mercoledì 17 settembre 2014

Il giorno in cui gli Stati Uniti si rifiutarono di pagare i loro debiti





di Addison Wiggin


L'anno era il 1944. Per la prima volta nella storia moderna venne raggiunto un accordo internazionale per gestire la politica monetaria tra le nazioni. C'era la possibilità di creare una valuta internazionale stabile e garantire la stabilità monetaria una volta per tutte. In totale, 730 delegati provenienti da 44 nazioni si riunirono per tre settimane in un hotel a Bretton Woods, New Hampshire.

Fu un'opportunità significativa, ma non raggiunse il vero potenziale che conteneva. Tuttavia, rappresentò lo stesso un punto di svolta nella storia monetaria.

Il risultato di questo incontro internazionale, l'accordo di Bretton Woods, aveva lo scopo originario di rimarginare le ferite lasciate dalla seconda guerra mondiale attraverso una serie di programmi di stabilizzazione delle valute e prestiti infrastrutturali alle nazioni devastate dalla guerra. Nel 1946 il sistema era in piena attività, grazie anche alla Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BIRS, la Banca Mondiale) ed al Fondo Monetario Internazionale (FMI).

Ciò che rende così interessante l'accordo di Bretton Woods è il fatto che il piano per la politica monetaria internazionale si basava su nazioni che accettavano di aderire ad un gold standard globale. Ogni paese che firmò l'accordo promise di mantenere il valore della sua moneta all'interno di uno stretto margine connesso al valore dell'oro. Il FMI venne istituito per occuparsi degli squilibri di pagamento temporanei.

Questo sistema ha funzionato per 25 anni, ma era viziato nelle sue ipotesi sottostanti. Agganciare una valuta internazionale all'oro ad un cambio fisso di $35 l'oncia, non prese in considerazione la variazione del valore reale dell'oro sin dal 1934. Il dollaro aveva perso potere d'acquisto durante e dopo la seconda guerra mondiale, e mentre le economie europee si riprendevano, il crescente drenaggio delle riserve auree degli Stati Uniti condannò l'accordo di Bretton Woods.

Questo problema è stato descritto da un ex-vice presidente della Federal Reserve Bank di New York:

Fin dall'inizio, l'oro è stato il punto vulnerabile del sistema di Bretton Woods. Eppure l'impegno assunto dal governo degli Stati Uniti ai sensi della legislazione di Bretton Woods è facilmente comprensibile, tenuto conto delle circostanze eccezionali del momento.

Alla fine della guerra, il nostro ammontare di oro era pari a $20 miliardi, circa il 60% del totale delle riserve auree ufficiali. Nel 1957 le riserve auree degli Stati Uniti superarono, con un rapporto di 3 ad 1, le riserve totali in dollari di tutte le banche centrali estere. Il dollaro cavalcava i mercati dei cambi come un colosso.

Con l'esaurimento delle sue riserve auree nel 1971, gli Stati Uniti sganciarono la loro moneta dal gold standard e Bretton Woods non fu più praticabile.

Per certi aspetti, le idee alla base del sistema monetario di Bretton Woods erano molto simili ad un'economia da nazioni unite. La combinazione della depressione mondiale del 1930 e la seconda guerra mondiale furono cruciali nel condurre tante nazioni ad un vertice economico di tale portata.

La scusa fu che le barriere commerciali ed i costi elevati causarono una depressione mondiale, almeno in parte. Inoltre, in quel periodo era pratica comune usare la svalutazione della moneta per incidere sulle importazioni dei paesi limitrofi e ridurre i disavanzi di pagamento.

Purtroppo tale pratica portò a deflazione, a disoccupazione cronica, e ad una riduzione del commercio internazionale. Tra le lezioni apprese nel 1930 (ma poi dimenticate da molte nazioni) c'era la comprensione che l'uso della moneta come strumento economico tattico provoca sempre più problemi di quanti ne risolva.

La situazione è stata riassunta bene da Cordell Hull, Segretario di Stato degli Stati Uniti dal 1933 al 1944, che scrisse:

Il commercio senza ostacoli combacia con la pace; le tariffe elevate, le barriere commerciali e la concorrenza economica sleale combaciano con la guerra [...]. Se potessimo ottenere più libertà nel flusso del commercio [...] in modo che un paese non divenisse geloso di un altro e il tenore di vita di tutti i paesi potesse salire, eliminando così l'insoddisfazione economica che genera la guerra, potremmo avere una ragionevole possibilità di una pace duratura.

