martedì 8 novembre 2016

La candidatura di Trump: quello che c'è di buono e quello che c'è di male





di David Stockman


Molto di ciò che sostiene è sbagliato o addirittura riprovevole. Ma lo caratterizza come alfiere dell'insurrezione di Main Street, perché l'attuale sistema economico della Finanza delle Bolle a Wall Street e l'esaltazione statalista a Washington segnalano all'orizzonte una rovina incalcolabile.

In tale contesto siamo consapevoli che atteggiandosi da anti-politico, Trump si è anche dimostrato un demagogo. I suoi attacchi scurrili, tra le altre cose, su musulmani, messicani, minoranze, donne, oppositori politici e innumerevoli altri, molto spesso superano il limite — anche per gli standard di parte odierni nel discorso pubblico.

Infatti raramente c'è stata una figura politica nella storia americana che abbia proferito più sciocchezze, ampollosità, zolfo e bile di Donald Trump. E nessuno ha mai superato il suo narcisismo e la sua personalità ego-maniacale. Ma questo non spiega il suo successo.

La frase famosa di Trump, "Non stiamo vincendo più", è quella che in realtà ha toccato un nervo scoperto a Main Street. Inoltre la sua retorica sui giganteschi deficit commerciali, sulle avventure militari estere fallite e su altre carenze del sistema politico statunitense, ne ha toccato un altro.

Infatti i discorsi di Trump sono radicati nella percezione degli elettori, i quali non si vedono più vincenti dal punto di vista economico. L'economia di Main Street ha davvero perso terreno negli ultimi 25 anni. Chi sta vincendo è Washington, Wall Street e le élite su entrambe le coste. Essi prosperano grazie ad un mix tossico di finanza, debito e politica.

Il nostro scopo, a questo punto, è quello di dissipare ogni illusione che Donald Trump — l'uomo e la sua piattaforma — possa offrire una qualche parvenza di un rimedio...

Nel grande schema della storia, il ruolo di Trump potrebbe essere quello di interrompere e paralizzare lo status quo. E potrebbe portare a termine questo compito se venisse eletto o no. Poiché quello che sta realmente accadendo è metapolitica. Le classi dirigenti bipartisan saranno travolte da una rivolta populista.

Tutto il loro sistema, fatto di capitalismo clientelare, racket della Beltway ed egemonia imperiale, verrà smascherato. Gli elettori si stanno accorgendo dell'essenza "truccata" del sistema, e sono già diventati abbastanza alienati da sostenere politici — come Bernie e Trump — che spacciano un falso socialismo e un becero populismo.

A dire il vero, la metafora dello "shock and awe" e l'idea del "cambiamento" sono stati una brutta eredità di Bush junior e dei suoi scagnozzi. Però è in questo modo che possiamo descrivere al meglio l'ascesa e il ruolo di Donald Trump. Il sistema attuale è nato nel 1980 dalla decisione deplorevole di Ronald Reagan di ricostruire la macchina da guerra della nazione — insieme alla conversione del GOP alla religione di Dick Cheney secondo cui i "deficit non hanno importanza" e ad Alan Greenspan che scopriva la stampante monetaria nel seminterrato dell'Eccles Building.

Questo abbandono deplorevole, illecito e insostenibile di una sana linea di politica, s'è successivamente trasformato in una mostruosità statale. Le sue numerose deformazioni sono innegabili. Comprendono l'impennata del debito pubblico e privato; distruzione della pace nel mondo e frantumazione fiscale dell'Impero di Washington; bolle finanziarie seriali che sono principalmente andate a favore dell'1%; e innumerevoli altri mali.

L'intero sistema illegittimo è andato ormai ben oltre la sua data di scadenza. È in procinto d'essere schiacciato da un individuo imprevisto e non invitato. In questo ruolo, Donald Trump è eminentemente qualificato. Egli rappresenta la rivolta, la derisione, l'impertinenza e il ripudio.

È l'ariete che frantumerà le bugie e le illusioni su cui poggia l'attuale sistema.

