giovedì 30 aprile 2015

Perché è importante che il dollaro sia la valuta di riserva mondiale?





di Patrick Barron


Quando definiamo il dollaro "valuta di riserva", lo facciamo in riferimento al suo utilizzo da parte di altri paesi per saldare conti commerciali internazionali. Ad esempio, se il Canada acquista merci dalla Cina, quest'ultima potrebbe preferire un pagamento in dollari USA invece che in dollari canadesi. Il dollaro USA è la valuta più "commerciabile" a livello internazionale, il che significa che la maggior parte dei paesi lo accetta in pagamento, per cui la Cina può usare i suoi dollari per acquistare beni da altri paesi, non solo dagli Stati Uniti. Tale non è il caso per il dollaro canadese, e la Cina dovrebbe detenere dollari canadesi fino a quando non troverebbe qualcosa da comprare dal Canada. Moltiplicate questo scenario per tutti i paesi del mondo che stampano la propria valuta, scoprirete che senza una valuta ampiamente accettata in tutto il mondo il commercio internazionale rallenterebbe e diventerebbe più costoso. L'effetto sarebbe simile a quello di erigere barriere commerciali, come ad esempio il famigerato Smoot-Hawley Tariff del 1930 che acuì la Grande Depressione.

Ci sono molti che tracciano un collegamento tra il crollo del commercio internazionale e la guerra. Il grande economista francese Frédéric Bastiat disse che "quando le merci non attraversano le frontiere, lo fanno i soldati." Nessuna nazione può raggiungere uno standard di vita dignitoso con un'economia completamente autarchica, cioè completamente autosufficiente in tutte le cose. Se non è possibile acquisire i beni di cui si ha bisogno, ci si sente costretti ad invadere i propri vicini per derubarli. Così, una valuta accettata quasi universalmente può essere vitale sia per la pace nel mondo sia per la prosperità mondiale.



Cosa Significa Veramente “Valuta di Riserva”

Tuttavia le fondamenta da cui deriva il concetto "valuta di riserva" non esistono più. In origine il termine "riserva" si riferiva al fatto che la valuta poteva essere riscattata in cambio di una merce, di solito l'oro, ad un rapporto di cambio fisso. La prima valuta di riserva globale fu la sterlina britannica. Poiché la sterlina era "buona come l'oro", molti Paesi trovarono più conveniente detenere sterline piuttosto che l'oro stesso durante l'era del gold standard. Le grandi nazioni commerciali del mondo saldavano i loro scambi in oro, ma accettavano anche sterline, fiduciosi che la Banca d'Inghilterra avrebbe consegnato su richiesta il metallo giallo ad un tasso di cambio fisso. Verso la fine della seconda guerra mondiale, il dollaro USA acquisì questo status attraverso l'accordo di Bretton Woods. Gli Stati Uniti facevano la parte del leone in quanto a possedimenti d'oro, diventando "l'arsenale della democrazia" ancor prima dell'entrata in guerra degli alleati. (Ancora oggi gli Stati Uniti possiedono più oro di qualunque altro Paese, con le loro 8,133.5 tonnellate scaraventano al secondo posto le 3,384.2 tonnellate della Germania.)

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) venne istituito con il preciso scopo di monitorare le azioni della Federal Reserve, garantendo che non avrebbe inflazionato il dollaro e che sarebbe sempre stata pronta a scambiare dollari in oro a $35 l'oncia. I Paesi avevano, quindi, fiducia che i dollari in loro possesso erano tanto "buoni come l'oro", come lo era stata la sterlina inglese tempo prima.



L'Avvento della Valuta di Riserva Fiat

Tuttavia la FED non ha mantenuto il suo impegno preso a Bretton Woods e il Fondo Monetario Internazionale non ha cercato di costringerla a detenere abbastanza oro da onorare il rimborso della valuta in circolazione a $35 l'oncia. Durante gli anni '60 gli Stati Uniti finanziarono la guerra in Vietnam e la guerra alla povertà con denaro stampato. Il volume di dollari in circolazione superò la capacità degli Stati Uniti di rimborsarli a $35 l'oncia. La FED venne chiamata a renderne conto alla fine degli anni '60, dapprima dalla Banca di Francia e poi anche da altre.

Le banche centrali di tutto il mondo, disposte a possedere dollari piuttosto che oro, temevano che gli Stati Uniti non avessero riserve auree sufficienti per onorare il rimborso dei dollari. La margin call della Francia alla FED fece ridurre drasticamente le riserve auree degli Stati Uniti, da oltre 20,000 tonnellate nel 1958 a poco più di 8,000 tonnellate nel 1970. Questi rimborsi avvenivano ad un ritmo talmente frenetico che gli Stati Uniti si ritrovarono di fronte ad un bivio: o lasciare che il dollaro si rivalutasse, o abrogare le proprie responsabilità di rimborsare i dollari in oro. Per loro eterna vergogna, gli Stati Uniti scelsero quest'ultima strada e "uscirono dal gold standard" nel settembre del 1971. (In quell'anno gli Stati Uniti avrebbero dovuto svalutare il dollaro da $35 l'oncia a $400 l'oncia per avere scorte d'oro sufficienti e rimborsare coloro che lo richiedevano.) Tuttavia il dollaro si trovava ancora nelle mani di grandi nazioni, poiché serviva ancora a saldare i conti commerciali internazionali. Non c'era altra valuta che potesse competere col dollaro, nonostante il fatto che fosse "slegato" dall'oro.



Perché il Dollaro Ha Continuato ad Essere una Valuta di Riserva

Esistono due caratteristiche affinché una valuta possa essere considerata utile nel commercio internazionale: viene emessa da una grande nazione commerciale e conserva il suo valore nel tempo. Questi due fattori creano una domanda per una valuta di riserva. Anche se il dollaro veniva inflazionato dalla FED, perdendo così il suo valore nei confronti di altre materie prime nel corso del tempo, non c'era concorrenza. Il marco tedesco riuscì a conservare meglio il suo valore, ma l'economia tedesca e il suo commercio erano una frazione di quella degli Stati Uniti, il che significa che i titolari di marchi avrebbero trovato meno cose da comprare in Germania rispetto ai possessori di dollari negli Stati Uniti. Quindi la domanda per il marco era inferiore alla domanda per il dollaro. Naturalmente anche i fattori psicologici sono entrati nella domanda di dollari, dal momento che gli Stati Uniti erano il protettore militare di tutte le nazioni occidentali contro i paesi comunisti.

Oggi stiamo vedendo l'inizio di un cambiamento. La FED ha inflazionato il dollaro a tutto spiano, riducendone il potere d'acquisto e stimolando le grandi nazioni commerciali del mondo ad utilizzare altre valute migliori. Questo è importante, perché una perdita di domanda per il possesso del dollaro come valuta di riserva significa che migliaia di miliardi di dollari detenuti all'estero potrebbero rifluire negli Stati Uniti, causando o inflazione, o recessione, o entrambe le cose. Ad esempio, la quota globale di dollari detenuti dalle banche centrali è attualmente il 62%, per lo più sotto forma di debito del Tesoro americano. (Le banche centrali detengono debito fruttifero del Tesoro USA piuttosto che i dollari stessi.) Le partecipazioni estere al debito degli Stati Uniti sono attualmente $6,154 miliardi. Confrontate questa cifra con la base monetaria degli Stati Uniti: $3,839 miliardi.

Qualora la domanda estera dovesse diminuire la quota di asset denominati in dollari, il Tesoro USA potrebbe finanziarne la rimborsabilità in soli tre modi. Gli Stati Uniti potrebbero aumentare le tasse per rimborsare il debito detenuto all'estero; potrebbero alzare i tassi d'interesse per rifinanziare il loro debito detenuto all'estero; potrebbero semplicemente stampare denaro. Naturalmente potrebbero utilizzarli tutti e tre a vari livelli. Se gli Stati Uniti si rifiutassero di aumentare le tasse, o di aumentare i tassi d'interesse, e ripiegassero sulla stampa di denaro (lo scenario più probabile, a meno di un ripudio totale della dottrina keynesiana e l'adozione dell'economia Austriaca), la base monetaria aumenterebbe dello stesso ammontare dei rimborsi. Ad esempio, se la domanda di possedere asset denominati in dollari calasse del 50% ($3,077 miliardi) la base monetaria degli Stati Uniti dovrebbe aumentare del 75%, cosa che indubbiamente porterebbe ad un'inflazione dei prezzi molto elevata e a danni economici nazionali. Qui è in gioco il nostro standard di vita.

Quindi è nell'interesse di molti che il dollaro rimanga molto domandato in tutto il mondo come valuta di riserva. E' una cosa necessaria per evitare un'inflazione dei prezzi ed evitare che le imprese americane vengano caricate con un aumento dei costi se fossero costrette a saldare i loro conti d'importazione/esportazione in una valuta diversa dal dollaro.



Le Minacce allo Status Internazionale del Dollaro

Le minacce allo status di valuta di riserva arrivano dalle politiche della FED stessa. A mio parere, non c'è alcuna cospirazione messa in atto da altri Paesi per "attaccare" il dollaro. Tuttavia c'è una presa di coscienza da parte del resto del mondo: gli Stati Uniti stanno indebolendo il dollaro attraverso la ZIRP e il QE. Di conseguenza gli altri Paesi sono consapevoli di dover cercare un mezzo migliore per saldare i conti del commercio mondiale. Nonostante le politiche inflazionistiche della FED, un fattore che ha contribuito a sostenere la domanda del dollaro come valuta di riserva nel breve periodo è che anche le altre valute sono state inflazionate.

Ad esempio, il Giappone ha inflazionato lo yen in misura maggiore rispetto al dollaro nel suo folle tentativo di rilanciare la sua economia stagnante. Ora anche la Banca Centrale Europea avvierà un QE, nonostante le obiezioni della Germania. Le banche centrali di tutto il mondo sembrano sottoscrivere la convinzione erronea che aumentare l'offerta di moneta porterà prosperità senza la minaccia dell'inflazione. Ciò sfida la legge economica e la realtà economica. Non si può avere prosperità o ripresa stampando denaro. Aumentare l'offerta di moneta non potrà mai creare prosperità. Per di più, questa convinzione contiene un secondo errore: la spesa viene considerata il fondamento della prosperità piuttosto che il risparmio. Commettere questo errore significa mettere il carro davanti ai buoi.

Un terzo errore è credere che abbassare il valore di cambio della valuta nei confronti delle altre porterà ad una ripresa trainata dalle esportazioni, o ad un qualche sussulto economico che porterà ad una ripresa sostenibile. Non è così. Senza scavare troppo in profondità nella teoria economica Austriaca, vorrei solo sottolineare che la stampa di denaro sconvolge la struttura della produzione scombinando il "processo di price discovery" del capitalismo. Quando questo accade, il capitale è allocato in progetti che non verranno mai completati con profitto. Emergono bolle e le imprese vengono improvvisamente danneggiate in massa, distruggendo così le risorse scarse.



