giovedì 9 luglio 2015

Scappate se ci tenete al portafoglio, è una mania irrazionale!


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di David Stockman


Quando $5,300 miliardi di debito pubblico vengono negoziati a tassi d'interesse negativi nel mondo fiscalmente dissoluto di oggi, significa che abbiamo qualcosa di cui preoccuparci. Stiamo assistendo ad un cambio di regime finanziario. Non ci sono più mercati nel vero senso della parola — solo un casinò infettato dalla pazzia delle folle che li popolano e dai pifferai magici della banca centrale che li inebriano.

Ogni giorno ci sono nuove conferme della mania. Ieri sera, per esempio, la borsa di Shanghai ha chiuso in positivo di un altro 2.4%, il che significa che ora è il 114% al di sopra del suo livello di soli 9 mesi fa!




E cos'è trapelato dalla terra del capitalismo rosso durante questa salita vertiginosa? Tutto è andato praticamente liscio, perché la più grande bolla del credito mai vista prima sta cominciando a scoppiare. Cioè, nonostante la propaganda di Wall Street, il PIL della Cina da $10,000 miliardi non è affatto un prodotto di un'economia capitalista; né è il prodotto di una crescita economica di mercato.

Invece è un "PIL costruito", fabbricato dal credito fiat emesso dalla banca centrale. Negli ultimi due decenni la PBOC ha emesso riserve bancarie praticamente illimitate: comprare dollari e svilire il tasso di cambio del RMB per sostenere la sua politica mercantilista. Questo, a sua volta, ha consentito al credito pubblico e privato della Cina di salire da $2,000 miliardi alla fine del secolo scorso ai $28,000 miliardi di oggi.




In breve, i signori del capitalismo rosso di Pechino hanno fatto sprofondare l'intera nazione in un abisso di debiti per finanziare una mania immobiliare che non ha precedenti. In effetti, negli ultimi 14 anni l'esplosione del debito non solo ha generato migliaia di miliardi di "PIL artificiale alimentato dalla stampante monetaria", ma, cosa ancora più importante, anche un accumulo di "asset" sopravvalutati e anti-economici sia nel settore privato che in quello pubblico.

Attualmente ci sono circa 70 milioni di appartamenti vuoti in Cina, perché sotto la nefasta influenza del credito illimitato questi appartamenti sono stati costruiti solo per l'apprezzamento patrimoniale, non per essere abitati. In realtà, la maggior parte delle decine di milioni di scommettitori che hanno investito in questi appartamenti, si sono presi la briga di tenerli vuoti e nuovi di zecca; come opere d'arte contemporanee, il potenziale d'apprezzamento può essere compromesso da danni e graffi.

Inutile dire che c'è un problema enorme quando si trasformano colossi di cemento armato in bulbi di tulipano. Quando infine la mania intorno ai prezzi si fermerà, coloro che hanno scommesso i loro risparmi su unità abitative vuote non solo verranno polverizzati, ma, cosa più importante, la domanda di nuove unità evaporerà rapidamente, provocando una devastante contrazione nell'offerta di edifici.

Non v'è dubbio che il suono stridulo udito dai signori del capitalismo rosso di Pechino, è quello che proviene dal collasso del settore immobiliare — anche quando saltano disperatamente da manovre monetarie "ristrette" a manovre monetarie "allentate". Ma i prezzi delle case stanno scendendo a causa del numero di edifici, e a monte la catena dell'offerta si sta visibilmente sgonfiando.




Il prezzo del ferro è la misura migliore per visualizzare l'attuale contrazione in Cina. I venditori ambulanti di Wall Street vi diranno di non essere turbati dal tonfo del 70% rispetto ai massimi del 2012 e dal calo del 35% degli ultimi nove mesi. Secondo loro, è tutta colpa dei grandi minatori globali che sono andati in mare per trovare nuove miniere di ferro.

Ed anche è vero che il debito a buon mercato e i mercati azionari ruggenti hanno incoraggiato artisti del calibro di BHP, Rio Tinto e Vale a dilettarsi in un'orgia di spese senza precedenti. Negli ultimi sei anni solo queste tre aziende hanno aggiunto nuova capacità di ferro rispetto a quella che esisteva alla fine del secolo.

