martedì 30 luglio 2013

Flessione: Dopo che i Rendimenti Iniziano a Diminuire

Come abbiamo visto nell'introduzione dell'articolo di ieri, le continue aspettative dei banchieri centrali (soprattutto quelle dello zio Ben) su un persistente ribasso dei tassi di interesse non si sono avverate. Infatti si è verificato l'opposto. Questo perché i banchieri centrali sono Keynesiani e non capiscono causa/effetto in economia. Attraverso la creazione di denaro dal nulla si aspettano che esso continui a tenere bassi per sempre i tassi di interesse a lungo termine. Cosa sfugge a queta analisi? La preferenza temporale degli individui, impossibile da controllare da parte dei pianificatori centrali. Infatti le persone, nel lungo periodo, tendono a proteggersi contro gli aumenti dei prezzi. Mises aveva chiara la situazioen odierna già nel 1949 nel suo capolavoro l'Azione Umana:
[...] Colui che si aspetta un aumento di certi prezzi si presenta sul mercato di prestito come richiedente ed è disposto a concedere un saggio di interesse lordo più elevato che se si aspettasse un aumento meno rilevante o nessun aumento. D'altro lato, chi dà a prestito, se si aspetta a sua volta un aumento dei prezzi, concede prestiti soltanto se il saggio lordo è più alto di quanto sarebbe in condizioni di mercato in cui fossero previsti movimenti al rialzo meno rilevanti o nessun movimento. Chi prende a prestito non è sconcertato da un saggio elevato se il suo progetto sembra offrire possibilità tali da poter sostenere costi più alti. Chi dà a prestito si asterrebbe dal prestito e entrerebbe a sua volta nel mercato come imprenditore e offerente di merci e servizi se il saggio di interesse lordo non lo compensasse dei profitti che potrebbe ottenere in questo modo. La previsione di un aumento dei prezzi tende così a far salire il saggio d'interesse lordo, mentre la previsione di una loro caduta lo fa diminuire. (pag. 544)
I bancheri centrali possono anche influenzare i tassi a breve termine, ma le forze di mercato tendono inesorabilmente a forzare in alto quelli a lungo termine andando a far scoppiare le bolle gonfiate (es. titoli di stato) da questi presuntuosi cialtroni monetari.
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di Bill Bonner


La discesa della Germania nazista cominciò non appena nacque. Il regime spostò risorse nazionali verso gli armamenti non appena la Legge Delega del Marzo 1933 diede a Hitler il potere di governare per decreto. Più spese militari lasciarono meno risorse per l'economia del consumo. Mentre sempre più uomini, acciaio e carbone finivano nella produzione militare, quella non militare diminuì portando giù gli standard di vita. La ricchezza del popolo tedesco iniziò a scendere quasi subito. In un primo momento, il calo fu modesto e gli economisti non se ne accorsero. Si concentrarono invece su una rapida crescita industriale, sulla disoccupazione in calo e sul fumo delle ciminiere. Ma il tedesco medio aveva meno da mangiare, meno da spendere e meno per comprare. Negli ultimi anni del Terzo Reich, il suo tenore di vita era in caduta libera.

Poche persone si svegliano la mattina e dicono a se stesse: "Quello che voglio davvero è un carro armato." Né si rivolgono alle loro mogli e dicono: "Tesoro, siamo a corto di munizioni." La spesa militare è una preoccupazione dello stato, non è una questione del privato. Pochissime persone vogliono utilizzare il loro tempo o denaro per le armi o la difesa. La spesa per la sicurezza è considerata come un male necessario, non aumenta gli standard di vita. Ma quanto è necessaria? Un politico può dire: "Staremmo meglio se aumentassimo le spese militari." Un generale può consigliare che la nazione sarà più al "sicuro" se verrà avviato un nuovo programma di armamento. Ma come fanno a saperlo?

Normalmente sappiamo ciò che valgono le cose solo osservandole. Guardiamo quello che la gente compra e quello che fa. Se un uomo decide di spendere tutto il suo tempo a raccogliere francobolli, presumiamo che gli piacciano. Se sceglie di acquistare un vecchio dipinto o una moto nuova, si presume che li voglia. Possiamo guardare come spende i suoi soldi per determinare ciò che desidera... e guardare i prezzi per vedere quanto pensa che valgano. Le persone usano il loro tempo e denaro come meglio credono. Se un gallone di benzina costa $4 — sul mercato libero — allora questo è quello che vale. Se una dozzina di uova costano $2, possiamo dire che un gallone di benzina vale due dozzine di uova. Non abbiamo altra misura affidabile.

