e domanda monetaria. Il valore di scambio (potere d'acquisto) di un mezzo di scambio è la risultante dell'effetto cumulativo di entrambe le domande parziali.

La portata di quella domanda dettata dall'uso come mezzo di scambio, dipende dal suo valore di scambio. Questo fatto solleva difficoltà che molti economisti consideravano insolubili, quindi si sono astenuti dal seguire approfonditamente questa linea di ragionamento. È illogico, hanno detto, spiegare il potere d'acquisto del denaro facendo riferimento alla domanda di moneta, e la domanda di moneta facendo riferimento al suo potere d'acquisto.

In breve, il problema si riduce ad un ragionamento apparentemente circolare: "Il valore proviene dall'utilità, la quale proviene dal valore."

Questo problema della circolarità è il motivo per cui, prima del grande contributo di Mises nel libro del 1912, Teoria della moneta e del credito, molti teorici hanno criticato la teoria marginale dell'utilità del valore (e l'economia soggettivista su cui si basava), screditata secondo loro dalla sua applicazione apparentemente problematica al denaro. Il grande contributo di Mises è stato quello di vendicare l'economia soggettivista, rompendo questa circolarità con la sua regressione.

La difficoltà è, tuttavia, solo apparente. Il potere d'acquisto che spieghiamo facendo riferimento ad una domanda specifica, non è lo stesso la cui altezza determina suddetta domanda specifica. Il problema è di concepire la determinazione del potere d'acquisto nel futuro immediato, nel momento imminente. Per la soluzione a questo problema, facciamo riferimento al potere d'acquisto del passato immediato, del momento appena passato. Si tratta di due grandezze distinte. È erroneo opporsi a questo teorema, che può essere chiamato Teorema della Regressione.

L'evoluzione di qualsiasi mezzo di scambio ampiamente utilizzato non può essere compreso senza l'essenza della "regressione temporale" del Teorema della Regressione di Mises. È assolutamente essenziale per una teoria economica basata sul valore soggettivo.

L'aggiunta della "merce capolinea" al Teorema della Regressione era solo un addendum superfluo:

Ma, dicono i critici, questo equivale a spingere indietro il problema. Poiché bisognerebbe ancora spiegare la determinazione del potere d'acquisto di ieri. Se lo si spiega nello stesso modo, facendo riferimento al potere d'acquisto dell'altro ieri, e così via, si scivola in un regressus in infinitum. Questo ragionamento, affermano, non è certo una soluzione completa e logicamente soddisfacente al problema. Ciò che questi critici non riescono a capire, è che la regressione non va indietro all'infinito. Raggiunge un punto in cui la spiegazione è completata e nessuna ulteriore domanda rimane senza risposta. Se tracciamo il potere d'acquisto del denaro, passo dopo passo, arriviamo alla fine al punto in cui ha inizio il servizio della merce in questione come mezzo di scambio. A questo punto il valore di scambio di ieri è determinato esclusivamente dalla domanda non monetaria — industriale — che viene visualizzata solo da chi vuole utilizzare questa merce per altri impieghi diversi da quello come mezzo di scambio.

Questa "merce capolinea" è perfettamente concepibile ed estremamente probabile in quasi tutti i casi. Ma ancora una volta, non è l'unico punto di partenza concepibile. Un altro inizio concepibile, soprattutto in un mondo in cui il denaro è già un fenomeno ben noto, è un valore di scambio totalmente determinato dalla domanda monetaria basata esclusivamente sul "presagio" di un potere d'acquisto futuro. Una volta che viene in essere la storia del potere d'acquisto, bisogna prendere in considerazione il potere d'acquisto passato per spiegare il potere d'acquisto attuale. Ma non deve necessariamente esserci una tale storia affinché possiamo avere un potere d'acquisto iniziale.

Il Teorema della Regressione di Ludwig von Mises è stato uno dei progressi più brillanti e cruciali nella storia dell'economia monetaria. È solo la sua proposizione meramente ausiliaria, riguardo a come la regressione deve terminare, che dev'essere modificata alla luce della concepibilità delle criptovalute digitali.

