giovedì 11 settembre 2014

E' ovvio che il governo sta mentendo sul 9/11





di Gary North


Questo mese, in Canada, una campagna sta sfidando la versione del governo sul 9/11. Sono a favore di questa iniziativa, sia professionalmente come storico sia come severo scrutinatore delle posizioni ufficiali del governo.

Ecco un breve video su questa campagna.





Si tratta di un video dall'aspetto professionale. Può funzionare. Un sacco di persone possono essere coinvolte. Ma meno di 4,000 l'hanno visto.

Il gruppo vuole svolgere un'opera divulgativa. Sono totalmente a favore di opere divulgative sul 9/11. Questo potrebbe essere un appiglio per spronare opere divulgative su altre questioni. Le persone che finalmente capiscono come siano state manipolate dai manipolatori nel governo degli Stati Uniti, diventeranno probabilmente più inclini ad accettare il messaggio che gli inganni partono da molto lontano.

Il video si concentra sul Canada. Può funzionare. Rispetto ai loro cugini americani, i canadesi sono più propensi a pensare che il governo americano sia disposto a mentire. Comunque, questa è la mia ipotesi.

Ma la domanda che mi viene in mente è questa: "Chi sta mettendo i soldi per questa campagna?" E successivamente: "Perché?"

Sono un grande credente nella ricerca della verità storica. Credo anche che quasi nessuno si sia impegnato in tale ricerca, e la maggior parte di quelli che l'hanno fatto non aveva molto denaro.

Quando abbiamo a che fare con la versione del governo, fatevi sempre questa domanda: "Chi sta coprendo?" Ma non dimenticate quest'altra: "Chi paga per scoprirlo?" E questa: "Perché?"



DIVULGARE

Fatto: non serve divulgare qualcosa se non avete un programma molto esplicito e ben focalizzato per mobilitare le persone. La campagna di marketing deve essere un'estensione del piano di mobilitazione. Deve rafforzare questo piano. Deve ignorare tutto ciò che non è un aspetto di questo piano.

Abbiamo risorse limitate. È molto facile sprecarle. Questo è il motivo per cui è necessaria una campagna di marketing: risparmiare risorse. Bisogna avere un obiettivo specifico per le spese. Bisogna avere indicatori di successo. Bisogna avere una rapida comunicazione delle spese. Bisogna avere un modo per generare denaro dalla campagna in modo che non debba essercene un'altra.

Fino a quando tutto questo non sarà a posto, e testato su scala limitata e statisticamente rappresentativa, il denaro sparirà.

Potremmo chiamarlo direct marketing. Eppure solo poche persone riescono a comprenderlo, e meno ancora si impongono di seguire questa procedura.

Le persone che salgono a bordo di progetti "divulgativi" lo fanno per molte ragioni. Non esiste un modello universale per aderire ad una causa. E' troppo costoso ideare una campagna di reclutamento separata da ciascuna di queste motivazioni. Il budget è troppo piccolo. I mercati sono troppo diversificati. Le motivazioni personali sono troppo varie.

Anche coloro che promuovono la versione ufficiale hanno molteplici motivazioni. Ma hanno un enorme vantaggio: i soldi del governo, il potere del governo ed i media mainstream, che temono il potere del governo e vogliono i suoi soldi.

Molte persone non hanno il tempo di ripensare a tutte le posizioni del governo. Anche se si tratta di grandi posizioni, le persone non hanno il tempo di ripensarci nel dettaglio. Percepiscono il costo personale di tali indagini. Semmai capissero che sono stati ingannati deliberatamente, potrebbero perdere la fiducia nel governo. Questo equivale ad abbandonare quella religione che avete coltivato sin dalla vostra giovinezza. I costi sono alti. Più si è anziani, più capitale emotivo è stato investito in questo "mercato". Abbandonare la fede nella linea ufficiale significa ammettere di essere già caduti preda di un grande inganno. Significa fare la figura degli scemi. Eravate un "capro espiatorio", come potremmo definire Lee Harvey Oswald.

