martedì 7 gennaio 2014

Bolle e banche centrali – c'è una connessione?

Qualcuno alzi la cornetta ed indìca una messa funebre per il mercato obbligazionario statale. Soprattutto per quello giapponese e quello americano. I grandi programmi di stimolo lanciati da Giappone ed USA per rilanciare le proprie economie, hanno affossato talmente i rendimenti di tali bond che ormai il settore privato se ne sta fiondando fuori. Preferisce negoziare pattume. Ogni giorno che passa l'economia diventa sempre più dipendente da tassi bassi e denaro a basso costo, solo per detenere una parvenza di normalità. Ma all'aumentare dell'inflazione dei prezzi in risposta a quella moentaria, i tassi di interesse reali risulteranno negativi. Questo spingerà ulteriormente il settore privato a starsene alla larga dal mercato obbligazionario statale, costringendo i banchieri centrali a ricoprire una posizione sempre più rilevante in tale mercato. Qualsiasi esitazione da parte delle banche centrali metterà in seri guai le bolle che sono nate in seguito all'atteggiamento sconsiderato delle loro politiche monetarie. Solo un aumento dei tassi di interesse attirerebbe di nuovo gli investimenti privati nel settore obbligazionario statale, ma questo significa permettere alla bolla di scoppiare. Questo vuol dire che molto probabilmente ci sarà una perdita di controllo. I banchieri centrali sono in trappola.
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di Frank Shostak


Secondo il pensiero popolare, le bolle sono una causa importante delle recessioni economiche. La questione principale, posta anche dagli esperti, è il quando iniziano a gonfiarsi e svilupparsi. Si ritiene che se i banchieri centrali sapessero la risposta a questa domanda, potrebbero essere in grado di prevenire le bolle e quindi prevenire le recessioni.

Su questo argomento il 27 gennaio 2010 al World Economic Forum di Davos, Svizzera, il Premio Nobel per l'Economia Robert Shiller ha sostenuto che le bolle potrebbero essere diagnosticate utilizzando la stessa metodologia che utilizzano gli psicologi per diagnosticare una malattia mentale. Shiller è del parere che una bolla è una forma di disfunzione psicologica. Quindi la soluzione potrebbe essere quella di preparare un elenco simile a quello degli psicologi per determinare se qualcuno soffre, diciamo, di depressione. I punti identificativi di una tipica bolla secondo Shiller sono:

  1. Forte aumento del prezzo di un asset.
  2. Grande entusiasmo intorno a questi aumenti di prezzo.
  3. Una conseguente frenesia dei media.
  4. Storie di persone che guadagnano un sacco di soldi, provocando invidia tra le altre.
  5. Crescente interesse per quell'asset da parte del grande pubblico.
  6. Nuove "teorie" per giustificare gli aumenti dei prezzi senza precedenti.
  7. Un calo negli standard di prestito.

Quello che Shiller delinea, sono vari fattori che secondo lui sono presenti durante la formazione delle bolle. Per descrivere una cosa, tuttavia, non sempre è sufficiente comprendere i fattori chiave che hanno causato la sua comparsa. Al fine di comprenderne le cause, si ha la necessità di stabilire una corretta definizione dell'oggetto in questione. Lo scopo di una definizione è quello di presentare l'essenza e la caratteristica distintiva dell'oggetto che stiamo cercando di identificare. Una definizione è destinata a dirci quali sono le origini di una particolare entità. In base a ciò, i sette punti delineati da Shiller non ci dicono nulla sulle origini di una bolla. Non ci dicono nulla del perché le bolle sono un male per la crescita economica; si limitano a fornire una possibile descrizione di una bolla. Descrivere un evento, tuttavia, non significa spiegarlo. Senza una comprensione delle cause di un evento, non è possibile sopperire alla sua comparsa.



Definizione di bolla

Se il prezzo di un asset è l'ammontare di denaro pagato per entrarne in possesso, ne consegue che un suo aumento di prezzo può solo avvenire a seguito di un aumento del flusso di denaro per tale asset.

Maggiore è l'espansione della moneta, maggiore sarà l'aumento del prezzo di un asset (a parità di condizioni). L'emergere di una bolla non deve essere sempre associata ad un aumento dei prezzi – per esempio, se il tasso di crescita delle merci corrisponde al tasso di crescita dell'offerta di moneta, non avranno luogo variazioni dei prezzi.

Ciò che conta non è se l'emergere di una bolla sia associata ad un aumento dei prezzi, ma piuttosto che genera attività non produttive che deviano ricchezza reale dai generatori di ricchezza. L'espansione della massa monetaria, in analogia con un falsario, permette la deviazione di ricchezza reale dalle attività generatrici di ricchezza alle attività non produttive.

Al rafforzamento del pompaggio monetario, aumenta il ritmo della suddetta deviazione. Etichettiamo le varie attività non produttive che emergono grazie all'espansione monetaria come attività in bolla – si sono sviluppate grazie alla bolla monetaria. Si noti inoltre che queste attività non possono esistere senza l'espansione della massa monetaria che devia ricchezza reale dalle attività generatrici di ricchezza.

Da tutto ciò possiamo dedurre che l'elemento principale delle bolle è l'espansione della massa monetaria. Il risultato chiave di questa espansione è la nascita di attività non generatrici di ricchezza.

