mercoledì 30 luglio 2014

Perché non ci sarà una rivoluzione





di Gary North


Di recente ho letto un articolo sul sito web del The Guardian. Questo è stato il giornale di sinistra più coerente d'Inghilterra. Ha fatto parte della sinistra organizzata sin dagli anni '20, e la cosa non è cambiata neanche di un po'.

L'autore ha intervistato un'ex-spia americana. La spia è una persona molto colta, ma non riesce ad inanellare due pensieri coerenti. Non è di sinistra, è di super sinistra. Parla di "beni comuni". Non gli piace la proprietà privata. Considera il capitalismo come un tentativo di derubare il popolo e privatizzare la ricchezza, ma non sono mai esistiti beni comuni senza stato. Nel corso della storia, quando si ha a che fare con una terra comune, essa è gestita da un ente che possiede il potere politico. Possiede il potere di coercizione. Ogni volta che vedete le parole "beni comuni" pensate a "commissari". Non esistono beni comuni senza commissari.

Quest'uomo sta cantando la stessa vecchia canzone che ha cantato da giovane. Dice che ci sarà una rivoluzione. No, non ci sarà. Dice che la tecnologia open source creerà la rivoluzione. Invece no.

L'essenza della rivoluzione è il potere centralizzato. Engels lo sapeva bene, e ce lo ha ricordato per anni. Non c'è niente di più accentratore che una rivoluzione. Ogni rivoluzione nella storia si è spostata verso la centralizzazione del potere, inclusa la Rivoluzione Americana. Questa ex-spia, cantando le canzoni che cantava da giovane, dice che siamo proprio sull'orlo di una rivoluzione.

Siamo sull'orlo di una non-rivoluzione.

Quello a cui stiamo assistendo è decentramento. Stiamo assistendo alla rottura dell'Impero Romano. Non c'è stata nessuna rivoluzione contro l'Impero Romano. Si è semplicemente disintegrato. Il mondo medievale è stato un periodo di enorme decentramento.

Nel XVII secolo ci furono tentativi di far scoppiare rivoluzioni. La rivoluzione puritana in Inghilterra era un esempio. Fu una rivolta contro il potere centralizzato del re, ma venne fatta in nome del potere centralizzato del Parlamento. Si concluse con un dittatore militare, Oliver Cromwell: 1649-1659. Venne sostituito da un nuovo re nel 1660, ma il Parlamento continuò a centralizzare il suo potere, e la Gloriosa Rivoluzione del 1688 e 1689 spogliò il re di gran parte del suo potere, ma non ridusse il potere del governo; lo trasferì semplicemente al Parlamento. Quest'ultimo adottò una teoria della sovranità parlamentare seconda a nessuna tirannia nella storia. Sosteneva, e sostiene tuttora, la sovranità definitiva su tutti gli aspetti della vita britannica. Non c'era costituzione scritta a limitarlo. C'era solo il common law a frenarlo. Era importante che fosse così, ma la centralizzazione continuò. Continua ancora oggi.

Con il decentramento non arriva la rivoluzione, ma la secessione. Non sto parlando di quella degli Stati Uniti del sud, che era solo un altro modo per centralizzare il potere. Il governatore della Georgia, Joe Brown, la vide per quello che era: solo un altro gruppo di rivoluzionari armati che cercava di centralizzare il potere nella regione che voleva controllare.

Le rivoluzioni vogliono la centralizzazione del potere. Fino a quando i conservatori non lo capiranno, non comprenderanno cosa sta succedendo e che cosa è accaduto negli ultimi 500 anni. Le rivoluzioni centralizzano il potere. Per combattere un potere centralizzato militarmente, è necessario centralizzare il potere e questo porta solo ad uno spostamento di fedeltà nei confronti di un nuovo gruppo. Siamo lenti ad apprendere.

Non vedremo un'estensione dei beni comuni; vedremo un'estensione della proprietà privata. La recinzione privata dei beni comuni è stata cruciale per l'istituzione della libertà inglese. Questa è una guerra contro lo stato federale. Si tratta di una guerra contro il potere centrale. Si tratta di una guerra contro i burocrati che ci dicono cosa fare con la nostra proprietà.