Possibili Scenari Futuri

Queste convinzioni erronee faranno perdere al dollaro il suo status di valuta di riserva a vantaggio del primo grande Paese commerciale che smetterà di inflazionare la sua valuta. Ci sono prove che la Cina capisca quello che c'è in gioco; ha aumentato le sue riserve d'oro e ha istituito controlli per impedire che l'oro di lasci la nazione. Se la seconda economia più grande del mondo e una delle più grandi nazioni commerciali del mondo legasse la sua moneta all'oro, la domanda di yuan aumenterebbe e la domanda di dollari diminuirebbe.

Oppure la lunga crisi in Europa potrebbe portare la Germania a lasciare la zona Euro e a reintrodurre il marco tedesco. Ho sempre sostenuto che la Germania sia in grado di farlo, cosa che senza dubbio rivelerebbe il marcio che c'è nell'euro, la valuta comune che ha saccheggiato metà dei Paesi del continente per finanziare i loro welfare state insostenibili. Il continente europeo al di fuori del Regno Unito potrebbe diventare una zona legata al marco tedesco, e quest'ultimo potrebbe sostituire il dollaro come valuta di riserva più importante del mondo.

Il problema di fondo, però, risiede nella capacità di stampare denaro fiat, la cui unica copertura è il potere coercitivo dello stato tramite le leggi del corso legale. Le banche centrali non sono altro che contraffattori legalizzati. La pressione di stampare denaro proviene dal mondo politico, il quale desidera sia la guerra sia il welfare state. Entrambe rappresentano attività che consumano capitale; non sono "investimenti" che possono garantire un rendimento.

In un ambiente con denaro sonante, dove l'offerta di moneta non può essere inflazionata, viene a galla la vera natura della guerra e del welfare state. La presenza del denaro sonante applica un limite naturale alla quantità di fondi che una società è disposta a dedicare a ciascuno. Ma in un contesto di denaro fiat, sia la guerra sia il welfare state possono espandersi nel breve periodo in modo incontrollato, perché le conseguenze negative si fanno sentire solo più tardi e il legame tra la spesa e il danno che arreca all'economia è poco conosciuto.

Il miglior antidoto è quello di abolire del tutto le banche centrali e consentire agli enti privati di impegnarsi nella produzione di denaro sotto la normativa della legge commerciale. Il denaro sonante sarebbe coperto al 100% da merci — oro, argento, ecc. Ogni produttore monetario che emetterebbe certificati di denaro o conti scritturali (conti correnti) in eccesso rispetto al loro rapporto di cambio con le merci sottostanti, sarebbe colpevole di frode e punibile secondo il diritto commerciale e penale, così come oggi vengono puniti i falsari. Sarebbe abolito il corso legale che vieta l'uso (in molti casi) di qualsiasi valuta diversa da quella approvata dallo stato, e sarebbe incoraggiata la produzione di valute concorrenti. Il mercato scoprirebbe le monete migliori e scaccerebbe quelle meno negoziabili.

Dobbiamo guardare al concetto di valuta di riserva in modo diverso, perché è importante. Dobbiamo considerare tale status come un privilegio e una responsabilità, e non come un'arma che possiamo usare contro il resto del mondo. Se aboliamo, o addirittura allentiamo, le leggi del corso legale e consentiamo al processo di price discovery di scoprire la moneta sonante migliore, se permettiamo che il nostro dollaro diventi la migliore valuta possibile — una valuta davvero sonante — allora le possibilità di una crescita personale e collettiva saranno notevolmente aumentate.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


mercoledì 29 aprile 2015

La nuova proposta di riforma bancaria salverà l'Islanda dall'instabilità economica?





di Ash Navabi


Una notizia recente proveniente dall'Islanda ha mandato su di giri quella parte di blogosfera dedita all'economia. Frosti Sigurjonsson critica l'attuale sistema bancario a riserva frazionaria e propone invece un sistema che definisce a "Moneta Sovrana". Ma cos'è una "moneta sovrana", come si diversifica dal sistema attuale e come dovrebbe funzionare? In questo post prima vi spiegherò, seguendo un approccio Austriaco, come funziona il sistema attuale e quali sono i suoi problemi, poi passerò ad analizzare la proposta della moneta sovrana per vedere come tenterebbe di risolvere le carenze del sistema attuale.



Come Viene Creato il denaro Nel Sistema Attuale?

Prima di poter analizzare la proposta della moneta sovrana, dobbiamo capire come funziona il sistema attuale. Possiamo suddividere la spiegazione in 15 passi. Ma prima bisogna capire che una banca centrale (come la Banca del Canada o la Federal Reserve) è molto simile a qualsiasi altra banca: offre conti di deposito e prestiti alla clientela. La differenza è che si può diventare clienti della banca centrale solo su invito.

  1. La banca centrale decide di aumentare la quantità di denaro nell'economia.
  2. Per invogliare le banche private ad accendere nuovi prestiti presso di essa, la banca centrale abbassa il tasso d'interesse per i prestiti.
  3. Le banche private poi prendono in prestito denaro dalla banca centrale.
  4. E' importante rendersi conto che la banca centrale crea letteralmente dal nulla i soldi per questi prestiti.
  5. Funziona in questo modo: una banca privata, come Goldman Sachs, vuole un prestito da $1000 dalla banca centrale, allora quest'ultima digita sui suoi computer che la banca privata ora detiene $1000 in più sul suo conto.
  6. In breve, la banca centrale dice alla banca privata che ora ha un migliaio di dollari in più sul suo conto e, come per magia, compaiono mille dollari in più sul conto della banca privata.
  7. Poi le banche private prestano questo nuovo denaro ai clienti (ad un tasso d'interesse superiore rispetto a quello applicato loro dalla banca centrale) tramite un sistema chiamato "prestito a riserva frazionaria". Ecco una versione molto semplice di come funziona:
  8. Diciamo che Goldman Sachs presta tutti i $1000 ricevuti dalla banca centrale ad un cliente, Alfa. Goldman firma un assegno ad Alfa di $1000.
  9. Alfa poi va in un'altra banca, diciamo la Scotia Bank, per depositare il suo assegno.
  10. Ma Scotia sa (in realtà lo presume) che Alfa non spenderà i suoi $1000 tutti in una volta. Potrebbe avere bisogno solo del 10% ($100) al momento.
  11. Così Scotia si ritrova a poter fare una scelta: o può lasciare in deposito i $900 che Alfa non usa... o può prestarli a qualcun altro — ad un interesse!
  12. Poiché esistono leggi che gli permettono di farlo, Scotia sceglie di perseguire la seconda opzione — conservando solo una frazione del deposito originale, mentre presta il ​​resto a Beta.
  13. Beta ha ora un assegno da $900. Lo deposita presso la Royal Bank, ma quest'ultima sa che Beta ne utilizzerà solo il 10%. Così ora la Royal Bank si ritrova a poter fare una scelta...
  14. E così via.
  15. Se questo processo va avanti, con ogni banca che conserva il 10% mentre presta il resto, alla fine ci saranno 10 volte tanto i $1000 iniziali. Se le banche ne conservassero il 20%, il sistema creerà 5 volte tanto i $1000 entrati inizialmente nel sistema.

Questa è l'esposizione standard della riserva frazionaria.[1] Poiché il nuovo denaro viene creato ogni volta che c'è un nuovo prestito, questo sistema talvolta viene chiamato "denaro basato sul debito". I vantaggi sono evidenti: le banche ottengono nuove entrate utilizzando denaro che altrimenti non verrebbe utilizzato. I consumatori e i produttori ne traggono beneficio perché tutto il denaro di nuova creazione abbasserà i tassi d'interesse, il che significa che ottenere prestiti sarà molto più facile.

Per il pensiero mainstream il problema principale è se qualcuno volesse indietro più di quel 10%. Le banche dovrebbero iniziare a ritirare i prestiti, forse iniziare a vendere asset, e se non riuscissero a raccogliere soldi abbastanza velocemente andrebbero in bancarotta. La soluzione mainstream prevede di conferire alla banca centrale il potere di "prestatore d'ultima istanza" affinché possa concedere prestiti d'emergenza e arginare questi tipi di problemi.



Riserva Frazionaria e Ciclo Economico

Ma per molti economisti, per esempio Ludwig von Mises, Friedrich Hayek, Murray Rothbard e Roger Garrison, ci sono anche altri problemi. Secondo questi economisti è di vitale importanza comprendere come i tassi d'interesse forniscano informazioni fondamentali sull'economia. Vale a dire, ci informano della volontà e della disponibilità delle persone di prestare e prendere in prestito denaro.

Ricordiamoci che domanda e offerta rappresentano volontà e disponibilità. Quando si tratta di prestiti, la loro offerta rappresenta la volontà e la disponibilità di concedere prestiti, mentre la domanda rappresenta la volontà e la disponibilità di prendere in prestito. Ceteris paribus, all'aumentare dei tassi d'interesse, i risparmiatori possono fornire più prestiti (essere disposti a risparmiare di più) ma i mutuatari ne richiedono meno (perché non sono disposti a pagare di più per un prestito).

Inoltre i tassi d'interesse ci dicono come i risparmiatori e gli imprenditori stiano investendo i loro soldi. Alti tassi d'interesse ci dicono che i risparmiatori preferirebbero spendere i loro soldi ora piuttosto che metterli in una banca. Così gli imprenditori produrranno merci che possono essere consumate ora invece che in futuro.

Bassi tassi d'interesse ci dicono che i risparmiatori sono disposti a rinunciare al consumo presente in favore di uno maggiore in futuro. Così gli imprenditori inizieranno ad investire in progetti a lungo termine finanziati dal risparmio dei risparmiatori per soddisfarne i desideri futuri.

Ma quando le banche centrali abbassano i tassi d'interesse, confondono questi segnali. I risparmiatori, pensando che non ci sia tanta domanda per i loro soldi, risparmiano di meno; i mutuatari, pensando che ci sia un eccesso di risparmio, decidono di prendere in prestito più soldi. Poiché i risparmiatori stanno risparmiando di meno, spendono di più nel presente. Poiché i mutuatari devono rimborsare i loro prestiti, decidono di fare investimenti che daranno i loro frutti in futuro. Durante questo periodo in cui i consumatori spendono e gli investitori investono, l'economia sembra essere in piena espansione.

Ma a causa della mancata corrispondenza tra i desideri dei mutuatari e le aspettative dei risparmiatori, alla fine qualcuno chiederà alla propria banca più soldi di quelli che quest'ultima ha in riserva. Questo porterà ad una corsa agli sportelli che destabilizzerà l'intero sistema. Questo è il succo della cosiddetta "teoria Austriaca del ciclo economico".



L'Approccio della Moneta Sovrana

Le notizie che ci arrivano dall'Islanda parlano di un approccio risolutivo chiamato "moneta sovrana". Secondo questa tesi, il sistema della moneta sovrana richiederà alle banche commerciali di mantenere il 100% delle loro riserve, terminando quindi la pratica del prestito a riserva frazionaria.