Un vecchio adagio recita: "Non si può cambiare solo una cosa." Quando si abbandona la fiducia nelle spiegazioni ufficiali del governo, allora vi sentite come se doveste offrirne uno migliore. Questo apre un enorme vaso di Pandora. Questo vi farà seguire le orme del bianconiglio. Poi vi farà scendere a fondo nella sua tana. Diverrete come Alice. Potreste entrare nel paese delle meraviglie. Potreste non uscirne più.



PERDITA DI FIDUCIA

La mia perdita di fiducia nelle versioni ufficiali della storia americana, è iniziata nell'autunno del 1958. Scrissi una tesina sull'attacco giapponese a Pearl Harbor. Raggiunsi una conclusione: non solo nella prima settimana del dicembre 1941 il presidente Roosevelt sapeva dell'imminenza di un attacco, per un anno aveva autorizzato politiche che secondo lui avrebbero provocato un attacco del genere. Il ministro della guerra Henry L. Stimson parlò per Roosevelt quando nel 25 novembre 1941 scrisse questa voce nel suo diario: "La domanda era come avremmo dovuto manovrarli [i giapponesi] affinché sparassero il primo colpo. . . ."

Nel 1958 non sapevo che era stato ministro della guerra sotto Taft, segretario di stato sotto Hoover e successivamente conosciuto come "presidente dell'establishment americano". Ero giovane e ingenuo nel 1958. Non sono più giovane. Confido di non essere nemmeno ingenuo . . . non sul governo degli Stati Uniti comunque.

Questa settimana ho letto un altro libro che pretende di spiegare il perché i giapponesi attaccarono Pearl Harbor: Operation Snow (2012). Incolpa Stalin e Harry Dexter White. Non si avvicina nemmeno a dimostrare la sua tesi. L'autore dice esplicitamente che il presidente Roosevelt non sapeva nulla di quello che stava per accadere a Pearl Harbor, che non pungolo' in alcun modo i giapponesi affinché attaccassero la flotta. Quindi, sostiene il libro, Harry Elmer Barnes aveva torto (Prefazione, p. xx). Questo libro è stato pubblicato dalla Henry Regnery Company, il cui fondatore ha pubblicato il resoconto più dettagliato sulle manipolazioni dietro le quinte di Roosevelt: Back Door to War: The Roosevelt Foreign Policy, 1933-1941 (1952) di Charles C. Tansill, che nel 1952 era uno dei due o tre storici americani più illustri in fatto di politica estera americana. Non compare nella bibliografia di Operation Snow. Né in quella di President Roosevelt and the Coming of the War (Yale University Press, 1948) di Charles Beard. Operation Snow non ha alcuna nota a pié pagina. Eppure la Regnery l'ha pubblicato.

Questo è ciò che accade ad ogni movimento che si dedica a respingere la posizione ufficiale del governo. I dilettanti poco qualificati ottengono uno sbocco per le loro teorie raffazzonate. Lo stesso vale per gli squinternati totali. Allora gli scettici devono spendere più tempo e denaro per cercare di mantenere in carreggiata il movimento.

Problema: non esiste solo una carreggiata. Per il governo sì, ma non per gli scettici.

Questo è il motivo per cui ci sono più libri sull'assassinio di Kennedy di quelli su qualsiasi altro evento della storia moderna: troppe tracce. Il governo ha una sola traccia: la relazione della Commissione Warren.

Al centro di ogni movimento revisionista ci deve essere un presupposto fondamentale: "Le versioni del governo sugli eventi storici nazionali sono vere fino a prova contraria."

Il movimento revisionista è infatti un movimento di resistenza. E' quello su cui poggia l'onere della prova, almeno nella mente della maggior parte dei cittadini. Deve quindi iniziare la sua ricerca raccogliendo prove schiaccianti riguardo un singolo fatto centrale. Deve dimostrare che tutto quello che il governo ed i media mainstream hanno promosso, non esiste. Sono questi i semi iniziali del dubbio: piantateli, irrigateli, nutriteli e poi aspettate che germoglino per raccogliere altri semi.

Problema: non appena uno scettico di primo piano nel campo dei revisionisti offre una teoria di ciò che è accaduto, viene aperto il vaso di Pandora. Ciò inizierà quasi immediatamente. Può anche dare slancio al movimento revisionista.

