venerdì 28 aprile 2017

E se la nascita di Bitcoin fosse stata impossibile?





di Dan Sanchez


Oggi è l'ottavo compleanno di bitcoin. I fan della moneta digitale possono celebrare questo giorno con maggiore gioia (e forse libagioni costose) dal momento che il suo prezzo ha rotto la soglia dei $1,000.

Il 3 gennaio 2009 venne minato il primo bitcoin. Mentre quella fu la nascita tecnologica di bitcoin, dal punto di vista economico non nacque fino a qualche tempo dopo, quando qualcuno lo accettò come pagamento per una merce o un servizio. Questa fu l'origine del suo valore come mezzo di scambio, il ruolo che rende bitcoin un potenziale strumento che cambierà il mondo.

Alcuni pensavano che tale momento era impossibile, o come minimo problematico. Bitcoin non era mai stato una merce e secondo l'economia Austriaca, il denaro può avere origine solo da una merce utilizzata nel baratto.



L'origine del denaro

Nel XIX secolo Carl Menger, fondatore dell'economia Austriaca, spiegò come il denaro può derivare dal baratto. La sua teoria sfatò il mito prevalente secondo cui il denaro aveva origine da un qualche decreto statale. Il mercato era pienamente in grado di creare denaro senza l'aiuto dello stato.

Secondo Menger, il denaro emerge come una soluzione imprenditoriale ad un problema universale col baratto. È difficile trovare un venditore che abbia esattamente la merce che volete e che voglia la merce che offrite.

Così invece di acquisire solamente beni che voglia usare per sé stesso, un mercante esperto costruirà una riserva di merci che sono altamente "vendibili" o "liquide": vale a dire, che abbiano una vasta e costante domanda e che possano essere facilmente commerciate al loro tasso di cambio di mercato per qualsiasi cosa si voglia acquistare. Accumula queste merci non solo per usarle lui stesso, ma per scambiarle con qualcos'altro.

Come disse successivamente il grande economista Austriaco Ludwig von Mises, tali merci diventano doppiamente di valore perché hanno "valore di scambio" oltre al loro "valore d'uso". Non sono più solo merci, ma "mezzi di scambio." Quando un mezzo di scambio diventa così popolare che è accettato in pagamento praticamente da tutti, si parla di "denaro".

Nel presentare il suo "Teorema della Regressione", Mises spiegò come il valore di una moneta potesse essere tracciato a ritroso nel tempo fino alla prima volta in cui venne utilizzata come mezzo di scambio; e ancora fino a quando era richiesta solo come una merce.



Bitcoin ed il Teorema della Regressione

La nascita, l'esistenza ed il continuo successo di Bitcoin invalidano il Teorema della Regressione di Mises?

No. I fenomeni economici non possono invalidare la teoria economica, così come le misurazioni topografiche non possono invalidare la geometria.

Quando i fenomeni economici e la teoria sembrano non essere d'accordo, ciò può indicare l'inapplicabilità della teoria al fenomeno dato. Giusto per tornare all'analogia della geometria, se le vostre misurazioni di un triangolo non sembrano adattarsi al Teorema di Pitagora, ciò può essere dovuto al fatto che la figura geometrica che si sta misurando non è un triangolo rettangolo, bensì un po' acuto.

Questo è ciò che alcuni critici di bitcoin pensano che accada. Si dice che bitcoin non non sia denaro, e quindi non il tipo di fenomeno a cui fa riferimento il Teorema della Regressione.

Tale posizione è insostenibile, perché, come Mises stesso disse in modo chiaro, il Teorema della Regressione riguarda qualsiasi tipo di mezzo di scambio, e non solo un mezzo di scambio universale (denaro). Quindi se bitcoin è denaro o no, è irrilevante. È certamente usato come mezzo di scambio da alcune persone, anche se non da tutti. E così il Teorema della Regressione si adatta anche a bitcoin.

Quando i fenomeni economici e la teoria sembrano non andare d'accordo, ciò può essere anche dovuto al fraintendimento dei fenomeni in questione. Infatti un apparente disaccordo tra le misurazioni di un triangolo ed il Teorema di Pitagora, può essere dovuto a misurazioni effettuate in modo errato.

Questo è quello che alcuni sostenitori di bitcoin pensano che accada. Si dice che, contrariamente alla percezione comune, bitcoin abbia valore d'uso/merce, e non solo valore monetario/scambio, e quindi la sua esistenza è perfettamente coerente con il Teorema della Regressione. Ad esempio, alcuni dicono che sia la blockchain di bitcoin ad avere valore d'uso.

Tuttavia, la questione non è se bitcoin abbia valore d'uso, ma se il suo valore d'uso "non monetario" sia la prima cosa che gli abbia permesso d'avere un valore di scambio. Tutte le fonti del valore d'uso di bitcoin
  1. non sono indipendenti dal ruolo futuro di bitcoin come mezzo di scambio;
  2. non erano ampiamente e sufficientemente di valore affinché potessero dare da sole a bitcoin una liquidità non trascurabile.



Una questione di teoria, non di storia

La questione non è se l'ascesa di bitcoin come mezzo di scambio sia stata davvero indipendente dal valore iniziale come merce, ma se avesse potuto esserlo in teoria.

Mises scrisse:

[...] Nessuna merce può essere impiegata per la funzione di mezzo di scambio se all'inizio del suo utilizzo per questo scopo, non aveva valore di scambio a causa di altri impieghi. (...) Deve avvenire in questo modo. Nessuno potrà mai avere successo nella costruzione di un caso ipotetico, in cui le cose dovessero verificarsi in un modo diverso.

Tuttavia un caso del genere s'è verificato. Possiamo ipotizzare che il misterioso Satoshi Nakamoto abbia creato bitcoin esclusivamente sulla base dell'aspettativa che un giorno avrebbe avuto valore di scambio. Possiamo ipotizzare che la prima persona a cui egli ha venduto bitcoin in cambio di una merce abbia verificato suddetta ipotesi, perché Nakamoto l'ha convinto delle sue qualità come denaro.

Una volta che queste ipotesi sono verificate, abbiamo un mezzo di scambio che non può essere ricondotto ad una merce. Ciò non si può escludere e l'ipotesi non comporta contraddizioni interne.

Questo ci porta ad una terza possibile spiegazione riguardo la discordanza tra teoria economica e fenomeni: forse la teoria è davvero imperfetta.

Tuttavia qualsiasi imperfezione in una teoria economica può essere dovuta solo ad un ragionamento imperfetto. Un ragionamento imperfetto può portare ad una discordanza tra teoria e fenomeni. E quindi i fenomeni in disaccordo possono essere un suggerimento che la teoria è stata costruita su un ragionamento imperfetto. Ma fenomeni in disaccordo da soli non invalidano la teoria. Danno al teorico l'incentivo a controllare il suo ragionamento. È solo la successiva ed eventuale scoperta di un ragionamento imperfetto che può invalidare un teorema economico.

Allo stesso modo, se uno studente di geometria pensasse tutto ciò riguardo un triangolo rettangolo, ovvero, che la somma dei quadrati dei cateti fosse uguale al cubo (e non al quadrato) dell'ipotenusa, questo falso teorema non potrebbe essere inficiato da misurazioni incoerenti. Queste ultime lo potrebbero a cercare i difetti nel suo ragionamento fallace. Solo l'identificazione di eventuali difetti potrebbe effettivamente invalidare il teorema.



Testare le premesse

Quindi l'esistenza di bitcoin non può e non potrebbe mai invalidare il Teorema della Regressione, o qualsiasi altro teorema economico (la Legge della Domanda, la Legge del Vantaggio Comparato, etc.). Può, tuttavia, spingerci a controllare il nostro ragionamento.

E riflettendoci, possiamo renderci conto che è perfettamente concepibile che una "moneta" crittografica digitale possa essere utilizzata come mezzo di scambio senza mai essere stata una merce. È perfettamente concepibile che tale moneta possa essere domandata in base solo al valore di scambio previsto.

Inoltre non è vero che, come alcuni hanno sostenuto, dovrebbero esistere valutazioni passate in base alle quali potesse essere previsto il valore di scambio futuro. È perfettamente concepibile che la prima persona che abbia scambiato una pizza per Bitcoin, per esempio, avesse una vaga idea che un giorno sarebbe diventato un'unità monetaria di valore, solo sulla base delle tesi di Nakamoto.

Quindi il ragionamento puro invalida il Teorema della Regressione?

No, ma lo modifica invece. Il cuore del Teorema della Regressione è vero ed indispensabile per la teoria economica. Alcuni sostenitori di bitcoin la pensano diversamente, ma solo a causa di un malinteso comune riguardo l'essenza del Teorema.



Il contributo principale

La maggior parte degli appassionati di economia Austriaca mettono troppa enfasi su come termina la regressione nel Teorema della Regressione di Mises (come si risale ad una merce). Ma non è questo che rende il Teorema della Regressione così importante per l'economia. Dopo tutto, non è chiamato Teorema della Regressione Terminale. L'elemento chiave del Teorema non è il capolinea della regressione, ma la regressione in sé.

Mises lo spiegò nel suo libro, L'Azione Umana:

[...] la domanda di un mezzo di scambio è composta da due domande parziali: la domanda dettata dall'intenzione di usarlo nel consumo e nella produzione, e la domanda dettata dall'intenzione di usarlo come mezzo di scambio. Per quanto riguarda la moneta metallica, si parla di domanda industriale e domanda monetaria. Il valore di scambio (potere d'acquisto) di un mezzo di scambio è la risultante dell'effetto cumulativo di entrambe le domande parziali.

La portata di quella domanda dettata dall'uso come mezzo di scambio, dipende dal suo valore di scambio. Questo fatto solleva difficoltà che molti economisti consideravano insolubili, quindi si sono astenuti dal seguire approfonditamente questa linea di ragionamento. È illogico, hanno detto, spiegare il potere d'acquisto del denaro facendo riferimento alla domanda di moneta, e la domanda di moneta facendo riferimento al suo potere d'acquisto.

In breve, il problema si riduce ad un ragionamento apparentemente circolare: "Il valore proviene dall'utilità, la quale proviene dal valore."

