venerdì 13 giugno 2014

Crepe strutturali #1





di Francesco Simoncelli


«Oggi ci sono uomini considerati dei grandi economisti, che disdegnano il risparmio e raccomandano la spesa sconsiderata su scala nazionale come modo per raggiungere la prosperità; e quando qualcuno evidenzia quali saranno le conseguenze di lungo periodo di queste politiche, replicano in modo poco serio, come farebbe un padre premuroso con un figliol prodigo: "Nel lungo periodo siamo tutti morti." E tali bazzecole diventano dotti epigrammi e saggezza convenzionale.»

~ Henry Hazlitt, Economics in One Lesson


E' passato un bel po' da quando non abbiamo fatto un bel riassunto della situazione economica globale, quindi oggi ci appresteremo a rimediare a questa mancanza. Ce ne andremo in giro per il mondo ed analizzeremo le debolezze strutturali insite nelle economie mondiali di oggi. Cercheremo soprattutto di capire come venga propagandata una ripresa fasulla dei mercati, quando invece tutti i problemi del sistema attuale ancora languono irrisolti. Prima di iniziare vorrei esporre qualche concetto che ancora sfugge alla maggior parte delle persone sulla nascita del capitalismo, sulle sue "regole" e sulla sua evoluzione.



C'ERA UNA VOLTA IL CAPITALISMO DI LIBERO MERCATO

Concentratevi e fate mente locale. Ora, pensate al termine capitalismo e associate ad esso tutto ciò che vi viene in mente nei prossimi 30 secondi. E' un margine di tempo adeguato per consentire al lettore di richiamare tutti i possibili luoghi comuni su questo sistema produttivo. Esattamente, perché diversamente da quello che si può pensare d'acchito, il capitalismo non è un sistema "politico"... diversamente dal socialismo. Sono, quindi, pronto a scommettere che la maggior parte dei lettori si è lasciata trascinare nel vortice della nebulosità che circonda l'ordine capitalistico. In questo modo vengono messe nello stesso calderone anche società ed imprese aiutate artificialmente da una cerchia ristretta di individui, i quali per mantenere in piedi il sistema clientelare di cui sono protettori non disdegnano di ricorrere ai mezzi politici per entrare in possesso delle risorse di cui necessitano.

Il sociologo Franz Oppenheimer fu colui il quale utilizzò questa terminologia per evidenziare la differenza tra uno scambio volontario e uno scambio forzato. Nel corso della storia, gli individui hanno potuto scambiare i frutti del proprio lavoro in due modi: attraverso i mezzi economici e attraverso i mezzi politici. Gli individui, usando i mezzi economici, entrano in contatto per scambiare beni o servizi in modo pacifico. Il mezzo economico, infatti, prevede che le parti in causa siano d’accordo volontariamente nello scambiare gli oggetti che possiedono. Parallelamente ai mezzi economici esistono i mezzi politici, ossia quegli scambi in cui una parte in causa costringe un’altra a compiere uno scambio. Così, le interazioni tra gli individui non sono più volontarie, bensì spinte attraverso la forza.

Non è un caso che si parli di mezzi economici quando si fa riferimento allo scambio volontario, proprio perché il mercato è il luogo nel quale si incontrano gli individui per soddisfare i loro bisogni attraverso lo scambio stesso. Non è compito di questo saggio sondare le varie situazioni che possono scaturire da uno scambio di mercato, quindi ci limiteremo a dire che gli individui traggono maggior profitto dallo scambio pacifico piuttosto che dalle situazioni di conflitto. Il termine capitalismo deriva sostanzialmente da una parola indo-europea e andava a descrivere un determinato numero di capi di bestiame (capitale attraverso il quale i relativi possessori potevano sopravvivere). Il primo ad usare la parola capitalismo nella storia letteraria fu un certo William Thackeray, il quale amava scrivere storie strappa-lacrime sulle condizioni degli operai nelle fabbriche (senza preoccuparsi delle realtà, tra l'altro). Il termine venne in seguito affibbiato a quei mercanti che tentavano di entrare nelle classi aristocratiche.

Nonostante fosse un termine utilizzato per descrivere un metodo di produzione per allocare risorse, fu Marx che gli conferì una connotazione negativa allargando il suo significato alla società ed alle teorie economiche. Estremizzando e facendo confusione sulle letture di Adam Smith, trasformò quel termine: un modo di allocare risorse in base alla proprietà privata dei mezzi di produzione divenne il fine ultimo degli uomini che possiedono capitale. La strada sarebbe stata tutta in discesa da qui in poi: da Max Weber che criticò Marx e il termine capitalismo, a Fisher, a Keynes, a Friedman e compagnia cantante. Così come pochi hanno letto Il Capitale di Marx, lo stesso è accaduto per la General Theory, e la confusione partorita da uno si è protratta nel tempo dando vita ad un potente mezzo propagandistico con cui fare un minestrone. La semantica ha fatto il suo lavoro ed i pianificatori centrali hanno preso possesso, attraverso il sotterfugio, del timone della barca. Provate a leggere L'Azione Umana di Mises, non troverete menzione del termine "capitalismo", solo una distinzione tra economia di mercato e di economia pianificata.

Le forze di mercato, sebbene ostacolate progressivamente dall'invadenza della pianificazione centrale, hanno cercato di direzionare in modo sano la produzione all'interno della società. L'economia, infatti, è composta dalle azioni dei singoli individui, la cui mutevolezza non ne permette il completo imbrigliamento. E' stata l'economia di mercato a liberare la società dalla piaga della schiavitù; è stata l'economia di mercato a liberare gli uomini comuni dalla scarsità di cibo; è stata l'economia di mercato, attraverso l'industrializzazione, a concedere agli uomini comuni quegli agi che in passato potevano permettersi solo i nobili; ecc.