Tuttavia la banca centrale continuerà ad esistere e si riserverà il diritto di creare denaro dal nulla in modo arbitrario. La banca centrale potrà creare soldi senza al contempo concedere un prestito. Quindi se lo stato avesse bisogno di $1 miliardo, al posto del sistema attuale in cui deve raccogliere tale denaro vendendo un bond da $1 miliardo, la banca centrale gli concederebbe letteralmente questa somma senza il bisogno di nulla in cambio.

La tesi della moneta sovrana afferma di portare diversi vantaggi nell'ambiente economico, ma per problemi di tempo mi concentrerò su una sola affermazione: la moneta sovrana si tradurrà in una maggiore stabilità economica.



Un Sistema con Riserve Bancarie al 100% e con una Banca Centrale è Sinonimo di Stabilità Economica?

Se le banche private operassero in un sistema con riserve bancarie al 100%, non c'è alcun dubbio che i prestiti rifletterebbero le condizioni reali di domanda e offerta sul mercato. Se una banca è limitata a prestare solo quella somma che i suoi clienti hanno designato come prestabile — cioè, la quantità di denaro che i risparmiatori sono disposti ad offrire — allora i mutuatari potranno prendere decisioni più consapevoli riguardo gli interessi di lungo periodo della società.

In altre parole, in un sistema con riserve bancarie al 100%, non ci sarebbero più disallineamenti sistemici tra la spesa dei risparmiatori e gli investimenti degli investitori. Quindi non ci sarebbe più alcun ciclo economico Austriaco.

Ma se la banca centrale è ancora in grado di creare denaro dal nulla, quali conseguenze avrà sul resto dell'economia? Il problema riguarda il modo in cui viene introdotta la nuova moneta.

Immaginate di trovare una banconota da $100 che è caduta dal cielo. Sicuramente la spendereste in cambio di qualcosa che comprate di solito; diciamo una collezione di libri da un'asta online. Se non aveste mai trovato quella banconota, non avreste partecipato all'asta online e così qualcun altro avrebbe comprato quella collezione di libri per meno soldi. Ovviamente voi siete più ricchi, però nessun altro è più povero perché avete trovato e speso $100 che si sono materializzati dal nulla.

Ma le vostre nuove ricchezze hanno fatto aumentare il prezzo dei libri rispetto a quello che altrimenti sarebbe stato in assenza di quei $100 trovati. Inoltre ora anche l'organizzatore dell'asta ha più soldi da spendere. Diciamo che è disposto a pagare un po' di più per guanti di pelle e DVD. Ora anche i rispettivi venditori di suddette merci hanno un po' più da spendere, mentre altre persone possono permettersi un minor numero di guanti di pelle e DVD.

Si noti che l'effetto della nuova moneta diminuisce dopo ogni transazione. In un primo momento sale solo il prezzo dei libri, poi il prezzo di guanti di pelle e DVD. Così ora la gente può acquistare meno libri, guanti e DVD rispetto a prima.

Chi entra in possesso del nuovo denaro per primo ottiene un grande vantaggio, e chi ne entra in possesso più in avanti perde su diverse cose. Il nuovo denaro distorce i prezzi relativi dei beni in modo tale che solo i suoi primi ricevitori ne traggano beneficio, e danneggia le persone che ne entrano in possesso più in avanti nel tempo. Questo è chiamato Effetto Cantillon.

Se nella società il potere di creare denaro è l'esclusiva solo di un'agenzia, allora essa trae enormi benefici dall'Effetto Cantillon. Di conseguenza le imprese private avranno un grosso incentivo a posizionarsi il più vicino possibile a tale agenzia, in modo da sfruttare anch'esse l'Effetto Cantillon.

Così, affidare la creazione di denaro ad un soggetto estremamente potente, significa assicurare agli agenti che lo controllano un ampio margine discrezionale su beni e servizi. Se sono i politici questi agenti, allora è probabile che i gruppi avvantaggiati saranno coloro che costruiscono infrastrutture e promettono altri "tipi di lavoro". Se invece sono i banchieri centrali, allora le istituzioni finanziarie saranno probabilmente le più avvantaggiate.

Avere un "comitato per la creazione della moneta" (come si propone dall'Islanda) dove i tecnocrati decidono quanti soldi saranno creati, mentre i burocrati decidono come verranno spesi, non farà che acuire l'incentivo al clientelismo.

Inoltre se il nuovo denaro viene utilizzato per comprometterne i tassi d'interesse — per esempio, per acquistare bond — allora (nonostante le riserve bancarie al 100%) ancora una volta l'economia sarà suscettibile ad una mancata corrispondenza tra ciò che i risparmiatori vogliono e ciò che gli investitori stanno facendo, portando così ad un altro ciclo economico Austriaco.[2]



Conclusione

Il sistema della moneta sovrana, con una banca centrale e con riserve bancarie al 100%, è probabile che possa ridurre significativamente le fluttuazioni associate alla riserva frazionaria. Tuttavia non è una panacea contro le distorsioni sistemiche dell'economia. Centralizzare qualsiasi potere, specialmente uno così importante come la creazione del denaro, porterà inevitabilmente al clientelismo. E seppur in maniera ridotta, esisterà ancora una manipolazione dei mercati del credito che porterà al ciclo economico.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Nel report islandese si dice che questa descrizione da manuale sia sbagliata, tema a cui mi dedicherò un'altra volta. Ciononostante non altera il resto dell'analisi.

[2] Per ulteriori dettagli su questo argomento, si veda la nota 89 a pagina 662 del libro di Jesus Huerta De Soto, Money, Bank Credit and Economic Cycles.

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martedì 28 aprile 2015

Profeti inascoltati: Mises, Hayek, Richebächer e Stockman

Incredibile ma vero, lo zio Ben ha aperto un blog e sta scrivendo a ruota libera su come le decisioni prese da Presidente della FED siano state oculate e ponderate con cognizione di causa. Non contento, ha rincarato la dose: il suo nuovo libro. Chissà se l'edizione includerà anche le ripetute figure da fesso che gli ha fatto fare Ron Paul. Chissà se l'edizione conterrà anche le continue affermazioni sull'inesistenza di una bolla immobiliare negli USA, solo per ritrovarsela poi tra capo e collo nel 2008. Chissà se l'edizione conterrà anche i dettagli della più grande catastrofe economica degli USA inaugurata proprio sotto la sua presidenza con l'implementazione della ZIRP. Infatti è stata proprio questa strategia, in linea con l'eutanasia del rentier promossa da Keynes nella General Theory, che ha disintegrato i risparmiatori americani, i quali hanno visto annichiliti i loro sforzi decennali nel lavorare e mettere da parte qualcosa. Se il mercato avesse potuto ripulire gli errori economici all'alba della Grande Recessione, sarebbe stato promosso un sano accumulo di risparmi reali che fino a quel momento erano stati divorati dalle attività in bolla. Invece il Grande Esperimento Monetario dello zio Ben ha rifornito i mercati finanziari con denaro gratis e la conseguente speculazione alla ricerca di rendimenti decenti ha alimentato tutta un serie di nuove bolle. Disconnettendo l'economia reale (ad esempio la produzione industriale è ancora quella di 6 anni fa) da quella nominale (registrata nell'euforico mercato azionario e obbligazionario), le banche centrali si sono scavate la propria fossa economica. Il denaro irredimibile è irrimediabilmente bancarottiero.
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di Gary North


A partire dal 2001 il dottor Kurt Richebächer iniziò a descrivere nella sua newsletter mensile il destino che attendeva i mercati dei capitali, ovvero, l'espansione monetaria delle banche centrali di tutto il mondo li avrebbe distrutti.

In ognuna delle sue newsletter ritornava su questo tema. In ognuna avvertiva di come ci sarebbe stata una recessione devastante e un collasso dei mercati dei capitali. Il problema è questo: nonostante le sue analisi fossero fondate, tema dopo tema, sono diventate noiose. Era sempre la stessa vecchia storia, più e più volte. Avrebbe parlato della cattiva allocazione del capitale e poi nella newsletter successiva avrebbe parlato di un altro aspetto. Ed è andato avanti così.

E' morto all'età di 88 anni il 24 agosto del 2007. Il dicembre successivo la recessione colpì gli Stati Uniti. Per tutto il 2008 le grandi banche e le case finanziarie traballarono, e il momento clou arrivò con il fallimento della Lehman Brothers nel settembre 2008. Nel 2009 era chiaro a tutti che quella era la peggiore recessione dell'era post-seconda guerra mondiale.

Non è vissuto abbastanza a lungo da vedere i frutti delle sue previsioni. Ha avuto ragione per tutto il tempo, ma quando era in vita sembrava come se i suoi avvertimenti non si sarebbero mai avverati. Non è vissuto abbastanza a lungo da poter assaporare la soddisfazione delle sue previsioni. Non è vissuto abbastanza a lungo da vedere l'esito di quel processo contro il quale aveva inveito per sei anni.

Il suo problema è ora il problema di David Stockman. Stockman sta facendo la stessa cosa. Parla della cattiva allocazione del capitale, non una volta al mese, ma ogni giorno. Scrive articoli lunghi e dettagliati su questo tema. E' ben informato sui dettagli dei mercati finanziari ed è un Austriaco quando parla degli effetti dell'espansione monetaria delle banche centrali e commerciali. Capisce la teoria monetaria del ciclo economico di Ludwig von Mises. Non solo la capisce, ma ci crede fermamente. Non solo ci crede, ma la mette in pratica. Non solo la mette in pratica, ma trova riferimenti nel mondo attuale.

Non voglio dire che gli scritti di Stockman siano noiosi. E' uno scrittore vivace. Ma il suo tema è lo stesso, giorno dopo giorno: la cattiva allocazione del capitale a seguito dell'espansione monetaria della banca centrale. Guarda un mercato. Poi ne guarda un altro. Vede lo stesso modello. Continua a tornare sullo stesso messaggio, che è questo: l'inflazione della banca centrale e la riserva frazionaria delle banche commerciali allocano malamente il capitale, e quando il processo infine cesserà, ci sarà un crash.

Non ho dubbi sul fatto che abbia ragione. Anch'io la vedo più o meno allo stesso modo. Ma il problema di Stockman era il problema di Richebächer. La gente è stanca di sentire la stessa vecchia storia, nonostante il fatto che sia giusta.

Stockman non si trova più negli anni '80. A meno che non ci sia un evento irreversibile statisticamente anomalo, vedrà convalidate le sue predizioni nei mercati dei capitali. Non morirà quattro mesi prima che i mercati dei capitali comincieranno a collassare, come è accaduto nel dicembre 2007.