Questo problema della circolarità è il motivo per cui, prima del grande contributo di Mises nel libro del 1912, Teoria della moneta e del credito, molti teorici hanno criticato la teoria marginale dell'utilità del valore (e l'economia soggettivista su cui si basava), screditata secondo loro dalla sua applicazione apparentemente problematica al denaro. Il grande contributo di Mises è stato quello di vendicare l'economia soggettivista, rompendo questa circolarità con la sua regressione.

La difficoltà è, tuttavia, solo apparente. Il potere d'acquisto che spieghiamo facendo riferimento ad una domanda specifica, non è lo stesso la cui altezza determina suddetta domanda specifica. Il problema è di concepire la determinazione del potere d'acquisto nel futuro immediato, nel momento imminente. Per la soluzione a questo problema, facciamo riferimento al potere d'acquisto del passato immediato, del momento appena passato. Si tratta di due grandezze distinte. È erroneo opporsi a questo teorema, che può essere chiamato Teorema della Regressione.

L'evoluzione di qualsiasi mezzo di scambio ampiamente utilizzato non può essere compreso senza l'essenza della "regressione temporale" del Teorema della Regressione di Mises. È assolutamente essenziale per una teoria economica basata sul valore soggettivo.

L'aggiunta della "merce capolinea" al Teorema della Regressione era solo un addendum superfluo:

Ma, dicono i critici, questo equivale a spingere indietro il problema. Poiché bisognerebbe ancora spiegare la determinazione del potere d'acquisto di ieri. Se lo si spiega nello stesso modo, facendo riferimento al potere d'acquisto dell'altro ieri, e così via, si scivola in un regressus in infinitum. Questo ragionamento, affermano, non è certo una soluzione completa e logicamente soddisfacente al problema. Ciò che questi critici non riescono a capire, è che la regressione non va indietro all'infinito. Raggiunge un punto in cui la spiegazione è completata e nessuna ulteriore domanda rimane senza risposta. Se tracciamo il potere d'acquisto del denaro, passo dopo passo, arriviamo alla fine al punto in cui ha inizio il servizio della merce in questione come mezzo di scambio. A questo punto il valore di scambio di ieri è determinato esclusivamente dalla domanda non monetaria — industriale — che viene visualizzata solo da chi vuole utilizzare questa merce per altri impieghi diversi da quello come mezzo di scambio.

Questa "merce capolinea" è perfettamente concepibile ed estremamente probabile in quasi tutti i casi. Ma ancora una volta, non è l'unico punto di partenza concepibile. Un altro inizio concepibile, soprattutto in un mondo in cui il denaro è già un fenomeno ben noto, è un valore di scambio totalmente determinato dalla domanda monetaria basata esclusivamente sul "presagio" di un potere d'acquisto futuro. Una volta che viene in essere la storia del potere d'acquisto, bisogna prendere in considerazione il potere d'acquisto passato per spiegare il potere d'acquisto attuale. Ma non deve necessariamente esserci una tale storia affinché possiamo avere un potere d'acquisto iniziale.

Il Teorema della Regressione di Ludwig von Mises è stato uno dei progressi più brillanti e cruciali nella storia dell'economia monetaria. È solo la sua proposizione meramente ausiliaria, riguardo a come la regressione deve terminare, che dev'essere modificata alla luce della concepibilità delle criptovalute digitali.

La proposizione essenziale del Teorema della Regressione è indispensabile ed inossidabile oggi come lo era nel 1912, e come lo sarà nel 3012.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


giovedì 27 aprile 2017

Putin: un nazionalista con le armi nucleari





di Gary North


Vladimir Putin è odiato dalla sinistra occidentale. Un esempio rappresentativo è stato l'ultimo discorso di Obama alle Nazioni Unite come presidente degli Stati Uniti, l'incarnazione istituzionale dell'internazionalismo. Ironia della sorte, il suo nome evoca il potere ma in realtà non ce l'ha mai avuto, così come non ce l'ha mai avuto l'ONU.

È odiato da queste persone per una buona ragione: è il nazionalista più potente sulla terra. Governa un paese con armi nucleari. È un nazionalista che non può essere controllato dai neoconservatori e dai progressisti.

Dal 1917 fino al 1991, l'Unione Sovietica è stata internazionalista. Era tirannica, era burocratica ed era a favore della rivoluzione mondiale. Era un impero. E grazie a ciò, i media occidentali chiudevano un occhio nei confronti dell'Unione Sovietica. L'Unione Sovietica era marxista ed il marxismo per le persone di sinistra è sempre stato considerato una filosofia politica legittima.

Putin è cresciuto nel sistema sovietico, ed è stato un funzionario del KGB. Ma, in fondo, era un uomo che aveva visto la scritta sul muro, e quel muro era la parete del nazionalismo russo. Risale alla fondazione della Chiesa ortodossa russa nel X secolo. Ha un nome: Madre Russia. Ha sempre cercato il potere militare.

Putin incarna questa vecchia tradizione nazionalista russa. Comanda anche le seconde forze militari più potenti sulla Terra. I russi sono ancora armati fino ai denti con armi nucleari. Sono l'altra superpotenza.

Abbiamo sentito molto parlare di America come unica superpotenza, ma non è vero. Ogni nazione che ha più di 5,000 missili nucleari è una superpotenza. Quando tale nazione ha missili che possono raggiugnere i loro obiettivi, allora è una superpotenza. E questa è la Russia. Non ci si scherza.



INTERNAZIONALISMO PROGRESSISTA

I russi hanno sostenuto il governo legittimo della Siria. Ciò ha interrotto il tentativo dell'amministrazione Obama di creare un altro stato fallito in Medio Oriente. Questi atti risalgono all'amministrazione di George W. Bush, alla lista delle nazioni che i neoconservatori nell'amministrazione Bush progettavano di invadere e ribaltare. L'ex-comandante della NATO, Wesley Clark, ha descritto molto bene questo punto.

Gli aerei russi hanno rovesciato i piani dei neoconservatori nei confronti del governo legittimo della Siria. I neoconservatori non lo perdoneranno, e i media mainstream, che non sono neoconservatori ma progressisti e favorevoli al NWO, non lo perdoneranno.

Putin è un nazionalista. Il nazionalismo è odiato dai progressisti. Stanno promuovendo il Nuovo Ordine Mondiale sin da quando Woodrow Wilson decise che gli Stati Uniti d'America si sarebbero uniti alla Società delle Nazioni. I progressisti non hanno mai perdonato il Senato degli Stati Uniti, guidato da Henry Cabot Lodge, per non aver ratificato il trattato di pace di Versailles nel 1920. Questo trattato ci avrebbe fatti entrare nella Società delle Nazioni. Ne siamo rimasti fuori.

La Società delle Nazioni sarebbe stata la stessa burocrazia senza denti che sono state le Nazioni Unite sin dal 1945. Non ottenne nulla di significativo, non più di quanto le Nazioni Unite abbiano raggiunto qualcosa di significativo. Ma l'idea dell'internazionalismo affascinava le menti dei progressisti. In ogni caso, ha catturato le menti dei progressisti democratici. Teddy Roosevelt, che era chiaramente un progressista, era un nazionalista. Intitolò il libro della sua campagna elettorale, The New Nationalism (1910), mentre Wilson intitolò il suo, The New Freedom (1912). Almeno entrambi scrissero i loro libri. Non erano coinvolti scrittori ombra.



NAZIONALISMO RADICATO

Gli elettori della Gran Bretagna non hanno votato per lasciare l'Unione Europea per qualcosa che ha fatto Putin. I media liberal stanno ancora cercando di dimostrare che invece sia stata questa la ragione.

La Le Pen è in testa nei sondaggi in Francia. Questo non ha nulla a che fare con Putin.

Inoltre i media liberal vogliono disperatamente trovare una spiegazione per cui una fastidiosa, stridula e banale vecchia abbia perso le elezioni presidenziali USA. Non doveva succedere. Non era nel copione. Era il candidato politico più odiato nella recente storia americana, con l'eccezione di Donald Trump. Lei era così incompetente dal punto di vista politico, e la sua campagna è stata guidata da persone altrettanto incompetenti, che non è riuscita a sconfiggere il candidato politico più odiato nella storia americana. La sua sconfitta indica una sfiducia profonda nei confronti dell'agenda dei progressisti. Ciò significa che la democrazia tanto lodata dai progressisti si sta muovendo verso il populismo nazionalista. Non riescono a digerire questa idea. Significa che le masse non vogliono muoversi verso una maggiore internazionalità.

Il movimento contro l'internazionalismo è un movimento di base. Il movimento conservatore tradizionale è sempre stato nazionalista. I neoconservatori, che hanno cominciato a guadagnare influenza nella seconda metà degli anni '60, si spostarono da New York a Washington, all'interno della Beltway. I neoconservatori avevano un sacco di soldi e hanno sparso in lungo e in largo i loro think tank. Erano moderatamente contrari ai programmi nazionali della Great Society di Lyndon Johnson, ma non erano difensori hard-core dell'ideologia del libero mercato. Erano critici pragmatici della burocrazia di Washington.

I neoconservatori sono sempre stati in sintonia con l'internazionalismo progressista. Vogliono che l'America sorvegli il mondo, in particolare il Medio Oriente. Vogliono che l'America indebolisca i regimi nazionalisti che sono una minaccia per lo Stato di Israele. Questa è la ragione di fondo per quanto riguarda l'interventismo di Putin in Siria. Putin vuole stabilizzare un regime nazionalista regionale che sia formalmente islamico. La Siria è associata coi musulmani sciiti, e quindi è associata con l'Iran. L'Iran è associato con Hezbollah. Hezbollah non è interessato ad un qualsiasi tipo di pace permanente con lo Stato di Israele. Quindi Assad doveva sloggiare. Ma Assad non è sloggiato. Con l'aiuto di armi e truppe russe, sembra in grado di poter vincere la guerra civile. L'America ha appoggiato i suoi avversari, nonostante il fatto che tra di essi ci sono membri dell'ISIS.