E' stato grazie a figure come quelle di Mises, Hayek e Rothbard se si è potuto fare di nuovo chiarezza sul termine capitalismo: la libertà degli individui negli scambi e nel possedere diritti di proprietà. Disse Mises: “Una società che sceglie tra capitalismo e socialismo, non sta scegliendo tra due sistemi sociali; sta scegliendo tra cooperazione sociale e la disintegrazione della società.” Disse Hayek: “La preservazione di quello che è conosciuto come sistema capitalistico, ovvero, il sistema del libero mercato e della proprietà privata dei mezzi di produzione, rappresenta una condizione essenziale per la sopravvivenza dell'umanità.” Disse Rothbard: “Il capitalismo di libero mercato è una rete di scambi volontari e liberi in cui i produttori lavorano, creano e scambiano le loro merci per quelle di altri ad un certo prezzo.”

I meccanismi insiti nel sistema capitalistico (es. profitti/perdite, domanda/offerta, costi/benefici) sono gli strumenti in mano agli imprenditori affinché possano individuare quei settori poco sfruttati e quindi creare determinati elementi maggiormente voluti dalla popolazione. Il loro successo, infatti, è determinato dalla soddisfazione dei consumatori, i quali rappresentano i re indiscussi in un'economia di mercato. Il loro giudizio è "spietato". Coloro che finiscono fuori mercato devono adattarsi e reinventarsi oppure perire e finire nel dimenticatoio. E' questa la sanzione suprema che permette una rete onesta di scambi volontari. La produzione genera la domanda attraverso la quale le imprese possono prosperare e quindi avvantaggiare anche l'intera società. L'allocazione corretta dei risparmi reali (i quali rappresentano un flusso), permette a questo stato di cose di continuare e generare un costante miglioramento delle condizioni di vita.

C'è quindi differenza tra una libera impresa e una direzionata da un ente di pianificazione centrale come lo stato.



CAPITALISMO CLIENTELARE, OGGI

Quando oggi si pensa al capitalismo, si pensa prevalentemente a grandi gruppi finanziari, grandi banche, grandi catene commerciali, ecc. L'uso spregiativo che ne viene fatto, tende ad essere utilizzato dalle persone per etichettare negativamente determinate entità presenti sul mercato. Non c'è un particolare distinguo tra coloro che sono riusciti ad arricchirsi servendo gli altri e coloro che si sono arricchiti depredando gli altri. Sono tutti fatti della stessa pasta, a quanto pare. In questo modo l'immaginario collettivo fa del male anche a sé stesso, perché in questo calderone di confusione va a finirci anche la libera impresa, considerata alla stregua di una pratica selvaggia e disumanizzante.

Come è stato detto prima, il capitalismo fa riferimento a quel sistema di produzione in cui c'è libertà di scambio e di possesso dei diritti di proprietà: come fanno, quindi, ad essere soddisfatti pienamente questi requisiti quando sulla scena economica esiste un apparato coercitivo e monopolistico quale il sistema statale? Non lo sono. Esso parassita continuamente il tessuto produttivo di una nazione, succhiandone la linfa vitale attraverso la sua redistribuzione arbitraria della ricchezza. Forgiandosi dell'onnipotenza di sapere dove allocare meglio le risorse scarse, finisce quasi sempre per incappare in errori i quali vengono sostenuti perché rappresentano la fonte del privilegio e della sopravvivenza dello stato stesso. Il sistema quindi è semi-libero e all'aumentare degli errori aumenta anche l'ingerenza dello stato nell'economia.

Le tasse sono un modo mediante il quale si manifesta materialmente questa ingerenza. L'altro è l'inflazione dei prezzi a seguito di un aumento della massa monetaria. Perché agisce in maniera così fraudolenta? Perché esso rappresenta un investimento improduttivo. L’apparato statale è incapace di produrre, perché non sa operare un calcolo economico: quindi deve prendere altrove (distruggendo lavori) e spendere laddove ritiene arbitrariamente più proficuo. Come ben descritto in Planning for Freedom di Ludwig von Mises, esso ha bisogno di controllare porzioni crescenti del mercato al fine di garantire la propria sopravvivenza. Passo dopo passo, ci si avvicina ad un’economia di comando, dove ogni prezzo e ogni informazione finiscono per esser controllati dai pianificatori centrali. L’insostenibilità di lungo termine di quest’assetto è palese. La storia ci ha fornito un esempio: il crollo del muro di Berlino e il suicidio del partito comunista in Russia. Sebbene negli anni passati fosse ancora possibile ammortizzare gli squilibri causati dalle interferenze statali grazie ad una forte presenza delle forze di mercato, oggi il crescendo di manipolazioni ha raggiunto picchi assurdi.

Tale propensione alla follia può essere sottolineata dando uno sguardo ai livelli dei tassi di interesse storicamente bassi supervisionati dalla FED. Sebbene siano passati ben cinque anni dall'inizio ufficiale della crisi economica, lo zio Sam langue ancora in un limbo economico di sofferenza. Continuando a distorcere i fondamentali dell'economia, tiene in vita attività fallite spacciate per artificialmente sane. La FED non può più astenersi ormai, il grado di dipendenza dalle sue azioni va ben oltre quello che abbiamo visto finora nella storia economica del mondo. Questo significa che non ci sarà più nessun Paul Volcker in grado di vendere di nuovo il bluff di una FED in grado di avere ben saldo il controllo della situazione. Stavolta sono andati oltre. Hanno varcato definitivamente la soglia tra interferenza ed interventismo diretto. Purtroppo, era ineluttabile un simile esito.

Pianificatori centrali come il "Maestro" Greenspan sono figure da additare per il recente sconquasso economico. Malgrado la creazione della FED sia l'evento principe su cui scaricare le colpe, la spinta finale verso il baratro è stata data da mister Alan. Una delle più grandi bolle immobiliari è scoppiata a causa delle sue azioni sconsiderate, e nonostante si continuasse a ripetere di come sia impossibile prevedere lo "scoppio di una bolla", gli alti funzionari della FED hanno persino negato la sua presenza nell'ottennio 1994-2006. I prezzi degli immobili negli Stati Uniti, in questo lasso di tempo, sono aumentati per 111 mesi consecutivi. Questa aberrazione non solo ha trascinato gli USA in un inferno economico/finanziario, ma anche altri paesi i quali hanno portato avanti azioni di politica monetaria simile per stare al passo con gli stampatori folli presso l'Eccles Building. Un esempio su tutti è la Cina mercantilista, la quale ha stampato denaro ingolfando il bilancio della propria banca centrale gravandolo di titoli del Tesoro USA e MBS di Fannie/Freddie. Ma di questo parleremo più avanti.

