sabato 29 settembre 2012

Curare il Diabete con una "Terapia Auto-Cellulare"

«Colui che vuole concludere qualcosa nella prasseologia deve essere avvezzo alla matematica, alla fisica, alla biologia, alla storia e alla giurisprudenza per non confondere i metodi e i compiti della teoria dell'azione umana con i metodi e i compiti delle altre branche della conoscenza. Quello che c'era di sbagliato con le varie scuole storiciste d'economia era essenzialmente che i loro adepti erano meri dilettanti in campo storico. Nessun matematico competente può fallire nel riconoscere la varietà delle fallacie fondamentali in quella che è chiamata economia matematica e in special modo nell'econometria. Nessun biologo fu mai beffato da un organicismo dilettantesco quale quello  di Paul de Lilienfed. Quando una volta espressi questo parere durante una lezione un giovane obbiettò: "Lei chiede troppo per un economista, nessuno mi può costringere a studiare tutte queste materie." La mia risposta fu: "Nessuno la obbliga o le chiede di diventare un economista.»

~ Ludwig Von Mises, Le Fondamenta Finali della Scienza Economica
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di Patrick Cox


Il mio editore mi dice che dovrei concentrarmi sulla scrittura di titoli plateali. "Curare il diabete" è abbastanza plateale?

Se avete studiato il diabete, avrete quasi certamente "imparato" che non esiste una cura per la malattia. Gli scienziati delle cellule staminali, infatti, hanno incontrato particolari sfide cercando di ricreare le cellule pancreatiche beta che naturalmente producono insulina. Questo ha portato molti osservatori a concludere che i diabetici sono condannati alla routine quotidiana di monitoraggio della glicemia ed iniezioni di insulina.

Fortunatamente, uno straordinario scienziato Israeliano ha sviluppato un mezzo elegante e relativamente semplice per strutturare geneticamente una soluzione al problema. Una piccola azienda, con sede in America, ma con radici in Israele, ha quello che io credo che sarà una cura reale per molti diabetici ed una terapia notevolmente migliorata per coloro che non curerà completamente.

In segno di rispetto per gli iscritti al mio bollettino d'informazione, Breakthrough Technology Alert, non ho intenzione di rivelare il nome della compagnia. Ma vi racconterò la tecnologia rivoluzionaria che potrebbe finalmente fornire una cura per il diabete. Sono estremamente fiducioso ed entusiasta della tecnologia, dell'IP e del management di questa azienda. Non ho raccomandato l'acquisto delle azioni della società, ma ho detto ai miei abbonati di guardarla da vicino e con attenzione.

Il diabete è una delle malattie dapprima descritte dagli scienziati antichi. I Greci, gli Indiani e gli Egiziani descrissero l'accorciamento delle condizioni di vita che procurava il diabete, facilmente diagnosticato da un eccesso di zucchero nelle urine, e delle sue molte complicazioni. Ci volle fino al 1922 affinché fosse introdotto il primo trattamento efficace, l'insulina — estese e migliorò la vita dei diabetici in modo significativo.

Purtroppo però, il diabete rimane ancora pericoloso. Anche con insulina e farmaci, comporta spesso problemi di salute e sofferenze. E' per questa ragione che così tante persone vogliono una cura o un trattamento terapeutico che consenta al corpo del paziente di produrre insulina in modo autoregolato.

Tale cura consentirebbe a centinaia di milioni di persone di vivere una vita più sana, normale. Impedirebbe anche le complicanze e le terribili morti premature che spesso accompagnano il diabete. Soprattutto per il diabete di tipo 1 che insorge in età infantile, causato da un attacco autoimmune che uccide le cellule beta che producono insulina nel pancreas, una cura sarebbe un progresso sorprendente per l'umanità. I vantaggi sarebbero enormi anche per gli adulti con diabete causato da insulino-resistenza.

Nei soli Stati Uniti, il mercato dei farmaci per il diabete è stimato per un valore di $15-20 miliardi l'anno. Il resto del mondo offre un mercato tanto grande. Anche se i livelli medi di ricchezza sono più bassi in Asia, il reddito e la possibilità di acquistare i trattamenti più avanzati è in aumento. Inoltre, l'Estremo Oriente è un mercato particolarmente grande, poiché gli Asiatici sono affetti da diabete in misura maggiore rispetto ad altre razze, forse a causa dell'alto indice glicemico degli alimenti base, il riso bianco. Quasi un Cinese su 10 ha il diabete. L'India ha tassi simili ed il ricco Giappone ha livelli ancora più elevati.

I costi del diabete, tuttavia, sono molto maggiori rispetto al mercato legato alla terapia. Questo è un punto critico, perché le enormi spese indotte dal diabete sono il motore economico che renderebbe una cura molto proficua.

Solo in America, i costi diretti e indiretti del diabete di tipo 1 sono circa $15 miliardi l'anno. Per il diabete di tipo 2 i costi, anche se meno costosi per paziente, sono circa 10 volte tanto, o $150 miliardi l'anno. Con l'invecchiamento delle popolazioni, l'incidenza e il costo del diabete continuerà a salire. Questi costi sono pagati dalle famiglie, dalle compagnie di assicurazione e dai programmi sociali. L'incentivo, quindi, ad approvare e distribuire una terapia che tagli i costi è un imperativo.

Con l'economia del diabete bene in mente, si può ora discutere della tecnologia terapeutica rivoluzionaria in fase di sviluppo per curare il diabete. "Riprogramma" le cellule di un individuo per ripristinare la loro capacità di produrre insulina.

"Non è che stiamo cambiando qualcosa nell'informazione genetica," ha spiegato lo scienziato che conduce questa ricerca. "E' solo che stiamo scegliendo quali informazioni genetiche dovrebbero essere espresse, per cui stiamo lavorando sull'epsressione dell'informazione genetica del pancreas nel fegato o in parte del fegato..."

Le cellule rimangono cellule epatiche, ma sono cellule epatiche che hanno attivati i loro geni della produzione e regolazione d'insulina. Vengono attivati anche altri ormoni ed attività necessarie per la regolazione del glucosio, come la produzione di organelli per la conservazione dell'insulina.

Mi sembra che la società che utilizza questa nuova terapia sia solo ad un anno/un anno e mezzo di distanza dai test clinici sull'uomo. Sono in corso preparativi per l'approvazione normativa negli Stati Uniti, Europa e Asia. I test in vitro hanno dimostrato che le cellule epatiche umane possono essere trasformate in fabbriche di insulina. Inoltre, sono stati eseguiti test preclinici su animali che hanno mostrato il successo della produzione e della regolazione dell'insulina.

Ricordate, non stiamo parlando di piccole molecole sotto forma di farmaci, che spesso hanno effetti significativamente diversi in vari mammiferi. Questo non è il caso di cellule riprogrammate, quindi ho fiducia che i risultati sugli animali si tradurranno direttamente in un successo nella sperimentazione umana. Non c'è alcun motivo per credere che la procedura non funzionerà per gli esseri umani, dal momento che è già stata analizzata in numerose cellule umane derivate dal fegato.

Staremo a guardare molto da vicino. Il mondo può essere sulla soglia di una sorprendente svolta medica.

Saluti,


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


venerdì 28 settembre 2012

La fallacia dell'orientamento del PIL nominale

Potremmo presto scoprire quale sarà la risposta alla domanda che ponevo in questo articolo, ovvero, cosa accadrà quando la Spagna avrà bisogno di ulteriori fondi semplicemente per restare a galla. Nell'ultima conferenza stampa è stato promesso molto, ma come abbiamo visto fino ad ora tutte le promesse vengono fatte per ottenere liquidità extra con cui campare fino al prossimao allarme. Così oltre a presentare 43 nuove riforme con cui tentare di ravvivare l'economia e vari incentivi al settore automobilistico nonché a quello della green energy, quello che salta all'occhio è il raid al fondo pensionistico della Previdenza Sociale per circa €3 miliardi. Gli USA stanno seguendo la stessa via a causa della bolla dei prestiti studenteschi. E... (rullo di tamburi)... di cosa è pieno quel fondo? Esatto, è colmo di bond del Tesoro Spagnoli! Quindi, non sorprende che Egan Jones abbia declassato nuovamente la Spagna da CC+ a CC e che l'epica corsa agli sportelli bancari Spagnoli vada avanti senza freno. Prossimo probabile evento di accattonaggio da parte della Spagna dopo il vertice Ecofin dell'8 Ottobre. Fate le vostre scommesse.
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di Detlev Schlichter


In un pezzo davvero degno di nota per il Financial Times di ieri, Wolfgang Münchau ha attaccato la comunità Euro-scettica ed Euro-critica in Germania accusandola di paranoia per l'inflazione e di non comprendere il "moderno settore bancario centrale." Beh, conosco molti commentatori qualificati – molti non Tedeschi – che ingoiano un boccone amaro quando riflettono sulla nuova realtà di un QE illimitato ed aperto negli USA, e sugli acquisti illimitati di bond da parte della BCE. Mentre i burocrati delle banche centrali dichiarano che non smetteranno di aumentare la base monetaria finché l'economia non crescerà più velocemente ed il tasso di disoccupazione non scenderà, maledizione, alcuni di noi possono essere scusati se si chiedono quali potranno essere le conseguenze a lungo termine ed inattese. Ma, secondo Münchau, abbiamo completamente torto poiché siamo chiaramente stati "alimentati con disinformazione circa il funzionamento di un'economia moderna."

Il QE illimitato è, secondo Münchau, il risultato di nuove teorie che fanno funzionare il settore bancario centrale. Vedete, con un QE aperto la FED "è diventata molto più determinata a guidare le aspettative per il futuro," che si suppone sia quello di cui l'economia ha bisogno: burocrati che guidano centralmente ed amministrativamente le aspettative. Stranamente, però, tutto questo non mi suona tanto moderno.

Non si può negare che, negli ultimi tempi, le cose non sono andate secondo i piani, ma questo per Münchau non è un buon motivo per mettere in dubbio il ruolo delle banche centrali in questa crisi, senza parlare del concetto stesso di pianificazione monetaria centrale, e soprattutto per mettere in dubbio l'idea che un po' "di uomini e donne saggi" a Francoforte, Washington o Londra, stabiliscano l'offerta della base monetaria e di certi prezzi (tassi di interesse) al fine di controllare, guidare e gestire i risultati economici. Come molti dei suoi colleghi sul FT, Münchau è intimorito dall'élite che presumibilmente gestisce le nostre economie e le nostre società a nostro beneficio. Tempi difficili sembrano richiedere solamente politici più decisi e banchieri centrali più determinati. E quando la pianificazione centrale fallisce, i pianificatori centrali hanno semplicemente bisogno di un nuovo piano. O un nuovo obiettivo.

Non sorprende, quindi, che Münchau sia un sostenitore dell'orientamento del PIL nominale, la nuova moda nel settore della pianificazione monetaria centrale. A quanto pare, non c'è niente di sbagliato nella politica monetaria. I banchieri centrali hanno solo bisogno di un nuovo obiettivo, e, naturalmente, di uno più completo. L'esperto matematico Münchau ci informa su come funziona:

"Questo è un dibattito sull'orientamento delle entrate nominali, in cui una banca centrale non stabilizza più il tasso di inflazione direttamente, ma si concentra invece sulla stabilizzazione del prodotto interno lordo nominale. Potreste pensare al PIL nominale come alla somma del PIL reale e dell'inflazione. Se la crescita reale scende, la banca centrale dovrebbe quindi far salire l'inflazione. Al contrario, se aumenta la crescita reale, la banca centrale dovrebbe far diminuire l'inflazione molto più tenacemente di quanto non avrebbe fatto sotto un regime di orientamento dell'inflazione utilizzato dalle banche centrali come la BCE."

C'è una pericolosa ingenuità in tutto questo, una cecità della complessità della vita reale. Vi è anche una sorta di chiusura mentale, di cui Münchau accusa i critici delle banche centrali ma di cui egli stesso è il primo esempio. Münchau e altri sostenitori dell'orientamento del PIL sono macro-economisti, il che significa che ignorano necessariamente molti fenomeni micro-economici importanti.

Ecco l'errore principale dietro l'orientamento del PIL nominale e, di fatto, dietro tutta la tesi di Münchau: Presuppone tacitamente che il denaro sia neutrale, cosa che non è mai così. Mi spiego meglio.

