lunedì 31 dicembre 2012

Il 2012 in prospettiva

Ultimo giorno dell'anno, ottimo giorno per fare un riepilogo generale di quello che il 2012 ci ha portato. Verrà di seguito analizzato il lato economico della faccenda, invece per quanto riguarda il lato strettamente sociale (e delle conseguenze sortite dalle politiche centraliste) vi consiglio caldamente di dare uno sguardo a questo articolo di Bloomberg che fa un ottimo sunto della situazione: American Dreams Fades for Generation Y Professionals. L'entrata nel quinto anno della Grande Recessione, alimentata dalla salvaguardia di interessi privilegiati, sta trucidando il settore lavorativo sfornando quantità superiori di disoccupati che si ritrovano sulle spalle già un carico eccessivo di debito fondamentalmente impagabile. Le soluzioni fornite dagli stati continuano a seguire il solito adagio: "Più della stessa cosa," e come se non bastasse la classe accademica ancora sostiene questo percorso scellerato. La propaganda statalista ha attecchito nella maggior parte delle menti degli individui, ma infine non potrà far altro che soccombere di fronte ai suoi limiti. Cina, Europa, USA, tutti sono interconnessi in una rete fitta di distorsioni che infine faranno implodere le ultime vestigia di quello che era considerato il "sistema all'apice dello sviluppo dell'essere umano." Qualunque cosa accada, possa il nuovo anno essere in accordo con la vostra ricerca della felicità e... fate le vostre scommesse.
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di Martin Sibileau


«... Se si tassa una nazione fino alla morte, si distruggono i mercati dei capitali, si alimenta la sua disoccupazione, la si condanna ad una moneta costosa e si da liquidità alle sue corporazioni a costi stupidamente irrisori, ci si può aspettare un solo risultato: Default...»

Oggi voglio riassumere quello che è successo durante l'anno. In tutto il 2012 ho cercato di dedicarmi sia a sviluppi teorici sia a sviluppi pratici. Con un approccio Austriaco, ho discusso di molti argomenti macroeconomici (es. le strategie di Draghi, quello che può scatenare la fine dell'attuale sistema, le meccaniche di un ritorno all'oro, perchè ancora non c'è iperinflazione, ecc.). Cerchiamo di esaminare ulteriormente e brevemente ognuno di questi argomenti di cui ho parlato durante il 2012.



1. Non c'è stato alcun sdoppiamento: La zona Euro è agganciata al dollaro USA

Alla fine del 2011, quando il crollo del sistema bancario nella zona Euro (per gentile concessione di M. Trichet) stava trascinando con sé il resto del mondo, la Banca Nazionale Svizzera ha agganciato il Franco Svizzero all'Euro e la Federal Reserve ha esteso e deprezzato i suoi currency swap con la Banca Centrale Europea. Queste due misure – indirettamente – hanno accoppiato il destino degli asset nei bilanci delle banche della zona Euro con i bilanci delle banche centrali di Svizzera e Stati Uniti.

Come in ogni altro schema di Ponzi, quando l'anello più debole si rompe, la catena rischia di rompersi. Il rischio di una tale disgregazione, applicata all'economia, è nota come rischio sistemico o "correlazione ad 1." Dato che l'anello più debole (es. la zona Euro) è stato accoppiato alla catena della FED, il rischio sistemico globale (o la correlazione) è diminuito. A quanto pare, coloro che gestiscono un trading di concordanza in IG9 (ossia, investment grade credit index series 9) per una nota banca globale, non l'hanno capito. Ma sarebbe prematuro concludere che il concetto è stato infine compreso, perché ci sono troppi analisti e gestori di fondi che ancora interpretano la situazione attuale come un successo nell'eliminazione o nelle riduzione del rischio di coda. Nulla potrebbe essere più lontano dalla verità. Quello che chiamano rischio di coda, ovvero il crollo della zona Euro, non è un rischio "coda." E' la conseguenza logica della struttura istituzionale dell'Unione Monetaria Europea, che manca di un'unione fiscale e di un bilancio comune. Io non sono a favore di ciò, ma in sua assenza, pensare che il crollo sia un rischio di coda equivale a nascondere la testa sotto la sabbia. E pensare che, poiché le corporazioni e le banche della zona Euro hanno ora accesso a dollari a basso costo, la recessione non porterà al default, sarà un errore molto costoso. Nemmeno tali default potenziali sono un rischio di coda: Se si tassa una nazione fino alla morte, si distruggono i suoi mercati di capitali, si alimenta la sua disoccupazione, la si condanna ad una moneta costosa e si dà liquidità alle sue corporazioni a costi stupidamente bassi potete aspettarvi un solo risultato: il default. Il fatto che si agisca lanciando al problema più dollari provenienti dalla FED, non giustifica in alcun modo tale compiacimento.

A Gennaio, ho presentato un quadro analitico per visualizzare le dinamiche tra queste due zone monetarie. Ripresento il seguente grafico senza alcun commento, in quanto si spiega da sé:




A Febbraio, ho anticipato che la Banca Centrale Europea avrebbe infine avuto bisogno di mettere un minimo al valore del debito sovrano. Ci sono voluti circa sette dolorosi mesi per vedere questo esito, con l'annuncio dell'OMT. Con questo in mente, ho suggerito di non inseguire il rally azionario e ho avvertito che andare short sull'euro sarebbe stata una mossa dolorosa.



2. Manipolazione del mercato dell'oro

Fin dai miei anni presso l'Universidad de Buenos Aires, ricorderò sempre i professori J. M. Fanelli e Daniel Heymann, perché solevano pensare e continuano a pensare che i politici (in Argentina) non avevano altra scelta se non "manipolare" il prezzo del dollaro (contro il peso) per combattere l'inflazione. Il valore del dollaro, in pesos, era un segnale che modellava le aspettative per l'inflazione, secondo loro. Allo stesso modo, sono convinto che quelli al timone delle banche centrali del G7 credono che per modellare le aspettative sull'inflazione ed evitare lo scoppio della bolla obbligazionaria, devono manipolare il prezzo dell'oro. E questo è esattamente quello che hanno fatto (tramite gli swap, i contratti di locazione dei loro depositi a tassi inferiori di quelli di mercato), da quando Standard & Poor's ha declassato il rating sovrano degli Stati Uniti. Si sbagliano, naturalmente, e nel tempo si rivelerà una decisione costosa. La prova? Movimenti come il calo di $100/oz al momento dell'annuncio del secondo LTRO alla fine di Febbraio. Nessuno che vive coi prezzi di mercato scaricherebbe mai tanto oro in pochi secondi, figuriamoci farlo in maniera sostenibile e prevedibile, come spesso accade, tra le 10:00 e le 11:00. Sono convinto che se non fosse stata per questa manipolazione, l'oro avrebbe performato alla grande quest'anno. Ma quanto serio potrei apparire se discuto di un argomento contro-fattuale?