Il suggerimento di Hull, secondo cui la guerra ha spesso una radice economica, è ragionevole data la posizione della Germania e del Giappone negli anni '30. L'embargo commerciale imposto dagli Stati Uniti contro il Giappone, inteso specificamente a ridurre l'espansione giapponese, può essere stata una delle cause principali per l'atteggiamento belligerante del Giappone.

Un altro osservatore ha concordato con questa posizione, dicendo che i rapporti economici scadenti fra le nazioni "si traducono inevitabilmente in guerra economica che sarà un preludio ad una guerra militare su scala più vasta."

Bretton Woods aveva l'intenzione originaria di appianare il conflitto economico, in riconoscimento dei problemi che provoca la disparità economica. Le nazioni alla riunione sapevano che questi problemi economici erano in parte responsabili della guerra stessa, e che la riforma economica avrebbe aiutato a prevenire guerre future.

A quel tempo, gli Stati Uniti erano senza dubbio la nazione più potente del mondo, sia militarmente che economicamente. Dato che i combattimenti non ebbero luogo sul suolo americano, il paese costruì la sua potenza industriale durante la guerra vendendo armi ai suoi alleati. La produzione nel 1945 era due volte quella dell'intero quadriennio 1935-1939.

Grazie al loro predominio economico, gli Stati Uniti ottennero la leadership a Bretton Woods. E' anche importante notare che gli Stati Uniti all'epoca possedevano l'80% delle riserve auree del mondo. Di conseguenza gli Stati Uniti avevano ogni motivo per accettare l'uso del gold standard al fine di organizzare le valute del mondo e di creare e favorire il libero scambio. Il gold standard si è evoluto nel corso di un periodo di centinaia di anni, passando attraverso varie forme: pianificato da una banca centrale, dal governo, o da un comitato di imprenditori.

Durante la maggior parte del XIX secolo, il gold standard ha dominato il cambio delle valute. L'oro ha creato un tasso di cambio fisso tra le nazioni. L'offerta di moneta era limitata alle riserve auree, così le nazioni prive di oro erano tenute a prendere in prestito denaro per finanziare la produzione e gli investimenti.

Quando era in vigore il gold standard, è vero che la somma netta del surplus e del deficit commerciale era pari a zero, perché i conti infine venivano saldati in oro — ed anche il credito era limitato. Nel sistema monetario fiat di oggi è il credito (e non l'oro) che determina la quantità di denaro che un paese può spendere. La potenza economica non viene più dettata dalle riserve auree, ma dal potere di indebitamento di un paese. Il deficit commerciale ed il surplus commerciale sono "in equilibrio" solo in teoria, perché la disparità tra le due parti è finanziata con il debito.

I tassi ancorati — il valore della valuta al valore dell'oro — mantenevano ragionevole la politica economica, la quale era basata sulla produttività e sulle riserve d'oro di una nazione. A seguito di Bretton Woods, il tasso ancorato venne formalizzato da un accordo tra le principali potenze economiche del mondo.

Il concetto era buono. Tuttavia, il dollaro divenne la valuta internazionale e le altre nazioni ancorarono le loro valute al dollaro piuttosto che al valore dell'oro. Il risultato effettivo di Bretton Woods fu quello di sostituire il gold standard con il dollar standard. Una volta che gli Stati Uniti legarono il dollaro all'oro al valore di $35 l'oncia, l'intero sistema si stabilizzò, almeno per un po'. Dal momento che il dollaro era convertibile in oro e le altre nazioni ancorarono le loro valute al dollaro, si venne a crare uno pseudo-gold standard.

L'economista britannico John Maynard Keynes rappresentava la Gran Bretagna a Bretton Woods. Keynes preferiva istituire un sistema che avrebbe favorito una crescita economica piuttosto che un sistema ancorato all'oro. Preferiva la creazione di una banca centrale internazionale e forse anche una moneta mondiale. Propose alla conferenza di perseguire tale obiettivo: "Trovare una misura comune, uno standard comune, una politica comune, accettabile da tutti e che non infastidisca nessuno."