L'idea che le banche centrali debbano avere come obiettivo il PIL nominale presuppone in primo luogo che la stabilità del PIL nominale sia difatti auspicabile e possibile, e che siamo in grado di valutare quale dovrebbe essere il "giusto" livello del PIL nominale nonché il rapporto adeguato tra inflazione reale e PIL. Tale stabilità esiste raramente nelle cose umane e in particolare nei fenomeni economici, ed un tale punto di vista statico e non dinamico dell'economia mi lascia perplesso – beh, non mi sembra moderno. In secondo luogo, e cosa ancora più importante, presuppone che non ci siano collegamenti diretti e stabili tra le quantità che la banca centrale debba controllare direttamente – cioè la base monetaria, le riserve bancarie, ed i tassi di interesse – e le variabili macro-economiche, la crescita e l'inflazione, che sono l'obiettivo finale delle sue politiche. Questo rapporto – tra base monetaria, inflazione e crescita – è, tuttavia, molto complesso e tutt'altro che stabile e molte cose possono e devono avvenire in modo da cambiare uno affinché cambi anche l'altro. E non tutte queste cose sono belle.

Supponiamo che le banche centrali temono che il PIL reale sia troppo basso e che debbano, secondo Münchau, "far salire l'inflazione." In che modo lo fanno? – La risposta è: lo fanno come lo fanno sempre, solo in misura maggiore. La banca centrale acquista determinati asset finanziari dalle banche ed accredita loro nuove riserve bancarie sui conti che detengono presso la banca centrale. Pertanto, le banche hanno più riserve – e, possiamo supporre, più economiche – rispetto a prima, il che significa che ora hanno un incentivo a prestare più soldi. I tassi dei prestiti sui mercati del credito dovrebbero diminuire poiché viene esteso più credito. I progetti di investimento che in precedenza venivano evitati a causa dei costi di finanziamento relativamente elevati, diventano ora redditizi. Si verificano nuovi prestiti. Questo può effettivamente sollevare il PIL reale – anche se solo temporaneamente – e, infine, sollevare la media dei prezzi, il livello dei prezzi, un effetto che, in contrasto con la spinta del PIL, è di solito permanente. Tuttavia, è chiaro che molte altre cose devono modificarsi in conseguenza di ciò che la banca centrale ha appena fatto: alcuni asset finanziari aumenteranno di prezzo e diminuiranno di rendimento; si espanderanno i bilanci delle banche; aumenterà la leva finanziaria; il capitale è stato riallocato; il rapporto tra risparmio volontario ed investimenti è stato modificato; i prezzi relativi sono cambiati; la distribuzione dei redditi e della ricchezza è cambiata. Ci vuole un'incredibile ingenuità per pensare che tutti questi cambiamenti sono talmente benigni che possiamo tranquillamente ignorarli, o ci vuole un'ottimismo infantile nella saggezza e nella lungimiranza dei banchieri centrali per supporre che tutti questi effetti possono essere anticipati e utilizzati per la progettazione di queste politiche.

L'errore macroeconomico è quello di credere che l'espansione dell'offerta di moneta abbia due e due effetti solamente: stimolare la crescita (buono) ed aumentare l'inflazione (a volte bene, a volte male, a volte irrilevante). Che questa rappresenta una visione troppo ristretta, lo sappiamo sin da quando Richard Cantillon inventò l'economia moderna. Cantillon è vissuto 300 anni fa, quindi Münchau potrebbe obiettare che non comprendesse "l'economia moderna" e che non avesse un dottorato di ricerca del MIT, come Bernanke e Draghi, gli eroi di Münchau. Ma in difesa di Cantillon possiamo dire che ha vissuto in prima persona – e anzi vi ha partecipato attivamente – ad uno degli esperimenti più notevoli con il denaro cartaceo. Sto parlando del famoso sistema di John Law in Francia dal 1716 al 1720. Cantillon conosceva Law ed investì nel suo schema di cartamoneta. In realtà, Cantillon riuscì a realizzare quello che sognano di fare i moderni manager degli hedge fund. Cavalcò la bolla – la famosa bolla Mississippi – fino al suo picco e prese i suoi profitti prima che la bolla scoppiasse. Al contrario di Law che finì sul lastrico e dovette lasciare la Francia, Cantillon andò in pensione da uomo ricco ed annotò le sue acute osservazioni circa gli effetti dell'espansione monetaria. Una delle sue scoperte più importanti fu la fondamentale non-neutralità della moneta. Come disse Cantillon, quando viene iniettato nuovo denaro nell'economia, i prezzi non aumentano contemporaneamente e con la stessa intensità, ma alcuni aumentano più velocemente di altri, e alcuni più di altri.

Questo è importante e ha conseguenze di vasta portata. Il "denaro facile" non solo influenza direttamente la crescita e l'inflazione, o qualsiasi combinazione delle due. Non influenza soltanto la media statistica dei prezzi, il livello dei prezzi, o l'aggregato statistico delle transazioni economiche, il PIL reale, o qualsiasi altra statistica macro-variabile. "Denaro facile" vuol dire sempre variazioni nei prezzi relativi, variazioni nell'allocazione delle risorse, e variazioni nel reddito e nella distribuzione della ricchezza. In particolare, il "denaro facile" abbassa i tassi di interesse, che in un'economia di mercato sono fondamentali per il coordinamento delle attività di investimento con la preferenza temporale della popolazione, vale a dire la propensione della gente al risparmio e, quindi, al supporto e al sostegno dello stock di capitale. L'espansione monetaria vuol dire segnali dei tassi di interesse distorti e quindi un'allocazione del capitale necessariamente inappropriata. Questa intuizione fondamentale è la base di tutte le teorie monetarie del ciclo economico, cioè, quell'intuizione secondo cui l'espansione monetaria porta a boom che devono essere seguiti da bust. Ogni espansione monetaria crea distorsioni, la liquidazione delle quali causa una recessione. Ogni espansione monetaria crea instabilità economica. Già nel XIX secolo questa era la base delle teorie del ciclo economico degli economisti Classici Inglesi appartenenti alla Scuola Valutaria, ma ancora più importante, è stata la base della teoria del ciclo economico finora più convincente, quella sviluppata da Ludwig von Mises nel 1912 e nel 1924, una teoria che è ormai ampiamente conosciuta come la Teoria Austriaca del Ciclo Economico.

Questa teoria spiega perché il moderno denaro fiat delle banche centrali non potrà mai essere una fonte di "stabilità," sia che si intenda stabilità del tasso di inflazione o stabilità del PIL nominale. Il settore bancario centrale, vecchio o moderno, è sempre una fonte di instabilità. Questa teoria spiega anche perché il moderno settore bancario centrale ci ha condotto ad un vero e proprio cul de sac economico. I ripetuti tentativi negli ultimi decenni di acquistare una crescita economica di breve termine al prezzo di uno svilimento persistente del denaro, ci ha ora lasciato con un'economia distorta e sovra-indebitata dove ogni ulteriore espansione monetaria deve essere sempre più spaventosamente aggressiva per farsi largo tra gli enormi squilibri accumulati e per avere un qualsiasi effetto sull'inflazione e sul PIL, reale o nominale. Questa politica, in ultima analisi, finirà con l'iperinflazione quando la popolazione perderà la fiducia in questa farsa.

Non so se quei critici Tedeschi della BCE che fanno irritare Münchau conoscono Cantillon o Mises. Per quanto ne so, possono soffrire dello stesso punto di vista macroeconomico che affligge Münchau. La differenza è questa: Nelle valutazioni finali hanno ragione e Münchau ha torto. La strada per l'inferno è lastricata di denaro facile.

Nel frattempo, lo svilimento della cartamoneta continua.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


giovedì 27 settembre 2012

La Violenza degli Insegnanti di Chicago

«[...] La teoria è semplice. Quando si aumenta il prezzo di uno degli input in un processo produttivo ci sono due conseguenze importanti. Il primo è che, a parità di altre condizioni, il prezzo minimo richiesto dal produttore per vendere il suo prodotto finito sul mercato cresce. A questo prezzo il produttore si aspetta di guadagnare abbastanza per coprire i costi dei fattori di produzione e nella misura in cui i sindacati aumentano il costo del lavoro mettono una pressione al rialzo sui prezzi all’uscita della catena produttiva. Inoltre, se l’industria ha concorrenza e il produttore non è in grado di alzare il prezzo senza perdere quote di mercato, allora il sindacato costringe il produttore a tagliare in altri settori. Potrebbe ridurre i profitti che altrimenti andrebbero agli azionisti dell’impresa, oppure decidere di tagliare la qualità dei materiali impiegati e produrre beni minore qualità ma meno costosi. Potrebbe ridurre la quantità di beni venduti sul mercato.
 Pazienza. L’unica cosa che non può fare è aumentare i salari e i benefici dei sindacati senza un corrispondente aggiustamento da qualche altra parte. Spesso questi ritocchi includono i settori dell’economia che ora ricevono pagamenti inferiori per il loro contributo alla produzione e i consumatori che ora si devono accontentare di merci meno costose. [...]
Il secondo effetto è che un più alto prezzo ricevuto dalle unioni sindacali attrae inevitabilmente dei rimpiazzi. Questa è la legge dell’offerta – che afferma che c’è una relazione positiva tra i prezzi e la quantità fornita – al lavoro. A un salario sindacale più alto, molti lavoratori rendono disponibile il loro lavoro sul mercato, che vengano accettati o meno dal sindacato. Di per sé, questo effetto aumenta le dimensioni della forza lavoro – specialmente la porzione di disoccupati. Questo prezzo più elevato aumenta anche gli incentivi ai produttori affinché adottino più velocemente metodi produttivi a uso intensivo di capitali, rispetto a quanto avrebbero fatto in assenza di sindacato, promuovendo, almeno nel breve termine, disoccupazione strutturale.»

~ I sindacati e “gli altri” Piccolo Tim, Christopher Westley, vonmises.it, 14 Aprile 2012.
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di Gary North


In una mia relazione precedente, "Come spezzare lo Sciopero degli Insegnanti di Chicago in Sette Giorni," ho discusso l'economia del sindacato degli insegnanti. È possibile leggere la relazione qui.

La Federazione Americana degli Insegnanti è una tigre di carta. L'organizzazione basa la sua capacità di contrattazione su quello che oggi è un limite legislativo, vale a dire, la carenza di insegnanti. Non c'è carenza di insegnanti in base alla scala salariale che viene imposta dalla Federazione Americana degli Insegnanti sui consigli scolastici locali.

Qualsiasi consiglio scolastico che pubblicherà un "cercasi aiuto" che si basa sul salario prevalente annuale di ogni insegnante nel quartiere, tra cui l'insegnante pagato meno, scoprirà che avrà una sovrabbondanza di domande di lavoro.

Mai dire "carenza." Dire sempre "carenza ad un prezzo massimo stabilito dal governo." Mai dire "sovrabbondanza." Dire sempre "sovrabbondanza ad un prezzo minimo stabilito dal governo."

Questo significa che il potere del sindacato degli insegnanti si basa interamente sulla legislazione che concede al sindacato degli insegnanti l'autorità legale per scioperare. La minaccia dello sciopero, o la minaccia di un intervento da parte del National Labor Relations Board, è ciò che impedisce a qualsiasi consiglio scolastico di ridurre gli stipendi di almeno il 25% su tutta la linea, e raddoppiare le dimensioni delle aule.

Non c'è distretto scolastico negli Stati Uniti che non possa tagliare le spese complessive per almeno il 50% in un anno:
  1. tagliare il bilancio totale assegnato all'amministrazione del 20% rispetto al bilancio totale,
  2. raddoppiare il numero di studenti in ogni classe, e
  3. far calare i livelli salariali del 25%.

Se un insegnante di scuola pubblica non lo capisce, quell'insegnante ha completamente perso il contatto con la realtà economica. Ogni distretto scolastico che non lo capisce ha anch'esso perso contatto con la realtà economica. Con circa 500,000 insegnanti disoccupati o marginalmente impiegati negli Stati Uniti, che sono pienamente certificati per insegnare, qualsiasi distretto che paga gli stipendi ai suoi insegnanti al livello attuale sta semplicemente gettando il denaro dei contribuenti giù per lo scarico.