3. La liquidità non finanzierà le spese di capitale, ma i riacquisti di azioni e i dividendi

A Marzo, siamo stati forse i primi a suggerire che la liquidità in dollari della FED veniva utilizzata tramite gli swap per riacquistare azioni e distribuire dividendi piuttosto che per finanziare investimenti di capitale (Dico "forse" perché pochi giorni dopo David Rosenberg ha espresso la stessa opinione). Questo è un tipico risultato di repressione finanziaria. Le nazioni in repressione finanziaria generano imprese fallite di proprietà di ricchi. Il tempo ci dirà, ma fino ad ora i numerosi articoli hanno suggerito che sta prendendo piede questa tendenza (Eric Beinstein, di JP Morgan, mostra l'evidenza contraria nel suo ultimo rapporto Credit Markets Outlook). A causa di ciò, ho proposto come tema di trading: si dovrebbe acquistare il prodotto piuttosto che i produttori, che è una negoziazione vincente in ambienti inflazionistici. Pertanto, il suggerimento è stato quello di comprare oro, invece dei minatori d'oro.



4. Per difendere la propria moneta, la zona Euro ha distrutto i suoi mercati di capitali

(A questo punto, credo che non ci siano commenti necessari su questo punto, se non quelli presentati a Marzo.)



5. Il debito sovrano di una nazione posseduto da altre nazioni è motivo di preoccupazione

Ancora a Marzo, ho notato che la situazione del 2012 assomigliava a quella del 1931, poiché la Grecia e altri paesi periferici dell'UE devono sempre più denaro ad altri governi, al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Centrale Europea. Gli investitori privati sono stati spazzati via e, proprio come nel 1931 (quando la Francia, per motivi politici, permise al KreditAnstalt di andare in bancarotta), quando arriverà il prossimo piano di salvataggio, verranno richieste condizioni politiche che nessun investitore privato e razionale avrebbe mai richiesto.



6. La storia del Canada sarà diversa

Ad Aprile, ho detto che il contesto Canadese era diverso e che, invece di aspettarci un contagio dal sistema bancario al governo, in Canada dovremmo aspettarci il contagio dal governo al sistema bancario. Mi aspetto ancora che questo deterioramento verrà innescato da uno sviluppo esogeno (cioè, al di fuori del Canada) e la reazione del dollaro Canadese al tasso di disoccupazione rivisto il 7 Dicembre può dirci che questo punto di vista è fondato.



7. Settembre ha segnato uno spostamento tettonico

Non mi dilungherò sui punti di seguito. Ho già scritto molto a tal riguardo nel mese di Settembre (vedi qui, qui e qui), ma devo riepilogarli perché sono molto importanti per il prossimo anno. Questi punti, devo chiarire, rappresentano la mia migliore ipotesi, in quanto la condizione necessaria per la loro validità è che la Spagna e altri paesi periferici necessitanti di un piano di salvataggio ne richiedano uno e ricevano il sostegno della Banca Centrale Europea (BCE):

  • Il mercato farà arbitraggio sui tassi del centro Europa e su quelli della sua periferia, convergendo in un unico obiettivo di rendimento (con tassi Tedeschi più elevati).
  • Non saremo più in grado di parlare "del" tasso di interesse privo di rischio, quando ci riferiremo al rendimento sovrano degli Stati Uniti. Le aspettative sull'inflazione aumenteranno
  • Il dollaro Canadese non dovrebbe aumentare di molto rispetto al dollaro USA (cioè, sopra $1.04 per 1 CAD).
  • Il sostegno della BCE (vale a dire, acquisto di debito sovrano) genererà plusvalenze per le banche della zona Euro e trasformerà il debito sovrano rischioso in un prodotto-vettore (cioè, un asset il cui prezzo è principalmente determinato dagli interessi che rende piuttosto che dal suo rischio di default, perché questo rischio verrà rimosso dalla banca centrale)

Ciò implica che, in futuro, con l'OMT non sarà possibile la sterilizzazione a tassi bassi o tassi di deposito negativi presso la Banca Centrale Europea. Le banche richiederanno tassi elevati in cambio, se devono vendere il debito alla banca centrale.



Epilogo

Nel mio prossimo articolo, e probabilmente l'ultimo dell'anno, affronterò il tema del perché non abbiamo ancora visto un'elevata inflazione o un'iperinflazione e quello che è necessario, in generale, affinché questo fenomeno abbia luogo. L'articolo sarà dedicato a Peter Schiff. Cercherò di dimostrare che a differenza degli economisti Keynesiani, non solo alti tassi di interesse nominali sono compatibili con un'inflazione elevata, ma in realtà sono una condizione necessaria affinché si trasformi in iperinflazione. Questo è un paradosso per l'economia mainstream... e, proveniendo dall'Argentina, amo i paradossi.



Un'ultima osservazione sul metodo

Poiché il mio approccio ricade all'interno della scuola Austriaca, avrete notato che uso la prasseologia. ("Un teorema di una scienza prasseologica fornisce informazioni che sono derivati dal puro ragionamento; è il prodotto della logica pura senza l'assistenza di qualsiasi osservazione empirica," I. Kirzner). E' per questo che non trovate quasi nessuna statistica nei miei articoli. La mia avversione nei loro confronti è dovuta al sistema di contabilità nazionale utilizzato fino ad oggi, che è semplicemente una reliquia barbarica della dottrina mercantilista. Ma questa è una storia per un'altra volta... risolvo i problemi con semplici assiomi e testo la loro logica con le identità (es. bilanci). Gli economisti mainstream, invece, utilizzano equazioni. Di conseguenza, hanno bisogno di "torturare" le loro statistiche per dimostrare le loro proposte, perché sono induttivi. Io uso la deduzione.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


sabato 29 dicembre 2012

Cosa causa le iperinflazioni e perché fino ad ora non ne abbiamo visto una: Un esame forense delle monete morte

Non importa quale accordo sarà raggiunto in merito al "precipizio fiscale." Gli USA stanno lentamente finendo in recessione, l'euforia artificiale pompata dalla stampante magica dello zio Ben si sta esaurendo. Quando gli Americani comprano meno dall'estero per due mesi consecutivi, significa che qualcosa bolle in pentola. Questo qualcosa risiede nelle domanda per importazioni che sta diminuendo, e se questo trend dovesse continuare anche nei prossimi due mesi sarà un chiaro segno di recessione imminente per gli USA. Tutto ciò non ha nulla a che fare col "precipizio fiscale" o delle chiacchiere su un accordo atto a scongiurarlo. A coloro che hanno creduto alle promesse del governo piace pensare che ci sarà un accordo su tale argomento; non solo, ma che tale accordo sarà addirittura in grado di ritardare ulteriormente il giorno della resa dei conti. Cosa significa? Deficit più grandi. A loro non importa di questo esito, si preoccupano di più di un'aumento delle tasse. Credono che il governo sia un'entità al di là del mercato, che possa eliminare ogni rischio con un colpo di penna o con qualche dichiarazione davanti la stampa. Ma questa scelta prevede due soluzioni; aumento delle tasse o aumento della stampa di denaro. In entrembi i casi la fine di questo dramma punta ad un'unica conclusione: Grande Default. I pattern commerciali sono molto più affidabili delle chiacchiere che circondano il "precipizio fiscale" per capire come stanno le cose.
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di Martin Sibileau


