martedì 6 maggio 2014

L'euro non è sopravvalutato (né lo è nessun'altra valuta)





di Frank Hollenbeck


Una tesi ricorrente a favore di un'uscita dall'euro sostiene che la moneta europea sia sopravvalutata, e che la BCE (Banca Centrale Europea) non sia disposta a correggere questo "problema." Tale sopravvalutazione oscilla regolarmente intorno al 10% rispetto al dollaro. La banca centrale svizzera ha ceduto il controllo della sua offerta di moneta fissando la sua valuta a 1.2 rispetto all'euro, basandosi essenzialmente sull'idea che la sua moneta fosse "sopravvalutata." I sostenitori di una dipartita dell'euro ritengono che un paese con una moneta propria possa avere una politica monetaria indipendente, garantendo un tasso di cambio competitivo. A nessuno pare importare che seguendo politiche monetarie aggressive e deprezzando le proprie valute, gli Stati Uniti o la Gran Bretagna non ne abbiano tratto giovamento dal punto di vista economico. Tali politiche hanno costretto altri paesi, come il Brasile, a vendicarsi. Come Mises aveva previsto:

Un'accettazione generale dei principi di uno standard flessibile (tasso di cambio), deve pertanto tradursi in una gara tra le nazioni a chi svaluta più dell'altra. La fine di questa competizione è la distruzione completa dei sistemi monetari di tutte le nazioni.

L'idea che una moneta possa essere sopravvalutata o sottovalutata deriva dal concetto teorico di parità di potere d'acquisto (PPP): il tasso di cambio rifletterebbe la capacità  delle valute di acquistare lo stesso paniere di beni.

Ad esempio, supponiamo che l'oro sia venduto a $1,000 dollari a New York e €1,000 a Parigi, e il tasso di cambio sia di 1.3 dollari per un euro. I seguaci della teoria PPP potrebbero notare che questa situazione finirebbe presto grazie all'arbitraggio. Ad esempio, è possibile acquistare un'oncia d'oro a New York, portarla a Parigi e venderla per €1,000, quindi convertire gli euro in dollari e intascare un profitto di $300. L'arbitraggio è come trovare $100 sul marciapiede. Può capitare, ma non spesso e non per molto tempo. Il prezzo dell'oro potrebbe salire a New York, scendere a Parigi, o il tasso di cambio si potrebbe aggiustare. Dal momento che l'oro è valutato in dollari in tutto il mondo e il mercato dei cambi è grande, il prezzo a Parigi normalmente scenderebbe a €800. Il tasso di cambio di 1.3 riflette il rapporto tra il prezzo dell'oro a New York diviso il prezzo dell'oro a Parigi.

Secondo molti economisti che sottoscrivono la teoria del PPP, se lo scenario qui sopra è vero per l'oro allora può essere vero per tutti gli altri beni. Quindi, secondo la teoria PPP, il tasso di cambio tra dollari ed euro, ad esempio, è il rapporto tra tutti i prezzi negli USA rispetto ai prezzi in Europa. Il tasso di cambio dovrebbe semplicemente basarsi sui "fondamentali." Quindi ogni deviazione viene vista come una sopravvalutazione o una sottovalutazione della valuta.

Ci sono alcuni problemi con questa affermazione. Sebbene l'arbitraggio possa essere utilizzato per l'oro, non può essere utilizzato per tutte le merci. Non è possibile fare arbitraggio su un hamburger o su un taglio di capelli. La parità di potere d'acquisto non può essere applicata ai beni non scambiati. Non puo' essere nemmeno utilizzato per vari beni scambiati. Il prezzo di una bistecca che si puo' mangiare in un hotel a Manhattan con vista sulla città non sarà lo stesso, aggiustato al tasso di cambio, di una bistecca mangiata in un ristorante stop-and-go nei pressi di Parigi. Se non si considera solo il consumo di un bene ma anche la comodità, l'ambiente e una moltitudine di altri fattori, solo alcuni beni scambiati, come l'oro o il petrolio, rientrano nella definizione di arbitraggio necessaria per la parità di potere d'acquisto. Che differenza c'è tra una pagnotta di pane — quando la stessa può essere venduta a prezzi diversi — del supermercato, del ristorante, o della stazione di servizio? Sono lo stesso prodotto ma altri attributi la rendono differente dal punto di vista del consumatore, e pertanto non può essere sottoposta ad arbitraggio.