Non avete bisogno di una rivoluzione per sfuggire al sistema. Avete bisogno di una secessione. Bisogna ritirare il sostegno ai sistemi esistenti. È necessario revocare la legittimità che estendete a queste organizzazioni. Dovete farlo, e tutti gli altri devono farlo. Nessuno può organizzare una cosa simile. La gente apprende, scandalo dopo scandalo, casino burocratico dopo casino burocratico, che il sistema è irreparabile. Non può essere riformato. Non può essere controllato. Deve essere affamato dal punto di vista finanziario. Il segreto della libertà non è la rivoluzione; il segreto della libertà è quello di affamare finanziariamente l'ordine centralizzato esistente.

Il segreto della stabilità monetaria e della moneta sonante, non è quello di prendere il controllo del Federal Reserve System. Il segreto è quello di approvare una legge molto semplice che abolisca il Federal Reserve System: abrogazione del Federal Reserve Act del 1913. Il segreto non è la sovranità monetaria nelle mani del Congresso; il segreto è la sovranità monetaria nell'ordine sociale del libero mercato.

Il segreto di un'istruzione migliore non è quello di prendere il controllo del sistema scolastico pubblico. Il segreto di un'istruzione migliore è di andare online, tagliarne il costo, decentralizzare l'intero processo e mettere i genitori al controllo dei programmi istruttivi delle loro famiglie. Ma i conservatori sono lenti ad apprendere. Vogliono sempre prendere il controllo del sistema liberale, perché hanno un piano migliore. Questo è ciò che fecero i bolscevichi con la burocrazia dello zar. Questo è ciò che fecero i rivoluzionari francesi con la burocrazia di Luigi XVI. Questo è ciò che fecero i rivoluzionari americani con la burocrazia di Giorgio III. Questo è ciò che avrebbe fatto il Sud, se avesse vinto. Il governatore Brown lo capì, e resistette.

La rivoluzione open source decentralizzerà il mondo. Il decentramento non porterà ad una rivoluzione. Il decentramento porterà alla secessione. Intendo secessione alla maniera di Gandhi. Mi riferisco al ritiro del sostegno. Non si prendono le armi contro lo stato; ci si rifiuta semplicemente di collaborarvi. Fate in modo che allo stato costi di più opprimervi.

Non c'è più la Jugoslavia. Non c'è più alcuna Unione Sovietica. Questa è l'onda del futuro. Gli statalisti e gli aspiranti statisti continuano a cercare la grande rivoluzione. Proprio come Marx, la vedono da tutte le parti. Beh, non è mai arrivata. La rivoluzione comunista è arrivata laddove non doveva arrivare, secondo la teoria marxista: l'Impero rurale della Russia. Il proletariato urbano non ha lanciato la rivoluzione; l'ha fatto un gruppo di intellettuali alienati e di rapinatori.

Assisteremo al ritiro del sostegno ai governi centrali. Le rivoluzioni nel mondo arabo non hanno decentrato nulla. Hanno solo centralizzato il potere nelle mani di un altro gruppo di tiranni. E' bello vederli spodestati. E' bello vederli rovesciati, almeno da una certa distanza. Ma non cambia nulla. L'Egitto è proprio quello che era sotto Mubarak. Si tratta di una dittatura militare. La rivoluzione non ha cambiato nulla.

I rivoluzionari hanno uno scopo scandito dalla centralizzazione. Implicito od esplicito, c'è sempre un programma di centralizzazione in ogni movimento rivoluzionario. Ogni rivoluzionario pensa sempre che la sua rivoluzione sarà l'ultima. Ogni rivoluzionario pensa che quando raggiungerà l'apice della catena gerarchica di comando, le cose saranno diverse. Sì, saranno diverse. Ci sarà un insieme diverso di saccheggiatori che deprederà la produttività delle vittime.

Fino a quando i conservatori non smetteranno di sognare di prendere il controllo dei sistemi gerarchici di potere, non cambierà nulla.

Un sistema di comunicazione decentrato non partorirà mai un programma centralizzato. Questi sono i Balcani digitali, non è la Jugoslavia.

Facebook decentrerà il mondo. Ha frammentato il mondo e continuerà a segmentarlo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


11 commenti:

  1. Ottimo North. Un processo storico inevitabile. Ed auspicabile.

    Comprendo le preferenze temporali individuali e l'inevitabile impazienza e frustrazione che comportano, sono anche mie, ma sia chiaro che qualsiasi evento inatteso o intervento d'autorità si verificasse nel frattempo, il destino del sistema nel quale ci troviamo a vivere è segnato.
    Non è assurdo ed inutile guardare dall'alto la big picture. E' invece assolutamente sensato e pratico.
    Salgo il più in alto che posso per scorgere l'orizzonte più lontano se devo provare a raggiungerlo. Se resto nella valle e nella confusione degli eventi è chiaro che non vedrò un granché. Conoscere per deliberare che cosa fare.
    In qualche modo bisogna riuscire ad estraniarsi dalla confusione quotidiana. Come quando si deve prendere una decisione importante e si cerca un momento di tranquillità per riordinare le idee e scegliere.

