giovedì 25 ottobre 2012

No, Deficit Crescenti Non Significano Profitti Corporativi da Record: Infatti E' Proprio l'Opposto

Data la quantità di puttanate che ogni giorno si ascoltano sui vari canali dell'informazione, bisogna porre un freno alla loro fuoriuscita altrimenti si rischia seriamente di perdere la propria sanità mentale. Una di queste balle mega-galattiche è la teoria secondo cui la spesa a deficit sarà la salvezza del nostro sistema attuale. Ho già confutato questa teoria qui. Ma a quanto pare i pianificatori centrali sono duri di comprendonio e volendo disperatamente mantenere il controllo sulle redini dell'economia continuano a drogarla con ulteriore denaro fiat, e il loro stuolo di lacché è pronto a giustificare ogni loro mossa. Allora non sorprende che il Giappone sia arrivato al QE9, dato che l'effetto del QE8 lanciato un mese fa è durato la bellezza di una sola giornata. E' questo il destino che attende il resto degli stampatori folli? Potete scommetterci! Infatti, non sarebbe una sorpresa se il prossimo panico avesse origine dal Giapppone. Prestate sempre attenzione a quello che non si vede. (Mentre l'articolo di oggi prende come esempio il Giappone, il video di seguito esamina gli Stati Uniti per demolire la teoria secondo cui la spesa a deficit possa essere sinonimo di crescita economica.)


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da ZeroHedge


Durante il fine settimana sembra esserci stata molta confusione su praticamente tutto quello che fa riferimento al mondo della finanza da parte di aspiranti "esperti di mercato." Nel caso specifico, la correlazione tra il deficit crescente degli Stati Uniti dovrebbe magicamente implicare la causalità dell'aumento degli utili aziendali. Detta così sembra meraviglioso, perché in un esperimento di pensiero utopico e socialista, in cui si potrebbero avere deficit infiniti finanziati da qualche albero magico della MMT pieno di soldi, le società realizzerebbero, beh, una quantità infinita di profitti e sarebbe un incentivo affinché il governo stesso spenda a rotta di collo. E tutti sarebbero felici: utili aziendali infiniti vuol dire come minimo un effetto a cascata per quanto riguarda la ricchezza, ed infinito meno un numero grande è ancora infinito, cioè la piena occupazione per tutti. Da qui l'utopia. A parte l'diozia di questa conclusione, il problema più grande nel commettere il peggiore errore da dilettanti nella finanza (e nella statistica), vale a dire confondere la correlazione con la causalità, è che è, come al solito, sbagliata al 100% quando viene presentato un controfattuale. E quando si tratta di controfattuali per deficit alle stelle, si va sempre nel posto che è "stato lì e ha fatto tutto questo" prima. Il Giappone.

Perché il Giappone? Perché, proprio come gli Stati Uniti, il Giappone ha visto crescere la sua quota di deficit di bilancio sia in termini assoluti che in percentuale del PIL. Infatti, sin dal 1960, il disavanzo espresso in percentuale del PIL è andato su, su, su.




Quindi qual è stato l'andamento dei profitti aziendali in Giappone in questo periodo di "spesa a deficit a rotta di collo" a partire dal 1960 e terminata, beh, mai? Dopo tutto ricordate che il Giappone supererà un biliardo di debito sovrano questo anno, e ben oltre il 200% del debito/PIL. Beh, come nell'articolo di Jim Montier (che abbiamo sezionato in precedenza) mostrato all'inizio di quest'anno, i profitti delle imprese in Giappone hanno performato male per non dire altro. Di seguito i dati di Bloomberg sul rapporto tra i profitti Giapponesi e le vendite in tutti i settori industriali.




Infatti quando si riportano i due dati sullo stesso grafico e si inverte l'asse degli utili aziendali, otteniamo...




Dovrebbe essere chiaro a tutti, tranne che per le maggior parte del giornalismo più confuso, che, se dalla correlazione tra i deficit crescenti ne risultasse un aumento dei profitti, allora la linea di tendenza del secondo grafico di sopra andrebbe verso l'alto. Non verso il basso. Ahimè, è verso il basso.

E come mostra il terzo grafico, in Giappone, nel corso degli ultimi 40 anni, i deficit crescenti hanno effettivamente portato ad un collasso dei margini di profitto.

Ma aspettate, c'è di più.

Dato che la questione è ancora aperta: perché i profitti Giapponesi sono diminuiti in oltre 40 anni durante un periodo in cui il governo Giapponese stava spendendo come un marinaio ubriaco. Lo abbiamo spiegato in precedenza in dettaglio, ma eccolo di nuovo in poche parole:

  • in un contesto di liquidità in forte rialzo e di denaro gratuito, il tasso di rendimento minimo sui nuovi investimenti crolla, così come l'obbligo di investire in spese in conto capitale, nella crescita e nella manutenzione. Infatti, come abbiamo dimostrato lo scorso anno, l'era della base patrimoniale globale ha raggiunto un livello record in tutto il mondo, sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo, portando a registrare una bassa redditività degli asset! (ed un ingombro da record del debito, ma questa è un'altra storia). Da registrare i vecchi asset. E dal momento che le aziende sono costrette a pagare dividendi in contanti ad un ritmo record (in sostituzione del reddito fisso in un ambiente ZIRP), c'è sempre meno denaro contante per sostenere le spese in conto capitale.

Allora perché la redditività ciclica (non secolare) degli Stati Uniti è aumentata negli ultimi anni? Due semplici motivi:
  1. rifinanziamenti del debito con un costo sempre più economico del capitale, che però ora ha raggiunto un minimo poiché per le società ci sono ben pochi benefici incrementali di bilancio, sia negli investimenti che nei rendimenti, e
  2. riduzioni SG&A, poiché sempre più aziende hanno licenziato migliaia di persone, o semplicemente hanno sostituito la loro struttura dei costi fissi con una base di dipendenti più economica (la conversione dei lavoratori da full-time a part-time è un esempio, ampiamente documentata su queste pagine).

Infine, come abbiamo dimostrato nell'ultimo trimestre, la redditività delle imprese ha già raggiunto il picco, e nel terzo trimestre mostrerà il suo secondo declino trimestrale consecutivo (anno/anno). Nel frattempo, riteniamo che non sia necessario dimostrare che la spesa a deficit degli Stati Uniti non è diminuita per niente negli ultimi mesi, e in effetti nel peggiore dei casi ha mantenuto lo stesso ritmo di crescita.

Il punto chiave è che sono state le politiche di denaro facile della FED che hanno portato a periodi ciclici di redditività delle imprese, la cui fine è di solito coincisa con il periodo di denaro facile. Ora, però, la FED non ha altra scelta che continuare la ZIRP per sempre, anche se gli utili aziendali ancora una volta sono iniziati a scendere, e non vi è alcuna leva che la FED, o chiunque altro, e non certamente il Tesoro degli Stati Uniti, può tirare per spingerli più in alto.

In altre parole, un un vicolo cieco, poiché i deficit da record non alimentano profitti da record, che era la tesi idiota all'inizio.

Così, invece, le imprese ottengono una spinta degli utili per 2-3 anni che va a beneficio degli azionisti che riescono ad incassarli, mentre in cambio l'America si ritrova un carico record di debito. Sembra proprio un bello scambio... se solo si vivesse in un'utopia socialista, come insegnato dalla scuola di giornalismo della Columbia o simili, e non ha idea di come ogni singola istanza del socialismo finisce quando finiscono i soldi degli altri.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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