lunedì 20 ottobre 2014

Nonostante il disastro imminente, la FED non è disposta a smettere di stampare denaro

Sono convinto che non vedremo un netto aumento dei tassi di interesse a breve. Infine ci sarà un'impennata dei tassi di interesse, ma questa avverrà una volta che le banche centrali perderanno il controllo. Al giorno d'oggi questo esito diviene sempre più incipiente a causa del panorama distorto che hanno creato con l'utilizzo di politiche non convenzionali sconsiderate. Privilegiando alcuni settori con finanziamenti a tassi ridicoli, ciò ha generato un'ondata di speculazione selvaggia su tutti quei titoli che potessero avere un rendimento decente. Questo significa operazioni off-budget da parte delle banche commerciali che scambiando titoli spazzatura con titoli decenti, li hanno ipotecati per ottenere un ritorno tale da mettere in buona luce i loro bilanci. E' questa la prosperità paventata dai banchieri centrali? I tassi di interesse aumenteranno non perché "lo deciderà" la banca centrale, ma perché il mercato imporrà il suo volere a seguito di una saturazione di errori economici. Bastano solo alcune margin call, le corse agli sportelli bancari nel mondo di oggi. A questo punto le carte verranno scoperte: le banche centrali sono insolventi. I fondamentali di mercato sono distorti e con essi un chiaro mark-to-market degli asset di cui la FED, ad esempio, si è ingozzata: T-bond a lunga maturazione. La FED continua a pungolare le banche commerciali affinché concedano credito e tornino a fidarsi delle altre banche commerciali, aspettandosi un tasso di inflazione non superiore al 3% ed aspettative inflazionistiche contenute. Credono di tirare la coda ad un gatto, la stanno tirando invece ad una tigre.
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di David Stockman


Non c'è ragione al mondo che possa spiegare la frivolezza del mercato azionario. In ogni singola regione del pianeta, sta vacillando il ciclo espansionistico post-crisi alimentato dalla banca centrale.

L'economia giapponese è soltanto un pelo più grande di 5 trimestri fa (0.8%), prima che l'Abenomics arroventasse la stampante monetaria della Banca del Giappone. Nel frattempo, anche se i salari reali in Giappone sono precipitati ai minimi odierni, il bilancio della BoJ ha ormai raggiunto il 55% del suo PIL — un rapporto che solo un decennio fa sarebbe stato inimmaginabile.

Nonostante la spacconata del "whatever it takes" di Mario Draghi, l'unica cosa che è avvenuta in una Europa perennemente recessione è stata una breve corsa precipitosa verso il debito periferico. E ciò in base alla flebile presupposizione che il debito emesso da casi disperati come l'Italia e la Spagna può solo salire, perché Mario potrebbe acquistarlo da un momento all'altro. Presto sarà evidente che l'economia dell'area Euro non ha tratto beneficio dalla magia monetaria di Mario, e che gli hedge fund possono scaricare i loro bond tanto velocemente quanto li hanno accatastati.

E la politica schizoide dei compagni di Pechino non ha bisogno di ulteriori elaborazioni. La gigantesca torre di debito cinese da $25 bilioni è ben lungi dall'essere ripagata, soprattutto perché ci sono persone che credono al motto di Mao secondo cui il potere deriva dalla canna di una pistola e che la prosperità di Wall Street deriva dalla stampante monetaria.

Ed ora Wall Street sta guardando con nervosismo i numeri del PIL USA del secondo trimestre e le loro prospettive per il resto dell'anno. Quello che doveva essere un 3%+ l'anno, si sta trasformando nel più basso tasso di crescita del PIL — circa l'1.5% nella migliore delle ipotesi — sin dal 2009.

Ed anche ciò dipende dal credere che il deflatore del PIL del Dipartimento del Commercio stia marciando ad un tasso annuo dell'1.4%. Non c'è possibilità che tutto ciò sia vero per le famiglie che consumano energia, cibo, assistenza sanitaria, trasporti e servizi educativi, e non iPad.