Non c'è da meravigliarsi se praticamente tutti stanno strillando che "non è qualificato". Sì, Donald Trump è rude, impulsivo e villano. Ecco perché egli è inadatto agli occhi dell'establishment: non combacerebbe con quel tipo di mondo fantastico che serve gli interessi dei nostri governanti a Wall Street e Washington.

Questi ultimi vorrebbero far credere alle legioni nell'entroterra statunitense che tutto è stato aggiustato, e che la crisi finanziaria e la Grande Recessione non erano altro che incidenti di percorso casuali e irripetibili.

No, le cose non stanno così.

Gli Stati Uniti si stanno dirigendo verso un crollo finanziario devastante e una recessione prolungata. La pseudo-ripresa economica è una gigantesca farsa composta da un'economia fasulla e un'inflazione degli asset finanziari. Sotto la propaganda "tutto va a gonfie vele" delle istituzioni pubbliche, c'è un sistema danneggiato che sta sfrecciando verso la rovina.

Per esempio, durante il luglio scorso, quando i democratici erano in conferenza a Philadelphia per confermare un terzo mandato di Obama e 25 anni di Finanza delle Bolle, esattamente 98 milioni di americani tra i 25 ed i 54 anni avevano un posto di lavoro, tra cui lavori part-time e lavori autonomi. Ciò a paragone dei 98.1 milioni a luglio 2000. Proprio così, dopo 16 anni abbiamo 5 milioni in più di americani in età da lavoro e nemmeno uno di loro con un posto di lavoro.

Allo stesso tempo, il numero di persone nelle famiglie che ricevono benefici in funzione del reddito è aumentato da 50 a 110 milioni. Anche se il carro economico ha vacillato ed è stato caricato con nuove persone, invece il sistema finanziario è cresciuto a passi da gigante.

Per esempio, durante i suddetti 16 anni il debito pubblico e privato in America è aumentato da $28,000 miliardi a $64,000 miliardi. Il valore del patrimonio netto quotato in borsa è aumentato da $25,000 miliardi a $45,000 miliardi. E il valore netto del Forbes 400 è quasi raddoppiato da $1,200 miliardi a $2,400 miliardi. In una parola, l'economia degli Stati Uniti è una bomba ad orologeria.

L'economia di Main Street e la finanza di Wall Street sono diventati radicalmente e pericolosamente disconnessi a causa della falsificazione sconsiderata dei mercati finanziari da parte della FED e dalla dipendenza di Washington da deficit senza fine. Non c'è una remota possibilità che questa miscela tossica possa essere sostenuta ancora a lungo.

In queste circostanze, l'ultima cosa di cui l'America avrà bisogno nel 2017-18, quando il fango verrà gettato nel ventilatore, è una carrierista politica e amante dello stato che conosce tutte le parole giuste e implementa tutte le idee sbagliate. Infatti, durante la crisi prossima ventura, l'America avrà bisogno di un disgregatore sfacciato dello status quo, non di un suo difensore irriducibile.

E quando l'indice Dow scenderà di 7,000 punti e la disoccupazione esploderà di nuovo a due cifre, l'unico impulso di Hillary Clinton sarà quello di raddoppiare la posta in gioco. Cioè, arroventare ulteriormente la stampante della FED, immergere il bilancio fiscale della nazione di nuovo in deficit da migliaia di miliardi di dollari e gonfiare il welfare come mai prima d'ora.

Una combinazione di Hillary alla Casa Bianca e un giorno della resa dei conti finanziario, si tradurrebbe in un cosiddetto Big Government con gli steroidi. Spingerà anche la Città Imperiale verso la guerra per distrarre gli elettori scontenti.

Infatti il suo futuro gabinetto di guerra — tra cui Victoria Nuland e Michéle Flournoy — è composto da guerrafondai che non vedono l'ora di portare i venti di guerra alle porte della Russia.

Dio aiuti l'America se Hillary diventerà presidente.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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