    Come detto ieri nei commenti, cercare di sostenere la situazione odierna con qualche soluzione miracolosa o qualche buona idea pratica ha il sapore della spavalderia, del velleitarismo. Saremmo comunque nell'ambito delle soluzioni politiche, cioè collettive.
    Ron Paul si batte da una vita in questa direzione, oltre che in quella di diffusione delle idee libertariane. E pian piano ha fatto breccia. Tutto il mondo "austriaco" sta sfruttando al massimo le possibilità offerte da Internet per diffondere l'epistemologia corretta, il filo di Arianna a chi vuole raccoglierlo ed utilizzarlo. Ma è opera lunga come una battaglia culturale. Servirà per il dopo. Per non rifare gli stessi errori.

    In termini pratici, oggi dovremmo proporre l'abolizione della legge istitutiva del sistema bancario centrale. Con un referendum. Italiano? Europeo? Certamente, ma prima vanno diffuse capillarmente le idee e le spiegazioni. Ardua impresa quando la nave sta già affondando irrimediabilmente. Irrimediabilmente.

    Allora che fare?
    Resta l'unica soluzione pratica(bile), quella individuale. Che non ha la presunzione di essere collettiva, ma il buon senso dell'ultima risorsa.
    Quando i Nazisti prevalsero ed alcuni compresero cosa avrebbe significato, la soluzione non fu attendere che tutti capissero, ma andarsene via. In tempo. Una secessione individuale, una rivoluzione esistenziale individuale.

    Ha detto bene gdb, ieri ed altre volte. Ciascuno faccia quel che meglio crede, ma liberarsi significa anche e soprattutto liberarsi da se stessi. Cosa difficile, molto difficile. Può anche significare, in condizioni estreme o presunte tali, liberarsi delle sovrastrutture che ci ingabbiano, come lo status sociale.
    Ma da chi dobbiamo essere riconosciuti se non primariamente da noi stessi?
    Il discorso può sembrare molto radicale, sembra l'oltreuomo di Nietzsche, ma se abbiamo ben compreso che l'iceberg ha affondato irrimediabilmente la grande nave nel 2007-2008 e che è impossibile chiudere la falla principale e che la nave sta mostrando tutte le sue altre falle perché progettata in modo illusorio, immorale ed insensato... allora non ci resta altra soluzione che la scialuppa di salvataggio più vicina, con la consapevolezza ed il rammarico profondo che non sono mai sufficienti per tutti. Perché non sono mai, e mai lo sono state, sufficienti per tutti.

    Il decentramento, la secessione individuale che vede realizzarsi North è anche questo. Ed è l'unica soluzione.
    Altro che conquista del Potere con una rivoluzione! Basta guardarsi indietro per capire che non esiste e mai è esistito un Potere buono.
    Nessuna conquista del Potere. Depotenziamento del Potere, questo bisogna fare. Togliergli il sostegno. Non credergli più.

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  2. aderisco, all ottimo north ed all otto dna. ma vedo anche l altra parte della mela. e rilancio. secondo kaplan gli imperi stemperano le tensioni interne. sotto gli ottomani islab, ebrei e cattolici convivevano pacificamente. è meglio un padrone lontano che uno vicino. maglio governati dagli usa che dalla germania. dove vi mettevate a scuola, al primo o all ultimo banco? dove scappi se il potere è vicino a te. se non fossimo nell euro, probabilmente ci sarebbe già il divieto del contante e sicuramente il controllo de capitali. il comunitarismo è brutto tanto quanto il centralismo, mica vogliamo fare "feudalesimo e liberta"? ed i "comuni" d italia si trasformarono in "signorie". l impero è un "attrattore strano" della dinamica caotica della storia, una variabile che ritorna sempre. che fare, allora? cheks and balances, attaccare il potere oggi in auge, indebolirlo. domani è un altro giorno, e si cerchera di contrastare un altro potere. il pensare di smantellarlo e vivere in un mondo libero è spesso sfociato in regimi. la vita è questa, disequilibrio dinamico, anche lotta. anche lotta per evitare la guerra, e lotta per aumentare gli spazi di liberta. seppure aneliamo alla calma, alla pace, alla liberta assoluta, ebbene sono cose dell altro mondo. noi, fortunatamente, siamo in questo.

