venerdì 23 maggio 2014

Lo specchietto per le allodole





di Francesco Simoncelli


[Questo articolo è apparso anche sul magazine online The Fielder.]


Sono sempre più divertito dall'escalation che sta prendendo piede nel dibattito sull'inflazione vs. deflazione. Pare di essere al campetto di calcio, o di essere regrediti allo stadio di pre-adolescenza in cui si fa a botte per sostenere che la propria squadra sia la migliore dell'universo. Il campo viene diviso ed ognuna delle due squadre si prende a randellate sulla testa. Uno spettacolo curioso da vedere, soprattutto se cerchiamo intrattenimento, ma dal punto di vista economico-sociale è una disfatta della ragione. Eppure si è cercato di sottolineare più e più volte quali fossero le differenze epistemologiche di entrambi i fenomeni. Siamo d'accapo, un nuovo giro di fallacie montate su un argomento inesistente. Così si è aperta l'ennesima relazione di Mario Draghi: all'insegna del nulla. La BCE continua a sostenere il mercato obbligazionario con la sua promessa di intervento, il settore bancario commerciale accumula quanto più pattume obbligazionario statale possibile, questo tira giù i loro rendimenti, il settore bancario commerciale quindi utilizza folli rapporti di leva finanziaria per giocare d'azzardo in borsa e ottenere rendimenti soddisfacenti per i propri bilanci, e gli errori crescono a dismisura. Le vette a cui è arrivato il settore azionario fanno rabbrividire. Cosa significa? Che l'atterraggio sarà fragoroso.

Proprio in questo momento negli Stati Uniti è in atto una reflazione della bolla immobiliare, la quale è stata rigonfiata, otlre che dalla disponibilità di credito a buon mercato per gli istituti di credito, anche dall'enorme leva finanziaria con cui vengono sovvenzionati i titoli tossici. Se prima dello scoppio della bolla del 2008 le cartolarizzazioni impacchettavano caterve di mutui e venivano sponsorizzate come titoli sicurissimi, ora si stanno concentrando sui flussi di pagamento di quei poveri fessi che hanno una casa in affitto. I grandi player della finanza moderna, in combutta con i pianificatori centrali, hanno aspettato pazientemente davanti ai tribunali e hanno creato volume con tutte quelle proprietà finite all'asta. Si sono lanciati in una nuova attività: buy to rent.

Illusioni di ripresa. Il tasso dei mutui è sceso, certo, ma non appena questi grandi player tireranno la catena e usciranno "di casa," potremmo dire addio ai dolci segnali che per anni Bernanke si è sforzato di inanellare. Il mercato del lavoro è ancora a pezzi, con le unità nella forza lavoro in drastico calo: quanto ci metteranno questi poveracci a divenire impossibilitati nel pagare costantemente l'affitto? Tutto inizia con qualche "piccolo" default, per trasformarsi in una gigante supernova di fallimenti. Fioccheranno le margin call, questo è certo. E data l'interconnessione del settore bancario commerciale odierno, i guai finanziari americani ci metteranno poco a trasferirsi a quelli europei. Le banche europee, infatti, non sono in condizioni migliori. I fondamentali economici non sono più affidabili, visto che raccontano una storia diversa da quello che è la realtà. Cosa ci dice la realtà? Siamo sommersi in un coacervo di azzardo morale. I banchieri centrali vanno a tentoni. Sperimentano giorno dopo giorno.

Se non fosse così le conferenze stampa di Draghi e di Bernanke non sarebbero state così spudoratamente uguali l'un l'altra, come è accaduto negli ultimi 4 anni a questa parte. Non sanno cosa fare. Hanno inserito nel sistema una bomba a tempo pronta ad esplodere in ogni momento qualora le banche commerciali dovessero riprendere ad estendere il credito all'economia più ampia. Quando accadrà? Non lo sanno. Perché? Perché stanno aspettando una ripresa dell'economia. Come faranno a saperlo che l'economia sarà su un sentiero di sostenibilità? Ecco il punto: non lo sapranno mai. Qualsiasi ripresa che verrà sventolata davanti all'opinione pubblica sarà solamente di natura nominale, non reale. I pianificatori centrali sperano che un piccolo deleveraging del settore privato possa fare la magia. E poi? Stessa storia di prima: non si sa cosa fare.

Ci ammazzeremo dalle risate soprattutto il mese prossimo, ora che Draghi ha rimandanto ancora una volta l'implementazione di un QE; ciò ha permesso ai trader di andare long sull'EURUSD e portare più in alto il valore di cambio dell'euro nei confronti del dollaro. Un incubo per i pianificatori centrali europei, i quali si ritrovano in svantaggio nell'odierna guerra delle valute. Il mercato non tollererà un ulteriore ritardo da parte di Draghi, c'è in gioco la sua credibilità ora. La credibilità della BCE. E qui si inserisce l'attuale discorso inflazione vs. deflazione, il quale non fa altro che giustificare per l'ennesima volta agli occhi dell'opinione pubblica quanto lo stato (in realtà) abbia bisogno di liquidità a buon mercato per lenire il peso dei propri debiti.




