lunedì 29 febbraio 2016

L'inutilità e l'incompatibilità del PIL con un'economia di mercato

Ricordo a tutti i lettori interessati che è in vendita la mia traduzione dell'ultimo libro di Gary North, L'economia cristiana in una lezione, acquistabile a questo indirizzo: http://bit.ly/1JUqFIt. Con questo manoscritto North, attraverso uno sforzo letterario pregevole, unisce ciò che è stato diviso per anni da un mondo accademico cieco e sordo alla centralità dell'individuo nell'analisi economica: etica ed economia. L'escamotage della chiave di lettura teologica è utilizzata per chiarire al lettore come una visione epistemologica chiara sia fondamentale per uscire dall'attuale pantano intellettuale in cui è finita la teoria economica moderna.
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di Keith Weiner


Al Cato Monetary Conference di questa settimana, Scott Sumner ha esposto la sua "proposta modesta": un mercato dei futures ad elevata liquidità con riferimento al Prodotto Interno Lordo Nominale (NGDP). Questa proposta ha attirato la mia attenzione, poiché il mercato dei futures è un tema a me caro.

Sumner è parecchio noto per uno dei suoi punti di vista: la FED dovrebbe considerare l'NGDP come base per la sua politica monetaria. Quindi un mercato a termine che riesce a prevederlo, sarebbe conveniente. Diamo un'occhiata alla sua idea più da vicino.

Di preciso cosa verrebbe tradato? Se compro un futures dell'NGDP, cosa verrà consegnato al termine del contratto? E' decisamente chiaro quello che ottengo quando compro un futures del frumento o del petrolio. Con i futures del PIL nominale, non c'è niente che si possa ricevere perché l'NGDP non è né una merce né un titolo.

Un contratto futures è un derivato, ma un futures dell'NGDP non lo sarebbe.

Quindi come dovrebbe essere saldato un contratto dell'NGDP? L'unica cosa che mi viene in mente (perché Sumner non lo dice) è che il contratto dell'NGDP pagherà in base alla cifra dell'NGDP riportata. Ad esempio, se l'NGDP sarà di $19,000 miliardi, il contratto potrebbe pagare $19,000 (a seconda di quante unità dell'NGDP sono rappresentate nel contratto).

I numeri del PIL sono rivisti un paio di volte dopo la loro pubblicazione. Il contratto dell'NGDP dovrebbe pagare quando esce il numero iniziale, anche se potrebbe essere sbagliato? O quello dell'NGDP sarà l'unico contratto in cui il capitale di entrambe le parti dovrà essere bloccato per mesi fino a quando il Bureau of Economic Analysis non pubblica il numero finale?

Passando al problema successivo, diamo un'occhiata ad un vero e proprio contratto a termine come quello del grano. Supponiamo che il prezzo d'acquisto di un contratto futures sul grano sia di $7.00 e il prezzo di vendita spot del grano sia di $6.50. Ci sono 50 centesimi di profitto per chi può comprare il grano nel mercato spot, venderlo nel mercato dei futures, e conservarlo per tutta la durata. Questo si chiama carrying, un atto di arbitraggio.

L'arbitraggio àncora il prezzo dei futures del grano al prezzo del grano sul mercato spot. Entrambi i prezzi possono muoversi su e giù in risposta ai cambiamenti dell'offerta (supponendo che la domanda del grano sia abbastanza stabile) o al presupposto che cambierà.

Al contrario, il mercato dell'NGDP sarebbe solo per gli speculatori. Non avrebbe alcun collegamento con un prezzo reale e niente arbitraggisti. Sono a favore della legalizzazione del gioco d'azzardo se la gente vuole scommettere sull'NGDP, il tempo, o la corsa dei cavalli. Ma questo non è il punto di Sumner. Egli ritiene che questo mercato prevederà l'NGDP con precisione sufficiente da gestire l'economia senza provocare recessioni e depressioni.

Sumner dichiara che questo mercato non solo sarà liquido, ma sarà addirittura altamente liquido.