Ne consegue che una bolla non ha a che fare con forti aumenti dei prezzi degli asset, ma con l'espansione della massa monetaria. In realtà, come abbiamo visto, le bolle – vale a dire, un aumento dell'offerta di moneta – possono gonfiarsi senza un corrispondente aumento dei prezzi. Una volta che abbiamo stabilito che l'espansione dell'offerta di moneta è ciò che costituisce le bolle, possiamo dedurre che il danno chiave che generano è il sostegno di attività non produttive, che abbiamo etichettato come attività in bolla. Inoltre una volta stabilito che la formazione delle bolle avviene a seguito dell'espansione dell'offerta di moneta, i responsabili sono la banca centrale ed il sistema bancario a riserva frazionaria. Come regola generale, è il pompaggio monetario della banca centrale che mette in moto l'espansione dell'offerta di moneta.

Quindi, per prevenire l'insorgere di bolle bisogna arrestare il pompaggio monetario dalla banca centrale e limitare la capacità delle banche commerciali di impegnarsi nella riserva frazionaria – cioè, concedere prestiti dal "nulla." Una volta che il ritmo dell'espansione monetaria rallenta, in risposta ad un orientamento più restrittivo della banca centrale o in risposta a banche commerciali che rallentano l'espansione del prestito dal "nulla," le bolle scoppiano. Ricordate che una attività in bolla non può finanziarsi autonomamente senza l'espansione monetaria che devia ricchezza reale dalle attività generatrici di ricchezza. (Le attività in bolla non sono attività generatrici di ricchezza.)

La cosiddetta recessione economica, associata allo scoppio delle attività in bolla, è infatti una buona notizia per i generatori di ricchezza poiché mette a loro disposizione più ricchezza. (Un bust economico, che indebolisce le attività in bolla, pone le basi per una vera crescita economica.) Si noti ancora una volta che è l'espansione monetaria che dà origine ad attività in bolla, e non una predisposizione psicologica degli attori economici.



Psicologia ed economia

La psicologia è stata contrabbandata nell'economia perché si presume che siano discipline collegate tra loro. Tuttavia, vi è una netta differenza tra economia e psicologia. La psicologia riguarda il contenuto dei fini. L'economia inizia con la premessa che le persone stanno perseguendo un comportamento propositivo; non tratta il contenuto particolare di fini diversi.

Secondo Rothbard:

Lo scopo di un uomo può essere "egoista" o "altruistico," "raffinato" o "volgare." Può enfatizzare il godimento di "beni materiali" e le comodità, o può sottolineare la vita ascetica. L'economia non è interessata al loro contenuto, e le sue leggi si applicano a prescindere dalla natura di questi scopi.[1]

Mentre:

La psicologia e l'etica affrontano il contenuto dei fini umani; infatti chiedono, perché l'uomo sceglie tali e tali fini, o ciò che gli umani considererebbero di valore?[2]

Pertanto l'economia si occupa di un determinato fine e delle relative implicazioni formali: gli uomini hanno scopi ed utilizzano mezzi per raggiungerli. Di conseguenza l'economia è una disciplina separata dalla psicologia. Con l'introduzione della psicologia in economia, si oblitera la generalità della teoria e la si rende inutile. L'uso della psicologia è controproducente per quanto riguarda le analisi economiche.



Sintesi e conclusioni

Contrariamente a quanto dice Shiller, non abbiamo bisogno di applicare la stessa metodologia utilizzata dagli psicologi per capire se si sta gonfiando una bolla. Quello di cui abbiamo bisogno è una definizione corretta delle bolle. Una volta fatto, scopriamo che non hanno nulla a che fare con un qualche tipo di disfunzione psicologica degli individui – sono il risultato di politiche monetarie allentate della banca centrale.

Inoltre, una volta che si osserva un aumento del tasso di crescita dell'offerta di moneta si può dire con certezza che questo pone le basi per attività in bolla – per un boom economico.

Al contrario, una volta che si osserva un calo del tasso di crescita dell'offerta di moneta si può dire con certezza che questo pone le basi per lo scoppio delle attività in bolla – un bust economico.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Murray N. Rothbard, Man, Economy and State, (Los Angeles: Nash Publishing) pag. 63.

[2] Ibid.,pag. 63.

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4 commenti:

  1. "(Un bust economico, che indebolisce le attività in bolla, pone le basi per una vera crescita economica.)"

    Certo, in un mondo normale, senza banca centrale, senza ris.fraz. e senza stato in bancarotta ed ipertassatore.
    Nel New Normal, invece, c'è la banca centrale che si mette subito a pompare nuovo fiatmoney per rigonfiare le vecchie bolle e per crearne di nuove, le banche commerciali vengono salvate dalla banca centrale e dallo stato iperindebitato con nuove tasse sui contribuenti, gli stati falliti si sostengono con nuove tasse patrimoniali ed aumenti delle tariffe ed in buona sostanza con l'inflazione continua, strisciante e sempre negata.
    E, così, la recessione si perpetua ed aggrava. Tranne che per i primi a ricevere il nuovo fiatmoney, che, come già detto altrove, logora chi non ce l'ha.

    La descrizione di bolla del Nobel Schiller l'avrei potuta fare anche io, che ho tutt'altra formazione. Ed il Nobel non l'avrei meritato per aver detto delle banalità del genere.
    Shostak e gli economisti austriaci dvrebbero ricevere dei premi Nobel, ma, si sa, che le persone per bene non hanno bisogno di premi.

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  2. non vedo nessun problema economico, tanto ancora si puo tassare ed aumentare la produttività e d il pil. ci sta da abolire tutte le vacanze, ad esempio, comprese le feste religiose (siamo o no uno stato laico?. e poi guarda quanto hanno speso gli italiani per i botti di fine anno!!! questo befera lo sa...

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