lunedì 12 maggio 2014

L'indice della taccagneria





di David Howden


Arthur Okun ha elaborato "l'indice della miseria," un indicatore economico per vagliare il benessere di un paese. Incorporando i tassi di disoccupazione e di inflazione, l'indice è un indicatore delle difficoltà causate dalla mancanza di posti di lavoro e dall'aumento dei prezzi.

L'indice della miseria potrebbe essere un buon modo per sondare le difficoltà economiche nel presente, ma che dire del futuro? Per darvi un'idea, propongo qui "l'Indice della Taccagneria."

Per il momento accettate la generalizzazione secondo cui il vostro benessere è determinato dal reddito che avete. Come dice un vecchio proverbio: "Le cose migliori della vita sono gratis." Anche se non possiamo dare un prezzo all'amore, possiamo aumentare significativamente le nostre opzioni di trovarlo con un po' di denaro. Aggiungete poi la salute, l'istruzione, le vacanze, il modo di vivere e le possibilità offerte da un reddito maggiore, e scoprirete che i soldi fanno effettivamente girare il mondo.

Quali fattori diminuiscono il vostro reddito? Soprattutto le tasse, ma anche l'inflazione. Che dire dei debiti pubblici? Un giorno o l'altro dovranno essere ripagati, quindi è meglio pensare al giorno della resa dei conti. Quest'ultimo punto è quello che noi chiamiamo equivalenza ricardiana – l'idea che la spesa pubblica non sia un " pasto gratis," per così dire, e che infine sarà ripagata attraverso l'inflazione o le tasse.

L'Indice della Taccagneria (IT) rappresenta tutti e tre questi fattori, e ci dà una misura di quanto essi siano determinanti per il futuro della vostra vita. In breve, l'IT è la somma di 1) tasso di inflazione, 2) tax rate medio, e 3) valore attuale dei ripagamenti che sarebbero necessari per cancellare l'onere del debito pubblico (tutti espressi in percentuali).

In questo modo tutte e tre le variabili sono percentuali che influenzano il reddito, e tutte e tre possono essere sommate. Questo è uno dei vantaggi principali del mio IT rispetto alla sua controparte, al punto che l'Indice della Miseria presenta due variabili con diverse unità, vale a dire, la percentuale di persone che non lavorano e l'aumento in percentuale dei prezzi.

Pertanto l'Indice della Taccagneria comprende la somma delle percentuali di reddito perse a causa dell'inflazione, delle tasse e, infine, del ripagamento del debito corrente (e deficit attesi). Possiamo vedere i risultati per alcuni paesi della zona euro nella figura 1.


Figura 1: Indice della Taccagneria per alcuni paesi della zona euro


Ogni singolo paese è più infelice rispetto a prima che arrivasse l'euro. In alcuni casi è molto evidente. Il cittadino greco medio può aspettarsi di perdere il 70% del suo reddito a causa di una combinazione di rimborso del debito, inflazione e tasse. (Il calo improvviso dal 2011 è solo il risultato degli haircut imposti su grandi aree del debito pubblico greco.) In Irlanda abbiamo un fenomeno simile. La crisi dell'euro ha richiesto un tributo pesante alla Spagna: nel 2007 uno spagnolo poteva aspettarsi di conservare oltre il 60% del suo reddito futuro, oggi questa cifra è scesa a circa il 45% ed il problema è stato amplificato dai continui deficit pubblici e dalle basse prospettive di crescita.

La Germania è l'unico paese il cui l'IT non è cambiato significativamente dal 2000. Oggi il tedesco medio può ancora contare sulla perdita di circa il 47% del suo reddito futuro come dazio per l'inflazione, le tasse ed il rimborso del debito pubblico. Eppure, come chiarisce la figura 2, conta anche come saranno ripagate queste spese future.