Così 96 mesi dopo il picco della bolla immobiliare Bernanke/Greenspan, ci sono ancora 20 milioni di famiglie sommerse e carenti di equity con cui uscire dal pantano fangoso accumulato negli anni dalla FED. Infatti pignoramenti e costi esorbitanti dei mutui a cui si sono legati, hanno tagliato le gambe alla classe media impedendo a coloro che ne fanno parte di prosperare quel tanto che bastava da cambiare casa e comprarne una migliore (permettendo, di conseguenza, ai cosiddetti first time buyer di entrare nel mercato e comprare la loro prima casa ad un prezzo accessibile). Quel che resta sono lande desolate di immobili vuoti ed una massa di individui che cerca di avere un tetto sopra la testa andando in affitto. E qui entrano in gioco altri due esiti della pianificazione monetaria centrale: l'effetto redistributivo top-down della stampante monetaria, l'azzardo morale delle entità sovvenzionate artificialmente dal denaro gratis.

L'Effetto Cantillon dell'inflazionismo monetario premia coloro che ricevono per primi il denaro fresco di stampa. Coloro che lo ricevono per ultimi, o non lo ricevono affatto, vengono derubati silenziosamente del potere d'acquisto dei soldi nel loro protafoglio. L'allentamento monetario con cui ha gozzovigliato il duo Greenspan/Bernanke, e che ora sta portando avanti la Yellen, ha sostanzialmente generato questo effetto sostenendo a spese di tutta la popolazione quelle entità che nel 2008 sarebbero dovute scomparire a seguito di una sana pulizia del mercato. Lehman Brothers è stata solamente l'agnello sacrificale per giustificare agli occhi della popolazione più interventismo, sventolando più volte davanti al suo naso il feticcio "velenoso" della deflazione dei prezzi.




La popolazione viene danneggiata in molti modi da una politica inflazionista, come ad esempio un mercato del lavoro debole, salari reali in declino e scoraggiamento del risparmio.




Inutile dire, quindi, che i vincitori sono i grandi debitori e quelle attività privilegiate: lo stato, le grandi corporazioni e le grandi banche d'affari. Tutte le promesse di un futuro più roseo, che passava attraverso un presenza più forte della banca centrale nell'economia e un maggiore regolamentazione dei mercati, sono state puntualmente disattese. La lenta agonia della classe media è tutto ciò che rimane. Coloro che hanno potuto continuare ad operare contrariamente alle forze di mercato hanno beneficiato di ingenti infusioni di liquidità, e l'hanno parcheggiata presso i depositi della FED. Solo una piccola porzione ha invaso l'economia più ampia, altrimenti avremmo assistito ad una catastrofe economico/finanziaria di proporzioni bibliche. Il bello di questa storia è che ci sono addirittura giornalisti di caratura mondiale che spingono per uno scenario simile. Uno di questi, ad esempio, è Martin Wolf. In questo suo editoriale sul FT sprona le banche centrali a fare di più, e ad inondare l'economia più ampia di denaro gratis invocando la cosiddetta "eutanasia del rentier". Questa è la classica logica keynesiana: risolvere i problemi con debito ed una maggiore espansione monetaria.

Grazie a questo elisir, la classe media non ha più un futuro... soprattutto se si pensa che è anche sotterrata sotto una pila irripagabile di debiti studenteschi. E che fa il Congresso? Cerca di allentare ulteriormente la concessione del credito! Non bastava il fiasco immobiliare, alla popolazione viene venduta un'immagine dell'economia completamente distorta pretendendo che un ammontare di $1.1 bilioni di debiti non esistano.




Considerato lo stato decadente del mercato del lavoro e le condizioni salariali della classe media sopra descritte, quali conseguenze avranno sulla produzione americana? Sarà erosa pezzo dopo pezzo. "Quando qualcosa non può più andare avanti, si fermerà" diceva Herbert Stein. Infine, come per aggiungere la ciliegina sulla torta, il comparto bancario continua a ingozzarsi di pattume obbligazionario/azionario alla disperata ricerca di rendimenti decenti in questo panorama distorto. I loro bilanci sono ancora disastrati e rappresentando un investimento improduttivo che doveva essere pultio dall'azione delle forze di mercato cinque anni fa, la sua sopravvivenza continua a drenare risorse dall'economia più ampia. Le distorsioni operate dalla banca centrale per mantenerlo artificialmente in vita hanno rotto il sistema di price discovery e di ponderazione del rischio. In questo modo proseguono alla cieca alla ricerca di "investimenti" redditizi per nascondere quanto più a lungo possibile la cancrena della loro esistenza. Questo le conduce a fagocitare asset di dubbia qualità ed a crearne altrettanti di dubbia qualità, aumentando la mole di errori all'interno del tessuto economico.

In questo preciso istante la "finanza creativa" ha partorito altri abomini, e dopo le cartolarizzazioni dei mutui della precedente bolla immobiliare adesso si sta dilettando a cartolarizzare il flusso degli affitti. Quanto potrà durare questa situazione data la descrizione sopra fornita della classe media statunitense? Nella loro ottica questa domanda non si pone, perché finché ci sarà la FED che elargirà denaro praticamente gratis potranno continuare ad agire sconsideratamente comprando qualsiasi asset a prezzo nominale, gonfiandone il valore e facendo sembrare tutta rosa e fiori una situazione che in realtà marcisce nel profondo. In questo articolo del WSJ potete leggere nel dettaglio di come funziona l'indebitamento a leva del settore bancario centrale e del pattume che ingloba. L'ultima volta non è finita bene, e nemmeno la prossima.



