lunedì 11 maggio 2015

I “mercati” manomessi dalle banche centrali non hanno nulla a che fare con l'economia reale





di David Stockman


Il rendimento del bund tedesco è salito come un razzo ieri. Dopo aver toccato il tasso davvero folle dello 0.05% solo poche settimane fa, ha superato la soglia dello 0.60%. Quando un bond decennale ampiamente posseduto si muove così — significa che sta accadendo qualcosa di decisamente interessante nel mondo dei fast money.

Ma non piangete per i giocatori d'azzardo nel mercato obbligazionario. Hanno già fatto front-running alla Banca Centrale Europea. Durante i 16 mesi tra il gennaio 2014 e il picco d'aprile, gli speculatori sul decennale tedesco hanno raccolto un profitto del 350% utilizzando i finanziamenti repo essenzialmente a costo zero.

Negli ultimi giorni ne hanno ridati un po' indietro, mentre si dirigevano verso le uscite:




Eppure durante la marcia ininterrotta del bund tedesco verso il Valhalla monetario raffigurato qui sopra, quante volte avete sentito parlare di come il mercato stesse semplicemente "predicendo" una fuga verso la qualità e il temuto spettro della "deflazione"? Questa è quella che gli psichiatri chiamano follia allo stato puro — rendimento negativo di un decennale statale al netto delle imposte e dell'inflazione — ed è stata attribuita a fattori economici razionali.

Ma non era dovuta a fattori razionali. La corsa maniacale verso il rendimento dello 0.05% è stata un capriccio speculativo, innescata dall'impegno della BCE di monopolizzare il mercato del debito pubblico tedesco.

Nessun giocatore d'azzardo si sarebbe lasciato scappare l'opportunità di comprare titoli a palate in presenza di una banca centrale che tenta di monopolizzare un mercato in particolare — soprattutto quando c'è di mezzo un burocrate come Mario Draghi!

Mai un'agenzia statale in qualsiasi punto del pianeta ha ricoperto gli speculatori con tanti e tali guadagni inattesi. E da un giorno all'altro sentiremo le teste di legno sulla CNBC affermare che l'acquisto di bond da parte delle banche centrali non reprime o distorce i tassi d'interesse, perché il quantitative easing (QE) in Europa li ha fatti salire. E, inoltre, diranno che questo è del tutto logico perché il QE permetterà all'economia di sfuggire dalla trappola deflazionistica, il che significa che gli investitori stanno scontando una ripresa imminente!

Oh, suvvia, siamo seri.

Quando gli investitori — se ce ne sono ancora di questi derelitti ingenui — si introducono in quella che a prima vista sembra una tana di conigli, credendo che i mercati e l'economia siano ancora collegati in maniera storicamente ortodossa, alla fine si imbatteranno in qualcosa di molto più feroce di un coniglio. Vale a dire, il prossimo crollo del mercato. Questo è l'inesorabile fine partita di un sistema finanziario in cui il price discovery è stato completamente annientato.

Nel casinò di oggi gestito dalle banche centrali, le cattive notizie non vengono percepite in modo lento cosicché la loro portata e la tempistica di reazione possano essere più definite. Invece le cattive notizie esplodono improvvisamente e violentemente. Succede anche quando i fast money concludono che un certo prezzo ha raggiunto estremi irrazionalmente esuberanti che nemmeno le banche centrali possono sostenere.

Questo è ciò che sta accadendo al bund tedesco, al decennale italiano, ai titoli del Tesoro americano e alla maggior parte del mercato obbligazionario globale. I front-runner stanno incassando e si stanno dirigendo verso le uscite. La grande falsificazione dei prezzi promossa dalle banche centrali si sta disfacendo in modo estremamente pericoloso.

Quando nei primi di marzo è partita la campagna d'acquisto di bond da parte della BCE, tutto era già finito prima che iniziasse. I front-runner avevano fatto il loro lavoro: accumulare vaste scorte di bond da rivendere alle rispettive banche centrali nazionali a prezzi di gran lunga superiori a quelli che avevano pagato.

Ora i giocatori d'azzardo nel mercato europeo non dovranno far altro che scaricare le loro scorte a tutti quegli scemi del casinò che vorranno farvi un'offerta. Vale a dire, quei geni a Francoforte che a quanto pare credono che se si tassa a morte un'economia e poi si seppelliscono i suoi consumatori, produttori e contribuenti sotto un'infinita pila di debito, si possa generare una crescita economica iniettando $1,300 miliardi di credito dal nulla nel casinò.