Le entità che non creano ricchezza hanno bisogno di fondi per sopravvivere, perchè stanno prociugando voracemente il bacino della ricchezza reale tassando e sperperando le risorse che raccolgono dai popoli che governano. Tanto per cambiare, i prezzi al consumo (anche se prendiamo come riferimento il CPI europeo) non sono affatto in calo.




In questo contesto di fumo negli occhi e nebbia fitta, gli attori economici devono muoversi per condurre in un certo modo armonico i loro affari. Ogni loro azione viene ponderata con quello che hanno di fronte, ma se di frotne hanno un muro oltre il quale non è possibile orientarsi, è chiaro che molto probabilmente faranno scelte sballate. Per colpa loro? In parte. Ma soprattutto perché l'ambiente che prima utilizzavano come riferimento, è stato progressivamente invaso da incertezza e confusione. Sarà superfluo ricordarlo, ma la storia è sempre quella: i pianificatori centrali hanno spezzato il meccanismo attraverso il quale gli attori economici riuscivano a trasmettere nell'ambiente economico le informazioni vitali attraverso le quali l'ecnomia avrebbe potuto prosperare. L'ambiente presumibilmente favorevole al prestito, ad esempio, in realtà non lo è. Il mercato corre su due binari ormai: quello "ufficiale" e quello ombra.

Le forze di mercato sono la montagna che si staglia per mantenere vivo un ambiente economico funzionante attraverso le sue direzioni, la pianificazione centrale spinge affinché vengano mantenute in vita entità economicamente insostenibili. Quest'ultima è un treno che si infrangerà inevitabilmente contro l'oggetto inamovibile. Sarà un bel botto.

Le banche centrali non sono onnipotenti. Non possono dirigere con una bacchetta i dati economici. Possono manipolarli, nasconderli, torcerli, ma non possono indirizzarli come vogliono. Non hanno questo potere. Li influenzano pesantemente, ma non li obbligano a finire laddove fà loro più comodo. Le banche centrali hanno pieno potere sulla base monetaria, ma non sugli aggregati monetari più ampi. Questi ultimi sono cresciuti inesorabilmente negli ultimi anni, facendo percolare parzialmente il denaro creato da poco dai banchieri centrali. La BCE ha continuato a sostenere le azioni delle banche commerciali, è ancora il loro protettore. Basta mostrare la garanzia: bond statali. Infatti, M2 è passato dai €8,989.4 miliardi nel 2012 ai €9,282.1 miliardi a marzo di quest'anno; e la valuta in circolazione è aumentata dai €863.9 miliardi nel 2012 ai €926.3 miliardi a marzo di quest'anno. Nonostante l'ambiente "potenzialmente" favorevole, invece, i prestiti sono scesi inesorabilmente.




Oltre alla mancanza di volontà da parte delle banche commerciali di estendere nuovo credito, c'è la riluttanza degli individui stessi che preferiscono non avere debiti in un ambiente simile. La distorsione dei pianificatori centrali ha intorbidito i meccanismi di trasmissione delle informazioni economiche tanto da farli impazzire. In questo modo la velocità di circolazione del denaro è diminuita, gli individui acquistano meno prodotti per unità di tempo e con un'euro "più forte" il prezzo delle improtazioni cala. E' per questo che il CPI mostra un rallentamento. Questo significa solo una cosa: le forze di mercato stanno spingendo ancora la recessione. E' stato impedito al mercato di ripulirsi, ma esso ne ha bisogno. Quindi le forze di mercato agiscono per implementare questa soluzione. Infatti, i consumatori si sono seduti e stanno aspettando. E' una corda sottile quella su cui stanno camminando i banchieri centrali, è il vento si sta facendo sempre più forte. L'altezza è rappresentata dalla quantità di pattume accumulato finora nel mercato dei derivati: $441 bilioni. Per non parlare delle passività non finanziate degli stati mondiali.

L'attuale periodo è un lasso di tempo caratterizzato da disinflazione, crescita bassa dei prezzi, e non di deflazione; non aspettatevi, infatti, una crescita negativa dei prezzi. Quella è stata accuratamente schivata con i vari LTRO. A gennaio le banche a cui erano stati estesi tali prestiti, ne avevano ripagato circa €450 miliardi. Questo ha permesso di drenare le riserve in eccesso nell'eurozona e di sgonfiare il bilancio della BCE, rispedendo al mittente i bond statali precedentemente inglobati nel bilancio della BCE. Insomma, l'aumento farlocco di capitale per tamponare le falle di bilancio delle varie banche commerciali europee sta venendo ritirato grazie alla rinnovata fiducia germogliata a seguito del bluff di Draghi. Ma questa diminuzione delle riserve in eccesso ha fatto impazzire i tassi EONIA, segno distintivo di una chiara e crescente mancanza di fiducia nel mercato scoperto del finanziamento interbancario.




