martedì 15 novembre 2016

SIETE LICENZIATI!

La pseudo-ripresa sventolata dai media maintream, che negli ultimi 84 mesi avrebbe inglobato l'economia statunitense, ha i suoi giorni contati. Gli errori economici sottostanti mascherati dalla stampante monetaria della FED, si sono acuiti ed esploderanno in faccia ai pianificatori centrali. Debiti pubblici e privati ai massimi, mostri burocratici nel commercio e nella sanità, ed una Federal Reserve fuori controllo che ha gonfiato bolle a destra ed a manca. La recessione è inevitabile, così come una deflazione di quei settori gonfiati artificialmente. L'unico settore che s'è ripreso sin dal crash del 2008 è quello finanziario, il quale ha visto valutazioni azionarie da capogiro innescate dalla macchina gonfia-bolle delle banche centrali. Ma ora che la FED dovrebbe prepararsi ad invertire la marcia? Stiamo parlando di un mercato che ha fatto registrare profitti superiori del 25X rispetto a quelli riportati nella contabilità GAAP. La madre di tutte le bolle è destinata a scoppiare ed a correggere tutti quegli errori economici che si sono accumulati sin da quando Greenspan nel 1987 ha scoperto la stampante monetaria nel seminterrato dell'Eccles Building. L'elezione di Trump potrebbe essere la svolta per gli USA, chiaramente se non cederà alle pressioni delle élite su entrambe le coste che finora sono state quelle che principalmente hanno goduto della manna monetaria della FED.
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di David Stockman


La scorsa settimana gli elettori americani hanno licenziato le loro classi dirigenti.

Dopo 30 anni di malgoverno che hanno piantato i semi della rovina economica e finanziaria in tutto l'entroterra statunitense, l'establishment Wall Street/Washington ed i loro lacchè nei media mainstream sono stati ripudiati come mai prima d'ora.

Nell'ultimo anno 70 milioni di cittadini — 59 milioni per Trump e 13 milioni per Bernie Sanders — hanno votato per il cambiamento: la fine di inutili guerre all'estero e la fine di una politica economica sconsiderata in patria.

Quest'ultima ha inondato Wall Street e le élite su entrambe le coste con enormi profitti finanziari — lasciando a marcire il 90% dell'entroterra statunitense, dove le famiglie sono oppresse da salari stagnanti, posti di lavoro evanescenti, impennata dei costi per la salute, un tenore di vita ridotto e una speranza per il futuro sempre più eterea.

Gli elettori hanno anche detto senza mezzi termini che sono stufi di un sistema "truccato", il quale ha una serie di regole per gli insider dell'establishment e un'altra per tutti gli altri. In sostanza, questo è ciò che è emerso a seguito dei vari scandali riguardanti la Clinton.

Infatti, grazie alla sua retorica, Trump ha convinto una grande fetta di elettorato che i Clinton sono pari ad una famiglia mafiosa. E mentre può aver ingigantito la portata dei loro crimini, ciò ha esposto al grande pubblico il modus operandi della Città Imperiale.

Detto in modo diverso, la gente ha unito i puntini. Esiste una linea retta che congiunge l'abrogazione del Glass-Steagall da parte dell'accoppiata Rubin-Clinton alla fine degli anni '90 e il ripudio clamoroso dei Clinton la settimana scorsa.

Questa linea include l'aumento di fusioni & acquisizioni nelle grandi banche a Wall Street dopo il 1998; le truffe dei mutui subprime, il boom delle case ed il crash successivo durato un decennio; i salvataggi di Wall Street da migliaia di miliardi di dollari nell'autunno del 2008 e la folle baldoria monetaria della banca centrale; l'impennata del mercato azionario alimentata dalla stampante monetaria della FED; ed i fondi illeciti raccolti dalla Clinton Foundation, oltre all'accumulo di ricchezza personale da parte della Clinton stessa con i famigerati discorsi pagati $250,000 da Goldman Sachs.

Durante gli otto anni di Obama, Washington ha essenzialmente preso in prestito $10,000 miliardi, o quasi quanto i primi 43 presidenti hanno fatto in 220 anni, mentre la FED ha ampliato il proprio bilancio di 5 volte rispetto a quanto successo durante i suoi primi 94 anni di esistenza.

Questo ricorrere irresponsabile a prestiti pubblici e stampante monetaria, ha generato una finta prosperità nella Città Imperiale e un guadagno da $25,000 miliardi in ricchezza finanziaria per le classi in cima alla scala economica. Ma le élite su entrambe le cose, da Washington, a Wall Street fino alla Silicon Valley e nei suoi dintorni, hanno dato per scontato che tutto fosse stato aggiustato e tutto fosse stato dimenticato.

Nient'affatto. Gli elettori hanno ricordato invece. Nessuno in America ha mai sostenuto i salvataggi di Wall Street, tranne qualche migliaia di operatori a Wall Street, negli hedge fund e altri player; e quei politici e burocrati keynesiani che hanno colto l'occasione per ottenere più potere e bottino.

Quello che è successo la settimana scorsa — in particolare nella Rust Belt, dove 70,000 fabbriche hanno già chiuso e 6 milioni di posti di lavoro da capofamiglia sono scomparsi — non rappresentava altro che la terza votazione sul TARP. Considerando che il Partito Repubblicano ed i suoi leader senza spina dorsale sono capitolati nei confronti di Wall Street sulla seconda votazione a settembre del 2008, le fila di elettori nell'entroterra statunitense hanno proclamato a gran voce che tutto ciò era stato fatto senza il loro permesso.