Il problema che deve affrontare è questo: la sindrome cinese. Il governo centrale cinese, gestito da burocrati comunisti, è stato in grado di mantenere un periodo di crescita economica senza precedenti sin dal 1979. Se il governo comunista non avesse avuto una banca centrale e se non avesse avuto banche statali, ma avesse semplicemente fatto affidamento su uno standard monetario aureo, il tasso di crescita economica sarebbe stato più lento ma ora la nazione non sarebbe minacciata da un bust. Non ci sarebbero le città vuote. Non ci sarebbero le autostrade verso il nulla. Non ci sarebbe un gran numero di persone che vive in aree urbane e che dipende totalmente dalla capacità della banca centrale di sostenere il boom economico mediante infusioni senza fine di denaro fiat.



A TIGER BY THE TAIL

Nel 1972 F. A. Hayek descrisse questo processo come "una tigre tenuta per la coda". Potete leggere questo libro qui. Oggi il mondo sta cavalcando delle tigri. In tutto il mondo le banche centrali hanno ampliato le varie offerte di denaro, cosa che ha innescato un boom in ogni nazione. Le banche centrali non possono smontare dalla schiena della tigre, né possiamo noi. Non possiamo scendere senza essere dilaniati dagli artigli della tigre.

All'epoca in cui venne pubblicato il libro, Hayek aveva scritto su questo argomento per quattro decenni. Cominciò nei primi anni '30. Oggi il suo avvertimento è ancora più rilevante, ma sono ormai passati 85 anni da quando ha iniziato a scrivere su questo tema. Ecco quello che scrisse nel 1960 nel suo classico, The Constitution of Liberty.

Una banca centrale può esercitare solo un controllo indiretto, e quindi limitato, su tutti i mezzi di circolazione. Il suo potere si basa principalmente sulla minaccia di non fornire liquidità quando è necessaria. Ma allo stesso tempo, viene considerato il suo dovere non rifiutare di fornire questa liquidità quando necessaria. E' questo il problema, piuttosto che gli effetti generali della politica sui prezzi o il valore del denaro, che preoccupa necessariamente il banchiere centrale nelle sue azioni giornaliere. E' un compito che richiede alla banca centrale una continua prevenzione o una neutralizzazione degli sviluppi nel campo del credito, per i quali delle semplici regole non possono fornire indicazioni sufficienti.

Questo è quello che stiamo vedendo oggi in Europa. Lo vedremo di nuovo negli Stati Uniti entro i prossimi 18-24 mesi, perché la Federal Reserve ha cessato di monetizzare il debito federale. Ha concluso il QE3. Possiamo essere certi che ci sarà un QE4.

L'entità della recessione nel 2008 e nel 2009 è stata sufficiente da catturare l'attenzione di tutto il mondo. L'espansione della base monetaria USA dopo il 2008 è stata più grande di quanto finora visto nella storia degli Stati Uniti. Questo è quello che ci voleva per salvare le varie banche e le compagnie d'assicurazione che avevano messo a rischio il capitale degli investitori. Avevano preso in prestito a breve e prestato a lungo termine: carry trade. Oggi questo carry trade è sfruttato fino all'osso. Con i tassi d'interesse a breve termine quasi a zero, vengono costruite grandi fortune attraverso investimenti a leva in obbligazioni che pagano il 3% o più. Ma ad un certo punto questo spread si inverte sempre. Si chiama curva dei rendimenti invertita. Le grandi fortune si trasformeranno in grandi perdite. Potete contarci. Preparatevi.



CONCLUSIONE

Ludwig von Mises ha sviluppato la teoria monetaria del ciclo economico. La comunità accademica ha ignorato questa teoria dal 1912 fino alla sua morte nel 1973. Essa ha preferito la spiegazione di Keynes, la quale giustificava i deficit pubblici e la contraffazione delle banche centrali. Il mondo è ora intrappolato nella versione keynesiana di questi cicli di boom-bust, che invece la teoria di Mises spiega e potrebbe eliminare se venissero abolite le banche centrali e la riserva frazionaria autorizzata dallo stato.

Per sei anni Richebächer ha scritto pezzi che si basavano sulla teoria di Mises. Aveva ragione, ma non è vissuto abbastanza a lungo da vedere quanto avesse ragione.

Questo è il problema di quelle persone che capiscono la teoria Austriaca del ciclo economico. Sanno cosa sta per accadere; raramente sanno quando. Ma quando accade, proprio come hanno previsto, non ottengono nessun credito, perché i loro avvertimenti sono stati visti da pochi e presi sul serio da ancora meno.

Quindi noi Austriaci aspettiamo il nostro tempo. Lanciamo i nostri avvertimenti e aspettiamo il loro inevitabile avveramento. Poi facciamo quello che possiamo per ricordare al pubblico che l'avevamo visto arrivare, sapevamo come e perché. Questo è il meglio che chiunque possa fare nell'era di Keynes.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


lunedì 27 aprile 2015

Il giorno in cui i bancomat finiranno i soldi...





di Bill Bonner


Vi prego di ricordare questo avviso quando andrete al bancomat per prelevare denaro... e non ci sarà!

Mentre stavamo pensando a quello che sta accadendo nell'attuale sistema monetario, la nostra mente è stata attraversata da un pensiero allarmante.

Il nostro sistema finanziario potrebbe prendere una piega inaspettata e catastrofica che quasi nessuno immagina, figuriamoci anticipare.

Ricordate quando uno tsunami ha colpito le spiagge del sud-est asiatico, uccidendo migliaia di persone e causando miliardi di dollari di danni?

Beh, poco prima di quel muro d'acqua da 80 metri, sulla costa accadde una cosa strana: l'acqua era scomparsa.

La marea si era ritirata più di quanto chiunque avesse mai visto prima. I pescatori si diressero immediatamente verso le alture. Sapevano cosa stava per accadere. Invece i turisti se ne andarono sulla spiaggia a cercare conchiglie!

La stessa cosa potrebbe accadere all'offerta di moneta: la liquidità potrebbe evaporare improvvisamente – poco prima di poterci annegare dentro.

Ecco come... e perché.

Se osservate l'offerta di denaro M2 — che misura monete e banconote in circolazione, nonché i depositi bancari e i conti del mercato monetario — il mese scorso era pari a $11,700 miliardi.

Ma c'erano solo $1,300 miliardi di moneta fisica in circolazione — circa la metà della quale negli Stati Uniti. (Nessuno lo sa per certo.)

Quello che noi oggi usiamo come denaro, è in gran parte credito. Esiste come zeri e uno nei conti bancari elettronici. Non lo vediamo, né lo tocchiamo, né lo percepiamo, né lo contiamo o lo perdiamo dietro i cuscini dei divani

Le banche traggono un — lauto — proffito creando questo credito e finché le banche hanno capitale sufficiente, sono felici di creare tanto credito quanto noi siamo disposti ad accettarne.

Dopo tutto, alla banca costa pochissimo creare nuovo credito. Ecco perché ce n'é così tanto.

Un sistema monetario come questo non è mai esistito prima, e sta sopravvivendo solo perché il credito è stato espanso in modo preponderante.

Così, il nostro sistema monetario non è mai stato testato. Come reagirà durante una contrazione del credito profonda o prolungata? Può sopravvivere ad un lungo un mercato orso in obbligazioni o azioni? Che cosa accadrebbe se i prezzi al consumo andassero fuori controllo?

Il nostro sistema monetario attuale è iniziato nel 1971, e nel 1980 è sopravvissuto ad un'inflazione dei prezzi al consumo di quasi il 14% l'anno. Ma Paul Volcker era già al lavoro, aumentando i tassi d'interesse e portando l'inflazione sotto controllo.

Ed è sopravvissuto al "credit crunch" del 2008-09. Ben Bernanke ha fatto scendere il prezzo del credito quasi a zero, tagliando i tassi d'interesse a breve termine e acquistando migliaia di miliardi di dollari in titoli di stato.

Ma la prossima crisi potrebbe essere molto diversa...

I tassi d'interesse a breve termine sono già prossimi allo zero negli Stati Uniti (sotto lo zero in Svizzera, Danimarca e Svezia). E secondo un recente studio di McKinsey, il debito totale mondiale (almeno quello registrato ufficialmente) è attualmente pari a $200,000 miliardi – un aumento di $57,000 miliardi rispetto al 2007. Questa cifra rappresenta il 286% del PIL mondiale... ed è di gran lunga superiore a quella che può sostenere l'economia reale.

Ad un certo punto una correzione del debito sarà inevitabile. Le espansioni del debito conducono sempre – sempre – a successive contrazioni del debito. Non c'è altro modo. Il debito non può aumentare per sempre.

E quando succede, ZIRP e QE non saranno sufficienti ad invertire il processo perché sono già a pieni giri.

Che cosa accadrà allora?

Il valore del debito scenderà bruscamente e velocemente. I creditori guarderanno ai loro debitori... i trader guarderanno le loro controparti... i banchieri si guarderanno l'un l'altro...

...e all'improvviso nessuno vorrà separarsi nemmeno da un centesimo, per paura che non lo rivedrà mai più. Il credito si arresterà.

Non solo nessuno vorrà più concedere prestiti, ma nessuno vorrà nemmeno accendere un nuovo prestito – ad eccezione dei disperati senza scelta, anche se di solito questi non hanno alcuna speranza di ripagare i loro debiti.

Proprio come abbiamo visto dopo la crisi del 2008, ci si può aspettare una risposta rapida dai federali.

La FED annuncerà la possibilità di accedere ad un numero illimitato di nuove linee di credito. Ma non importa....

I prezzi delle case crolleranno. (Chi presterà denaro se la garanzia sarà il valore di una casa?) I prezzi delle azioni crolleranno. (Chi sarà in grado di prendere in prestito denaro se la garanzia sono le sue azioni?) Arte, collezionismo e risorse – tutti in caduta libera.

Nell'ultima crisi, ogni grande banca e società d'investimenti a Wall Street sarebbe andata in bancarotta se i federali non fossero intervenuti. La prossima volta potrebbe non essere così facile salvarli.

La prossima crisi è probabile che possa intaccare tutte le classi di asset. E con $57,000 miliardi di debito globale in più rispetto al 2007, è probabile che sia molto più difficile da fermare.

Siete ancora con me?

Perché qui è dove la storia si fa interessante...

In un sistema monetario coperto dall'oro i prezzi scendono, ma il denaro è ancora lì. Il denaro diventa più prezioso, non scompare. Acquista valore perché lo si può usare per comprare più roba.

Ovviamente la gente tende a trattenerlo. Di conseguenza cala la velocità del denaro – la frequenza alla quale ciascuna unità di denaro viene utilizzata per acquistare qualcosa. E questo fa sembrare che anche l'offerta di denaro stia calando.

Ma immaginate che cosa succede al denaro fiat. Non solo smette di circolare, ma svanisce.

Una banca che aveva un "asset" (sotto forma di un prestito ad un cliente) da $100,000 a giugno, può ritrovarsi con un pugno di mosche in mano a luglio. Una società che in questa settimana si impegna a riacquistare le proprie azioni, quella successiva potrebbe scoprire che quelle stesse azioni si sono dimezzate in valore. Una persona che oggi ha un portfolio di borsa da $100,000, domani potrebbe non avere più alcun valore.