Come anticipato nel mio articolo precedente, oggi voglio discutere dell'iperinflazione: Che cosa la fa scattare? C'è una caratteristica comune nell'iperinflazione che ci permetterebbe di vedere quando sta arrivando? Se è così, possiamo formulare un'ipotesi sul quando aspettarcela? L'analisi sarà induttiva (rompendo col metodo Austriaco) e nel processo cercherò di aiutare Peter Schiff a trovare una risposta facile da dare ai media ogni volta che viene interrogato sull'iperinflazione. Se la mia tesi è corretta, si dovrebbero trarre tre conclusioni:

  • Inflazione alta e tassi di interesse nominali alti non sono incompatibili, ma vanno di pari passo: Non ci può essere iperinflazione senza tassi di interesse nominali alti,
  • Le persone nel Gold Anti-Trust Action Committee rimarranno senza lavoro, e
  • Verrà smentita la raccomandazione di Jim Rogers di acquistare terreni agricoli.



Un'analisi forense delle valute morte

Quando penso all'iperinflazione, penso alle valute morte. Sono la prova migliore. Vi è un modello comune in ognuna di loro e no, non sto parlando delle banconote da sei a otto cifre o della carenza di beni. Questi sono solo sintomi. Nei tempi moderni, dietro la morte di ogni moneta si è registrato un deficit quasi fiscale. Così, in breve, quando qualcuno chiede: Qual è la causa dell'iperinflazione? La risposta è: Deficit quasi fiscali! Perché non abbiamo ancora visto un'iperinflazione? Perché non abbiamo avuto deficit quasi fiscali!



Che cos'è un deficit quasi fiscale?

Un deficit quasi fiscale è il deficit di una banca centrale. Dalla Germania all'Argentina allo Zimbabwe, i processi iperinflazionistici sono sempre stati alimentati da tali deficit. I deficit fiscali monetizzati producono inflazione. I deficit quasi fiscali (per definizione, sono monetizzati) producono iperinflazione. Ricordate che le perdite di capitale a causa della riduzione di prezzo degli asset non influenzano le banche centrali: Non hanno bisogno di modellarsi al mercato. Esse indicano il modello.

Le uniche perdite che possono influenzare significativamente le banche centrali derivano dai flussi (ad esempio, i deficit), come le perdite nette di interessi. Tali perdite risultano dal pagamento di un interesse superiore sulle loro passività (es. delle banche centrali) rispetto a quello che ricevono dai loro asset. Queste perdite non lasciano altra alternativa alle banche centrali se non quella di monetizzarle, in un circolo vizioso mortale. Sono come buchi neri: Una volta intrappolate, non c'è via d'uscita, perché i tagli (fiscali) alla spesa non sono più rilevanti, a meno che non producano un'eccedenza sufficiente da compensare i deficit quasi fiscali. E questo, per definizione, è impossibile.

Ciò fa avanzare domande come queste: Perché una banca centrale dovrebbe pagare interessi sui suoi debiti? Perché la monetizzazione delle perdite conduce necessariamente ad un processo a spirale?





Perché una banca centrale dovrebbe pagare interessi sui suoi debiti?

Questo è un punto chiave per capire l'inflazione. Secondo gli economisti mainstream, l'inflazione è un processo che si verifica una volta che viene eliminato il potenziale output gap di una zona monetaria. L'inflazione è la conseguenza del raggiungimento della piena occupazione delle risorse (così dicono), e pongono la situazione nel contesto "dell'idraulica." Nella figura qui sotto, ho illustrato questo contesto, mostrando due bicchieri: Uno non è pieno, e quindi, non ci dovrebbero essere pressioni inflazionistiche.




Vi prego, non ridete dell'immagine. Contiene anche una citazione di un discorso tenuto qualche mese fa dal Governatore della FED Jeremy C. Stein, che utilizza questa stessa metafora per illustrare come la FED pensi alle sue politiche. Se non fosse così triste, sarebbe comico. Ed è triste perché non vi è assolutamente alcuna prova storica di una nazione sostenibile che vivesse con un'inflazione generante una piena occupazione. In realtà, è tutto il contrario: L'inflazione produce disoccupazione, che genera carenze ed ulteriore inflazione. Questo è il motivo per cui tutta questa situazione è così triste. Milioni di vite sono state e continueranno ad essere rovinate a causa di questo errore.

La verità è che l'inflazione e la repressione finanziaria sono inseparabili. Sono facce diverse della stessa medaglia, e con lo sviluppo dell'inflazione, la repressione finanziaria si trasforma in palese confisca. A Dicembre di quest'anno, abbiamo avuto un aumento della repressione finanziaria, per lo più sotto forma di manipolazione dei prezzi. Alcune di queste manipolazioni sono palesi, come per i tassi di interesse, ed alcune sono nascoste, come per l'oro, per l'indice dei prezzi al consumo o per il tasso di disoccupazione. Ma al crescere dei deficit fiscali negli Stati Uniti, la manipolazione sarà sempre più palese e la paura della confisca sarà molto tangibile. Sì, la manipolazione sarà così palese che anche il GATA (Gold Anti-Trust Action Committee) perderà completamente la sua ragion d'essere. Sarà inutile denunciare quello che sarà già di dominio pubblico.

Per quanto riguarda la paura della confisca, un buon esempio è il calo dei depositi nelle banche della periferia della zona Euro. Qualsiasi investitore razionale poteva vedere che la sua banca era stata costretta ad acquistare debito senza valore e che la probabilità di rimanere imprigionato in una corsa agli sportelli bancari era esponenziale aumentata. I responsabili politici della zona Euro hanno scelto di non percorre la strada della confisca. Era troppo presto per farlo, data la presenza di altre alternative. Ma i depositi sono scesi comunque, e per ripristinarli, la Banca Centrale Europea dovrà pagare tassi di interesse più elevati sui propri acquisti sterilizzati quando infine si impegnerà nell'OMT (es. acquisto di debito sovrano con scadenza inferiore ai tre anni). Ho spiegato tutto ciò a Settembre: Dal momento che il sostegno della BCE rimuove il rischio di default (sul debito sovrano da 1 a 3 anni), la vendita del debito sovrano alla banca centrale in cambio di contanti sarà una proposta perdente per le banche. Le banche della zona Euro richiederanno che gli acquisti vengano sterilizzati, per ricevere in cambio debito della banca centrale ad un tasso di interesse accettabile. Questo tasso dovrà essere superiore a quello attuale. Questo è il motivo, a mio parere, per cui stiamo assistendo ad un Euro più forte e bond USA più deboli.



