mercoledì 29 ottobre 2014

La morte del minarchismo





di Jeffrey Tucker


Per quanto incredibile che sia, la borghesia sembra rivoltarsi contro la polizia. Sulla scia di Ferguson, i sondaggi dicono che circa la metà di noi non si fida più di loro. Ovviamente i neri sono già avanti su questo argomento, essendo stati maltrattati dalla polizia per molti decenni. Ma a quanto pare anche i bianchi stanno recuperando, costruendo una sorta di consenso.

Non ho mai pensato che avrei visto questo giorno.

Perché è importante? Non si tratta solo di budget della polizia o la necessità di riforme. Non si tratta nemmeno di chi pagherà il prezzo politico. Lo status della polizia è legato alla percezione di valore conferito all'intero settore pubblico. La polizia è stata a lungo percepita come la funzione più essenziale e insostituibile dello stato. Questa percezione è ora messa in discussione dall'opinione pubblica, e a ciò si unisce un cambiamento nell'opinione intellettuale che si sta sviluppando da decenni.

Quello che c'è in gioco è il fondamento dell'ordine pubblico così come lo conosciamo. Se il governo non può fare la cosa giusta, se la polizia compie il contrario di quello che si prefigge di ottenere, se sta intaccando la nostra sicurezza piuttosto che raffozzarla, non solo abbiamo l'obbligo di lanciare una rivoluzione ideologica, ma un autentico punto di svolta nella storia della politica.

Il potere della polizia ha spinto e spinto per decenni: più potere, più personale, più armi. Anche se l'opinione pubblica si è rivoltata contro tanti altri "servizi" offerti dallo stato, non vi è stato alcun passo indietro per quanto riguarda la polizia. I politici non ottengono la carica pubblica promettendo di limitare il potere di polizia; il suo aumento ha tradizionalmente portato applausi. Dov'è il limite? Nessuno l'ha ancora scoperto.

Se questo cambia, i risultati potrebbero essere epici.

Facciamo un passo indietro e poniamoci una domanda fondamentale: perché è necessario lo stato? Perché dobbiamo pagare tutte queste tasse? Perché dobbiamo sempre rivolgerci al suo potere? Perché dobbiamo adorare i suoi leader e rendere omaggio a coloro che muoiono per questo apparato e crescere i nostri figli affinché adorino la sua storia e le sue opere? Qual è il punto di questo gigantesco aggeggio che vive in mezzo a noi e a nostre spese?

Queste domande sono al centro della filosofia della politica, dell'economia e dell'ordine sociale. Il modo in cui si risponde a queste domande, determina il tipo di mondo in cui vorremmo vivere.

Molte persone vorrebbero che lo stato facesse quello che passa loro in mente: dovrebbe proteggere l'ambiente, provvedere al reddito in età avanzata, andare in guerra contro i cattivi, fermare la discriminazione, aiutare il consumatore, regolare i mercati finanziari, migliorare l'ambiente morale. Lo stato è già impegnato in tutte queste cose e c'è un collegio elettorale per ognuna di loro.

Ma sapete cosa? Dobbiamo distinguere tra funzioni essenziali e non dello stato. Quelli elencati qui sopra sono lussi, non cose essenziali. Le radici dello stato moderno che risalgono all'epoca dei Lumi — XVIII secolo — postulano che la funzione dello stato sia quella di garantire la sicurezza della persona e della sua proprietà. La sintesi più famosa di questo punto di vista ci arriva da Thomas Jefferson attraverso John Locke: "Per proteggere questi diritti, gli Uomini hanno istitutito i Governi, derivando i loro giusti poteri dal consenso dei governati."

Questo è tutto. Questo è il fondamento. Dovrebbe essere un "guardiano notturno" e questa dovrebbe essere la ragione della sua esistenza.

Se si guarda alla politica con attenzione, è possibile constatare che i leader politici ricorrono a questa sensibilità "minarchista" ogni volta che vogliono aumentare il proprio potere. Possono sempre contare sul fatto che le persone sono convinte di mettere la loro vita nelle mani di chi la proteggerà dal male. Questa convinzione è stata così radicata nella mente occidentale, che raramente qualcuno si interroga sui limiti di un tale potere.