I risentimenti e la rabbia di Main Street non solo sono bolliti per anni; la gente comune ha anche capito che sulle loro spalle è stata caricata la riabilitazione di Wall Street, cosa che ne ha gonfiato le valutazioni tanto che non hanno alcuna relazione con l'economia vacillante di Main Street.

Infatti, dopo aver visto l'approvazione di un piano di salvataggio che odiava, Main Street ha ottenuto una banca centrale canaglia, gestita da accademici keynesiani incapaci, che ha deliberatamente e cinicamente sbranato risparmiatori e pensionati; e ha anche cercato di affossare i salari dei lavoratori con una maggiore dose d'inflazione rispetto a quella che stava già distruggendo i loro posti di lavoro e riducendo il potere d'acquisto dei loro stipendi.

Ora siamo più convinti che mai che l'obiettivo d'inflazione al 2% è il più grande assalto governativo della storia moderna alle classi lavoratrici. E le classi lavoratrici dell'entroterra statunitense — i cui posti di lavoro sono i più esposti al prezzo cinese dei beni e al prezzo indiano dei servizi — hanno detto basta.

Questo è un inizio, ma è troppo tardi per una riforma ordinata. L'essenza di ciò che è successo la scorsa settimana — Brexit 2.0 con gli steroidi — è che l'establishment di Wall Street/Washington è stato ripudiato.

Ma non c'è nulla a sostituirlo. Donald Trump non ha un programma coerente.

Così come ho detto a Fox Business, quando ho anticipato l'elezione di Trump prima che i vari network d'informazione potessero capirlo, le elezioni presidenziali sono finite ed il lungo incubo della nazione è appena iniziato.

Per mesi e anni, la Città Imperiale sarà ingovernabile e la nazione sarà tormentata da una crisi fiscale, finanziaria, politica e perfino costituzionale. Con calci al barattolo in una direzione rovinosa per decenni, l'America opterà implicitamente per la cura più dolorosa.

La gigantesca bolla nel mercato azionario scoppierà. I piani alti delle grande aziende americane, fissati con i prezzi delle azioni, cederanno al panico e inizieranno a gettare fuori bordo scorte d'inventario e lavoratori. Tra 6 mesi saremo ufficialmente in recessione. Molto presto il bilancio federale finirà di nuovo in deficit da miliardi di dollari.

Di conseguenza, Washington scenderà in guerra permanente contro il tetto del debito pubblico, il quale esploderà oltre i $20,000 miliardi. Qualsiasi idea di Trump di un programma di rinascita economica, morirà nel caos finanziario e fiscale futuro.

E, cosa più importante di tutte, l'onnipotente FED sarà a corto di polvere da sparo asciutta e finirà sotto attacco politico come mai prima da parte di politici e cittadini arrabbiati.

Il gioco è finito.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


6 commenti:

  1. caro Simoncelli, da anni le tue analisi sono impeccabili peccato che dimentichi di dire che questa gigantesca bolla finanziaria dobbiamo augurarci rientri in modo piu o meno ordinato indipendentemente dalle cause e dalle colpe che tu individui perchè se crolla malamente chi ne pagherà le conseguenze saremo noi, tu, io, le famiglie, i lavoratori non certo la grande finanza, quindi per favore mostra almeno ogni tanto la speranza che tutto ciò non succeda GRAZIE !!!!

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  2. Qualsiasi cosa accadrà, dalla catastrofica caduta dell'Impero col libera-tutti globale (atterraggio duro) ad una grave, ma gestibile nel tempo, recessione economico-finanziaria globale (atterraggio morbido), auguriamoci che la soluzione sia, finalmente, di mercato e davvero libero da interferenze politiche coercitive di ogni tipo. Me lo auguro.
    In un recente tweet Francesco ha accennato alla possibilità del soft landing: guardate il 10 novembre.

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    1. Scusami dna, dato che non viviamo a Milwaukee, Washington, San Francisco, ma nemmeno Singapore, Vaduz o Bellinzona, ma in questo, ahinoi, miserabile belpaese, un feticcio di stato unitario che dura dal 1861, come possiamo sperare in una soluzione di libero mercato? dove gente come Bagnai o Borghi su YouTube sono ormai economisti star, mejjo de kruggmann........ Per l'Italia il peggio deve ancora arrivare, è l'unica certezza che ho maturato su questo paese. Qui non si tratta di essere pessimisti, si tratta di guardare in faccia la realtà, la manifestazione di sabato a Firenze, legittima al 100% per carità, dimostrava che alternative qui da noi non ce ne sono.

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    2. Ciao Dino. Come dice sempre Francesco, c'è vita dopo il default. Ed aggiungo io, anche grandi maggioranze silenziose.
      Su, dai! Un interista non può esser sempre pessimista!!! O no?
      ;)

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    3. Ciao Dna, lasciamo perdere l'Inter che è meglio....... Non ne dubito affatto che ci sarà vita dopo il default, come è solito affermare il Dottor Simoncelli, anzi, ritengo che gli italiani se la sapranno vedere ancora una volta, ma temo in uno stato ancora più autoritario ed opprimente, qui non è l'America purtroppo, dove storicamente il populismo sfocia in rivolte conservatrici contro il fisco, qui da noi i precedenti in tal senso sono amari.....

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