Le idee di Keynes non vennero accettate. Gli Stati Uniti, nella loro posizione economica di primo piano, preferirono il piano offerto dal loro rappresentante, Harry Dexter White. La posizione degli Stati Uniti aveva lo scopo di creare e mantenere la stabilità dei prezzi, piuttosto che una crescita economica. Di conseguenza, il progresso del Terzo Mondo sarebbe stato raggiunto attraverso prestiti e investimenti nelle infrastrutture attraverso il FMI, che venne incaricato di gestire i deficit commerciali al fine di evitare la svalutazione della moneta.

Unendosi al Fondo Monetario Internazionale, ad ogni paese veniva assegnata una quota di commercio per finanziare lo sforzo internazionale, preventivato in origine a $8.8 miliardi. La disparità tra i paesi doveva essere gestita attraverso una serie di prestiti. Un paese poteva prendere in prestito dal FMI che avrebbe agito come una banca centrale.

L'accordo di Bretton Woods non conteneva alcuna disposizione per la creazione di riserve. Si pensava che la produzione di oro sarebbe stata sufficiente per continuare a finanziare la crescita e che eventuali problemi di breve termine sarebbero stati risolti attraverso i prestiti.

Anticipando un volume elevato di domanda per tali prestiti, i partecipanti a Bretton Woods formarono la BIRS, elargendo ulteriori $10 miliardi (che sarebbero stati sborsati dai paesi membri). Gli accordi e le istituzioni che emersero da Bretton Woods, non erano adeguati per i problemi economici dell'Europa del dopoguerra. Gli Stati Uniti sperimentavano enormi surplus commerciali mentre il fardello del debito bellico europeo si faceva più pesante. Le riserve statunitensi erano enormi ed in crescita ogni anno.

Nel 1947 divenne chiaro che il FMI e la BIRS non avrebbero risolto i problemi economici del dopoguerra europeo. Per aiutare ad affrontare il problema, gli Stati Uniti istituirono un sistema per stimolare la ripresa economica tra i paesi europei.

L'European Recovery Program (meglio conosciuto come Piano Marshall) fu organizzato per dare sussidi ai paesi in modo che potessero portare avanti la ricostruzione. I problemi delle nazioni europee, secondo il segretario di Stato George Marshall: "Sono molto più grandi della loro attuale capacità contributiva, quindi devono ricevere un aiuto sostanziale o affrontare il deterioramento economico, sociale e politico."

Tra il 1948 ed il 1954, gli Stati Uniti diedero a 16 nazioni dell'Europa occidentale $17 miliardi in sovvenzioni. Credendo che gli ex-nemici Giappone e Germania sarebbero diventati i mercati futuri per le esportazioni degli Stati Uniti, vennero emanate politiche per favorire la crescita economica. Durante questo periodo, fece la sua comparsa la guerra fredda e la relativa corsa agli armamenti. L'URSS aveva firmato l'accordo di Bretton Woods, ma si rifiutò di aderire al FMI.

Pertanto le riforme economiche proposte si trasformarono, in parte, nella lotta tra il capitalismo ed il comunismo.

Divenne sempre più difficile mantenere l'ancoraggio del dollaro all'oro a $35 l'oncia. C'era un mercato aperto per l'oro a Londra, e le crisi ne influenzarono il valore. Il conflitto tra il prezzo fisso dell'oro fra le banche centrali ed il suo valore di mercato aperto, dipendevano dal momento. Durante la crisi dei missili di Cuba, per esempio, il valore dell'oro sul mercato aperto era di $40 l'oncia. La fede nel gold standard da parte dei leader degli Stati Uniti, iniziò a vacillare.

Il presidente Lyndon B. Johnson disse nel 1967 che:

L'offerta mondiale di oro non è sufficiente a far funzionare l'attuale sistema — perché l'uso del dollaro come valuta di riserva è essenziale al fine di creare la liquidità internazionale necessaria per sostenere il commercio mondiale e la crescita.

Nel 1968 Johnson approvò una serie di misure volte a ridurre il deflusso di oro dagli Stati Uniti. Nonostante ciò, il 17 marzo del 1968 una corsa all'oro fece chiudere il London Gold Pool in modo permanente. A questo punto era ormai chiaro che mantenere il gold standard sotto la configurazione di Bretton Woods non era più pratico. O il sistema monetario cambiava o il gold standard doveva essere rivisto.