Putin rappresenta verbalmente ed istituzionalmente il nazionalismo, e questo è un affronto intollerabile agli occhi dei progressisti democratici. Si tratta di un affronto intollerabile agli occhi del Nuovo Ordine Mondiale. Così i media hanno creato l'immagine di Putin come una sorta di genio oscuro. Ha pestato i piedi alla sinistra, la quale controllava il flusso delle informazioni fino a quando non è apparso il World Wide Web nel 1995. In qualche modo è stato Putin, non gli elettori di base, che ha oscurato le speranze politiche di David Cameron in Gran Bretagna e Hillary Clinton nel Stati Uniti. Non era possibile che gli elettori ne avessero avuto abbastanza dell'internazionalismo progressista. Il Nuovo Ordine Mondiale ha ancora parecchie frecce nel suo arco con cui ammaliare gli elettori di tutto il mondo, ed il NWO non tollera l'idea che la democrazia di massa, che supporta ufficialmente, abbia cominciato a rivoltarsi contro la sua agenda. Ci deve essere una cospirazione dietro a tutto ciò. Ci deve essere qualcuno che ha manipolato questi elettori sensibili. Deve esserci stato qualcuno che li ha confusi, in modo che non si allineassero più tanto docilmente all'agenda dei progressisti. Questi ultimi ritengono che è quello che gli elettori farebbero se comprendessero come stanno davvero i fatti.

La maggioranza degli elettori si sta rivoltando contro il Nuovo Ordine Mondiale. Il discorso di Joe Biden al World Economic Forum di Davos indicava chiaramente come egli avesse perfettamente capito che questo cambiamento è in atto, ma non aveva nessun tipo di agenda plausibile per invertire tale tendenza. Si è solo lamentato.



CONCLUSIONI

L'agenda degli internazionalisti ha raggiunto i limiti dei bilanci nazionali, della competenza militare, dell'accettazione pubblica, e della missione burocratica delle agenzie internazionaliste non elette. Gli internazionalisti sono i cugini ideologici dei socialisti. Sono gravati dalla limitazione con cui Margaret Thatcher definì i socialisti: la loro agenda dipende dal denaro altrui. Quando finisce, il programma socialista finisce. Lo disse esattamente nel momento in cui i socialisti in Gran Bretagna stavano finendo i soldi, e la loro agenda crollò. Thatcher e Reagan sono stati i rappresentanti visibili della fine della strada verso il socialismo. Ma Deng Xiaoping fu l'uomo che seppellì la vecchia agenda in piena vista. Fu Deng che liberalizzò il settore agricolo dell'economia cinese nel 1979, che lanciò il più grande boom economico della storia. I progressisti non lo hanno mai perdonato per questo.

Poi l'Unione Sovietica si suicidò il giorno di Natale del 1991. I comunisti sovietici accoltellarono il progressismo di nuovo. I comunisti abbandonarono pubblicamente l'internazionalismo e scomparvero. Hanno ammesso che l'intero esperimento è stato un flop. Eppure la sinistra poco prima diceva che era un successo. La sinistra non capiva quello che il conservatore Richard Grenier aveva capito: l'URSS era "il Bangladesh con i missili."

Putin è l'erede istituzionale dei comunisti che hanno ucciso il comunismo sovietico. È un nazionalista, è l'incarnazione del nazionalismo. È per questo che i media mainstream odiano Putin. Ecco perché ha guadagnato il mio rispetto, sebbene con riluttanza. Speriamo che Trump sia saggio abbastanza da non cercare di pungolarlo. Putin non detiene la falce e il martello, ma ha il martello: può tagliare il flusso di gas naturale in Europa occidentale, in qualsiasi momento. Gli internazionalisti ed i burocrati del NWO in Europa occidentale, non hanno nulla per contrastarlo. Questo è il motivo per cui Joe Biden non ha menzionato questa minaccia nel suo discorso a Davos. Sa che Putin stringe il martello. Lo fa infuriare, ma non c'è niente che lui potesse fare al riguardo come Vice Presidente, e non c'era niente che Obama potesse fare in veste di Presidente.

Trump ha vinto. La Clinton ha perso. Col tempo i democratici recupereranno il controllo del governo, in risposta alla prossima recessione economica, la forza dell'internazionalismo verrà ridotta drasticamente. I bilanci degli stati sociali del mondo stanno annegando nell'inchiostro rosso, e questo è solo l'inizio. Senza soldi, il che significa senza i soldi degli altri, lo stato sociale va in bancarotta. Ecco dove ci stiamo dirigendo. È per questo che l'agenda del NWO ha raggiunto i suoi limiti.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: https://francescosimoncelli.blogspot.it/


mercoledì 26 aprile 2017

È tempo di tulipani!





di David Stockman


Al culmine della mania olandese dei tulipani, i bulbi venivano venduti a più di 10 volte il reddito annuo di un artigiano ed un esemplare raro di bulbo (Semper Augustus) era scambiato per l'equivalente di 12 acri di terra privilegiata.

Ma dopo essere saliti dell'8X in pochi mesi, la resa dei conti arrivò a febbraio 1637. L'indice dei prezzi dei bulbi di tulipani crollò dove tutto era iniziato a novembre dell'anno prima!




Ci si potrebbe chiedere se anche la nostra mania sia arrivata "a quel punto". Tale questione è particolarmente importante alla luce del fatto che il recente discorso di Trump al Congresso è stato il più fiscalmente irresponsabile sin da quello di LBJ sulle politiche "guns and butter," dimostrando senza ombra di dubbio che lui e la sua squadra non hanno alcun indizio circa gli orribili fatti fiscali in agguato.

Sono del tutto ignari di come stiano finendo in una trappola del debito che darà un taglio non solo al presunto Stimolo Targato Trump, ma a tutti gli ultimi trent'anni di Finanza delle Bolle.

Ma prima di continuare questo discorso, val la pena notare cosa è accaduto durante un recente rally durato sempre da novembre a marzo. Mi riferisco alla mania delle dotcom, e si dà il caso che ci sia una bella simmetria nei numeri col presente.

Tra il 24 ottobre 1999 ed il 22 marzo 2000, il NASDAQ 100 è passato da 2,460 a 4,600 (salendo dell'87%). Dopo questa impennata, ben presto tornò a dove si trovava ad ottobre. Ma il crollo del 2000 non aveva mostrato ancora tutto il suo potenziale — scese di un ulteriore 67% ad ottobre del 2002.

Come l'impennata del NASDAQ del 2000, l'attuale rally targato Trump ha avuto inizio il 2 novembre. Allora il NASDAQ 100 raggiunse il picco poco dopo che la FED rialzò i tassi d'interesse (di nuovo) il 21 marzo. Eppure, come disse la CNN quel giorno, l'azione della FED non era considerata un grosso pericolo per un mercato toro presumibilmente inarrestabile:

Per i mercati finanziari il rialzo dei tassi e il breve annuncio che ne seguì era solo un "non-evento", soprattutto perché Wall Street aveva ampiamente previsto che la FED avrebbe fatto esattamente quello che fece.

Sembrava proprio che non ci fosse alcun cigno nero nel cielo — fino a quando non iniziò improvvisamente un vertiginoso tonfo di due anni di quasi l'85% sin da quel picco.

Questa volta il cigno è arancione e si libra al di sopra del mercato, ma sembra proprio che gli scommettitori di oggi non se ne siano accorti. Mi riferisco al fatto che i robo-trader hanno completamente frainteso lo Stimolo Targato Trump.

I robo-trader — e la restante truppa di unità di carbonio che li imitano — si fidano ciecamente delle parole pronunciate dalle istituzioni. Di conseguenza quando Trumo ha promesso un "grande, grande" taglio fiscale per le imprese, una "riduzione fiscale enorme per la classe media" e anche un disegno di legge concernente le infrastrutture per ricostruire "strade, ponti, aeroporti, ospedali e scuole," i robo-trader hanno preso per buone le sue parole.

Ma non hanno fatto i conti con l'orologio del tetto del debito, il quale ha iniziato a ticchettare il 15 marzo scorso, lasciando le casse del Tesoro USA con circa $200 miliardi.

Ma l'amministrazione Trump ha già sperperato $204 miliardi durante i suoi primi 35 giorni in carica. Questo fatto è apparentemente avvenuto all'insaputa del Presidente, il quale ha twittato la falsità secondo cui aveva già ridotto il debito pubblico di $12 miliardi.

Al contrario!

Il Tesoro degli Stati Uniti sta sanguinando copiosamente inchiostro rosso — nonostante la pretesa comica di Janet Yellen secondo cui l'economia americana sta raggiungendo il nirvana keynesiano della "piena occupazione". Durante i primi quattro mesi dell'anno fiscale 2017, infatti, il debito netto dello Zio Sam è aumentato di $532 miliardi. Ciò equivale ad un tasso annualizzato di $1,300 miliardi.

Dato che il Tesoro USA spende denaro al ritmo di $ 3-4 miliardi al giorno, ha ancora 50-75 giorni prima di esaurire tutto il suo bilancio.

E questo significa che sarà a corto di denaro prima che qualsiasi disegno di legge fiscale possa solo essere scrutato dalla Camera.

I robo-trader di Wall Street non sono programmati rispetto a tutto il processo di bilancio. Il fatto è che nessuno dei componenti dello Stimolo Targato Trump vedrà la luce fino a quando entrambe le camere non si impegneranno in una risoluzione di bilancio per l'anno fiscale 2018.

È solo attraverso una risoluzione di bilancio, che comprenda un piano finanziario globale a lungo termine, che sarà possibile ottenere una "riconciliazione" riguardo il disegno di legge fiscale; e senza il meccanismo parlamentare, la riforma fiscale morirà in un ostruzionismo al Senato gestito dalle lobby che infestano Washington.

Ma ecco il punto. Il ticchettio dell'orologio del tetto del debito interferirà col raggiungimento di un accordo sulla risoluzione di bilancio per l'anno fiscale 2018.

Inoltre, man mano che i media inizieranno a concentrarsi su un Tesoro USA a corto di denaro, si scateneranno i fuochi d'artificio all'interno del GOP i quali faranno pentire lo Speaker Ryan d'aver preso il posto di John Boehner.

