giovedì 5 maggio 2016

Un consiglio al primo ministro/presidente





di Alasdair Macleod


Il vostro paese si ritrova un'economia stagnante. Supponiamo che il vostro Primo Ministro (o Presidente, se è colui che detiene il potere esecutivo) chieda consiglio a due economisti.


PM: Voi due economisti avete opinioni diverse su come dovrebbe essere la nostra politica economica. Qual è il vostro consiglio?


PRIMO ECONOMISTA (Scuola Austriaca): Signor primo ministro, il motivo per cui abbiamo un'economia stagnante è perché la banca centrale ha perpetuato il ciclo del credito sopprimendo i tassi d'interesse quando l'economia è andata in crisi a seguito della crisi bancaria e dell'escalation del rischio di credito. Questo ha lasciato aziende meno performanti che bisognava lasciar fallire. Invece stanno lottando sotto un carico di debito impagabile. Il capitale non viene riallocato alle nuove imprese e il dinamismo del libero mercato è stato strangolato.

Il denaro e il credito creato dal sistema bancario, non è stato incanalato nell'economia reale. Invece sta alimentando un boom dei prezzi degli asset finanziari, i quali sono diventati pericolosamente separati dai valori di produzione.

Alla fine l'attuale politica monetaria porterà ad una diminuzione del potere d'acquisto della moneta e la banca centrale sarà costretta ad alzare i tassi d'interesse ad un livello tale da innescare la prossima crisi finanziaria, semmai la crisi non sarà già arrivata per allora. Gli asset sopravvalutati diventano esposti alla liquidazione del debito. Succede ogni volta, e se pensate all'ultima crisi, la quale ha portato al crollo della Lehman, le attuali politiche monetarie partoriranno qualcosa di molto peggio, proprio come la Lehman era molto peggio rispetto al boom delle dot-com.

Una politica monetaria che si basa sul trasferimento di ricchezza dai risparmiatori ai debitori, alla fine fallisce sempre. È anche la vera ragione per cui i banchieri stanno diventando sempre più ricchi, mentre la gente comune diventa più povera. È giunto il momento di riconoscere che la sua banca centrale, autorizzando e incoraggiando le banche commerciali a creare credito dal nulla, è la fonte del problema.

Purtroppo la sua banca centrale sembra beatamente ignara dell'effetto debilitante dell'inflazione monetaria sui salari e sui risparmi dei suoi elettori, e se mi permette primo ministro, la sua amministrazione presta poca attenzione all'ingiustizia quando si premia il prestito dissoluto e si penalizza la parsimonia.

Consiglio che la sua banca centrale debba smettere di manipolare i tassi d'interesse e lasciare che i mercati si aggiustino di conseguenza. Inoltre la banca centrale deve smettere di svilire la valuta, è solamente una panacea. Quindi questo è quello che le consiglio.

In primo luogo, incoraggiare i risparmiatori a ricostruire la loro ricchezza attraverso la politica fiscale. Quando qualcuno ha pagato l'imposta sul proprio reddito, dovrebbe avere il diritto di conservare i propri risparmi. Germania e Giappone negli anni del dopoguerra sono la prova che una fonte stabile di risparmi, tassati al minimo, è un prerequisito per un'economia forte. E mentre i risparmiatori ricostruiscono il loro patrimonio personale, lo stato può ridimensionare i propri impegni futuri riguardanti il welfare, che, come credo sappia, può andare fuori controllo.

In secondo luogo, riformerei il sistema finanziario. Le banche dovrebbero gestire i loro affari in base alla loro reputazione e non nascondersi dietro la regolamentazione. Invece di curarsi dei loro clienti, utilizzano il loro status regolamentato per ingannare il sistema. Regolamentare le banche ha portato al capitalismo clientelare della peggior specie. In futuro le banche devono fissare i propri standard e devono rispondere prima di tutto ai loro clienti, non ad un regolatore statale.

In terzo luogo, lo stato deve sempre avere un avanzo di bilancio per ripagare il suo alto livello di debito. Per far quadrare i conti è importante tenere a mente che il denaro preso in tasse distrugge la ricchezza. Per un'economia veramente prospera, è necessario ridurre il prelievo fiscale dello stato al di sotto del 30% del PIL, e abbassarlo ancora di più nel futuro.

Si porrà fine al peggioramento dei cicli di boom/bust se si tornerà al denaro sonante, al libero mercato e ad uno stato limitato. I suoi ministri devono smettere di fingere che possano gestire l'economia. Non hanno alcuna base per dare giudizi commerciali. Gli interventi statali sono sempre guidati da motivi politici. I suoi ministri non dovrebbero ascoltare le grandi imprese, le quali cercano sempre d'influenzare la politica a loro favore.