Quando si identifica ciò che non poteva essere successo, si mette in dubbio la versione del governo. Si puo' anche mettere un cartello di "Deviazione" sul sentiero del bianconiglio.

Nel caso del 9/11, gli scettici dovrebbero iniziare dal luogo dello schianto del volo United Airlines 93 a Shanksville, Pennsylvania. Non c'erano detriti. Conclusione: non era il luogo dello schianto. Qualunque cosa sia successa all'aereo, non è finito nel sito ufficiale dello schianto.

Il decollo dello scetticismo dovrebbe iniziare laddove non ci può essere un contro-argomento -- preferibilmente un argomento basato sulla fisica o sull'ingegneria. Iniziare dove il rapporto ufficiale non offre alcuna prova. Iniziare dove c'è un silenzio auto-imposto accompagnato da una ridicolizzazione delle teorie cospirazioniste.

Questo sarà sufficiente a sollevare seri dubbi.

Non appena i ricercatori di Shanksville riescono a far trapelare questa storia e la difendono in modi diversi -- video, articoli, libri -- si può andare avanti e parlare dell'Edificio 7.

Nel frattempo, gli specialisti dell'Edificio 7 costruiscono la loro tesi. "Perché questa sembra una demolizione controllata?"

Intanto ci sono anche gli scettici sull'incidente del Pentagono che fanno il loro lavoro. "Cosa ha colpito veramente il Pentagono?"

Tutti loro dovrebbero continuare a chiedere questo: "Perché non ci hanno mai fatto sentire le registrazioni delle "scatole nere" -- che in realtà sono arancioni -- le quali tengono traccia dei dati di volo che precedono un incidente?" Buio assoluto da parte del governo.

"Ce ne sono quattro di quelle dannate cose."

Se l'obiettivo è quello di sollevare seri dubbi sulla versione del governo, questo approccio avrà successo. D'altra parte, se l'obiettivo è quello di spiegare i quattro incidenti aerei mediante una narrazione coerente, ci vorrà una vita e non ci sarà concordanza. La narrazione verrà sopraffatta dal rumore. La complessità irriducibile della storia farà affondare un resoconto che ha note sufficienti da fonti sufficientemente affidabili.

Per chi è alla ricerca di una teoria su quello che è accaduto il 9/11, questo è un buon punto di partenza: http://www.garynorth.com/public/12227.cfm



CONCLUSIONE

La conclusione del teorema di Gödel si applica anche alla storiografia. E' impossibile che gli esseri umani possano proporre un unico resoconto (coerente ed al contempo completo) su un qualsiasi evento basandosi solamente sulla propria evidenza limitata. Più informazioni abbiamo, meno consistenza avrà il nostro resoconto.

Ciò vale anche per la versione ufficiale. Quindi cerchiamo di concentrare le nostre risorse limitate per persuadere le persone intelligenti: il governo non sta dicendo la verità, tutta la verità e nient'altro che la verità.

Poi procederemo al passo successivo: "Il governo sta mentendo."

Poi seguiremo la confessione, seguiremo il denaro e seguiremo le organizzazioni coinvolte nella versione ufficiale del governo. Poniamoci questa domanda economica: "Chi vince? Chi perde?" Poi passiamo a quella politica: "Chi? Per chi?" Questa era la domanda di Lenin, un maestro di domande simili.

Poi poniamo la domanda che pose Lenin, rubandola a Cherneshevsky: "Che cosa si deve fare?"

Non si può giungere alla verità, tutta la verità e nient'altro che la verità. Nemmeno il governo può. Ma potete scommettere che non ci proverà nemmeno. Mostrate come e perché il governo sta mentendo. Mostrate che la menzogna fa parte del programma del governo. Questo dovrebbe essere abbastanza per chiunque.

Sarà sicuramente abbastanza per me.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


2 commenti:

  1. Il dubbio sta nel dna dei liberi. Mentre Potere e verita' sono antitetici.
    Tuttavia, e' piu' semplice credere. Piu' semplice fidarsi. Piu' facile accontentarsi. Soprattutto se si e' davvero convinti di aver contribuito a decidere chi governa. E che chi governa opera soltanto per il nostro bene.

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  2. lucido cinismo metodologico. molto austriaco, che la verità non esiste. ma le bugie, si

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