I conservatori fiscali chiederanno riforme riguardo i trasferimenti sociali, ma Trump dirà di no. La Casa Bianca di Trump ha abbracciato un piano assolutamente stupido e inutile, e aggiungerà $54 miliardi ai $600 miliardi del bilancio della difesa per l'anno fiscale 2018 da solo — e ha proposto di compensarli con tagli draconiani alle agenzie nazionali e al Dipartimento di Stato/budget per gli aiuti esteri che sono già "morti" al Senato.

Ma ecco la cosa importante. Il tetto a $548 miliardi per le spese per la difesa ed a $518 miliardi per quelle discrezionali extra difesa, sono legge in base al BCA (Budget Control Act).

Non c'è possibilità che un disegno di legge approvato dalla Camera possa alzare le spese per la difesa a più di $600 miliardi, mentre viene tagliato il tetto interno a meno di $500 miliardi. A quel punto ci sarebbe sangue sul pavimento da un capo all'altro di Capitol Hill.

Nel frattempo la cosiddetta "abrogazione e sostituzione" dell'Obamacare sta già creando fratture profonde tra i repubblicani alla Camera, e la cosa peggiorerà progressivamente.

Quello che sta succedendo è che il Freedom Caucus sta capendo quello che ho documentato già da tempo. Vale a dire, che il piano di Ryan per "abrogare e sostituire" è in realtà un Obamacare Lite. Non solo il costo decennale da $7,000 miliardi in base alle regole vigenti non sarà ridotto in alcun modo, ma il piano di Ryan stabilirà in base all'età anche nuovi diritti sociali per crediti d'imposta riguardanti il campo medico.

Nel loro insieme tutte queste battaglie si porteranno dietro il loro prezzo da pagare: vedremo una crisi per la semplice ragione che non ci sarà una maggioranza alla Camera e al Senato per un aumento del tetto del debito.

Forse perché Washington non ha mai affrontato una cosa del genere. Cioè, un debito pubblico da $20,000 miliardi con $10,000 miliardi di più in cantiere nel prossimo decennio, e un team alla Casa Bianca che vuole accumulare migliaia di miliardi di più in inchiostro rosso in cima a suddette cifre.

In una parola, gli algoritmi dietro alla mania delle medie azionarie non riusciranno ad anticipare la tempesta politica che sta soffiando.

Quando arriverà, i robo-trader inizieranno a vomitare uno tsunami di ordini di vendita come mai visto prima d'ora. Quando la tempesta si acquieterà alla fine, ci saranno sicuramente alcuni nuovi grafici che descriveranno il tonfo ottobre-marzo come un'opportunità per incassare i propri soldi.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


martedì 25 aprile 2017

Perché la riserva frazionaria sarebbe limitata in un libero mercato





di Frank Shostak


Il cosiddetto moltiplicatore è il risultato di banche che sono legalmente autorizzate ad utilizzare il denaro presso di loro depositato. Le banche trattano questo tipo di denaro come se fosse stato prestato loro, quindi lo riprestano a loro volta consentendo allo stesso tempo ai depositanti di spendere i soldi depositati.

Per esempio, se John colloca $100 in un deposito a vista presso la Banca Uno, egli non abbandona il suo diritto a ritirare i $100. Ha disponibilità senza vincoli su tale somma.

Tuttavia, dobbiamo anche dire che la Banca Uno presta $50 a Mike. Prestando a Mike $50, la banca crea un deposito da $50 che Mike ora può usare. Ricordate che John ha ancora un credito di $100, mentre Mike ora ha un credito di $50.

Questo tipo di prestito è detto anche riserva frazionaria. La banca ha $100 in contanti e $150 in depositi. La banca detiene pertanto il 66.7% delle riserve in base ai depositi a vista. La banca ha creato $50 "dal nulla", dal momento che questi $50 non sono coperti da denaro contante.

Ora Mike usa i $50 per comprare merci da Tom e lo paga con un assegno. Tom deposita l'assegno presso la sua banca, la Banca Due. Dopo aver ricevuto l'assegno, la Banca Due vedrà un aumento dei contanti pari a $50, da cui potrà trarre vantaggio prestando $25 a Bob.

Come si può vedere, il fatto che le banche facciano uso dei depositi a vista, mentre i titolari dei depositi non rinunciano ai loro crediti, mette in moto il moltiplicatore monetario.

Si potrebbe obiettare che alle persone che depositano i loro soldi in depositi a vista, non importa cosa facciano le banche con tali soldi. Ma se un individuo concede un permesso ad una banca di prestare il proprio denaro, non può aspettarsi allo stesso tempo di utilizzarlo.

Indipendentemente dalla disposizione psicologica delle persone, ciò che conta qui è che gli individui non rinunciano ad utilizzare il denaro depositato che invece viene prestato. Una volta che le banche utilizzano il denaro depositato, si mette in moto un'espansione di denaro "dal nulla".

Anche se la legge consente questo tipo di pratica, da un punto di vista economico produce un risultato simile ad una qualsiasi attività di contraffazione. Infatti genera denaro "dal nulla", cosa che porta ad un consumo che non è coperto dalla produzione, vale a dire, una diluizione del bacino della ricchezza reale.

Il precedente legale a favore della riserva frazionaria è riconducibile al processo Carr v. Carr nell'Inghilterra del 1811, in cui i giudici stabilirono la legittimità della riserva frazionaria. Legalità ed economia, in questo caso, non vanno d'accordo.

Secondo Mises:

Si è soliti considerare i depositi, che possono essere ritirati in qualsiasi momento in cambio di banconote o assegni, come un tipo di transazione di credito e dal punto di vista giuridico questo punto di vista è giustificato; ma dal punto di vista economico non è una transazione di credito. [...] Un depositante di una somma di denaro che acquisisce in cambio un credito convertibile in denaro in qualsiasi momento, non ha scambiato alcun bene presente per un bene futuro. Il credito che ha acquisito rappresenta un bene presente per lui. Il deposito di denaro non significa affatto che egli abbia rinunciato al suo uso.[1]

Allo stesso modo, Rothbard sosteneva:

In questo senso, un deposito a vista, mentre dal punto di vista legale è designato come credito, è in realtà un bene presente — un credito per un bene presente che è simile ad una transazione di comodato, in cui il custode si impegna a rimborsare il biglietto in qualsiasi momento.[2]



Perché un mercato senza ostacoli limiterebbe la riserva frazionaria

In un'economia di mercato veramente libera, la probabilità che le banche praticherebbero la riserva frazionaria tenderebbe ad essere molto bassa. Se una banca cercasse di praticarla, correrebbe il rischio di non essere in grado di onorare i propri assegni. Per esempio, se la Banca Uno prestasse $50 a Mike in base a $100 depositati da John, correrebbe il rischio di andare in bancarotta. Perché? Diciamo che John e Mike decidano di esercitare i loro diritti di credito. Diciamo anche che John acquisti merce per $100 da Tom, mentre Mike acquisti merce per $50 da Jerry. Sia John che Mike pagano la merce con assegni in base ai loro depositi presso la Banca Uno.

Ora Tom e Jerry depositano gli assegni ricevuti da John e Mike presso la propria banca — la Banca Due, la quale è una concorrente della Banca Uno. La Banca Due, a sua volta, presenta questi assegni alla Banca Uno e chiederà denaro in cambio. Tuttavia la Banca Uno ha solo $100 in contanti — ed è a corto di $50. Di conseguenza la Banca Uno corre il rischio di andare in bancarotta, a meno che non riesca a mobilitare rapidamente il denaro vendendo alcuni dei suoi asset o prendendo in prestito.

Il fatto che le banche debbano onorare i loro assegni risulterebbe un deterrente sufficiente contro la riserva frazionaria in un'economia di libero mercato.

Inoltre bisogna rendersi conto che si tenderebbe a "cogliere nel sacco" chiunque pratichi la riserva frazionaria, in quanto vi sarebbero molte banche in competizione. All'aumentare del numero delle banche e al diminuire del numero di clienti per banca, salirebbe anche la possibilità che i clienti spendano soldi presso attività di individui che sono affiliati con altre banche. Questo a sua volta farebbe salire il rischio di non poter onorare gli assegni, qualora una banca volesse iniziare a praticare la riserva frazionaria.

Al contrario, al diminuire del numero di banche concorrenti, cioè all'aumentare del numero di clienti per banca, diminuirebbe anche la probabilità che le banche possano essere "colte nel sacco" a praticare la riserva frazionaria. Nel caso estremo in cui esistesse solo una banca, potrebbe praticare la riserva frazionaria senza alcun timore d'essere "colta nel sacco".

Così, se Tom e Jerry sono anch'essi clienti della Banca Uno, una volta che depositano i loro assegni ricevuti da John e Mike, la proprietà dei depositi verrebbe trasferita da John e Mike a Tom e Jerry. Questo trasferimento di proprietà, tuttavia, non causerebbe alcun effetto alla Banca Uno.

Possiamo quindi concludere che in un libero mercato, se una banca particolare cercasse di espandere il credito praticando la riserva frazionaria, correrebbe il rischio di essere "colta nel sacco". Quindi in un'economia veramente libera, la minaccia di fallimento farebbe scendere al minimo la pratica della riserva frazionaria.



Banca Centrale e riserva frazionaria

Mentre in un libero mercato la pratica della riserva frazionaria tenderebbe ad essere minima, questo non è il caso con l'esistenza di una banca centrale.

Per mezzo della politica monetaria, etichettata anche come gestione delle riserve del sistema bancario, la banca centrale sostiene l'esistenza della riserva frazionaria e quindi la creazione di denaro "dal nulla".

Il sistema bancario moderno può essere visto come un'enorme monopolio guidato e coordinato dalla banca centrale. Le banche in questo contesto possono essere considerate come filiali della banca centrale. L'intero ​​sistema bancario commerciale può essere considerato a tutti gli effetti come un'unica gigantesca banca. (Come abbiamo visto, in un monopolio si può praticare la riserva frazionaria senza correre il rischio di essere "colti nel sacco".)

Attraverso la gestione monetaria, vale a dire, il pompaggio monetario, la banca centrale fa in modo che tutte le banche possano impegnarsi congiuntamente nell'espansione del credito "dal nulla" attraverso la pratica della riserva frazionaria. L'espansione congiunta, a sua volta, garantisce che gli assegni presentati per il rimborso tra banca e banca risultino coperti.

