martedì 5 maggio 2015

Tre modi in cui il denaro finisce nelle tasche dei ricchi





di James Rickards


Mentre l'America sostiene di essere una società libera dalle classi, spesso e volentieri accade il contrario. Gli americani sono ossessionati dallo status sociale in tutte le sue forme, quello basato sulla celebrità, sulla realizzazione artistica o atletica, o semplicemente sul denaro.

Sebbene non esista qualcosa come una famiglia reale in America, i nostri reali in campo economico, tra cui Bill Gates e Warren Buffett, sono considerati alla stregua di duca o conti inglesi.

Quando si parla di status, non guardiamo solo alla dimensione del conto in banca, facciamo distinzioni anche in base al denaro e alla posizione sociale. Questo ci porta a distinguere tra "vecchi" ricchi e "nuovi" ricchi, con i primi che sono composti da famiglie che vivono in tenute di campagna e vantano credenziali della Ivy League, mentre i secondi sono qualcosa di più vistoso.

La famiglia Astor è stata ricca per oltre 200 anni e rappresenta praticamente i "vecchi" ricchi in America.

Eppure, come accade anche all'estero, ce ne sono altri ancora più "vecchi" la cui tradizione esiste da oltre 300 anni.

La loro ricchezza non solo è sopravvissuta ai cicli economici, ma anche a guerre, invasioni, crolli degli imperi, rivoluzioni e disastri naturali.

Affinché la ricchezza di una famiglia possa persistere per molti secoli e superare tali avversità, è necessario qualcosa di più della semplice intuizione per gli investimenti giusti.

Questo raro successo nella conservazione della ricchezza richiede una visione di lungo termine, infusa con un senso della storia e una consapevolezza che gli scenari peggiori troppo spesso diventano reali.

Quando si indaga sui membri e sui rappresentanti di una certa famiglia che sono riusciti a preservare la propria ricchezza nel corso dei secoli, il minimo comun denominatore è: "Un terzo, un terzo e un terzo." Questa è una scorciatoia per dividere la propria ricchezza: un terzo in terra, un terzo in oro e un terzo in opere d'arte

Ovviamente è necessaria anche un po' di liquidità per le spese giornaliere e per qualche investimento azionario, ma l'idea di base (terra, oro e opere d'arte) supera di gran lunga asset più rischiosi (azioni, obbligazioni e liquidità), e ciò sembra confermato quando inquadriamo questo punto di vista in un quadro temporale composto da secoli e non solo anni o decenni.

Questo può essere qualcosa di difficile comprensione per la maggior parte degli americani che sono stati assillati col mantra "azioni per il lungo periodo" dai venditori di Wall Street, più interessati alle loro commissioni piuttosto che ai loro clienti. Le azioni possono anche comportarsi bene per lunghi periodi.

Ma azioni, obbligazioni e anche i contanti coinvolgono la presenza di terze parti e quindi contengono un rischio di credito, oltre a qualsiasi altro rischio di mercato che incorporano. L'investitore è sempre in balia di coloro che emettono questi asset. Le aziende alla fine falliscono e con esse anche i loro bond.

Ogni cartamoneta nella storia del mondo si è infine rivelata inutile e non vi è alcuna ragione per credere che i campioni in carica come il dollaro, l'euro, o lo yen facciano una qualche eccezione.

Al contrario, il valore dei terreni, dell'oro e delle opere d'arte è intrinseco. (Qui Rickards si sbaglia; nessuno di questi elementi possiede un qualche valore intrinseco, bensì storico che è una cosa nettamente diversa, ndT) Se li si possiede, ci sarà pure una ragione... Non c'è nessuno che li emette e che possa improvvisamente far scomparire la terra o trasformare il vostro oro in coriandoli. Un quadro non può andare in bancarotta. Naturalmente è possibile che un regime totalitario o un esercito invasore possano confiscare la ricchezza tangibile, ma anche in questo caso ci sono strategie difensive che sono state perseguite con successo.

L'oro può essere stipato in una valigia o cucito nella fodera di un cappotto. L'opera d'arte può essere rimossa dalla cornice, arrotolata e trasportata in una valigia. Ovviamente la terra non può essere spostata, ma con un buon titolo e una buona dose di pazienza una famiglia può riaffermare il suo possesso anche generazioni più tardi, una volta che gli intrusi sono stati estromessi.

