lunedì 10 agosto 2015

Perché il denaro non misura il valore



Ricordo a tutti i lettori che è in vendita il mio libro "L'Economia E' un Gioco da Ragazzi". Manoscritto incentrato sulla diffusione delle idee della Scuola Austriaca attraverso spiegazioni e analisi semplificate e dirette. Una presentazione adatta ad un vasto pubblico, a dimostrazione che per capire l'economia non è necessario un gergo tecnico ma solo logica e buon senso. Il libro è disponibile sia su Lulu.com sia su Scribd.

__________________________________________


di Robert P. Murphy


Chi lo conosce di persona, vi direbbe che David Gordon è un provocatore. Ha rispolverato questa etichetta dopo una recente recensione del nuovo libro di Steve Forbes ed Elizabeth Ames. Gordon li ha rimproverati per aver sostenuto che il denaro rappresenta una misura del valore, analogo ad un righello o ad un orologio; Gordon ha citato l'autorità di Ludwig von Mises mentre respingeva tale punto di vista. In un post precedente sul Mises Canada, ho difeso Gordon dalla risposta di John Tamny. Ma ora vedo che anche l'economista Marc Miles si è buttato nella mischia, pensando che Gordon sia ignorante in economia di base.

Sia chiaro: Gordon (e Mises) ha ragione; il denaro non è un "metro di misura" del valore. Tuttavia, il motivo per cui Tamny e Miles sono sconcertati dalla posizione di Gordon è fondamentalmente uno: secondo loro sta negando il fatto (ovvio) che le persone acquisiscono denaro come mezzo per raggiungere un altro fine. In questo post vorrei provare a chiarire tutta la confusione scatenata dal malizioso Gordon. Come vedremo, è proprio perché la gente usa il denaro come mezzo per raggiungere un altro fine che NON è paragonabile ad un righello, o ad un orologio, o ad una scala.



Scambi Volontari e Implicazioni per il “Valore”

Per una discussione più approfondita di tali questioni – per come sono state sviluppate dai padri della Scuola Austriaca – consultate questo post meticoloso di Dan Sanchez. Ma per i nostri scopi, possiamo elencare i punti principali in fretta: quando due persone decidono di operare uno scambio volontario, entrambe valutano soggettivamente di più l'oggetto in possesso dell'altra. In caso contrario, non ci sarebbe alcun motivo per commerciare.

Per esempio, la madre di Joe dà al figlio una mela per il pranzo, mentre il papà di Sally dà alla figlia una banana. Se i due ragazzi decidono di operare uno scambio, significa che:

  1. Joe imputa più valore alla banana piuttosto che alla mela, e
  2. Sally imputa più valore alla mela piuttosto che alla banana. (Supponiamo che i ragazzi stiano commerciando perché interessati agli elementi in loro possesso, e non, per esempio, perché Joe ci vuole provare con Sally.)

Si noti che deve esistere questa disuguaglianza di valutazioni affinché possa avvenire il suddetto scambio. Lungi dal "misurare" il valore di ogni frutto e poi renderlo uguale, Joe e Sally confrontano i frutti e giungono a conclusioni OPPOSTE. Una cosa del genere non è possibile farla con le proprietà fisiche, come la massa di ogni frutto, o la quantità di calorie. In altre parole, è impossibile che i due possano andarsene con in mano un "frutto più pesante". Ma *è* possibile che i due se ne vadano con in mano un "frutto più prezioso" – questa è la bellezza dello scambio volontario. Si tratta di una proposizione vincente per entrambe le parti.

Lo stesso vale se uno dei ragazzi ha il denaro. Ad esempio, se Joe ha una banconota da $1 mentre Sally ha una banana, ed entrambi vogliono operare lo stesso uno scambio, allora significa che Joe valuta soggettivamente di più la banana rispetto alla banconota da $1, mentre Sally valuta di più la banconota da $1 rispetto alla banana. Anche in questo caso non vi è alcuna "misura"; ogni attore di mercato sfoggia una disparità di valori.

Tuttavia si potrebbe dire che "lo scambio ha dimostrato che in quel momento il valore oggettivo di mercato della banana è di $1". Ma anche in questo caso non c'è nulla di analogo ad un righello con cui misurare una lunghezza. Spiegheremo perché nella prossima sezione.



Perché Esprimere il “Valore di Mercato” in Unità di Denaro NON È Come Usare un Righello

Quando misurate la lunghezza con un righello, state supponendo che un primo oggetto abbia una proprietà oggettiva chiamata lunghezza e che sia possibile utilizzare un secondo oggetto (vale a dire, un righello), avente una quantità standard di questa proprietà, per determinare quanta ne abbia il primo. Quindi, per convenzione, definiamo un certo oggetto un "righello di un piede di lunghezza" e poi lo utilizziamo per misurare passo passo (ad esempio) una recinzione. Dire che la recinzione è lunga 18 piedi significa che possiede una lunghezza che è 18 volte superiore a quella di un righello standard.