“Aggiustata” una cosa, se ne rompono due. Senza ulteriori iniezioni di vita artificiale da parte della BCE, questa situazione non farà altro che peggiorare. I debiti pubblici, senza ulteriori iniezioni di vita artificiale da parte della BCE, continueranno a peggiorare. Ogni azione sconsiderata sarà seguita da un’azione ancora più sconsiderata: la Polonia ha compiuto diversi raid nei fondi pensione, in Argentina ci sono pesanti controlli dei capitali, l’Italia sta tassando alla follia le persone, ecc. Sembra che non ci siano state conseguenze per queste misure ripugnanti. Quindi si alza l’asticella. Nessuna conseguenza (visibile)? Nessun problema. Almeno così sembra… Finirà male.


12 commenti:

  1. il tasso pagato per l indebitamento originario dev essere inferiore alla crescita. questa è la politica monetaria: far indebitare gli stati ad interessi negativi. nell euro, ciò vale per le banche. ecco perché dicono che le banche comandano l eurozona.

    RispondiElimina
  2. Ciao
    fin quando i socialisti di ogni tipo saranno la maggioranza e penseranno che lo stato e' il mezzo per conquistare la giustizia sociale, non cambiera' nulla. Si prosegue e proseguira' a sostenere a qualsiasi costo lo statalismo piu sfrenato e pervasivo.
    Ormai dirsi solo liberali e' insufficiente. Bisogna essere molto piu espliciti e radicali. Ormai il libertarismo e' avanguardia piccola ma solida. Non si torna piu' indietro.

    Costretti consapevolmente a giocare in una partita completamente truccata, conviene, almeno nel breve e provando la propria abilita', accettare le regole del gioco sporco e favorire una tassazione occulta e dstribuita ad una palese e mirata.
    Senso pratico in una realta' oscena. Ma e' la realta' contemporanea.

    RispondiElimina
  3. ragazzi, vi rendete conto che le autonomie locali, per quanto le favorisca, hanno prodotto ras tipo fiorito, scajola, mastella? vi immaginate il principe locale oggi? i clan dei casalesi? sarò eccessivamente disincantato, ma lo share of the power è la cosa migliore. ed oggi siamo, forse, nel migliore dei mondi possibili (cito una massima tratta da un libro delle leggi di murphy: "gli ottimisti pensano che siamo nel migliore dei mondi possibili; i pessimisti pensano che gli ottimisti hanno ragione"). quindi se tutto è incasinato e non ci sta un potere più forte, meglio così. ci sarà un po' di mal di testa, ma nient altro. M l europa, w l europa (M sta per abbasso)

    RispondiElimina
  4. Eh no, gdb. Quelli sono capobastone locali che si approvigionano altrove. Quelli prendono dal centro della fiscalita' nazionale per le clientele locali sulle quali si reggono. Pensa se rapinassero localmente solo per sostentarsi. Questi sono collettori di denaro nazionale canalizzato nel loro feudo. Quelle non sono vere autonomie locali. Ma buchi neri che rubano ricchezza prodotta altrove.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. è vero quel che dici dna, la tua analisi è corretta e precisa. volevo solo limitarmi a sottolineare che anche le autonomie, senza contrappesi, producono sgradevoli ras locali. la mobilita è la risorsa.

      Elimina
    2. Vero. Per questo ti tracciano dovunque. Sempre piu' difficile immaginare l'inafferrabilita'.
      Tempi duri per la Liberta'.

      Elimina
  5. http://m.ilmessaggero.it/m/messaggero/articolo/PRIMOPIANO/705080

    Nigel!!!

    RispondiElimina
  6. Farage disse che avrebbe voluto incontrare Grillo. Da buon libertario desidera che ogni Paese sia guidato e governato dai propri rappresentanti. Non importa se le proposte economiche grilline sono l'opposto di quelle tatcheriane dell'UKIP. Ogni Paese fa le sue scelte e coopera con gli altri liberamente.
    Gli Inglesi col libero mercato e noialtri col socialismo statalista benecomunista.

    Ecco perche' #Italia stai serena...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. http://www.rischiocalcolato.it/wp-content/uploads/2014/05/20140524_124618-650x487.jpg

      Allora, come e' andata a Milano?

      Elimina
  7. Dunque... arriverà la tassa occulta per eccellenza. Preparatevi e fate il vostro gioco.

    Da noi la metà della metà che ha votato ha scelto un non comunista rassicurante e giovane. L'unica faccia presentabile, i suppose.

    Francia e Regno Unito sanciscono la fine di questa Unione Europea. I Tedeschi usciranno per primi?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chissà nel 2018 cosa si potrà comprare con 80euro...

      Le greggi hanno solo bisogno di sognare tranquille...

      Elimina
    2. Intanto, http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2014-05-23/bufera-mercato-oro-fixing-e-stato-manipolato-212557.shtml?rlabs=1

      Ma tanto non cambia nulla.

      Elimina