Tutto questo è "normale" in una crisi del credito. Il problema – uno devastante – è che la gente oggi fa quello che ha sempre fatto, ma è costretta a farlo in un modo radicalmente diverso.

Smette di spendere. Accumula contanti. Ma che contanti si possono accumulare quando la maggior parte delle operazioni viene effettuata mediante il credito? Si può accumulare una linea di credito? Basta semplicemente mettere la carta di credito nella cassaforte?

No. La gente accumulerà quel tipo di denaro che capisce... qualcosa su cui può mettere le mani... qualcosa che sta guadagnando valore – rapidamente. Vorrà banconote, dollari.

Inoltre, seguendo un percorso ben noto, questi dollari di carta scompariranno rapidamente. Le persone assalteranno i bancomat. Dreneranno le linee di credito. Chiederanno indietro denaro tangibile sventolando le loro carte di credito. Vorranno denaro reale – la cara vecchia banconota di carta che si può mettere in tasca e nella cassaforte...

Fermiamoci qui e ricordiamoci che stiamo parlando di un breve lasso di tempo – giorni... forse settimane... un paio di mesi al massimo. Questo è tutto. E' il periodo dopo la crisi del credito che risucchierà il denaro del sistema... e prima che arriverà lo tsunami dell'inflazione.

Come ha detto Ben Bernanke: "Una banca centrale determinata può sempre creare inflazione positiva." Ma ci vuole tempo!

E durante tale intervallo, ci sarà panico. Un panico relativo al dollaro – con persone disperate che vorranno mettere le proprie mani sui dollari... per pagare il cibo... il carburante... e per tutto il resto di cui hanno bisogno.

Il credito potrà anche essere ancora disponibile, ma sarà inutile. Nessuno lo vorrà. I bancomat e le banche resteranno a corto di contanti. Le linee di credito verranno svuotate per ottenere denaro reale. Le banche dovranno mettere dei cartelli: "Prelievi in ​​contanti limitati a $500." E poi: "Nessun prelievo di contanti."

Avrete una carta di credito con una linea di credito da $10,000. Sul vostro conto di debito ci saranno solo $5,000. Ma tutte le istituzioni finanziarie barcolleranno e le notizie vi informeranno che la vostra banca è andata in default ed è stata posta in amministrazione controllata. Cosa preferireste avere? La vostra linea di credito da $10,000 o una pila di banconote da $50?

Se andrete a fare rifornimento di benzina, potreste seguire l'abitudine e pagare con la carta di credito.

"Solo Denaro Contante," reciterà l'avviso. Poiché la macchina del credito starà collassando, il distributore di benzina... i suoi fornitori... e i suoi finanziatori non vorranno rimanere bloccati con un "credito" nei confronti del vostro prestatore in bancarotta!

Quali linee di credito saranno ancora valide? Quale banca fallirà per prima? Chi potrà ripagare il suo mutuo? Chi onorerà il suo debito sulla carta di credito? In una crisi, queste domande diventeranno comuni.

Ma nessuno saprà le risposte. Ben presto le persone semtteranno di porsele... e andranno a caccia di contanti.

Il nostro consiglio: conservatene un po' a portata di mano. Potreste averne bisogno.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


venerdì 24 aprile 2015

A che gioco stanno giocando le banche centrali?





di Francesco Simoncelli


Di solito la maggior parte delle persone si guarda indietro e riflette su quello che ha compiuto nella sua vita. Rimpianti, rimorsi, soddisfazioni, vittorie e tante altre situazioni sfilano alla velocità della luce lungo le immagini mnemoniche con cui tiriamo le somme della nostra esistenza. Quando, invece, rivolgiamo il nostro sguardo alle banche centrali ci accorgiamo che quando si guardano indietro, tutto quello che riescono a vedere è distruzione. Sin dal 2008, in particolare, le principali banche centrali del mondo si sono lanciate in una race to debase folle che condurrà al collasso le valute di cui si fanno protettrici. Nella loro progressiva intensificazione degli interventi nel mercato, hanno demolito quanto di genuino potesse veicolare attraverso i segnali che viaggiano all'interno dell'ambiente di mercato.

L'hanno fatto deturpando e distorcendo il mezzo attraverso il quale la maggior parte delle informazioni vengono scambiate: il denaro. Ma cos'è il denaro?



LA MERCE PIU' COMMERCIATA

Per quanto possa essere banale questa domanda, la risposta sfugge alla maggior parte delle persone. Non per colpa o per ignoranza, ma per mancanza di un corpo teorico epistemologicamente chiaro con cui analizzare le strutture dell'economia di mercato con cui ci confrontiamo ogni giorno. La Scuola Austriaca offre un simile approccio metodologico e su queste pagine troverete materiale didattico a profusione. Questo mi ha permesso di comporre pezzi sempre più interessanti e utili per il lettore, in grado di aiutarlo nella vita di tutti i giorni fornendogli un lanternino con cui orientarsi nella selva di opinioni e fandonie che sovente le sue orecchie sono costrette a carpire. Per questo motivo ho composto ultimamente un utile paper sulle pensioni. Potete leggerlo gratuitamente qui: https://www.scribd.com/doc/260197123/Pensionamento-Scampare-Alla-Frode-Ed-Affrontare-La-Realta

Allo stesso modo, l'approccio Austriaco ci offre una risposta chiara su cosa sia il denaro: la merce più commerciata. Infatti, nel corso della storia dell'uomo egli ha costantemente cercato di massimizzare due caratteristiche che gli stanno particolarmente a cuore: tempo ed efficienza. Spinto da tali incentivi, la storia delle sue vicissitudini gli ha insegnato che attraverso il commercio è possibile imbastire un'organizzazione sociale proficua e pacifica grazie alla quale raggiungere i propri obiettivi e, di riflesso, soddisfare quegli degli altri. La cooperazione umana scaturita da questa pulsione per una prosperità quanto più continua possibile, ha fatto in modo di fornire all'umanità gli strumenti con cui sopravvivere alle avversità naturali e storiche, una su tutte, la povertà.

Allo stadio più rozzo, il suddetto commercio consisteva nello scambio diretto di merci. Sebbene rappresentasse un primo passo in avanti per un miglioramento delle proprie condizioni di vita e di benessere, l'essere umano venne subito messo di fronte ad una triste realtà: lo scambio diretto richiedeva una grande quantità di tempo per entrare in possesso di quelle merci che facevano gola agli attori di mercato con cui si voleva scambiare. Ad esempio, se il calzolaio voleva il pane del panettiere, ma quest'ultimo non aveva alcuna necessità di scarpe, il calzolaio avrebbe dovuto scoprire cosa il panettiere avesse voluto più urgentemente ed impiegare il suo tempo per entrarvi in possesso. Di conseguenza, attraverso una serie di scambi indiretti avrebbe messo le mani su quella cosa più urgentemente desiderata dal panettiere e sarebbe finalmente stato in grado di ottenere il suo agognato pane. Ciò avrebbe tolto spazio alla produzione. Ciò avrebbe richiesto un sacco di tempo.

Il dinamismo del mercato, però, avrebbe presto "trovato" una soluzione. Il passaggio dallo scambio diretto allo scambio indiretto aveva creato la possibilità di intessere una rete di scambi che ben presto avrebbe fatto emergere una sorta di merce più commerciata tra tutte le altre. Se pensate, ad esempio, al sale nell'antichità, esso aveva valore per gli attori di mercato perché ritenevano utile la sua conservazione dei cibi. Di conseguenza questa necessità "preziosa" spingeva a considerare il sale in modo diverso rispetto a tutti gli altri beni presenti sul mercato. Questo significa una mole di scambi maggiore per questo particolare tipo di merce. Non passò molto, quindi, prima che gli attori di mercato individuarono nel sale un utile escamotage mediante il quale entrare in possesso delle merci desiderate. In questo modo avrebbero velocizzato tutti gli scambi che deisderavano effettuare, risparmiando tempo prezioso per operarne altri e migliorando l'efficienza con cui poter offrire i loro prodotti sul mercato.

Ciò non rendeva il sale una sorta di bene distaccato dal mercato, ma lo rendeva semplicemente un espediente per velocizzare i tempi di conclusione di uno scambio. Il calzolaio, invece di girare per la città tutto il giorno per compiere tutti gli scambi indiretti ed entrare in possesso di quella merce desiderata dal panettiere, poteva scambiare la sua produzione con del sale e quindi scambiarlo col pane del panettiere. L'utilità economica imputata da quest'ultimo alla merce più commerciata, avrebbe assicurato il buon esito di questo scambio.

Allo stesso modo, l'oro e l'argento sono diventati economicamente utili come mezzi di scambio. Non è stato un processo avvenuto attraverso una qualche imposizione calata dall'alto, ma è stata l'evoluzione di una serie di azioni al margine degli attori di mercato. La loro volontà si è costantemente espansa nell'ambiente di mercato migliorando tempo ed efficienza, i quali hanno permesso un grado di specializzazione e divisione del lavoro che hanno premiato l'uso di un mezzo di scambio per velocizzare le transazioni tra gli attori di mercato. Così come una qualsiasi altra merce sul mercato, anche il mezzo di scambio è sottoposto alla leggi economiche che tendono a far combaciare i vari desideri che gli attori di mercato presentano nell'ambiente di mercato. Questo significa che il mezzo di scambio non è affatto una qualche tipo di merce avulsa dal mercato. Infatti, ciò che gli attori di mercato scambiano è la propria produzione, non il denaro. Quest'ultimo rappresenta solamente una "scorciatoia" attraverso la quale giungere il più presto possibile alla conclusione di una transazione in cui ci siamo impegnati.

Senza la produzione precedente di beni da parte degli attori di mercato, creare dal nulla un qualsiasi mezzo di scambio significherebbe aumentare artificialmente la quantità di quella merce. Perché? Perché in caso contrario la produzione all'interno dell'ambiente di mercato sarebbe aumentata. Ceteris paribus, quindi, significherebbe solamente una redistribuzione di tutte le merci esistenti sul mercato nei confronti di coloro che entrano in possesso per primi del nuovo mezzo di scambio. Detto in modo diverso, sarebbe una truffa. E le truffe finiscono tute allo stesso modo: coloro che l'hanno perpetrata finiscono per incappare nelle sanzioni del mercato. Che si materializzino attraverso una punizione giudiziaria o un fallimento delle loro attività, il mercato è costituito da forze decentrate impossibili da controllare centralmente e da prevedere con certezza. Di conseguenza nessuno vi può scampare. Si può ritardare la "sentenza", ma alla fine arriva. Arriva sempre.