IL DIRITTO DI FARE UN'OFFERTA

Un diritto fondamentale in una società libera è questo: il diritto di fare un'offerta. Chi soddisfa i requisiti di un posto di lavoro dovrebbe avere un diritto legale di fare un'offerta. Chiunque offra un posto di lavoro dovrebbe avere il diritto legale di accettare un'offerta. Questa è l'essenza della libertà. E' l'essenza del capitalismo.

E' l'essenza del governo-sindacato violare questo principio.

L'elemento chiave odierno nelle scuole pubbliche di Chicago è la coercizione governativa. Il governo stabilisce i termini di scambio, negando in tal modo il diritto di fare un'offerta da parte di chiunque non appartenga ad un sindacato. Nega anche il diritto di accettare l'offerta da parte di chi sta offrendo l'occupazione. Il movimento sindacale si basa su qualcuno con un distintivo e una pistola che punta la pistola alla tempia di chi è disposto ad accettare l'offerta.

Il movimento sindacale non è mai stato a favore del lavoratore comune. Il movimento sindacale è sempre stato a favore di una minoranza di lavoratori che hanno aderito ad un sindacato, il cui sindacato poi soddisfa i requisiti legali del governo federale per affermarsi come un monopolio per i servizi del lavoro. Un voto del 50% più 1 dei dipendenti di oggi può tenere fuori tutti i futuri dipendenti che non aderiscono al sindacato. Al sindacato, quindi, viene dato il diritto di chiamare qualcuno con un distintivo e una pistola, che poi punta la pistola alla tempia di qualcuno che si offre di assumere un lavoratore.

L'essenza del movimento sindacale è l'uso della violenza, o la minaccia di violenza, o di entrambi, al fine di stabilire un monopolio di un gruppo privilegiato di lavoratori, che detengono la loro posizione di privilegio sulla base del potere politico.

L'essenza della rivendicazione del lavoratore sindacale privilegiato è questa: egli ha il diritto legale di escludere chiunque voglia competere con lui e non è entrato in un gruppo privilegiato di lavoratori, i quali a loro volta sono i beneficiari del favoritismo politico.

Egli poi afferma di possedere la proprietà del suo lavoro. Dice che un datore di lavoro che si offre di assumere qualcuno non possiede la proprietà del lavoro, poiché il governo non consente al datore di lavoro di ingaggiare qualcuno che è qualificato per suddetto lavoro e che è disposto a lavorare per un salario più basso, o era disposto a lavorare di più, rispetto al titolare privilegiato del lavoro monopolizzato.

Il lavoratore sta sostenendo implicitamente la proprietà del suo lavoro. Se abbandona il lavoro, ponendo così fine al contratto tra lui e il datore di lavoro, insiste sul fatto che egli possiede ancora il diritto su quel lavoro. Insiste sul fatto che al datore di lavoro non debba essere permesso di ingaggiare qualcun altro, nonostante il fatto che il lavoratore privilegiato abbia abbandonato il lavoro e si rifiuta di lavorare.

Questa legge impone perdite finanziarie sulla persona che vuole assumere qualcun altro per il lavoro. Il sindacato chiama l'uomo con un distintivo e una pistola, che poi punta la pistola alla tempia della persona che vuole assumere qualcun altro, e dice: "Non hai l'autorità legale di offrire lavoro a tutti coloro che non sono membri del gruppo politico privilegiato. Il lavoro non lo puoi offrire tu."

Quando il datore di lavoro ha dapprima assunto qualcuno per lavorare per lui, aveva l'autorità legale per fare l'offerta. La sua azienda non era ancora stata sindacalizzata. Ma, dopo che una maggioranza di lavoratori che sono attualmente impiegati si riunisce e vota nel sindacato, possono escludere tutti i futuri lavoratori che non appartengono all'organizzazione. Lo fanno sulla base di un uomo con un distintivo e una pistola e con la minaccia di violenza al proprietario dell'attività. Non vi è alcuna altra base per i salari sindacali, che sono al di sopra del mercato.

Questa disposizione di privilegi politici esclude i lavoratori non sindacalizzati da quel segmento di mercato rappresentato dalla compagnia che attualmente impiega i lavoratori. I lavoratori non sindacalizzati esclusi non possono ottenere l'accesso a questi posti di lavoro, in quanto al datore di lavoro è legalmente impedito assumerli.



VINCITORI E VINTI

I lavoratori esclusi ora devono andare nel mercato del lavoro che non è caratterizzato dall'appartenenza sindacale e dal controllo sindacale. Questi lavoratori esclusi sono in concorrenza tra di loro. Avrebbero potuto lavorare per salari più alti di quelli che ora sono costretti ad accettare.

Questa disposizione in un'economia altamente sindacalizzata comporta una grande sovvenzione del governo a due gruppi:
  1. ai membri privilegiati dei sindacati, e
  2. ai datori di lavoro nei settori dell'economia non sindacalizzati.

Ci sono due gruppi di perdenti in questa disposizione:
  1. i datori di lavoro nella sezione sindacalizzata dell'economia, che non sono legalmente autorizzati ad accettare le offerte dei lavoratori non sindacalizzati, e
  2. tutti i lavoratori esclusi che non possono ottenere l'accesso ai gruppi sindacali.

Pertanto, la richiesta del movimento sindacale che rappresenta "i lavoratori" è una delle più grandi truffe nella storia della civiltà Occidentale. E' un grande inganno come la frase "Sono del governo, e sono qui per aiutarvi." Mentre può essere vero che il governo possa aiutare una persona per un certo periodo di tempo, in modo da creare una dipendenza dal governo, esso deve penalizzare altri membri della società affinché possa promettere di aiutare l'individuo che pensa il governo è lì per aiutarlo.

In un mondo governato dalla scarsità, non è possibile ottenere qualcosa in cambio di niente. È per questo che l'affermazione del movimento sindacale, e cioè, che rappresenta i lavoratori in generale, è una pretesa assurda. Ottiene salari e condizioni dei suoi membri al di sopra del mercato, ma solo perché il sindacato può fare appello al governo affinché minacci di violenza gli altri partecipanti dell'economia.

C'è una tacita alleanza economica tra i sindacati e i datori di lavoro in quei settori dell'economia che non sono sotto il dominio del movimento sindacale. Nessuno dei due gruppi ha mai discusso la natura di questa alleanza. Sarebbe troppo imbarazzante. Indicherebbe che, in nome dell'aiutare i lavoratori in generale, i sindacati danneggiano la grande maggioranza dei lavoratori. Indicherebbe anche che il movimento sindacale è molto buono per gli affari di quelle imprese che non sono sindacalizzate. Quegli imprenditori che sono i beneficiari dell'attuale disposizione non sono interessati a spiegare la natura del sussidio statale. Dipendono da questo sussidio, ragione per cui non combattono il sindacalismo in generale. Si limitano a resistere all'appartenenza sindacale solo nel loro settore dell'economia.



LIBRI DI TESTO, DISTINTIVI E PISTOLE

Visto che l'economia del libero mercato non viene insegnata nelle scuole superiori, ma solo una versione del mercato del lavoro pro-sindacato, la maggior parte degli studenti non comprende mai la natura di questa alleanza strategica tra i sindacati e le imprese nei settori dell'economia non sindacalizzati. Non è nell'interesse degli insegnanti sindacalizzati nelle scuole pubbliche del paese presentare la tesi della libertà economica applicata ai mercati del lavoro. Dato che non è nel loro interesse professionale, gli insegnanti che presiedono la commissione statale sulla supervisione dei libri di testo non adottano libri di testo d'economia che presentano il mercato del lavoro degli Stati Uniti come il prodotto di una coercizione del governo a favore di membri dei sindacati e di datori di lavoro nei settori dell'economia non sindacalizzati.

Poiché l'appartenenza sindacale è scesa a meno del 10% nel settore privato del mercato del lavoro, i sindacati non hanno più molto effetto nel privilegiare i lavoratori in questo settore. L'appartenenza al sindacato và principalmente a vantaggio di quei lavoratori che sono impiegati nei diversi livelli del governo. Visto che i sindacati possono mobilitare i lavoratori per votare a livello statale e locale, o almeno si crede ampiamente che siano in grado di farlo, i politici statali e locali hanno avuto paura nello sfidare i sindacati, e negano loro il diritto di escludere i membri non sindacalizzati.

La frase "contrattazione collettiva" è accurata, ma solo perché il collettivo in questione è molto più piccolo della maggior parte dei lavoratori. E' solo perché i sindacati possono chiamare funzionari del governo con pistole e distintivi per imporre la violenza sui datori di lavoro intenzionati ad accettare le offerte dei membri non sindacali che i sindacati possono raggiungere salari e condizioni di lavoro al di sopra del mercato per i loro membri. Il collettivo più grande, vale a dire, i lavoratori che sono esclusi dal monopolio privilegiato della sindacalizzazione, non sono rappresentati dai sindacati. Non vi è alcuna contrattazione collettiva per loro, proprio perché vi è una contrattazione collettiva imposta dal governo per i membri privilegiati della classe operaia. Se non ci fossero molti più membri nella classe operaia non privilegiata, i membri dei sindacati non potrebbero ottenere salari e condizioni al di sopra del mercato, in quanto gli iscritti ai sindacati rivali offrirebbero salari e condizioni di lavoro più bassi.

Ecco un altro esempio di ciò che lo scrittore della metà del XIX secolo, Frederic Bastiat, indicava come la fallacia della cosa che non si vede. In questo caso, ciò che la popolazione in generale non vede è che i benefici ottenuti dai membri dei settori economici sindacalizzati e privilegiati sono possibili solo perché il governo discrimina attivamente i lavoratori non sindacalizzati. Questi lavoratori non sono visti dalla popolazione. La popolazione non capisce la logica economica di causa-effetto. Agli elettori futuri viene impedita qualsiasi comprensione delle leggi "pro-lavoro" da parte di insegnanti sindacalizzati, i quali usano libri di testo supervisionati dai sindacati per insegnare la teoria economica e la storia economica.

L'intero sistema scolastico pubblico si basa sulla coercizione del governo. Il governo tassa il popolo per istituire scuole che vengono vagliate da membri di alto livello della professione educativa, dipartimenti universitari e vari dipartimenti di istruzione, alla burocrazia radicata del Dipartimento della Pubblica Istruzione del governo degli Stati Uniti. La burocrazia scolastica privilegiata ed auto-certificata stabilisce quindi le norme per l'ingresso nella gilda.

Il grande problema che la burocrazia attuale deve affrontare è che il sistema ha certificato così tanti insegnanti che c'è una sovrabbondanza di insegnanti ai livelli salariali attuali, oltre alle dimensioni delle aule imposte ai consigli scolastici locali dal sindacato degli insegnanti.

In definitiva, la minaccia di sciopero è la minaccia principale dei sindacati degli insegnanti, così come lo è per tutti gli altri sindacati. Il modo migliore per far desistere il sindacato degli insegnanti è quello di andare al di fuori del sindacato ed accettare le offerte di altri insegnanti certificati che non sono membri del sindacato, o che sono disposti ad attraversare le linee di picchetto istituite dal sindacato.

Ciò significa che i consigli d'istituto devono dire agli elettori di dire al governo di interrompere l'invio di uomini con pistole e distintivi nei consigli d'istituto. I consigli scolastici d'America dovrebbero difendere il loro diritto di assumere persone che sono certificate come insegnanti, e che sono disposte a lavorare per meno soldi e ad insegnare a studenti tre volte più numerosi. Dovrebbero poter accettare le offerte di quegli insegnanti disposti a lavorare a meno per insegnare.



NIENTE SOVRABBONDANZA DEGLI INSAGNANTI

Non vi è alcuna sovrabbondanza di insegnanti in America. Non vi è alcuna sovraddondanza in America. C'è solo una sovrabbondanza di insegnanti ad un prezzo imposto dal governo che viene stabilito con la minaccia di violenza da parte del governo. Ci sono persone con pistole e distintivi, ed anche tempie dei funzionari dei distretti scolastici su cui puntare quelle pistole. Questo ha creato la sovrabbondanza degli insegnanti. . . ai salari attuali. Non vi è alcuna sovrabbondanza di insegnanti ai salari di mercato. Tale livello salariale è molto più basso di quello odierno.