Ogni mercato ha un diverso grado di liquidità. Quest'ultima deriva dal carattere della cosa che si vuole scambiare, non da un proclama dello stato. Ad esempio, il rame è più liquido del legname. L'argento è più liquido del rame e l'oro è più liquido dell'argento.

Un mercato liquido ha un prezzo d'acquisto e di vendita continui. Ciò non significa che qualcuno compra o vende sempre. Al contrario, significa che qualcuno è pronto a comprare o vendere in qualsiasi momento. Chi e perché?

Nel mio esempio del grano, ho citato il carrying dell'arbitraggio. Supponiamo che il costo del carrying — interesse e immagazzinamento — sia di 30 centesimi. Ogni trader deve decidere la sua soglia minima di profitto. Supponiamo che Joe sia disposto a farlo per 20 centesimi. Deve incassare almeno 50 centesimi. Può vendere a marzo per $7.00, ed è per questo motivo che fa un'offerta d'acquisto per $6.50 nel mercato spot. Joe non pagherà un centesimo di più, a meno che a marzo il prezzo del grano non salirà.

Joe e i suoi concorrenti sono il motivo per cui c'è sempre un prezzo d'acquisto (e uno di vendita) per il grano.

Ovviamente non ci sarebbe arbitraggio sul carrying con i futures dell'NGDP, e di conseguenza non sarà un mercato molto liquido.

Un mercato dell'NGDP può essere conveniente per i pianificatori monetari centrali, ma senza una ragione per esistere non funzionerà nel modo in cui Sumner spera.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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di Alasdair Macleod


"Posso dimostrare tutto con la statistica, eccetto la verità" — George Canning

L'aforisma di Canning è tanto valido oggi quanto lo era nel 1817, quando egli ricopriva il ruolo di primo ministro della Gran Bretagna. Purtroppo la sua saggezza è stata completamente ignorata dagli economisti mainstream. Questo errore è decisamente rilevante quando vogliamo definire l'attività economica, dove l'abuso della statistica è a livelli che avrebbero sorpreso anche Canning.

Oggi descriviamo l'economia facendo riferimento ad uno dei due suoi stati: crescita o recessione. Arriviamo ad un giudizio sulla sua condizione considerando la somma delle transazioni selezionate dagli statistici e poi sgonfiandola secondo un tasso d'inflazione ideato sempre da loro, il tutto sotto una direzione politica diretta o indiretta. Viene così creato il prodotto interno lordo nominale e quindi aggiustato e definito PIL reale.

Gli errori nel metodo favoriscono una tendenza verso un aumento generale del PIL, sottostimando il tasso d'inflazione dei prezzi. Da qui il passo è breve ad associare l'aumento dei prezzi ad un aumento dell'attività economica. Ne consegue anche, sulla base di questi presupposti, che bisogna evitare a tutti i costi il calo dei prezzi.

Ipotesi, supposizioni. E conducono ad una conclusione ridicola: il calo dei prezzi è la prova di un calo della domanda, di una recessione, o addirittura di una depressione. Un altro aforisma di Canning recita che non c'è nulla di così sublime della verità. Nel nostro caso non c'è sublimità. Perché altrimenti non avremmo visto il miglioramento del livello di vita di ognuno grazie al calo dei prezzi delle comunicazioni, all'accesso ai dati e alla tecnologia nelle nostre case e nella nostra vita quotidiana.

Beh, a quanto pare il calo dei prezzi dei prodotti delle più grandi aziende del settore privato, è la prova che sono popolari e sono buoni per gli affari. Inoltre i macroeconomisti credono fermamente che la condizione di inflazione/deflazione escluda logicamente l'impoverimento delle persone durante l'iperinflazione. Se l'aumento dei prezzi è un bene per l'economia, come mai tutti erano così infelici nella Repubblica di Weimar nel 1923, o in Zimbabwe quindici anni fa? Sicuramente all'aumentare dell'inflazione sarebbe dovuto aumentare anche il livello di felicità......

