giovedì 30 gennaio 2014

Bitcoin e le banche centrali: un appunto finale

Nelle ultime settimane avete potuto assistere ad una critica completa del sistema Bitcoin dal punto di vista dell'economia Austriaca. Io più che altro ho preferito farmi da parte e lasciare che fosse il lettore a farsi un'idea di quello che potrebbe avere tra le mani se decidesse di entrare nel mondo delle criptovalute digitali. Qui di seguito farò un elenco riassuntivo degli articoli più importanti che ho tradotto sul tema, per chi se li fosse persi:


Sin da quando Nixon ha chiuso la finestra dell'oro nel 1971, gli individui hanno cercato in ogni modo possibile di divincolarsi dalle pastoie del denaro fiat. E' emerso ogni tipo di moneta, tutte quante finite nella pattumiera della storia. Nessuna è riuscita a scardinare l'attuale cartello tenuto in piedi dalle banche centrali. L'esigenza di una moneta avulsa da questo sistema centralista si è fatta più impellente di recente, soprattutto con la lezione del bail-in arrivataci da Cipro.

L'oro è stato il metallo prediletto dalla popolazione in casi come questo, ma l'esempio di NotHuas ci riporta coi piedi per terra suggerendoci di fare attenzione a tutto ciò che può essere facilmetne confiscato dal potere dello stato. Sarebbe stata utile una moneta che avesse avuto tutte le caratteristiche dell'oro, storica protezione contro i periodi inflazionistici, ma che sarebbe stata impossibile da confiscare. Bitcoin, potremmo dire, è nato per questo.

Tutti desideravano una moneta simile, ma nessuno ci aveva mai pensato. Almeno non prima che ci pensasse Satoshi Nakamoto. Il bello del libero mercato è questo: lasciato libero di agire permette all'inventiva ed alla creatività umana di sopperire alle esigenze mutevoli degli individui.

Ma rimane un ultimo scoglio da superare, uno più grande della volatilità stessa a cui è stato sottoposto Bitcoin. E' un problema vecchio di circa 200 anni che ancora fa presa sulle persone e le influenza ad agire di conseguenza. E' una mantra che ha quasi sempre disinnescato una qualsiasi emancipazione dal suddetto problema, mandando in paranoia tutti gli spiriti di buona volontà. Credo anch'io, infatti, che se non si sorpassa questo macigno qualsiasi nuova proposta di libertà finirà nel dimenticatoio. Inaugurando su Freedonia la prima sottotitolazione personale di un video, ce lo facciamo spiegare da Peter G. Klein.





PS: per chi non sapesse come attivare i sottotitoli, dopo aver premuto play cliccate sul secondo pulsante tra quelli che vedete in basso a destra.


2 commenti:

  1. siamo fritti. non importa... stiamo tutti bene? il resto è optional. siamo liberi...

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  2. Sì Gdb, liberi di essere onesti, non ingenui, in un mondo fondato sul furto e l'inganno.
    Bella traduzione Francesco, ma togli quell'accento da "fa" che ti è sfuggito in revisione. ;)

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