Molte famiglie cubane nel sud della Florida sono in attesa di recuperare i loro beni sequestrati da Castro alla fine degli anni '50 una volta che il governo comunista crollerà, e potrebbero anche avere successo.

Nessun portfolio è perfetto e senza rischi. Eppure troppo spesso non ci preoccupiamo del rischio e ignoriamo quelli più grandi come il collasso monetario, il disordine sociale, un cambiamento di regime ed editti d'emergenza. Warren Buffett disprezza l'oro perché non garantisce rendimenti.

La ragione per cui non ha rendimenti è perché non ha alcun rischio. Il rendimento è quel qualcosa che si ottiene quando ci si assume dei rischi. L'oro non ha alcun rischio di credito, nessun rischio di cambio, nessun rischio di maturità, insomma non ha alcun ​​rischio. È solo oro.

C'è stato un apprezzamento simile nel valore delle opere d'arte. Certo, questo è un esempio selettivo. Ciononostante nel corso dei secoli sono stati gli hard asset, e non la cartamoneta, che hanno conservato il proprio valore nonostante crolli e catastrofi.

Le "vecchie" famiglie ricche lo sanno — e lo sanno da un bel pezzo.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


19 commenti:

  1. 1 - una visione di lungo termine,
    2 - un senso della storia,
    3 - una consapevolezza che gli scenari peggiori troppo spesso diventano reali.

    Questi elementi (ma gli ultimi due sono uno solo, ed a ben guardare racchiudono anche il primo) sono cardini strategici volti a contrastare gli avversari principali della esistenza umana: il tempo, il caso, le illusioni.

    Ovviamente, si tratta di una visione delle cose mondane molto diversa da quella propugnata dal progressismo illimitato, dal mito delle sorti magnifiche e progressive, dal mito della crescita infinita, dal Sole dell'avvenire.
    E' una mentalità non antimoderna, ma conservatrice nel senso di poco incline alle ossessioni delle mode e delle chiacchiere. Completamente disincantata. Da recuperare.

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    1. La famiglia Astor: http://it.wikipedia.org/wiki/Astor_%28famiglia%29

      Mentalità imprenditoriale, capacità di calcolo economico, sapiente lettura del mercato nel tempo, senza disdegnare una posizione politica per controllare da vicino le interferenze possibili.

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  2. MI DOMANDO : Perchè proseguire nell'osservare l'agonia del ns paese? Non sarebbe meglio organizzare un paese 'parallelo' che con l'aiuto di tecnici preparati si dia la forma e l'economia che risolverebbe i nostri problemi? Perchè non trovare persone che inizino un percorso in cui, ad es. si compri oro e si stampi una moneta alternativa. Questo sarebbe una secessione che pian piano scalzerebbe l'euro che ci affonda, ma anche i politici che ci remano contro.

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    1. Ciao Mercuzio
      Provo a rispondere. Per realizzare o almeno provare a realizzare quell'altro mondo possibile, in genere, nella storia, ci si è dovuti allontanare dal luogo in declino. Piccole realtà alternative al sistema dominante sono sempre state osteggiate o tollerate. Mi viene in mente Nomadelfia o quelle comunità settarie a carattere religioso millenarista. Ma di comunità alternative basate su di un sistema monetario diverso ed opposto al dominante, cioè a quello del potere costituito, io non ho notizia. Credo che siano state rapidamente distrutte dal potere dominante. Perché fondate contro uno dei pilastri del potere: il controllo del mezzo di scambio.

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    2. Perché il detentore della forza non ti permetterebbe di realizzare un progetto che mina uno dei pilastri del suo potere.

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    3. dai non scherziamo, queste sono utopie, andare sull'isola che non c'è, roba da libertarianani utopisti disintegrazionisti, friulanoveneti..... ! ........ fuggire non serve, basta eludere il sistema, i modi ci sono...... per poterlo fare bisogna innanzitutto conoscerlo come funziona in tutti i suoi ingranaggi. fuck the system!! pillola rossa tutta la vita!