Mi rendo conto che tutto questo richiederà tempo per essere implementato e dev'essere fatto a tappe in modo che il settore privato possa adeguarsi. Per questo motivo consiglio di strutturare queste modifiche lungo un periodo di dieci anni, annunciando il programma legislativo in anticipo. Scoprirà che le imprese dovranno riposizionarsi in base alle nuove politiche in vista della loro attuazione. I vantaggi per la sua economia e per i suoi elettori scorreranno senza intoppi e forniranno benefici economici molto prima di quanto si pensi.


SECONDO ECONOMISTA (Neo-Keynesiano): Primo ministro, non posso credere a quello che abbiamo sentito dal mio stimato collega. Vive in un mondo che non esiste più. Non riesco proprio a capire la rilevanza di valori ottocenteschi quando parliamo delle condizioni economiche di oggi. La macroeconomia e l'econometria hanno fatto grandi progressi, cosa che ci permette di pianificare il corso dell'economia in modo più dettagliato rispetto al passato.

Sono sicuro d'avere la soluzione al suo problema. Credo fermamente che le politiche monetarie ed economiche del suo governo stiano andando nella direzione giusta, ma non sono abbastanza audaci. Le persone sono troppo riluttanti a spendere, quindi è necessario fare di tutto per incoraggiarle a farlo, forse costringendo le banche a tagliare il costo del credito al consumo. In alternativa si dovrebbero esplorare quei mezzi che permettano di distribuire denaro ai consumatori attraverso la spesa pubblica, con tassi d'interesse negativi, forse, in modo da innescare la crescita economica.

Sono convinto che il suo governo possa tranquillamente aumentare il deficit di bilancio, iniettare denaro nell'economia e creare quindi più posti di lavoro nel settore pubblico. Consiglio di portare avanti la spesa per le infrastrutture, la quale stimolerà il settore delle costruzioni. Creare occupazione con misure espansive ridurrà il costo della disoccupazione, compensando così parte del deficit di bilancio.

Primo ministro, sarebbe un grave errore tirarsi indietro ora, perché il risultato sarà sicuramente una recessione profonda, numerose bancarotte e l'aumento della disoccupazione. Sono convinto che, con il sostegno dello stato, possano essere salvaguardati il welfare state e i settori industriali vitali, e se la sua banca centrale aumenterà ulteriormente l'offerta di moneta e incoraggerà le banche commerciali a concedere prestiti riusciremo a superare questo problema temporaneo. È di vitale importanza rinforzare la fiducia dei consumatori, e credo fermamente che le politiche economiche e monetarie progressive possano salvarci.

Questo non è il momento di tirarsi indietro. Quando l'economia riprenderà il suo trend a lungo termine di crescita sostenibile, l'aumento delle entrate fiscali chiuderà il deficit, riportando le finanze pubbliche in equilibrio. Non c'è bisogno di alcun taglio alla spesa pubblica, cosa che porterà solo al disastro.


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Ho presentato entrambe le tesi disadorne da compromessi, ma colgono l'essenza del divario tra gli Austriaci pro-laissez-faire ed i neo-keynesiani anti-mercato. La differenza tra le due posizioni è che l'Austriaco ragiona utilizzando una base teorica solida, mentre l'approccio keynesiano è fondato su credenze ed una certa riluttanza a prendere in considerazione gli effetti collaterali.

Dovrebbe essere evidente che un politico guidato da pulsioni di breve termine, che nelle democrazie occidentali sono caratteristica di quasi ogni leader, avrà grandi difficoltà nel trattare con il ciclo del credito. Tanto per cominciare, tutti sostengono che le loro banche centrali sono indipendenti, frase in codice che sta per "non capiamo la politica monetaria, quindi non vogliamo essere ritenuti responsabili."

Questo è il motivo per cui l'ordine degli eventi prevede prima la crisi e poi la soluzione. La soluzione è sempre quella d'affrontare i sintomi e non il problema di fondo. Non è un caso se tutti si riferiscono alla crisi Lehman come se fosse il nocciolo della crisi stessa. No, la crisi è stata causata dall'eccessiva inflazione dei prezzi degli asset rispetto alla loro capacità produttiva, e dall'avidità speculativa che l'ha alimentata. Lehman, AIG, Bear Stearns e compagnia cantante erano solo le vittime successive.

Pochissime persone comprendono che in mercati funzionanti gli asset sono valutati per la loro capacità produttiva: la proprietà produce un rendimento, o un valore d'uso equivalente. I macchinari producono beni e il valore di quest'ultimi determina il valore dei primi. Anche l'arte produce un rendimento in valore estetico, sebbene sia difficile da valutare. Ma quando la speculazione spinge i valori verso una salita fine a sé stessa, com'è avvenuto con le dot-com e il boom immobiliare sette anni più tardi, arriva sempre una crisi finanziaria. Ancora una volta, questa descrizione si adatta alle condizioni di oggi.