Neanche qui c'è sublimità.

Nel frattempo gli errori si accumulano. Allora in cosa consiste la crescita economica? Non nell'aumento del valore monetario delle transazioni definite statisticamente ammissibili. Non esiste alcun giudizio qualitativo: gli stati di solito pompano il PIL con burocrazia inutile e progetti che pochi consumatori sarebbero disposti a pagare con i loro soldi. Inoltre un aumento del PIL si verifica solo se vengono aumentati la quantità di moneta e il credito bancario, e poi riversati nella parte dell'economia vagliata dalle statistiche degli statistici.

Quanto segue è ciò che accade quando il nuovo denaro, o credito bancario, entra nell'economia. Le banche creano denaro dal nulla e lo prestano ad un cliente privilegiato. Quest'ultimo lo spende prima che i prezzi s'aggiustino, raccogliendo appieno i vantaggi di quei prezzi che ancora non tengono conto della creazione della nuova moneta. Solo dopo i prezzi dei beni acquistati con questo nuovo denaro rifletteranno la domanda supplementare che si concretizza apparentemente dal nulla, e poi questo effetto si diffonderà seguendo sempre i passi del nuovo denaro speso. La grande maggioranza dei consumatori scoprirà che i prezzi sono già saliti, senza alcun compenso nel loro reddito, o se sono in pensione, nel valore delle loro pensioni e risparmi. Così il risultato finale è un trasferimento di ricchezza dai più deboli della società ai primi destinatari del nuovo denaro.

Mentre il denaro creato ex-novo si diffonde gradualmente in una comunità, i prezzi tenderanno a salire. Se si potesse registrare l'effetto, si scoprirebbe che in termini reali l'attività economica scaturente dalla svalutazione della moneta si sgretola gradualmente con l'aumento dei prezzi. C'è un aumento a breve termine della domanda che poi s'inverte. In un mondo statistico perfetto, il PIL reale monitorerebbe fedelmente l'effetto. Purtroppo dobbiamo fare i conti con gli interessi degli statistici e dei loro finanziatori, e anche con l'inadeguatezza dell'applicazione del metodo statistico, più adatto alle scienze naturali come la fisica che ad una scienza sociale imprecisa simile alla psicologia.

Invece di prendere in considerazione questi effetti temporali sui prezzi da parte dell'inflazione monetaria, si presume che solo un aumento della quantità di moneta e del credito possa portare ad aumenti dei prezzi. Ceteris paribus sicuramente, ma tutto il resto non rimane mai uguale. Di gran lunga più importante è la preferenza relativa della popolazione tra il denaro e i beni. Il denaro conserva il suo ruolo solo perché la gente lo considera tale. Le valute fiat, che non hanno valore per altri scopi, corrono il rischio continuo di perderlo. La condizione necessaria affinché una moneta fiat conservi valore è rappresentata dalla sua domanda.

Supponendo che tale condizione sia soddisfatta, la cosa più importante per determinarne il potere d'acquisto è l'equilibrio marginale delle preferenze delle persone rispetto ai beni. Di solito è stabile, anche perché lo stato garantisce l'esistenza di un monopolio per la sua valuta fiat, e riesce a tollerare grandi variazioni della quantità di moneta e del credito in circolazione senza esserne alterato radicalmente.

Se questa preferenza marginale si sposta dai beni di consumo al denaro, i prezzi dei beni tendono a scendere. Ciò è accaduto durante la crisi finanziaria nel 2008/09. È vero l'opposto quando la preferenza marginale si sposta dal denaro ai beni. È questa condizione che porta all'iperinflazione, non la rapida espansione della quantità di moneta come si suppone comunemente, anche se l'espansione monetaria di solito è parte integrante di tale processo.