Durante questo periodo, il FMI istituì i Diritti Speciali di Prelievo (DSP) per utilizzarli nel commercio tra i paesi. L'intenzione era quella di creare un tipo di sistema con oro cartaceo, sgonfiando la pressione sugli Stati Uniti in modo che potessero continuare a ricoprire il ruolo di banchieri centrali del mondo.

Tuttavia, ciò non risolse il problema; l'esaurimento delle riserve auree degli Stati Uniti andarono avanti fino al 1971. A quel tempo, il dollaro USA era sopravvalutato in relazione alle riserve auree. Gli Stati Uniti detenevano solo il 22% della copertura in oro delle riserve valutarie. I DSP agirono come un paniere di valute nazionali per scongiurare gli inevitabili squilibri commerciali.

Tuttavia Bretton Woods mancava di un qualsiasi meccanismo efficace per controllare la crescita delle riserve. Solo l'oro e l'asset degli Stati Uniti erano considerati seriamente come riserve, ma la produzione di oro era in ritardo. Di conseguenza, le riserve in dollari dovettero espandersi per compensare la mancanza di oro, causando un crescente deficit delle partite correnti negli Stati Uniti. La soluzione, si sperava, sarebbero stati i DSP.

Mentre nascevano questi strumenti, la loro efficacia di lungo termine poteva solo essere oggetto di discussione. Oggi i DSP costituiscono circa l'1% delle riserve non auree dei membri del FMI, e quando nel 1971 gli Stati Uniti uscirono dal gold standard, Bretton Woods smise di funzionare come un organismo monetario centrale.

In teoria i DSP — usati oggi su una scala molto limitata di transazioni tra il FMI ed i suoi membri — potrebbero rappresentare l'inizio di una moneta internazionale. Anche il nostro amico Jim Rickards pensa che sia probabile. Ma dato l'ampio uso del dollaro come piolo per tante valute in tutto il mondo, è improbabile che possa verificarsi un tale cambiamento prima che le circostanze la rendono l'unica scelta.

Il sistema di Bretton Woods crollò, in parte a causa dell'espansione eccessiva delle capacità di finanziamento degli Stati Uniti e di altri paesi membri in relazione alla quantità d'oro disponibile. In sostanza, gli Stati Uniti avevano dichiarato implicitamente il default.

Come ci ha detto Lewis Lehrman in una intervista nella sua casa nel Connecticut, co-autore di Case for Gold insieme a Ron Paul, il presidente Nixon: "Approvò un ordine esecutivo il 15 agosto 1971 ed annunciò 'Mi dispiace, noi non pagheremo i nostri debiti'."

Per i prossimi due minuti smettete di fare quello che state facendo e guardate il video qui sotto, ne vale davvero la pena. Vedrete il vero intento di Nixon nel voler rimuovere le "manette d'oro" dal polso degli Stati Uniti, in modo da poter spendere i vostri soldi...





Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


10 commenti:

  1. Ciao Francesco.

    "...l'uso della moneta come strumento economico tattico...": faccio una osservazione pedante di metodo all'autore dell'articolo. Addison Wiggin non deve essere impreciso, non se lo può permettere chi scrive per spiegare, sennò, invece di chiarire, confonde, anche involontariamente. Che facciamo? Per chiarire meglio aggiungiamo fumo bianco al fumo nero?
    Già ci sono manipolazioni e confusione creata ad arte in grandi quantità, e ce ne aggiungiamo, per distrazione, dell'altra? Non è mia pignoleria, ma in un dibattito difficile, chi vuol fare chiarezza deve essere assolutamente preciso con le parole ed i concetti. Soprattutto se l'uditorio parte, già di suo, ignaro, incompetente e confuso. E la controparte è potente e capace di ogni mistificazione o bassezza.

    Se "la moneta" può essere usata in modo "diverso" da quello di semplice e riconosciuto mezzo di scambio economico, allora non è più strumento economico, ma strumento politico.
    La tattica non fa parte della libera economia, ma della politica. Tattica implica politica economica. Cioè economia gestita politicamente da un Potere. Qualsiasi siano i suoi scopi. Nessun giudizio di valore sugli scopi. Ma una cosa è il soundmoney ed altra cosa è il fiatmoney.