IL LIMBO EUROPEO

Giovedì scorso è stato il giorno dello zio Mario, in cui la maggior parte dei commentatori economici e dei trader si aspettava un sostanzioso cambio di marcia da parte della BCE. Sin dall'ultimo LTRO, la banca di Francoforte è rimasta passivamente alla porta cercando di sgonfiare il proprio bilancio e sterilizzando quegli asset inglobati durante i picchi neri della crisi europea. Una mossa astuta per far credere ai mercati di avere la situazione sotto controllo e di aver implementato una "exit strategy" da percorsi non convenzionali. Il bluff non è durato molto perché il pattume obbligazionario è stato riparcheggiato nei bilanci della banche commerciali, e questi bilanci sono un'orgia di artifizi contabili. Sembra quasi che si stiano sforzando per profumare un cadavere in modo da affermare senza ombra di dubbi che sia vivo.

Quindi è arrivato il discorso del "whatever it takes" ma in questo modo lo zio Mario ha solo fatto una cosa: comprato tempo. Ha semplicemente fornito una garanzia a sostegno delle attività del comparto bancario europeo, la liquidità ce l'ha messa la FED ed altre banche centrali del mondo che hanno acquistato le obbligazioni statali dei paesi europei.




Il settore bancario centrale è un cartello, ed ognuno dei suoi componenti dipende dall'altro. Grazie alla "generosità" altrui l'Europa è rimasta in piedi fino ad ora, ma ciò non basta perché gli investimenti improduttivi che dovevano essere eliminati alla comparsa della crisi sono rimasti tutti là: settore bancario comemrciale e obbligazioni statali. Continuano a drenare risorse, sono una dolina per le risorse nell'economia più ampia. Si pensa ingenuamente che anche stavolta si possa schivare il proiettile fatale, ma si è ormai andati troppo oltre. Il deleveraging artificiale imposto su Main Street non farà altro che condannarlo ad una lenta agonia costituita da un rallentamento industriale, produttivo e creativo, a vantaggio di entità incancrenite che ancora spasimano per conservare il loro "corpo" recalcitrante. Sono funzionali al sistema. Danno una parvenza di trasparenza. Da intermediario tra mutuatario e prestatore, il settore bancario commerciale si è trasformato in hub per una serie infinita di privilegi e sotterfugi finanziari.

L'ultima prova in ordine cronologico è rappresentata proprio dal discorso dello zio Mario. Nella sua relazione finale ha affermato con sarebbe cambiato il panorama in base alle sue nuove disposizioni "rivoluzionari" e "determinanti". Un altro bluff con cui cerca ancora di guadagnare tempo, quindi guardatevi bene dai titoli sensazionalistici dei giornali. Infatti i trader continuano ad andare long sull'EURUSD. Già a gennaio le banche commerciali avevano ripagato €450 miliardi dei prestiti LTRO consentendo il riassorbimento delle riserve in eccesso, quindi il tasso negativo sui depositi presso la BCE non le tange.




Il taglio del tasso benchmark è uno specchietto per le allodole, perché in realtà l'ambiente economico resta ancora incline ad essere avverso al prestito. Le banche commerciali hanno ancora bilanci disastrati e le persone sono scoraggiate a fare impresa. L'unica nota di cui tenere conto è la volonta di monetizzare i titoli del mercato ABS. Detto in altre parole, tentare di aggirare i vincoli della BCE per quanto riguarda le obbligazioni statali ed acquistare titoli emessi dalle banche commerciali a valore nominale (mentre queste ultime continuano ad ingozzarsi di titoli di stato europei). Questi tipi di asset sono risultati in calo sin dall'inizio della crisi mondiale e per una ragione ben solida: la tossicità legata all'azzardo morale di cui sono forieri ha quasi disintegrato l'economia mondiale.




Tornare a gonfiare il valore di questi asset ha il solo scopo di far apparire più solidi i bilanci delle banche commerciali. In questo modo si prenderebbero due piccioni con una fava: si terebbe in piedi un comparto bancario decotto, il quale a sua volta continuerebbe a riempirsi di titoli di stato europei. Nessun conseguenza apparente? Nessun problema. Lo stato continuerebbe a spendere e continuerebbe a distruggere quei lavori e quelle imprese a cui sottrae risorse. La vera miccia che farà scoppiare il barilotto di polvere da sparo europeo saranno proprio i default aziendali. Ne abbiamo prova qui in Italia. La desertificazione produttiva e industriale nel nostro paese è impressionante, ma lo stato non può tirarsi indietro pena il suo fallimento immediato. In questo modo lo si rimanda solamente nel tempo, ma ad un prezzo più salato. Quando arriverà quel giorno, perché quel giorno è sicuro che arriverà, la BCE deciderà di intervenire attivamente. La reputazione della Germania è quella che ha salvato fino ad ora le sorti dell'Europa, e la sua inossidabile reticenza ad un QE è quella che ha alimentato questa reputazione. Questo nell'ottica di poter trovare un modo per sistemare i problemi nell'eurozona, ma fino ad ora tutto è fallito proprio perché le forze di mercato spingono per una recessione.

Però nonostante con la bocca la Merkel dicesse "no, no" con gli occhi diceva "sì, sì", visto quanto il paese teutonico ha "investito" nell'Europa meridionale. Così, di fronte ad un'imminente crisi che rischierà di buttare l'intera eurozona nel baratro la Germania non farà obiezioni ad un QE. La BCE seguirà la via già tracciata dallo zio Ben e da Abe, andando a creare caterve di soldi digitali per tenere a galla una nave che affonda. Per un semplice motivo: i risparmi reali, i quali permettono una crescita sana dell'economia e in accordo con le forze di mercato, non si possono creare dal nulla. Guardate, ad esempio, le orribili cifre a cui è arrivato il BDI (una sorta di termometro della produzione industriale mondiale).

Scrive David Stockman in merito alla questione ABS:

[...] Il mercato ABCP non è un luogo dove i mutuatari commerciali o i consumatori possono trovare una nuova fonte di credito al di fuori del sistema bancario. Si tratta invece di un'arena di ingegneria finanziaria in cui le banche avranno la possibilità di spuntare falsi profitti attraverso un espediente contabile noto come "gain-on-sale". Ciò significa che quando i crediti esigibili sulle carte di credito o i prestiti alle piccole imprese sono "raggruppati" dalle banche commerciali (che li emettono) e venduti in canali fuori bilancio (sotto forma di ABCP), i profitti possono essere incassati immediatamente. Infatti la tecnologia moderna consente di considerare come profitto lo strisciamento della carta di credito nel nanosecondo in cui accade, e la contabilità tradizionale consente di accreditare profitti da un prestito per automobili (7 anni emesso al 110% del valore del veicolo) non appena la macchina esce fuori dal lotto del rivenditore.