La rivista Economist pubblica due volte l'anno il Big Mac Index che misura la sottovalutazione o la sopravvalutazione di una moneta. Naturalmente, il prezzo di un hamburger ha più a che fare con il costo del lavoro piuttosto che con il costo del panino, della carne o dei sottaceti in un Big Mac. E' anche un bene non scambiabile, quindi non dobbiamo aspettarci un arbitraggio che possa uniformare i prezzi tra paesi o regioni. L'Economist sta cercando di vendere riviste, per cui è giustificato quando tende a non essere preciso. Tuttavia, gli economisti professionisti non dovrebbero utilizzare questo indice, o un qualsiasi indice, per identificare se una valuta sia sottovalutata o sopravvalutata. In realtà, tali definizioni sono solo una sciocchezza.





Il valore di una moneta, che si riflette nel tasso di cambio, è determinato dalla domanda e dall'offerta. Il prezzo del riso non è sopravvalutato, né lo è il prezzo delle mele. Tale affermazione sarebbe considerata idiota per beni come le mele e il riso, ma è giustificata per i tassi di cambio. Esiste equilibrio dove la quantità domandata è uguale alla quantità offerta. Nessuno sta sottopagando o sovrappagando. Suggerire una cosa del genere implica che il compratore sia irrazionale. E' triste notare come gli economisti delle banche centrali, come quelli della banca centrale svizzera, siano incapaci di trarre ovvie conclusioni sui tassi di cambio. Basterebbe pensare alla domanda e all'offerta.

Gli economisti dovrebbero bandire le parole sopravvalutazione o sottovalutazione dai loro vocabolari quando parlano di valute. Questi termini dovrebbero essere cancellati dai libri finanziari e internazionali. L'euro non è sopravvalutato, né dovrebbe essere utilizzata una logica fallace come tesi per smantellarlo.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


10 commenti:

  1. Il denaro fiat e' strumento politico percio' non risponde alla logica del mercato, ma alle convenienze del potere politico e finanziario.
    Puo' essere strumento di progresso e prosperita' diffusa se gestito dalle persone giuste?
    La realta', ben compresa, dimostra il contrario. Ma in tutte le guerre, comprese quelle valutarie, se moltissimi perdono e' pur vero che qualcuno guadagna. Dipende da come e' posizionato nello scontro.

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  2. bah, l euro non è "sopravvalutato" in assoluto, ma per certi paesi lo è, mentre è sottovalutato per altri; e cio rispetto alle monete precedenti, conto tenuto che i conti macro del cxxxo si fanno su unita contabli organizzate in"stati. che poi per le monete si applichi la legge della domanda e dell offerta, semplicemente non è vero. dato che non è il mercato economico che comanda ma il mercato finanziario. quindi il valore lo fanno le banche centrali, o meglio cercano di farlo e viene fuori dalla loro interazione. per questo si chama currency war. dopo aver scritto queste righe... leggo il commento di dna... che mi ha preceduto ma cin cui sono stato d accordo al buio. non ci sta moneta fiat senza lo stato, non ci sta lo stato senza la moneta fiat.

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  3. Ciao gdb e grazie della stima. Reciproca.

    Se avete cinque minuti ossigenatevi con questo breve articolo: http://www.ronpaulinstitute.org/archives/featured-articles/2014/may/04/why-we%E2%80%99re-no-longer-number-one.aspx

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  4. Il concetto di sopra/sottovalutazione è corretto solo fino a quando continueremo ad utilizzare le varie monete nazionali. Con una moneta internazionale, che sia fiat (come continuo a sostenere ma non mi ripeto) o che sia moneta merce come oro, argento, canapa, rum, etc. il valore che io esprimo per vendere un bene è 10 "world dollar" o 10 once di oro, 50 di rum etc. in tutto il mondo. Mentre se io vendo una cosa a 100€, in un altra area valutaria il prezzo verrà calcolato tramite il sistema dei cambi.

    E bisogna dire che è sinonimo di manipolazione e speculazione, e ti ritrovi con monete o sopra o sottovalutate. Il concetto del Big Mac Index è giusto, solo che limitato, perché bisognerebbe prendere un paniere più ampio di beni. Quindi come da articolo, se la media del paniere di beni ( e non un Big Mac o solo l'oro) è 1 000 dollari e 700 euro. Con il cambio a 1.25 quel paniere di beni lo comprerei con 800 euro. Mentre il cambio reale sarebbe 1 000/700 1.43. Quindi in sostanza l'euro, come qualsiasi altra moneta è sopravvalutata e sottovalutata contemporaneamente rispetto alle altre valute.