Se le persone sono libere al 100% di produrre e di spendere come vogliono, possiamo presumere che ricevano il 100% di quello che vogliono. Se sia una cosa buona o cattiva, non lo sappiamo. Tutto quello che sappiamo è che i prezzi riflettono i valori relativi che le persone danno alle cose e che l'economia esprime pienamente i loro bisogni e desideri. Questa è, naturalmente, una fantasia. In nessun luogo sulla Terra... in nessun momento della storia... è esistita una tale economia ideale. Ovunque, in ogni epoca, vi erano limitazioni, leggi, regolamenti, furti, sovvenzioni, schiavitù ed altre distorsioni. Tuttavia, vale la pena tenere a mente questa ECONOMIA IDEALE. Come un uomo onesto o una donna virtuosa, ci dà uno standard con cui misurare i nostri difetti.

Se questo è vero, emerge una delle questioni più profonde sulla politica economica: non ce ne dovrebbe essere alcuna. Anche se lo stato fosse un angelo, dispensando un'economia di mercato ideale, sarebbe destinato a causare distorsioni. Ogni atto di pianificazione centrale è un'interferenza con i piani individuali. Ogni decisione di politica statale interrompe migliaia o milioni di quelle private. Non c'è modo di aggirare questa situazione. Acquirenti e venditori esprimono le loro preferenze, possiamo quindi vedere quanto valgono le cose. Se, invece, il prezzo è imposto o soppresso o sostenuto per decreto, il contenuto informativo del prezzo scompare. Non sappiamo quello che la gente vuole veramente, non sappiamo quanto valgono le cose; possiamo solo immaginarlo. Comprerebbero lo stesso benzina se il prezzo fosse più alto? Quanto mais consumerebbero le persone se i federali non imponessero di metterlo nei serbatoi di carburante? Quanto sareste disposti a pagare per un ricovero in ospedale se l'industria non fosse così fortemente regolamentata? Non lo sappiamo.

Qualsiasi tentativo di armeggiare con il sistema, dettare i prezzi, favorire un settore piuttosto che un altro o cambiare le preferenze in qualsiasi modo crea una distorsione che riduce la soddisfazione netta, cioè quello che la gente vuole. La manomissione distorce i risultati in modo che le persone finiscono per avere meno di quello che vogliono veramente... e di più di quello che qualcun altro vuole che abbiano.

Ma aspettate un minuto. Supponiamo di prendere soldi da persone ricche e disperderli in giro? Invece di una persona ricca che ottiene un sacco di quello che voleva, 10 o 20 persone non così ricche sarebbero in grado di ottenere più di quello che volevano. Ciò non andrebbe ad aumentare la soddisfazione netta? La regola del declino dell'utilità marginale non andrebbe a diminuire il godimento del ricco, permettendo nel contempo ai poveri di godere dei loro piaceri più pienamente? Forse. Ma qualcosa sembra sempre andare storto sulla strada per migliorare la vita degli altri.

Si può presumere, ad esempio, che i ricchi non stiano consumando tutto quello che hanno. In caso contrario, non sarebbero ricchi. Pero' si può anche presumere che ciò che viene preso da loro abbia un qualche ruolo al di là della soddisfazione dei loro capricci immediati. In realtà, è il capitale quello che viene utilizzato per costruire le imprese, creare fabbriche ed attrezzare le università e gli ospedali; queste sono le risorse in eccesso che vengono investite per creare più beni e servizi di consumo. Se togliete questo capitale, la società sarà lo stesso ricca? La soddisfazione netta salirà o scenderà? Chi lo sa? Ma non è qualcosa di cui dobbiamo preoccuparci. Nessun governo al mondo si impegna a ridistribuire i soldi dai ricchi ai poveri. Non di certo il Terzo Reich.

Nessuna persona seria sostiene che un'economia di comando sia il modo più efficace per identificare e produrre ciò che la gente vuole veramente. Invece, i manipolatori sostengono che ci sono alcune cose che sono più importanti dell'economia... alcune cose più importanti di quello che la gente realmente vuole. Hitler disse così:

"Il lavoro del Ministero degli Affari Economici è quello di impostare le attività economiche nazionali; il settore privato deve raggiungerle... O l'industria tedesca agguanterà le nuove attività economiche, o altrimenti è destinata a mostrarsi incapace nel sopravvivere a questa età moderna..."