Per mezzo di iniezioni monetarie, la banca centrale fa in modo che il sistema bancario commerciale abbia "liquidità a sufficienza", cosicché le banche non andranno in bancarotta l'un l'altra.

Ogni volta che la FED inietta denaro nel sistema, questo si tradurrà in un aumento di un deposito di una banca particolare. Quest'ultima, in base alla sua strategia di portfolio, deciderà quanto ne presterà e quanto ne deterrà in riserve. (Anche nel sistema bancario moderno, le banche commerciali dovrebbero detenere una certa quantità di riserve al fine di saldare le transazioni.)

Se una banca decide di tenere il 20% delle riserve dopo il nuovo aumento dei depositi, allora presterà l'80% di questi nuovi depositi.

Ad esempio, a seguito di iniezioni monetarie della FED, i depositi della Banca Uno aumenterebbero di $1 miliardo e la banca presterebbe $800 milioni, mentre il resto lo terrebbe in riserve. Supponiamo che i mutuatari degli $800 milioni acquistino merci da individui aventi depositi con la Banca Due, la quale a sua volta presenterebbe gli assegni alla Banca Uno. Dal momento che quest'ultima ha in suo possesso $1 miliardo, non avrebbe alcun problema a saldare gli assegni.

Si consideri, però, il caso in cui Bob deposita $100 nella Banca Uno. Quest'ultima decide di prestarne l'80% a Mike, mentre il resto lo terrebbe in riserve di liquidità. Emergerebbe un problema se Bob e Mike decidessero di ritirare i loro soldi. Allora ci sarebbe il rischio che la Banca Uno non sarebbe in grado di onorare i suoi assegni. Nel caso di un tale evento, la FED sarebbe pronta a fornire alla Banca Uno un prestito per evitarne il fallimento. (Inoltre, facendo in modo che il sistema bancario commerciale abbia abbastanza soldi, la banca centrale permette alle banche in difficoltà di onorare i propri assegni prendendo in prestito nel cosiddetto mercato monetario.)

Si noti inoltre che la riserva frazionaria è intrinsecamente instabile. La struttura temporale degli attivi bancari è più lunga rispetto alla struttura temporale delle sue passività. I depositi a vista delle banche — passività — sono dovuti immediatamente, su richiesta, mentre i suoi prestiti ai mutuatari si estendono per un periodo di tempo più lungo. (Si noti che la presenza della banca centrale incoraggia le banche a finanziare attività a lungo termine con denaro a breve termine, rischiando di finire in tal modo in difficoltà finanziarie una volta che i tassi d'interesse a breve termine salgono al di sopra dei tassi d'interesse a lungo termine).

Secondo Rothbard:

Una banca è sempre intrinsecamente in bancarotta; e ci finirebbe se i suoi depositanti capissero che il denaro che credono a loro disposizione su richiesta, in realtà non c'è.[3]

Infine, non solo la riserva frazionaria dà luogo all'inflazione monetaria, è anche responsabile per la deflazione monetaria. Dato che le banche per mezzo della riserva frazionaria generano denaro "dal nulla", ogni volta che non rinnovano i prestiti in realtà danno luogo alla scomparsa del denaro.

Questo in contrasto con il prestito di denaro reale, che non può mai sparire fisicamente a meno che non venga distrutto. Così, quando John presta i suoi $50 a Mike mediante la Banca Uno, i $50 vengono trasferiti da John a Mike. Il giorno della scadenza del prestito, Mike trasferisce alla Banca Uno i $50 più gli interessi. La banca, a sua volta, trasferisce i $50 più gli interessi (rettificati alle spese bancarie) a John — senza che ci sia scomparsa di denaro.

Se la Banca Uno pratica la riserva frazionaria, allora presta $50 a Mike "dal nulla". Il giorno della scadenza, quando Mike ripaga i $50, il denaro torna alla banca, il creatore originale di questo denaro vuoto, vale a dire, il denaro scompare dall'economia, o svanisce "nel nulla."


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Ludwig von Mises, The Theory of Money and Credit (Indianapolis, Ind: Liberty Classics, 1980), pp. 300–01.

[2] Murray N. Rothbard, "Austrian Definitions of the Supply of Money," in New Directions in Austrian Economics, ed. Louis M. Spadaro (Kansas City: Sheed Andrews and McMeel, 1978), p. 148.

[3] Murray N. Rothbard, The Mystery of Banking (Auburn, Ala.: Mises Institute, 2008), p. 99.

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lunedì 24 aprile 2017

Sprofondare nel fascismo





di Alasdair Macleod


La maggior parte delle persone considera gli stati e le loro banche centrali come un bene per la società. Le crisi finanziarie sono quindi affibbiate ad errori del capitalismo e la gente crede che i nostri leader facciano del loro meglio per raccogliere i cocci che si lascia dietro il mercato, perché sono eletti per promuovere il bene comune.

La realtà è molto diversa, con gli stati che non agiscono nell'interesse dei loro elettori, ma nell'interesse della conservazione dell'amministrazione. E la dimensione dell'amministrazione è proporzionale al suo grado di controllo sulle persone, ed il suo peso sulla gente comune cresce sempre di più con l'intervento e la micro-gestione.

Lo scopo dello stato è il possesso di tutta la proprietà privata, cioè, il comunismo, o il controllo su ciò che le persone fanno con la loro proprietà, cioè, il fascismo. Con il comunismo ormai screditato, il mondo si sta muovendo inesorabilmente verso quest'ultimo. Ogni azienda è regolamentata in un modo o nell'altro, e la libertà economica viene progressivamente limitata da normative sempre più severe.

Dal punto di vista dello stato, la mancanza di controllo sulle attività private rappresenta un rischio per esso stesso ed i suoi obiettivi. Tanto più le persone vengono direzionate nelle loro azioni, più certa sarà la sicurezza dello stato. Questa è una cosa che riscontriamo nel tentativo di rimuovere il denaro contante dalla circolazione, perché l'uso del contante non può essere controllato. Può essere utilizzato per attività al di là del controllo dello stato, può essere utilizzato per eludere il pagamento delle tasse, e può essere utilizzato per indebolire la solvibilità di una banca. Molte persone potrebbero pensare che questa sia una tendenza solo nelle nazioni avanzate, ma è altrettanto vera nelle economie emergenti, come dimostra la recente esperienza in India.

Purtroppo per i cittadini indiani, la goffaggine dello stato indiano nel vietare le banconote da 500 e 1,000 rupie porterà ad una crisi economica e finanziaria. Guardando al lato positivo, potrebbe portare al crollo del governo di Modi. Se ciò accadesse, potrebbe scoraggiare altri stati nel voler usare la stessa medicina e perseguire obiettivi analoghi.

Un osservatore imparziale deve chiedersi: che cosa ha spinto Modi ad essere così stupido? Per capire la motivazione degli stati nei paesi emergenti, è importante rendersi conto che sono diventati economie a due velocità. La prima è la città moderna, la quale richiede infrastrutture costose. I grattacieli stanno spuntando ovunque, le aziende internazionali stanno piantando uffici in ogni dove, e una élite è stata istruita e qualificata per ricoprire il ruolo di commercialisti, avvocati, banchieri, e tutte quelle abilità delle economie delle nazioni avanzate. Questi sviluppi positivi producono entrate fiscali per gli stati, insieme alle spese. Soprattutto alimentano il desiderio dei politici per ulteriori sviluppi, che la gente li voglia o meno. E la loro attenzione si sta spostando sulle attività del settore privato, che usa denaro contante, è diffidente delle banche e tenta di eludere le tasse.

Anche in città come Kuala Lumpur vi è una sottoclasse di trading in cui vi partecipa la maggior parte della popolazione. Includere queste attività nella rete statistica e fiscale rafforzerebbe il PIL della Malesia e le entrate fiscali del governo. Lo stesso vale per tutti coloro al di fuori delle grandi città. L'Indonesia ha 250 milioni di persone, la maggior parte delle quali non usa il sistema bancario, cerca di eludere le tasse, e le cui attività non sono registrate. La banca centrale indonesiana sta progettando di farla finita con tutti i contanti entro cinque anni. I guadagni attesi per lo stato sono evidenti, e si può capire perché i politici favoriranno la diffusione della tecnologia finanziaria, come ad esempio il mobile banking, per raggiungere questi obiettivi.

Il denaro contante è solo un aspetto del controllo dello stato sui suoi cittadini. Le tasse sono un altro. Secondo un rapporto di Ernst & Young, alcuni governi "stanno studiando i benefici incalcolabili di digitalizzare i loro sistemi fiscali". Ciò significherebbe la distribuzione di un software che calcola automaticamente le tasse dovute. Il Brasile, a quanto pare, sta facendo da apripista, con un sistema di software digitale che accede ai conti bancari di una società, ne scruta i movimenti finanziari, le fatture e le vendite giornaliere per calcolare le imposte che diventano immediatamente esigibili. E non si tratta solo delle aziende, perché anche gli individui sono sempre più soggetti a questa intrusione. Il risultato in Brasile è stato un gettito fiscale aumentato di circa il 12.5% annuo, senza alcun aumento delle aliquote fiscali.

Sembra che tutti i paesi si stiano dirigendo verso questa strada digitale. E quando qualcuno obietta per la perdita di libertà personale, la risposta è prevedibile: la gente deve pagare la sua giusta quota di tasse, e l'evasione e l'elusione fiscale devono essere fermate nell'interesse del contribuente onesto. Si tratta essenzialmente della tesi utilizzata da Modi per giustificare il divieto delle banconote, secondo cui possono essere utilizzate nel mercato nero e servono ad eludere la tassazione. Dimenticate ogni discussione sulla libertà personale, sulla violazione dei diritti personali, o sui benefici economici della concorrenza fiscale.