La pistola fumante dell'attuale manovra della BCE è contenuta nell'andamento del mercato statunitense ABCP. Nel periodo precedente alla crisi del 2008 ha raggiunto un picco di $1,200 miliardi, ma sin da allora è scomparso. Ora ammonta a $250 miliardi, 80% sotto il picco del luglio 2007.

Come si può notare, nonostatne il gergo finanziario, l'unico strumento in mano alle banche centrali è sempre lo stesso: fare la stessa cosa all'infinito e aspettarsi risultati diversi. E' per questo che vengono inventate scuse puerili come la presunta "lowflation". E' per questo che niente è stato aggiustato in Europa. E' per questo che niente potrà essere aggiustato da qualsiasi misura partorita da una banca centrale.




[Cliccate qui per leggere la seconda parte di questo saggio: http://francescosimoncelli.blogspot.it/2014/06/crepe-strutturali-2.html ]


28 commenti:

  1. bene, mi piace lo stile e l'ottica oltre che il contenuto. aspettano un risultato diverso dalla stessa cosa? si. perché sono stupidi? no, perché non possono fare altro. un miracolo. il salto tecnologico che potrà dare pasti gratis, l energia gratis, un nuovo mondo del domani, pulito e dove tutti sono rifocillati ed ordinati. e se non proprio gratis, quanto meno a poco prezzo. questa è stata la scelta della via da percorrere. e la stanno percorrendo costi quel che costi.

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  2. Francesco, bravo come sempre. Sei un maestro della divulgazione.
    Un vero ventilatore per rimuovere tonnellate di polvere e mostrare la cruda realtà.
    Purtroppo, i blocchi mentali consolidatisi nel tempo impediscono a tanti di vedere anche l'evidente. Desolante!

    Gdb, i poteri centrali aspettano e sperano che quell'ora si avvicini proprio perché e come sostieni tu.
    Ma Godot non arriva mai e nel frattempo l'illusione prosegue, gli illusionisti prosperano e gli illusi belano. Desolante!
    Accontentiamoci, almeno, di non esser ancora bombardati dai droni.

    Forse, John Connor è già nato... chissà!?!

    M5S starà nel gruppo con Farage. Alleanza solo tecnica.
    Ma chissà che il contatto ed il confronto, il mercato delle idee, non sortisca, col tempo, delle buone sorprese, nonostante i blocchi mentali dei grillini.

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    1. Da conservare a futura memoria:
      http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-06-13/l-ocse-promuove-usa-pil-+-25percento-e-35percento-2014-15-grazie-costi-lavoro-e-prezzi-energia-competitivi-132924.shtml?uuid=ABinysQB

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  3. Spettacolo, grande articolo.
    SC

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  4. Altri 15000 posti nella PA. Piu della stessa cosa.
    Siamo alla canna del gas perche lo stato e' pletorico e soffocante. Pertanto ce ne vuole ancora di piu. Soprattutto piu efficiente nell'assorbire le risorse prodotte e risparmiate dal settore privato non ammanicato.
    A sto punto sarebbe davvero meglio stampare a tavoletta. Cosi l'agonia durerebbe meno.

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    1. Ciao Anonimo.

      Affamatore! Non vuoi che "tutti" siano occupati? :)

      In sostanza è quello che stavo velatamente suggerendo nei commento del post dell'altro ieri sulla lowflation. L'unico problema a questo discorso è di tipo epistemologico. "Noi" (austriaci) sappiamo a cosa andremo incontro e possiamo prepararci, inoltre sappiamo che è intrinsecamente sbagliato agire perseguendo questa linea di politica e nel caso di crollo sapremmo a chi dare la colpa. Il problema oggi è che la maggior parte delle persone crede davvero che stampare denaro a nastro "crei ricchezza". E questo sarebbe un problema anche dopo un crollo.

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  5. Ricordate quando lo scorso novembre quando la Yellen affermava di come l'economia americana questa volta fosse depurata da bolle?

    Subprime Auto Boom Besieged by Late-Payment Jump: Credit Markets

    Ma sicuramente nessuno poteva prevederlo. Stanno divorando viva la classe media.

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    1. Sai per chi ha votato la classe media lavoratrice non rappresentata e sfruttata alle ultime europee inglesi?
      Votare serve ancora. Nonostante tutto.

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    2. http://blog.ilgiornale.it/foa/2014/06/14/fermare-farage-ad-ogni-costo/

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  6. MAH...
    Visto che pubblica le sue considerazioni su internet e lascia libero uno spazio sotto per i commenti, immagino che non le dispiacerá di ricevere anche qualche critica.
    E' un articolo (il primo suo che leggo) infarcito di troppa penosa confusione, oltre che di una buona dose di errori di ortografia. Le idee buone che vi si trovano non sono sviluppate in un quadro coerente in grado di dare al lettore una spiegazione comprensibile della realtá. Fondamentalmente parla per slogan senza dare spiegazioni, il che li fa sembrare semplicemente copiati e incollati da altre fonti.
    E' un peccato, perché il pensiero libertario in Italia é stato da sempre soggiogato al pensiero dominante in ambito accademico, che é quello socialista/statalista/redistributivo, non ha mai raggiunto la chiarezza logica ed espositiva di quello anglosassone, e l'orgoglio di essere un modo di pensare corretto. Ci sarebbe un gran bisogno di divulgatori capaci, alla Sowell o alla Hazlitt.
    Apprezziamo comunque il suo tentativo.

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    1. Ciao dsimonc.

