mercoledì 14 maggio 2014

L'inflazione è un bene per la crescita economica?

Mentre i media mainstream si dilettano a spaventare l'opinione pubblica con il mostro della deflazione, la realtà presenta tutta un'altra versione dei fatti: l'inflazione dei prezzi è più viva che mai. Il paniere con cui si calcolano i prezzi ovviamente non deve contenere simili "assurdità," altrimenti quale altra giustificazione bizzarra potrebbero inventarsi i pianificatori centrali per salvare i loro amiconi di merende? Oltre a martellare gli individui sin da piccoli nei recinti scolastici con la nenia "lo stato è qui per proteggervi," i pianificatori centrali schivano la pallottola della colpa intorbidendo ulteriormente la mente della popolazione accusando presunti "speculatori cattivi" di tutto quello che capita nell'ambiente economico qualora vi sia una crisi. Durante il boom tutto andava bene e la speculazione non era cattiva, poi d'improvviso esplode la sua avidità e si trasforma in uno spauracchio pronto a succhiare l'anima dei poveri cittadini inermi. Grazie agli insegnamenti assorbiti nella scuola dell'obbligo si levano gli scudi a difesa dello stato, domandando a gran voce il suo intervento: controlli dei prezzi. Nonostante si possa essere convinti che questa sia la strada giusta verso la ripresa, in realtà non lo è perché le forze di mercato vengono semplicemente limitate ma non annullate. A lungo andare emergono le inevitabili conseguenze: carenze. Tutto cio' si ripete sempre, ogni qual volta il controllo centrale sull'economia predne il sopravvento sul libero mercato, eppure ancora questa lezione non riesce a venire assorbita dalla maggior parte della popolazione. L'ultima vittima in ordine cronologico è stata l'Argentina. Ce ne saranno altre.
___________________________________________________________________________________


di Frank Shostak


Dopo essersi attestato al 3.9% del luglio 2011, il tasso annuale di crescita dell'indice dei prezzi al consumo (IPC) è sceso all'1.6 % a gennaio di quest'anno. Inoltre, il tasso annuale di crescita dell'indice dei prezzi al consumo meno cibo ed energia mostra una visibile tendenza al ribasso, dal 2.3% dell'aprile 2012 all'1.6% di gennaio.




A causa di un declino visibile nella dinamica di crescita dell'indice dei prezzi al consumo (IPC), molti economisti hanno concluso che questo è il motivo per cui la banca centrale degli Stati Uniti debba mantenere una politica monetaria aggressiva.

Altri economisti, come il presidente Charles Evans della Federal Reserve Bank di Chicago, sostengono addirittura che il calo nel ritmo di crescita dell'IPC abiliti la FED a rafforzare ulteriormente il pompaggio monetario. Questo, dice Evans, invertirà il calo dell'inflazione dei prezzi e porterà l'economia su un sentiero di crescita economica sana. Secondo il presidente della Federal Reserve Bank di Chicago, la banca centrale degli Stati Uniti dovrebbe essere disposta a lasciare che l'inflazione superi temporaneamente il livello del 2%. Ha anche detto che un tasso di disoccupazione di circa il 5.5% e un tasso di inflazione di circa il 2% sono indicativi di un'economia sana.

Ma come è possibile che un aumento dell'inflazione dei prezzi possa rendere più forte l'economia? Se un'inflazione dei prezzi leggermente superiore al 2% rappresenta un bene per l'economia, perché non puntare ad un tasso molto più elevato di inflazione?

Contrariamente a quanto dice Evans, un rafforzamento del pompaggio monetario per alzare il tasso di inflazione dei prezzi acuirà solamente l'impoverimento economico, consentendo la nascita di nuove bolle e il rafforzamento di quelle esistenti.

Aumenterà il ritmo della deviazione di ricchezza dai generatori di ricchezza verso le varie attività non produttive, indebolendo così il processo di generazione di ricchezza.

Evans ed altri economisti sono del parere che un rafforzamento del pompaggio monetario rafforzerà il flusso della spesa monetaria, che a sua volta non mancherà di far crescere l'economia.

Secondo questo modo di pensare un aumento della spesa monetaria di un individuo accresce il reddito di un altro individuo, il cui aumento della spesa accresce i redditi di più individui, i cui aumenti di spesa accrescono i redditi di altri individui, ecc.

