martedì 19 agosto 2014

Gli ultimi giorni della bolla

Oltre al mercato azionario, pesantemente drogato dalla ZIRP della FED, fate attenzione anche al mercato obbligazionario societario. Nella sua sconsiderata azione di pungolamento della domanda, in particolare quella di credito, l'Eccles Building ha creato un ambiente saturo di gas che può scoppiare in qualsiasi momento. Visto che i fondi con i quali hanno giocato nel casinò di Wall Street sono stati utilizzati prevalentemente per coprire operazioni di riacquisto di azioni, e non nell'ampliamento produttivo della società stessa, la natura artificiale della salute del mercato obbligazionario societario si regge su una fune tesa e sottile. Queste grandi società lo sanno e temono una corsa su questi bond. Per questo motivo sarebbero disposte ad accogliere a braccia aperte un intervento dello zio Sam: regolamentare ed eventualmente tassare coloro i quali, presi dallo "spavento", decidano di affollare le uscite. Ironia della sorte, questo stesso evento rappresenterebbe un chiaro segnale di raggiungere le uscite. Se non basteranno multe e tasse, allora si imporranno addirittura divieti (come è accaduto anche qui da noi con i BTP). Aspettatevi di tutto da un sistema morente che fino all'ultimo respiro cercherà di restare attaccato alla propria vita.
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di David Stockman


Le banche centrali del mondo stanno perseguendo con noncuranza l'instabilità finanziaria. Questo è il risultato dei 68 mesi consecutivi di tassi a zero nel mercato monetario, implementati dalla FED e dai suoi alleati alla BoJ, BCE e BoE. La ZIRP alimenta un carry trade infinito e la raccolta di qualsiasi profitto che spunta tra costi di "finanziamento" trascurabili, rendimenti positivi e rendimenti su un ampio spettro di asset rischiosi.

Questa strategia, inoltre, si degrada e degenera nel tempo: all'aumentare dei prezzi degli asset dovuto al carry trade degli speculatori e al diminuire progressivo dei redditi fissi — paura ed interessi di breve termine vengono sbattuti fuori dal casinò, rendendo gli acquisti sempre più redditizi e meno rischiosi. Infatti, la promessa esplicita da parte delle banche centrali che il tasso del mercato monetario rimarrà bloccato per tutta la durata necessaria e che il preavviso di un qualsiasi cambiamento nella politica dei tassi sarà annunciato in modo "trasparente", è la peggior politica immaginabile dal punto di vista della stabilità finanziaria. Ciò significa che il peggior incubo di uno speculatore — finire improvvisamente "a testa in giù" a causa di un brusco picco nei costi di finanziamento — viene eliminato dalla banca centrale.

Detto in modo diverso, la ZIRP smantella sistematicamente i meccanismi di stabilità naturali del mercato. Un deterrente naturale ai giochi d'azzardo finanziari, per esempio, è il costo dell'hedging di un portfolio contenente "asset rischiosi". In un contesto di mercato onesto, i costi dell'hedging consumano una quota elevata dei profitti, limitando fortemente la propensione al rischio e l'ammontare di capitali destinati a fini speculativi.

Al contrario, un periodo prolungato di ZIRP, insieme alla "scommessa" delle banche centrali sugli asset rischiosi, spinge il costo "dell'assicurazione" a livelli trascurabili perché gli adoratori dell'S&P 500 sono incoraggiati e sovvenzionati a raccogliere monetine (cioè, opzioni premium) di fronte al rullo compressore rappresentato dalla banca centrale. Questa assicurazione ultra conveniente, a sua volta, attrae nel casinò sempre più capitali speculativi.

Questo gioco pericoloso è andato avanti sin dal panico del Lunedì Nero nell'ottobre 1987 e la FED di Greenspan inondò il mercato azionario di liquidità. Questa ormai è una caratteristica endemica di Wall Street, la quale viene falsamente intesa come ordine normale delle cose. Anche perché, chi avrebbe raccolto monetine davanti al rullo compressore di Volcker?

Questa dinamica è evidente nel grafico dell'S&P 500. Le crisi sono diventate sempre più frequenti, mentre la ZIRP e le altre politiche delle banche centrali hanno eroso le difese naturali del mercato contro l'eccessiva speculazione. A metà del 2014, quindi, si può ragionevolmente dire che la paura e l'interesse di breve termine sono stati spenti quasi del tutto. Il casinò di Wall Street è diventato un mercato a senso unico che si spiralizza pericolosamente verso l'alto, divorziato completamente dai fondamentali del mercato e dalle condizioni del mondo reale.




L'altro lato di questa moneta ci mostra la scomparsa della volatilità nei mercati azionari. Come illustrato di seguito, le letture attuali sono ai minimi di tutti i tempi, anche al di sotto dei minimi raggiunti alla vigilia della crisi finanziaria del 2008. Inutile dire che questa condizione pericolosa non è un caso: è il risultato inesorabile e sistematico delle ZIRP e degli strumenti associati alla pianificazione centrale monetaria.