      Essendo questo il suo primo articolo che legge, dovrebbe approfondire meglio le tematiche affrontate da questo blog, perché nel corso degli anni in cui è stato attivo ha presentato un ventaglio di argomenti abbastanza ampio. Di conseguenza urge la necessità di dare per scontati (a volte) alcuni argomenti poiché, come già detto, elaborati sufficientemente in passato. Data la sua premura, quindi, vedrò di accogliere questa critica e sviluppare maggiormente la teoria nelle prossime puntate.

      Nel frattempo, se qualcosa non le è chiaro, non si faccia remore a chiedere.

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  7. F. Simoncelli svolge un'opera meritoria e preziosa di formazione e informazione economica per la quale va sinceramente ringraziato. Qualche articolo in effetti è un po' difficile (anche i commenti di DNA e GDB non sono da meno, anzi...) e forse ci sarebbe bisogno (mi permetto un suggerimento) di una sezione che presenti la teoria economica austriaca con poche e semplici parole: una specie di "Austrian economics for dummies" (credo saprebbe farlo benissimo). Altrimenti qualcuno potrebbe sentirsi respinto da un approccio all'economia che vuole andare invece in direzione esattamente opposta, cioè verso un' educazione economica aperta a tutti, popolare ma rigorosa nello stesso tempo, se si può dire così.
    La garbatissima risposta a dsimonc, riportata qui sopra, dimostra inoltre che Simoncelli ha la pazienza (e la barba)del "maestro" (pure un po' venerabile...)
    In effetti c'è qualche svista formale di troppo, e questo un po' dispiace:
    acchitto - acchito
    affibiato - affibbiato
    progresivamente - progressivamente
    barattro - baratro
    Ma di questo ne parleremo più avanti - Ma di questo parleremo più avanti / ma ne parleremo più avanti
    et alia..
    Ma non c'è un correttore automatico?
    Oppure mi propongo io come revisore linguistico ; ) (prezzo modico, s'intende...)

    Stefano G.

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    1. Ciao Stefano.

      Per quanto riguarda una spiegazione della teoria austriaca "for dummies", scritta di mio pugno, qualche articolo del passato nel tag "Zombie Wars" la contiene. (Alcuni esempi li puoi trovare qui, qui, qui, qui, qui, e qui; poi ho cercato di riassumere quanto più possibile l'impianto teorico austriaco scrivendo questa favola.) Però sto cercando di rimediare a questa "lacuna" presentando per il pubblico un libro (o manuale) che va proprio in questa direzione. Dovrebbe uscire questo autunno pubblicato in ebook/ersione cartacea dalla rivista per cui spesso scrivo The Fielder. Inoltre, sotto l'immagine di presentazione di questo blog c'è la barra di navigazione in cui è presente una voce: "Per iniziare". Sono articoli dei più illustri autori della scuola austriaca e credo di aver scelto quelli di più facile comprensione.

      Comunque, lo ripeto, qualsiasi cosa sfugga non fatevi prendere dallo "sconforto iniziale" e chiedete. :)


      PS: il correttore automatico di blogspot fa un pò schifo, quindi tendo ad evitarlo; mi scuso con voi lettori per gli errori di battitura e di ortografia, cercherò di fare più attenzione in futuro.

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  8. Non arrendetevi mai!
    Qui si impara la liberta' individuale cioe' la responsabilita' personale. E si capisce chi e cosa rappresentano minacce per la liberta'.

    L'economia e' la scienza sociale che studia le azioni umane. Le relazioni economiche tra gli individui. I loro scambi liberi perche' volontari.
    Non c'e' bisogno d'altro che di far rispettare i contratti. Nessuno deve interferire in uno scambio volontario. Nessuno deve e puo' arrogare a se stesso il diritto di orientare gli scambi degli altri. Nessuno sa piu' degli altri cosa accadra' in futuro.
    E nessuno deve controllare il mezzo di scambio scelto dai protagonisti dello scambio.
    Se qualcuno puo' controlare il mezzo di scambio (il denaro), puo' crearlo, puo' stabilirne il valore, la natura, puo' svalutarlo o confiscarlo, basarne il valore solo sulla forza e l'imperio, dematerializzarlo a piacimento, ecc ecc fino a snaturarlo da mezzo economico a mezzo politico cioe' a strumento per esercitare il Potere, ebbene, questo significa togliere a tutti la proprieta' del denaro ed anche il possesso e significa togliere la liberta' a tutti illudendo con la promessa di garantire la sicurezza.

    Scrivo col tablet, col cellulare, con la tastiera. Spesso capita di fare errori di battitura. Mi scuso.

    In ogni caso non arrendetevi. La liberta' merita ogni sforzo.


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    1. Non so chi di voi ha visto il film Balle Spaziali, ma questa versione "super veloce" della teoria austriaca ricorda molto la scena del matrimonio. :D

      Comunque, davvero esaustivo ed efficace dna.

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    2. "L'economia e' la scienza sociale che studia le azioni umane. Le relazioni economiche tra gli individui. I loro scambi liberi perche' volontari"

      No! Nessuna delle tre definizioni che ha dato ha senso
      L' economia é la scienza che studia l'allocazione di risorse scarse che hanno un uso alternativo.
      I due principali modi che oggi esistono per allocare le risorse sono la democrazia e il mercato.
      Sono tra di loro, di principio, incompatibili. La societá in cui viviamo cerca di farli convivere ponendo dei confini arbitrari tra i due ambiti.
      Se pensi che il mercato sia l'unico vero modo di allocare le risorse, e che la democrazia sia sostanzialmente una fesseria, allora sei un austriaco.

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    3. Attenzione, sta facendo confusione con la catallattica. La prima frase nella citazione basta ed avanza a descrivere cos'è l'economia a chi chiede una piccola pillola di conoscenza sulla materia.

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    4. Sempre a parlare difficile...
      Se non ci fosse scarsitá non ci sarebbe nessun bisogno di economizzare, e quindi non ci sarebbe nemmeno l'economia. Ma l'azione umana ci sarebbe lo stesso.
      L'economia non si occupa dell'utilizzo dell'ossigeno nell'aria, perché non é una risorsa scarsa: uno puó respirare in fretta finché vuole (azione umana), ma per gli altri ce ne sará sempre a sufficienza.
      Indi una definizione che dice "l'economia é la scienza che studia le azioni umane" é una definizione sbagliata.

