martedì 7 ottobre 2014

Le banche centrali non sono vostre amiche

Come dimostrerà questo l'articolo di oggi, il mercato azionario è drogato dal denaro fiat e in pesante bolla. Ma chi frequenta Freedonia regolarmente, già ne era a conoscenza. Quello che invece voglio trasmettervi con questa introduzione, è una breve lezione sul denaro che circola a Wall Street. Sin dall'inizio della Grande Recessione con l'evento Lehman, la FED non ha fatto altro che stimolare la base monetaria. Sebbene si possa affermare che quel denaro è rimasto principalmente confinato nel circuito finanziario e bancario, si tratta di un modo per velocizzare la rappresentazione di situazioni più complesse. Infatti il denaro non fluttua liberamente nell'aere, ma è sempre proprietà di qualcuno. In una forma o nell'altra, il suo possesso è rivendicato dagli individui. Visto che al giorno d'oggi le banche hanno un disperato bisogno sia di contanti (per coprire le falle dei loro bilanci disastrati) sia di rendimenti (per non chiudere l'anno in perdita e per evitare margin call), devono arabbattarsi in ogni modo per mungere le mucche a loro disposizione. Una di queste è il mercato azionario. Una volta che acquistano azioni, la maggior parte di quelle imprese che ricevono il nuovo denaro vedono aumentare la loro capitalizzazione di mercato. (es. Se una banca compra 1,000 azioni di una società che ha un totale di 1 milione di azioni le quali vengono tradate a 100x l'una, qualora il prezzo concordato dovesse essere di 120,000x quella società si ritroverebbe "per magia" una capitalizzazione del 20% in più! Dal nulla! Questo scenario può accadere perché i prezzi vengono sempre impostati al margine.) Con molta probabilità ridepositaranno il denaro in una banca, la quale mediante la riserva frazionaria potrà concedere credito a coloro necessitanti un prestito. Al giorno d'oggi chi può permetterselo? Soprattutto quei soggetti con grandi conti in banca, ovvero, le società quotate in borsa le quali ricompreranno tutte quelle azioni in possesso di nessuno facendone aumentare il valore di mercato, nonché la capitalizzazione della società stessa (dando una parvenza di salubrità al tutto). E poi il giro inizia di nuovo, ad un prezzo maggiore. La spiralizzazione di questa connivenza sta facendo degenerare la produttività e la creatività delle imprese, sta uccidendo un price discovery onesto e sta tenendo in piedi un sistema economica in cancrena. Guardate con sospetto tutte le notizie sensazionalistiche che arrivano dal settore azionario, il gigante che vi stanno facendo vedere ha i piedi d'argilla.
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di David Stockman


Nel corso degli ultimi 64 mesi, "comprare durante i ribassi" si è dimostrata una strategia di successo. Come mostrato nel grafico del NASDAQ qui sotto, l'indice ha raggiunto di recente il suo picco di 4,000 dopo i minimi fatti registrare nel marzo 2009. Inoltre, sempre negli ultimi 64 mesi, sono avvenute cinque correzioni di mercato minori — le tre più grandi hanno riflettuto un ribasso del 7-8% rispetto alle performance precedenti. E mentre l'indice ha raggiunto le sue attuali altezze da brivido, i ribassi diventeranno sempre più profondi, il che significa che la ricompensa per l'acquisto durante le battute d'arresto avrà lassi di tempo veloci e stretti.

Quindi il calo del 2% di ieri sarà senza dubbio interpretato come l'ennesima opportunità di acquisto da parte delle foche ben addestrate e dagli algoritmi computerizzati che popolano il casinò di Wall Street. Ma questo potrebbe essere un errore fatale: L'esperimento monetario dietro questo grafico parabolico è nelle fasi finali del suo percorso verso l'auto-distruzione.




In realtà, l'impennata di questo indice riflette una delle bolle finanziarie più insostenibili, artificiali e pericolose che la FED abbia mai creato. E' solamente il prodotto di un meccanismo monetario completamente sballato. Il canale di trasmissione della politica monetaria è stato congelato sin dal primo giorno in cui ha avuto inizio l'enorme espansione monetaria di Bernanke, ma un anno dopo l'evento Lehman è andato alla velocità della luce in poche settimane.