Perché un governo vuole mantenere un certo livello di depositi?

Agli stati servono i depositi bancari per finanziare i bond, venduti coattamente alle loro banche. Le normative, la pressione sui banchieri, le minacce, tutto fa parte degli stessi mezzi per costringere i banchieri a finanziare i loro debiti con i vostri risparmi. C'era questo dietro alle mosse fallimentari del 2012 per distruggere i fondi del mercato monetario USA?

In sostanza, l'iperinflazione è il piano di salvataggio ultimo e più costoso di un sistema bancario fallito; un piano che tutti i titolari della moneta sono costretti a pagare poiché è una proposizione perdente, proprio perché finisce inevitabilmente con la sua distruzione finale. L'iperinflazione è il vomito dei sistemi economici: Esattamente come qualsiasi altro vomito, è una cosa molto buona, perché tutti noi possiamo finalmente sentirci meglio. E' come se vomitassimo il marcio del sistema.



Perché i depositanti non vorrebbero rinnovare i depositi?

Ogni volta che il peso dei deficit supera una certa soglia, la gente comincia a fuggire in massa dal sistema. Non solo ritira i propri risparmi dal sistema, ma cerca anche di generare guadagni al di fuori di esso. E' da tempo immemorabile che accade questa storia. Di seguito viene riportata una foto di monete sepolte trovate a Hertfordshire. Si presume che siano state accumulate nel IV secolo durante gli ultimi anni della dominazione Romana.




Allora e ora, la pressione fiscale finì per distruggere i mercati dei capitali e il commercio. Nelle fasi iniziali, tutti smettono di investire e raccolgono con qualsivoglia mezzo il capitale che può essere recuperato. Nessuno dovrebbe essere sorpreso se, con questi bassi tassi di interesse, aumentano i pagamenti dei dividendi e si intensifica l'ondata di riacquisti di azioni. La contrazione del sistema aggrava il calo delle entrate fiscali e l'intervento delle banche centrali, che portano automaticamente a deficit quasi fiscali. La produzione cala e la carenza di beni, con l'aumento della circolazione del denaro, innesca una forte inflazione. Ne segue un controllo dei prezzi.

Se tutto ciò è corretto, Jim Rogers ha torto e non dovreste comprare terreni agricoli. L'agricoltura non sarà redditizia. L'aumento dei prezzi alimentari non sarebbe un segnale per incentivare l'agricoltura, ma il riflesso del fatto che l'agricoltura non è redditizia perché è facile da tassare. Da qui, la carenza di cibo. Lo stesso vale per il settore immobiliare in generale, con l'aumentare del governo della folla e con i diritti dei debitori favoriti rispetto a quelli dei creditori e dei proprietari terrieri. L'iperinflazione, pertanto, non è solo un abbandono di una valuta, ma dell'intero sistema economico. Migliaia di anni di Diaspora ci stanno urlando che il vantaggio dell'oro come bene di facile trasporto e asset di riserva non sono da sottovalutare.



Perché non abbiamo visto ancora un deficit quasi fiscale e quanto siamo vicini dal vederne uno?

Arrivati a questo punto, penso che sia facile vedere come i tassi di interesse nominali alti (per attrarre i depositi) e l'iperinflazione vadano a braccetto. La perdita di fiducia nel sistema spinge i tassi nominali in alto, cosa che causa maggior dolore nella produzione scatenando carenze di beni e prezzi più alti. Von Mises, ad esempio, ricordava che nel caso dell'iperinflazione Tedesca, "[...] Con un tasso di interesse (nota mia: nominale) del 900% nel Settembre 1923, la Reichsbank stava praticamente dando via i soldi [...]" (Capitolo 7, in “Money, Method, and the Market Process”).

Francamente, non ho una risposta definitiva alla domanda sul perché non abbiamo ancora visto un deficit quasi fiscale. Ma posso intuire che siamo ancora lontani dal vederne uno. Ci sono molti fattori in gioco. L'esistenza di piani pensionistici coercitivi (cioè, i soldi presi coercitivamente dai salari per finanziare distribuzioni collettive) potrebbe giocare un ruolo importante. Questi fondi sono "soldi degli altri" agli occhi dei manager e non rischieranno le loro carriere per proteggerli dagli stati che li costringeranno ad assegnare un rischio pari a zero ai bond del Tesoro degli Stati Uniti. È concepibile che all'aumentare delle perdite nei fondi, i contribuenti si sveglino e decidano che è meglio lavorare al di fuori del sistema che al suo interno, per evitare questa tassa nascosta. Proprio come i Romani lasciarono la città, milioni di lavoratori in tutto il mondo sviluppato potranno decidere di diventare lavoratori autonomi e lasciare il sistema. Si tratta di una caratteristica tipica delle economie in via di sviluppo.

Fino ad ora, la Federal Reserve non ha nemmeno avuto bisogno di sterilizzare ciò che stampa. La Banca Centrale Europea ha dovuto sterilizzare, ma il mercato non richiede sulle sue passività un tasso di interesse superiore a quello del debito sovrano che acquista. Non ancora... Forse perché il mercato continua in qualche modo a ritenere che la struttura istituzionale dell'Unione Monetaria Europea sia aggiustabile. Ulteriori declassamenti del rating del centro Europa, il contemporaneo aumento del debito sovrano della Germania e i default aziendali per bond denominati in Dollari cancelleranno infine questa convinzione. Per ora, la Banca Centrale Europea è riuscita a non pagare nemmeno gli interessi sui depositi.

Se devo pensare ad un innesco principale e più probabile per deficit quasi fiscali, allora punto il dito verso il futuro piano di salvataggio per la prossima ondata di default aziendali, in particolare nella zona Euro.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


venerdì 28 dicembre 2012

Il Mito dell'Austerità

A questo punto è lecito chiedersi se i vari stati mondiali si siano resi conto di come stiano camminando su un cornicione ad un'altezza di 50 metri. La parte grottesca di questa storia arriva quando la maggior part delle persone crede ancora che i loro "salvatori," alias i pianificatori centrali, siano qui per portarli verso una terra promessa. Oh, ce li porteranno. Solo che la terra in cui sono destinati è leggermente diversa da quella promessa, e non è fatta di caramelle e leccornie assortite. Anzi... Questa è la dura lezione che bisogna imparare quando non si fa tesoro del percorso passato sperimentato dai nostri avi. Anche loro credettero alle promesse di un manipolo di individui in grado di fornire la salvezza. Non è finita bene (es. Weimar, assegnato Francese, bolla del Mississippi, dollari Greenback, ecc.). Perché? Perché un manipolo di persone non è in gradi di tenere conto della moltitudine di variabili di cui è composto il mercato, e alla lunga finiscono per falsare irrimediabilmente il calcolo economico. Grazie agl iinsegnamenti errati di Keynes il potere statale si è forgiato di una lungimiranza onniscente artificiale con cui ha illuso le masse e dopo circa 80 anni questi errori stanno emergendo inesorabilmente. Il loro costo è l'impoverimento progressivo e la perdita della libertà. L'anno prossimo (quando gli stati più deboli inizieranno a crollare sotto i colpi della realtà economica) quando non riusciranno a nascondere il fallimento dei loro sistemi bancari, gli stati più forti sequestreranno le residue risorse dei propri cittadini per sostenerli, come la Germania sta facendo oggi al suo popolo. Fate le vostre scommesse.
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di Philipp Bagus