Questo è il motivo per cui il 9/11 è stato un vantaggio per il governo federale. Sembrava dimostrare che avessimo un problema serio con la sicurezza e che quindi il governo fosse ancora necessario ed essenziale per la salvaguardia della nostra vita.

I commenti dopo quell'evento attaccarono direttamente il libertarismo per essere duro con lo stato. I crimini del 9/11 sono stati utilizzati per rimarcare come il potere di polizia dello stato non può essere imposto con altri mezzi, ma solo tramite l'apparato coercitivo del settore pubblico.

E' una questione seria. Perché la sicurezza non può essere fornita nello stesso modo in cui vengono fornite alla società le scarpe, i software e le bibite? Perché il mercato non dovrebbe essere il fornitore migliore e più efficiente per quanto riguarda la nostra sicurezza?

Ci sono un sacco di motivazioni, ma tutte sembrano perire quando si parla di sicurezza; essa, a quanto pare, deve essere fornita dal settore pubblico, perché lo stato può fare cose che invece il settore privato non può fare. Questa è la ragione per cui dobbiamo sacrificare la nostra libertà e la nostra proprietà. E' una necessità filosofica e tecnologica.

Se si guarda indietro agli ultimi 300 anni prima della metà del XX secolo, troviamo solo una manciata di pensatori che credevano che la sicurezza potesse essere esternalizzata dall'autorità pubblica agli imprenditori privati. Uno di loro era Gustave de Molinari, radicale francese del XIX secolo che colse il punto centrale: ci fidiamo del mercato per la maggior parte delle cose essenziali nella nostra vita, quindi perché non fidarci anche per la cosa più essenziale di tutte? Se il mercato ha dei meccanismi che lo rendono superiore allo stato, cosa c'è di così magico nella sicurezza che la rende tutta questa grande eccezione?

Ma anche tra i sostenitori francesi del laissez-faire era solo. Il resto della scuola liberale classica era unita: lo stato dovrebbe essere rigorosamente limitato, ma deve fornire quei servizi legati alla sicurezza. Aprendo a questa eccezione, e nonostante la loro genuina convinzione che la società potesse funzionare senza imposizioni dall'alto, i vecchi liberali fornirono involontariamente ai teppisti e ai despoti ciò che stavano cercando: un tema controverso che separava il desiderio di libertà dalla gestione della cosa pubblica.

Pensate alla politica nella vostra comunità locale nel corso degli ultimi venti anni. Ogni volta che il governo locale ha bisogno di raccogliere fondi, quale scusa viene avanzata? Rimpinguare le forze di polizia per fermare il crimine. L'istruzione è la scusa di riserva, ma solo la sicurezza può sempre contare sul sostegno della maggioranza. La persona media potrebbe non credere di essere prigioniera di Locke e Jefferson, i grandi profeti del minarchismo, invece è così. Le persone sono state disposte a mettere mano al portafoglio ogni qual volta c'era di mezzo la sicurezza.

Ma qualcosa è cambiato. Il governo federale ha spalato miliardi in finanziamenti e armi per la polizia locale. E' diventata una forza completamente militarizzata. Invece di aiutarci e di garantire i nostri diritti, ci minaccia e ce li porta via. Nessuno è felice di vedere le luci blu nello specchietto retrovisore. L'era del poliziotto-cittadino, l'estensione di ciò che siamo e ciò che desideriamo dal servizio pubblico, è finita.

Ora abbiamo smartphone e Youtube. Chiunque può spiare i poliziotti e inchiodarli alle loro responsabilità. Stiamo gradualmente scoprendo la grande verità. E' irrilevante se l'abuso di potere della polizia su questa scala è nuovo o se stiamo scoprendo solo ora quello che è sempre stato vero, ci sarà un punto di svolta. Una volta che la nebbia si dissipa e vediamo la realtà per quello che è, non possiamo più tornare indietro.