I sindacati degli insegnanti sanno che questa è la realtà, se non in teoria, almeno in pratica. È per questo che i sindacati scioperano molto raramente al giorno d'oggi. Sanno che gli scioperi fanno impazzire gli elettori, perché gli elettori vogliono assistenza gratuita giornaliera per i loro figli, o almeno per mezza giornata. Vogliono che i bambini restino da soli, perché non vogliono pagare un prezzo di mercato per le scuole private, oppure non vogliono che le madri rimangano a casa per insegnare ai loro figli con materiale preso online.

Quei genitori che hanno figli a scuola, una minoranza all'interno della comunità, richiedono che ci sia istruzione gratuita pagata dai contribuenti. In altre parole, è la fallacia della cosa non vista. Ciò che si vede è il sistema scolastico, con le sue squadre di football, gli edifici con aria condizionata, i prati ben curati, e tutto il resto. Ciò che non si vede è l'enorme volume di materiale disponibile online per l'insegnamento, a titolo gratuito o quasi, che i genitori possono adottare per insegnare ai loro figli. Ma, non appena più di queste alternative attualmente non viste diventeranno visibili, la tesi per un'istruzione coercitiva diventerà meno sostenibile.

Dall'alto verso il basso, il sistema educativo è basato sulla coercizione. Si basa su gruppi minoritari che vanno dalla maggioranza in nome del beneficio per la società di una coercizione perpetua. Viene tutto fatto nel nome dei bambini. Ma, avrete notato, nessuno ha mai chiesto ai bambini quello che vogliono. Nessuno chiede ai bambini, che sono vittime di bullismo nelle scuole, se desiderano un'alternativa. Nessuno ha chiesto ai bambini delle scuole dei centri urbani se gradissero un'alternativa. Le uniche persone a cui dovrebbe essere chiesto ciò che è buono per i bambini sono i membri di una gilda monopolistica che ha utilizzato la coercizione del governo per concedersi alti stipendi ed aule di piccole dimensioni.

Ci sono insegnanti a Chicago che vengono pagati $100,000+ all'anno per insegnare per otto mesi. Sono di ruolo, quindi non possono essere licenziati. Non possono essere licenziati in quanto i contratti che il sindacato degli insegnanti ha negoziato con il Ministero dell'Istruzione non permette di licenziarli. Ma se questi insegnanti dovessero insegnare a 33 bambini in ogni classe, sei classi al giorno, un sacco di loro smetterebbe. Non appena uno di loro abbandona, può essere sostituito da insegnante che lavora per $50,000 l'anno per insegnare a 33 studenti. Questo può essere fatto se il consiglio d'istituto stabilisce che i direttori possano essere in grado di espellere i giovani delinquenti e coloro che non apprendono. E' tempo che i genitori ricordino la scena del film Conta su di me in cui il direttore Joe Clark sbatteva fuori i teppisti.



CONCLUSIONE

E' tempo che il consiglio scolastico di Chicago si rifiuti di negoziare con il sindacato degli insegnanti. Sì, può conservare l'illusione che stia negoziando, al fine di placare i burocrati del governo con i distintivi e le pistole, ma in realtà dovrebbe fermarsi. Dovrebbe far capire ai genitori che non c'è sovrabbondanza di insegnanti nella città di Chicago, e che ogni insegnante in sciopero potrebbe essere sostituito in una settimana con insegnanti certificati a salari molto più bassi e con classi molto più grandi. La popolazione di Chicago può essere mobilitata con efficaci relazioni pubbliche per sostenere il Ministero dell'Istruzione ed i politici eletti a Chicago se questi funzionari prendono posizione contro il sindacato degli insegnanti, il quale ha usato la violenza e la minaccia di violenza per ottenere il controllo su chi viene assunto nella città di Chicago per insegnare ai bambini.

Penso che i politici a Chicago capitoleranno a favore del sindacato. Ciò significa che gli studenti di Chicago continueranno ad essere imbrogliati dal sistema. Ciò di cui abbiamo bisogno non è Joe Clark, interpretato da Morgan Freeman, ma del marito di Marva Collins interpretato dallo stesso Morgan Freeman. In quel magnifico film del 1981, The Marva Collins Story, vediamo una brillante insegnante di Chicago, Marva Collins, che crea una scuola privata nel bel mezzo del ghetto, con il sostegno del marito. La sua scuola inizia a trasformare la vita di una generazione di studenti i cui genitori avevano avuto la saggezza di tirarli fuori dal sistema scolastico pubblico di Chicago.

Fino a quando i genitori in tutta la nazione non fanno come fecero quei genitori a Chicago, non c'è speranza per l'istruzione negli Stati Uniti. Diventerà più costosa, e la qualità della formazione continuerà a scendere.

La definizione di folle è fare la stessa cosa più e più volte nonostante produca cattivi risultati. Quando si tratta della questione dell'educazione, gli elettori degli Stati Uniti sono pazzi. Continuano a votare per un sistema che è rotto a tutti gli effetti, e che è riconosciuto come tale dalle persone che l'hanno rotto. Il sistema è soggetto a riforme, ma ogni riforma non ha fatto che peggiorare le cose. Il sistema ricompensa l'incompetenza, perché permette ad agenti del governo con distintivi e pistole di gestire il sistema, un sistema di polizia, e di imporre restrizioni a tutti coloro che si oppongono al sistema.

La soluzione alla crisi dell'istruzione a Chicago non è quella di fermare lo sciopero. Potrebbe essere interrotto, ma non dovrebbe esserlo. La soluzione alla crisi dell'istruzione a Chicago è quella di lasciare che i docenti continuino lo sciopero, e lasciare che i genitori dei bambini esclusi cerchino soluzioni paragonabili a quelle offerte da Marva Collins.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


mercoledì 26 settembre 2012

Tutti i Segnali Puntano all'Oro

«Come abbiamo notato in diverse occasioni negli ultimi dieci giorni, a causa del QE3 e della sua trasformazione imminente QE4, che sarà semplicemente una monetizzazione ma senza la sterilizzazione con nuovi acquisti di bond a lungo termine, il bilancio della FED è previsto che crescerà di oltre $2 bilioni nei prossimi due anni. Questo significa anche che le passività abbinate al bilancio della FED, riserve e depositi, cresceranno di un pari importo. Fin qui tutto bene. Tuttavia, come Bank of America fa notare oggi, ci può essere un piccolo problema: il 31 Dicembre 2012 scade l'assicurazione illimitata FDIC sui conti non fruttiferi, che a quel punto tornerà a $250,000. Attualmente ci sono circa $1.6 bilioni in depositi che rientrano sotto questo ombrello, o essenzialmente l'intero importo dei nuovi depositi che dovranno essere creati come risultato del QE infinito. La domanda è: che cosa faranno i titolari di tali conti e quale sarà l'impatto dell'uscita dei depositi, una volta che coloro che li possiedono si rendono conto che non sono più al rischio di credito del governo e invece sono un rischio di credito bancario non garantito. Una conseguenza molto possibile: tassi negativi, per quanto possiamo prevedere. [...]
In altre parole, preparatevi per tassi negativi in arrivo nel prossimo futuro mentre si materializzeranno lentamente le conseguenze non volute dell'invasione della FED di ogni mercato.»

~ With $1.6 Trillion In FDIC Deposit Insurance Expiring, Are Negative Bill Rates Set To Become The New Normal?, ZeroHedge, 24 Settembre 2012.
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di Frank Holmes


Con un'altra siringa di quantitative easing iniettata nel flusso sanguigno dell'economia Americana, Ben Bernanke sta dando ai mercati la loro dose di liquidità. L'azione della Federal Reserve ha ribadito la mia posizione che ho ricordato a più riprese: i governi in tutti i mercati sviluppati non hanno disciplina fiscale, optano per politiche monetarie ultra-allentate per stimolare la crescita.

La liquidità del governo ha fatto prontamente impennare l'oro e le gold stock, in quanto gli investitori hanno cercato la protezione del metallo prezioso come una vera e propria riserva di valore. Potete vedere di seguito la forte correlazione tra la base monetaria degli Stati Uniti in aumento e il valore dell'oro in crescita. Dall'inizio del 1984 l'offerta di moneta è cresciuta, così anche il prezzo dell'oro.




Il dollaro è diminuito a causa dell'allentamento della FED, cosa che non sorprende dato il fatto che l'oro e il greenback sono spesso inversamente correlati, e l'aumento dell'offerta di moneta provoca generalmente una discesa nel valore della valuta.

La cosa interessante è che il declino della valuta era quello che Richard Nixon cercò di evitare quando terminò il gold standard nel 1971 ed annunciò che il paese non avrebbe più rimborsato in oro la sua moneta. Durante il suo discorso televisivo al pubblico Americano, Nixon tradusse in termini semplici lo "spauracchio" della svalutazione, dicendo: "se siete tra la stragrande maggioranza degli Americani che acquistano prodotti di fabbricazione Americana, il dollaro varrà altrettanto domani quanto vale oggi."

Come potete vedere qui sotto, più di 40 anni dopo, un dollaro vale solo 17 centesimi. Il consistente calo del potere d'acquisto rafforza la tesi dell'oro come riserva di valore, spingendo Don Coxe di Global Portfolio Strategist a definire Nixon come il "patrono degli investitori in oro," in occasione del Denver Gold Forum di quest'anno.




Come disse una volta Milton Friedman, "solo il governo può prendere della buona carta, coprirla con del buon inchiostro ed ottenere un risultato privo di valore."

Nella sua ricerca di tracciamento a lungo termine della storia economica rispetto ai mercati attuali, Deutsche Bank illustra diversi modi di come "il mondo sia drammaticamente cambiato dopo il 1971 rispetto alla sotia precedente." Mentre la società di ricerca mette in chiaro che un ritorno al gold standard sarebbe "disastroso," DB ritiene che il "cocktail letale tra i livelli senza precedenti di debito globale e la stampa globale di moneta senza precedenti" sono sviluppi governativi relativamente nuovi.

Prima degli ultimi quattro decenni, i deficit apparivano solo in situazioni estreme di guerra o di gravi contraccolpi economici, come ad esempio la Grande Depressione. Il pareggio di bilancio era un "fenomeno di routine in tempo di pace nelle economie sane." Dal 1971, le eccedenze divennero rare. Il Regno Unito ha avuto un deficit annuale di bilancio in 51 degli ultimi 60 anni e la Spagna ha avuto 45 anni di spesa in disavanzo nel corso degli ultimi 49 anni, secondo DB.




Molti paesi sviluppati sono in una situazione difficile, poiché i tentativi di austerità fiscale hanno portato ad una crescita più debole del previsto in Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Italia. DB si chiede: "Possiamo davvero essere certi che le economie sviluppate che abbiamo creato nel corso degli ultimi 40 anni hanno la capacità di resistere agli effetti dell'austerità e dei tagli? I nostri moderni modelli econometrici hanno la capacità di comprendere l'impatto dell'austerità fiscale dopo una crisi finanziaria essendo stati calibrati in un periodo di enorme leva finanziaria?"

Proseguiranno innumerevoli discussioni sulle politiche fiscali e monetarie, ma solo il tempo ce lo dirà. Ian McAvity, editore di Deliberations on World Markets, dice: "Il debito eccessivo crea resistenza deflazionistica che viene ripetutamente combattuta emettendo nuova "liquidità" o "stimolo" per svilire la valuta di quel debito... Per gli investitori privati, a mio parere, l'oro è il mezzo migliore per l'auto-protezione e la conservazione del potere d'acquisto." Sono d'accordo. L'aumento dell'offerta di moneta, il potere d'acquisto in calo e i deficit annuali stanno segnando luce verde affinché includiate l'oro nel vostro portfolio.

Molti altri sembrano essere d'accordo con noi, dato che il sentimento si è spostato a favore del metallo nei giorni scorsi: Secondo l'indagine di Morgan Stanley su 140 investitori istituzionali negli Stati Uniti, il sentimento per l'oro era al suo massimo rialzista dal Luglio 2011 e con l'incremento mensile più alto degli ultimi tre anni di storia!