    Spero davvero che più di qualcuno legga molti di questi testi selezionati con coerente intelligenza e ben tradotti da Francesco e molti di questi commenti che cercano di dare spunti ulteriori di chiarezza al ragionamento di fondo.
    Questo blog non è affatto elitario. Riflessivo e colto sì, ma non bisogna mai temere ad intervenire, perché lo scopo unico è informarsi e capire meglio ciò che ci circonda per evitare il più possibile di farsi male per... ignoranza.

    Non c'è nulla che non possa essere compreso se ci si applica un po' con interesse e mente aperta. E capire l'economia e la politica significa capire il proprio tempo. Non è materia difficile ed incomprensibile, nonostante le apparenze create da chi non vuol farla conoscere. Ma si richiede un po' di impegno costante, come con qualsiasi altra branca dello scibile.
    Ne vale la pena. Ne vale della Libertà.

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    1. Ciao Dna.

      Sì, il denaro svolge semplicemente la sua funzione: mezzo di scambio. Credo che Wiggin con tatticismo riguardo al denaro si riferisca alle manipolazioni dell'offerta di moneta, e soprattutto alla volontà costante dei pianificatori centrali di rendere il più prevedibili possibile le azioni degli individui.

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  2. Molti analisti economicopolitici paventano da qualche anno ma sempre piu insistentemente il rischio di una grande guerra come esito probabile della lunga e grave crisi irrisolta di questi anni.

    Nel libro del generale prussiano von Clausevitz la guerra e' spiegata come la politica continuata con altri mezzi. Cioe', la guerra e' uno strumento politico del Potere dominante proprio come lo e' il fiatmoney o la propaganda o qualsiasi altra cosa sia funzionale agli scopi del Potere. E lo scopo degli scopi del Potere e' la propria continuita'.

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    1. Un progetto politico tremendo come la guerra merita di essere ostacolato con ogni risorsa disponibile.
      Ma esiste ancora un vasto incontrollabile movimento NO WAR a livello planetario?
      O davvero e' in mano anche esso a quelli che controllano e manipolano tutto? Pacifisti o pacifinti?

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  3. si sarebbe dovuto creare un dollaro americano, come le altre valute, ed uno internazionale legato all oro. così forse il gioco sarebbe durato più a lungo. argomento difficile, molto. l articolo è un inquadramento, un buon inizio )e le osservazioni di dna sono corrette: non è che gli altri stati non manipolessaro a loro volta) ma per padroneggiarlo bisognerebbe studiare a fondo gli accordi economici e giuridici, e leggere libri di storia. ma chi era esperto, jaques rueff, aveva ben previsto. le nazioni hanno sempre manipolato, oltre che la moneta, l ideologia del libero scambio. promettendo di essere colombe (del libero scambio) ed agendo nel frattempo come falchi tra colombe per prendere il vantaggio. quando troppo divengno falchi, sono dolori ed è guerra. quando sono tutti colombe, conviene a tutti. ma il solo che si comporta da falcoavra grossi vantaggi. per questo i comportamenti sono variabili. è un caso di teoria dei giochi, come il dilemma del prigioniero. quindi le belle prole di hula hanno senso relativo. pubblicità, o nel migliore ddii casi buona volontà. poi pero si incomincia a cercare di prendere vantaggi in modo surrettizio. chi (nazione) l uno, chi la l altro. come si dice al sud: "trase e fino e se mise e chiatto". la liberta di emissione monetaria è indispensabile per il funzionamento del mercato libero. ma non basta, ci vuole un apra condizione, altrimenti il gioco sporco si ripeterò all infinito. ed è la soppressione di qualsiasi aggregato contabile riferito ai singoli stati nazione. libero commercio mondiale, con libera moneta, tra singoli individui in tutto il mondo. ma finche le imputazioni contabili saranno riferite agli stati, ci sarà sempre il "noi" e l "altro". gli stati devono sparire come unita contabili. l europa è un falso perché gli aggregati nazionali non sono scomparsi. è solo un luogo di conti. pil, debito pubblico, deficit imputati ai tutti i residenti in un area il cui confine è arbitrariamente tracciato... le conseguenze sono inevitabili... aggregati forzosi quanto a responsabilità: debito pubblico e sbilancio commerciale "degli italiani" e delle loro banche (la classe debitrice): ecco le premesse per la creazione del gruppo proprio e dell "altro", il nemico, l invasore, il cattivo (ad esempio i tedeschi con l euro e la classe dirigente italiana che si è venduta). gli stati sono attori politici, ed imputare loro grandezze economiche che coinvolgono i residenti nell area, genera di per sé commistione tra economia e politica. con la seconda destinata a prevalere sulla prima. debito pubblico, tasse, svalutazione, deficit commerciale, bilancia dei pagamenti, patrimoniale, non sono grandezze economiche, sono grandezze politiche. si contano per fare poi la resa dei conti. il senso più profondo della filosofia libertaria non è il comunitarismo (sono più vicino all agorismo che ad hoppe), ma l assenza di confini. la caduta di ogni distinzione tra me e l altro che non sia volontaria ma basata su aggravati imposti.