Molti politici e commentatori come Paul Krugman affermano che il problema dell'Europa sia l'austerità, cioè, vi è una spesa pubblica insufficiente. La tesi è questa: A causa di una riduzione della spesa pubblica, la domanda nell'economia è insufficiente e di conseguenza causa disoccupazione. Il tasso di disoccupazione peggiora le cose poiché la domanda aggregata cala ancora di più, causando un calo delle entrate pubbliche e un aumento dei deficit pubblici. Poi i governi Europei pressati dalla Germania (che non ha imparato nulla dalle presunte politiche fatali del Cancelliere Heinrich Brüning) riducono ancora di più la spesa pubblica, riducendo la domanda attraverso il licenziamento di dipendenti pubblici e tagli sui trasferimenti statali. Questo ridurrebbe la domanda ancora di più in una spirale senza fine verso la miseria. Cosa si può fare per uscire da questa spirale? La risposta data dai commentatori è semplice: porre fine all'austerità, aumentare la spesa pubblica e stimolare la domanda aggregata. Paul Krugman è anche a favore di una preparazione contro un'invasione aliena, cosa che indurrebbe il governo a spendere di più. Questa è tutta la storia. Ma è vera?

Prima di tutto, c'è davvero austerità nella zona Euro? Si potrebbe pensare che una persona è austera quando risparmia, vale a dire, se spende meno di quello che guadagna. Beh, non esiste nemmeno un paese della zona Euro che è austero. Tutti spendono più di quello che incassano.

In realtà, i deficit pubblici sono estremamente alti, a livelli insostenibili, come si può vedere nel grafico seguente che ritrae i deficit pubblici in percentuale del PIL. Si noti che le cifre per il 2012 sono quelle che i governi desidererebbero.




I dati assoluti dei deficit pubblici in miliardi di euro sono ancora più impressionanti.




Un buon modo per fotografare "l'austerità" è anche quello di confrontare la spesa pubblica e le entrate (rapporto tra spesa pubblica ed entrate in percentuale).




Immaginate che una persona che conoscete spenda il 12% in più del suo reddito nel 2008, il 31% di più l'anno successivo, il 25% di più nel 2010, e il 26% in più del suo reddito nel 2011. Considerereste austera questa persona? E considerereste sostenibile questo comportamento? Questo è ciò che ha fatto il governo Spagnolo. Si è dimostrato incapace di cambiare questo corso. Paradossalmente, questa "austerità" è resa responsabile della contrazione dell'economia Spagnola e dell'alto tasso di disoccupazione.

Purtroppo, l'austerità è la condizione necessaria per la ripresa in Spagna, nella zona Euro, e altrove. La riduzione della spesa pubblica mette a dispozione per il settore privato risorse reali che in precedenza erano state assorbite dallo stato. Ridurre la spesa pubblica rende redditizi nuovi progetti di investimento privati e salva quelli vecchi dalla bancarotta.

Prendiamo l'esempio riportato di seguito. Tom vuole aprire un ristorante. Fa i seguenti calcoli. Egli stima che i ricavi del ristorante saranno pari a $10,000 al mese. I costi previsti sono i seguenti: $4,000 per l'affitto; $1,000 per le utenze pubbliche; $2,000 per il cibo; e $4,000 per i salari. Con un fatturato previsto di $10,000 e costi di $11,000 Tom non avvierà la sua attività.

Immaginiamo ora che il governo sia più austero, cioè, riduca la spesa pubblica. Supponiamo che il governo chiuda un'agenzia per la protezione dei consumatori e venda l'edificio. Di conseguenza, vi è una tendenza al ribasso per i prezzi delle case e per gli affitti. Lo stesso vale per i salari. I burocrati licenziati cercano nuovi posti di lavoro, esercitando una pressione al ribasso sui salari. Inoltre, l'agenzia non consuma più le utenze pubbliche, cosa che le porta ad essere più economiche. Tom ora può affittare lo spazio per il suo ristorante a $3,000 poiché gli affitti stanno scendendo. Il suo conto per le utenze pubbliche scende a $500, e l'assunzione di alcuni degli ex-burocrati come lavapiatti e camerieri riduce le sue spese salariali a $3,000. Ora, con un fatturato previsto di $10,000 e costi a $8.500 i profitti previsti sono pari a $1,500 e Tom può avviare la sua attività.

Dato che il governo ha ridotto la spesa può anche ridurre le aliquote fiscali, cosa che può far aumentare gli utili al netto delle tasse di Tom. Grazie all'austerità il governo potrebbe anche ridurre il suo deficit. Il denaro usato in passato per finanziare il deficit pubblico, può essere prestato a Tom per un investimento iniziale affinché possa adattare le camere dell'ex-agenzia a quelle di un ristorante. In effetti, uno dei problemi principali in paesi come la Spagna in questi giorni è che i risparmi reali della gente vengono assorbiti e convogliati verso il governo attraverso il sistema bancario. I prestiti sono praticamente non disponibili per le aziende private, perché le banche usano i loro fondi per acquistare titoli di stato al fine di finanziare il deficit pubblico.

Alla fine, la questione è questa: Chi determina ciò che viene prodotto e in che modo? Il governo che utilizza le risorse per i propri scopi (come l'agenzia di "tutela dei consumatori," i programmi di welfare, o le guerre), o gli imprenditori in un processo competitivo e come agenti dei consumatori, cercando di soddisfare i desideri del consumatore con prodotti sempre migliori e più economici (come Tom, che utilizza parte delle risorse precedentemente utilizzate nell'agenzia governativa per il suo ristorante)?

Se pensate che la seconda opzione sia la migliore, l'austerità è la strada da percorrere. Più austerità e meno spesa pubblica significa meno risorse per il settore pubblico (minor numero di "agenzie") e più risorse per il settore privato, che le usa per soddisfare i desideri dei consumatori (più ristoranti). L'austerità è la soluzione ai problemi in Europa e negli Stati Uniti, in quanto promuove la crescita sostenibile e riduce i deficit pubblici.



PIL Più Basso?

Ma l'austerità non diminuirà, almeno temporaneamente, il PIL e porterà ad una spirale verso il basso dell'attività economica?