AGGIRARE LE SANZIONI DEL MERCATO

Il problema, quindi, non è l'aggiustamento del mercato che risponde ai segnali nell'ambiente economico e pulisce eccedenze/carenze del mezzo di scambio attraverso la variazione del livello dei prezzi, ma l'interferenza ritardante di alcuni soggetti che intendono perpetrare nel tempo un determinato istante di mercato senza incappare nelle relative conseguenze. Agendo in questo modo pretendono di scavalcare il dinamismo insito nelle forze di mercato. E' impossibile. Sarebbe come avallare la tesi secondo cui è possibile creare dal nulla pasti gratis. E' impossibile.

I pianificatori centrali hanno quindi cercato di mimare convenzioni emerse dal libero mercato per guadagnare legittimità davanti agli occhi del resto della popolazione. Di conseguenza, sebbene la cartamoneta fosse emersa come sostituto dell'oro, è stata cooptata nella guerra dei pianificatori centrali al libero mercato. In principio il suo utilizzo era puramente caratterizzato dalla comodità. Infatti la cartamoneta dava la possibilità ai suoi possessori di essere rimborsati in oro quando presentavano tali pezzi di carta in una banca. Il mezzo di scambio era sempre l'oro, mentre la carta svolgeva solamente un ruolo di sostituto conveniente in termini di sicurezza e trasportabilità. Ovviamente questi sostituti del mezzo di scambio potevano incentivare un certo comportamento scorretto da parte di coloro che li emettevano, come ad esempio un'ecessiva emissione da cui trarvi profitto. Ma lo spauracchio della bancarotta teneva a freno tale incentivo, poiché la corsa in massa per redimere la carta in oro avrebbe messo fine a quell'istituto finanziario che avrebbe avuto l'ardire di percorrere tale strada pericolosa.

Solo un dictum centrale avrebbe potuto creare un sostituto scoperto del denaro, perché in un libero mercato la carta non sarebbe mai stata accettata come mezzo di scambio a sé stante. A questo servono le leggi del corso legale, ad impedire al libero mercato di ripulire gli errori commessi da coloro che si reputano superiori al resto degli individui. A permettere ad un manipolo di individui presumibilmente più saggi, di continuare ad ostacolare le scelte effettuate dai singoli attori di mercato per mantenere in piedi un sistema economico fatiscente ed inefficiente. A supporto della loro illusione di prosperità hanno mimato anche il meccanismo di clearing bancario che fungeva da inibitore per tutti quei soggetti che volevano gozzovigliare con la cartamoneta. Riprendendo questa struttura economica emersa dal mercato e convertendola nel sistema bancario, ad esempio il Federal Reserve System, hanno fatto credere agli attori di mercato di poter controllare in qualche modo l'attività economica più ampia attraverso una supervisione "onnisciente" da parte di individui con conoscenze superiori.

Era una menzogna. Il Federal Reserve System è una menzogna, o per meglio dire, è uno specchietto per le allodole. Infatti, a parte la NYFED e la FED stessa, le altre banche centrali regionali non contano nulla. Il ruolo della banca centrale non è quello ufficiale che viene sbandierato ogni qual volta c'è una riunione del suo consiglio, ma quello di permettere ai membri del suo cartello (es. banche commerciali e stato) di poter tenere i battenti aperti nonostante il parere negativo delle forze di mercato. Le iniezioni di liquidità servono solamente a rendere liquide quelle entità che in assenza di un intervento artificiale sarebbero illiquide. Cercando di coordinare il più possibile l'espansione monetaria all'interno di un certo ambiente economico, la banca centrale cerca di gestire e stabilizzare tutti quegli errori "imprevedibili" che possono venire a crearsi a causa del suo interventismo. In breve, il ruolo delle banche centrali è quello di sovvertire e sabotare le scelte degli individui a vantaggio di pochi eletti. Voglio dire, chi sano di mente sceglierebbe di continuare ad operare scambi con un mezzo di scambio simile?




Il monopolio sul controllo del denaro e il monopolio sull'approvazione delle leggi, hanno permesso allo stato di impossessarsi di uno strumento economicamente distruttivo. Pensando di poter attingere da una fonte eterna di finanziamenti, i pianificatori centrali non si sono accorti di come si stavano scavando la fossa. Infatti i pianificatori monetari centrali possono continuare a calciare il barattolo e ad ignorare la realtà finché il bacino dei risparmi reali è in espansione; una volta che diventa stagnante, o peggio si riduce, qualsiasi politica monetaria allentata non servirà più a niente. Dato il livello di disperazione dei banchieri centrali di tutto il mondo, questa è una triste realtà sempre più incombente.



LE SCELTE DEI BANCHIERI CENTRALI

La prova di questa disperazione la possiamo cogliere nelle scelte prese in merito alla politica monetaria. Quegli attuali sono tempi senza precedenti, dove un'espansione gigantesca delle varie offerte monetarie è stata l'unica soluzione a cui i banchieri hanno pensato davanti ai problemi strutturali che si sono ritrovati per le mani. Infatti stanno agendo ritenendo di aver a che fare con problemi ciclici. In questo modo peggiorano la situazione continuando ad interferire con la pulizia del mercato e forzando nell'ambiente economico strategie anticicliche. Ma l'economia di Main Street non sta rispondendo. Perché? Perché ha raggiunto il picco del debito e la saturazione dell'utilità marginale del debito. Di conseguenza l'economia di Main Street è stata separata artificialmente da quella dei mercati azionari e bancari in cui è finita la stragrande maggioranza di denaro creato ex novo dalle banche centrali.

Ciò ha consentito alla popolazione di iniziare un percorso di deleveraging attraverso il quale poter ripulire i loro bilanci dagli eccessi passati, sobbarcandosi allo stesso tempo l'onere di pagare per il savataggio di quelle entità protette dal sistema bancario centrale. Come? L'esempio più lampante ce lo abbiamo sotto i nostri occhi e arriva proprio dalla BCE. Infatti Draghi ha avviato un programma d'acquisto di bond statali che prevede l'acquisizione mensile di un totale di €60 miliardi di asset fino al settembre 2016. Il tutto viene fatto seguendo la logica contorta del doppio mandato (ufficiale, perché quello ufficioso prevede altro) delle banche centrali: ottenere un'inflazione dei prezzi al 2%.

Secondo il loro modo di pensare, che riflette quello keynesiano, una diminuzione dell'indice dei prezzi al consumo indurrebbe ad un rallentamento dell'attività economica poiché spingerebbe gli attori di mercato a posticipare i loro acquisti e ad arroccarsi nei loro saldi di liquidità. Questo modo di pensare ignora colpevolmente le preferenze temporali degli attori di mercato, le quali tendono sempre a far registrare un'alta preferenza temporale, ovvero, le persone preferiscono avere beni oggi piuttosto che domani. Inoltre, come abbiamo osservato in precedenza, un'aumento artificiale del mezzo di scambio agisce solamente come redistribuzione dei beni presenti sul mercato verso coloro che hanno accesso per primi alla nuova moneta creata.

In un mercato non ostacolato la diminuzione dei prezzi significa una produzione di beni e servizi maggiore a fronte di un'offerta monetaria stabile. Ciò è un bene per il consumatore, perché in questo modo ha accesso ad un numero superiore di beni e servizi ad un prezzo ridotto. Ciò, a sua volta, significa che le industrie possono avere accesso ad un numero maggiore di input con cui tagliare il costo della produzione. Nel caso attuale, invece, non abbiamo a che fare con niente di tutto ciò. La nostra realtà ci sta presentando il necessario aggiustamento a seguito di pesanti disallineamenti tra domanda e offerta causati dalle ingerenze incessanti dei pianificatori monetari centrali nel libero mercato. Ciò richiede tempo, perché le scelte degli attori di mercato vengono direzionate nel modo più efficiente possibile verso quella produzione maggiormente in linea con le necessità più urgenti degli attori di mercato. Ciò è una buona notizia, perché significa un ritorno a segnali genuini di mercato che possono direzionare le azioni individuali verso progetti sostenibili e in linea con la volontà degli attori di mercato.

L'aumento artificiale della massa monetaria, quindi, non ha nulla a che fare con una crescita economica sana. Può gonfiare i numeri farlocchi del PIL, ma non darà nulla di buono all'economia reale. Non è possibile creare prosperità attraverso il pompaggio monetario e l'abbassamento artificiale dei tassi d'interesse monetari. Se fosse possibile, la povertà sarebbe scomparsa da un bel pezzo. La prosperità illusoria di cui hanno goduto le entità protette dal cartello delle banche centrali ha terminato la sua magia, poiché i rendimenti ridicoli associati alla gran parte di asset stanno smorzando tutto l'entusiasmo derivante da coloro che fino ad oggi hanno goduto dell'effetto Cantillon. Di conseguenza vogliono aprire le porte del casinò anche a Main Street che, ricordiamolo, sta lottando per scrollarsi di dosso anni e anni di scelte errate. L'unico modo di fare soldi ormai è attraverso l'aumento del rischio, forti del fatto che la banca centrale sia sempre pronta a fungere da prestatore di ultima istanza. Pensate, ad esempio, alla recente pubblicità della FIAT in cui si invitano gli individui a sottoscrivere finanziamenti presso la FCA Bank. Questa non è altro che la fotocopia della baldoria statunitense intorno ai prestiti per automobili.

Allo stesso modo, gli stati continuano ad indebitarsi e ad avere deficit da capogiro. Sconnessi totalmente dalla realtà, i rendimenti dei titoli di stato sono colati a picco in tutto il panorama del mercato mondiale. Anche gli stati palesemente insolventi, sono magicamente con le finanze a posto. Senza contare che in questo modo le prestazioni sociali e pensionistiche, i cui fondi non sono altro che cataste di IOU statali, stanno perdendo soldi a vista d'occhio costringendo gli stati a tassare a morte i contribuenti o ad infrangere alcune promesse fatte in precedenze. La situazione è particolarmente esplosiva, data l'instabilità dell'attuale sistema finanziario.

Voglio dire, guardate i numeri chiave dell'Inghilterra, vessillo degli adoratori della pianificazione centrale. La nazione ha un deficit di bilancio del 5.3%, oltre ad avere visto un aumento significativo del rapporto debito/PIL dal 68.9% nel 2009 al 93.3% nel 2013. Inoltre il sistema pensionistico, sanitario e sociale inglese è in linea con quello occidentale in generale: un esercito di anziani è pronto a sfruttare prestazioni pubbliche insostenibili e finanziariamente fallite. Una situazione che presenta molte analogie con quella giapponese. La colonia galleggiante di pensionati nipponici, a fronte di una forza lavoro in rapida decrescita, avrà un brutto risveglio quando scoprirà che le promesse non potranno essere mantenute, poiché fondate su una pila di titoli di stato senza valore. Questo circo viene portato avanti grazie soprattutto alla BOJ che sta letteralmente rastrellando ogni JGB presente sul mercato, oltre a quelli posseduti dalle banche commerciali. Si stima che entro il 2020 la banca centrale giapponese possiederà l'80% dei decennali giapponesi, oltre a tutta un'altra serie di asset nel paper market (es. Etf e trust immobiliari). E se l'ultima volta le speranze dei banchieri centrali keynesiani si sono infrante contro il rialzo dell'Iva, cosa accadrà quando il prossimo 2017 tale soglia verrà alzata al 10%?