Ma questa non era un'aberrazione o un caso di esuberanza una tantum. L'eccesso d'investimenti in capacità di ferro a terra, era solo un'immagine speculare dell'enorme eccesso d'investimenti in capacità di ferro in acqua. Vale a dire, le tre grandi aziende sopracitate hanno solo cercato di stare al passo con l'enorme eccesso d'investimenti nella produzione dell'acciaio e nelle costruzioni a base d'acciaio in Cina.




Così il crollo dei prezzi del ferro è solo l'ultima notizia di una crisi deflazionistica che sta rapidamente inglobando la Cina e l'intera economia mondiale. In tali circostanze, perché mai il mercato azionario di Shanghai dovrebbe impennarsi?

Riuscite a dire mania alimentata dal credito? I mercati finanziari della Cina sono popolati da decine di milioni di speculatori che di recente hanno abbandonato i veri casinò a Macao e hanno scelto di inseguire i prezzi delle azioni, convinti che Pechino avrebbe coperto loro le spalle.

Infatti Pechino sta cercando disperatamente di raffreddare il boom del credito attraverso goffi controlli amministrativi, ma questi sforzi non fanno altro che spostare altrove la vasta offerta di credito della Cina. Nel corso degli ultimi sei mesi, per esempio, lo sforzo dello stato di approvare un giro di vite sui prestiti fiduciari riguardo imprese ricolme di debito, ha provocato un'esplosione di debito marginale nelle borse di Shanghai e Shenzhen.

Infatti, al livello attuale di $264 miliardi, solo un'altra volta nella storia cinese il debito marginale in percentuale del PIL aveva raggiunto un tale ammontare. Tanto per essere chiari, stiamo parlando del panico di Wall Street nel settembre 1929.




Sì, il 60% degli scommettitori nel mercato azionario cinese ha una formazione scolastica da ridere e ciò costituisce il proverbiale gregge di pecore destinato al macello. Ma questo non è di alcuna consolazione, perché i disordini nei mercati finanziari mondiali non hanno nulla a che fare con l'istruzione, l'informazione o l'analisi dei titoli. Si tratta di una mania — un focolaio d'irrazionalità.

L'ennesima prova ci è arrivata questa mattina, quando McDonald's ha riferito dell'ennesimo trimestre disastroso e le sue azioni sono prontamente schizzate in su del 3%. Pochi minuti dopo questo sviluppo anomalo, la stampa finanziaria ha spiegato tutto. Riferisce USA Today:

Mercoledì le azioni di McDonald's sono salite oltre il 2%, mentre la compagnia faceva sapere che all'inizio del mese prossimo avrebbe annunciato un nuovo piano di rilancio.

I risultati, anche se non sono nulla d'eccezionale, sono stati migliori del previsto. La più grande società di fast food del mondo ha detto di aver fatto registrare un profitto di 84 centesimi per azione. I guadagni sono stati di $1.10 per azione, aggiustati ai costi non ricorrenti. Ciò ha battuto le aspettative di Wall Street, le quali davano per scontato un $1.05 per azione.

Ma la grande novità è stata l'annuncio del CEO Steve Easterbrook: la presenza di un nuovo piano di rilancio.

"Come azienda leader a livello mondiale nel settore della ristorazione, ci stiamo evolvendo per essere più sensibili alla clientela di oggi," ha dichiarato Easterbrook in un comunicato. "Il team di gestione di McDonald's è profondamente incentrato su un'azione rapida per rispondere alle esigenze dei consumatori di oggi, allo loro aspettative e al mercato competitivo. Stiamo sviluppando un piano di rilancio per migliorare le nostre prestazioni e fornire una crescita duratura e redditizia. Non vediamo l'ora di condividere i dettagli di questo progetto."

Sì, ma a differenza della campagna di Richard Nixon per porre fine alla guerra del Vietnam, possiamo scommettere che il piano di Easterbrook non è affatto un segreto. I giocatori d'azzardo non hanno bisogno di alcun dettaglio far salire le azioni, perché sanno già quello che succederà il 4 maggio. Vale a dire, un altro giro di ristrutturazioni e nuovi riacquisti d'azioni proprie.

