venerdì 21 agosto 2015

Teorie della cospirazione ed economia keynesiana


Ricordo a tutti i lettori che è in vendita il mio libro "L'Economia E' un Gioco da Ragazzi". Manoscritto incentrato sulla diffusione delle idee della Scuola Austriaca attraverso spiegazioni e analisi semplificate e dirette. Una presentazione adatta ad un vasto pubblico, a dimostrazione che per capire l'economia non è necessario un gergo tecnico ma solo logica e buon senso. Il libro è disponibile sia su Lulu.com sia su Scribd.

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di Gary North


Remnant Review

Uno dei segni distintivi di uno storico istruito secondo le linee di pensiero mainstream, è il suo rifiuto di quelle che sono le teorie cospirazioniste nella storia. In genere il mondo accademico scoraggia tali opinioni.

C'è una ragione: il movimento progressista. I primi storici "scientifici" erano progressisti. Il progressismo poggiava su quattro punti chiave riguardanti le istituzioni. In primo luogo, il potere redentore e messianico dell'istruzione finanziata con le tasse. Si diceva che questa fosse un'istruzione neutrale dal punto di vista intellettuale, ma anche morale. In secondo luogo, il suffragio universale. La democrazia era considerata come redentrice. In terzo luogo, la necessità di una legislazione politica che ridistribuisse la ricchezza. In quarto luogo, la presenza di burocrati professionisti che amministrassero i vari programmi politici di ridistribuzione della ricchezza -- niente clientelismo politico, niente spoglie politiche. Tutto ciò doveva essere imposto da leggi statali.

Una visione della storia basata sulle cospirazioni nega l'autorità di tutti e quattro tali punti. L'istruzione pubblica non impedisce che uomini ricchi manipolino le masse. In secondo luogo, il suffragio universale è impotente quando si tratta di sradicare i poteri dietro le quinte. In terzo luogo, i super-ricchi manipolano i politici che a loro volta creano scappatoie fiscali. In quarto luogo, i burocrati sono impotenti. Ciò significa che i pilastri del progressismo non sono riusciti a sradicare il potere della ricchezza. Vuol dire che il programma del progressismo, un programma di cosiddetto riscatto sociale, è fallito. Peggio ancora, è servito come copertura conveniente per una maggiore concentrazione di ricchezza e potere. Ciò significa che il progressismo è una falsa religione. Gli storici accademici combattono le posizioni cospirazioniste lungo tutta la trama della storia. Capiscono che tali posizioni, se ampiamente accettate, porterebbero al rifiuto politico dell'agenda dei progressisti. Indebolirebbero la legittimità del progressismo.

La versione più pericolosa di una trama storica basata sulle cospirazioni, fu quella fornita da Murray Rothbard. Sosteneva che i progressisti erano stati ingannati sin dal primo momento. Erano pedine sulla scacchiera di coloro che cercavano di arrivare al potere dello stato in nome della democrazia, solo per usarlo e mantenere fuori mercato i propri rivali. L'estrema sinistra non fa eccezione. Rothbard utilizzò il libro dello storico di sinistra, Gabriel Kolko, The Triumph of Conservatism (1963), per sostenere la sua posizione contraria alla regolamentazione federale delle grandi imprese appoggiata dai progressisti. Il risultato di questo programma politico era l'opposto di quello che spacciava la retorica: il radicamento delle grandi imprese. Kolko e Rothbard dimostrarono che l'agenda dei progressisti era stata finanziata sin dall'inizio dalle grandi imprese.



UN PROGRAMMA PER LA STORIOGRAFIA

Quegli storici che non sono dei semplici antiquari, tendono a favorire una visione della storia che è collettivistica. Sono essi stessi i prodotti del collettivismo. La maggior parte di loro è stata formata in università finanziate con le tasse. Una manciata di altri è stata formata in costose università accreditate -- accreditamento timbrato dal cartello degli studiosi universitari. Questo sistema di controllo funziona bene. Di conseguenza, preferiscono spiegare la causalità storica in termini di forze sociali impersonali che sono indipendenti dalle decisioni degli individui. C'è una certa ostilità nello studiare la storia come se fosse il risultato delle azioni di grandi leader. Non la si pensava così nel 1850, oggi invece sì.

Questo è il problema tradizionale conosciuto come "uno e i molti". Ci sono individui; ci sono anche collettivi.