Nel 1936 propose anche una legge che prevedeva la pena di morte per chiunque fosse colpevole di "sabotaggio economico," cioè, coloro che non si conformavano ai suoi piani. Ciò che diceva... e quello che voleva... erano cose così buone che avevano un senso, almeno per lui, tanto da chiudere il parlamento ed ignorare la volontà dei propri elettori. Stava semplicemente facendo quello che tutti i pianificatori centrali fanno — sostituire ciò che la gente voleva con ciò che lui voleva, e sostituire i sussurri del libero mercato con il suono della propria voce.

Per quanto ne sappiamo, Dio non parla ai funzionari pubblici e non dice loro che cosa sarebbe meglio per il popolo. Invece, per quanto ne sappiamo, le persone che controllano lo stato lo usano sempre in modo ragionevole ed ovvio — per ottenere più di quello che vogliono e più di quello che vogliono che ottengano gli altri. E dal momento che hanno la polizia di stato e il potere militare ad aiutarli a farlo, a meno che siano dei santi o dei geni, il rovescio della medaglia può essere davvero sconvolgente.

Quando le persone sono autorizzate a spendere il loro tempo e denaro come vogliono, il sistema si adatta facilmente ai cambiamenti delle preferenze. Una persona puo' volere un cappotto pesante in inverno. In estate, invece, un costume da bagno. I gusti cambiano, i modelli di acquisto si evolvono. A chi importa veramente? Quando una donna sente di avere un numero sufficiente di paia di scarpe... o un uomo sente di aver bevuto abbastanza whisky... si ferma. Non c'è bisogno di preoccuparsi troppo del ritorno sugli investimenti. E' del loro denaro che si parla; possono sperperarlo come vogliono. La gente non necessariamente ottiene ciò che vuole, ma come minimo ciò che merita.

Una delle caratteristiche più sottovalutate del libero mercato è che separa gli sciocchi dai loro soldi. Con lo stato, gli sciocchi separano tutti gli altri dal loro denaro. Nella vita privata, le persone spesso sprecano risorse. Ma è la loro ricchezza che stanno perdendo e ne rimangono rapidamente a corto. Non è così per i federali poiché se ne hanno la possibilità, possono sprecare la produzione di una intera economia... e molti decenni di ricchezza accumulata.

Nel 1930, la Germania si stava ancora riprendendo dal disastro della Prima Guerra Mondiale. In termini di PIL pro capite, aveva solo il 50% della prosperità americana e circa il 65% di quella della Gran Bretagna. Eppure, le sue fabbriche erano competitive. Aveva alcuni dei migliori scienziati e ingegneri di tutto il mondo e la più forte moneta in Europa. Aveva già in produzione trattori, automobili e aeroplani di livello mondiale. Se le cose fossero rimaste così, probabilmente avrebbe sperimentato un aumento della produzione, ridotto i costi, aumentato gli stipendi e via via avrebbe fatto compagnia a Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia come una delle nazioni più ricche del mondo. Invece, la Germania prese una strada diversa.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


3 commenti:

  1. Gli ultimi due articoli sono complementari.
    Da una parte c'è la ricchezza reale e chi la produce, dall'altra c'è il potere di organizzare, pianificare, confiscare e dissipare la ricchezza altrui.
    Nel tempo si è però creata una terza parte, quella del produttore sovvenzionato dal pianificatore, cioè del produttore che sta al gioco (sporco) del potere e non vuol giocare al gioco (assai meno sporco) del mercato.
    Sono realiste queste persone? Giocano l'unico gioco davvero possibile nelle condizioni date (che non sono di libero mercato)?
    E se sono realiste e concrete queste persone, allora noialtri siamo solo degli utopisti, degli illusi, ed ora anche un po' millenaristi catastrofisti e menagrami?
    ;D

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  2. beh, non dobbiamo essere rigidi ed idealisti piu di tanto (faccio un po di autocritica). è sempre un legno storto, l umanita. e gia che non siamo in guerra, almeno da noi...
    come vedi, il materiale è quel che è; non pretendiamo troppo (ci sta una critica libertaria alla rand al riguardo).
    basterebbe l abolizione delle banche centrali, ed un po meno statolatria, il che è un pacchetto unico...

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  3. E ti pare poco?
    Per ottenere un risultato del genere il legno storto dovrebbe quasi raddrizzarsi...

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