Questa folle campagna monetaria è stata un errore madornale, perché non ha messo in conto l'immenso blocco stradale che nel corso degli ultimi decenni lo stimolo monetario tradizionale ha contribuito a cementificare — vale a dire, il "picco del debito" nel settore delle famiglie e delle imprese. Questo significa che l'allentamento monetario ed i drastici tagli dei tassi di interesse non hanno suscitato un'ondata di prestiti al consumo, di spesa in conto capitale aziendale e di assunzioni (come era invece accaduto durante gli ultimi cicli economici).

Invece l'intero tsunami monetario è passato nel canale del gioco d'azzardo di Wall Street, gonfiando drasticamente ogni classe di asset che poteva essere oggetto di trading, leverage o hypothecation. Detto in modo diverso, 68 mesi di tassi di interesse a zero non hanno praticamente avuto alcun impatto al di fuori dei canyon di Wall Street. Ma all'interno del casinò, hanno fornito denaro praticamente gratis per i carry trade, causando un'offerta infinita per gli asset finanziari.

Ma ora che il diluvio monetario ha raggiunto il suo apice, i valori degli asset finanziari sono rimasti appesi a mezz'aria come Wile E. Coyote. Sono palesemente esposti ad un redde rationem del mercato, ovvero, l'economia reale e gli utili societari non sono affatto quello che sembrano.

Che il canale dell'espansione monetaria sia morto e sepolto è palesemente evidente dai dati sul settore delle famiglie. Di seguito sono riportati sia il grafico del debito complessivo delle famiglie sin dal picco del dicembre 2007, sia quello della bolla immobiliare di Greenspan. Quest'ultima, a quanto pare, ha rappresentato l'ultimo uso trionfale dello "stimolo" keynesiano, vale a dire, un LBO irripetibile nei bilanci delle famiglie.

Durante i 78 mesi dopo l'ultimo picco, il credito alle famiglie si è ridotto del 5%. Nulla di simile è mai accaduto prima, neanche lontanamente vicino. E in verità il calo in questione è stato superiore, dal momento che il lieve rimbalzo dell'indebitamento mostrato nel grafico è dovuto all'esplosione del debito degli studenti. Per contro, la fonte tradizionale di finanziamento delle famiglie — prestiti, mutui e debiti delle carte di credito — è ancora sotto al suo picco di 7 anni fa.

Inutile dire che questo contrasta con il percorso durante i 78 mesi dopo il picco del ciclo del 2001. Durante la bolla immobiliare e del credito di Greenspan, l'indebitamento delle famiglie è salito di quasi il 90%, fornendo un robusto impulso, seppur temporaneo, alla componente dei consumi nel PIL.





C'è una ragione se il ciclo più recente è nettamente diverso: lo stimolo keynesiano è sempre stato un trucco economico, non un esercizio ripetibile a servizio di una gestione monetaria illuminata. In sintesi, i bilanci delle famiglie americane — misurati dall'outstanding credit market debt rispetto ai salari ed ai redditi — si sono esauriti nel corso dei decenni successivi all'abbuffata di debito iniziata nell'agosto del 1971.

Ora il rapporto di leva delle famiglie si è invertito e sta lentamente ritornando a livelli più bassi e più sani che prevalevano prima del 1971. In questo contesto, è quasi sicuro che la leva finanziaria delle famiglie continuerà a scendere — malgrado i tassi di interesse a zero — perché è una certezza demografica. I 10,000 baby boomer che andranno in pensione ogni giorno tra oggi ed il 2030 non saranno conteggiati nel debito delle famiglie; lo liquideranno.




Ciò significa che la forza motrice dell'espansione tradizionale keynesiana è bella che andata. La spesa al consumo delle famiglie ora non può crescere più velocemente del reddito delle famiglie e della produzione economica, e probabilmente si rivelerà più lenta di questi due parametri. L'incombente crisi dei finanziamenti dei diritti assistenziali sociali — Medicare e Previdenza Sociale — scuoterà sicuramente il popolo americano, facendogli comprendere che l'aumento del risparmio privato sarà essenziale per la sopravvivenza durante l'età pensionabile. Di conseguenza il tasso di risparmio delle famiglie dovrà, per forza di cose, crescere.