Se, per qualsiasi motivo, la gente riducesse le proprie spese questo flusso monetario verrebbe interrotto e l'economia si indebolirebbe. Per rilanciarlo si consiglia che la banca centrale amplifichi il pompaggio monetario. Una volta ristabilito il flusso monetario, esso metterà in moto una crescita economica sostenibile.

Anche in questo caso vi suggeriamo che il pompaggio monetario non può mettere in moto una crescita economica sostenibile. Puo' solo mettere in moto uno scambio di qualcosa per niente, cioè, un impoverimento economico.

Finché il bacino della ricchezza reale è ancora in crescita, il pompaggio monetario puo' creare l'illusione di una crescita economica. Una volta pero' che tale bacino si restringe, va in frantumi l'illusione che le politiche allentate della FED possano mettere in moto una crescita economica.

Se a causa del deterioramento delle infrastrutture la produzione di un fornaio per unità di tempo è ora di 8 pagnotte invece che 10, e la produzione del calzolaio per unità di tempo è ora 4 paia di scarpe invece che 8, allora nessuna quantità di denaro potrà spronare la produzione di ricchezza reale per unità di tempo (cioè, pagnotte e scarpe). Il pompaggio monetario non può sostituire strumenti inesistenti e macchinari.

Al contrario, i detentori di moneta appena stampata che non producono alcuna ricchezza reale, indeboliscono la capacità degli attori economici di creare ricchezza. Come? Deviando a loro favore pagnotte e scarpe, lasciando quindi meno ricchezza reale per finanziare la manutenzione e l'ampliamento delle infrastrutture.

I funzionari della FED dicono questo: una volta che l'economia imbrocca il cosiddetto percorso di crescita sostenibile, la rimozione dello stimolo monetario non genererà effetti collaterali importanti. Si noti che una politica monetaria allentata gonfia delle bolle. La loro esistenza è alimentata dal pompaggio monetario, che sottrae ricchezza reale alle attività generatrici di ricchezza.

Una volta che viene interrotto il pompaggio monetario le bolle scoppiano, in quanto non si possono finanziare senza il sostegno di una politica monetaria allentata – assistiamo ad un bust. L'illusione che la FED possa condurre l'economia su un sentiero di crescita sostenibile, va in frantumi.



Sintesi e conclusione

A causa di un declino visibile nella dinamica di crescita dell'indice dei prezzi USA, molti economisti hanno concluso che questo è un motivo sufficiente affinché la banca centrale americana (FED) continui la sua politica monetaria aggressiva. Alcuni economisti, come il presidente della Federal Reserve Bank di Chicago, Charles Evans, sostengono addirittura che il calo del ritmo di crescita dell'IPC abiliti la FED a rafforzare ulteriormente il pompaggio monetario. Questo, si dice, invertirà il calo dell'inflazione dei prezzi e porterà l'economia americana su un sentiero di crescita economica sana. Suggeriamo che, contrariamente a quanto sostiene Evans, un rafforzamento del pompaggio monetario aggraverà solamente l'impoverimento economico, consentendo la nascita di nuove bolle e il rafforzamento di quelle esistenti.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


10 commenti:

  1. Fatevi questa domanda: quale risparmio difendere?

    Se si sa rispondere a questa domanda si è compreso come (provare a) sopravvivere al criminale e distruttivo sistema fiatmoney dalla metà (inferiore) della piramide.

    P.S.: gdb, ci sei ancora?

    RispondiElimina
  2. Per il lavoro per produrre per i giovani non lo e'.
    Ma per il diffuso risparmio immobiliare da contadini urbanizzati degli italiani forse non e' un male e percio' neppure per i figli degli italiani. Lavoreranno fuori e faranno le vacanze qui. Non sono poveri poveri.
    Noi non siamo americani.
    Che ne pensi?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Anonimo.

      Ricorda sempre questa cosa: l'aumento dell'offerta di moneta non è mai un evento neutrale. Se dico di inflazionare il mercato delle patate, non vuol dire che il prezzo delle patate aumenta, vuol dire che ci sono più patate da comprare ed essendoci più patate il loro prezzo scenderà. Se inflaziono l'offerta di moneta vuol dire che essendoci più denaro il suo prezzo scenderà e conseguentemente ci sarà bisogno di più denaro per comprare il medesimo oggetto. Se invece dico che i prezzi aumentano, sto parlando di un fenomeno complesso, ma che non è riconducibile a nessun aumento numerico specifico (se non a quello dell'offerta di moneta).