La proposizione essenziale del Teorema della Regressione è indispensabile ed inossidabile oggi come lo era nel 1912, e come lo sarà nel 3012.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


10 commenti:

  1. La difficoltà sta anche nell'ignoranza delle potenzialità dell'informatica (informazione automatica): essa permette di "creare" mondi un po' come fa il teatro, ma basandosi pur sempre su materia ed energia.
    Se uno di questi mondi nuovi riesce a replicare le caratteristiche di uno vecchio ha già in sé le potenzialità per funzionare.
    E comunque, indipendentemente da tutto, la decisione spetterà agli individui: le masse faranno il resto, quando sarà tardi.

    Riccardo Giuliani

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  2. Mi permetto di vederla diversamente.
    Non discuto il teorema della regressione, che mi pare ovvio, pensando che al capolinea iniziale, al momento zero, i due remotissimi individui che hanno reciprocamente accettato il primo scambio diverso dal baratto abbiano insieme riconosciuto l'appropriatezza dello stesso stringendosi con fiducia la mano o con un sorriso o facendosi l'occhiolino.

    Ma immagino che nel caso della criptovaluta non sia necessario evocare il teorema di Mises in quanto credo che il bitcoin sia stato concepito come replica informatica dell'oro, denaro sonante ed onesto per eccellenza, minabile con difficoltà, non infinito e pertanto non svalutabile da una singola autorità centrale perché decentrato, difficilmente falsificabile e col tempo sempre più diffusamente riconoscibile.

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    1. Ciao Dna.

      Sì, la progettazione del bitcoin affinché replicasse il meccanismo dell'oro è difatti una delle prime cose che vennero sottolineate su questo blog. Proprio perché il gold standard è stato, fino ad ora, il meccanismo di scambio più votato dal libero mercato. Con la preponderanza dello stato negli affari del mercato, la fisicità dell'oro è stata una passività. Infatti i pianificatori centrali hanno sfruttato "questo punto debole" riuscendo a demonetizzare il metallo giallo. Il libero mercato quindi, essendo stato ostacolato dalle interferenze centrali, sta ora riprendendo da dove aveva lasciato, ovvero, dalle scelte individuali che avevano eletto l'oro come standard monetario onesto.

      Le criptovalute non rappresentano altro che il modo in cui il libero mercato riesce a liberarsi dalle pastoie della pianificazione centrale. Il valore d'uso che rende il bitcoin attraente è soprattutto la possibilità che gli individui hanno per far contare di nuovo le proprie scelte. Superare il limite fisico del'oro e scardinare gli ostacoli interposti dalla pianificazione centrale sulla strada del libero mercato, in modo da mettere nelle proprie mani il controllo della società. Con le criptovalute, ed altri avanzamenti tecnologici, gli attori di mercato si riprendono il ruolo centrale che giustamente devono ricoprire.

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    2. "Replica informatica dell'oro"...
      Ho ancora le lacrime agli occhi dopo aver riso mezz'ora...
      Bitcoin è esattamente questo, una volgare "replica", come ci sono "repliche" di Rolex.
      Ed ecco un proliferare di repliche di Bitcoin con i nomi più disparati affacciarsi sul mercato Namecoin, Litecoin, Ethereum, Ripp, e molte altre ne arriveranno in futuro...
      Una gara infinita a chi fa la replica migliore, il tarocco migliore, ma alla fine finiranno tutte nel bidone della spazzatura a differenza dei Rolex autentici.
      È semplicemente demenziale creare una criptovaluta con un sistema che ne garantisca l'autenticità se il giorno seguente se ne creano altre dieci,cento, mille con le stesse caratteristiche, prima o poi tutte queste "repliche" finiranno nell'immondezzaio della storia, ma l'oro, quello vero resterà oro.

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    3. "finiranno nell'immondezzaio della storia, ma l'oro, quello vero resterà oro."

      È quanto si augurano anche molti stati e banche centrali, sempre con la clausola che le persone siano limitatissime nell'uso dei metalli preziosi come denaro.

      Ho idea che all'apice dei fascismi mondiali di prima metà '900 molti avrebbero pagato oro pur di salvare la propria ricchezza e pertanto i propri cari dai sequestri di denaro e di vita.