In ogni caso, non è un mistero il motivo per cui la spesa delle imprese rimane bloccata. Nel corso del trimestre più recente, la spesa reale per gli impianti e le attrezzature è ancora del 4% al di sotto del picco di fine 2007 — un risultato che non è nemmeno lontanamente paragonabile ai picchi del 10-25% che si sono verificati durante i cicli economici precedenti. Le imprese non stanno correndo sulle barricate per aggiungere capacità, perché è chiaramente evidente che la domanda dei consumatori non sta crescendo ai ritmi delle riprese economiche precedenti; e non accadrà mai, visti i vincoli del debito ed il ciclo dei pensionamenti dei baby boomer.

Come mostrato di seguito, infatti, gli investimenti netti reali per spese in conto capitale — al netto degli ammortamenti degli asset attualmente consumati — seguono un trend discendente. Non solo questo riflette il drastico calo nel potenziale della crescita economica degli Stati Uniti, ma sottolinea anche che gli attuali indici azionari stanno capitalizzando un futuro che è solamente una chimera.

Con utili del 19.5x, l'S&P 500 ha raggiunto la cima storica delle sue performance, punto dal quale è sempre incappato in una correzione profonda. Ma perché sarebbe razionale capitalizzare gli utili in un'economia che è chiaramente bloccata in modalità bassa/nessuna crescita? In realtà, il mercato dei multipli PE dovrebbe essere ben al di sotto della media storica registrata negli ultimi decenni, quando i politici keynesiani erano impegnati ad usare quasi continuamente i bilanci della nazione per stimolare una crescita alimentata dal credito.




Alla fine della giornata, anche i dati fortemente manipolati dagli statistici di Washington non possono nascondere questa realtà. Mettendo da parte le oscillazioni di breve periodo degli inventari che offuscano i numeri trimestrali del PIL, e che rappresentano quasi la metà di quel 4% riportato nel secondo trimestre, le vendite finali reali ci raccontano come stanno davvero le cose. Nonostante la massiccia espansione del bilancio della FED sin dal suo primo grande taglio dei tassi nell'agosto 2007 — cioè, da $800 miliardi a $4.4 bilioni — le vendite finali reali sono cresciute meno dell'1% CAGR sin da allora.

Un tasso di crescita tendenziale tiepido come questo, non è mai stato registrato nella storia moderna. Infatti, data la netta preferenza per la sottostima dell'inflazione nei deflatori BEA del PIL, è probabile che nel corso degli ultimi sette anni l'economia reale è cresciuta ad un tasso non lontano dallo zero.




Tutto questo significa che i mercati finanziari hanno drasticamente sovrastimato gli utili e sopravvalutato tutte le classi di asset. Così come la FED ed i suoi complici di tutto il mondo resteranno sempre più a corto di scuse per estendere gli esperimenti monetari dell'epoca attuale, anche i giocatori d'azzardo comprenderanno chi è davvero Wile E Coyote.

Poi ci sarà il panico.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


8 commenti:

  1. Crollerà il sistema finanziario cartaceo edificato sul fiatmoney, sul denaro politico, a corso legale, instrumentum regni.

    Ma il regno? Il Potere che sta in cima alla piramide e che usa e ci fa usare il suo fiatmoney al posto del soundmoney (di tutti), uno strumento politico imposto contro uno strumento di libero scambio?