Con il ciclo espansionistico globale che vacilla, i rapporti di redditività ai massimi storici ed i multipli PE alle stelle — quasi 20 volte i guadagni dell'S&P 500 — c'è solo una cosa che resta da fare ai robot di Wall Street.

Vale a dire: comprare al prossimo ribasso; perché la FED si è ritrovata un nuovo sceriffo a Jackson Hole. Dopo 6 anni di abbassamento artificiale dei tassi del mercato monetario, Janet Yellen intravede ancora un'economia gravata dalla "fiacchezza", e pertanto sarà incline a consegnare denaro quasi gratis nelle mani dei giocatori d'azzardo di Wall Street.

La classica retorica keynesiana della vasca da bagno, ma il Wall Street Journal ha inquadrato un punto di vista abbastanza convincente sulle espressioni della Yellen. Sembra che dopo un'espansione del bilancio da $3.5 bilioni, l'economia americana non abbia ancora raggiunto i parametri di rendimento — soprattutto nel mercato del lavoro — che sono emersi durante l'ultimo ciclo di espansione 2002-2007 alimentato dalla banca centrale:

Si dice che probabilmente evidenzierà come le misure alternative del mercato del lavoro falliscano nel valutare l'attuale sottoutilizzazione delle risorse umane (ad esempio, la durata del rapporto di lavoro, licenziamenti nei dati JOLTS), le quali devono ancora normalizzarsi rispetto ai livelli del 2002-2007.

Questo è davvero un insulto! La falsa prosperità che la FED ha scatenato attraverso la bolla immobiliare di Greenspan, è stata la causa della spiralizzazione della crisi finanziaria del 2008 e della successiva recessione. Allora perché diavolo la FED dovrebbe spingere la sua campagna di stampa monetaria fino ai limiti della sanità mentale per replicare il suo ultimo disastro?

La risposta non è difficile da trovare. La Yellen non riesce a capire che l'economia statunitense è in stallo perché ha raggiunto una condizione di saturazione del debito. Infatti, il punto di riferimento 2002-2007 preferito dalla Yellen è stato alimentato da una fase trentennale di leveraged buyout nazionale.

Tra il 2002-2007 il debito nei mercati del credito — pubblici e privati — è salito della somma incredibile di $21 bilioni, mentre il PIL nominale è cresciuto solo di $3.5 bilioni. E questa situazione non è altro che la rappresentazione fallimentare della formula brevettata della FED: debito a basso costo alimentato dall'espansione dei consumi interni e dal PIL nominale.

Sin dall'inizio della crisi, infatti, la FED ha spinto massicciamente sulla nota del credito, ma quasi l'intero flusso di liquidità non ha mai lasciato i canyon di Wall Street. Invece è stato parcheggiato nelle riserve in eccesso presso la FED di New York, dopo aver attraversato i mercati monetari ed appianato il costo del carry trade allo zero per cento.

Il casinò sta vivendo un altro momento rialzista perché si aspetta che il nuovo sceriffo monetario continui a dare fiches ai giocatori di poker.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


7 commenti:

  1. Ciao Francesco

    D'altronde lo sappiamo bene che il fiatmoney e' uno strumento politico. Non stiamo parlando di economia, ma di politica, di scelte politiche. Sostenere WallStreet serve a dare l'illusione della stabilita' di un sistema che si regge sul nulla. Se qualcuno si fa troppe domande, poi, ci sta sempre l'altro pilastro: il warfare.

    La politica monetaria di Lincoln 1865 e' sempre all'opera. E con il fiatmoney le guerre valutarie e quelle vere e proprie sono la regola. Il fiatmoney non sta al servizio dell'Umanita', ma e' un' arma di distruzione di massa. In ogni senso.

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    1. Ciao Dna.

      Dopo la recente esternazione di Bullard anche i sassi l'hanno capito. Eppure...

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    2. Nella eurozona e' lo stesso.
      La BCE salva le Banche greche. Salvera' MPS. Salva il progetto politico di cui e' parte. Il default Italiano non sara' un singolo evento, ma e' un processo gia' in atto. Verra' di volta in Volta accelerato o rallentato. Secondo convenienza politica. L'unica certezza e' che noi verremo sacrificati, chi piu chi meno, al progetto politico.