Quindi, cari investitori in oro, se non avete messo l'oro nei vostri ordini, prendete in considerazione il suo acquisto in fretta, perché i tori stanno comprando. Credit Suisse ha visto "enormi afflussi" verso l'oro nel mese di Agosto dopo aver sperimentato significativi deflussi rispetto al petrolio ed al resto del mercato a Marzo, Aprile, Maggio e Luglio. Agosto mostra una netta preferenza verso l'oro.




Abbiamo generato un sacco di interesse quando abbiamo mostrato la nostra tabella di deviazione standard un paio di settimane fa, quindi l'ho aggiornata al 13 Settembre. Sebbene l'oro di recente sia stato in una morsa, rompendo la soglia dei $1,600 e salendo fino a $1,770 Venerdì, il metallo giallo sembra ancora attraente, con un valore sigma di -1.7.




Uno sguardo all'istogramma indica il numero di volte in cui i lingotti d'oro sono storicamente caduti in questa fascia sigma. Il sigma odierno di -1.7 si è verificato solo il 2% delle volte. Bernanke e Draghi hanno solo reso più ovvia la decisione per i compratori d'oro e delle gold stock.




La FED e la BCE hanno anche reso più eccitante il mio lavoro di presentazione alla conferenza Hard Assets di Chicago. Da non perdere la mia presentazione il 21 Settembre. Vi invito ad essere lì di persona, se vivete in prossimità di Chicago, oppure è possibile scaricarla in formato PDF su www.usfunds.com dopo il meeting.

Potreste anche imparare qualcosa che non sapevate con la nostra nuova presentazione interattiva, i 10 Sorprendenti Usi delle Materie Prime. Dateci un'occhiata e condividetela.

Approfondimento: Quando Bisognerebbe Smettere di Comprare Oro


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


martedì 25 settembre 2012

Tassi di Interesse e il Ciclo Economico

In tutto il mondo, gli investimenti improduttivi continuano a serpeggiare incontrastati. Prendiamone uno tra i tanti: la bolla dei prestiti studenteschi negli USA. Mandare i giovani all'università solo per vederli fare i disoccupati una volta finito il loro percorso di studio, rappresenta un'allocazione errata del capitale. La corretta allocazione del capitale, invece, prevede che i prestiti vengano concessi secondo condizioni di mercato; ma per fare in modo che ciò avvenga, c'è bisogno che ai prestiti non performanti sia "permesso" di andare in default. Ma dal 2000 il Congresso ha impedito questo esito. Questo significa che parecchi studenti disoccupati finiranno per essere gravati da questo fardello a vita, incapaci di ripagare un debito che non potrà essere dismesso attraverso un default. Nonostante l'incremento allarmante di giovani senza sbocchi lavorativi, il governo continua a sovvenzionare questo settore in nome di non si sà quale contorto ideale. Ciò risucchia capitale dalle attività produttive ed assottiglia le loro capacità di creare ricchezza. Ma cosa è successo a livello microeconomico che ha condotto a questa situazione di degrado economico?
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di Glen Tenney


La causa del ciclo economico è stata a lungo dibattuta da economisti di professione. Successioni ricorrenti di boom e bust hanno anche mistificato il profano. Molte domande persistono. Le recessioni sono causate dal sottoconsumo come i Keynesiani vorrebbero farci credere? Se è così, cosa induce masse di persone a smettere di spendere tutte nello stesso momento? Oppure le recessioni sono causate da troppo poco denaro nell'economia, come insegnano i monetaristi? E come facciamo a sapere quando il denaro è troppo o troppo poco? Forse ancora più importante, le recessioni periodiche sono una conseguenza inevitabile di un'economia capitalistica? Dobbiamo accettare gli orrori connessi alle recessioni ed alle depressioni, come una parte necessaria della vita in una società altamente industrializzata?

Le preoccupazioni per i livelli degli aggregati dell'offerta di moneta e per la spesa aggregata potrebbero costituire una conversazione interessante, ed una discussione di questi temi potrebbe anche rivelare alcune sfaccettature di verità, ma sono insufficienti per arrivare alla causa del ciclo boom e bust che sembra pervadere l'economia nei tempi moderni. Gli economisti della scuola Austriaca hanno fornito una spiegazione che fonda le fluttuazioni economiche sulla teoria microeconomica che è saldamente radicata nei principi dell'azione umana. Questi economisti hanno sottolineato che le fluttuazioni macroeconomiche, o quelli che sono conosciuti come cicli economici, sono causati da manipolazioni dei tassi d'interesse nell'economia.[1] Questa manipolazione dei tassi di interesse può comportare azioni coscienti da parte delle autorità governative o semplicemente azioni governative prese con altri obiettivi in mente.



I Tassi di Interesse Rispecchiano le Preferenze Temporali

Il tasso di interesse in un sistema economico è un importante riflesso delle preferenze temporali degli individui. Le persone sono disposte a rinunciare ad una certa quantità di consumo presente al fine di investire in processi di produzione che promettono prodotti finiti valutati in maniera superiore rispetto alla somma degli input nel processo di produzione. Il differenziale tra l'ammontare versato ai proprietari degli input produttivi e l'ammontare ottenuto dalla vendita del prodotto finito è il margine di interesse all'imprenditore che ha anticipato i redditi monetari ai proprietari delle risorse in termini di salari ed affitti. Il capitalista/imprenditore fornisce quindi il potere d'acquisto attuale ai lavoratori e ai proprietari di altri input produttivi in cambio di un importo che chiamiamo interesse. E guardando dal punto di vista opposto, i lavoratori ed i proprietari di altre risorse sono disposti a prendere un pagamento attualizzato per i loro input produttivi al fine di avere dei redditi presenti piuttosto che aspettare il completamento del prodotto.

Nel mercato dei prestiti il tasso di interesse contiene anche una componente imprenditoriale che tiene conto dell'incertezza, sempre presente nelle operazioni di prestito di denaro. Contiene un premio per l'inflazione se ci si aspetta che i dollari da restituire nel prestito avranno meno potere d'acquisto rispetto ai dollari che vengono prestati. Contiene anche un premio per il rischio di default in base alla capacità e/o volontà del debitore di rimborsare il prestito come concordato. Così il tasso di interesse che viene concordato nel mercato dei prestiti include questi fattori imprenditoriali, oltre ad un importo sufficiente da indurre le persone a rinunciare al consumo presente a favore del consumo futuro.

Il tasso di interesse serve come funzione di coordinamento per l'economia, fornendo informazioni utili sulla disponibilità di credito e sulla redditività degli investimenti ad entrambi creditori e debitori; se, per esempio, i tassi delle preferenze temporali delle persone aumentano, questo cambiamento si riflette in tassi di interesse più elevati, che incoraggiano un maggiore risparmio e scoraggiano i prestiti. Ciò significa che gli individui, in generale, stanno richiedendo maggiori incentivi per rinunciare al consumo presente rispetto a prima. Ci sono due modi in cui l'azione del governo nell'economia ostacola questa funzione di coordinamento.



Il Nuovo Denaro Dà un Falso Segnale

Il denaro è principalmente un mezzo di scambio in campo economico; e come tale, la sua quantità non ha nulla a che fare con la quantità reale dell'occupazione e della produzione nell'economia. Naturalmente, con più denaro nell'economia, i prezzi di beni, servizi e salari, saranno più alti; ma le quantità reali di beni e servizi, e il valore reale dei salari non cambierà necessariamente con un incremento del denaro nell'economia. Ma è un errore pensare che un improvviso aumento dell'offerta di moneta non avrebbe alcun effetto sull'attività economica. Come spiegò il Premio Nobel Friedrich A. Hayek:

Tutto dipende dal punto in cui viene iniettato il denaro aggiuntivo (o in cui il denaro viene ritirato dalla circolazione), e gli effetti possono essere molto contrari se il denaro aggiuntivo arriva prima nelle mani di commercianti e produttori o direttamente nelle mani di dipendenti impiegati dallo stato.[2]

Dato che il nuovo denaro entra nel mercato in un modo che non è proporzionale ai possedimenti di denaro esistenti ed ai rapporti di consumo/risparmio, un'espansione monetaria non influenza tutti i settori dell'economia allo stesso tempo e nella stessa intensità. Se la nuova moneta entra nel mercato attraverso il sistema bancario o attraverso i mercati del credito, i tassi di interesse diminuiranno al di sotto del livello che si accorda con i risparmi degli individui. Gli imprenditori, che utilizzano il tasso di interesse per valutare la redditività dei vari investimenti, saranno ansiosi di approfittare del tasso di interesse più basso aumentando gli investimenti in progetti che erano percepiti come non redditizi con alti tassi di interesse.

Il grande economista Austriaco Ludwig von Mises descrive l'aumento dell'attività economica come segue:

L'abbassamento del tasso di interesse stimola l'attività economica. I progetti che non erano consideati "redditizi" se il tasso di interesse non fosse stato influenzato dalla manipolazione delle banche, e che, quindi, non sarebbero stati intrapresi, vengono comunque considerati "redditizi" e possono essere avviati.[3]

La parola "redditizio" è stata senza dubbio messa tra virgolette da Mises perché è un errore pensare che le azioni del governo possano effettivamente aumentare la redditività complessiva dell'economia. La follia di questa situazione è evidente quando ci rendiamo conto che il tasso di interesse più basso non era il risultato di maggiori risparmi. Il tasso di interesse più basso era un falso segnale. I rapporti di consumo/risparmio degli individui e delle famiglie non sono necessariamente cambiati, e così il totale dei risparmi disponibili a fini di investimento non è necessariamente aumentato, anche se agli imprenditori sembra il contrario. Poiché il tasso di interesse più basso è un falso indicatore di capitale disponibile, gli investimenti saranno effettuati in progetti che sono condannati al fallimento mentre la nuova moneta si fa strada nell'economia.

Alla fine, i prezzi in generale aumenteranno in risposta alla nuova moneta. Le imprese che hanno fatto investimenti in progetti di capitale basandosi sulle informazioni errate fornite dal tasso di interesse artificialmente basso scopriranno che non possono completare i loro progetti a causa di una mancanza di capitale. Come afferma Murray Rothbard:

L'espansione del credito delle banche avevano manomesso il "segnale" indispensabile — il tasso di interesse — che dice agli imprenditori quanto risparmio è disponibile e quale durata dei progetti sarà redditizia. . . . La situazione è analoga a quella di un contraente indotto erroneamente a credere che ha più materiale da costruzione rispetto a quello che davvero possiede, e che poi scopre che ha usato tutto il materiale a sua disposizione senza averne più per completare la casa. Chiaramente, l'espansione del credito bancario non può aumentare gli investimenti di capitale di una virgola. Gli investimenti possono solo arrivare dai risparmi.[4]

Le industrie ad alta intensità di capitale sono danneggiate di più in uno scenario del genere, in quanto piccole variazioni nei tassi di interesse fanno una grande differenza nel calcolo della redditività a causa del tempo prolungato coinvolto.

E' importante notare che non è né la quantità di denaro nell'economia né il livello generale dei prezzi nell'economia che causa il problema. Il Professor Richard Ebeling descrive il vero problema nel modo seguente:

Ora, infatti, le decisioni rilevanti che devono prendere gli attori economici non riguardano le variazioni del "livello dei prezzi" ma, invece, si riferiscono ai vari prezzi relativi che rientrano nelle scelte della produzione e del consumo. Ma gli aumenti monetari hanno i loro effetti particolari proprio perché non riguardano tutti i prezzi contemporaneamente e proporzionalmente.[5]

Il fatto che ci vuole tempo affinché l'aumento della massa monetaria influenzi i vari settori dell'economia, provoca cattivi investimenti che determinano il cosiddetto ciclo economico.



Il Governo Esternalizza l'Incertezza

Il Professor Roger Garrison ha notato un altro modo in cui la politica del governo provoca distorsioni nell'economia falsificando il tasso d'interesse.[6] In una situazione in cui l'eccessiva spesa pubblica crea deficit di bilancio, l'incertezza nell'economia viene aumentata a causa del fatto che è impossibile per i partecipanti del mercato sapere come verrà finanziato il deficit di bilancio. Il governo può emettere più debito, creare più denaro monetizzando il debito, o aumentare le tasse. Ognuno di questi approcci ridistribuirà la ricchezza nella società in modi diversi, ma non c'è modo di sapere in anticipo quale di questi metodi verrà scelto.

