lunedì 7 aprile 2014

Salario minimo: La prova del nove per gli economisti

«“Si potrebbe fare alla svelta una legge sul salario minimo che preveda il carcere per i datori di lavoro che non la rispettano». È la proposta del viceministro per l’Economia Enrico Morando, intervenuto al workshop Ambrosetti di Cernobbio. Morando pensa a «un accordo di secondo livello che possa derogare su tutto,tranne che sulle disposizioni di legge, rispetto al contratto nazionale.” [...]
La proposta di Morando si inserisce nel secondo pacchetto di misure del Jobs act del governo Renzi. ddl di delega al Governo per la riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, il riordino dei contratti e il sostegno alla maternità e alla conciliazione è stato infatti presentato al Senato.
È l’altro tassello, dopo il decreto su contratti a termine e apprendistato, già in discussione alla Camera. La delega, come tale, fissa i principi e i criteri degli interventi da realizzare. Il governo avrà poi sei mesi di tempo per i decreti legislativi. Tra gli obiettivi indicati, la revisione della cig (quella in deroga andrà ad esaurirsi, come già previsto dalla riforma Fornero), l’introduzione dell’assegno universale di disoccupazione, del contratto a tutele crescenti, del compenso orario minimo, l’istituzione dell’Agenzia nazionale per l’occupazione fino ad un "tax credit" per le mamme.»


-- Morando: “Ora legge su salario minimo, in carcere i datori che non la rispettano”, La Stampa, 5 aprile 2014.
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di Gary North


Nel corso dell'ultimo mezzo secolo ho imparato che esistono due criteri per capire se un economista ha davvero a cuore l'idea di scambio volontario come mezzo per aumentare la produttività ed i proventi netti. Uno di questi è il libero scambio. L'altro è il salario minimo come fonte di aumento della disoccupazione.

Il primo di questi criteri risale a The Wealth of Nations di Adam Smith (1776), e prima di lui, più di 20 anni prima, agli scritti del suo amico David Hume. Entrambi si opposero a quello che oggi viene chiamato mercantilismo: la coercizione dello stato per aumentare la ricchezza nazionale.

Entrambe queste posizioni -- libero scambio tra le frontiere e libero scambio nei rapporti di lavoro -- vanno a favore di contratti volontari tra individui.

La tesi del libero scambio di solito viene presentata in termini di commercio oltre i confini nazionali, ma si può dire lo stesso se assistiamo a transazioni oltre qualsiasi confine. A nessuno importa se le merci attraversano le frontiere statali, i confini provinciali e i CAP, ma se ne discute quando abbiamo a che fare con i confini nazionali. Questo perché gli oppositori del libero commercio discutono solo dei confini nazionali. Questa limitazione giurisdizionale è illogica, proprio perché il protezionismo è illogico.

Il salario minimo ostacola i contratti volontari tra datori di lavoro e dipendenti. Riduce il numero di tali contratti perché aumenta il costo della contrattazione. Rende illegale la contrattazione dei salari al di sotto del salario minimo, esattamente nello stesso modo in cui le quote sulle importazioni rendono illegali eventuali contratti fra individui che vivono su lati opposti di un confine nazionale. I costi vengono aumentati dalla burocrazia, cioè dalla minaccia di sanzioni negative. Pertanto viene chiamata in causa una della leggi economiche fondamentali: a parità di condizioni, un prezzo superiore diminuirà la richiesta di un determinato bene. Se si nega questa legge, si nega ogni ragionamento economico. Se il rapporto prezzo-quantità richiesta non è vero, allora l'intero corpus della teoria economica non è vero. Non esiste una teoria economica coerente se suddetta legge non è vera.



GRUPPI CON INTERESSI PARTICOLARI

I gruppi con interessi particolari assumono economisti che sostengono che, in certi casi, questo rapporto prezzo-domanda non è vero. Alcuni gruppi di imprese vogliono tariffe più alte e quote sulle importazioni più elevate affinché possano assicurarsi un mercato interno protetto, e quindi prezzi più alti, e quindi maggiori profitti. Assumono economisti che sostengono che le tariffe e le quote non limitano la crescita economica. Non dicono il motivo per cui vengono richieste tariffe e quote (e cioè, per limitare il commercio), ma sostengono che queste restrizioni siano un bene per la nazione nel suo complesso.