Purtroppo, il PIL è un parametro del tutto fuorviante. Il PIL è definito come il valore di mercato di tutti i beni e servizi finali prodotti in un paese in un determinato periodo.

Ci sono due ragioni per cui un PIL inferiore non può essere sempre un brutto segno.

La prima ragione riguarda il trattamento della spesa pubblica. Immaginiamo un burocrate del governo che concede le licenze alle imprese. Quando nega una licenza ad un progetto di investimento che non viene alla luce, quanta ricchezza viene distrutta? I ricavi attesi dal progetto o i suoi profitti attesi? Che cosa succede se il burocrate ha inconsapevolmente impedito la nascita di una novità che avrebbe potuto far risparmiare all'economia miliardi di dollari l'anno? E' difficile quantificare la distruzione di ricchezza causata dal burocrate. Potremmo arbitrariamente prendere il suo stipendio di $50,000 l'anno e sottrarlo dalla produzione privata. Il PIL sarebbe inferiore.

Ora trattenete il respiro. In pratica, avviene il contrario. La spesa pubblica conta positivamente in termini di PIL. L'attività distruttrice di ricchezza del burocrate fa aumentare il PIL di $50,000. Ciò implica che se l'agenzia delle autorizzazioni governative viene chiusa e il burocrate viene licenziato, allora l'effetto immediato di questa austerità sarebbe una caduta del PIL di $50,000. Eppure, questa caduta del PIL è un buon segno per la produzione privata e va a soddisfare i desideri del consumatore.

In secondo luogo, se la struttura della produzione viene distorta dopo un boom artificiale, la ristrutturazione comporta anche una riduzione temporanea del PIL. Anzi, si potrebbe mantenere il PIL se la produzione rimanesse invariata. Se la Spagna o gli Stati Uniti avessero continuato ad usare la loro struttura di produzione del boom, avrebbero continuato a costruire la quantità di abitazioni costruita nel 2007. La ristrutturazione richiede una contrazione del settore immobiliare, vale a dire, una riduzione dell'uso dei fattori di produzione in questo settore. I fattori di produzione devono essere trasferiti verso settori dove sono più urgentemente richiesti dai consumatori. La ristrutturazione non è istantanea, ma organizzata dagli imprenditori in un processo competitivo che è macchinoso e richiede tempo. In questo periodo di transizione, quando i lavori vengono distrutti nei settori gonfiati, il PIL tende a diminuire. Questo calo del PIL è solo un segno che è in corso una ristrutturazione necessaria. L'alternativa sarebbe produrre una quantità di alloggi come nel 2007. Se il PIL non calasse bruscamente, vorrebbe dire che il boom distruttore di ricchezza potrebbe continuare come negli anni 2005-2007.



Conclusione

L'austerità è una condizione necessaria per far riprendere il settore privato e arrivare ad una rapida ripresa. Il problema dell'Europa (e degli Stati Uniti) non è troppa austerità, ma troppo poca — o la sua completa assenza. Una caduta del PIL può essere un indicatore del fatto che è in corso una sana e necessaria ristrutturazione dell'economia.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


giovedì 27 dicembre 2012

Il Fiscal Cliff E' un Diversivo: Lo Tsunami dei Derivati e la Bolla del Dollaro

L'articolo di oggi è un buon sunto di quale sia davvero l'inghippo dietro il crac del dollaro e di conseguenza degli USA. L'unica cosa che non condivido è l'accusa alla de-regolamentazione come causa scatenante. Ovvero, credere che se ci fosse stata una certa presenza di regole avremmo potuto evitare i disastri che oggi ci tocca affrontare. Non è così. Anche perché la nascita del settore bancario ombra (nato proprio per aggirare le regole), ad esempio, è antecedente a questo avvenimento. (Comunque, per una confutazione approfondita di questa posizione sul Glass-Steagall consultare il libro di Tom Woods Rollback.) E comunque, regole o non regole, resta il salvataggio della FED di coloro che hanno agito in maniera sconsiderata. Potremmo essere d'accordo sui derivati, invece, per i quali si potrebbe dire che non contenessero un'adeguata lista di esclusioni come accade per le assicurazioni ordinarie. Ciò non toglie, però, la loro utilità in un mercato. Per il resto, l'articolo fotografa esattamente la fragile situazione in cui navigano gli USA, con un dollaro in caduta libera ed una popolazione in costante risveglio dall'incubo statalista. Il sistema statale è condannato.
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di Paul Craig Roberts


Il "baratro fiscale" è un'altra bufala progettata per spostare l'attenzione dei politici, dei media e del pubblico attento da problemi enormi verso quelli di piccole dimensioni.

Il "baratro fiscale" consiste in tagli alla spesa automatici e aumenti delle tasse al fine di ridurre il deficit di un ammontare insignificante nei prossimi dieci anni, almeno se il Congresso non agisce il tal senso prima. In altre parole, il "baratro fiscale" avverrà in entrambi i casi.

Il problema con il "baratro fiscale," dal punto di vista dell'economia tradizionale, è che equivale ad una dose doppia di austerità iniettata in un'economia vacillante e in recessione. Sin dai tempi di John Maynard Keynes, la maggior parte degli economisti non crede che l'austerità sia una risposta alla recessione o alla depressione.

Indipendentemente da ciò, il "baratro fiscale" riguarda numeri piccoli rispetto allo Tsunami dei Derivati o alla bolla del mercato obbligazionario e del dollaro.

Il "baratro fiscale" richiede che il governo federale tagli la spesa di $1.3 bilioni nei prossimi dieci anni. Il Guardian ci dice che questo significa che il deficit federale deve essere ridotto di circa $109 miliardi l'anno o del 3% del budget attuale. Più semplicemente, basta dividere $1.3 bilioni per dieci e si arriva a $130 miliardi l'anno. Basterebbe semplicemente che Washington si prendesse una vacanza di tre mesi ogni anno dalle guerre.

Lo Tsunami dei Derivati, la bolle obbligazionaria e quella del dollaro sono di una grandezza diversa.

Lo scorso 5 Giugno a "Collapse At Hand" ho fatto notare che secondo il rapporto del quarto trimestre 2011 dell'Office of the Comptroller of the Currency, circa il 95% dei $230 bilioni di derivati a cui gli USA sono esposti è detenuto da quattro istituzioni finanziarie Americane: JP Morgan Chase Bank, Bank of America, Citibank, e Goldman Sachs.

Prima della deregulation finanziaria, in sostanza l'abrogazione del Glass-Steagall Act e della non-regolamentazione dei derivati – un risultato congiunto dell'amministrazione Clinton e del Partito Repubblicano – Chase, Bank of America, Citibank erano banche commerciali che prendevano i depositi dei depositanti e facevano prestiti alle imprese e ai consumatori e acquistavano titoli di stato con tutte le riserve supplementari.