Figura 2: Componenti dell'Indice della Taccagneria (2012)


Dal momento che l'IT è solo un'estrapolazione delle condizioni attuali, in tutti i paesi la minaccia di inflazione (che deruba i cittadini del potere d'acquisto) rimane bassa. Con l'inflazione intorno al 2% nella maggior parte dell'Europa, il cittadino medio ha poco di cui allarmarsi. Almeno non in relazione a minacce incombenti più grandi.

Le tasse sono la principale causa di preoccupazione. Infatti, un tedesco è minacciato quasi esclusivamente da tasse future. Alcuni paesi sperimenteranno un grande dolore economico per ripagare i debiti contratti nel corso degli ultimi anni. Nel modo in cui stanno andando le cose in Grecia, il 25% del reddito futuro dovrà essere dedicato a ripagare i debiti del paese. La Germania è un esempio all'altra estremità dello spettro, soprattutto il risultato di piccoli deficit insieme ad alti tassi di crescita che diminuiscono i costi futuri di rimborso del debito.

Offro questo caso di studio in tono scherzoso, in modo da misurare l'infelicità futura a causa di stati spendaccioni. Eppure, ci sono ancora alcune lezioni importanti da apprendere.

In primo luogo, i conti prima o poi dovranno essere ripagati. Nel breve periodo avere deficit elevati potrebbe dare l'illusione che le cose vadano bene, ma alla fine dovranno essere ripagati – o attraverso una maggiore inflazione, o attraverso le tasse. In secondo luogo, in molti paesi il livello di tassazione è così alto da essere la più grande preoccupazione per i cittadini. Infine, e forse più importante, ci sono i costi attesi per l'inflazione futura. La recessione ha avuto il vantaggio di coincidere con bassi tassi di inflazione. Questo non per una mancanza di volontà da parte delle banche centrali del mondo di avviare le rotative ed iniettare grandi quantità di liquidità nei mercati. La bassa inflazione non è qualcosa che dura per sempre. Ciascuno di questi paesi non ha un'inflazione superiore al 3.3% (Italia). Da un punto di partenza così basso, qualsiasi segno di rialzo dell'inflazione avrebbe effetti drastici, andando a ridurre la quantità di reddito futuro che i lavoratori possono aspettarsi di guadagnare. Se questo accade, il futuro dell'Europa potrebbe essere ancora più funesto di quanto pensiamo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


6 commenti:

  1. non scherziamo non c'e abbastanza base monetaria per poter ripagare i debiti (di qualunque natura siano) nemmeno in 200 anni. Regan saggiamente non potendo cambiare le cose disse: il debito e' abbastanza grande da pensare a se stesso.

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    1. Ciao Anonimo.

      E da quando ripagare un debito è una funzione relativa alla base monetaria? IN linea di principio questa affermazione è falsa. Se poi parliamo di insostenibilità di un certo debito, è altra cosa.

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  2. Dipende tutto dal posizionamento rispetto al nuovo denaro e dalla convenienza di una tassa occulta e dispersa rispetto ad una palese e mirata.
    Il sistema fa schifo ma non l'ho creato io. Mi contento di averlo capito.

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  3. La vignetta della spending review e' azzeccata.

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  4. L'indice di parsimonia spiega la fine della capacita' di risparmio e la distruzione di quanto gia' risparmiato. Cioe' le cause politiche della fine del capitale. Quindi l'assenza futura di risorse accantonate per nuovi investimenti.
    Fine del capitale privato = fine della liberta' individuale = fine della civilta'.

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    1. Ciao Dna.

      Il cosiddetto bacino dei risparmi reali, il flusso attraverso il quale l'economia alloca in accordo con i desideri degli individui le risorse scarse. Una volta distorto irrimediabilmente questo meccanismo potremmo dire addio a tutte le illusioni e le conseguenze "stranamente" assenti ad ogni azioni sconsiderata dei pianificatori centrali. D'altronde, era in sostanza questo quello di cui ci metteva in guardia Chodorov nel libro The Rise and Fall of Society.

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