Al contrario, quegli economisti che difendono un aumento del salario minimo sostengono che questa legge va ad aumentare la scelta individuale ed il benessere dei lavoratori in generale, senza danneggiare i datori di lavoro. Questa è una follia. Non vi è altro modo per descriverla in modo più preciso. Questa è una follia. Ciò significa che l'economia non sarebbe più coerente. Eppure scopriamo, anno dopo anno, che sempre più economisti giungono alla conclusione che il salario minimo sia una buona idea. Negli ultimi 35 anni la percentuale di economisti che crede che il salario minimo crei disoccupazione per i lavoratori a basso salario, è diminuita di circa il 90% fino a raggiungere circa il 50% di tutti gli economisti.

Grazie ad un recente documento del Congressional Budget Office sugli effetti di un salario minimo a $10 l'ora, che secondo il CBO crea disoccupazione per mezzo milione di persone, coloro che difendono il salario minimo sono andati su tutte le furie negando la legittimità di tale documento. Si tratta di una questione importante, perché Obama vuole aumentare i salari minimi a $10 l'ora. Si tratta di una questione politica molto calda. Per Obama sarà una grande vittoria, se riuscirà a convincere la maggioranza dei repubblicani alla Camera dei Rappresentanti a votare questa modifica.



UN DIFENSORE DEL SALARIO MINIMO

Il seguente è un fatto importante. Lo apprendiamo da un articolo pubblicato sul sito Politico. "Michael Reich è professore di economia e direttore dell'Institute for Research on Labor and Employment presso l'Università della California, Berkeley."

Chi è costui? Ce lo dice la voce su Wikipedia. Nel 1968 è stato uno dei fondatori dell'Union of Radical Political Economists, l'ala New Left/marxista all'interno della professione economica. Apprendiamo anche questo:

Negli anni '60 e '70, Reich ha lavorato con David Gordon, Richard Edwards ed altri economisti marxisti e neo-marxisti ben noti. Concentrandosi sull'economia del lavoro, il gruppo ha ristretto il proprio campo sui mercati del lavoro segmentati . . . .

Reich è stato un insegnante presso la Boston University per tre anni, e poi nel 1974 è diventato assistente professore di economia presso l'Università della California a Berkeley. Nel 1989 è stato promosso a professore ordinario. Reich ha tenuto corsi sull'economia marxista, sull'economia politica e sulla storia del pensiero economico.

Cos'è l'Institute for Research on Labor and Employment? Si tratta di un'appendice di estrema sinistra a Berkeley che è all'opera da 60 anni. Ottiene soldi dalle fondazioni di sinistra. Attualmente svolge attività di ricerca in queste aree: California Living Wage, Green Economy, Health Care Reform, Job Creation, Minimum Wage. (http://www.irle.berkeley.edu)

A differenza dell'Hoover Institution, che è giuridicamente distinto dalla Stanford University e finanziato privatamente, l'IRLE è parte integrante dell'Università -- finanziato dalla California. Ottiene notevole prestigio da questa connessione legale.

Niente di tutto questo viene menzionato su Politico.

In un articolo di Reich, che è stato proprio pubblicato su Politico, apprendiamo quanto segue.

Qui non siamo nel mondo semplice dell'ABC dell'economia, in cui un prezzo più elevato, cioè un salario minimo più alto, significa automaticamente meno domanda di lavoratori.

Fin dall'inizio, l'autore dice che quello che sta per presentare non è ciò che viene insegnato dall'ABC dell'economia. Ma ciò che viene insegnato dall'ABC dell'economia è considerata la base della teoria economica moderna. Di solito è materiale keynesiano. Può essere neoclassico. Non è della scuola austriaca. Ciononostante rappresenta il cuore dell'istruzione formale nella teoria economica, e fin dall'inizio dell'articolo apprendiamo che quello che leggeremo non è ciò che viene insegnato dall'ABC dell'economia.

Problema: "Perché dovremmo credere alle sue conclusioni?" Inoltre, se dovessimo credergli, perché dovremmo credere nell'ABC dell'economia? In altre parole, se ha ragione, allora l'ABC dell'economia non è corretta -- per niente. Ad un prezzo più alto, qualcosa sarà richiesta di più. Ma se l'ABC dell'economia non è corretta, che cos'è economia? E' ovvio quello in cui vuole farci credere: l'economia New Left o addirittura il marxismo.