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  3. nell ottica esposta, gli usa hanno garantito libertà ANCHE perché ci stava il comunismo. putin non ha torto dicendo che la caduta del comunismo è stata una tragedia geopolitica. di certo una gioia per l umanità, ma dal solo punto di vista geopolitico, probabilmente dannoso. molti uomini oso finalmente divenuto più liberi. molti altri però hanno conosciuto atroci guerre, seppur umanitarie. se gli usa divenissero i soli padroni del mondo, sarebbe lo stesso? mi fido più degli usa che di cina e russia, ma forse l esistenza di contropoteri geopolitici funge da garanzia. chiunque tende ad approfittarsi della concentrazione del potere. oppure è meglio puntare sul cavallo che sino ad oggi ci ha dato maggiori prove, (rispetto agli altri, eh?? e fino ad oggi...od almeno fino ad ieri....), che altrimenti l europa si fa la guerra come ha fatto per 300 anni circa? (che l europa unita è un progetto americano per il dominio euroatlantico)

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  4. Credo di aver capito che vuoi dire, gdb.
    Potere e morte sono fatti storici inevitabili. Perciò, la cosa più saggia ( ma vuoi finirla di fare il saggio su questo blog? ;D ) è quella di imparare a convivere col primo come tutti abbiamo imparato a convivere con la seconda.
    E, in termini geopolitici, meglio se di poteri non ce ne sta uno soltanto. E, se per fortunata casualità, ci troviamo dalla parte del meno peggio, beh, non lamentiamocene più di tanto. Poteva andarci peggio.
    Perciò, almeno, tifiamo un po' per la nostra parte o almeno evitiamo di darci la zappa sui piedi da soli o di sputare nel piatto in cui mangiamo...
    Cioè, critichiamo e cerchiamo di denunciare apertis verbis tutte le magagne della nostra parte e cerchiamo di migliorare nella direzione giusta, ma non dimentichiamoci che questo sistema è il peggiore che ci sia, tranne tutti gli altri.

    Comprendo.

    La tua speranza, che è quella di chiunque abbia buon senso, è quella dell'atterraggio morbido. E nessuno, in effetti, vuole la catastrofe. Neppure finire dalla padella nella brace.

    Come si dice... la speranza è l'ultima a morire. Ma si dice anche che chi di speranze vive, disperato muore.

    Come al solito, si tratta di surfare abilmente la realtà... Vivere con gli occhi ben aperti e sperare di cavarsela tra le onde.

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    1. https://www.youtube.com/watch?v=BjgTFd6XAg8

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    2. E la speranza nostra è che l'Austrismo si diffonda a livello globale soppiantando le catastrofiche teorie economico-politiche del Potere: keynesismo e monetarismo.

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    1. La cosa che più mi ha colpito di Sealand è la pagina di Wikipedia dedicata allo sport. Comunque quella di Sealand è stata la soluzione individuale adottata da coloro che hanno perseguito tale strategia. Ha funzionato, per loro. Ognuno di noi ha la propria. Vedremo cosa accadrà in Spagna e Scozia. Ma il punto rimane uno soltanto: il diritto di secedere. Il diritto di dire "no". Cosa impegna, al giorno d'oggi, la maggior parte delle persone a sostenere lo stato? Due cose: un aspetto psicologico ed un aspetto economico/finanziario.

      L'aspetto psicologico è fondamentalmente derivato dagli anni nella scuola dell'obbligo, in cui si ha cura di tracciare i confini mentali oltre i quali i cirradini del futuro non dovrebbero andare. L'aspetto economico/finanziario prevede l'uscita da un sistema in pareggio. nessuno di noi ama le perdite. I comemrcianti, seppur prossimi alla bancarotta, prima di chiudere cercano di incassare quanto più possibile prima di chiudere l'attività (mettendo in fore saldo la merce rimanente, ad esempio). Uscire in pareggio dal sistema attuale significa incassare le proprie pensioni. Le persone sono estremamente dipendenti dal sistema previdenziale. Anche da quello del welfare, ma le pensioni rappresentano uno schema più subdolo rispetto alle briciole del welfare. Finché lo stato non romperà le sue promesse, ovvero, finché il sistema pensionistico non conoscerà il suo inevitabile default, lo stato guadagnerà consensi.