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  4. ultima riga, aggravati:aggregati

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  5. Oh perbacco ed il Complotto pluto, giudaico, massonico dove sta, anza stava? :-))))

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    1. I complotti sono ovunque. Tutti ci provano. I piu forti a volte ci riescono. Ma tutto cio' che e' umano ha un limite in se stesso. Non conosce il futuro.
      Dal complotto che lei cita ha omesso il prefisso mitologico del nostro tempo: demo. Per democratico.
      Ma i complotti sono le guerre tra poteri e tra aspiranti e detentori di poteri.
      Noi ce l'abbiamo con i poteri. Tutti.

      Gdb: bel commento.

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  6. E' lo stesso testo che sconfessa le tesi in esso contenute.
    Per motivi economici evidenti gli Stati Uniti avevano bisogno di una guerra combattuta su territori non loro e fecero di tutto per provocarla, applicando il principio di politica estera cui sono da sempre fedeli, quello del causare il pretesto, la cui efficacia avevano già sperimentato durante la loro espansione imperialista nel continente nuovo. Mascherato però dalla ostentata politica dell'isolazionismo.
    Non a caso lo stesso articolo dice che la loro produzione industriale del singolo anno dell'immediato dopoguerra fu il doppio del quadriennio anteguerra, +800 per cento, e che la loro politica a Bretton Woods fu quella oltranzista, tipica del dominatore che pretende di imporre le ambizioni di incremento tendente a infinito del proprio predominio economico, ai danni delle ragioni altrui. per questo misero in minoranza la prospettiva Keynesiana volta a uno sviluppo equilibrato e condiviso, che con il Bancor avrebbe reso molto meno facile la vita ai paesi in surplus.
    Che poi è esattamente la tattica utilizzata nella UE.
    Proprio così gli USA indussero debito nei paesi europei, come dice lo stesso articolo, arma primaria di predominio nei loro confronti e soprattutto di arricchimento a loro spese.
    Questo a ennesima dimostrazione che le guerre dell'occidente hanno un solo movente: quello capitalistico, cui si devono decine e decine di milioni di morti, militari e civili, oltre a devastazioni di ogni genere, culturali e valoriali, prima ancora che materiali.

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    1. Ciao Clack.

      Quella che leggiamo dalle parole di Wiggin, è la storia edll'ennesimo impero che prende il via alla morte di un altro. La sterlina fino alla seconda guerra mondiale rappresentava ancora una moneta di riserva mondiale, mentre fino alla prima guerra mondiale era l'unica. Infatti, il secondo conflitto mondiale ha rappresentato la fine dell'egemonia mondiale dell'Inghilterra nel campo valutario. Bretton Woods rappresentò solamente la stoccata finale degli USA all'Inghilterra, ecco perché la delegazione inglese venne sfavorita. Lo pseudo-gold standard indetto a quella conferenza suonarono definitivamente la nascita dell'impero americano e della sua valuta come riserva mondiale. Non c'era volontà di istituire un libero mercato, solo un gioco di potere per spodestare quello che era un concorrente scomodo.

      L'impero, poi, venne ampliato attraverso gli aiuti esteri: il Piano Marshall. Il Piano Marshall ha drogato il mercato sia in Europa che in America, permettendo ad una ristretta cerchia di produttori di avere un vantaggio sugli altri. Infatti, chi aveva gli agganci giusti guadagnò quantità di denaro enormi, che producesse ciò che i consumatori volevano o meno non aveva importanza, sottraendo quelle risorse che altrimenti sarebbero andate in ben altre direzioni. Non c'è niente di capitalistico in queste strategie e favoritismi. Chiamiamo le cose col loro vero nome: capitalismo clientelare.

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