Perseguire tale politica non fornisce alcun incentivo ad introdurre riforme strutturali o sanzioni di mercato verso quei soggetti irresponsabili dal punto di vista finanziario. Permette solamente ad un gruppo privilegiato di entità di parassitare fino all'osso il bacino dei risparmi reali. Una volta che viene consumato, la festa finisce. Quindi il debito giapponese può continuare a crescere, ma ciò spazzerà continuamente via la capacità del settore produttivo giapponese di entrare in possesso delle risorse scarse con cui poter sopravvivere. Saranno i fallimenti delle aziende a dare il via ad una nuova recessione. A quel punto le banche centrali dovranno scegliere: inflazione di massa o depressione monumentale. Ma, hey, per il momento non c'è nulla di cui preoccuparsi visto che la borsa giapponese fa segnare numeri da capogiro.





LE SCELTE SBAGLIATE HANNO CONSEGUENZE

In realtà, tutte le borse mondiali fanno segnare numeri da capogiro. Il denaro creato ex novo dalle banche centrali è rimasto intrappolato nei canyon dei mercati azionari, gonfiando bolle su bolle. Richard Weaver diceva: "Le idee hanno conseguenze." Io dico: "Le scelte sbagliate hanno conseguenze." La scelta di voler salvaguardare a tutti i costi entità decotte attraverso politiche monetarie senza precedenti, sarà l'epitaffio della pianificazione centrale monetaria. In realtà, non dovremmo sorprenderci. La pianificazione centrale è tendenzialmente suicida. E' una cosa che abbiamo appreso molto bene sin dal 1991.

La presunzione dei banchieri centrali è quella di poter avviare una ripresa di mercato attraverso il gonfiaggio di una bolla che andrebbe a sostituire quella scoppiata. Sebbene possa sembrare fuori di testa questa affermazione, in quanto si tratterebbe di una ripresa fasulla, è proprio quello che è accaduto ogni volta sin dal 1913. Solo che, come abbiamo detto in precedenza, le bolle erodono progressivamente il bacino della ricchezza reale, precludendo l'avvio di attività in linea con i desideri degli attori di mercato a favore di attività che sprecano risorse reali. Nonostante lo zio Ben ora abbia aperto un blog e voglia dire al mondo intero come la sua presidenza è stata oculata e lungimirante, in realtà non vedeva l'ora di passare la patata bollente al prossimo presidente di turno perché il disastro economico che ha contribuito a creare è anche colpa sua.

Infatti nel 2002, quando a seguito dello scoppio della bolla delle dot-com comparvero le stesse "paure" circa una deflazione massacrante, lo zio Ben si premurò di avvertire il pubblico più ampio e i suoi colleghi dei pericoli che si sarebbero corsi se l'inflazione fosse rimasta troppo bassa. Nel 2003 il tasso d'interesse di riferimento degli USA venne abbassato all'1% e la FED, monitorando la sua metrica dell'inflazione dei prezzi preferita (es. Core CPI), concluse che stesse facendo un buon lavoro.




In questo modo, però, sfuggono tutta una serie di segnali di prezzo che vengono grossolanamente ignorati. Ed è quello che è accaduto, perché i prezzi relativi segnalavano importanti variazioni che sono state prese sottogamba dai banchieri centrali. Così si sono sedimentati disallineamenti che hanno causato l'incanalamento delle risorse reali verso attività in bolla o investimenti improduttivi. E' stata la politica monetaria allentata e l'abbassamento artificiale dei tassi d'interesse che hanno redistribuito quelle risorse scarse nell'ambiente economico nelle mani di coloro che le hanno sprecate. Ciò ha gonfiato la bolla immobiliare. Ciò ha reflazionato il mercato azionario. Ciò ha creato un mercato artificiale intorno a quelle commodities che servivano per tenere in piedi questa illusione.

Non solo, ma la baldoria della FED ha creato anche l'incentivo ad un indebitamento crescente dati i tassi storicamente bassi. E ciò non solo ha spinto l'emersione di investimenti improduttivi sul suolo americano, ma anche sul suolo estero... soprattutto nei mercati emergenti.




Ignorando tutti questi segnali e concentrandosi esclusivamente sul target dell'inflazione, lo zio Ben si è praticamente lavato le mani di tutto il resto giocando allo scarica-barile per quanto riguardava le responsabilità delle bolle. Questo gioco ha visto sul banco degli accusati il settore bancario commerciale, che è stato dipinto come la fonte primaria e assoluta di tutti malanni economici. Sulla scia di queste accuse sono nate nuove regolamentazioni, come Basilea III e la Dodd-Frank. In realtà l'unico motivo per cui sono state approvate è stato per incentivare oltremisura le banche commerciali a riempirsi di bond statali grazie ai sovvenzionamenti delle banche centrali. Tali azioni hanno abbassato a livelli senza precedenti i rendimenti obbligazionari statali, trasmettendo un falso senso di sicurezza all'interno del panorama economico. Ma ciò ha depresso i bilanci ed è emersa una fame di rendimenti che ha elevato il pattume finanziario ad asset di alta qualità. L'euforia nel casinò di Wall Street è la conseguenza diretta della follia monetaria delle banche centrali e della ricerca di rendimenti positivi in un mercato pesantemente distorto. Infatti, non c'è nessun investimento nel settore Ricerca & Sviluppo dietro l'ascesa dei principali titoli azionari USA, bensì solo riacquisti d'azioni alimentati dalla ZIRP.





Nonostante questi segnali d'allarme, le banche centrali continuano a inveire contro un'inflazione dei prezzi "troppo bassa" e a mantenere posizioni monetarie allentate e addirittura sforare in territorio negativo per quanto riguarda i tassi d'interesse. Non si accorgono delle bombe ad orologeria finanziarie innescate in ogni dove. Non si accorgono di come il boom ventennale gonfiato dalle loro politiche stia arrivando alla fine. Che sia attraverso una normalizzazione dei tassi d'interesse o un panico nel mercato azionario o obbligazionario, i boom vengono sempre seguiti dai bust.



CONCLUSIONE

I banchieri centrali sono in trappola, è per questo che sono disperati e ricorrono a misure di politica disperate. Sebbene sappiano che la posta in gioco è molto alta, continuano a calciare un barattolo enorme nella speranza di trovare una qualche soluzione magica e indolore che possa farla fare franca all'establishment monetario e statale. Ma il gioco a cui i banchieri credevano di giocare gli si sta rivoltando contro, poiché le riserve in eccesso sono state utilizzate come garanzia per azzerare il rischio nei vari mercati finanziari. Per questo non ci sarà alcuna normalizzazione dei tassi. Per questo la fine della ZIRP viene rimandata nel tempo. Le banche centrali credevano di essere al comando. Non lo sono mai state. Non credo che ci sarà un innalzamento dei tassi. Le implicazioni sono imprevedibili e disastrose.

Le regole dell'interventismo nei mercati sono apoditticamente chiare: una volta interferito col libero mercato, non si torna più indietro senza pagarne le amare conseguenze.


giovedì 23 aprile 2015

Presto potrete trarre profitto dall'unica risorse di cui non potete fare a meno





di James Rickards


Quanto mi paghereste per un bicchiere d'acqua?

La risposta è: "Dipende." Se siete a casa vostra e avete acqua corrente in abbondanza, non mi paghereste nulla perché vi basterebbe andare al rubinetto della cucina.

Se siete a Pechino dove l'aria è così sporca che il giorno assomiglia alla notte, dove i residenti indossano maschere per respirare e dove il governo scarica cianuro nei fiumi, mi paghereste volentieri $5.00 per litro perché non osereste bere dal rubinetto.

Ci sono anche casi più estremi. Immaginate di aver trascorso tre giorni nel deserto, esposti alle intemperie senza cibo né acqua e io sto di fronte a voi con un sacchetto di monete d'oro e un litro d'acqua.

Vi offro le monete o l'acqua, ma non entrambi, e non c'è altra acqua vicino. Voi state morendo di sete e la scelta è vostra. La maggior parte delle persone sceglierebbe l'acqua. Il prezzo implicito dell'acqua, sulla base del costo d'opportunità di non accettare l'oro, è di $12,000 per litro – ma almeno sopravvivereste.

Il punto è che sebbene il prezzo possa oscillare, $5.00 per litro o $12,000 per litro, le persone hanno bisogno dell'acqua. Questo è un esempio di quello che gli economisti chiamano estrema anelasticità della domanda. La variazione di prezzo ha poco o nessun impatto sulla vostra domanda d'acqua, quindi la vostra domanda si definirebbe anelastica. Ma questa situazione solleva un altro punto interrogativo.

Se la domanda d'acqua è relativamente anelastica ad una variazione del prezzo dell'acqua, qual è il prezzo?

Quando pensiamo al prezzo dell'oro, del petrolio, del rame o di altri beni, abbiamo un'idea chiara di quale sia o lo possiamo facilmente trovare facendo una ricerca. Ci possono essere variazioni e differenze locali sulla base di particolari qualità, ma in generale questi prodotti vengono commerciati sui mercati mondiali a prezzi globali.

Ma qual è il prezzo mondiale dell'acqua?

L'acqua è uno dei prodotti più semplici e omogenei. L'acqua è solo H2O, una molecola semplice, molto più semplice di alcuni minerali.

Tuttavia, non esiste un prezzo globale per l'acqua. L'acqua non viene commerciata come una merce globale. La tariffazione dell'acqua è locale, politica, regolamentata, opaca e inefficiente. La merce più semplice del mondo ha i prezzi più bizantini.

L'acqua può essere quasi gratis se la vostra azienda dispone di diritti di proprietà del XIX secolo su un piccolo fiume in Colorado. Può essere estremamente costosa se desiderate costruire campi da golf nel deserto, come fanno a Dubai, e producete l'acqua necessaria con impianti di desalinizzazione che funzionano con petrolio greggio costoso.

Uno dei motivi per cui l'acqua ha un prezzo a livello locale, e non a livello globale, è che non è disponibile da una fonte remota (tranne l'acqua in bottiglia). L'acqua è disponibile solo vicino alla sua fonte, che può essere un fiume, un lago, una falda acquifera, o un impianto di desalinizzazione. Generalmente non viene trasportata per lunghe distanze, a meno che non ci sia un flusso naturale tracciato da un fiume o da un acquedotto.

È estremamente costoso spostare l'acqua via camion, aereo o nave a causa della quantità di carburante necessaria per trasportarla. L'acqua è abbastanza pesante; più pesante del petrolio o della benzina, il che è uno dei motivi per cui ci vuole molto carburante per spostarla.

Questo ci porta al più grande enigma di tutti. L'acqua non è scarsa, si trova semplicemente nei posti sbagliati.