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    5. Come sucsa? Parlare difficile? Sto semplicemente usando la terminologia corretta in base al quadro di riferimento. L'azione umana è l'a-priori attraverso il quale ogni individuio estende la sua volontà al resto del mondo. Si passa dal noumeno al fenomeno, ovvero, dal pensiero di azione all'azione vera e propria. L'economia, in quanto scienza sociale, va a studiare questo processo per determinare come esse influenzeranno l'azione di coloro i quali riceveranno/subiranno la prima azione.

      Prima di dire "due persone scambiano beni mediante mezzi economici", dobbiamo considerare come l'individuo si sposti da uno stato di quiete ad uno stato di azione.

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    6. >>Prima di dire "due persone scambiano beni mediante mezzi economici",

      Io non ho sicuramente detto questo: il ragionamento economico esiste indipendentemente e prima di qualsiasi interazione umana
      "Cosa faccio oggi?" é un problema economico, perché riguarda l'utilizzo di una risorsa scarsa (il mio tempo) che ha usi alternativi. E la teoria economica mi dice che il costo della scelta che faccio é dato dal valore dell'uso alternativo del mio tempo. E' una realtá a cui non posso sfuggire (l' "Economics in one lesson" di Hazlitt). Eppure qui non ci sono scambi o altre persone coinvolte: la catallattica non c'entra niente.
      Quello che invece c'é é la scarsitá della risorsa tempo, perché la mia vita non ha una lunghezza infinita. Se io vivessi all'infinito "cosa faccio oggi?" non sarebbe un problema economico.

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    7. Certo che non lo hai detto, il mio era un esempio esplicativo per cercare di veicolare meglio quanto volessi intendere.. Attraverso la scuola austriaca, gli studiosi hanno a disposizione due strumenti principali per analizzare il mondo che ci circonda e cercare di estrapolarne conoscenze e lezioni preziose: prasseologia e catallattica. Uno studio completo della materia economica passa attraverso il vaglio di questi due strumenti.

      Sebbene l'allocazione delle risorse sia un punto fondamentale nella nostra vita economica, esso è un fenomeno a posteriori nel quadro di riferimento teorico austriaco. Come facciamo a sapere per certo che un investimento o una determinata azione sia proficua o meno? Non possiamo saperlo ex ante, perché le nostre azioni devono confrontarsi con quelle di tutti coloro presenti sul panorama economico. Sebbene sia vero, ad esempio, che per gli individui i ltempo sia una risorsa estremamente scarsa da custodire gelosamente, coloro che lo "sprecano" potremmo dire che lo stanno allocando malamente. E' davvero così? Chi siamo noi per poterlo dire? La teoria soggettiva del valore ci impedisce di trarre siffatta conclusione. Altrimenti dovremmo dichiarare folli tutti coloro che al supermercato, ad esempio, lasciano il proprio posto in fila a coloro che sono venuti dopo.

      L'azione propositiva è il contesto da cui ogni prasseologo (o in gergo comune, economista) deve partire per determinare come un individuo agisce e quali sono (in seguito) gli effetti che questa azione ha sul resto del panorama economico. Se non fosse così, Mises non avrebbe chiamato L'Azione Umana il suo capolavoro...

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  9. danilouxlib@tiscali.it15 giugno 2014 alle ore 10:37

    Ciao Francesco.

    Complimenti per il bell'articolo. La metafora del cadavere profumato è straordinaria, perfetta per l'attuale situzione economica e politica. Me la giocherò all'occorrenza :-)

    Al contempo vorrei chiederti, giusto per fare l'avvocato del diavolo, perchè questo sistema deve collassare. Alla fine il sistema Q-infinity risce sempre a cavarsela con l'ultima dose di stimolo.
    Perchè secondo te la prossima dose di "necessaria" somministrazione monetaria non avrà l'effetto di spazzare via il debito dalle spalle dei debitori?
    E perchè ciò è riuscito dal 1971 ad ora?
    Il debito aggregato Usa è 3,5 volte del suo Pil, quale è Il punto di non ritorno? Qual'è il punto in cui o il dollaro fa crack o gli Usa defaultano?

    In ultimo, se ho ben capito, tu ritieni che l'azione "espansiva" di Mario Draghi sia un bluff. L'azione sul tasso d'interesse non può espandere il credito, perchè il mercato non vuole credito e al contempo l'azione di tassi negativi sulle riserve non ha anch'essa effetti stimolanti. L'aquisto di Abs dai bilanci delle banche non ha effetto diretto sull'offerta di moneta. Come credi che lo zio Mario se la caverà per pompare M1?

    In ultimissimo. Ho letto nell'ultimo post di Detlev Schlichter questo

    "Deposits at the central bank are bank reserves. They cannot be transferred and cannot be lent to non-banks because non-banks do not have an account at the central bank. Banks can lend these balances to other banks but the banking sector in aggregate cannot get rid of them. This means that at the new negative deposit rate the banking industry will pay about €220 million to the ECB every year and they can do precious little about it .

    How can this potentially be stimulating? – Individual banks that sit on large reserves may try and reduce their balances at the ECB by creating extra loans. When banks extend new loans they also create extra deposits (new money). Some of these deposits may flow to other banks, which means reserves also flow to other banks, that is, the balances at the ECB of the first bank (the credit and money creating bank) shrink. (Again, this does not lower balances at the ECB in aggregate.)

    Cosa ne pensi?

    Ti saluto

    Danilo

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    1. Ciao Danilo.

      Adoro i miei lettori. Non so come fate ma riuscite ad anticipare gli articoli di imminente pubblicazione. O sono io che faccio centro quando si tratta di soddisfare la vostra sete di conoscenza :D
      Sta di fatto che i tuoi quesiti, Danili, saranno analizzati nel dettaglio negli articoli della settimana iniziante il 23 giugno. La carrellata di post verterà su un unico filo conduttore: il default degli USA, quando e come.

      Comunque non farò mancare una risposta a questo commento. L'elaborazione però richiede tempo, e al momento ne sono alquanto carente. Non ti preoccupare, però, più tardi mi farò perdonare.