      La nomea di "tassa nascosta" deve rimanere tale nell'ottica dei pianificatori centrali, affinché possano continuare ad agire il più indisturbati possibile. Ecco quindi che entra in gioco la neolingua che trasforma "inflazione" in "aumento generalizzato dei prezzi," facendo un mischione dell'epistemologia del suddetto termine. Voglio dire, se anche tutto il resto del mondo fosse d'accordo che la guerra è un intervento "umanitario" e "pacifista," io che dico di no avrei ancora ragione.

      Elimina
    2. Scusa Francesco, sono concorde con te sugli effetti nefasti della inflazione monetaria sui risparmi monetari. Ma sui risparmi non monetari, ovvero gia' convertiti in beni reali come immobili o metalli preziosi l'effetto, seppur nominale, e' ugualmente negativo? Se uno ha acquistato il mattone in bolla, una nuova pompata di fiatmoney dovrebbe almeno nominalmente (in un mondo di illusioni) preservarne il prezzo

      Elimina
    3. Ciao dna.

      Questo è vero, ma è ciò che si vede. Ciò che non si vede è che l'inflazione distrugge il caposaldo dell'economia di mercato: il calcolo economico. Mi spiego. Sappiamo che i prezzi si aggiustano al margine e non variano tutti insieme alla stessa velocità, quindi gli imprenditori non riusciranno più a distinguere gli effetti transitori dell'inflazione dalle esigenze reali dei consumatori e dal costo delle loro operazioni. Se, ad esempio, un'azienda acquista un determinato asset, la contabilità registrerà il costo in base a quanto è stato pagato. In un periodo inflattivo, l'euforia del boom tende a gonfiare artificialmente i profitti delle varie imprese presenti sulal scena economica; ma se quell'asset acquistato in precedenza si logora, il suo costo di sostituzione sarà maggiore rispetto a prima dell'avvento del periodo inflattivo.

      Lo stesso vale per il settore immobiliare. In un periodo inflattivo ai proprietari di case sembrerà di acquisire guadagni che in realtà non lo sono affatto. Se ne accorgeranno una volta che li spenderanno, poiché non compreranno più le stesse cose che compravano prima che arrivasse il periodo inflattivo. Anzi, stanno consumando il loro capitale di base e neanche se ne accorgono!

      Elimina
  3. si, certo, è che ho un sacco di lavoro… nella sanita sta implodendo tutto. poi, le implosioni sono lunghe, anche loro hanno una burocrazia. in ogni caso qualche pensiero austriaco ogni tanto mi sovviene…
    in questo caso, continuo ad appuntare il mio interesse su inflazione e deflazione selettiva

    ps. inflazione selettiva?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. mica so perch è vento "ps. inflazione selettiva?". mica ce l ho messo io.

      Elimina
    2. Ciao gdb
      Scusa la domanda interessata. Quale sanità sta implodendo? Quella pubblica o quella privata o quella convenzionata?
      Quella pubblica sta già implodendo da tempo.

      Elimina
  4. beh, è articolato ed a macchia di leopardo. perche la questione varia moltissimo di regione in regione. le regioni sottoposte al piano di rientro stanno soffrendo immensamente. per le altre… arriverà. di certo la privata non soffre più di tanto, tutt altro. la privata convenzionata, in media si. chi più chi meno, dipendendo dalla capacita sia imprenditoriale sia relazionale del titolare. diciamo che è favorito chi si sa muovere ma non ha esagerato. chi non si è mosso bene viene mangiato, ma chi ha esagerato viene fermato e colpito dalla regressione. la pubblica soffre in alcune regioni, e come hai detto tu talora anche da tempo e molto. in altre, del nord, invece resiste abbastanza bene. chi soffre moltissimo in questo momento è la sanità cattolica. a parte il bambin gesu ed il gemelli (che ha appena ricevuto un erogazione straordinaria mascherata da transazione di circa 500 mln euro… no, dico, una piccola finanziaria), che sono intoccabili, molti sono sul baratro. anche di nome: dai casi più noti dell idi - san carlo a quello recentissimo della richiesta di concordato del fatebenefratelli isola tiberina. ed altri casi arriveranno.

    RispondiElimina