mercoledì 21 maggio 2014

Un modo per sopravvivere alla prossima bolla del debito





di David Stockman


In Cina c'è la più grande bolla immobiliare e la più grande bolla del credito della storia. Un'intera nazione di 1.3 miliardi di persone è letteralmente impazzita per immobili, indebitamento, speculazione, imbrogli, menzogne e furti.

La fonte di questa epidemia non è un difetto nella cultura o nel carattere cinese — e neppure il tipo di avidità e ingordigia che affligge tutti i popoli nelle ultime fasi di una bolla finanziaria.

La causa è la follia monetaria. Il presidente Mao non aveva del tutto torto quando proclamò che il potere politico scaturisce dalla canna di un fucile — soggiogò una nazione di un miliardo di persone sulla base di tale principio. Ma fu la scoperta di Deng che salvò il regime tirannico del partito comunista di Mao dalla calamità dei suoi folli esperimenti economici post-rivoluzione.

Proprio nel momento in cui la Cina annaspò verso il Grande Balzo in Avanti, dopo 40 milioni di morti per carestia ed una psicosi di massa dovuta alla Rivoluzione Culturale, Deng imparò che il potere poteva essere mantenuto ed esteso attraverso una stampante. E questo è il cuore del cosiddetto miracolo economico cinese. Non si tratta del capitalismo, contro cui i giocatori di Wall Street e Londra hanno ragliato per quasi due decenni; si tratta di un caso monumentale di inflazione monetaria che non ha precedenti.

All'inizio del nuovo secolo l'indebitamento totale nel mercato del credito USA era pari a circa $27 bilioni, e abbiamo continuato a seguire questa strada. L'indebitamento totale nel mercato del credito è arrivato ora a $59 bilioni — quindi l'America è sprofondata nel debito ad un tasso annuo del 7%.

Ma levati di torno America! All'inizio del XXI secolo, la Cina aveva raggiunto circa $1 bilione di debiti nei mercati del credito, ma dopo un ritmo incessante di "indebitamento e costruzione di immobili" durato 14 anni, ora ne trasporta circa $25 bilioni. Questa stupefacente crescita del debito è avvenuta nel contesto di un sistema economico ideato e gestito da burocrati di partito che avevano imparato la loro economia dal Libretto Rosso di Mao!

Ciò significa che non è esistito alcun sistema bancario valido in Cina — solo agenzie di stato gestite da agenti di partito, il cui modus operandi parcellizzava le quote del credito nazionale e le faceva ricadere a cascata su una vasta catena di comando nelle contee, nelle borgate e nei villaggi. Non sono mai esistiti prezzi finanziari validi in Cina — tutti i tassi di interesse ed i tassi FX sono stati ancorati e regolati fino all'ultima cifra; né vi è mai stata alcuna contabilità onesta — i prestiti si sono perpetuamente basati sul detto "aspetta e spera."

E, manco a dirlo, non esiste un sistema di disciplina nei bilanci basato sul diritto contrattuale. Solo in quest'ultimo secolo il PIL della Cina è cresciuto di $10 bilioni — vale a dire, c'è stato un boom in tutto il paese che al confronto la corsa all'oro in California sembra una scampagnata. Eppure in tutta questa frenesia non ci sono stati quasi mai errori, tracolli settoriali, musi lunghi o addirittura fallimenti personali. Quando di tanto in tanto qualcosa è andato storto con un "investimento," i "cercatori d'oro" dell'era moderna si sono riuniti per le strade in folle rumorose e hanno allungato la mano per essere salvati — una cortesia che il governo ha sempre concesso.

Così, in due decenni, la Cina ha costruito una grande economia di Ponzi che è marcia fino al midollo. Ha 1.5 miliardi di tonnellate di acciaio, ma un "volume di vendita" di meno della metà — cioè, la domanda di acciaio per automobili, elettrodomestici ed edfici una volta che svanirà l'attuale sbronza per la costruzione di cattedrali nel deserto. Lo stesso vale per le sue industrie nel settore del cemento, le costruzioni navali, quelle solari ed il settore dell'alluminio — per non parlare dei 70 milioni di appartamenti di lusso vuoti e le vaste distese di autostrade, ferrovie veloci, aeroporti, centri commerciali e nuove città.