Ora dovrebbe essere chiaro che la pianificazione economica centrale attraverso la politica monetaria non potrà mai avere successo. Anche supponendo che i pianificatori centrali siano benedetti da doti di preveggenza, che in realtà non hanno e che nessun modello economico può dare loro, sembrano non sapere che i concetti di crescita e di recessione non coincidono con il progresso economico o la sua mancanza. Per misurarli si affidano all'unica cosa che, come osservò ironicamente Canning, può dire loro tutto tranne la verità.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


2 commenti:

  1. La statistica usata dalla politica non potrà mai dire alcuna verità su alcun argomento.
    Il millantato "primato della politica" su tutto il resto, retaggio ideologico otto-novecentesco, è il primato della menzogna e dell'illusionismo sulla realtà. Che conducono al furto legale ed alla coercizione arbitraria.
    Per non parlare della tremenda declinazione di questo "primato" che va di moda da qualche tempo: la politica del fare.
    Cioè del farsi i cazzi propri quando si sta al potere, creando una marea crescente di vessazioni e rapine per tutti gli altri. Ovviamente, con ampia copertura ideologica e propagandistica per avere il plauso e l'adesione convinta da parte dei meno avvertiti o dei "più stolti che ne accettano le briciole" (cit. Mercy Warren).

    Certe volte mi verrebbe da chiedere a questi fieri "credenti" nel potere salvifico di turno: ma se la promessa esistenziale che vi è stata fatta è quella di un percorso prevedibile composto da tre tappe consecutive, scuola-lavoro-pensione, ed è evidente che oggigiorno nessuna delle tre tappe è più sicura e prevedibile, cosa vi trattiene dal dubitare, fino all'abiura, del potere salvifico cui vi siete completamente affidati? Possibile che non siate in grado di scorgere la fregatura colossale e di cercare un'alternativa che passi attraverso la liberazione e la responsabilizzazione individuale? Una alternativa "umanistica" contro la metafisica e mitologia del potere?

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    1. Ciao Dna.

      Un altro caso simile a questo ce l'abbiamo sotto gli occhi proprio oggi: in preparazione per la prossima riunione della BCE, la propaganda mainstream è tornata a martellare sulla presunta presenza della deflazione e, ovviamente, la presunta mancanza d'inflazione. Sembra proprio che si stia preparando la scena per continuare a giustificare le politiche di questa manica di pazzi. Inutile ricordare l'indice sottostima i dati al suo interno e che se confrontato coi prezzi relativi scopriremmo come sia inutile la sua esistenza. Se poi si vuole considerare deflazione un calo di una manciata di punti decimali sotto lo zero da parte dell'HCPI, siamo finiti veramente nel campo del voodoo economico.

      Inoltre, non bisogna sottostimare la domanda per i cash balance da parte degli attori mercati. La loro riluttanza ad accendere nuovi prestiti e ad arroccarsi nei saldi di cassa a causa dell'incertezza imperante e del raggiungimento della condizione di picco del debito, tende a scoraggiare la spesa di denaro. Di conseguenza la circolazione monetaria è inferiore e in tale situazione i prezzi dei beni tendono a scendere. Infine, c'è da dire che la parte del leone in questo contesto la fanno le riserve in eccesso presso le banche centrali, le quali rappresentano una foglia di fico su bilanci bancari colabrodo. La gran parte del denaro di nuova creazione è rimasta parcheggiata nelle riserve in eccesso, ed è servita come gigantesca offerta d'acquisto per vario tipo di pattume obbligazionario/azionario.

      Di conseguenza è rimasta intrappolata nel circuito finanziario e non ha lasciato i canyon dei casinò azionari. Con la NIRP, però, le cose potrebbero cambiare poiché un abbassamento importante del tasso nel mercato monetario rappresenterebbe una vorticosa fuga di banconote dalle riserve in eccesso. O peggio, la materializzazione del fantomatico elicottero monetario. In un modo o nell'altro le banche centrali otterranno quello che vogliono. Il problema è uno: in un modo o nell'altro, mostreranno al mondo una volta per tutte d'aver perso il controllo (anche se, in realtà, non ce l'hanno mai avuto).

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