      Gli statalisti parleranno di contratti immaginari, useranno paraventi simili per propagandare la vita artificiale di un sistema corrotto e corruttore. Se non sbaglio i contratti possono essere stracciati, se una delle parti non adempie ai propri obblighi. Perché non possiamo fare lo stesso con il presunto "contratto sociale"? (Se davvero esistesse, certo.)

      Finora abbiamo provato di tutto: costituzioni, voto, democrazia rappresentativa. NIente di tutto questo ha funzionato. Siate ottimisti perché se anche la secessione "non dovesse funzionare", ci saremmo liberati di una condizione deprimente che degrada la nostra dignità umana: fungere da bancomat per una manica di parassiti.

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  6. In questi giorni ho voluto riguardare il film V per vendetta.
    Faccio solo una breve considerazione. E' fondamentale che V muoia prima della rivolta o della liberazione pacifica. Non deve esserci, neppure lontanamente suggerita, l'ipotesi che i liberati si rivolgano a qualcuno, a qualche guida, a qualche uomo della speranza o del destino dopo la caduta del Palazzo...
    La liberazione, vien suggerito, lascia a ciascun individuo la possibilita' di essere se stesso togliendosi la maschera dell'anonimato che ne faceva una massa uniforme.
    Credete che dalle nostre parti andrebbe nello stesso modo?
    Io ritengo che le greggi resterebbero tali e si scannerebbero tra loro per la conquista del Palazzo.
    Nel nostro immaginario collettivo (pessima espressione, ma realistica) ci sta sempre un Palazzo cui affidarsi.

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    1. Ciao Dna.

      Credo che uno degli aspetti legati a questi ragionamenti sia la nebulosità che li circonda. In questi giorni ho avuto il piacere di riassaporare le avventure del Cavaliere Oscuro e mi sono imbattuto in un personaggio alquanto ambiguo date le premesse con cui veniva presentato. Uno dei tanti nemici di Batman, ma carico di pathos visti i temi che portava alla ribalta. Il personaggio in questio è Anarky. Con i suoi discorsi anarchici sulal giustizia e sulla società, egli invoca la violenza e semina caos in mezzo alla povera città di Gotham. Gli scagnozzi di cui si circonda non sono da meno, inclini addirittura ad abbellire le strade della città con tante bombe "rivoluzionarie".

      Sebbene una mente attenta non si lacerebbe fuorviare da simili sottigliezze, questo modo di pensare serpeggia costantemente all'interno della nostra società. ora io ho portato il mio esempio personale, ma scommetto che se stasera dovreste fermare dieci persone chiedendo loro cosa sia anarchia, scommetto che la maggior parte vi risponderà "assenza di regole, caos". A nessuno (o quasi) salterà in mente di enunciare il principio di non aggressione ,ad esempio.

      Questo perché nella mentalità collettiva vale l'eguaglianza "stato = regole". Ma lo stato ha poco o niente a che spartire con le regole, perché esso per primo infrange qualsiasi regola minima di convivenza. Si impone contro la volontà delle persone, le priva delle libertà e poi le ridà indietro in affitto a tempo determinato, e si sostiene solo in forza della violenza. Gli uomini vivono in gruppo e sanno "istintivamente" che ci sono delle regole. Se le danno, senza molti problemi, e le fanno rispettare a chi non vorrebbe. Nel 1992, durante la rivolta dei ghetti a Los Angeles, ampie aree della città restarono senza protezione statale (es. niente polizia). Indovinate un po'? Rispetto ai giorni normali, i casi di stupri e di violenza diminuirono. L'ideale anarchico non presuppone la negazione delle regole, anzi ne presuppone la chiarezza ed il rispetto.

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    2. Certo. Ma e' il risultato dell'anarchismo rivoluzionario e bombarolo "comunisteggiante" e di oltre un secolo di propaganda statalista.
      In questi giorni il cinema propone il secondo episodio di Anarchia. Paradossale mistificazione horror. Lo Stato che concede una notte all'anno senza leggi e punizioni.
      Tutta propaganda. Come il film su Lincoln.
      Anche questi tutti segnali di fragilita' del sistema.
      Anche in V for vendetta ci sono contraddizioni nonostante il fascino del giustiziere mascherato. Per esempio, la scena del rapinatore nel negozietto che grida: anarchia nel regno unito!

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