Si potrebbe pensare che questo tipo di aumento di incertezza del mercato aumenterebbe il premio al rischio incorporato nei tassi di prestito. Ma questi rischi aggiuntivi, sotto forma di inflazione nei prezzi o di aumento dell'imposizione fiscale, sono a carico di tutti i membri della società piuttosto che solo dei possessori di titoli di stato. A causa della capacità del governo di monetizzare il debito e della sua capacità di generare oneri fiscali per tutti i partecipanti del mercato piuttosto che solo per i possessori di titoli di stato, i rendimenti dei titoli di stato non riflettono accuratamente questi rischi aggiuntivi. Tali rischi sono effettivamente passati o esternalizzati a coloro che non fanno parte delle operazioni di prestito in cui il governo è immischiato. Il FDIC, che assicura i conti di deposito a spese del contribuente, aggrava ulteriormente la situazione portando i risparmiatori a credere che i loro risparmi sono esenti da rischi.

Il concetto chiave da capire è l'importante funzione dei tassi di interesse in tutto questo scenario. I tassi di interesse fungono da regolatore per l'economia, nel senso che l'altezza dei tassi aiuta gli imprenditori a determinare il corretto livello di investimento da intraprendere. Tutto quello che nell'economia tende ad abbassare il tasso di interesse artificialmente promuoverà investimenti in progetti che non sono veramente redditizi in base alla quantità di capitale fornita dai risparmiatori che sono quelli che rinunciano al consumo poiché lo ritengono nel loro interesse. Questa sconnessione tra il tasso naturale di interesse e il tasso di interesse di mercato riflessa nei tassi di prestito, può essere il risultato di aumenti dell'offerta di denaro fiat o di aumenti dell'incertezza nel mercato, che non è accuratamente riflessa nei tassi di prestito. La manipolazione del tasso di interesse è significativa in entrambi i casi, e il risultato inevitabile è un boom artificiale ed un successivo bust.



Conclusione

Le variazioni nell'offerta di moneta hanno un effetto sull'attività economica reale. Questo effetto si palesa tramite i tassi di interesse provocando fluttuazioni nell'attività aziendale. Quando viene fornito denaro fiat al mercato sotto forma di espansione del credito attraverso il sistema bancario, le imprese lo considerano erroneamente come un aumento dell'offerta di capitale. A causa del tasso di interesse diminuito nel mercato del credito, indotto "dall'aumento" fittizio di capitale, le aziende incrementano i loro investimenti in progetti a lungo termine che appaiono redditizi. Inoltre, anche altri fattori possono causare una discrepanza tra il tasso naturale di interesse ed il tasso che viene pagato nel mercato dei prestiti. Le politiche del governo in materia di creazione del debito, monetizzazione, assicurazione sui depositi bancari, e tassazione, possono esternalizzare il rischio associato ai deficit di bilancio, in modo da ridurre artificialmente i tassi di prestito sul mercato.

Ciascuna di queste cose influenza i tassi di interesse, o una loro combinazione può influenzare l'attività economica inducendo le imprese a fare investimenti che non sarebbero altrimenti realizzabili. Dal momento che il risparmio reale nell'economia, però, non è aumentato a causa di queste misure interventiste, la struttura produttiva è indebolita ed il boom deve infine per cedere il passo ad un bust.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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Note

[1] Per una discussione dettagliata del fenomeno dell'interesse e del rapporto corrispondente col ciclo economico, vedi Ludwig von Mises, Human Action, 3d rev. ed. (Chicago: Contemporary Books, 1966), capitoli 19-20; Murray N. Rothbard, Man, Economy, and State (Los Angeles: Nash Publishing Corporation, 1970), capitolo 6; e Mark Skousen, The Structure of Production (New York: New York University Press, 1990), capitolo 9.

[2] Friedrich A. Hayek, Prices and Production, 2d ed. (London: George Routledge, 1931; Repr. New York: Augustus M. Kelley, 1967), p. 11.

[3] Ludwig von Mises, The Austrian Theory of the Trade Cycle (Auburn, Ala: The Ludwig von Mises Institute, 1983), pp. 2-3.

[4] Rothbard, Man, Economy, and State, p. 857.

[5] Richard Ebeling, prefazione a The Austrian Theory of the Trade Cycle di Ludwig von Mises, Gottfried Haberler, Murray N. Rothbard, e Friedrich A. Hayek (Auburn, Ala: The Ludwig von Mises Institute, 1983).

[6] Roger W. Garrison, “The Roaring 20s and the Bullish 80s: The Role of Government in Boom and Bust,” Critical Review 7, n. 2-3 (Primavera-Estate 1993), pp. 259-276.

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lunedì 24 settembre 2012

Default del Governo: Sì o No?

La pianificazione centrale è irrazionale. Nella sua presunzione di saper operare il calcolo economico correttamente tenta di allocare secondo i capricci di una cricca ristretta di persone le risorse scarse presenti nell'economia, ma fallisce miseramente: segnali economici distorti. In questo modo deve manipolare ulteriormente il tessuto economico per ottenere i risultati che si prefigge al fine di mantenere in piedi lo status quo fatto sostanzialmente di privilegi monopolistici. Si arriva infine ad un totalitarismo soffocante, preludio al crollo inevitabile di questa struttura sociale ed economica. Vi fornirò la prova di questo esito nefasto per l'Europa con tre articoli dal Telegraph. Il primo riguarda una dichiarazione di Jens Weidmann.
[...] Senza menzionare il programma d'acquisti di bond di Draghi, ha detto: “Se una banca centrale può creare denaro illimitato dal nulla, come può assicurarsi che quel denaro sia sufficientemente scarso da conservare il proprio valore?” Ha poi aggiunto: “Sì, esiste certamente questa tentazione, e molti nella storia monetaria hanno ceduto al suo fascino.
Il secondo riguarda un'intervista di un ex-capo economista della BCE, Juergen Stark.
"La rottura è arrivata nel 2010. Fino ad allora le cose andavano bene. [...] Poi la BCE ha iniziato a ricoprire un nuovo ruolo, a cadere nel panico. Ha ceduto alla pressione esterna ... una pressione al di fuori dell'Europa. [...] Insieme con altre banche centrali, la BCE sta inondando il mercato, ponendo non solo enfasi sulla questione di come otterrà indietro i suoi soldi, ma anche su come l'eccessiva liquidità creata possa essere assorbita a livello globale. [...] Non si può risolvere premendo un bottone. Se l'economia globale si stabilizza, i potenziale dell'inflazione è cresciuto enormemente."
Il terzo riguarda un'intervista del Presidente della Repubblica Ceca, Vaclav Klaus.
[...] Václav Klaus avverte che la "doppia faccia" dei politici, compresi i Conservatori, ha aperto la porta ad un superstato Europeo attraverso una rinuncia della democrazia, in quella che è una fuga dalle responsabilità verso i propri elettori. "Dobbiamo pensare a come ripristinare la nostra sovranità e la nostra sovranità. Ciò è impossibile in una federazione. L'UE dovrebbe muoversi in una direzione opposta. [...] Stavamo entrando nell'Unione Europea, non in una federazione in cui saremmo diventati una provincia senza senso. [...] Quando si tratta delle élite politiche al vertice dei paesi, è vero, sono isolato " ha detto. "Soprattutto dopo la nostra esperienza Comunista, sappiamo molto bene, e forse meglio della gente in Europa Occidentale, che il processo di democrazia è davvero importante. E' un'ironia della storia, non avrei mai pensato nel 1989 che avrei fatto questo ora: che sarebbe stato il mio ruolo lodare il valore della democrazia."
Fate le vostre scommesse.
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di Gary North


Non capita spesso che i lettori abbiano una chiara scelta tra due previsioni. La maggior parte delle previsioni hanno spazio di manovra. Non la seguente.

  1. Il governo degli Stati Uniti andrà in default.
  2. Il governo degli Stati Uniti non andrà in default.

Sostengo la prima posizione. John T. Harvey la seconda. Ha scritto un pezzo per Forbes difendendo la sua posizione: "E' impossibile che gli Stati Uniti Vadano in Default."

Ritengo che questo sia il problema economico fondamentale di fronte al governo degli Stati Uniti. La considero la questione economica cruciale che affrontano gli Americani sotto i 60 anni.

Mr. Harvey inizia.

Con così tanti problemi economici, politici e sociali che affrontiamo oggi, non ha molto senso focalizzare l'attenzione su qualcosa che non lo sia. La falsa paura di cui parlo è la probabilità di default degli Stati Uniti per il loro debito. Non c'è bisogno di speculare su ciò che è probabile, posso darvi il numero esatto: c'è lo 0% di possibilità che gli Stati Uniti saranno costretti al default per il debito.

Questo è il tipo di franchezza che apprezzo. Ecco la mia risposta. Con così tanti problemi economici, politici e sociali che affrontiamo oggi, è fondamentale che focalizziamo l'attenzione su qualcosa che è catastrofico ed inevitabile. La paura di cui parlo è la probabilità di default degli Stati Uniti per il loro debito. Non c'è bisogno di speculare su ciò che è probabile, posso darvi il numero esatto: c'è il 100% di possibilità che gli Stati Uniti saranno costretti al default per il debito.



PASSIVITA' NON FINANZIATE

Perché credo in questo esito? Perché credo nell'analisi fornita dal Professor Lawrence Kotlikoff della Boston University. Ogni anno, egli analizza le statistiche prodotte dal Congressional Budget Office sul valore attuale – non quello futuro – delle passività non finanziate del governo degli Stati Uniti. Gli ultimi dati dicono $11 bilioni nel corso dell'ultimo anno. La cifra oggi è $222 bilioni.

Ciò significa che il governo ha bisogno di $222 bilioni da investire nei mercati dei capitali privati affinché rendano circa il 5% l'anno per i prossimi 75 anni.

Problema: i mercati dei capitali del mondo arrivano quasi a $222 bilioni. Poi ci sono le passività non finanziate di tutte le altre nazioni Occidentali. Ammontano almeno a quelle degli Stati Uniti, e probabilmente molto di più, dato che le promesse del welfare sono più complete al di fuori degli USA.

Conclusione: andranno tutti di default.

Mr. Harvey pensa che il governo degli Stati Uniti potrebbe scegliere di andare in default, ma non lo farà.

Potremmo scegliere di farlo, proprio come una persona intrappolata in un magazzino pieno di cibo potrebbe scegliere di morire di fame, ma non potremmo mai essere costretti a farlo. Questa non è una teoria o una congettura, è un dato di fatto. La ragione per cui gli Stati Uniti non potrebbero mai essere costretti al default è che ogni singolo bit del debito è dovuto nella valuta che noi e solo noi possiamo emettere: dollari. A differenza della Grecia, non dobbiamo cercare di guadagnare valuta estera attraverso le esportazioni o mendicare per condizioni migliori. Semplicemente, non c'è livello di indebitamento che non possiamo ripagare con una combinazione di tasti.

Ci sono un sacco di persone all'interno del campo dei gold bug che credono in questo esito. Probabilmente si sbagliano. Si sbagliano per la stessa ragione per cui si sbaglia Mr. Harvey. Non capiscono Ludwig von Mises.



MISES SUL CRACK-UP BOOM

Mises era un consulente anziano per l'equivalente della Camera di Commercio Austriaca dopo la Prima Guerra Mondiale. Capiva la teoria monetaria. Il suo libro sul denaro, The Theory of Money and Credit, venne pubblicato nel 1912, due anni prima dello scoppio della guerra.

Nell'edizione del suo libro post-Guerra, scrisse sul processo di iperinflazione di una moneta. Mise in chiaro che una tale moneta è di breve durata. La gente passa a valute rivali.

L'emancipazione del commercio da una moneta che si sta rivelando sempre più inutile, inizia con l'espulsione del denaro dagli accumuli. La gente comincia in un primo momento ad accumulare altro denaro, in modo da avere a disposizione merci commerciabili per imprevisti futuri – forse denaro in forma di metalli preziosi e banconote straniere, ed a volte anche banconote sul mercato interno di altri tipi che hanno un valore più alto perché non possono essere manipolate dallo Stato (ad esempio, il rublo dei Romanoff in Russia o il denaro "blu" dell'Ungheria comunista); poi lingotti, pietre preziose e perle, anche quadri, altri oggetti d'arte, e francobolli. Un ulteriore passo è l'adozione di una valuta estera o di una moneta metallica (vale a dire l'oro, per tutti gli scopi pratici) per le operazioni di credito. Infine, quando la valuta nazionale cessa di essere utilizzata nel commercio al dettaglio, anche i salari devono essere pagati in modo diverso rispetto a quando venivano pagati in pezzi di carta che ora non sono più buoni a nulla.