Ma tutto questo viene ignorato dalle banche centrali perché i loro modelli idraulico-keynesiani contengono un difetto fatale. Questi modelli pretendono di raffigurare il funzionamento del capitalismo, ma non contengono bilanci e quasi nessun proxy per i mercati finanziari (i quali sono alla base delle moderne economie capitaliste). Di conseguenza, le banche centrali perseguono la ZIRP al fine di inflazionare il sistema idraulico della macroeconomia con più "domanda" e quindi più posti di lavoro, redditi, investimenti e PIL — ignorando la distruzione della stabilità finanziaria che deriva da queste stesse politiche.

I banchieri centrali keynesiani sono miopi. Considerando che controllano immense quantità di dati macroeconomici "in entrata", che al limite sono banali e "rumorosi", essi ignorano completamente i dati "in entrata" del mercato finanziario che segnalano problemi monumentali imminenti.

Per esempio, adesso il 40% di tutti i prestiti è stato declassificato a sub-investimento. Questo è un dato sostanzialmente più elevato rispetto al picco del 2007, ed è accompagnato da un focolaio ancora più virulento di condizioni di credito "cov-lite". Infatti, il 60% di questi prestiti spazzatura non ha alcuna protezione contro la stratificazione del debito e la voglia di contanti degli azionisti — nonostante il loro status "senior" nella struttura del credito. L'implicazione ovvia, naturalmente, è che il "denaro facile" della FED è stato massicciamente deviato nel gioco d'azzardo della leva finanziaria e dell'LBO. Sin dal 1988 questo tipo di deformazione finanziaria ha portato ad un bust nel mercato del credito spazzatura per tre volte. Perché i pianificatori centrali monetari, che guardano i loro "monitor" come uno stormo di falchi, pensano che il risultato dovrebbe essere diverso questa volta?




Il politburo monetario resta imperturbabile, naturalmente, perché non sta monitorando la composizione e la qualità del credito. I loro modelli prevedono che la crescita aggregata dei prestiti alle imprese porterà ad una maggiore spesa per beni capitali ed alla conseguente espansione dei posti di lavoro. Tale assunto è palesemente sbagliato, perché è chiaramente evidente che la massiccia espansione del credito alle imprese dopo l'ultimo picco è finita nell'ingegneria finanziaria — riacquisti di azioni, LBO e accordi M&A — non nell'espansione di asset aziendali produttivi. Infatti, il total non-financial business credit outstanding è salito da $11 bilioni del dicembre 2007 a $13.8 bilioni allo stato attuale, o del 25%, ma gli investimenti reali in impianti e attrezzature sono ancora a $70 miliardi o il 5% al di sotto del picco pre-crisi.

E questa è la spesa "lorda" per impianti e macchinari, come registrato nel parametro "I" del PIL. La misura di gran lunga più rilevante in relazione alla salute economica ed alla capacità di crescita, è "l'investimento netto delle imprese". Cioè, al netto del consumo di capitali che si è verificato nella produzione del PIL attuale. Come mostrato di seguito, questa cifra in termini reali è del 20% al di sotto del picco raggiunto due cicli fa alla fine degli anni '90.

In breve, la combinazione di un calo degli investimenti in impianti ed attrezzature giustapposti ai livelli di picco dei finanziamenti gonfiati, dovrebbero essere un segnale di crescente instabilità finanziaria. Invece i banchieri centrali ragliano che le valutazioni non sono fuori linea e la leva finanziaria è ragionevolmente ben contenuta.




L'affermazione "le valutazioni sono normali" offerta dalla Yellen e dalla sua banda di stampatori folli, rappresenta semplicemente un adattamento dei player di Wall Street alle proiezioni degli utili escluse alcune voci. Vale a dire, il tipo di stime sui "guadagni" che hanno omesso, in media, il 23% dei costi effettivi nell'analisi profitti/perdite durante il ciclo boom/bust del 2007-2010, causando svalutazioni per impianti, reputazioni, locazioni e costi di ristrutturazione, tra cui anche innumerevoli spese reali — le quali hanno consumato le risorse ed i capitali delle aziende. Come ho dimostrato in The Great Deformation, gli "utili totali esclusi alcuni elementi" riguardo l'S&P 500 durante il quadrienno sopra citato, sono stati pari a $2.42 bilioni rispetto agli utili registrati nel GAAP — cioè, quelli per cui non si va in galera se segnalati alla SEC — di soli $1.87 bilioni.

Di conseguenza, la FED non vede l'instabilità finanziaria perché non la vuole vedere, e definisce sciocche quelle chiacchiere che vogliono Wall Street in modalità "sell". La scomparsa della volatilità nel grafico dell'S&P 500 mostrato all'inizio, per esempio, è quasi una replica identica del picco del mercato azionario del 2007. Tuttavia è stata decisamente ignorata la comparsa del segnale di avvertimento lanciata dal picco della bolla.