La sicurezza non è la funzione più essenziale dello stato; è la più pericolosa, proprio quello che non dovremmo mai concedere per non perdere la nostra libertà. Il guardiano notturno è la più grande minaccia che abbiamo di fronte, perché esso impugna la pistola e può premere il grilletto semmai dovessimo decidere di fuggire.

Permettere alle forze di polizia di essere l'eccezione ad un ordine sociale volontario, è come permettere ad una cellula tumorale di invadere liberamente il corpo di una persona. Una volta che lo invade, non può essere contenuta. Deve essere uccisa affinché la persona possa sopravvivere.

Questo è il motivo per cui lo scetticismo, o anche un'opposizione, nei confronti della polizia è molto importante. Nel caso in cui si diffondesse il dubbio, il terreno sotto i nostri piedi si sgretolerà. Se svanisce la convinzione che lo stato non può nemmeno svolgere le sue funzioni più "essenziali" a nostro beneficio, anche il resto dei servizi che fornisce verrà messo in discussione.

Viviamo in tempi di disincanto radicale nei confronti dello stato. Il suo stato sociale, la sua guerra alla droga, le sue istituzioni educative, le sue infrastrutture energetiche e di trasporto, la sua politica monetaria, le sue guerre e le normative, i suoi tribunali e le carceri — nessuna di queste cose mantiene le proprie promesse. I costi superano i benefici. E ora anche la polizia rappresenta un salasso per il contribuente, se non addirittura una minaccia? Credo proprio di sì.

Se qualcuno pensa che questo non rappresenti un cambio di paradigma, lui o lei non sta prestando attenzione. Una volta che le persone si renderanno conto che quelli di cui ci siamo fidati affinché ci proteggessero sono in realtà la più grande minaccia che abbiamo di fronte, la teoria e l'era del minarchismo arriverà alla fine.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


3 commenti:

  1. Tucker ha la mia eta'. E' molto brillante. Smart.
    E' stato al centro di accuse liberal di razzismo insieme a Lew Rockwell per i testi di alcune newsletter di Ron Paul.
    Non ho mai approfondito la questione. Tra l'altro l'unico argomento della propaganda anti-Paul. Un colpo basso mai cmq chiarito.
    Premessa che non me la sono sentito di evitare.

    Il testo e' condivisibile in linea generale anche se da noi le cose sono un po' diverse. Con luci ed ombre.
    Da noi la gdf e' militarizzata ed un referendum radicale di tanti anni fa fu bloccato pare dall'allora capo di stato proprio all'ultimo minuto. Cmq e' una realta' che spiega molto. Direi tutto. Potremmo avere i bobby disarmati all'inglese un giorno. Ma la gdf restera' armata anche durante un controllo scontrini del bar.

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    1. Ciao Dna.

      Hai ragione a dire che da noi le cose sono diverse, ma è più corretto dire che le cose erano diverse. All'inizio del secolo scorso si aggirava per le strade dell'Italia un calzolaio. Era un anarchico e, per molto tempo, fu una delle figure più amate dal popolo. Odiava lo stato e la polizia, ma NON odiava i poliziotti, odiava l'istituto poliziesco in quanto espressione della violenza dello stato. Le madri dei giovani lo amavano. Perché? Perché dove andava lui, la criminalità scompariva. I ragazzi allo sbando smettevano di delinquere, di bere e sbronzarsi. Non si recava nei salotti buoni a dire che la criminalità era una fissazione di persone che odiavano il proletariato: andava dai delinquenti e li faceva smettere.

      Invece oggi abbiamo una politica e una popolazione che vive essenzialmente di stato, che pare non poter starvi senza. Destra e sinistra rivendicano con forza la presenza dello stato, entrambi del tutto uguali al fascismo storico che imponeva la cultura di stato, il manganello di stato e la protezione di stato. Questa mentalità, che continua ad invocare e domandare sempre più stato, ha eroso progressivamente il desiderio di libertà degli individui. Ah, quasi dimenticavo, quel calzolaio aveva un nome: Errico Malatesta.

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  2. Preferisco altre tradizioni libertarie.
    Comprendo il contesto storico. Ma quel tipo di anarchico sta bene su "la locomotiva" di Guccini.

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