lunedì 24 dicembre 2012

Natale in Casa Freedonia





di Francesco Simoncelli (alias, Johnny Cloaca)



Quest'oggi ho composto (più che altro ho riadattato, apportando le dovute modifiche) una poesia di Natale scritta inizialmente dal vecchio Mogambo. I lettori di Freedonia più "anziani" sanno di chi sto parlando. Era andato in letargo, ma per questo particolare periodo dell'anno ho voluto pungolarlo affinché ci regalasse una nota diversa dai soliti articoli.

Ebbene, in veste di Junior Mogambo Ranger, mi ha fornito quell'illuminazione necessaria per rielaborare il suo mitico pensiero e trarne una nuova poesia più adatta alle nostre sponde geografiche nonché lettarie. Quindi, cari lettori, godetevi questo componimento da me re-inventato.

Buon Natale a tutti.

***

Era la notte prima di Natale
E nel freddo silenzio di un locale
Johnny era lì a pontificare
Un brano meraviglioso da presentare

La BCE
Diceva con un ghigno
E' la ragione per cui bevo
Senza batter ciglio

L'inflazione ruggisce
Il conto mi sfinisce
Per questo bicchiere di Malibù
Che mi tocca mandar giù

Monti in TV
Freddo come l'inverno
Aumenterà le spregevoli tasse
Che ci manderan tutti all'inferno

I giullari della burocrazia
Con abiti eleganti e cuciti con perizia
Dicono a tutte le genti
"Inchinatevi, noi siam i veri potenti"

Sono come gli agenti TSA
Totalmente impertinenti
Poiché la nostra costituzione
Grazia i prepotenti

"Ma aspetta Johnny, caro amicone"
Dice un allegro beone
"Ho delle sovvenzioni
E ne ho a milioni!"

"Pagherò il tuo conto
Se mi prometti di alzarti,
Il tavolo ha una gamba debole
E l'altra sta per spezzarsi"

"In qualsiasi momento potresti cader giù
E quindi finire con le chiappe all'insù
E poi Johnny, detto con franchezza,
Non vorrei vederti a terra a respirar la monnezza"

"Finalmente hai capito!"
Diceva Johnny con orgoglio
"Un Malibù per il mio amico,
che ha visto oltre l'imbroglio"

L'economia di oggi
Caro amico ubriaco e saggio
E' proprio come questo tavolino
Rotta, tremante, e ad un passo dall'infinito declino

Le gambe sono stanche
Per il peso sfiancante
Una mortale caduta si fa sempre più vicino
Poiché è questo il nostro terribile destino

Ci saranno disordini nelle strade
Deprederanno le abitazioni
Rintanati al sicuro
E fai scorta di munizioni

Ho potenza di fuoco in abbondanza
Ma l'aggressione non è la mia pietanza
Preferisco la pizza, custodita a bizzeffe
Poco importa se non ci abbinerò una Leffe

Pane e carne a volontà
E anche salumi, ortaggi e frutta da Timbuctu
E, inoltre, in un angolo
Altre casse di Malibù

Starò tranquillamente rintanato
Nel mio antro nella terra scavato
Sbirciando attraverso il cannocchiale
Il cielo terso tasformarsi in temporale

Al collassare dell'economia
nelle sale della finanza
I banchieri zombie faranno scempio
di quelli impreparati per sudditanza

Ma io sarò pronto
E nel mio bunker scenderò fino in fondo
Col grilletto delle armi sempre in tensione
Sparerò nelle chiappe di chi con la violenza genera confusione

Riportato al presente
Da un sospiro d'aria gelata
S'apre la porta del bar
Ed appare una donna di bellezza immacolata

Johnny sceglie di tacere
Si lancia verso il bancone comprando qualcosa da bere
E con le labbra tremanti per un risolino
La guarda e le fa l'occhiolino

"Disgustoso," mormora lei
"Sei veramente senza decoro
E non mi importa
Se hai tutto quell'oro"

"Un brindisi per la vostra ignoranza
Mia bellezza dalla pelle di rosea fragranza
Mi riprenderò quel bicchiere molto volentieri
Ma si tenga la cartaccia che vale oggi così come ieri"

Ma, tutti voi, attenti al domani
Diventate più furbi
Correte ai ripari
E fate in modo che l'inflazione non vi disturbi

Gli scaffali si svuoteranno
Il cibo lo razzoleranno
E allora mia cara signora
Le sembrerò più bello di quanto non sono ora

E mentre affogheranno
Tutti quelli che adesso mi scherniscono
Con il mio oro, argento e petrolio
Supererò l'inferno inflazionistico

Rinascerò come la mitica fenice
Più splendente della chioma di Berenice
Ricco nel corpo, saggio nello spirito
Dalla follia dei banchieri centrali non sarò tramortito

Non sazio di aver avuto ragione
Punterò il dito contro quell'istituzione
Che fino ad oggi aveva fatto del monopolio la sua vera ragione
La BCE tremerà, signori e signore

Bighellonando alla porta
Abbozza un sorriso gracile
Evviva! Dice Johnny
Questa roba dell'investire è davvero facile!


5 commenti:

  1. Ciao Er.

    Il cervello mi è quasi uscito dalle orecchie per mettere insieme quelle rime. :'D

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  2. pensavo fosse paolo conte...
    speriamo il lungo termine keynesiano non giochi per loro, o se la saranno goduta alle nostre spalle... la ragione è dei fessi...
    buon natale francesco, andrea ed a tutti quanti

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