In breve, la gigantesca bolla del credito cinese rappresenta il più grande malinvestment delle varie risorse economiche — manodopera, materie prime e beni strumentali. In effetti i porcili nelle campagne sono stati riempiti di rame e i quartieri urbani rimpinzati di vetro e cemento; accorgimenti che non rendono nulla, ma in questo schema di Ponzi cinese ognuno di essi è diventato "garanzia" per altri "prestiti."

La Cina si è diretta verso i confini economici del pianeta — in quelle che potremmo definire Terre Monetarie Sconosciute — il quale si basa sul principio circolare del prestito, della costruzione e di altri prestiti. In sostanza, si tratta di una gigante re-hypothecation dove il "debito" di uno diventa "l'attivo" di un altro.

Così i governi locali si ritrovano magri introiti, ma enormi debiti basati sulla sopravvalutazione delle terre. Gli imprenditori minerari affrontano un crollo dei prezzi e dei ricavi, ma allo stesso tempo anche un'impennata a doppia cifra dei tassi di interesse sui prestiti bancari ombra garantiti da riserve di carbone sopravvalutate. I cantieri navali non hanno ordini, ma enormi debiti garantiti dalla costruzione di nuove baie. Gli speculatori hanno collateralizzato enormi scorte di rame e di ferro a prezzi che stanno già diventando storia antica.

La Cina è sulla cuspide della più grande margin call della storia. Una volta che i valori degli asset inizieranno a declinare, le sue piramidi di debito si ritroveranno esposte a fallimenti e crolli. Indubbiamente il governo lotterà per mantenere viva la prosperità attraverso la stampante, forse ci riuscirà per un altro mese o trimestre, ma si stanno formando crepe ovunque perché la frenesia del credito è stata troppo estrema. Forse Zhejiang Xingrun Real Estate, che è andata a gambe all'aria la scorsa settimana, è il catalizzatore finale, ma ce ne sono altre migliaia messe nelle stesse condizioni. Come la canna del fucile di Mao, anche la stampante ha una "data di scadenza."

Dei $562 milioni (RMB3.5 miliardi) che deve a debitori, $112 milioni sono stati presi in prestito da 98 soggetti privati a tassi di interesse annui che raggiungono anche il 36%, almeno stando alle recenti rivelazioni da media cinesi. Sotto tale tipo di pressione, l'unica sorpresa è che il default non sia avvenuto prima. La società ha faticato per anni nel tentativo di trovare i capitali; il presidente è sospettato di aver preso in prestito $38.6 milioni da "mutui falsi."

Ma prima che Xingrun venga bollata come la peggior impresa edile della Cina, è importante capire come sia finita nel caos e quali fattori specifici l'abbiano portata al collasso, o almeno sull'orlo del collasso (i funzionari statali continuano ad affermare il contrario).

Xingrun ha sede a Fenghua, una città che fa parte della contea di Ningbo situata sulla costa orientale della Cina; l'attività ha iniziato ad aver problemi dal 2007. L'azienda, dopo essersi assicurata il sostegno del governo ed essersi fusa con un'altra impresa edile in difficoltà, ha tentato di costruire condomini in un villaggio chiamato Changting. Il progetto richiedeva la costruzione di una serie di case temporanee per i residenti, prima che il villaggio esistente potesse essere abbattuto e che potessero essere finiti i condomini. L'inizio fu previsto nel primo semestre del 2012. Xingrun aveva previsto che sarebbe riuscita a pagare i suoi debiti entro tre anni.

Il progetto non è mai arrivato alla fase di costruzione. Infatti, le piccole case del villaggio sono ancora in piedi. Xingrun ha costruito le case di transizione per gli abitanti del villaggio, ma non c'è alcun segno del suo prodotto principale: i condomini. Nulla è accaduto perché il progetto è finito male e la società è finita in tribunale.