    Il fiatmoney è, paradossalmente, anche esso denaro-merce.
    Merce di consumo, da consumare, per scambiare senza sosta beni di consumo. Politica consumistica. Economia fiatmoney, cioè consumistica. Il consumo crea la produzione, la follia keynesiana, il mantra della modernità.
    La molla di un sistema produttivo che limita la concorrenza e che innova solo entro i suoi stessi confini. Un sistema di imprenditoria clientelare che punta a conservare se stesso e ad espandersi. Che tiene, o per lo meno, prova in ogni modo a bloccare il corso degli eventi, il progresso tecnologico stesso. Che non ammette concorrenti che possano farlo traballare o che possano decretarne il trapasso. Semmai, assorbe, compra i concorrenti per sfruttarne le idee o per bloccarne l'innovazione.
    Questo è l'abuso di potere dell'imprenditoria più grande, che si protegge e si ingrandisce con la politica ed il potere legislativo e con la finanza e, se serve, con le armi.
    Questa è la genesi delle multinazionali. Imprese essenzialmente politiche. Che rappresentano nel mondo la forza del Potere che ne ha permesso la creazione e la crescita.
    Ma la loro più profonda essenza sta nel considerarsi entità eterne, che sconfiggono il tempo e possono piegarlo al loro principale interesse, l'autoconservazione.
    Il decentramento politico dovrebbe produrre e consentire anche una imprenditoria decentrata. Ma mi pare davvero impraticabile dinanzi alla forza soverchiante di aziende "imperiali" che puntano sulla semplificazione e la coerenza, l'omologazione, dei mercati e dei consumatori. Che hanno, nel proprio piano di sopravvivenza e sviluppo, il mondialismo ed il centralismo politico. Un solo potentissimo referente politico è meglio di una infinità di incontrollabili referenti diversi e decentrati.
    Il fiatmoney sostiene il sistema e lo espande. E' uno strumento di conquista ed occupazione. Il sistema di scoperta dei prezzi è obsoleto col fiatmoney. Tutto viene manipolato, orientato, lo strumento lavora alla perfezione per conservare il sistema stesso. Sistema che evolve restando saldo in se stesso. Che assorbe, tanto è grande, che piega, schianta o solleva a seconda delle opportunità che gli si offrono. Uno strumento straordinario il fiatmoney, merce nel senso spregevole del termine. Hanno mercificato il mezzo di scambio. Non una merce scelta come mezzo (il soundmoney), ma il mezzo ridotto a merce da consumare.
    Bitcoin sarà tollerato finchè non darà davvero noia. Poi verrà o assorbito o eliminato dal fiatmoney.
    In cima alla piramide stanno provando a fermare il tempo. A piegarlo ai loro interessi. Stanno bestemmiando contro la natura delle cose che è il trascorrere del tempo ed il cambiamento. Ma la loro filosofia, pur conoscendo la realtà, immagina con arroganza di fregarsene. Di sfuggire alla sorte. Alla morte.

    Scusatemi se, talvolta, mi lascio prendere e rischio lo sproloquio. Non è mia intenzione. Solo riflessioni personali.

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  2. dna, tutti i sistemi, di qualsiasi natura, cercano di resistere al tempo.

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    1. Lo so bene gdb. Infatti, spesso, estrapolo la mia esperienza quotidiana. Dal micro, umano che posso permettermi, al macro. E scopro che con qualche doveroso accorgimento... ci piglio. ;)
      Io provo a proporre ai lettori proprio questo approccio. Approccio "austriaco".
      Bisogna liberare la mente dall'idea sbagliata che a certi livelli funzionino leggi e regole diverse da quelle che conosciamo. Non è vero! L'uomo è sempre il solito figlio di puttana anche se in giacca, cravatta e limousine. ;)

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    2. Piuttosto, mi chiedo se le potenzialità del fiatmoney non siano ancora sconosciute anche alle elites bancarie centrali e non, al mondo politico, al Potere stesso.
      ;)

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    3. Credo che noi tutti siamo sorpresi di quanto sia ancora resistente (ma non resiliente) l'attuale sistema del denaro fiat. Ad oggi è stato possibile trasferire il peso del deleveraging dei settori in bolla a quelli produttori di ricchezza. Le conseguenze dovute ad una soncisderatezza nella gestione dell'offerta monetaria sono rimaste significativamente rinchiuse bnel circuito bancario e finanziario, ma è innegabile la presenza di prezzi degli asset fuori da ogni logica economica. Nel frattempo, quella poca inflazione dei prezzi arrivata a Main Street ha incontrato una domanda di denaro alta da parte degli attori economici abbastanza alta (in sintonia con una preferenza temporale altrettanto alta). Situazione apparentemente illogica visti gli attuali fondamentali di emrcato, ma sappiamo che non veicolano più un'informazione sana. Questo stallo ha finora salvato la baracca dell'establishment. Ma anche i pianificatori centrali sanno che stanno drenando costantemente risorse dal settore produttivo verso attività improduttive che le sprecano. Il presunto pungolamento di Main Street affinché spenda di più è solamente una foglia di fico per continuare a guadagnare tempo, sanno cosa accadrà semmai dovessero ripartire i prestiti al ritmo pre-2008. Non so se i banchieri rimarranno ancora per molto ai posti di comando, perché l'insostenibilità di tale situazione porterà alla ribalta un populismo che si fonderà con le politiche economiche (gli MMTers, altrimenti, non avrebbero guadagnato così tanto consenso in così poco tempo). Questo significa che l'imminente fine dei giochi arriverà quando le banche centrali verranno nazionalizzate. Quello sarà il giorno in cui si dirà addio alla prudenza. C'è già qualche sentore.