Il crollo di una politica di inflazione portata al suo estremo – come negli Stati Uniti nel 1781 e in Francia nel 1796 – non distrugge il sistema monetario, ma solo il credito in denaro o il denaro fiat dello stato che ha sopravvalutato l'efficacia della propria politica. Il crollo emancipa il commercio dallo statalismo e stabilisce di nuovo una moneta metallica (pp. 229-30).

Nel 1949, apparve il suo libro l'Azione Umana. In esso, discusse dell'iperinflazione. Chiamò questa fase del ciclo economico il crack-up boom.

Tratto caratteristico del fenomeno è che l'aumento della quantità di moneta causa una caduta della sua domanda. La tendenza alla caduta del potere d'acquisto originata dall'offerta di moneta viene intensificata dalla propensione generale a limitare il contante ; ciò fino al punto in cui i prezzi ai quali la gente sarebbe disposta a disfarsi dei beni "reali" scontano in uguale misura il progresso atteso nella caduta del potere d'acquisto che nessuno dispone di contante sufficiente per pagarli. Il sistema monetario crolla; tutte le transazioni nella moneta interessata cessano e il panico ne fa svanire completamente il potere d'acquisto. La gente o ritorna al baratto o usa un'altra specie di moneta. (p. 424).

Più avanti nel libro, Mises discusse della politica della svalutazione: l'espansione dell'offerta di moneta domestica in un infruttuoso tentativo di ridurre il valore internazionale dell'unità monetaria.

Se il governo non si cura della dimensione in cui i saggi di cambio estero possono aumentare, può per qualche tempo continuare nell'espansione creditizia. Ma un giorno l'aumento catastrofico dei prezzi annienterà il suo sistema monetario. D'altro lato, se l'autorità vuole evitare la necessità di svalutare continuamente a passo accelerato, deve disporre la sua politica interna di credito in modo da non superare nell'espansione creditizia gli altri paesi rispetto ai quali desidera mantenere alla pari la valuta nazionale. (p. 791).

Mr. Harvey ha appena descritto tale politica. Ha concluso che il governo degli Stati Uniti non potrà mai fallire. Può stampare denaro per evadere qualsiasi obbligo.

No, non può.



CROLLO IPERINFLAZIONISTICO

L'espansione della base monetaria può andare avanti fino a quando le banche commerciali monetizzano tutte le riserve sui loro libri contabili. I prezzi poi salgono a livelli tali che le transazioni non avvengono più nella moneta ufficiale. La divisione del lavoro si contrae. La produzione di capitale e di lavoro scende. Ad un certo punto, le persone adottano altre unità monetarie. Non collaborano più tra loro per mezzo della moneta iperinflazionata.

Il Professor Steve Hanke ha scritto un articolo sulle 56 peggiori iperinflazioni. Ha scoperto che la maggior parte di queste, nei paesi industrializzati, finirono in un paio d'anni. Il crack-up boom le terminò.

Nessuna nazione può perseguire a lungo una politica di iperinflazione. Distrugge la valuta e distrugge la divisione del lavoro. Il risultato è la fame. La politica dell'iperinflazione si conclude prima di questa fase. I membri della società passano ad altre forme di denaro.

È per questo che la politica dell'iperinflazione è inutile nel trattare con i 75 anni di obblighi del governo federale per sostenere gli anziani attraverso la Previdenza Sociale, il Medicare, il Medicaid, e le pensioni federali. Questi obblighi sono inter-generazionali. L'iperinflazione dura per mesi, non decenni. Quando il governo chiude la sua politica di iperinflazione, scopre che è ancora gravato da tali obblighi.

Se la Federal Reserve ricorre all'iperinflazione, il suo portfolio del pensionamento raggiungerà il valore zero a meno che non adotti valute estere, oro, o altre protezioni contro l'iperinflazione. Annuncerà pubblicamente che il dollaro è una moneta fallita, poiché manipolata dalla FED.

Se si rifiuterà, allora supervisionerà la Grande Depressione 2, deflazione monetaria, e la contrazione della divisione del lavoro. Il governo degli Stati Uniti andrà in bancarotta.

Se il Congresso nazionalizzerà la FED, allora perseguirà l'iperinflazione. Il crack-up boom terminerà l'esperimento.

A quel punto, tutti gli obblighi nei confronti dei pensionati rimarranno. Ma il governo non avrà i soldi per pagarli. I $222 bilioni delle attuali passività non finanziate rimarranno non finanziati.

Gli obblighi del governo sono inter-generazionali. L'iperinflazione non lo è. Quest'ultima non riduce in alcun modo i primi.

Ciò significa che il governo andrà in default. E' garantito al 100%.



CITARE ESPERTI ECONOMICI

Mr. Harvey cita degli esperti. "Non ascoltate solo me. Qui ci sono un paio di persone provenienti da tutto lo spettro politico e di diversi ambiti della vita che dicono la stessa cosa." Poi fornisce una serie di citazioni di questi uomini: Alan Greenspan, Peter Zeihan, Erwan Mahe, Mike Norman, Monty Agarwal, L. Randall Wray. A parte Greenspan, non avevo mai sentito parlare di nessuno di loro. E conclude:

Intendiamoci, questo non significa che non ci possano essere altre conseguenze economiche o politiche. L'inflazione e la svalutazione monetaria, per esempio, sono delle possibilità.

Sì, sicuramente lo sono, dal momento che sono la stessa cosa. Ma non risolvono il problema del default inevitabile. Si limitano ad aggiungere miseria prima del default.

In effetti, non abbiamo visto né un'inflazione nascosta né un filo di inflazione o tassi di interesse alti durante l'attuale accumulo di debito. E' fondamentale ricordare, inoltre, che questi deficit non sono il risultato del governo che cerca di comprare qualcosa che non può permettersi (come sarebbe il caso per voi o me). Piuttosto, sono stati intrapresi per generare una domanda sufficiente di beni e servizi al fine di impiegare tutti coloro che erano disposti a lavorare (detto ciò, non tutti i tipi di spesa pubblica raggiungono questo obiettivo in modo efficace, ma questo è un altro discorso). Poiché non esiste un limite alla quantità di debito che può essere accumulato, dovremmo perseguire aggressivamente quest'ultimo obiettivo piuttosto che parlare di essere "fiscalmente responsabili." Non c'è niente di responsabile nel lasciare più di 12 milioni di Americani senza lavoro.

Abbiamo un sacco di problemi nel mondo. Non ha senso preoccuparsene solo di uno.



CONCLUSIONE

Questo articolo, quindi, è apparso su Forbes. L'articolo cita un elenco di presunti esperti, con Alan Greenspan a capo della lista. In un certo senso, l'autore si aspetta che prendiamo sul serio la sua tesi. Suppone anche che prendiamo sul serio gli esperti citati da lui, a cominciare da Alan Greenspan. Dovremmo immaginare che i debiti sono per sempre, che non devono essere rimborsati, che il credito è eterno, che i baby boomer non vanno in pensione a milioni, che le cifre possono superare la teoria economica, che il Medicare è solvibile, che la Previdenza Sociale è solvibile, e che l'iperinflazione è sempre disponibile come un modo che ha il governo per non andare in default.

La nazione è gestita da persone che condividono le sue idee. Così come ogni altra nazione Occidentale.

Questa è una buona ragione per prepararsi ad una catastrofe, se siamo fortunati, o forse di più:
  1. inflazione di massa, stabilizzazione, deflazione, depressione, e default del governo; oppure
  2. iperinflazione seguita da un default.

Fate la vostra scelta.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


domenica 23 settembre 2012

L'iKrug

Krugman colpisce ancora. Ormai il suo è un circo continuo senza soste. Ricordatevi queste parole perché gli si ritorceranno contro, come quando invocò e poi difese a spada tratta la bolla immobiliare di Greenspan.
«Così, i falchi della FED sono tutti nervosi per l'aumento delle aspettative sull'inflazione sin da quando Bernanke ha annunciato il QE3 — come è proprio accaduto. [...] E' una cosa allarmante? Al contrario, è lo scopo principale dell'operazione. Nei modelli semplici basati sugli sforzi per uscire da una trappola della liquidità, l'unico modo che ha la FED per ottenere leva è attraverso la promessa di un'inflazione superiore una volta che la trappola della liquidità è finita. Si può complicare la storia un po' — per esempio, una ripresa lenta vorrà dire che l'espansione dovrà durare di più e che pertanto le aziende sperimenteranno una domanda reale più alta ma le aspettative sull'inflazione sono l'obiettivo principale, ed il loro aumento è un pregio non un difetto.» (enfasi aggiunta)
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di Pater Tenebrarum


Sembra che dopo tutto non sarà Scott Sumner a "salvare l'economia Americana" sollecitando il pilota dell'elicottero affinché crei ancora più denaro ex nihilo che in passato. Quello che ci salverà invece è la Apple, o meglio, il suo ultimo prodotto, l'iPhone 5. Chi ha bisogno di Bernanke quando questo dispositivo meraviglioso è pronto a trainare l'economia?

Ultimamente ha fatto il giro una certa storia – propagata "dall'economista" (dovremmo usare il termine in senso lato ...) Michael Feroli di JP Morgan, secondo cui le vendite dell'iPhone "potrebbero far aumentare da un quarto a mezzo punto percentuale il tasso di crescita del prodotto interno lordo Americano nell'ultimo trimestre dell'anno."

Se dovessimo presumere che abbia ragione, allora ciò dovrebbe principalmente dirci quanto sia in realtà inutile il PIL. Tuttavia, ci sono alcune ragioni per dubitare dei risultati forniti dal suo pallottoliere. Secondo un articolo di Bloomberg:

«Ecco la matematica di Feroli: Supponiamo che le vendite della generazione precedente di iPhone continuino "ad un ritmo solido," mentre il nuovo modello di Apple (AAPL) venda circa 8 milioni di unità negli ultimi tre mesi del 2012. Supponiamo che il prezzo medio di vendita dei nuovi modelli sia di circa $600. (Vero, le persone che ricevono il nuovo telefono come parte di un piano tariffario pagano meno del prezzo di listino, ma la vendita viene segnalata al governo per quello che sarebbe costata su base indipendente.)
Di quei $600, circa $200 rappresentano il costo d'importazione, lasciando $400 come valore catturato negli Stati Uniti. Moltiplicate $400 per 8 milioni ed otterrete $3.2 miliardi, cifra sufficiente ad aumentare il tasso annuale di crescita dell'economia di un terzo di punto percentuale. Feroli, capo economista della banca, prevede che l'economia degli Stati Uniti cresca ad un tasso annuo di circa il 2% nel quarto trimestre, e dice che l'iPhone "limiterà il rischio di ribasso" per quella proiezione.»

Ora, prima di proseguire, qualche parola sull'iPhone 5. E' senza dubbio una meraviglia di ingegneria (come un amico e fan di Apple ci ha detto, il corpo in alluminio da solo è una conquista straordinaria nei moderni metodi di fresatura). Tuttavia, molti osservatori sembrano concordare sul fatto che, oltre ad un design più sottile combinato con un peso inferiore e uno schermo un po' più grande rispetto al modello precedente, offra solo miglioramenti incrementali.

La sua nuova applicazione nelle mappe è generalmente considerata come una delusione rispetto alla precedente app di Google. Tutto sommato, il telefono manca, come ha detto un giornalista di Reuters, di un fattore "wow." Attenzione, non stiamo cercando di sminuire il nuovo iPhone – vogliamo solo sottolineare che la sua uscita non ha esattamente reso l'iPhone 4 (o i modelli precedenti) completamente superato o inutilizzabile.

Un altro economista un po' più famoso è intervenuto sul tema, l'uomo che ha distrutto per sempre quell'aura di vittoria collegata al Premio Nobel per l'economia, vale a dire Paul Krugman.