Ciò che è particolarmente preoccupante per quanto riguarda l'individuo, è il modo in cui le nazioni sembrano agire sotto forma di un super-stato non eletto. Sicuramente non è un caso se diversi paesi indipendenti perseguano lo stesso obiettivo, vietare il denaro contante, e lavorino su piani per automatizzare la riscossione delle imposte. Un componente esecutivo vitale, che scambia le informazioni a livello internazionale, è la sicurezza interna, dove ogni mossa degli individui viene sempre più monitorata da video e telecamere. Ulteriori tracciamenti li ritroviamo nei sistemi di pagamento, comprese le biglietterie dei mezzi di trasporto pubblico ed i telefoni cellulari. Il monitoraggio a fini protettivi è stato migliorato e giustificato a causa della necessità di controllare e assicurare alla giustizia i cattivi, come i molestatori di bambini. Possiamo aspettarci più mosse per semplificare l'estradizione, non solo per i pedofili, ma per chiunque ritenuto una minaccia dallo stato.

Siamo già abituati al controllo statale dell'interesse che paghiamo e riceviamo sul nostro denaro. Vietare i contanti aumenta la profondità di questo controllo, con il risparmio ed i depositi tassati attraverso i tassi d'interesse negativi. Il super-stato, agendo mediante le sue banche centrali, si coordina grazie alle politiche dei tassi d'interesse. Il quantitative easing, il controllo diretto sui prezzi delle obbligazioni attraverso il loro acquisto da parte delle banche centrali, riduce il rischio che il mercato possa sfidare le politiche delle stesse banche centrali, almeno nel breve termine.

Il mondo occidentale sta percorrendo la strada del socialismo nazionale, e poiché il viaggio è passato perlopiù inosservato, è successo con il minimo disturbo civile. Ex-comunisti e socialisti marxisti ora appoggiano pienamente il fascismo senza rendersene conto. È ironico che il mondo abbia combattuto una guerra settant'anni fa contro il fascismo, ma ora stiamo effettivamente attuando la stessa ideologia. Ma non possiamo dire che c'è un piano fascista ai massimi livelli. Più probabilmente politici e funzionari pubblici sono inconsapevoli che i loro tentativi, perlopiù onesti, di proteggerci dalle minacce reali e immaginarie, equivalgono in ultima analisi alla stessa cosa.

Alla fine gli stati si auto-distruggeranno seguendo queste scelte politiche ed economiche, perché gli stati ed i loro esperti si illudono di capire l'economia. Non vogliono capire le ragioni per le quali il libero mercato conduce alla prosperità economica senza l'interferenza dello stato, e perché la micro-gestione statale finisce sempre in lacrime. Di conseguenza non vedono il rischio insito nel dominio statalista, perché non proviene dagli individui, ma dagli stati stessi. Vietare il denaro contante accelererà quasi certamente il declino del potere d'acquisto della moneta elettronica, perché il suo rifiuto da parte degli attori di mercato può essere istantaneo.

Basta guardare come va in India. Confrontate il potenziale dell'inflazione dei prezzi in un'economia senza contanti con le inflazioni di Weimar o dello Zimbabwe, quando i contanti in genere devono essere guadagnati prima che spesi. Rudolf Havenstein, presidente della Reichsbank nei primi anni '20, arroventò la stampante monetaria ventiquattro ore al giorno per soddisfare una crescente carenza di liquidità. Oggi non solo l'accesso al denaro è immediato, ma anche al credito. Il crollo della valuta potrebbe rappresentare la più grande minaccia al socialismo nazionale. Durante un crollo della valuta, le passività di uno stato salirebbero insieme a tutte le altre. La crescente domanda di finanziare gli oneri statali distruggerebbe la ricchezza su cui si basano le entrate fiscali future. Un'economia prospera è quella in cui gli individui conservano ed investono il loro patrimonio produttivo, come l'esperienza ha dimostrato. Forse Donald Trump lo capisce, ma riuscirà a resistere alle forze a lui avverse?

Abbiamo imparato dalla Brexit che qualsiasi guadagno derivante dai piani statalisti sarà temporaneo, in quanto l'establishment ha semplicemente sostituito David Cameron con un ex-ministro degli interni che ha supervisionato la più grande perdita di libertà personale in Gran Bretagna fino ad oggi. A parte il dibattito sulla Brexit, è tutto come al solito, con un governo britannico che continua a stringere il suo controllo sull'uso del contante, a coordinare le informazioni per migliorare la riscossione delle imposte ed a erodere la privacy sugli affari personali.

In Eurolandia senza dubbio ci sarà una disintegrazione economica e finanziaria, e forse la distruzione della moneta unica che verrà sostituita dalle valute nazionali precedenti, molte delle quali si auto-distruggeranno ancor più velocemente. Ribellandosi contro lo status quo, gli elettori italiani, francesi, spagnoli e olandesi si limiteranno ad intensificare la pressione per il controllo dello stato, poiché i politici difenderanno il punto di vista secondo cui l'Unione Europea deve sopravvivere a tutte le sfide, anche se la gente comune s'impoverirà nel processo.

È, tuttavia, non meno di quello che sarebbe successo se i fascisti non avessero perso la seconda guerra mondiale.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


venerdì 21 aprile 2017

La miccia ed il barilotto europeo di polvere da sparo





di Francesco Simoncelli


È notizia di questi giorni che le famiglie italiane hanno visto aumentare sistematicamente e progressivamente il loro indebitamento netto. L'euforia scatenata dalla stampante monetaria dello zio Mario ha spinto gli individui sulla passerella del debito, ma se guardano di sotto ciò che vedono è un branco di pescecani pronti a sbranarli. Come può essere altrimenti quando l'indebitamento delle famiglie italiane, ad esempio, è arrivato a circa €20,000? Solo due anni prima questo numero era il 5% più basso. Il punto paradossale di questo discorso è che la maggior parte delle famiglie è scesa ancor di più nel debito per pagare le proprie pendenze col fisco italiano. Questo vuol dire che il denaro preso in prestito non è stato utilizzato per finanziare attività che in futuro avrebbero potuto portare ad un miglioramento delle condizioni economiche dei contribuenti e del paese in generale. No, è finito nelle fauci voraci di un'attività che distrugge ricchezza e lentamente porta all'esaurimento il bacino della ricchezza reale.

Non è un caso se la produzione industriale italiana è calata del 2.3% a gennaio rispetto al mese precedente, e stiamo parlando della peggiore performance sin dal gennaio 2012. Questo a fronte di uno stato che nel corso del tempo è diventato sempre più preponderante. Infatti debito pubblico e spesa pubblica hanno continuato a sottrarre risorse economiche scarse alle attività produttive, rendendo ancor più difficoltoso per la piccola/media impresa trovare una strategia per riprendersi.





Non sorprende quindi se, ancora oggi, la ripresa economica latita dai radar e quello che abbiamo invece è una manna prevalentemente nei casinò azionari del mondo. Inizialmente le banche centrali credevano di aiutare sia i centri finanziari sia il resto dell'economia più ampia attraverso il cosiddetto "effetto ricchezza a cascata". ciò non ha fatto altro che creare una speculazione rampante negli indici azionari e nel mondo delle obbligazioni sovrane, lasciando col cerino in mano l'economia più ampia. Le grandi aziende che hanno potuto accedere al denaro di nuova creazione hanno prevalentemente investito suddetto denaro in ingegneria finanziaria, assorbendo di conseguenza risorse economiche e capitale umano. Ciò ha sfoggiato quei bip sul monitor di un moribondo, facendo festeggiare le banche centrali per aver risvegliato l'occupazione ed il commercio.

Invece l'abbassamento artificiale del prezzo più importante del capitalismo, ovvero, il tasso d'interesse, ha permesso a determinate attività d'accedere al bacino della ricchezza reale, abbeverarsi alla sua fonte e non creare nulla in cambio. Ecco perché le grandi aziende hanno dovuto ricorrere, ad esempio, al riacquisto di azioni proprie per mantenersi in piedi. Ecco perché Poste Italiane, ad esempio, ha lanciato la sua IPO nel 2015 in modo da entrare nel casinò azionario. Ecco perché Unicredit, ad esempio, vorrebbe fondersi con Generali, tecnica utilizzata per far apparire più appetibile al mercato due entità che sono economicamente marce.




In questo modo gli zombie economici mangiano ciò che resta di una determinazione onesta dei prezzi nei mercati, favorendo l'emersione di un caos economico che alla fine fagociterà tutta questa tossicità. Ma non bisogna dimenticare l'origine di suddetta tossicità, perché ciò che è stato finora elencato rappresenta solo la rosa degli effetti: il settore bancario centrale ed il suo monopolio sul denaro. L'importanza del denaro e del suo prezzo all'interno di un'economia di mercato è cruciale, perché esso coordina la produzione ed il consumo, permette agli attori di mercato di scegliere tra investimenti e risparmi, facilita lo scambio delle merci, ecc. Queste caratteristiche sono alla base di una moneta sonante, la cui stabilità agevola un flusso di scambi quanto più veloce possibile e permette agli attori di mercato di aumentare il grado di specializzazione delle loro arti.

In caso di crisi, le informazioni tra gli attori di mercato viaggiano più pulite e si riflettono nei fondamentali di mercato. Il fatto di essere incontaminati permette agli attori di mercato di aggiustarsi prontamente alle nuove condizioni di mercato, alleviando il dolore economico in modo significativo. Nel mondo attuale, invece, dove il denaro è corrotto dalle manipolazioni centrali da parte dei banchieri centrali, i fondamentali a loro volta non riflettono più informazioni reali e di conseguenza gli attori di mercato trovano parecchie difficoltà a coordinarsi per uscire dalla flessione economica. Ecco perché ancora oggi abbiamo una realtà economica in perenne stagnazione, mentre lo scoordinamento degli attori economici fa levitare i prezzi al consumo. Tale fenomeno infatti è la nemesi dei keynesiani, ciononostante è quello che abbiamo sotto i nostri occhi e ci sta urlando praticamente in faccia "errori economici dietro ogni angolo". La persistenza di suddetti errori non fa altro che acuire una situazione che finirà col ritorcersi contro i cosiddetti pianificatori monetari centrali.