Prendiamo in considerazione la riforma protestante. Come possiamo spiegarla? C'era un leader, Martin Lutero. C'era un problema di portafoglio: la vendita delle indulgenze. C'era un sistema mediatico: tipografi in cerca di rendite. C'era una struttura politica: principati tedeschi indipendenti. Ben presto ci sarebbe stata una struttura ecclesiastica separata: chiese protestanti. Martin Lutero non avrebbe avuto successo se non ci fossero state tipografie e protezione politica. Avrebbe fatto la fine di John Hus un secolo prima. Aveva influenza sui tipografi indipendenti in cerca di profitto e su un leader politico locale. Ma senza Lutero, non ci sarebbe stata alcuna riforma in nord Europa nella sua epoca. Gli storici che favoriscono il collettivismo, sostengono che sarebbe spuntata una qualche altra figura simile a quella di Lutero. Non c'è modo di dimostrarlo.

Penso che dobbiamo studiare i grandi uomini e le grandi forze sociali. Quindi vi consiglio questo approccio investigativo:

  1. Seguire l'organizzazione.
  2. Seguire i leader.
  3. Seguire la confessione.
  4. Seguire il denaro.
  5. Seguire i media.

I grandi leader non sarebbero tali se non ottenessero influenza attraverso le idee, le organizzazioni, i soldi e i sistemi di comunicazione. In altre parole, i grandi leader devono essere in grado d'esercitare una certa influenza e ci sono molti modi per esercitarla a livello istituzionale. Un leader è come una leva. Ha bisogno di un punto d'appoggio per spostare qualcosa.

Allo stesso tempo, non esistono grandi movimenti sociali che non sono rappresentati e motivati ​​da grandi leader. Un movimento deve avere un qualche tipo di rappresentazione visibile. Qualcuno deve incorporare i principi del movimento. La gente dà fiducia agli individui, non alle forze sociali invisibili. I movimenti che non dispongono al loro interno di persone che ispirano fiducia, non avranno mordente.

La storia sarebbe stata diversa se le persone chiave non fossero diventate influenti. Se togliete George Washington dalla storia del Nord America, esso sarebbe stato molto diverso da quello che è oggi. Lo stesso vale per i presidenti americani come Lincoln, Wilson e Roosevelt. Togliete la leva della guerra, e la maggior parte dei presidenti sarebbe stata dimenticata. In verità, la maggior parte dei presidenti è stata dimenticata. E' la guerra che permette ai presidenti di ottenere la maggior parte delle note nei libri e di vendere biografie best-seller. I presidenti che sono stati i grandi difensori della libertà nella storia di questo paese, sono stati quelli che hanno evitato la guerra. Ma chi vuole leggere una biografia di Martin Van Buren, o John Tyler, o Grover Cleveland? Non molte persone.

Gli storici guardano al passato e cercano punti di svolta. Hanno una frase per descriverli: bacini idrografici. I presidenti spartiacque sono stati quei presidenti di guerra. Questi sono i presidenti che hanno cambiato la direzione verso cui il paese si stava muovendo.



COSPIRAZIONI E STATO

Ora arriviamo alla questione delle cospirazioni. Il cospiratore più influente dei tempi moderni è stato Vladimir Lenin. Toglietelo dal XX secolo e tale secolo sarebbe stato significativamente diverso. Non ci sarebbe stato nessun Hitler, nessuno Stalin e nessun Mao. Non c'è dubbio che Lenin fosse un cospiratore. Era un maestro della cospirazione. Costruì il movimento bolscevico sulla cospirazione. Ciò che scriveva era alla luce del sole, ma era un cospiratore superbo.

Le teorie della cospirazione sostengono che gli uomini chiave, operanti dietro le quinte per almeno la maggior parte della loro carriera, hanno cambiato la direzione della storia. Inoltre, le teorie della cospirazione sono osteggiate dalla maggior parte degli storici con una formazione accademica. Gli storici che credono nelle cospirazioni molto presto si vedono bloccata la loro carriera. Ciò è particolarmente vero per quelle persone che associano importanti leader politici ad attività cospirative dietro le quinte. Il caso più evidente nella storia americana è rappresentato dalle manovre di Franklin Roosevelt per spingere i giapponesi ad attaccare la flotta degli Stati Uniti nel 1941. Chiunque sostenga che Roosevelt sapesse che i giapponesi stavano per attaccare le forze navali degli Stati Uniti verso la fine del novembre o all'inizio del dicembre 1941, viene etichettato come storico revisionista, e non guadagnerà mai influenza significativa all'interno della professione.

Il movimento conservatore ha sempre avuto una sorta di tradizione letteraria nascosta legata alle teorie della cospirazione. Ce ne sono varie forme. Possono identificare società segrete. Possono identificare gruppi illegali che hanno fornito soldi. Ma qualunque sia la natura della catena di comando, è stata nascosta alla popolazione e spesso è gestita in modo diverso rispetto alla retorica pubblica di quei leader politici che fanno parte della cospirazione.