Detto in modo diverso, il modello di business di una delle aziende americane più vecchie sta fallendo visibilmente (perché la gente è stanca d'ingrassare) ed è così da diversi anni. In quest'arco di tempo l'azienda si è lentamente auto-liquidata, alimentando l'appetito insaziabile di Wall Street per i riacquisti d'azioni proprie e i dividendi. E ora che ha promesso di accelerare tale liquidazione — i giocatori d'azzardo si sono accalcati dietro un'altra gamba rialzista.

Le vendite di McDonald's sono calate sin dalla metà del 2012. L'ultimo trimestre non ha fatto eccezione e il calo è stato a livello mondiale. Le vendite degli esercizi negli Stati Uniti sono calate del 3.9%, in Europa sono scese del 2.9% e nei mercati emergenti sono scese del 7.3%. Il modello di questo calo sistematico va avanti così:





La morale della favola è ben peggiore. L'utile netto, di poco superiore agli $800 milioni, è sceso di un enorme 33% rispetto agli $1.2 miliardi guadagnati nel trimestre dell'anno scorso. Quindi come ha fatto a "battere" quelle stime?

E' facile. Il numero di azioni di MCD è calato del 3% rispetto a un anno fa e i guadagni di $1.10 per azione citati sopra rispetto alle stime mainstream, hanno convenientemente omesso $250 milioni di oneri, svalutazioni ed effetti di traduzione dalle valute estere.

Naturalmente tutti questi colpi al netto delle entrate sono stati segnalati alla SEC, pena una sanzione penale. Infatti, $87 milioni dei costi ignorati erano dovuti al fatto che McDonald's si era vantato di aver diffuso il suo logo in tutto il pianeta alla ricerca di una crescita senza fine...... salvo non badare al livello rimpicciolito di profitti in euro, lire e real.

Quindi questa storia è l'ennesima ripetizione del grande gioco all'interno del casinò, in cui le aziende fanno finta di tagliare le spese e di diventare più efficienti, e invece allineano i loro modelli di business a quelli degli scommettitori di Wall Street, i quali amano illudersi che i multipli di valutazione basati su questi numeri fasulli sono "ragionevoli" e in linea con le medie storiche.

Infatti, al prezzo di chiusura di oggi di $97.82/azione, la valutazione di McDonald's è del tutto irragionevole — l'ennesima conferma dell'attuale mania. Il suo utile annuale al netto dei risultati di oggi è di $4.36 miliardi e la sua capitalizzazione di mercato è di $94 miliardi. Ciò significa che il casinò sta spravvalutando quest'azienda del 22X.

Perché? La verità è che l'utile netto annuale di McDonald's è il più basso sin dal 2008, quando era di $4.31 miliardi. Lungo questo periodo di tempo ha oscillato dai $4.5 ai $5.5 miliardi l'anno. Detto in altro modo, i guadagni di McDonald's sono morti da anni e ora il suo risultato del primo trimestre è crollato vertiginosamente.

L'esempio di McDonald's è solo l'ennesima farsa nel teatro di Wall Street, in cui si spaccia la favoletta che i mercati sono valutati ragionevolmente. Ma in una mania non c'è modo di dire quando il sole stia tramontando o sorgendo. Infatti, i giocatori d'azzardo banchettano al tramonto perché è il momento in cui il denaro viene nuovamente riciclato nel casinò.

Durante gli anni in cui i consumatori di tutto il mondo hanno evitato costantemente gli hamburger e le patatine fritte, McDonald's ha messo a dieta il proprio bilancio. Vale a dire, negli ultimi 10 anni ha distribuito quasi $51 miliardi di dividendi e riacquisti d'azioni proprie. Grazie a quest'ultimo meccanismo, il numero di azioni si è ridotto da 1.26 miliardi a 965 milioni, o una riduzione del 22% — per sostenere la pretesa di una crescita degli utili.