C'è acqua fresca a sufficienza nei Grandi Laghi per inondare l'intero Stato della California. Eppure la California sta soffrendo una delle peggiori siccità della storia. Questo perché non c'è modo di portare l'acqua dal Michigan alla California.

Confrontate questa situazione con quella del petrolio e della benzina. Quando vogliamo rifornire le nostre vetture con carburante, per caso facciamo un buco per terra ed estraiamo petrolio?

No, andiamo alla stazione di servizio locale e facciamo il pieno. Tale benzina è arrivata su un camion partito da una raffineria che potrebbe trovarsi ad una distanza considerevole dalla nostra stazione di servizio. La raffineria ha preso il petrolio greggio per produrre la benzina da una tubazione o da una petroliera. Il petrolio poteva provenire dalla Nigeria o dall'Alaska.

Il punto è che l'industria del petrolio ha avuto oltre 155 anni (da quando è stato perforato con successo il primo pozzo di petrolio a Titusville, in Pennsylvania) per creare e sviluppare le sue infrastrutture: pozzi, oleodotti, raffinerie, navi e camion che prendono il petrolio da giungle lontane e lo portano presso la vostra stazione di servizio.

Non esiste niente di paragonabile nel mondo dell'acqua, anche se molte delle sfide logistiche sono simili.

Dal lato dell'offerta, l'acqua è abbondante. Dal lato della domanda, il prezzo è anelastico. Questi due fatti hanno la stoffa per far crescere rapidamente questo mercato. Le uniche cose che ostacolano la crescita esponenziale dei mercati dell'acqua sono la politica e la mancanza di infrastrutture. Ciò sta per cambiare.

Le condizioni estreme di siccità in tutto il mondo, da Pechino a Bakersfield, e la conseguente perdita dei raccolti e della crescita economica, sta costringendo i politici a trovare soluzioni migliori. Stanno emergendo nuovi strumenti di gestione del rischio per finanziare progetti multi-miliardari.


Vi auguro il meglio,

Jim Rickards


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


mercoledì 22 aprile 2015

Il film di cui tutti dovreste parlare





di Richard Daughty (alias The Mogambo Guru)


Stavo facendo un sogno, un sogno meraviglioso, un sogno magico dove bellissime attrici di Hollywood mi seducevano, in massa, solo per farsi scritturare nel mio prossimo film campione d'incassi: "La Federal Reserve si mangia la spogliarellista e il suo palo, senza dimenticarsi di distruggere anche noi."

E' una triste storia di follia monetaria in cui la Federal Reserve ha creato enormi quantitativi di denaro e credito. Forse è anche tragica, e questo è il motivo per cui il film inizialmente era intitolato "La Federal Reserve si sta mangiando vivi voi e i vostri figli"; però in questo modo la tragicità sarebbe stata relativa, perché sarebbe dipesa da come sono cresciuti i vostri figli. Ad esempio, nessuno piangerebbe se fossero cresciuti come dei parassiti mutanti sempre in necessità di qualcosa, come "amore", "tempo da spendere con loro", la visita dal dentista o farsi scorazzare a qualche partita di calcio, quando ciò che vogliono VERAMENTE da me... voglio dire da voi... è solo una quantità crescente di denaro e debiti, anno dopo anno dopo anno, fino a quando non riuscirete più a ricordare un momento nella vostra vita in cui eravate infelici e vi ritroverete ad urlare al cielo: "Oh, morte, dov'è il tuo ispido pungiglione?"

E poi, quando sono adulti, vogliono tornare a "casa" trascinandosi dietro il coniuge e i figli; a vivere nella loro auto parcheggiata nel vialetto collegando diverse prolunghe per risucchiare l'energia elettrica che VOI pagate; a bussare sempre alla porta pregando di poter usare il bagno, o a mendicare cibo o qualcosa del genere. Sempre qualcosa.

Ma ho capito che quello era un titolo goffo e rischiava di causare fraintendimenti. Soprattutto non trasmetteva il messaggio fondamentale di come salgono i prezzi delle cose (cibo ed energia in primis) a causa della creazione spropositata di denaro e di come vengono distrutte la popolazione e l'economia.

Beh, in realtà è una bugia. Il motivo per cui vedere questo film sarebbe la mole spropositata di donne disinibite con vesti succinte, così da accalappiare l'adolescente medio e spillargli quanti più soldi possibile.

Tuttavia, l'ALTRO motivo per cui vederlo è che ci RICORDA come il prezzo delle cose sale al salire dell'offerta di moneta. Ad esempio, l'offerta di moneta è salita costantemente sin dal 2003 e ora il costo di un biglietto per entrare a Disneyland è salito a circa $100, il doppio rispetto al 2003.

Pensate alle conseguenze, soprattutto se volete andare in pensione! In dodici anni di espansione dell'offerta di moneta e di cose che sono costantemente salite di costo, i prezzi sono raddoppiati! E se si vive altri dodici anni, i prezzi raddoppieranno ancora! Accidenti! Cosa credete che accadrà a QUEI soldi che avete risparmiato di anno in anno?

E poi ho letto qualcosa su DailyReckoning.com, nello specifico un'intervista ad Alan Greenspan, il mostro satanico che nel 1987 ha dato inizio a tutta questa folle "creazione di denaro". Gli veniva chiesto, se ben ricordo, qualcosa sull'attuale moda di lamentarsi delle enormi disparità di ricchezza, dove una piccola minoranza di persone possiede una grande ricchezza mentre la stragrande maggioranza delle persone ne ha poca (se non per niente).

E anche voi finireste sul lastrico se capitolaste davanti alle richieste dei vostri figli, i quali si lamentano di come siete il genitore più odioso e avaro del mondo solo perché non comprate loro un giocattolo nuovo, o un vestito alla moda, o "trattamenti" medici da qualche medico ciarlatano che pensa che tutti i loro problemi siano mentali. Ah, certo, e che la causa di questi problemi sia io e la mia paura paranoica della malvagia Federal Reserve, la quale ha creato, e sta creando, così tanto denaro da farci finire in un vortice senza fine di orrori e cataclismi finanziari. Come posso NON impazzire?

Ma per il momento non pensiamo più a questa cosa, a come io sia un pessimo marito e un pessimo padre, e torniamo alla grande disparità di ricchezza. Greenspan ha detto (sentite questa!) che la Federal Reserve non c'aveva "nulla" a che fare! Che Cosa?!?!? Roba da manicomio!

E' proprio questo il motivo per cui non potrei mai intervistare qualcuno che dice qualcosa di simile, perché gli ringhierei contro e lo prenderei per la sua brutta cravatta avvicinandolo minacciosamente alla mia faccia, in modo da investirlo con la mia Voce Indignata Del Mogambo (VIDM), inondandogli il volto e gli occhiali di saliva acida, il che renderebbe tutta la scena più disgustosa e surreale.

Gli urlerei: "Chi diavolo ha creato tutto quest'oceano di denaro e l'ha incanalato nella “ricchezza” di lorsignori, se non la dannata Federal Reserve quando era gestita dalla tue sporche manacce?"

Ovviamente egli balbetterebbe e si dimenerebbe, e proverebbe a uscirsene con qualche vecchia frase alla Greenspan, ma io riderei — hahahaha! — ad alta voce e con disprezzo — con il massimo disprezzo! — davanti al suo vile tentativo.

Sì, riderei, anche se l'economia sta cadendo a pezzi intorno a me. La disparità di ricchezza è solo UNA delle distorsioni cancerose causate dalla politica monetaria della Federal Reserve impostata da Greenspan, continuata da Bernanke ed ereditata dalla Yellen, come evidenziato da Michael Lombardi su profitconfidential.com: i dati del National Association of Realtors mostrano che le vendite di case sono in calo, la relazione della FED di St. Louis mostra un calo degli ordini di beni durevoli e il Census Bureau riferisce che le scorte sono in aumento (es. le cose non vengono acquistate).

Questo potrebbe spiegare perché l'Institute of Supply Management Purchasing Managers’ Index (PMI) è sceso a 53.5 il gennaio scorso, il che significa che le aziende americane stanno barcollando verso uno strapiombo.

Questo declino è ad un tiro di schioppo dalla soglia dei 50, cosa che significa "contrazione economica", e a quanto pare Lombardi concorda con me e fa notare che l'indice è "sceso dai 58.1 dell'agosto 2014." L'economia è (gulp!) al collasso.

Questo declino dell'attività manifatturiera può spiegare, come dimostra la newsletter dello scrittore Mark J. Lundeen, come l'uso dell'energia elettrica abbia sorprendentemente smesso di crescere sin dal 2008. Gli ultimi sette anni di non-crescita rappresentano il declino più lungo nel consumo totale di energia elettrica sin dal 1930. 1930!

Sono 85 anni!

Come dice Lundeen, mentre la crescita economica viene sempre intesa in dollari, "il consumo di energia elettrica è una vera e propria misura mondiale della crescita economica", cosa che sembra adattarsi abbastanza bene ai dati.

Forse un po' TROPPO bene, se siete come noi appestati che vedono calamità dietro ogni angolo poiché consapevoli degli orribili effetti a lungo termine dell'idiozia keynesiana nota come "stimolo".

E un Junior Mogambo Ranger (JMR), Phil S, mi ha inviato articoli spaventosi sul drammatico declino del Baltic Dry Index, che rappresenta un indice dei costi di spedizione. Questa misura delle spedizioni oceaniche è precipitata a nuovi minimi mai visti prima d'ora, e stando così le cose le navi da trasporto vengono smantellate a causa di un eccesso nella loro offerta e una mancanza di beni da spedire.

E poiché riesco ad intuire le vostre domanda, sì, è proprio Qui che Siamo Dannatamente Arrivati (QSDA).

Secondo la mia ottica, quella di Phil, quella di tutti i Junior Mogambo Ranger (JMR) e quella di coloro che è meglio che non mi contraddicano, queste sono Davvero delle Cattive Notizie (DCN). Su una scala da 1 a 10 di terrore economico qui andiamo BEN OLTRE il 27, perché in tutta la storia economica le cose brutte e terrificanti sono sempre accadute ogni qual volta gli stati hanno agito in modo irresponsabile! Hahahaha!

Sì, rido di nuovo, perché è evidente dalla preponderanza degli esempi storici che tutta questa follia keynesiana fallirà e l'economia andrà a rotoli.

Il che ci porta al Favoloso e Inossidabile Consiglio del Mogambo (FICM): comprare oro e argento, i quali diventeranno molto preziosi in termini di carta straccia moneta.

E con prove così lampanti, sareste dei veri idioti (in primo luogo più di mia moglie che ha acconsentito a sposare un cretino come me) a non comprare oro e argento con un'irruenza spericolata.

E sarete anche felici di sapere che il destino vi arride, perché potete comprare questi metalli preziosi a prezzi stracciati, proprio ora!

Una certezza storica a prezzi scontati??? A questo punto non potete far altro che esclamare: "Whee! Questa roba dell'investire è facile!"

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/