mercoledì 18 gennaio 2012

Edgar lo sfruttatore

Un breve e didattico video su come la legge del salario minimo crea disoccupazione piuttosto che prevenirla. Infatti, come spesso accade quanto parlano gli altoparlanti dei sindacati, si presta attenzione solo a quello che si vede, lasciando da parte quello che non si vede. Si vede quelli a cui viene aumentato il slario, ma non si vede chi perde il lavoro o non lo riesce a trovare a causa di questa legge. Non credete che sia immorale vedere una persona che guadagna (e rende) $5 venir licenziata per stare dietro a delle leggi dementi sfornate da pianificatori centrali del fine settimana secondo i quali il livello minimo dei salari dovrebbe essere $9?

Ciò richiede ulteriori manovre ed interferenze nel mondo del lavoro da parte dell'autorità centrale, spronate dai sindacati che subdolamente fingono di fare il "bene" dei lavoratori, ma incentivano demenzialmente una spirale di interventi che cancella sempre di più il ruolo centrale dello scambio volontario di mercato.

Il contratto tra due parti viene strappato con la forza da una terza parte.

Chissà perché i sindacati non chiedono direttamente di tagliare la fonte del male che appesta il mondo del lavoro di oggi, invece di proporre la solita cazzata (tra le tante) di aumenti di salari in vista di un'inflazione rampante. Non avrebbero ragione di esistere poi, e addio privilegi e comizi da beoti dai palchi. Con tanto di pecore al seguito.

Ricordate, non sono qui per il "vostro bene". Solo voi sapete ciò che è giusto per voi stessi.





6 commenti:

  1. Ciao Johnny.
    Sono sempre stato un liberista ma so che bisogna fare i conti con la realtà che ci circonda, con il ftto che le persone non la pensano tutte nello stesso modo, che certe consapevolezze si acquisiscono con il tempo e non immediatamente.
    Bene, questo video mi sembra fatto apposta rafforzare in molti la mentalità anti-liberista.
    Ciò che avviene con il concetto di paga minima o, per meglio dire nel caso Italiano, di contratto collettivo, e che i lavoratori nel loro insieme, contrattano con il datore di lavoro. Tra lavoratori ci si mette liberamente d'accordo per favorire chi ha meno capacità in modo di garantirgli un salario più alto a spese di chi, avendo più capacità, ne riceve comunque uno più alto.
    Alla fin fine, al datore di lavoro che ha bisogno del lavoro di X e di Y, non frega niente pagare 20 a X e 5 a Y oppure 15 a X e 10 a Y.
    Assolutamente vero, peraltro, che questa libera decisione interna alla categoria dei lavoratori non sia affatto così libera per il modo in cui viene gestita dai sindacati. Ma è un problema totalmente diverso rispetto a quello della paga minima/contratto collettivo.
    Saluti,
    Vincenzo

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  2. Adesso, Vincenzo, ti rivelo un piccolo segreto dell'economia Keynesiana mainstream:

    "Siccome c’è imperfetta mobilità del lavoro ed i salari non tendono ad avere gli stessi vantaggi netti nelle differenti occupazioni, ogni individuo o gruppo di individui che consentisse ad una riduzione del suo salario monetario rispetto agli altri soffrirebbe anche di una riduzione relativa del suo salario reale, che è una giustificazione sufficiente per resistergli. D’altro canto sarebbe impraticabile resistere ad ogni riduzione dei salari reali dovuti ad un cambiamento del potere d’acquisto della moneta e che colpisce allo stesso modo tutti i lavoratori; ed infatti le riduzioni dei salari reali che avvengono in questo modo non trovano resistenza a meno che non avvengano in modo drastico."

    Ebbene sì, questa è la dottrina dell'allegra brigata al comando: truffare. Le contrattazioni sono una farsa, loro sono i poveri fessi che ci rimetteranno sempre; tenuti rigorosamente al lazzo dai lacché statali che rispondono al nome di sindacati.

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  3. @Johhny

    Stavo appunto dicendo la stessa cosa, uno dei principali consigli di Lord Keynes era di non resistere alle richieste di aumento nominale dei salari, tanto a suo dire, i lavoratori non avrebbero notato la differenza. E infatti i sindacati non hanno mai capito, che è inutile chiedere più soldi se qualcuno da un'altra parte immette sempre più soldi e aumenta l'imposizione fiscale. Ma ancora peggio un paio di giorni fa sentivo su Omnibus uno di questi 'capi' sindacali, se non sbaglio era Bonanni, che parlava di politiche Keynesiane!

    That's Social Engineering


    Ps: Inizio a credere che Keynes fosse un potente mentalista. O avesse dei poteri speciali.

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  4. A dire il vero i sindicati mi sembrano molto, molto appattati con le aziende.
    Guarda la storia dell'aricolo 18. Lo abolissero, le aziende dovrebbero iniziare a pagare di più i lavoratori i quali, giustamene, vorrebbero un premio al rischio di potere essere mandati via.

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  5. Ciao Giuseppe.

    “Controlla le masse senza che esse lo sappiano”. Io sto iniziando a fare dei parallelismi.


    Anonimo, ma per l'eventualità di essere mandati a spasso non c'è già il tfr?

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  6. M'ero dimenticato di firmare, scusami.
    Il tfr è retribuzione differita, non ha niente a che fare con il rischio di essere mandato via, tant'è che lo ricevo sia che sia l'azienda a mandarmi a spasso che se sono io ad andarmene.
    Inendevo dire che se aumenta il rischio, aumenta il premio, così come per gli interessi che si pagano ai propri creditori. Un sindacato non appattato farebbe abolire l'articolo 18 chiedendo in cambio un aumento pari all'aumento del rischio di licenziamento, anzi magari qualcosa di più. Ma tanto poi le aziende licenziano lo stesso scaricando il costo sulla Cassa Integrazione. Almeno mettessero i cassaintegrati a pulire le strade zozze.
    Vincenzo

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