È qui che al giorno d'oggi sono finite le banche centrali. Dopo aver inaugurato le cosiddette politiche non convenzionali per "combattere" la crisi economica, hanno creato un mercato dipendente da dosi crescenti di credito a buon mercato. Perché? Perché la loro sopravvivenza non dipende più dalle scelte di mercato, ma dalla loro capacità di accedere al denaro creato ex novo e parassitare il bacino della ricchezza reale. Le banche centrali, in quanto cartello, hanno creato una vasta rete di clientelismo che all'inizio credevano avrebbero schermato il loro potere dalla pulizia di mercato, ma ora si stanno accorgendo che tale rete s'è incancrenita e farà crollare il loro castello di cartastraccia.

La baldanza con cui venne inaugurato l'euro s'è lentamente arenata sulle sabbie della crisi economica, la quale sta rappresentando una grossa gatta da pelare per i presunti poteri onniscienti dei banchieri centrali. Alla fine scopriremo che essi sono l'equivalente del Mago di Oz, un triste ometto dietro la tenda che manovra delle leve. Una voce cavernosa e una grossa ombra per incutere timore, ma oltre a ciò ben poco. Un esempio concreto è rappresentato dal seguente grafico. Osservate come sia cresciuta l'offerta monetaria più ampia in Grecia e Italia prima dello scoppio della crisi europea; ad un certo punto, addirittura, quella greca superò quella italiana. Prima che entrasse in vigore l'euro, i mercati avrebbero punito comportamenti così sconsiderati dal punto di vista monetario, invogliando gli investitori a puntare su monete più solide. Ricordiamolo, maggiore è la stabilità di una moneta, migliore sarà il calcolo economico degli imprenditori e migliori saranno le informazioni veicolate all'interno dell'ambiente economico. Il paese ci guadagna in efficienza e competitività.

Inutile dire che questo non è accaduto all'interno dell'euro. Le banche hanno creato nuovi prestiti con cui i mutuatari hanno speculato principalmente nel mercato immobiliare (i condoni degli anni passati erano solamente un invito a seguire questa strada). I numeri del PIL venivano gonfiati e i governi in carica potevano pavoneggiarsi per aver diffuso una presunta prosperità economica. Non c'è voluto molto prima che questo denaro iniziasse ad invadere il resto della Zona Euro, visto che la valuta europea è a corso legale in parecchi stati membri dell'UE.




Allo stesso modo i deficit di bilancio dei vari stati sono andati fuori controllo, potendo essi beneficiare del rating di credito tedesco e quindi vendere quantità crescenti di debito pubblico. Se durante quasi tutta la sua storia uno stato ha agito sconsideratamente dal punto di vista fiscale, non saranno certo quattro regole scritte su un foglio di carta a fargli cambiare atteggiamento. E infatti così è stato, perché ciò che riesce bene agli stati è infrangere le regole da loro stessi "imposte". Maggiori erano i deficit, maggiori sarebbero stati i beni reali incamerati da quello stato che affondava di più nel debito rispetto a quelli che seguivano una via di rettitudine fiscale. Immaginate di uscire con degli amici e di andare a mangiare fuori. Badando fondamentalmente al vostro portafoglio per i più svariati motivi, decidete di spendere quanto meno possibile. Diversamente da voi, però, alcuni si lasciano andare alla pazza gioia e ordinano pietanze costose. Alla fine si decide di pagare il conto in parti uguali. Di conseguenza, voi che volevate cercare di risparmiare venite costretti a pagare anche la parte degli altri. Questo breve esempio è il modo per farvi capire cosa sia accaduto nella Zona Euro negli anni antecedenti la crisi e come mai determinati paesi membri abbiano preferito sprofondare nei deficit. È la cosiddetta tragedia dei beni comuni.

Inutile ricordare come la BCE sia il colpevole principale di questa sciaguratezza. Infatti quando qualcosa è gratis, praticamente viene richiesto di più. Prima Trichet e poi Draghi hanno manipolato al ribasso il tasso d'interesse di riferimento incentivando una domanda crescente di riserve monetarie. Questa follia è arrivata ad un brusco stop quando la Germania ha iniziato a richiedere maggiori garanzie in virtù dei deficit rampanti che stavano spuntando perlopiù tra i PIIGS. Poi è intervenuta ulteriormente la BCE alzando l'asticella dell'azzardo morale attraverso l'ukase dello zio Mario nell'estate 2012 e successivamente il QE europeo.

Nonostante ciò, i paesi del Club Med sono riusciti a finanziare i loro deficit di bilancio e continuano tuttora a farlo. Come?




Per capirlo dobbiamo introdurre  il concetto di TARGET2: un sistema di pagamento transfrontaliero che permette agli individui di spostare denaro da una nazione europea ad un'altra. Facciamo un esempio: immaginiamo che un individuo italiano acquisti un bene o asset proveniente dalla Germania. La Banca d'Italia ascrive nel suo bilancio un passivo mentre la Bundesbank un attivo, almeno finché la banca che riceve in deposito il "denaro italiano" non investe tali proventi in obbligazioni italiane, azioni italiane o altri asset dello stesso paese. In tal caso, il passivo viene cancellato. In caso contrario, però, la banca centrale tedesca continua ad accumulare crediti nei confronti dell'Italia, non ritenendo saggio investire in un paese bancarotta. E l'Italia, nel caso concreto, lo è.

È in bancarotta poiché non riesce a sovvenzionare i propri debiti con nuove entrate. Non solo, ma gli oneri concessi in passato pesano molto sul bilancio. Ora che la pressione fiscale, diretta ed indiretta, è intorno al 70%, non può spingersi oltre senza causare una levata di scudi finale da parte del tessuto produttivo di questo paese, nonché la fuga delle aziende estere. La soluzione? Giocare con la statistica e la reflazione del settore immobiliare. Guidata da chi? Dalla speculazione rampante di manager finanziari che, sfruttando l'ambiente finanziario inondato dalla manna monetaria a costo zero della BCE, fanno ricorso alla leva finanziaria e gonfiano il valore di determinati asset. Gli immobili sono uno di questi. Il loro valore di mercato, quindi, sale riflettendo le condizioni economiche distorte in prima istanza dalla manipolazione da parte della banca centrale del prezzo più importante in un'economia capitalista: il tasso d'interesse.

Con la riforma del catasto, quindi, si rivalutano gli immobili attuali depennando i vari contribuenti da agevolazioni fiscali e altri sgravi. Un trucco finanziario e un aumento delle tasse sotto altro nome. Voi vi fidereste di una nazione che è costretta a ricorrere a questi espedienti per tirare a campare? Senza contare che la maggior parte dei bond statali italiani sono in pancia delle banche italiane, oltre che in quella della BCE. Nessuno si fida della solvibilità a lungo termine di questo paese. Guardate il seguente grafico.




I passivi italiani e attivi tedeschi hanno raggiunto un picco nel 2012. Poi, a seguito dell'ukase di Draghi del luglio dello stesso anno, la Germania è tornata a credere nell'Italia e rimandare euro sui nostri lidi. Poi nel 2014, con la fine del secondo LTRO, i tedeschi hanno visto oltre il velo e sono tornati a diffidare della credibilità finanziaria italiana. Ma non solo dell'Italia, anche del resto dei PIIGS.




In sintesi, i paesi del nord hanno mandato beni reali in quelli del sud e hanno trattenuto un IOU in cambio. E se uno di questi paesi dovesse lasciare l'UE, si porterebbe dietro il resto dell'Europa. Ecco perché gli eurocrati rabbrividiscono di fronte ad una rottura definitiva del progetto europeo. Quindi non solo la BCE, ma i paesi del nord hanno contribuito a salvare i paesi del sud nel vano tentativo di concedere loro tempo per attuare riforme strutturali in grado di far proseguire ancora qualche anno il progetto europeo. Non è andata così, e non andrà così nemmeno tra un milione di anni; e anche la Banca dei Regolamenti Internazionali se n'è accorta. Quando la BCE smetterà di comprare il pattume obbligazionario dei PIIGS, e i paesi del nord già da adesso non hanno la minima idea di sostituirsi ad essa, cosa pensate accadrà ai rendimenti ridicoli che sfoggia oggi? Non solo, e visto che un deprezzamento di suddetto pattume obbligazionario ne eroderà il valore, cosa accadrà al bilancio di quelle banche, fondi pensione e assicurazioni che li posseggono nei loro attivi di bilancio?



SE IL TARGET2 È LA MICCIA, LE BANCHE SONO IL BARILOTTO DI POLVERE DA SPARO

Proprio così, subiranno un duro colpo e le porranno molto più a rischio di quanto sembrano sia ora. Inutile sottolineare come questo aspetto riporterà alla ribalta sui titoli di giornale, sempre in ritardo guarda caso, lo stato decadente in cui si trova il settore bancario europeo, e nel particolare caso quello italiano. Infatti negli ultimi giorni è passata quasi inosservata una notizia allarmante apparsa sul Sole 24 Ore: "Ecco le 114 banche a rischio per le sofferenze." Secondo uno studio di Mediobanca, 114 su 500 banche in Italia hanno il cosiddetto "Texas Ratio" oltre il 100%. Tale parametro viene calcolato dividendo i prestiti non performanti/sofferenze delle banche ed il loro patrimonio netto tangibile. In parole povere, si vuole sapere se le banche hanno i soldi per pagare per tutta quella robaccia tossica che hanno in pancia.

Se il Texas Ratio supera il 100%, allora la banca non ha abbastanza liquidità per far fronte ai propri buchi di bilancio. In Italia ce ne sono 114 in queste condizioni, e 24 in particolare superano la soglia del 200%.




Non fatevi fuorviare dal fatto che la maggior parte di queste banche siano piccole realtà radicate perlopiù a livello locale, poiché nel loro insieme esse rappresentano un contenitore di investimenti in obbligazioni sovrane non indifferente. Questo significa che in caso di "pericolo", proveniente sia dai mercati o da corse agli sportelli, i dirigenti di suddette banche premeranno con veemenza il pulsante "vendere" sacrificando il proverbiale "amore per la patria" per tranquillizzare in qualche modo gli animi furenti. Questo per dire che i bond statali verranno messi sul mercato al fine di raccattare qualche centesimo in più, inondando il mondo con pattume obbligazionario sovrano che non avrebbe alcuna domanda se non ci fosse la BCE con la sua manna monetaria a supportarla artificialmente.