Perché sarebbe buono un aumento obbligatorio del salario minimo? Ci dice questo:

Per esempio, l'offerta di lavoro può anche rispondere facilitando ai datori di lavoro l'assunzione di lavoratori ed il prolungamento del loro impiego. I lavoratori più esperti sono i lavoratori più produttivi. Le imprese possono anche aumentare i loro prezzi piuttosto che ridurre il numero dei dipendenti. Gli economisti considerano l'effetto di un aumento di salario minimo come una questione da definire attraverso prove empiriche.

Se per i datori di lavoro è possibile assumere lavoratori e prolungarne il tempo dell'impiego grazie al salario minimo, allora è altrettanto possibile che raggiungano tale esito se aumentassero i salari unilateralmente. Questo presuppone che siano disposti a pagare salari più elevati al fine di ottenere un certo risultato: meno turnover. Se è possibile ottenere un vantaggio seguendo tale pratica, sarebbe ancora più vantaggioso se solo le società imprenditoriali verificassero questa teoria. In seguito le altre imprese potrebbero copiarle. In questo modo ci sarebbero un sacco di casi di studio sui benefici dell'aumento dei salari.

Ma l'autore non raccomanda tutto ciò, anzi non lo menziona affatto. Quello che dice è che ci dovrebbe essere una legge nazionale che imponga questo cambiamento, e solo allora, sotto la minaccia di sanzioni negative, le aziende scopriranno che salari più alti imposti per la legge produrranno questi benefici. In altre parole, lo stato è tenuto ad imporre sanzioni negative affinché gli uomini d'affari riconoscano gli enormi benefici dervati da un salario superiore ai livelli di mercato. E' un processo che passa per una sola strada: rendere illegale il sistema dei prezzi di mercato in quei settori dell'economia che sono sotto la legislazione del salario minimo.

Non si ferma qui. Sprofonda ancora di più nelle paludi dell'irrazionalità economica. In ginocchio nel fango, il Dr. Reich continua così.

I miei co-autori ed io dimostriamo che i confronti tra gli stati che hanno aumentato i salari minimi, non rappresentano un campione casuale di tutti gli stati. Si differenziano in base alle loro tendenze occupazionali. Poi mostriamo che in quegli stati con salari minimi più alti, rispetto a tutti gli altri, la disoccupazione tra gli adolescenti stava già crescendo (seppur lentamente) due anni prima che fossero introdotti tali aumenti. In altre parole, salari minimi più alti sono correlati ad una crescita minore dell'occupazione, ma non ne consegue che ne siano la causa.

Quindi la disoccupazione tra gli adolescenti stava crescendo più lentamente in quegli stati con salari minimi più alti. Questo è esattamente ciò che insegna l'ABC dell'economia, ed è esattamente ciò che insegna l'economia della scuola austriaca. Ma ci viene detto che l'aumento del salario minimo non ne è la causa. Quale sia la vera causa non si sa, ma viene sottolineato che non è colpa del salario minimo.

Questo è l'approccio standard degli economisti quando trovano qualcosa che conferma empiricamente la teoria economica, ma che non vogliono che sia confermata. Danno la colpa a qualcos'altro. Deve essere stato qualcos'altro, perché se esiste causa-effetto nella teoria economica, allora gli elettori possono resistere all'intervento dello stato. Quindi se il risultato di una legge statale o federale è esattamente ciò che insegna l'ABC dell'economia e se questo risultato è negativo per la crescita economica, allora l'economista dirà che le statistiche sono solamente correlate a questo risultato negativo. La correlazione è solo una di tante cose, una di tante cose folli. Ma non è la causa.

In breve, sostengono che non esista causa-effetto in economia. Ma in questo caso, l'assenza di causa ed effetto è la prova del nove. Questo economista afferma la legittimità del controllo dei prezzi -- un minimo ai prezzi -- per migliorare l'economia.