Infatti coloro che oggi stanno scaricando i bund e i titoli di stato di altre nazioni, si stanno dirigendo verso altre speculazioni di breve periodo, come i futures sul petrolio e altri prodotti finanziari legati all'olio di scisto. Presto preannunceranno che il petrolio ha toccato il fondo e che tutto è in linea per una crescita dei profitti.

Ecco il problema. Tra l'altro, è lo stesso problema che affligge i mercati obbligazionari. Vale a dire, tutti i "dati in entrata" riguardo l'economia sono gravemente distorti e deformati a causa della falsificazione dei prezzi finanziari globali da parte delle banche centrali.

Ad esempio, questa settimana si è inceppata per l'ennesima volta la proverbiale "velocità di fuga" del PIL: non solo a causa dello 0.2% registrato nel primo trimestre, ma soprattutto a causa del crollo del disavanzo commerciale non petrolifero. Tale shock "inatteso" manderà i dati del PIL del primo trimestre in territorio negativo, mentre nel secondo trimestre persiste la lotta contro l'enorme sbalzo di scorte in eccesso accumulate ormai da più di un anno.

Eppure gli economisti di Wall Street non hanno visto arrivare niente di tutto ciò. Perché? Perché analizzano i dati odierni mediante un pattern fasullo di ciclo economico. In tal senso, è stato annoverato tra i segnali della ripresa la forte crescita delle esportazioni degli Stati Uniti negli ultimi anni. Ora si scopre, però, che quei numeri erano in gran parte un artefatto del falso boom globale dell'attività industriale, stimolata dalle stampanti monetarie delle banche centrali.

Ora suddetto boom si sta raffreddando rapidamente, come apprendiamo da ogni nuovo dato che ci arriva dalla Cina e dalle altre economie emergenti come il Brasile. Dopo tutto, sembra proprio che l'economia americana non abbia riacquistato il suo ruolo di fornitore di materiali industriali. C'era solamente una temporanea carenza di materie prime petrolchimiche e rottami metallici, che ormai è scomparsa.

Come mostrato di seguito, solo negli ultimi due trimestri le esportazioni USA di forniture industriali e di materiali sono scese di quasi $100 miliardi, o del 20% a tassi annualizzati.




E c'è qualcos'altro da raccontare ancora. La discesa degli impianti di perforazione petrolifera dai 1,600 dell'ottobre scorso ai 700 d'aprile, rappresenta un indicatore che anticipa un crollo imminente nelle spese per capitale, dove la modesta ripresa sin dal 2009 è dipesa fortemente dal settore energetico.

In breve, il mercato obbligazionario si sta sfaldando come la madre di tutte le bolle che ha raggiunto il suo apice. Allo stesso modo, i mercati di quegli asset rischiosi non sono da meno.

Naturalmente niente di tutto questo è stato "previsto" dalle teste di lego di Wall Street. Sono ancora rintanati nei loro antri a setacciare gli archivi dei dati economici, i quali sono del tutto scollegati dai "mercati" che sostengono di spiegare.

Ciò che conta ora, è sapere cosa faranno le banche centrali. Dopo essere finite in trappola a causa di quella spazzatura intellettuale nota come economia keynesiana, ora non hanno la minima idea di come uscirne.

E' tempo di riconoscere che c'è stato un cambiamento di regime monetario. La FED potrebbe anche essere stata vostra amica dal marzo 2009 o addirittura negli ultimi decenni. Ma incagliate allo zero bound e soffocate da un bilancio collettivo da $22,000 miliardi, le banche centrali di tutto il mondo stanno diventando rapidamente il vostro incubo.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


6 commenti:

  1. A proposito del bund tedesco, ecco i tipi sempre puntuali di Zerohedge che ci permettono di visualizzare cosa sta accadendo all'incidente annunciato rappresentato dalla bolla dei titoli di stato: Did The World's Central Banks Hit The Panic Button This Morning?

    E' come guardare un incidente allo slow motion.