Il fatto è che i multipli PE sono ben al di sopra dei livelli "normali" basati sugli utili GAAP nel contesto storico. Durante il periodo terminato nel primo trimestre del 2014, gli utili dell'S&P 500 sono stati pari a $100 per azione al netto di un aggiustamento per una recente modifica nella contabilizzazione delle pensioni che non trova riscontro nei dati storici. Di conseguenza, anche i mercati più ampi offrono utili nel range del 19.6x — un livello raggiunto solo in punti in cui il mercato azionario era sull'orlo di una implosione.

Inoltre, oggi $100 di utili per azione è un numero altamente artificiale a causa dei massicci riacquisti di azioni finanziati dal debito a buon mercato e da una profonda repressione dei costi di carry trade sugli interessi. Le società dell'S&P 500 sono soverchiate da un debito di $3 bilioni in ascesa, ma se i tassi di interesse dovessero normalizzarsi — gli utili per azione scenderebbero a $10. Allo stesso modo, i margini di profitto sono ai massimi di tutti i tempi, indicando che l'inevitabile "mean-regression" taglierà quantità significative di profitti attualmente riportati.




In altre parole, arrivati al sessantunesimo mese del ciclo economico attuale, e quindi già al di là della durata del ciclo medio sin dal 1950, perché qualcuno sano di mente dovrebbe dire che il mercato non è in bolla quando le varie negoziazioni danno vita a rendimenti nel range del 20x? Infatti, in un mondo in cui arriverà inevitabilmente la normalizzazione del tasso di interesse e dei tassi di profitto, il tasso di capitalizzazione per i rendimenti attuali dovrebbe essere ben inferiore al normale.

E questo vale per quasi ogni altra misura di valutazione nei mercati degli asset a rischio. Il Russell 2000, per esempio, elargisce rendimenti massimi nel range dell'85x. Quelli dell'S&P 500 sono pari a 24x, o sei volte superiori rispetto alla sua media di mezzo secolo.

Allo stesso modo, i mercati emergenti hanno accumulato $2 bilioni di debito in valuta estera sin dal 2008. Questo li rende molto più importanti nel sistema finanziario globale di quanto non fossero nel 2008 o addirittura al tempo della crisi dell'Est Asia alla fine degli anni '90. E questo senza considerare l'enorme castello di carte in Cina, dove il debito nel mercato del credito è salito da $1 bilione alla fine del secolo scorso ai $25 bilioni di oggi.

Alla fine della giornata, la FED ed i suoi compagni di viaggio hanno sistematicamente smantellato i meccanismi naturali di stabilità nei mercati finanziari. Di conseguenza, i mercati finanziari sono ormai diventati casinò pericolosi in cui le bolle speculative raggiungono ampiezze impressionanti, mentre l'inflazione finanziaria della banca centrale guadagna trazione. Ecco dove siamo ora. Ancora una volta.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


4 commenti:

  1. Tutto questo "grazie" al fiatmoney politico.
    Tutto per sostenere la bolla delle bolle: l'Occidente domina!!!

    Se la Fed smette, la BCE si attiva. Per l'equilibri(sm)o economico che punta a sostenere artificialmente lo status quo contro ogni naturale ricambio.
    Sanno quel che fanno? Non importa. Non sanno far altro.
    Ed individualmente possiamo permetterci che vada tutto in malora, nonostante tutto?
    Sono al delirio terminale del potere morente. Bisogna stargli molto alla larga. Ma non e' facile. Neppure per chi ha capito cosa sta accadendo.
    Per chi non vuol capire, poi....

    Se ci sta ancora un politico degno, costui deve chiedere a gran voce la riforma del sistema monetario globale prima che avvenga da sé nel peggiore dei modi possibili, con la guerra.

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    1. Ciao Dna.

      Credo che sappiano come il giocattolo potrebbe rompersi da un momento ad un altro. La BCE, sin dal marzo scorso, ha ripreso ad espandere la base monetaria. La FED, seppur con tutte le chiacchiere relative al ta(m)pering, ha continuato ad espadnere la base monetaria. Per non parlare di BoE e BoJ. Credo che possiamo dire addio alle fasi alternate, devono sincronizzarsi per non perdere colpi ed evitare come la peste i "cigni neri".

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    2. Siamo contrari al liberismo selvaggio ed all'interventismo selvaggio consentiti dal sistema del fiatmoney politico.
      L'azzardo morale del turbofinanziere e dell'interventista indebitatore sociale sono assimilabili. Le due facce della stessa moneta falsa.

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  2. E alla politica si lascia scegliere a chi darli...

    http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main?fn=srchFd&id=SEARCH/NEWS24/ABVZollB

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