Con l'abrogazione del Glass-Steagall queste banche commerciali oneste sono diventate dei casinò, come la banca d'investimento Goldman Sachs, scommettendo non solo il loro denaro ma anche quello dei depositanti su tassi di interesse, tassi di cambio, mutui, prezzi delle materie prime e delle azioni.

Queste scommesse non solo superarono molte volte il PIL degli Stati Uniti, ma anche quello mondiale. In effetti, le scommesse di JP Morgan Chase Bank sono pari solo al Prodotto Interno Lordo del mondo.

Secondo il rapporto del primo trimestre 2012 del Comptroller of the Currency, l'esposizione totale ai derivati delle banche Americane è scesa di poco rispetto al trimestre precedente: $227 bilioni. L'esposizione delle 4 banche degli Stati Uniti sopracitate rappresenta la quasi totalità di questa cifra ed è di gran lunga superiore ai loro asset o al loro capitale di rischio.

Lo Tsunami dei Derivati è il risultato di un pugno di pazzi e funzionari pubblici corrotti che hanno deregolamentato il sistema finanziario Americano. Oggi, soltanto quattro banche Statunitensi hanno un'esposizione ai derivati pari a 3.3 volte il Prodotto Interno Lordo del mondo. Quando ero un funzionario del Tesoro Americano, tale possibilità sarebbe stata considerata al di là della fantascienza.

Gran parte dell'esposizione ai derivati è in qualche modo intrappolata in modo che l'esposizione netta, nonostante sia ancora più grande del PIL di molti paesi, non è nell'ordine delle centinaia di bilioni di dollari. Tuttavia, la situazione è così preoccupante per la Federal Reserve che, dopo l'annuncio di un terzo round di quantitative easing, cioè stampare moneta per comprare bond – sia del Tesoro USA sia asset tossici delle banche – ha appena annunciato che raddoppierà i suoi acquisti.

In altre parole, l'intera politica economica degli Stati Uniti è dedicata a salvare quattro banche che sono troppo grandi per fallire. Le banche sono troppo grandi per fallire perché la deregolamentazione ha permesso una concentrazione finanziaria, come se l'Anti-Trust Act non esistesse.

Lo scopo del QE è quello di mantenere alti i prezzi del debito, cosa che supporta le scommesse delle banche. La Federal Reserve sostiene che lo scopo della sua enorme monetizzazione del debito serve ad aiutare l'economia con tassi di interesse bassi e con un aumento delle vendite di case. Ma la politica della FED sta danneggiando l'economia privando i risparmiatori, in particolare i pensionati, del margine di interesse, costringendoli a consumare i loro risparmi. I tassi di interesse reali pagati dai CDS, dai fondi del mercato monetario e dalle obbligazioni sono inferiori al tasso di inflazione.

Inoltre, il denaro che la FED sta creando al fine di salvare le quattro banche sta rendendo nervosi i detentori di dollari, sia in patria che all'estero. Se gli investitori abbandonano il dollaro e il suo valore di scambio scende, diminuirà anche il prezzo degli strumenti finanziari che gli acquisti della FED stanno sostenendo, ed i tassi di interesse aumenteranno. L'unico modo con cui la FED potrebbe sostenere il dollaro potrebbe essere quello di lasciar aumentare i tassi di interesse. In tal caso, i detentori di obbligazioni sarebbero spazzati via e gli oneri finanziari sul debito pubblico esploderebbero.

Con una tale catastrofe, in seguito al precedente collasso azionario e immobiliare, quel che rimarrebbe della ricchezza delle persone verrebbe spazzato via. Gli investitori stanno disertando le azioni per i titoli del Tesoro USA "sicuri." È per questo che la FED può mantenere i prezzi delle obbligazioni così alti in modo che il tasso di interesse reale sia negativo.

La minaccia del "baratro fiscale" è irrilevante rispetto alla minaccia dei derivati e alla minaccia per il dollaro USA e per il mercato obbligazionario rappresentata dalla Federal Reserve disposta a salvare quattro banche Statunitensi.

Ancora una volta, i media e il suo padrone, il governo degli Stati Uniti, nascondono i problemi reali dietro uno falso. Il "baratro fiscale" è diventato il sotterfugio dei Repubblicani per salvare il paese dalla bancarotta, distruggendo la rete di sicurezza sociale messa in atto nel corso degli anni '30 e integrata dalla "Great Society" di Lyndon Johnson a metà degli anni '60.

Ora che non ci sono posti di lavoro, ora che i redditi reali delle famiglie sono stagnanti o in declino da decenni, e ora che la ricchezza e il reddito sono concentrati in poche mani è tempo, dicono i Repubblicani, di distruggere la rete di sicurezza sociale in modo da non cadere giù dal "baratro fiscale."

Nella storia umana, una tale politica di solito produce rivolta e rivoluzione, che è quello di cui gli Stati Uniti hanno tanto bisogno.

Forse i nostri politici stupidi e corrotti ci stanno facendo un favore, dopo tutto.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


mercoledì 26 dicembre 2012

Babbo Natale Keynes e il Grinch Hayekiano

«[...] La gente parla del cosiddetto incoraggiamento governativo alla produzione. Tuttavia, il governo non può incoraggiare una branca di produzione fuorché riducendo altre branche. Sottraendo fattori di produzione dalle branche in cui la libera economia di mercato li impiegherebbe e dirigendoli su altre branche. Importa poco la procedura amministrativa cui il governo ricorre per realizzare questo effetto. Può sussidiare apertamente o larvatamente mediante tariffe e così costringere i sudditi a sostenerne i costi. Ciò che soltanto conta è che la gente è costretta a rinunciare ad alcune soddisfazioni che valuta di più ed è compensata soltanto da soddisfazioni che valuta di meno. Al fondo dell'argomento interventista c'è sempre l'idea che il governo o lo stato sia un'entità al di fuori e al di sopra del processo sociale di produzione, e che esso possieda qualcosa che non è tratto dalla tassazione dei sudditi e possa spendere questo mitico qualcosa per scopi definiti. Questa è la favola di Santa Claus elevata da Lord Keynes a dignità di dottrina economica ed entusiasticamente avallata da tutti coloro che si aspettano personale vantaggio dalla spesa governativa. Anche contro questi errori popolari occorre sottolineare il truismo che il governo può spendere o investire soltanto ciò che toglie ai suoi cittadini e che la sua spesa e i suoi investimenti addizionali riducono d'altrettanto la spesa e gli investimenti dei cittadini.
Mentre il governo non ha potere di arricchire la gente interferendo negli affari, è certo che ha potere di renderla meno soddisfatta restringendo la produzione.»

-- Ludwig Von Mises, Azione Umana, Cap. XXIX, sez. 1
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di Peter Foster


Ci stiamo avvicinando al quarto Natale del grande dibattito tra i candidi sostenitori di Babbo Natale Keynes e gli accoliti dal cuore di pietra del Grinch Hayekiano. O almeno è così che i Keynesiani paiono vederla.