MASCHI ADOLESCENTI NERI

Sappiamo dove si manifestano con molta probabilità i principali effetti del salario minimo: nell'impiego di maschi adolescenti neri. Qui è dove l'economista dovrebbe iniziare il suo studio statistico. Perché? Perché i dipendenti meno desiderabili sono i maschi adolescenti neri. Sono discriminati dai datori di lavoro. Questa è stata una realtà sin dal dopoguerra. Questo è il motivo per cui gli studi passati sugli effetti del salario minimo si sono concentrati sulla disoccupazione maschile degli adolescenti neri. La correlazione statistica è così stretta che questo è stato l'esempio preferito da coloro che si oppongono al salario minimo. Ogni volta che è stato aumentato il salario minimo, dopo un breve lasso di tempo è salito anche il tasso di disoccupazione dei maschi adolescenti neri. Ciò è stato studiato per più di mezzo secolo. Non ci sono state eccezioni a questo risultato. Conclusione: le statistiche confermano la teoria dei prezzi.

Quindi gli economisti che non vogliono accettare questa correlazione vanno alla ricerca di altri tipi di correlazioni, in modo che possano negare che la suddetta correlazione abbia qualcosa a che fare con la causalità. Questo è ciò che hanno fatto i difensori del salario minimo per oltre mezzo secolo. Il problema è che la maggior parte degli economisti è giunta alla conclusione che questa destrezza di mano sia addirittura legittima; non solo, ma che riesca anche a smentire l'ABC dell'economia.

Viviamo in un mondo dove c'è una quantità crescente di persone che consegue un dottorato in economia, eppure non capisce la materia che ha studiato. Non credono nell'ABC dell'economia. Non credono nell'assioma fondamentale dell'economia (es. quando aumentano i prezzi, a parità di condizioni, diminuisce la domanda). Non credono che questo assioma si possa applicare in quei settori dell'economia in cui hanno un impegno ideologico: mantenere vivo il potere del governo federale sullo scambio di mercato.

Sto aspettando che uno di questi non-economisti produca uno studio, completo e dettagliato, che dimostri come la disoccupazione maschile degli adolescenti neri non aumenti entro 12 mesi dall'approvazione di un incremento del salario minimo.



CONCLUSIONE

In definitiva, o l'economia è logica oppure non lo è. O porta ad intuizioni sul modo in cui le persone si comportano, oppure no.

Se gli aumenti del salario minimo non portano ad un aumento della disoccupazione tra quei gruppi che non sono favoriti dai datori di lavoro, allora l'ABC dell'economia e l'economia in generale non sono vere. L'economia non è quindi una scienza. Non vale la pena andare all'università per studiarla. Non vale la pena guadagnare un dottorato di ricerca, a meno che non vogliate curare le pubbliche relazioni di quei gruppi con interessi particolari.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


14 commenti:

  1. L'assegno universale di disoccupazione è il vero trionfo della politica statosocialista sul buon senso.
    Il trionfo del fiatmoney. Il trionfo del nulla in cambio di nulla. Il trionfo della morte di una civiltà.
    E' anche il colpo finale a tutto ciò che di buono insegniamo ai figli riguardo a dignità, responsabilità ed impegno personale.
    Una repubblica definitivamente affondata dall'assegno universale di disoccupazione.
    Politicamente corretto. Assolutamente pazzesco.

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  2. si potrebbe anche fare un corso accellerato di diritto fallimentare. il fatebenefratelli isola tiberina chiede il concordato preventivo. assistiti dallo studio legale erede-bonelli e kpmg, non i piu stimati da alcuni nel settore della sanita, per il piano di rialncio. invece dei creditori, pagano i consulenti.qui è solo una presa per il culo! si potrebbero fare alla svelta le valigie

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  3. Galera per i datori di lavoro (GDL), è il Morando Guru!
    Ognuno ha quel che si merita.

    Alfoja

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    1. Nel nostro caso se passa questa (non trovo il termine dispregiativo per definirla) non c'è bisogno di aspettare 12 mesi...
      infettato

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  4. Visto che il delirio è all'ordine del giorno in questo paese, ecco l'ultima demenzialità: La mappa dell’evasione fiscale in Italia

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  5. Che poi la logica del salario minimo è davvero assurda se ci pensate. Si dice che sia necessario per garantire ai lavoratori uno scudo controlo "sfruttamento" degli imprenditori. Ma se questo fosse vero tutti i lavoratori sarebbero pagati col salario minimo e la differenza verrebbe intascata dagli imprenditori, a prescindere dalle capacità degli impiegati. E' assolutamente fuori dal mondo una cosa del genere, perché non si spiegherebbero coloro che hanno salari al di sopra della media dei salari minimi.