      Dopo il 1999 non si tratta solo di Italia, ma dell'intera Europa che ormai funziona come un grande schema di Ponzi, in cui più paesi aderiscono più è possibile allargare la base da cui predare risorse. Quindi il dolore economico durerà ancora, ma non per sempre. Ogni giorno apprendiamo di nuovi chiodi che vengono inseriti nella bara della pianificazione centrale. Negli ultimi 12 anni il prezzo dell'oro ha seguito a stretto contatto il debito pubblico USA e poi, "misteriosamente", negli ultimi 2 anni è arrivata una sconnessione. Ma nonostante ciò le principali banche centrali continuano ad accumulare oro. Infine c'è la bolla dei titoli di stato pompata dalle azioni monetarie delle banche centrali attraverso altri istituti (es. hedge fund, fondi pensioni, banche commerciali).

      Ora il prossimo 30 novembre in Svizzera si voterà per rimpatriare parte dell'oro detenuto all'estero. La volontà degli svizzeri di vendicarsi degli sgarri americani arriva da lontano. Sebbene sia probabile che non accada nulla di eclatante, ricordate che i cambiamenti avvengono sempre al margine. Non l'ultimo chiodo nella bara del denaro fiat, ma uno dopo l'altro la cassa si chiude.

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    4. Non so quanto pesino all'estero i superstatalisti della MMT, certamente, nel nostro ambito provinciale, possono raccogliere il consenso cieco ed ignorante, in altre parole ideologico, della fetta di popolazione che ancora crede nello stato interventista ed assistenziali sta come massima espressione del proprio destino. In pratica, tutto l'humus postmarxista e postfascista può trovarci una opportunità. Puo trovarcela anche tutta quella imprenditoria clientelare della politica che odia la concorrenza libera. Può, infine, trovare uno sbocco tutto quel filone ideologico che osanna il primato della politica, e,cioè, della pianificazione centralizzata.
      Insomma, fiatmoney per fiatpeople.
      Certamente, di fronte ad una teoria così folle che nulla sa di economia, di azione umana, di preferenze temporali individuali, di libera scoperta dei prezzi, di differenza tra nominale e reale, di vera concorrenza tra produttori, una teoria che presuppone la staticità dei fenomeni di mercato, la loro prevedibilità, e la necessità imprescindibile di un regolatore esterno al libero scambio che orienta tutto il processo in base a principi campati in aria, ideologici, di mero esercizio del potere, beh, di fronte a tanto scempio culturale, il compito degli studenti "austriaci" diventa sempre più necessario. Indispensabile. Arduo.
      Perché, purtroppo, conoscendo un po' la natura umana, è molto probabile che teorie tanto bislacche prendano piede laddove la responsabilità individuale viene considerata un optional così come la libertà individuale un pericoloso arnese da affidare tranquillamente ad esperti superiori in cambio di panem et circenses.
      Ed a forza di panem et circenses la civiltà si logora fino ad essere soppiantata da altro, perché il vuoto, nelle faccende umane viene sempre riempito da qualcosa, prima o poi.

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  3. Per favore, ho bisogno di capire chi siano questi baby boomers, e come si inseriscano nel discorso del debito delle famiglie.

    Riccardo Giuliani

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    1. Purtroppo, caro Riccardo, i baby boomers siamo gdb ed io stesso. E quelli come noi nati negli anni Sessanta. In pieno boom economico. Siamo tanti e schianteremo il sistema pensionistico perché dopo di noi è cominciato il calo delle nascite.

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