Non è un caso se nell'ultima asta per i finanziamenti TLTRO, i partecipanti erano più del doppio di quelli previsti. Ecco perché, tra le altre cose, lo zio Mario di recente ha affermato perentoriamente che la stretta monetaria non è assolutamente nei programmi della BCE, quando invece il QE avrebbe dovuto vedere la fine quest'anno. La svendita delle obbligazioni sovrane, in particolare quelle italiane, farebbe esplodere il settore bancario commerciale e manderebbe fallite suddette 114 banche e molte altre.

Non solo, ma nell'elenco delle 24 peggiori ci sono anche grandi banche come Monte Paschi, Veneto Banca e Banco Popolare di Vicenza. Queste tre in particolare, definite GSIB, sebbene siano state salvate attraverso prestiti-ponte da stato e Atlante, rappresentano delle doline finanziarie che necessiteranno di una quantità sempre crescente di fondi poiché divenute delle attività improduttive. Non esiste somma che possa essere definitiva per salvarle. Devono fallire. Ma dato che sono cruciali a livello sistemico, questo piano non sarà preso in considerazione, continuando a dare loro pasto ulteriori occasioni per depredare il bacino della ricchezza reale. E nonostante si parli quasi sempre di MPS, anche Veneto Banca e Popolare di Vicenza possono far esplodere il barilotto europeo di polvere da sparo. E anche se non compaiono nell'elenco delle banche praticamente in bancarotta, c'è da dire che Unicredit e Intesa San Paolo, le due banche più grandi d'Italia, non navigano in buone acque.

Il Texas Ratio di entrambe le banche è al 90%, e non è un caso che Unicredit fosse tra i vari partecipanti all'ultima tornata di denaro gratuito sganciato dalla BCE. Come ripetuto, il sistema bancario ormai viene tenuto artificialmente in vita dalle banche centrali ed ogni tentativo di tenerlo a galla sottrae risorse reali al tessuto produttivo delle varie nazioni. Ormai le singole nazioni non riescono più a tenere in vita le banche sul loro suolo, grondanti prestiti non performanti e alla disperata ricerca di nuovi finanziamenti per sembrare solvibili. Ma non lo sono e gli stati saranno costretti ad intervenire, infrangendo gli accordi di Brisbane secondo cui prima che venga utilizzato denaro pubblico i depositanti ed i creditori debbano essere sottoposti ad un bail-in pari all'8% delle passività in sofferenza.

Permettere una cosa del genere significa perdere voti, quindi verrà garantita una rete protettiva per i depositanti (il che equivale in sostanza a salvare le banche stesse e quindi infrangere indirettamente gli accordi stipulati in precedenza). Sebbene parecchi analfabeti finanziari siano stati catturati nella trappola delle obbligazioni bancarie, questo pattume deve essere spazzato via poiché rappresentante l'azzardo morale che fino ad oggi ha permesso al settore bancario di incanalare risorse economiche scarse e sopravvivere un giorno in più. Purtroppo sono promesse insostenibili, e in quanto tali devono essere cancellate. Parecchi individui perderanno soldi, ma ciò permetterà loro di apprendere una lezione fondamentale: non prestare denaro senza comprenderne i rischi. Si spera che questa lezione venga ricordata anche negli anni a venire.

Potremo comprendere questo fatto con le elezioni prossime in Francia e in Germania. Se le cose andranno a favore dell'establishment europeo, allora è possibile che la burocrazia europea diventi più baldanzosa approvando un sistema di ridistribuzione delle risorse economiche ancora più grande: un TARP europeo. Diventerà ancora più palese come i contribuenti europei siano la garanzia collaterale dietro l'esperimento sgangherato del NWO in Europa. Verranno spremuti fino all'osso. Il fallimento nella gestione dei prestiti non performanti (NPL) in Italia, con la ridicola inaugurazione di Atlante I e II, lascia poco spazio alla fantasia: l'Italia sarà l'epicentro della prossima recessione europea.



TROVARE RIPARO

Alla luce di queste spiegazioni e di quanto sia grave la situazione a livello bancario, non c'è preoccupazione diffusa tra la popolazione per quanto riguarda il destino dei loro investimenti. O per meglio dire, non c'è fino a quando non si accorgono di essere stati fregati. In quel momento è troppo tardi e le proteste non servono praticamente a nulla. Nonostante ci sia la scritta sul muro sottolineata dalla necrosi finanziaria nei suddetti istituti di credito, la maggior parte delle persone cammina distratta e non si accorge del pericolo da cui è circondata. Ritiene che i suoi asset saranno al sicuro all'interno delle banche. Ritiene che il calderone fiscale verrà impiegato per salvaguardarli. Ritiene che la data di scadenza dell'attuale sistema economico e finanziario sia più in là nel tempo. Come disse Hemingway: "Come sei andato in bancarotta? All'inizio lentamente, poi all'improvviso."

Chi non riesce a leggere la proverbiale scritta sul muro, farà meglio a ricordare questo passaggio del celebre scrittore statunitense. Non lo vedranno arrivare e saranno lasciati interdetti nel frattempo, guardando con invidia invece chi ha approfondito la propria consapevolezza riguardo i motivi della crisi. Non solo, ma verranno espropriati silenziosamente di quei sudati risparmi che hanno accumulato per una intera vita. Pensate al TARP europeo che il vice presidente della BCE, Vitor Constancio, ha proposto per salvare il settore bancario commerciale. I contribuenti verranno messi in fila e usati come carta di credito. Eppure la maggior parte delle persone continua a vivere come se queste notizie fossero spazzatura, non le considerano minimamente. Quindi lascia tutte le proprie fiches in un unico paniere, pronto per essere depredato da un sistema statale sull'orlo della bancarotta, sia sociale sia finanziaria.

Non si accorge che il libero mercato è più vivo che mai, con tutte le migliorie tecnologiche che stanno spuntando in ogni dove e che stanno rendendo tremendamente obsoleto l'attuale status quo. Il cambiamento, cari lettori, non arriverà mai dalla politica, ma arriverà da voi stessi. Dalle vostre decisioni. La politica non è in grado di soddisfare i vostri desideri perché solo voi siete in grado di farlo attraverso scambi pacifici e volontari, cambiando di conseguenza la vostra vita e quella altrui. L'imprenditoria è la soluzione. Così come lo è stata circa 200 anni fa quando l'Europa occidentale era solamente l'ombra della culla del benessere che sarebbe diventata in futuro, ma solo perché il liberalismo classico ed i valori della libertà sarebbero stati un punto di riferimento.

Anche oggi, sebbene pare non esserci una via d'uscita dall'attuale status quo, non dobbiamo lasciarci conquistare dalla malinconia e dallo sconforto. Nonostante le avversità gli individui sono sempre riusciti a venirne fuori, ma è importante imparare dalla storia. E quest'ultima c'insegna che solo attraverso la volontarietà la società è riuscita a progredire a passi da gigante. Non è un caso, infatti, se i maggiori progressi dell'umanità si siano concentrati nel XIX secolo.

Questo significa che la maggior parte degli asset su cui gli investitori hanno puntato finirà per essere sequestrata, in un modo o nell'altro. Ovvero, o direttamente (es. bail-in) oppure indirettamente (es. inflazione e svalutazione monetaria). Ciò che invece non può essere confiscato è il capitale sociale, ovvero, le abilità e le informazioni economiche possedute da ognuno di noi. La tecnologia delle criptovalute, ad esempio, incarna la quintessenza di questo asset intangibile e attraverso quest'ultimo è possibile schermare anche quelli tangibili. Allo stesso modo, anche la robotica sta incarnando l'essenza del cambiamento. Il dolore economico derivante dal redde rationem inevitabile cui stiamo andando incontro non guarderà in faccia a nessuno, mandando in bancarotta e sul lastrico tutti coloro che non si sono fatti trovare pronti. Posizionarsi in anticipo ed intravedere cosa ha in serbo il futuro è la prerogativa di ogni imprenditore di successo, e sarà da queste intuizioni che nascerà la prossima classe dirigente.



CONCLUSIONE

In un modo o nell'altro la Germania finirà per pagare gli squilibri presenti tra creditori e debitori nell'UE. Alla fine Grecia o Italia rappresenteranno i fiammiferi che faranno esplodere l'esperimento europeo. L'Italia ha un totale di sofferenze bancarie pari a circa €350 miliardi e il governo ha speso per intero lo scorso anno a cercare di uscirsene con una soluzione. Inutile dire che ha fallito: Atlante I e II sono risultati così sottofinanziati che non sono nemmeno riusciti a tenere a galla piccole realtà come Popolare di Vicenza e Veneto Banca. In realtà non basteranno tutti i soldi di questo mondo a tenere a galla suddette banche, perché esse rappresentano malivnestment necessitanti una pulizia. Sono una dolina finanziaria, quindi non sorprende che gli asset acquistati da Atlante, a prezzi fuori mercato, continuino a deteriorarsi. E con Unicredit e Intesa San Paolo che si sono tirate fuori dal fondo Atlante, altri investitori privati verranno scoraggiati nel fornire il loro supporto.

Questo significa che qualcun altro verrà tirato dentro per la giacchetta per salvare queste fucine di asset tossici: i contribuenti europei. Il febbraio scorso il vice presidente della BCE, Vitor Constancio, ha proposto la creazione di una sorta di fondo extra-nazionale che vada ad acquistare €1,000 miliardi in asset tossici delle banche in difficoltà. I contribuenti dell'intera Europa verrebbero schierati per sovvenzionare questa nuova istituzione, continuando a prezzare pattume azionario/obbligazionario al di sopra del valore reale di mercato. Staremmo parlando di un TARP in salsa europea, denaro a fondo perduto spillato dai contribuenti e dato in pasto ad un buco nero.

Si risolverebbe la situazione? È stato già provato negli Stati Uniti nel 2008 ed è stato un fallimento. Ha condotto a nuove pratiche d'ingegneria finanziaria che ha sostenuto il valore di facciata delle banche, ma quello reale è colato a picco. E così accadrà anche in Europa. Con la crisi greca che si ripresenterà tontante il prossimo luglio e le elezioni tedesche e francesi, il destino dell'UE è quello di una candela che piano piano si spegne.