Questo ragionamento è inutile quando le persone comprano e vendono merci sul mercato. E questo vale anche quando si prende in considerazione il punto di vista (corretto) di Tamny e Miles, i quali si rendono conto che il denaro è un mezzo per raggiungere un altro fine. Ad esempio, se per $10 un ragazzo vende un'ora del suo lavoro (tagliare l'erba) al prossimo, e poi li spende in sala giochi, possiamo spiegare queste azioni dicendo: "Il ragazzo valuta di più la sala giochi rispetto all'ora di tempo dedicata a tagliare il prato del vicino." Non c'è niente di analogo ad una lunghezza fisica con cui il ragazzo abbia "misurato" i suoi giudizi o azioni.



Perché Mises Sosteneva il Gold Standard

È vero che Ludwig von Mises, così come molti altri economisti della tradizione liberale classica, era molto affezionato al gold standard classico. Questo perché legava le mani dello stato, evitando grandi e sporadici periodi d'inflazione monetaria. Gli imprenditori potrebbero pianificare meglio le proprie attività sapendo che il potere d'acquisto della moneta non sarebbe soggetto a fluttuazioni violente causate dai capricci dei politici.

Tuttavia, riconoscere tutto questo NON significa ammettere che il denaro legato all'oro (per esempio) abbia un valore "fisso" e che fornisca un'unità di misura oggettiva. Questo perché il valore di un'unità d'oro si può cambiare.

Ad esempio, supponiamo che lo stato segua i consigli Forbes e Ames ed àncori il dollaro ad un'oncia d'oro. Poi immaginiamo che, qualche anno più tardi, un asteroide contenente 170,000 tonnellate d'oro si schianti sulla Terra raddoppiando nel giro di poche settimane la quantità d'oro posseduta dagli esseri umani. Se il governo degli Stati Uniti non facesse nulla, il dollaro potrebbe andare in crash. Per mantenere il peg, quindi, lo stato dovrebbe inondare il mondo con nuovi dollari, facendo salire alle stelle il prezzo di tutte le altre cose. Tamny e Miles possono negare che agli occhi della popolazione questa sembrerebbe proprio "inflazione" e che il "righello" oggettivo sembrerebbe proprio una lunghezza malleabile?



Conclusione

Come spiegò Ludwig von Mises in modo più approfondito rispetto ad ogni altro economista, la nuova teoria soggettiva del valore inaugurata nel 1870 distrusse il concetto di denaro come "misura oggettiva" del valore. Mises prediligeva il gold standard classico come modo per ridurre al minimo l'influenza politica sulla quantità di denaro. Non c'è alcuna contraddizione in queste posizioni.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


***********************************************************************************


di Robert P. Murphy


Nel post qui sopra ho spiegato il motivo per cui Ludwig von Mises era fermamente convinto che il denaro non "misurasse" il valore nel modo in cui un righello misura la lunghezza. Ma stando ad alcuni commenti ricevuti, posso dire che alcune persone ancora non riescono ad afferrare la distinzione sottolineata da Mises e dai suoi seguaci. In questo addendum al post precedente, presenterò la mia tesi da una prospettiva leggermente diversa per far capire il punto.

Permettetemi di citare un passaggio dall'Azione Umana preso da pagina 232:

Gli equivalenti monetari usati nell'azione e nel calcolo economico sono prezzi monetari, vale a dire, rapporti di scambio tra moneta e altri beni e servizi. I prezzi non sono misurati in moneta; essi consistono di moneta. Non sono né prezzi del passato né prezzi attesi del futuro, ma necessariamente un fatto storico o del passato o del futuro. Non v'è nulla nei prezzi che permetta di assimilarli alla misurazione dei fenomeni fisici e chimici. [Mises, il corsivo è mio.]

Le parti che ho sottolineato sono fondamentali per la nostra discussione. Ciò che Mises sta enfatizzando, è che l'atto dello scambio di mercato NON comporta l'uso di dollari (per esempio) per quantificare il numero d'unità di una certa grandezza presenti nel prodotto in questione. Ecco perché non è una misurazione, certamente non nel modo in cui usiamo un righello per misurare la lunghezza.

Se qualcuno usa 12 volte un metro per misrare il lato di un fienile, e poi lo usa altre 12 volte per misurare una recinzione, la persona può concludere: "Il fienile e la recinzione hanno la stessa lunghezza, perché li ho misurati con questo dispositivo e attraverso il numero d'unità di lunghezza ho scoperto che sono uguali."

Ma se questo stesso uomo vende il suo maglione a $12 e poi li spende per comprare un paio di hamburger, NON sta dicendo che il maglione e gli hamburger hanno lo stesso valore. Al contrario, sappiamo che preferisce gli hamburger al maglione; è per questo che s'è impegnato in questi scambi. (In realtà sto concedendo troppo qui, ma solo per far capire il punto. In realtà non possiamo nemmeno confrontare le scale di valori della stessa persona in momenti diversi nel tempo, perché nel frattempo le cose possono cambiare.)