Nello stesso decennio, però, ha fatto registrare solo $44 miliardi di utile netto. Cioè, ha soddisfatto il casinò vomitandovi dentro il 115% del suo utile netto. Tutto ciò è che ha dovuto fare per giustificare la sua valutazione stratosferica, è stato intraprendere un massiccio piano di re-investimento nella propria azienda.

Alla fine, le aziende come McDonald hanno tutto il diritto di liquidare sé stesse. Questa è la "distruzione creativa" di Schumpeter e va da sé che lo stato di salute dei suoi clienti ne gioverebbe.

Ma in un mercato libero ed onesto nessuno potrebbe valorizzare un business che ha un simile stato patrimoniale. Neanche lontanamente.

Quindi le azioni di oggi non sono determinate dal price discovery; rappresentano la mania di una bolla gonfiata a dismisura.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


2 commenti:

  1. Ciao Francesco,
    la mania di gonfiare bolle insostenibili, la mania di credere di arricchirsi all'infinito nel casinò azionario, la mania di farsi truffare con la nota separazione del denaro dagli sciocchi e disonesti (in base alla grande verità che non è possibile truffare una persona onesta: quella avida brama tanto in cambio di nulla ed il truffatore riesce perciò a darle nulla in cambio di tanto), la mania di controllare gli individui costruendo recinzioni di varia natura (hanno appena approvato l'oscuro TTIP al parlamento europeo), la mania di esercitare il potere di guida sulle moltitudini (YES WE CAN).

    Le azioni umane individuali creano continuamente alternative a tutto ciò che viene calato dall'alto se non è gradito. Nel medio/lungo periodo queste alternative vincono e si affermano sempre, ma a che prezzo?
    L'utilità marginale della centralizzazione del potere continua a declinare, senza dubbio.
    Ma oggi non riesco ad essere ottimista come te, Francesco. Forse perché sono più in là con gli anni.
    I nostri ragionamenti sono ancora marginalissimi, irrilevanti. L'utilità marginale della libertà negativa (sec.H.Berlin) sembra minuscola. I più si ritengono soddisfatti della libertà positiva o concessa. L'illusione della sicurezza sociale prevale, anche se obietterai che proprio il crollo di questa certezza aleatoria darà il colpo principale allo status quo che l'ha promessa.
    Sarà!
    Il castello di carta è certamente molto meno solido di quel che viene millantato, ma se è vero che hanno messo a segno anche il TTIP oggi l'individuo ha subìto un goal molto pesante e desolante.

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    1. Ciao Dna.

      Purtroppo Dna, i truffatori al giorno d'oggi hanno vita facile. Spesso i truffati sono girati dall'altro lato e non vogliono guardare. Anche se qualcuno indica loro che c'è un malintenzionato con le mani laddove non dovrebbero essere, preferiscono ignorare e affidarsi al loro istinto. Oggi nessuno in Italia sta prendendo provvedimenti contro un evento simile a quello greco. Questo blog, ad esempio, ne consigli ne ha dati a bizzeffe su come posizionarsi. Infatti, l'attento lettore non si lascerà incantare dall'effetto mistico della domanda "quando", ma prenderà in considerazione la possibilità concreta di un evento come quello da cui viene messo in guardia. Insooma, quante volte fino ad ora siamo stati testimoni di eventi pressoché "impossibili" è che invece si sono puntualmente verificati? Dopo ogni salvataggio ponte della Grecia i media finanziari, ricordo bene, si rallegravano puntando il dito in avanti e guardando al futuro. Invece eravamo ancora al punto di partenza.

      Non dico di gettare ai quattro venti tutte le proprie posizioni, ma di considerare anche quelle che all'apparenza sembrano remote. I QE, ad esempio, erano qualcosa di neanche immaginabile perfino nelle sale accademiche, eppure...
      Anche perché se non si comprano metalli preziosi ora, con situazioni paradossali simili, non ci saranno occasioni più convenienti. Meno male che non tutti sono ciechi alla proverbiale "scritta sul muro".

      Dio benedica i cambiamenti al margine.

      Comunque prepariamoci di nuovo. Ben presto anche qui da noi saranno di nuovo messi al rogo i cosiddetti short seller... salvo poi scoprire che in realtà saranno vendite vere e proprie.

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