L'unica volta in cui i valori degli asset possono continuare a crescere su base non-speculativa, è quando la popolazione nel suo complesso cambia le proprie preferenze: dal denaro ai beni. In questo caso è il potere d'acquisto del denaro che scende, e non il valore dei beni che sale. Ciò non si applica ai giorni nostri, come dimostra il prezzo dell'oro. Tuttavia è probabile che vi si applicherà quando le banche centrali reagiranno alla crisi in arrivo.

La verità è che i politici sono in ritardo per agire, perché è già stato sorpassato il picco speculativo che precede la crisi. L'ultima volta il Federal Reserve Board ha firmato assegni, per l'ammontare di $13,000 miliardi o giù di lì, per salvare il sistema bancario commerciale, anche se non tutti sono finiti in circolazione. Questa misura è stata seguita dalla ZIRP e da tre giri di quantitative easing. Cosa ci vorrà questa volta?

Tutto ciò che è necessario, come ha detto Mario Draghi nel 2012. Questa volta saranno quasi certamente le valute a finire nel tritacarne.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


6 commenti:

  1. sempre con la divisione tra austriaci e neokenesyani, come se il monetarsimo ed il debito privato non esistessero. mentre invece contribuiscono alla grande alla crisi. dove piu dove meno. questa è ideologia. bella e buona. certo che poi la gente se la prende col neoliberismo

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    1. Ciao Gdb.

      Keynes è stato l'economista più influente del secolo scorso. Anche di questo secolo, seppur indirettamente. Questo blog non commetterà l'errore di Hayek. Questo blog non rinnegherà le proprie origini come fece invece Lionel Robbins. Articoli come il seguente non servono ad affermare che la Scuola Austriaca abbia la verità in tasca, bensì che essa rappresenta un comparto teorico coerente in grado di suggerire laddove un economista stia commettendo un errore. È un lampione che illumina la strada, ciò non significa che si possa prendere esclusivamente quella strada... però bisogna essere coscienti delle conseguenze. Se non ritenessi cruciale questa battaglia, non avrei dedicato all'argomento un'apposita etichetta sotto il nome "keynesismo". Criticando la teoria keynesiana, e confutando la tesi errata secondo cui "Keynes attualmente non è applicato", si vuole fornire ai lettori una base teorica coerente: quella della Scuola Austriaca.

      Non esiste pars costruens se prima non si finisce con la pars destruens.

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    2. probabilmente mi sono espresso male. la mia critica non era rivolta né al blog (ci mancherebbe!) né allla scuola austriaca od ad hayeck, per me portatore di una teoria monetaria avanzatissima. ma allo scambiare le conseguenze del monetarismo fiat money, con la finanziarizzazione e la banca che ha preso il posto degli stati nel rischio 0 (il tur è lo stesso per tutte le banche, mentre si invoca il rischio paese) dell emissione monetaria, con moral hazard dovunque nella cornucopia del denaro privato. vero è che continua senza remore anche la dilapidazione da parte pubblica, ma il fenomeno recente è proprio l abbandono di ogni remora proprio da parte del settore finanza-impresa collusa. questo, in parole atecniche, viene considerato "neoliberismo". se non si riconosce la piaga del debito privato esternalizzato (sulla produzione reale) e si sottolinea solo e sempre keynes, e non friedman (per semplificare) allora ecco che tutto il settore privato viene attaccato per conseguenza, si addita il neoliberismo, diventa un dialogo tra sordi. e chi ci rimette è la liberta vera

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    3. Sì, sì, ho capito Gdb. Ma infatti la mia non era una risposta autoritaria che andava in qualche modo ad annichilire il tuo commento; ho interpretato il tuo intervento come una sorta di suggerimento a lasciar cadere la dicotomia tra Austriaci e keynesiani, in virtù del fatto che questi ultimi sono ormai storia passata.

      La mia prima reazione è stata quella di puntualizzare come il keynesismo, sebbene abbia preso una serie progressiva di colpi, continua ad essere imperante a livello accademico e (senza consapevolezza) a livello della gente comune. Più del neo-liberismo, la fallacia che più volte mi sono sentito ripetere è quella secondo cui "se non gira denaro, non gira l'economia, quindi bisogna immettere denaro per stimolare la domanda." Per quanto riguarda il "neoliberismo", sebbene venga condannato il cosiddetto settore privato e la finanziarizzazione dell'economia, c'è una sorta di comprensione che il 1971 è stato una sorta di spartiacque in questo senso.

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  2. avevo tempo fa espresso timori sull uso della blockchain come sistema di controllo.
    ora abbiamo blondet libertario, quindi abbiamo visto tutto

    http://www.rischiocalcolato.it/2016/05/ci-pagheranno-tutti-in-bit-ci-piaccia-o-no.html

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    1. Ciao Gdb.

      Avevo quasi dimenticato di rispondere a questo commento. Consiglio la lettura di questo articolo, perché ho notato una certa confusione in Blondet: Blockchain: Almost everything you read is wrong.

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