Le persone come John Tamny e Marc Miles hanno ragione su una cosa; affinché il denaro possa svolgere la sua funzione sociale, il suo potere d'acquisto non può variare drasticamente tra l'atto della vendita e quello d'acquisto. Il nostro ipotetico uomo dell'esempio precedente, non avrebbe venduto il suo maglione a $12 se non avesse avuto le idee chiare su quello che i $12 gli avrebbero permesso d'acquistare sul mercato.

Tuttavia ciò che Mises (e i suoi seguaci) sta sottolineando, è che l'obiettivo non è una "misura di valore immutabile". È sbagliato pensarla così, ed è anche sbagliato pensare che il problema con l'inflazione è che lo stato fornisce un "righello" flessibile quando in realtà necessiteremmo di uno fisso. Come dice Mises, i prezzi consistono in prezzi monetari, ma questo non significa che il denaro "misura" i prezzi. Pensarla diversamente significa pensare che esista una certa grandezza quantificabile tramite la quale possiamo contare unità di banconote da un dollaro. (Questo è ciò che accade con un righello: la lunghezza è una proprietà oggettiva e quantificabile di un oggetto, e il righello si limita a fornire un'unità standard per quantificare la sua grandezza.) Quando qualcuno decide di spendere $12 per un bene, non è perché pensa: "Questo bene ha lo stesso valore di mercato dei miei $12." No, la persona pensa ad un giudizio soggettivo ineguale: "Preferisco comprare questo bene piuttosto che tenermi i miei $12"; e allora noi concludiamo: "Quel bene ha un valore di mercato di $12." Chiamatelo come vi pare, ma non è un processo analogo a quello di misurare lunghezze con un righello.

Vorrei concludere questo post con un altro esperimento mentale, giusto per farvi vedere che anche l'oro non è un "righello fisso" nel modo in cui pensano Tamny e Miles. Nel post precedente ho usato lo scenario fantasioso di un asteroide che si schianta sulla Terra e al cui interno c'è abbastanza oro da raddoppiarne la quantità esistente, in modo tale che se lo stato mirasse al prezzo in dollari dell'oro, scatenerebbe una massiccia inflazione dell'offerta dei dollari. Tutti i prezzi, quotati in dollari, salirebbero alle stelle, fatta eccezione per il prezzo in dollari dell'oro.

Adesso proviamo a fare un esperimento mentale diverso. Come prima, supponiamo che lo stato blocchi il prezzo in dollari dell'oro, pensando che ciò costituirà un "righello stabile di una certa lunghezza" mediante il quale le persone possono misurare i valori di mercato. All'improvviso tutti gli americani vorrebbero essere come Mister T e indossare più gioielli d'oro. Se lo stato non facesse nulla, allora il prezzo in dollari dell'oro aumenterebbe a causa della maggiore domanda d'oro sotto forma di gioielli. Pertanto, al fine di mantenere fisso il prezzo in dollari, lo stato dovrebbe risucchiare i dollari in circolazione. Ciò manterebbe stabile il prezzo in dollari dell'oro, ma causerebbe un crash del prezzo in dollari di tutto il resto. Lungi dal fornire un'unità di valore stabile, sembra che bloccare il prezzo in dollari dell'oro genererebbe un attacco improvviso di "deflazione", almeno nel modo in cui la popolazione considera tale termine.

Il punto dei miei esperimenti mentali è quello di ricordare alle persone che quando il valore è in ultim'analisi soggettivo, non esiste un'unità fissa con la quale si possa misurare. Sì, utilizzare l'oro come denaro sarebbe molto meglio della carta fiat, perché (tra l'altro) avrebbe un potere d'acquisto più stabile. Ma da ciò non si può concludere che il denaro "perfetto" o "ideale" avrebbe un potere d'acquisto immutabile, perché la designazione sarebbe arbitraria, basata su (diciamo) "panieri di beni" che nel corso del tempo i consumatori potrebbero valutare diversamente.

Ha senso dire che un righello misura la lunghezza, poiché quest'ultima è una proprietà oggettiva e quantificabile ("cardinale") negli oggetti. Ma non ha senso dire che il denaro misura il valore, perché il valore è una proprietà soggettiva e non quantificabile ("ordinale") nella mente delle persone.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


3 commenti:

  1. Murphy un po' prolisso, non è il mio preferito, ma migliore di altre volte.
    Pensavo alle implicazioni politiche e fiscali, in pratica la stessa cosa, della applicazione stretta di questi concetti ragionevoli ed esatti di Mises.
    Chi crede nel potere salvifico dello stato paga più tasse di chi non ne è convinto e fa da se'... Valore soggettivo dei servizi pubblici...
    Sogni estivi...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se ne deduce che il bene comune e' una mistificazione arbitraria del potere di turno. Nessuno può imporlo agli altri se non con la forza.

      Elimina
  2. Il denaro sta alla misura oggettiva come lo stato ad una persona reale.

    Riccardo Giuliani

    RispondiElimina