Senza sorprese, Krugman ha utilizzato la linea di argomentazione di Feroli riguardo all'iPhone per convincere i lettori della sua rubrica che è richiesta una maggiore spesa pubblica. Non stiamo scherzando.



Finestre Rotte, Carri e Buoi...

L'articolo di Krugman sul New York Times è intitolato "Lo Stimolo dell'iPhone." Qui di seguito presentiamo alcuni stralci:

«Così questo è il nuovo fantasmagorico telefono cellulare come dice Apple? Ehi, lascio cose del genere a David Pogue. Quello che mi interessa, invece, sono i suggerimenti che la presentazione dell'iPhone 5 potrebbe fornirci per un notevole stimolo dell'economia degli Stati Uniti, in modo da aumentare sensibilmente la crescita economica nel prossimo trimestre o due.
Lo trovate plausibile? Se è così, ho una notizia per voi: siete, che lo sappiate o no, dei Keynesiani — ed avete implicitamente accettato la tesi secondo cui il governo dovrebbe spendere di più, non di meno, in una economia depressa.»

Wow. Quindi se questo è ciò che significa realmente, allora alcuni lettori potrebbero già decidere che la teoria di Feroli è appena stata smentita. Apparentemente senza volerlo, Krugman sta abbattendo il suo castello di carte intellettuale in questo primo paragrafo. Tuttavia, rimarrete sorpresi per quanto sia illuso in realtà questo attacco politico. Proseguiamo.

«La cosa fondamentale da capire è che questi benefici probabilmente di breve periodo del nuovo telefono, non hanno quasi nulla a che fare con quanto sia buono — con quanto può migliorare la qualità della vita degli acquirenti o la loro produttività. Tali effetti entreranno in gioco solo nel lungo periodo. Invece, la ragione per cui JPMorgan ritiene che l'iPhone 5 rilancerà l'economia è semplicemente questa: induce la gente a spendere di più.
E per credere che una maggiore spesa fornirà uno stimolo economico, dovete credere — o almeno dovreste — che la domanda, e non l'offerta, è ciò che sta tenendo su l'economia. Non abbiamo un elevato tasso di disoccupazione perché gli Americani non vogliono lavorare, e non abbiamo un elevato tasso di disoccupazione perché i lavoratori non hanno le giuste competenze. Al contrario, i lavoratori volenterosi e capaci non riescono a trovare lavoro perché i datori di lavoro non possono vendere abbastanza da giustificare la loro assunzione. E la soluzione è quella di trovare un modo per aumentare la spesa complessiva in modo che la nazione possa tornare al lavoro.»

La versione breve del paragrafo precedente è la seguente: possiamo consumare per arrivare alla prosperità. E se accettate questa premessa, è necessario, naturalmente, che accettiate quello che viene dopo. Dopo aver lamentato la riluttanza delle imprese e dei consumatori di impegnarsi in un'orgia di spesa insensata (tranne naturalmente quando c'è un nuovo i-gadget), Krugman ci ricorda la sua soluzione: il governo deve gettarsi nella mischia.

«Perché il governo non dovrebbe entrare in scena e spendere di più, per esempio in materia di istruzione ed infrastrutture, per aiutare l'economia a superare il suo momento difficile? Non dite che il governo non è in grado di aumentare la spesa totale, o che la spesa pubblica non possa creare posti di lavoro. Se credete che l'iPhone 5 possa dare una spinta all'economia, avete già ammesso sia che l'importo totale della spesa per l'economia non è un numero fisso e sia che una maggiore spesa è quello che ci serve. E non c'è ragione per cui questa spesa debba essere privata.»

Sì, perché no, infatti? Lo spiegheremo tra un attimo, ma dobbiamo innanzitutto ricordare ciò che è l'errore fondamentale in tutta questa storia iPhone/PIL.

In realtà è una variante della "fallacia della finestra rotta" – ignora completamente un concetto di economia di base che ci si aspetterebbe che ogni economista ne fosse a conoscenza, vale a dire, il costo d'opportunità. Abbiamo detto prima che il predecessore dell'iPhone 5 rimane perfettamente funzionale proprio per sottolineare questo punto cruciale.

Con l'acquisto dell'iPhone 5, gli acquirenti non saranno più in grado di comprare qualcos'altro. Ogni acquirente del nuovo iPhone ha una scala di valutazione personale che classifica gli oggetti per cui vuole spendere i suoi fondi. Ovviamente, per tutti coloro che effettivamente andranno a comprare il nuovo iPhone, alcuni beni o servizi che vengono classificati più in basso nella scala dei valori finiranno per non essere comprati.

La gente dovrebbe smettere di comprare smart-phone se non ci fosse più un nuovo iPhone? Certo che no – ma è una buona cosa che alcuni utilizzatori del modello precedente, come minimo, non lo considerino spazzatura. E' molto discutibile, dato il miglioramento incrementale rappresentato dall'iPhone 5, che stiano davvero guadagnando molto di più dalla semplice soddisfazione che deriva dal possesso di quello che è ritenuto essere il gadget più recente e più alla moda (ma non stiamo questionando tale aspetto – se lo vogliono, ciò significa che percepiscono che è utile per loro). Sembra probabile, tuttavia, che in assenza del nuovo iPhone, spenderebbero i fondi in qualcosa di diverso – quindi, la tesi secondo cui "la spesa totale" aumenterà sta in piedi su una base molto fragile.

Supponiamo però che invece di spendere i fondi al consumo, decidessero di risparmiarli. Ciò sarebbe un "male"? Secondo i Keynesiani come Krugman, la risposta è sì.

Tuttavia, non staremmo nemmeno facendo questa discussione se nessuno avesse in primo luogo prodotto l'iPhone. Come vengono prodotte le cose? Per rendere possibile la produzione, si deve investire in beni strumentali. E il risparmio è quello che alimenta tali investimenti – è la conditio sine qua non.

Notate che non è il denaro creato dal nulla da Ben Bernanke che può finanziare la produzione. Quello che alimenta la produzione è il bacino dei finanziamenti reali. A meno che alcune persone si astengano dal consumare la loro intera produzione economica, non sarà possibile fare nuove aggiunte alla struttura del capitale dell'economia. In realtà, ci deve essere il risparmio per conservare la struttura esistente di produzione (per una breve panoramica della teoria del capitale, i lettori interessati potrebbero voler controllare il nostro precedente saggio sulla struttura produttiva che riassume i punti essenziali).

In altre parole, quando Krugman insiste sul fatto che una maggiore spesa e il consumo riporteranno l'economia in carreggiata, è come mettere il carro davanti ai buoi. L'aumento del consumo è un effetto della crescita economica, non la causa.

E i suoi suggerimenti riguardo la spesa pubblica? Non c'è qualcosa da dire sulle "infrastrutture" o sulla spesa per "l'istruzione"? Queste sono cause non degne?

Il problema di questa linea di ragionamento è che il governo è l'organizzazione meno in grado di decidere quali tipi di spesa sono economicamente sensati. Dal momento che il governo non ha scopo di lucro – ottiene, in ultima analisi, tutto il suo finanziamento mediante la coercizione – non ha modo di impegnarsi in un corretto calcolo economico (anche se la gente che assume per effettuare la spesa può operare deduzioni fino ad un certo punto osservando il settore privato).

In altre parole, ancora una volta il problema principale è il costo d'opportunità. Per esempio, il governo decide di finanziare la costruzione di un ponte. Come può sapere se le risorse spese per la costruzione del ponte non avrebbero soddisfatto desideri più urgenti dei consumatori se fossero state impiegate in modo diverso? La risposta è, non lo può sapere. Senza fini di lucro e senza calcolo economico che gli consentano di confrontare i costi di ingresso rispetto alle entrate attese, non c'è modo di saperlo.

Questo è anche il motivo per cui il socialismo è letteralmente impossibile: una comunità socialista non ha mercato per i mezzi di produzione, e manca quindi la base stessa del calcolo economico, in quanto il calcolo senza prezzi monetari non è ovviamente possibile. Il caos è il risultato inevitabile, o come Ludwig von Mises ha sottolineato (in "Calculation in the Socialist Commonwealth"):

«Senza calcolo economico non ci può essere economia. Quindi, in uno stato socialista in cui il perseguimento del calcolo economico è impossibile, non ci può essere — nel nostro senso del termine — alcuna economia. Nelle questioni banali e secondarie la condotta razionale potrebbe essere ancora possibile, ma, in generale, sarebbe impossibile parlare di produzione razionale.»

Per fortuna non viviamo in un'economia di comando. La nostra è ancora un'economia di mercato, anche se gravemente ostacolata. E tuttavia, tutte le agenzie governative affrontano il problema di fondo di non essere in grado di effettuare il calcolo economico, a prescindere dal fatto che il problema è più grave in un'economia di comando.

Pertanto, Krugman ha torto quando afferma che "non c'è ragione per cui questa spesa debba essere privata." C'è una buona ragione: la spesa pubblica è estremamente probabile che sprecherà il capitale scarso e indurrà squilibri intra-temporali nella struttura produttiva – in altre parole, la spesa creerà una configurazione nella struttura del capitale del sistema economico che non è in conformità con quello che vuole il consumatore.

L'iPhone della Apple è sicuramente diverso in questo senso: ovviamente è conforme a quello che vuole il consumatore. I profitti della Apple forniscono una grande prova per questa affermazione – in realtà, è l'azienda più redditizia al mondo. Tuttavia, questo non significa che si possa tranquillamente ignorare il costo d'opportunità quando si dice che la spesa per il nuovo iPhone aumenterà la crescita economica globale.


L'andamento delle azioni della Apple parla da sé – clicca per una risoluzione migliore, grafico da StockCharts.



Krugman Scopre una "Teoria"

Tuttavia, il piatto forte è un piccolo post di Krugman sullo stesso argomento che abbiamo scoperto incidentalmente durante la ricerca dell'articolo appena discusso. A quanto pare Krugman sentiva la necessità di affrontare il tema dell'obsolescenza in modo più dettagliato e in questa occasione ci fa capire che aveva effettivamente sentito già parlare della "finestra rotta." Il post è intitolato "Broken Windows and the iPhone 5."

Vedendo il titolo, abbiamo pensato di primo impatto che Krugman avrebbe tentato di confutare la fallacia della finestra rotta. Lungi da ciò!

«Il punto chiave è che l'ottimismo circa gli effetti dell'iPhone non hanno nulla (o comunque poco) a che fare con la presunta qualità del telefono, e col modo in cui potrebbe renderci più felici e più produttivi. Al contrario, i guadagni immediati arriverebbero dal modo in cui il nuovo telefono dovrebbe convincere la gente a rottamare i loro vecchi telefoni e sostituirli.
In altre parole, se si ritiene che l'iPhone potrebbe davvero dare all'economia una grande spinta, siete finiti — se ve ne rendete conto o no — in una versione della teoria della "finestra rotta," in cui distruggere una certa quantità di capitale può effettivamente essere un cosa buona in condizioni di depressione.»

(enfasi aggiunta)

Ancora una volta, quest'uomo ha effettivamente vinto il Premio Nobel per l'Economia. Forse è giunto il momento che la commissione che gliel'ha conferito se lo riprenda.

Così adesso si chiama la "Teoria della Finestra Rotta," vero? In realtà, come osservato in precedenza, il concetto è noto come la "Fallacia della Finestra Rotta." Venne originariamente formulata in forma di parabola dal grande economista Francese Frederic Bastiat, che spiegò che in economia non si deve prendere in considerazione solo ciò che è immediatamente visibile, ma anche ciò che non si vede.

E' un errore credere che la distruzione possa renderci più ricchi – infatti, Krugman ci ricorda che i costi d'opportunità cessano di esistere durante "condizioni di depressione." L'implicazione di questa affermazione è che le leggi economiche fondamentali cessano magicamente di essere applicabili ogni volta che l'economia subisce una flessione.

Questo punto di vista è sbagliato – le leggi economiche non dipendono dalle condizioni economiche. Questo è simile al sostenere che le leggi della natura cessano di essere operative il Mercoledì. Senza sorprese, Krugman è anche un sostenitore del parere che "la guerra è un bene per l'economia" – anche se si tratta di una guerra contro alieni immaginari, o ciò che potremmo chiamare la versione di Krugman di "Piano 9 da un altro spazio."


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/