I conservatori scelgono diversi leader come rappresentanti dei movimenti di cospirazione, ma c'è una tendenza ad accettarli all'interno del lato non politico del movimento conservatore. La John Birch Society è il caso evidente. Si può anche datare il momento in cui è cambiata. Robert Welch la cambiò dopo le elezioni presidenziali del 1964. Trasformò la Birch Society in un'organizzazione molto diversa. Prima del 1964 era esplicitamente anti-comunista. Dopo il 1964 divenne anti-Federal Reserve, anti-banchieri e anti-Council on Foreign Relations. Fu per questo motivo che Hans Sennholz si dimise come scrittore per l'American Opinion. Era chiaramente un oppositore del settore bancario centrale. Era un oppositore dei banchieri in generale; era un oppositore della riserva frazionaria. Ma gli anti-cospiratori tendono ad essere anti-banchieri in generale, non distinguendo tra banche commerciali a livello locale e banche centrali a livello nazionale. Un classico esempio è Ellen Brown. Il movimento Greenback è sempre stato anti-bancario in generale.

Murray Rothbard era certamente un grande sostenitore di una storia basata sulle cospirazioni. Ma Rothbard comprese un punto fondamentale: le cospirazioni guadagnano influenza attraverso il potere politico. Non hanno quasi alcuna influenza in un'economia competitiva. Questa era anche l'opinione di R. J. Rushdoony. Quando si parla di cospirazioni nella storia, stiamo sempre parlando di organizzazioni clandestine che cercano il controllo attraverso il potere politico. Le cospirazioni che non cercano il controllo attraverso il potere politico, sono semplicemente gruppi con interessi particolari. C'è una grande differenza tra cospirazioni e tali gruppi: i mezzi per acquisire potere e quindi mantenerlo nel lungo periodo. I rappresentanti di una cospirazione hanno un programma nascosto. C'è una difesa pubblica di un determinato programma per ottenere il potere, ma è solamente una farsa. Questa è l'essenza della cospirazione. C'è una netta separazione tra retorica pubblica e piani nascosti per ottenere il potere e quindi usarlo per scopi molto diversi da quelli espressi nelle retorica pubblica.

Quando un uomo d'affari dice che sta solo cercando di fare soldi, di solito ci crediamo. Quando dice che sta cercando di fare soldi per favorire la popolazione, dovremmo porci questa domanda: "Sta chiedendo al governo d'intervenire in suo favore?" Se la risposta è no, allora potrebbe dire la verità. Potrebbe pensare che ci sia un collegamento tra servire la popolazione e fare profitti. Certo, questo era il punto di vista di Ludwig von Mises. Era anche l'opinione dei fondatori della Scuola Austriaca. C'è coerenza tra la ricerca del proprio bene e la ricerca del bene pubblico in una società di libero mercato. Questa era la posizione che Adam Smith articolò nel 1776. Ma Smith non si fidava degli uomini d'affari che si riuniscono per formare un cartello. Non si fidava degli imprenditori che vogliono acquisire qualsiasi tipo di supporto dal governo civile. Questa era anche il punto di vista di Mises, Rothbard ed altri economisti Austriaci.

Se prendiamo sul serio il saggio di Mises sul calcolo economico e sul socialismo, e se prendiamo sul serio l'articolo di Hayek sull'uso della conoscenza nella società, allora dobbiamo concludere che ci sono due tipi di conoscenza economica. Una è la conoscenza che possiedono le commissioni. L'altra è il tipo di conoscenza che possiedono gli individui. Il secondo tipo di conoscenza è la forma cruciale di conoscenza, secondo Mises e Hayek. E' una conoscenza decentrata. E' una conoscenza di condizioni specifiche, in luoghi specifici, in determinati periodi di tempo. Il libero mercato consente agli individui di trarre vantaggio da questa conoscenza decentrata. La conoscenza è coordinata attraverso il sistema dei prezzi. L'intervento dello stato nel funzionamento di tale sistema, impedisce la diffusione di una conoscenza precisa mediante i prezzi. Sia Mises sia Hayek ritengono che la conoscenza centralizzata posseduta dalle commissioni, sia inferiore alla conoscenza decentrata del libero mercato. Entrambi credevano che la conoscenza decentrata e coordinata dal sistema profitti/perdite, fosse la forma significativa di conoscenza nella società. Questa conoscenza è ciò che rende possibile la cooperazione sociale.