      Riccardo Giuliani

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  3. Il Teorema della Regressione di Mises e Bitcoin non sono assolutamente in conflitto.
    Il problema non è la non comprensione del fenomeno Bitcoin, ma la non comprensione (anche da parte di economisti esperti) del teorema di Mises.

    La citazione, in parte mostra questa incomprensione:
    "Nessuna merce può essere impiegata per la funzione di mezzo di scambio se all'inizio del suo utilizzo per questo scopo, non aveva valore di scambio a causa di altri impieghi. "

    Su Mises.org c'è una descrizione lievemente differente (probabilmente successiva a quella citata). La descrizione dice solo che una merce per essere usata come moneta deve già avere un valore per chi inizia ad usarla come moneta. Mises elimina, in quella definizione, il richiamo ad "usi precedenti".

    Se io valuto qualche cosa che non ha un vero utilizzo oggi, ne lo aveva ieri (perché non esisteva), ma prevedo che ci sarà un utilizzo in futuro, posso assegnargli un valore.
    Se gli assegno un valore, posso usarla come moneta.

    Inizialmente, il prezzo di Bitcoin era zero (venivano dati per "provare" ad altre persone).
    Però erano scarsi e richiedevano capitale per essere prodotti, di conseguenza abbastanza velocemente la domanda ha cominciato a superare l'offerta a prezzo zero.

    Chi li desiderava, chiaramente, assegnava loro un valore. Chi li vendeva, non ne aveva abbastaza da soddisfare tutti.
    Inizialmente si vendevano per il costo di minarli (0.005 $/BTC), ma ad un certo punto il prezzo ha cominciato a salire (il plus-valore di essere adottati come mezzo di scambio).

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  4. a parte che in un certo senso il bitcoin nasce costruttivamente come denaro, il suo utilizzo maggiore è ancora oggi la speculazione. la gente si tiene l oro fisico, ma specula sui bitcoin come con l oro cartaceo.
    ma il problema è un altro: spesso le idee nascono fuori dal potere, che poi le fa proprie e le cristallizza. gli usi della blockchain sono infiniti. dalla decentralizzazione e la liberta, fino al controllo totale di ogni transazione se (come immagino possibile) si appresta una blockchain levando l anonimato

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  5. La soluzione della discrepanza tra la nascita del Bitcoin e la nascita della "MONETA" sta semplicemente nel fatto che il BitCoin:
    1) NON E' MONETA ma,semmai, è l'equivalente di una VALUTA
    2) Il valore di scambio iniziale di BitCoin E' DERIVATO dall'esistenza di ALTRE VALUTE, ed è valore A DEBITO (chi inizialmente accettava Bitcoin in cambio di merce e servizi dotati di valore commerciale, li accettava A DEBITO, contanto su un FUTURO E POSSIBILE ritorno). Il BitCoin è la versione elettronica della CAMBIALE, ed è un DERIVATO FINANZIARIO. Nulla a che fare con la MONETA.
    Io sono convinto che il Bitcoin abbia avuto il Jump start da gente con molti soldi e molto lungimiranti, che hanno "giocato" la loro scommessa, immettendo nel sistema una quantità sufficiente di valute legali, in modo da far apparire un aumento del valore nominale di scambio del Bitcoin per attirare altri "soggetti" fino a che il "giocattolo" finanziario non si è completamente avviato (con tanto di "supporters" entusiasti che fanno da volano di marketing) ed è iniziata la vera speculazione e il vero enorme guadagno degli "speculatori" iniziali (che non mi stupirei si muovessero in acque torbide).
    Se fosse possibile "comprare" e scambiare la Azioni di Facebook, così come si può fare con il Bitcoin, le azioni di Facebook sarebbero molto meglio adatte per il ruolo di valuta che non il Bitcoin.

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    1. Salve hal novemila.

      Si decida comunque: o bitcoin è una valuta o è una cambiale, non può essere entrambe le cose. Ma al di là di ciò noto una certa confusione nella sua confusione, oltre ad immaginare la natura delle sue idee, soprattutto quando usa una formula senza senso legata al denaro: "a debito". Non è pregiudizio, è esperienza.