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    1. Ciao anonimo

      Non è vero che avere una fiatmoney globale o una soundmoney globale sia la stessa cosa. Ci sono differenze enormi tra i due tipi di denaro. Il primo e' gestito da un potere centrale, l'altro dal libero scambio volontario tra gli attori economici.
      Così come non è vero che un prezzo fissato in un luogo da una contrattazione di libero mercato sia uguale in ogni altro luogo del pianeta. Un litro di acqua potabile ha un prezzo diverso se venduto a Roma o in Namibia, tanto per fare un esempio. Il prezzo di ogni cosa lo fa la libera contrattazione tra l'offerta e la domanda. Questo è il mercato. Con lo stesso valore nominale della valuta globale non riesco a comprare lo stesso paniere in dieci posti diversi del mondo. Perché ogni luogo ha preferenze diverse.

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    2. Non rientro nel merito fiatmoney o soundmoney perché ne avevamo parlato parecchi tempo fa. Non ho detto di prezzi uguali in tutto il mondo. Ma del fatto che se produco delle arance e le vendo a x "world dollar" o in once di rum o oro, il commerciante che le vuole comprare dall'alaska o dalla nuova zelanda le paga allo stesso prezzo e non deve passare per il mercato manipolato e speculativo e parassitario dei cambi.

      Ovviamente se provo a vendere dell'acqua o un diamante ad una persona disidratata nel bel mezzo del Sahara il valore dell'acqua. Il senso del mio commento era un altro.

      Massimo

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    3. Non ho finito la frase, il valore dell'acqua in quella situazione è più alto di quello del diamante.

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    4. Ok. Avevo capito un'altra cosa.

      Ma voglio dedurre qualcos'altro sul fiatmoney, denaro dello stato gestito dal potere politicofinanziario.
      Tutte le fiatmoney finiscono male. Alcune prima ed altre dopo a seconda della follia manipolatrice del gestore e della sua "influenza" globale.
      Ma la differenza tra il destino passato ed il destino presente e pure quello futuro più prossimo del fiatmoney, è che quando fiatmoney nazionali gestite da poteri "simili" cominciano a morire, si fondono in un'altra fiatmoney gestita dallo stesso sistema di potere. Così è nato l'euro fiatmoney.
      E quando l'euro si sarà indebolito abbastanza da potersi fondere col dollaro americano (e magari anche con lo yen giapponese), il passo successivo del sistema di potere centrale che gestisce il sistema monetario sarà la creazione di un'altra fiatmoney unificatrice.
      Ovviamente, la conditio sine qua non della fusione è la similarità, l'equivalenza, dei sistemi di potere.
      Non si fonderà mai una morente fiatmoney socialista-democratica con una decrepita fiatmoney di un tiranno africano. Sistemi di potere troppo diversi.
      L'NWO promette pace eterna (come la morte) ed ordine nella piramide.
      Ma la piramide deve restare tale, cioè lo status quo gestore del fiatmoney resta e si rafforza ulteriormente a capo di un sedicente ordine mondiale che dovrebbe impedire guerre, carneficine e massacri e promuovere salute e condizioni di diffuso benessere per tutti.
      Purtroppo, i piani troppo presuntuosi finiscono sempre male come ricorda la saggezza fulminante dei proverbi.
      Haivoglia a progettare l'uomo nuovo! Miliardi di dna diversi non possono tollerare a lungo la coercizione, anche la più benevola e meglio propagandata, di regole uguali per tutti ed imposte dall'alto.
      Chi vivrà, vedrà.

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  5. Russi e Cinesi ed altri "non allineati" potrebbero fare la stessa cosa e proporre la loro fiatmoney globale, ma magari, vista la competizione tra poteri (quella davvero incoercibile) potrebbero appoggiarla ad un asset fisico, storico e di mercato come l'oro. Ed infatti pensano proprio a questo, ma non sono ancora in grado di sostenerla con hardpower e softpower. E la cosa è nota a tutti gli attori protagonisti ed anche ai comprimari. Ed è cosa strategica e geopolitica che non sembra foriera di tempi tranquilli. Chi vivrà vedrà.

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  6. Keynesiani e liberisti amano il fiatmoney.
    Ai primi dobbiamo opporre che non esistono pasti gratis e ai secondi che la liberta' non ammette privilegi garantiti dal potere.
    Che ne dite?

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