Questo spiega perché Xingrun non era in grado di ripagare i suoi prestiti. Ma perché si è arrivati ​​così vicino al collasso? I suoi problemi con il progetto Changting sono persistiti per anni, ma l'azienda ha semplicemente rinnovato i prestiti e ne ha contratto altri a tassi elevati da istituti di credito privati​​.

Un problema per gli imprenditori edili a corto di capitali nella zona di Ningbo, è che i creditori privati ​​non vogliono più concedere prestiti alle imprese ad alto rischio. In realtà, rivogliono indietro i loro soldi. Questo è solo uno dei problemi che affliggono Xingrun. Stanno diminuendo due cose: il valore degli immobili in alcune aree di Fenghua e la fiducia che gli imprenditori edili possano ripagare i tassi di interesse vertiginosamente alti.

Nemmeno le banche sono tanto disposte a concedere credito agli imprenditori edili. In passato, un'impresa edile come Xingrun poteva chiedere più creadito alla filiale locale di una banca commerciale. La filiale locale si sarebbe presa questo rischio perché sapeva che i funzionari statali promuovevano il prestito.

Tale sostegno non esiste più. Ora, quando gli imprenditori edili mendicano credito alle banche locali, è probabile che vengano allontanati. Ai dirigenti bancari locali viene detto che possono estendere il credito ai mutuatari a rischio, se lo desiderano, ma adesso saranno loro ad essere ritenuti responsabili di eventuali perdite.

In questi giorni il rischio alto è qualcosa che nessuno sembra disposto a digerire – in netto contrasto ad appena un anno fa.

Fenghua è una piccola città, e la portata di Xingrun al di là di quella zona è limitata. Gli analisti sono stati audaci nel dire che un suo default non genererà un rischio sistemico. Il quadro generale della regione, tuttavia, non può essere ignorato.

I guai di Xingrun sono ancora i mali delle autorità locali. Il default aggiungerà $305 milioni (RMB1.9 miliardi) ai prestiti non performanti di Fenghua, spingendo al 5.27% la percentuale di asset tossici e rendendo la provincia di Zhejiang la più indebitata (secondo i calcoli del quotidiano The Economic Observer).

Aggiungete ai problemi di Fenghua quelli della grande regione di Ningbo. La zona ha come minimo sei anni di patrimonio edilizio vuoto o in costruzione. La selva di costruzioni metterà grande pressione agli imprenditori edili affinché rimborsino i prestiti, soprattutto se gravati da tassi di interesse alti. Un rallentamento dei prezzi degli immobili non farà altro che aggiungere benzina al fuoco. Senza un salvataggio da parte delle banche provinciali, Fenghua non sarà l'ultimo governo locale bloccato in un groviglio di guai finanziari.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


3 commenti:

  1. finalmente da emegente ad emersa

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  2. Non essendoci mercato veramente libero, la selezione la farà ancora la politica. Alcuni verranno salvati, altri verranno abbandonati al loro fallimento.
    Tuttavia, pur essendo stampatori accaniti e soffiatori compulsivi di bolle, hanno avuto la buona idea di rifornirsi di oro fisico. E questo un ruolo lo svolgerà sicuramente quando il gioco si farà duro.
    Tra l'altro tutto quell'acciaio in eccesso troverà uno sbocco nelle ferrovie transafricane, piuttosto che in nuovi armamenti navali e terrestri. E gli accordi crescenti con i Russi sono un'altra contromisura opportuna. Insomma, credo che il loro governo continuerà ancora a lungo a dirigere le sorti di quel Paese. Nonostante il grande cumulo di follie monetarie compiute. Chi ha il coltello dalla parte del manico se la cava.
    Da noi, invece, il crollo eventuale della economia manipolata cinese verrà istantaneamente attribuito all'insostenibilità del capitalismo e del libero mercato. Tanto per non sbagliare.

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  3. Come ben ricorderete questo fine settimana sarò assente per partecipare al convegno del Mises Italia durante l'evento Matrix Economy. Il blog verrà aggiornato lo stesso, ma non potrò rispondere ai commenti postati. Tornerò attivo nella giornata di lunedì. A presto.

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