Mises non scrisse sulle teorie della cospirazione. Scrisse invece sui gruppi con interessi particolari che cercano di conquistare il potere attraverso l'azione dello stato. Rothbard era un teorico della cospirazione, ma ha sempre cercato quelle cospirazioni ben oltre i semplici gruppi con interessi particolari che cercavano il sostegno dello stato. Non si fidava della retorica statale riguardo il bene della società, ma si fidava di questa retorica quando applicata al mercato competitivo. Non discusse di complotti all'interno del contesto di una libera concorrenza di mercato. Questo perché credeva, come Mises e Hayek, che la conoscenza decentrata attraverso il libero mercato andasse a beneficio della società. In caso contrario, avrebbe prodotto perdite. In altre parole, i processi competitivi associati al sistema profitti/perdite sono sufficienti per mantenere sotto controllo le cospirazioni. Possono ottenere potere solo servendo le richieste dei consumatori. Nel quadro di un sistema di mercato competitivo, non vi è alcuna minaccia proveniente dalle cospirazioni.

I conservatori che si lasciano coinvolgere nelle cospirazioni, tendono a non capire questa distinzione tra i due tipi di conoscenza. Questo è uno dei grandi problemi del movimento conservatore. Alcune persone vedono complotti ovunque. Per quanto riguarda la ricerca del potere politico, questo sospetto è spesso giustificato. Ma quando viene applicato al processo di mercato, manca completamente il punto. Il processo di decentramento, che è coordinato attraverso il sistema profitti/perdite, favorisce il progresso economico e la libertà economica.

Ci sono conservatori che vedono complotti ovunque. Pensano che esponendo qualche personaggio nefasto che sta cercando di fare soldi per sé, sia sufficiente a giustificare una sorta di boicottaggio di quell'individuo e di tutto ciò che ha creato. Non indagano se quella persona sta portando avanti i suoi piani nefasti per mezzo della concorrenza di mercato o per mezzo della competizione politica. Se sta cercando di estendere la sua influenza per mezzo della concorrenza di mercato, e si arricchisce di conseguenza, perché un qualsiasi conservatore dovrebbe preoccuparsene? Finché il cospiratore non chiede alle persone con pistole e disintivi di difendere la sua quota di mercato, i critici dovrebbero concentrarsi sulle operazioni di quelle istituzioni che suddetto individuo ha creato. In breve, seguire il denaro. Se il denaro finisce nel governo civile, allora si ha una buona ragione per cercare quei fatti che potrebbero puntare ad una cospirazione. Ma se i soldi finiscono in una società, o una corporazione a scopo di lucro, e il governo non è stato chiamato a difenderla, allora è tutto fumo e niente arrosto. L'individuo esercita potere privato su un'organizzazione che fornisce benefici pubblici? Se sì, e allora?



CONCLUSIONI

L'umanità è progredita al punto in cui è progredita la divisione sociale del lavoro. Il libero mercato è il grande accordo istituzionale per estendere la divisione sociale del lavoro. Lo fa tramite le azioni volontarie. Non c'è costrizione.

Maggiore è il grado di divisione sociale del lavoro, più precisa è la conoscenza a disposizione dei partecipanti. La conoscenza è decentrata. Questo è stato il punto di Mises e di Hayek.

Non preoccupatevi delle cospirazioni che sono limitate al mercato libero. Preoccupatevi delle cospirazioni che si basano sulla coercizione dello stato per realizzare i loro programmi.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


7 commenti:

  1. Facile parallelo con il mondo informatico.
    Se Microsoft vende il proprio sistema operativo con integrato il proprio navigatore, allora sta cospirando per ottenere un monopolio indebito; se la NSA ruba i dati privati di - potenzialmente - tutti gli individui sulla terra allora è una cosa brutta ma non così grave come il monopolio di MS.

    L'unica spiegazione che so darmi è dovuta alla "vicinanza": maggiormente ci è vicina una realtà che percepiamo come pericolosa - a torto o a ragione - tanto più diventiamo sospettosi; quanto più è lontana e mitizzata, tanto meno ne avvertiamo il pericolo.

    Lontano dagli occhi, lontano dal cuore (e vicino al buco del ...)?