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    4. Mercuzio se ti chiedi questo è perché ancora ci tieni a questa fogna di paese.... è una domanda che devi fare a te stesso, ne vale la pena fare "sangue amaro" per questa cloaca di stivale?? cerca di salvare te stesso e chi sta a fianco semmai, e lascialo agonizzare.... che te ne frega

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    5. intendevo lascialo agonizzare questo paese!!

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  3. io penso che ci siano dei beni che hanno un valore intrinseco. il problema è quale valore monetario. esempio, l acqua. può avere valore monetario immenso od essere gratis. ma il valore intrinseco ce l ha eccome.

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    1. Io penso di no. L'acqua è essenziale per la vita, ma non è vita. In assenza di utilizzo, in ogni senso, cioè di richiesta, resta H2O. E voglio dire richiesta dal più piccolo frammento di acido nucleico fino al più assetato di noi. Lo stesso ragionamento si può applicare a quei liquami scuri e fetidi che chiamiamo petrolio. Quando lo abbiamo usato come fonte di energia ha assunto un valore.
      No, non esiste il valore intrinseco di qualsiasi cosa. Alla vita stessa si può anteporre altro se si ritiene che abbia un valore superiore. Ma resta valutazione soggettiva. Ci vuole un soggetto per esprimere un giudizio di valore. In se' nulla ha un valore. È l'utilità marginale per il soggetto che valuta la base del valore. Ci vuole un vivente per dare valore a qualcosa.

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    2. non ho detto di qualsiasi cosa. di alcune cose. alcune più di altre, ed altre per nulla. l oggettivo è la somma delle soggettività. ma essa non è casuale. è chiaro che è una relazione tra soggetto ed oggetto, come in tutto. kant si chiedeva se esisteva un mondo fuori di noi. ma negare l oggettività è negare anche l a-prori. è sempre un discorso epistemologico.

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    3. non ti seguo. L'oggettivo somma delle soggettività mi ricorda qualcosa a metà tra le scelte condivise e gli aggregati macroeconomici. Altroché se esiste un mondo esterno a noi! Se mi cade una tegola in testa mi resta poco da attribuire alla mia percezione ed interpretazione soggettiva... Infine, apriori significa auto evidente. Ed è auto evidente che senza un soggetto vivente l'acqua non è altro che un liquido. Non nego l'oggettività di questa affermazione. Non è relativismo il mio, ma non ci sta alcuna epistemologia se non c'è un soggetto pensante. È l'uomo la misura delle cose per noi umani. È la formica la misura delle cose per le formiche.

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  4. Vi consiglio un libro meraviglioso, sono certo che Francesco quantomeno lo conosca, Antifragile di Nassim Taleb ..... capirete quanto il sistema ci voglia ignoranti, ma non nel senso mainstream del termine cioè senza pezzo di carta ed educazione scolastica, ma ci voglia insensibili alla realtà che c'è sotto la superficie che siamo tenuti a vivere.

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    1. Grazie. Lo conosciamo e ne abbiamo parlato diverse volte.

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  5. Francesco scusa ma è solo un caso che il castello dell'immagine introduttiva sia in Ucraina o c'è un messaggio da capire che io non capisco? Tra tante residenze sontuose perché proprio quella è non il castello degli Astor che ospitò Anna Bolena? Gomblottone?

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    1. Ciao Dna.

      A dirti la verità non ho indagato. In realtà quell'immagine è tratta dal link originale e non ho approfondito la sua natura. Purtroppo di questi tempi c'è molto da fare per me: tra finire il libro di Chodorov e continuare quello nuovo di North, oltre alle traduzione giornaliere, c'è il mio secondo manoscritto a cui sto cercando di dare vita. Il primo? Beh, aspettiamo trepidanti l'otto di giugno. :)

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  6. Io continuo a non essere preoccupato dei ricchi, ma sono preoccupato per quei poveracci che sempre più restano senza lavoro. Qui non è il problema del denaro che incamerano i ricchi. Ho la sensazione che il problema sia causato dal troppo denaro che si sottrae dall'economia reale per essere messo dentro i mercati azionari. Sbaglio ?

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    1. Ciao Marco.

      Dal punto di vista delle deformazioni finanziarie che genera, no, non sbagli. Anche se sottrarre non è il verbo che utilizzerei. Direi "contraffare" sia più appropriato.

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