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    1. Se c'è una cosa che è emersa in questi ultimi anni, che pure noialtri abbiamo capito, è che il mondo che ha come punto di riferimento gli USA, il cosiddetto Occidente, ha un grande punto debole: il sistema monetario, che è fondato su di una illusione o messinscena, in pratica sul nulla.
      Far scoprire il proprio punto debole è sempre pericolosissimo. Se qualcuno vi tiene per le palle siete suo. Se mostrate il vostro tallone d'Achille siete facili prede.
      Pochi giorni fa la grande parata militare russa coi cinesi e gli indiani ha mostrato ciò che si vede, ciò che si vuol far vedere della potenza e delle capacità dei contendenti avversari. Ma come sempre ciò che non si è visto è ancora più importante. E chi deve sapere, dalla nostra parte, sa. Sa che gli avversari hanno scoperto il punto debole dell'occidente ed hanno accumulato soundmoney da contrapporre al suo fiatmoney, e che hanno anche imparato le tecniche e le tecnologie atte ad innescare il caos finanziario sui mercati che sostengono il sistema occidentale.
      È molto brutto quando il proprio punto debole viene scoperto. Si diventa vulnerabili e se si è stati arroganti si deve giungere a più miti consigli. Ci si deve ridimensionare.
      Forse questa debolezza monetaria dell'ovest può essere un fattore di stabilizzazione per la pace piuttosto che un fattore di crisi prebellica. Io lo spero. Spero nel buon senso degli avversari ed in quello di chi ha capito che la corda non può ulteriormente essere tirata e bisogna mollare un po' per evitare il peggio. Insomma, l'oro ad oriente come deterrente strategico nel momento in cui altri pretendono un loro posto al Sole.

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    2. Quello che è successo l'altro giorno è significativo della debolezza del castello di carta imbastito dalle bc.
      Lo si può vedere dal lato del crollo o dal lato del recupero, ma dimostra precarietà ed emergenza.
      Sarà stato uno stress test organizzato dalle stesse bc per provare i tempi di reazione?
      Sarà stato l'inevitabile palesarsi della scritta sul muro? "Ehi! Guardate che tutto questo debito pubblico a tasso zero o giù di lì non vale un cazzo! Adesso vi facciamo vedere che succede se ce ne sbarazziamo di colpo ed in massa... Chi si compra questa spazzatura?" E sono intervenute le bc, le uniche entità liquide ad libitum.
      Sarà stato un avvertimento russo all'Eurozona ed alla Nato per frenarne l'interventismo nei Balcani ed ai confini orientali? Un assaggio della parata militare a Mosca?
      In ogni caso, trattasi di castello di carta.
      Tornando alle miserie nostrane, da una parte il governo vuol pagare i rimborsi dovuti ai pensionati coi BOT, mentre, dall'altro, la CDP continua a martellare con la propaganda dei buoni postali garantiti dallo stato italiano, uno dei più indebitati del pianeta. E la messinscena continua. Tutto il sistema si regge su di un castello di carta, di chiacchiere e di distintivo. Credibilità millantata. Fragilità assoluta.

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    3. Ciao Dna.

      I punti espressi nei tuoi commenti calzano a pennello se si vuole commentare l'ennesimo calcio al barattolo di quella dolina finanziaria che è la Grecia: Greece tapped IMF reserves to make debt repayment -- government officials.

      Il barattolo al prossimo giro sarà più pesante da calciare. Ad ogni ulteriore calcio sarà così.

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  2. A naso, ma solo a naso, penso che il denaro fiat, che deve sempre produrre interessi, "se no chi paga?", abbia fatto spostare il capitale... dalle obbligazioni all'azionariato, in particolare americano.
    Tale azione ha semplicemente creato una bolla galattica... no, come diceva Nando Ioppolo, si è creata una inflazione sui cespiti, nelle quali le azioni delle società sono andate a mille, valendo di fatto 10.
    La cosa sicuramente non andrà avanti per molto... ma chi sono io per dirlo?
    Orazio

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    1. Ciao Orazio.

      Segni più "concreti" della bolla possiamo notarli anche nel mercato dell'arte: Asta record a New York per 'Donne di Algeri' di Picasso

      E' un pattern che abbiamo già visto in passato. Le vendite di opere d'arte all'asta hanno raggiunto un picco durante la bolla dotcom, durante il picco del Nikkei nel 1988 e infine anche durante l'ultimo bust immobiliare. Particolari che vengono sottolineati anche nel libro, Boombustology. A quanto pare quando i mercati vanno in bolla tornano di moda i vari Picasso, i vari Munch e altri. L'autore, poi, focalizza l'attenzione sulla casa d'aste Sotheby mostrando come il suo prezzo azionario, dopo essere sceso a $7 per azione nel 2009, s'è impennato a $50 per azione dopo il QE1 e 2 della FED.

      Ma tanto stavolta è diverso, no?

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