    Riccardo Giuliani

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  2. north storico è sempre intrigante (north monetario un maestro, north ideologico un poco squilibrato). ci sta caso di privati che cercano aiuti economici per la loro attività, e ci sta il caso di chi complotta per ottenere il potere per imporre un programma. dapprima più o meno clandestino, poi sempre più pubblico. il caso della p2 è evidente: adesso parlare di quegli argomenti, dapprima sovversione, è "normale". non penso che non ci sta anche dell idealismo, il mondo non è marxianamente retto dall economia. ovviamente gli interessi sussistono, ma c è dell altro, molto altro. la religiosità (qualsiasi sia) è in fondo l essenza della natura umana. il problema del potere è che per arrivarci occorrono i soldi. ma c è di peggio: una volta arrivati, bisogna mantenerlo. e le strutture (anche normative) servono a questo, a mantenere il potere. che se non ce l hai più, non puoi attuare i programmai desiderati. ma alla fine, non dieci ad attuare un bel nulla. e tutti gli sforzi si dirigono al mantenimento dell istituzione. più viene attaccata, più si arrocca , più costa. più costa, più viene attaccata. il potere, in ultima analisi serve al suo mantenimento. è piuttosto inutile. le dittature sono più efficaci, ma spesso meno salutari: in fondno il meccanismo di corto circuito è lo stesso. ogni tanto ci sono eccezioni, sia in democrazia che in dittatura (singapore).

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  3. Però i cospirazionisti non sono tutti conservatori, vi esistono anche tra i progressisti. Ad esempio, una delle più baldanzose teorie cospirazioniste di rango progressista è quella che vorrebbe gli attentati terroristici come un pretesto per privatizzare le forze dell'ordine. Non mi risulta però che nessun governo abbia proceduto in questo senso, anzi, tornando al tema NSA direi che sono andati decisamente nella direzione opposta.

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  4. La cospirazione e' direttamente proporzionale alla grandezza dello stato....piu' si costruiscono macrostati e piu' facile e' esplicarla...
    saluti da alessandro scocca

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  5. La cospirazione è legata al potere privato, il problema è che appunto i cittadini non governano più lo stato, anzi, lo fottono, pensando che lo stato è a Roma, cioè il governo, senza capire che lo stato siamo noi e che ogni euro che rubano è come se lo rubassero dal proprio portafogli,.
    Questo però avviene perchè è appunto la verità dei fatti, come descrito nell'articolo, la democrazia è la manna dei corrotti che proteggono altri corroti che vengono pagati dal capitale.
    Tutto qui.

    Saluti

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    1. Caro Gabin, scusa ma mi permetto di dissentire.
      Tu dici che lo stato siamo noi? Praticamente stai ripetendo lo stesso slogan dei progressisti che North stesso ha brillantemente mazzuliato nelle prime strofe del suo articolo, smontando le loro tesi. I cittadini non hanno mai governato lo stato, è lo stato che governa i cittadini. Poi non capisco perchè noi dobbiamo essere considerati noi stato quando lo stato è sempre stato comandato da gruppi organizzati detenenti il monopolio della forza, mentre il mercato che comunque sia è il frutto dell'interazione volontaria è sempre qualcun altro.

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  6. allora, cerchiamo di usare lo stesso linguaggio o non ci si capirà mai. lo stato siamo noi? si, quando siamo chiamati a pagare. il debito è pubblico, di tutti noi. converrebbe quindi comportarsi bene. ma che vantaggio ho a farlo se il vicino non lo fa e dunque io pago mentre lui no? e che vantaggio ho, specularmente, a non derubare lo stato quando se non lo faccio io lo fa il vicino? se tutti rubano, la mia onesta non vale. se non ruba nessuno, il mio furto passera inosservato. si chiama fallimento dell azione collettiva. non è sempre della stessa intensità, per molti motivi. in italia, per molti motivi, è particolarmente elevato. dunque nello stato ognuno cerca di posizionarsi in modo tale da non pagare tasse: evadere, eludere, pianificazione fiscale, avere redditi esenti o con aliquota minore, ottenere esenzioni, privilegi; per poi dirigere la tassazione e le "colpe" su altri gruppi, invocare il corporativismo di alcuni per favorire la libera concorrenza ma affermare la giusta causa di regolamentazione ed esenzione quando la corporazione lesa è la propria. lo stato siamo noi anche quando si prende? in parte si in parte no. quando si prende non tutti hanno gli stessi benefici, ma solo alcuni gruppi che li ottengono per legge. e percio tutti invocano diritti e cercano di rivendicare le proprie ragioni per vederli riconosciuti.
    se riesco ad ottenere speciali diritti e privilegi, qualche altro gruppo pagherà come tutti (lo stato siamo noi) a beneficio del mio gruppo. è la democrazia. ognuno cerca di guadagnare da questo posizionamento, sia per dare meno che per avere di piu. quando un gruppo vince, qualcun altro perde. lo stato è un gioco a somma negativa, una tragedy of commons. il problema è dunque la collettivizzazione e la conflittualità che si genera all interno di essa. in rapporti economici interindividuali questo gioco non esiste.

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