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    2. Eccomi qui. Andiamo, quindi, con ordine.

      1) Perchè secondo te la prossima dose di "necessaria" somministrazione monetaria non avrà l'effetto di spazzare via il debito dalle spalle dei debitori? Il debito aggregato Usa è 3,5 volte del suo Pil, quale è Il punto di non ritorno? Qual'è il punto in cui o il dollaro fa crack o gli Usa defaultano?

      Inizio col dire che a seguito dello scoppio della bolla greca, quello che stiamo vedendo oggi è una lenta agonia del settore privato. Le azioni della BCE sono direzionate ad assecondare un deleveraging di Main Street, mentre il settore pubblico (sprofondando nel debito) cerca di fare da cuscinetto nel processo per minimizzare gli urti. Questo significa espansione del welfare state. Questo significa aumento della tassazione. Questo significa aumento della spesa. Sebbene lo stato sia favorito in questo processo, grazie ad un mercato artificialmente favorevole all'acquisizione di pattume obbligazionario statale, l'erosione (non vista) del tessuto economico che ne deriva è esponenzialmente stritolante nei confronti del settore industriale e quello produttivo in generale.

      Essendo il settore statale stesso il più grande investimento improduttivo in circolazione, il suo continuo assorbimento di risorse reali disintegrerà progressivamente il bacino dei risparmi reali. (La situazione attuale è potuta andare avanti perché tale bacino è rimasto positivo, ma una volta che diventerà stagnante e poi negativo saranno guai seri per l'establishment.) Quindi è per questo che una qualsiasi altra monetizzazione dei debiti non farà altro che rimarcare ed acuire la legge dei rendimenti decrescenti. Portogallo, Spagna, Italia, Irlanda, Grecia, sono tutte assuefatte dall'ingurgitamento dell'elisir del debito. Mi dispiace per loro, ma non funzionerà. A tal proposito, ho dedicato questo articolo per spiegare più approfonditamento quanto detto.


      2) [...] Come credi che lo zio Mario se la caverà per pompare M1?

      Per quanto riguarda M1, credo che la strategia per gonfiarlo artificialmente passi attraverso la campagna di denigrazione nei confronti del contante. L'attuale digitalizzazione e trasformazione del circolante in depositi bancari penso che sia un modo per conferire alle banche un'apparente solidità di bilancio e fiducia agli occhi della popolazione (così come negli anni '30 fece l'istituzione del FDIC, ad esempio), oltre ad essere un escamotage per controllarla e spingerla ancora di più sulla via verso la schiavitù. Lo stesso discorso potremmo farlo per M2 ed i depositi postali. L'ennesimo trucco, insomma.


      3) La mossa di Draghi sui tassi negativi dei depositi era solo marketing. Non credo la BCE voglia rischiare di spignere le banche commerciali a caricare di tassi negativi i propri clienti, quindi l'ultimo show non vedrà ulteriori tagli per quanto riguarda i tassi dei depositi. Inoltre, come dico nell'articolo, le riserve in eccesso sono state quasi completamente ri-assorbite. Questo significa che i prestiti LTRO di due anni sono stati quasi completamente ripagati. Probabilmente, con indicato anche nel rapporto H.8 della FED, parecchie banche europee hanno depositi presso la FED, quindi credo che da questo punto di vista possano dormire tranquille.

      Al momento, comunque, non credo che le banche siano propensa ad estendere il credito all'economia più ampia. O almeno non ai livelli pre-crisi. Coloro che popolano questi istituti di credito sono furbi abbastanza da aver capito come i loro pari siano in condizioni davvero pessime dal punto di vista dei bilanci. Non possono rischiare margin call da parte di altre banche nel caso in cui ci siano crediti da riscuotere.

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    3. Per la risposta n°1 basterebbe ricordare che il paradosso di Zenone su Achille e la tartaruga è falso, poiché non è possibile ridurre la distanza tra i due con continuità, ovvero in un numero infinito di passi.
      Contestualizzando: i banchieri centrali e simili pensano che la realtà non giungerà mai a suonare la campana a morto per loro.
      Tuttavia, in caso dovessero sbagliarsi, stanno già provvedendo a far pagare i loro errori a chi non c'entra nulla, che nel paradosso di cui sopra potrebbero tranquillamente essere gli spettatori di una gara idiota come quella tra una tartaruga e un uomo.

      Riccardo Giuliani

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    4. >>In ultimissimo. Ho letto nell'ultimo post di Detlev Schlichter questo

      A questo le rispondo io
      Le riserve sono immesse nel circuito bancario in modo diverso negli Usa o in Europa. Negli USA la Federal Reserve compra titoli di stato sul mercato, in Europa invece la BCE fa dei prestiti alle singole banche tramite un sistema di aste. La conseguenza é che il livello aggregato delle riserve bancarie negli USA é deciso dalla banca centrale, mentre nell'area euro la banca centrale non ha questo potere: subisce invece il comportamento delle banche, e non puó decidere unilateralmente la dimensione del proprio bilancio.
      Imporre una "tassa" sulle riserve alle banche in Europa é quindi un'arma spuntata in partenza, persino controproducente.
      Ha senso solo se si guarda alla distribuzione delle riserve stesse: le banche del nord Europa hanno un eccesso di riserve, mentre quelle dei PIIGS una carenza (una conseguenza del fatto che nel 2010-2012 molti depositi si spostarono verso le banche tedesche, e nel contempo le banche tedesche smisero di fare prestiti ai paesi del sud Europa), fatto che é parzialmente responsabile dei diversi tassi di interesse tra le due aree. Draghi, mettendo un tasso di interesse negativo sulle riserve, e quindi facendole diventare per cosí dire una cosa che nessuno vuole avere in piú del minimo necessario, mira ad influenzare il comportamento delle banche tedesche.

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  10. Sempre piu' attuale...

    http://www.youtube.com/watch?v=Jb-JZPmiEOI&feature=youtube_gdata_player

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  11. Non è che si sta facendo confusione tra "Economia" e "Fare economia"? Che non sono proprio la stessa cosa ...

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