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    3. Un ulteriore piccolo passo per il sacrificio si compirà con il canone rai pagato indipendentemente dalla fruizione del disservizio televisivo.
      Pochi anni fa Veltroni aveva ventilato la possibilità di forzarne il pagamento sulla bolletta elettrica, come in Grecia, scatenando un vespaio.
      Oggi le reazioni non hanno la stessa veemenza di allora: segno che siamo pronti per essere serviti in tavola.

      Sarà interessante entro un mese vedere se la FED "alzerà" o no i tassi di interesse: si sapranno tante cose.

      Riccardo Giuliani

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    4. Vorrei una guerra tra valute di natura diversa. Non tra nomi di fiatmoney.
      La guerra tra fiatmoney e' una guerra politica tra potenze. E nelle guerre politiche ci stanno alleati e nemici.
      Vorrei una guerra tra valute di qualita' diversa. Vorrei proprio vedere chi la spunterebbe. E lo so gia'.
      Ma questa guerra tra qualita' e' gia' in corso ed e' truccata come ogni guerra. Perche' in guerra la verita' muore per prima e non ci sono regole da rispettare.
      Alla fine non contera' assolutamente nulla la natura della valuta vincente, ma solo la sua potenza politicomilitare.

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  2. Una cosa e' la realta'. Altra cosa e' la manipolazione politica della realta'.
    La matematica usata dagli econometrici e' uno strumento politico. Non descrive la realta', ma una politica. Gli econometrici lavorano per la politica. Tutto e' diventato scelta politica. Selezione artificiale.
    La realta' resta nascosta nei caveau. Ed alcuni sono vuoti. Altri, pieni.
    Il razionalismo esasperato crede di poter piegare la realta'. Ma la realta' e' una tigre.
    In cima alla piramide, laddove splenderebbe la luce, si illudono. Si salveranno, come tante altre volte, ma con le mani sempre piu' sporche di sangue. Ma chissa' se gliene frega qualcosa....

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  3. Ormai non mi stupisco più.
    Ma tanti commenti su RC, agli articoli provenienti da questo blog, sono davvero desolanti e significativi.
    Non c'è niente da fare: la colpa della crisi è degli speculatori e delle banche commerciali.
    Non riescono a comprendere che stanno puntando il dito contro il sintomo (l'azzardo morale dei liberisti selvaggi di WallStreet) e non contro la causa prima dello stesso: il controllo politico centralizzato del mezzo di scambio.
    Non sanno neppure che tipo (cazzo) di mezzo di scambio stiamo usando.
    E d'altronde non è ignoranza circoscritta. Macché! Ignoranza globale.
    Basta vedere i film su Wall Street. Da quelli famosi del comunista Oliver Stone al meno noto Margin Call del 2011.
    Basta pensare ai movimenti Occupy e Anonymous.
    Keynes aveva proprio ragione quando scrisse che neppure uno su un milione di uomini avrebbe compreso l'inganno.
    Poi, fornì la copertura intellettuale all'inganno. E divenne famoso.

    La stessa ignoranza dei sovranisti monetari (di ogni tipo) contro l'euro ed i krukki. Deve stampare il governo!!!
    Non è l'Italia che fallisce perché costruita sulla menzogna politico-finanziaria della crescita perpetua a deficit, macché! La colpa viene tutta dall'estero: speculatori internazionali, krukki assatanati di austerità, moneta unica non svalutabile ad libitum.

    E la maxi-sola dei risparmi di una vita affidati alla coop operaia di Trieste? Un tipico esempio di tosatura di mansuete greggi.
    E la tassazione del secondo pilastro previdenziale, quello complementare?
    Colpa dei lupi di WallStreet? Colpa dei krukki? Colpa dell'euro?

    E sarebbe una lunga e difficile battaglia culturale?
    Forse, se si confrontassero due culture. Ma l'altra qual è?
    Cultura vs Paracul-tura.

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