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  6. io penso che salario minimo, requisiti strutturali, organizzativi, di qualità, di revisione, ed ogni requisito pubblicistico, persino di sanità, siano barriere all ingresso poste appositamente dalla grande impresa per monopolizzare il mercato (tipo il north di "lasciate morire l euro" che fa lo stesso discorso sulla valuta fiat). il passo successivo è l abbattimento delle barriere doganali. a quel punto, il piccolo-medio imprenditore locale dovra concorrere con chi quei requisiti non ce li ha, chi produce nei paesi in via di sviluppo. ed indovinate chi produce e va ad investire là? ma ovviamente la grande impresa multinazionale, sovvenzionata dalle banche con denaro fiat, che è la prima a sponsorizzare qui i requisiti per la tutela del lavoratore che può non rispettare lì. fatto questo, si può tranquillamente mandare fuori mercato la piccola e media impresa e passare all incasso, avendo creato un oligopolio da path dependance (dipendenza dalle condizioni iniziali) normativa, conquistando l intero mercato od anche acquistando per due soldi le imprese mandate artificialmente fuori mercato.

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  7. Francesco

    Capisco che serva la logica per controbattere alle idiozie, capisco pure che le parole vadano chiarite al meglio possibile nel loro significato nonché adoperate nel giusto contesto; va bene tutto.
    Ma stiamo discutendo di blob in giacca e cravatta dotati di lingua biforcuta e rotante: tanto per dire, ci vuole poco a passare da "salario minimo" a "salari minimi", facendo cadere il tuo ragionamento (secondo loro).

    Se ho imparato qualcosa leggendo qua e là di economia, a quanto pare nuovamente ciò che si non si vede è più importante di ciò che si vede.
    Stante il fatto che al legislatore non gliene fotte un cavolo del lavoratore dipendente in quanto già facilmente controllabile, il salario minimo per il dipendente è la leva nascosta con cui imporre il salario massimo agli imprenditori: e sottolineo salario degli imprenditori, dato che lo stato e i suoi blob non concepiscono indipendenza (le multinazionali sono un caso a parte): dopo il salario minimo infatti ci vuole davvero poco a "suggerire" quanti dipendenti debba avere un'azienda.
    Se poi non basta, a cosa pensi servano gli studi di settore?

    Riccardo Giuliani

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    1. Ciao Riccardo
      Hai sostanzialmente ragione. Fa tutto parte della volontà di controllo e dominio. Pianificazione e programmazione fiscale e di spesa. La bestia ha fame e vuol sapere quanto ha da mangiare oggi ed in futuro.

      C'è pure un'altra legge economica, ma da verificare.
      Se, a condizioni progressivamente peggiori, la coercizione fiscale e burocratica ed i privilegi di alcuni vanno aumentando, la domanda di stato e politica diminuiscono.
      Ma, potete affermare che, guardandovi attorno, questo assunto sia autoevidente o vada confermato empiricamente? In altre parole, a che punto deve arrivare la propaganda statosocialista per negarne la veridicità?
      Bastano davvero 80 euro ed il posto fisso ed il salario minimo e l'assegno universale di disoccupazione? Basta una carezza ad una pecorella mentre più in là si bastona il cavallo da tiro?

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    2. Che poi è davvero da ingenui chiamare in causa le leggi della economia quando qui si tratta soltanto della immutabile legge della politica, quella del voto di scambio....

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    3. Esatto questa norma è vista come una cosa positiva, sono siamo in pochi a capire che va contro gli interessi di tutti. Per me non è da ingenui chiamare in causa le leggi economiche, se andrà in porto questa modifica la lotta tra mercato libero o se vuoi contratti liberi vincerà@ contro la pianificazione iper coercitiva dello stato. Per assurdo stavo vedendo alcune aziende clientelari importanti "tutelate" dallo stato che nonostante l'attività produca utili mettono in cassa integrazione il personale (avranno procedure particolari) e poi investono altrove...
      @la vincita in realtà è una sconfittala puoi leggere come meno posti di lavoro
      infettato

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    4. Dicevo ingenui, compreso me, in un accesso di sano cinismo. L'occhio disilluso vede meglio. ;)
      Le leggi della politica interventista sono dettate dal keynesismo: si vive fino alla prossima tornata elettorale perché tanto nel lungo periodo....

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  8. Risposte
    1. Approfittiamone!!! Tutti in Borsa!!! A gonfiare le bolle... ;)

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