      Ma voglio fare lo stesso un tentativo. Innanzitutto, una valuta è tale quando viene emessa. Chi emette bitcoin? In secondo luogo, il rapporto di cambio con le altre valute non sta a significare il valore effettivo del bitcoin. Anzi, più che altro potremmo dire che in virtù di esso, le valute fiat sono quelle che ormai hanno raggiunto la data di scadenza per quanto riguarda la conservazione del proprio potere d'acquisto. Quindi, anche se bitcoin è un asset non produttivo (e per di più immateriale) da questo non segue affatto che il suo straordinario aumento di prezzo sia ingiustificato. Tra l’altro, se fosse ingiustificato, i governi e le banche centrali di sempre più paesi non si affretterebbero a “vietarlo” e “ragolamentarlo” come stanno facendo (cioè: a vietare e regolamentare i punti di scambio e i servizi di custodia centralizzati fra bitcoin e criptovalute, i quali, a differenza di bitcoin, possono essere vietati e regolamentati). Anzi, se va tutto bene siamo solo all’inizio. Al contrario, a essere ingiustificati (nel senso che in assenza di coercizione statale finalizzata al loro sostegno sarebbero molto diversi) sono, fra le altre cose: l’attuale potere d’acquisto del denaro fiat; il livello artificialmente basso degli attuali tassi d’interesse; i corsi azionari e obbligazionari che sono stati influenzati da questi tassi di interesse artificialmente bassi.

      In questa situazione, una moneta come bitcoin rende possibile un’utilità del denaro ‘di riserva’ molto maggiore di quella che questo ha in normali condizioni di mercato. Di conseguenza il suo prezzo ha buone ragioni per continuare a crescere nel lungo periodo. Bitcoin infatti: offre una possibilità di scelta nel settore del denaro; non è arbitrariamente inflazionabile e questo contribuisce ad aumentare il suo potere di acquisto nel tempo; consente il trasferimento di denaro da A a B senza passare per C e senza possibilità di censura/facilità di sorveglianza da parte di D; bitcoin è una forma di denaro non censurabile; consente di mantenere la proprietà del denaro; non consente la riserva frazionaria: un bitcoin può stare nel wallet di Tizio o in quello di Caio, non in tutti e due contemporaneamente; non espone chi lo detiene a rischi di prelievi forzosi, bail in, ecc; è una forma di denaro che, essendo sconnessa dal sistema monetario, bancario e finanziario basato sul sistema banche centrali/denaro fiat, offre una via di fuga dalle crisi cicliche sistemiche prodotte da quel sistema.

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    2. Infine consideriamo anche un altro paio di cose sull'attuale sistema monetario ed economico: le persone sono costrette dallo stato con la minaccia della violenza a usare una forma di denaro arbitrariamente inflazionabile e che quindi perde potere d’acquisto nel tempo; depositando il loro denaro in banca, ne perdono formalmente la proprietà; a causa delle progressive limitazioni all’uso del contante, esse sono sempre più costrette a depositare il loro denaro in banca; tuttavia, dato che le banche ricorrono alla riserva frazionaria (e vi ricorrono in modo estremo grazie alla protezione delle banche centrali e dello stato), esse sono sempre intrinsecamente in bancarotta: in caso di corsa agli sportelli, dovrebbero chiudere; i governi hanno approvato misure che, in caso di manifestazione di questo stato intrinseco di bancarotta, autorizzano il ‘salvataggio’ delle banche col denaro dei correntisti (bail in), i quali, lo ricordiamo, di fatto sono sempre più costretti a depositare il loro denaro in banca; depositando il loro denaro in banca, i correntisti sono inoltre esposti a prelievi forzosi finalizzati a finanziare una macchina parassitaria in continua e inevitabile espansione; sono facilmente e sempre più sorvegliati nelle loro spese, nelle loro donazioni e nei loro guadagni; non hanno ‘vie di fuga’ da crisi cicliche come quella del 2008 (e precedenti fino alla Grande Depressione del ’29) che sono il prodotto diretto dell’espansione artificiale del denaro e del credito da parte delle banche centrali e che sono state ‘curate’ con dosi ancora maggiori dello stesso veleno che le ha prodotte.
      In virtù di ciò, se la "gente con moti soldi e molto lungimirante" ha dato il via ad un progetto in grado di smantellare quanto elencato finora, è praticamente impossibile non sottoscriverlo. E a quanto pare non sono l'unico a pensarla così...

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