Importanti fan statalisti di John Maynard Keynes, come i premi Nobel Paul Krugman e George Stiglitz, e Lord Robert Skidelsky (biografo di Keynes), tendono ad essere dei moralisti che castigano i loro avversari per essere dei masochisti inflessibili piuttosto che dei seri studenti di leggi immutabili. La loro domanda indignata è: "Vorreste che non facessimo niente?" La risposta dei sostenitori di Friedrich Hayek e della sua economia "Austriaca" di libero mercato è: "Sì, dal momento che ciò che si sta facendo equivale a peggiorare le cose. Inoltre, sono le vostre politiche che causano le crisi."

I Keynesiani non solo non riescono a comprendere l'economia Austriaca — in cui si sottolinea che i dollari delle tasse o del debito pubblico deviati nel laboratorio di Babbo Natale per produrre ciò che la gente non vuole (come buchi nel terreno, piramidi o mulini a vento) avranno dolorose conseguenze a lungo termine — la condannano sulla base del fatto che gli Austriaci gioiscono nella sofferenza.

Anche perché, chi non vuole credere in Babbo Natale? (Buoni o cattivi non c'entra. Basta che faccia lavorare quegli elfi.) E chi potrebbe sostenere il meschino tipo verde che voleva svuotare di tutto il divertimento il villaggio dei Chissàchi?

L'ultimo campione di Keynes, economicamente benigno e più "morale," è Peter Berezin, il caporedattore della Bank Credit Analyst. Nel numero di Dicembre, Berezin produce un lungo pezzo, Hayek vs. Keynes: Weighing the Evidence, in cui si suggerisce che Keynes stia vincendo la battaglia.

L'affermazione è a dir poco discutibile.

Il Keynesismo è essenzialmente una confutazione dell'ordine naturale guidato dalla Mano Invisible di Adam Smith. Smith avrebbe etichettato Keynes come un "uomo di sistema" che ha scambiato l'economia per una macchina e gli attori economici per dei pezzi degli scacchi. Gli Austriaci sono gli eredi politicamente impopolari di Smith.

Rigurgitando una torbida storia, Berezin scrive: "L'apparente successo del New Deal di Roosevelt, e il fatto che l'enorme spesa pubblica per lo sforzo bellico portò alla fine della Depressione, sembrò convalidare le opinioni di Keynes."

Eccu appunto: sembrò.

In effetti, fu il New Deal di FDR — che, come le politiche di Obama, demonizzò "i ricchi," promosse il Big Government, e creò incertezza — che contribuì a rendere la Depressione "Grande." Nel frattempo, come può la guerra creare crescita reale o "curare" la disoccupazione se non forzando le persone nelle uniformi?

Berezin riconosce il crollo del Keynesismo in mezzo alla stagflazione degli anni '70, ma sostiene il successo della sua rinascita dopo la crisi del 2008 — o almeno non ha (ancora) prodotto i disastri suggeriti dagli Austriaci.

La sua tesi per il trionfo Keynesiano è che lo stimolo abbia davvero creato posti di lavoro. Nessuno nega, tuttavia, che il governo sia in grado di creare lavoro a breve termine. La questione è se sono posti di lavoro sostenibili. Nel frattempo rivendica l'impatto significativo della spesa pubblica in base a degli studi di gente del calibro di Niels Veldhuis del Fraser Institute e di John Taylor della Stanford University.

Berezin afferma che "i discepoli di Friedrich Hayek" (che non identifica) hanno fatto tre previsioni circa la risposta del governo nel 2008: "impennata" dei tassi di interesse, inflazione "galoppante," e che l'austerità fiscale avrebbe "rilanciato la crescita."

Queste affermazioni rappresentano verità innegabili attaccate con uomini di paglia. A parità di condizioni, il debito pubblico in crescita farà aumentare i tassi di interesse e la stampa di denaro aumenterà l'inflazione. L'austerità fiscale, ovviamente, non stimola la crescita a breve termine (diretta conseguenza, invece, di un eccesso di spesa).

Berezin pare considerare l'austerità solo come un'opzione — indesiderata. Pertanto, il fatto che le economie (i cui governi inetti sono stati costretti a tagliare le spese) hanno "fatto peggio" economicamente è citato come un difetto nel punto di vista Austriaco piuttosto che una conseguenza naturale delle pretese Keynesiane di spesa.

Berezin assolve il Presidente Obama per aver sbagliato le sue proiezioni sul lavoro affermando che nel 2008 era stata sottovalutata la "spirale viziosa verso il basso" dell'economia. Ma questo ci conferma che gli economisti non hanno idea di come leggere i cicli o che sanno proiettare nient'altro che linee rette, per non parlare di calcolare i "moltiplicatori."

I calcoli del suo governo per la creazione di posti di lavoro — in particolare la nozione secondo cui lo stimolo fiscale di Obama da $787 miliardi abbia prodotto tre milioni di posti di alvoro — sono pura macromanzia. Cosa più importante, quali sono le implicazioni negative di lungo termine per i suddetti $787 miliardi prestati e/o stampati, per non parlare degli attuali sforzi di Ben Bernanke nel trovare nuovi modi per far cadere più denaro dal proverbiale elicottero? E quanto c'entrano in queste crfire i circa 2 milioni di posti di lavoro reali creati dall'inaspettato gas da argille degli Stati Uniti e dalle barriere anti-inquinamento? Oh, è vero. Non sono stati creati dal governo.

Il Keynesismo ha due difetti insormontabili. Il primo è la convinzione che la spesa pubblica possa essere un valido sostituto di quella privata. Promuove il fatto che la spesa è la spesa e il lavoro è lavoro. La più ovvia confutazione di questa nozione è fornita dalla tendenza quasi universale di "stimolare" la crescita sovvenzionando le energie alternative ed altre "tecnologie del futuro." Uno studio Spagnolo molto citato ha scoperto che ogni posto di lavoro verde "stimolato" dalla spesa pubblica costa due posti di lavoro altrove.

Il secondo difetto Keynesiano è che Keynes credeva che quando i tempi sarebbero tornati buoni, gli stati avrebbero avuto bilanci in attivo per compensare i deficit utilizzati per combattere i periodi di flessione. Il premio Nobel per l'economia James Buchanan ha sottolineato che Keynes era ingenuo nel non vedere che le sue politiche avrebbero promosso un pendolo delle spese a senso unico che avrebbe inevitabilmente portato ad una crisi fiscale, con la quale il mondo continua a lottare.

Lungi dall'avere successo, le politiche Keynesiane hanno ritardato la ripresa ed esteso la crisi, così come fecero negli anni '30 e '70. Sono l'attuale guida "morale" che continua ad ottenere seguito, sostenuta da coloro che affermano che i loro avversari hanno un cuore di "due taglie più piccolo."


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


lunedì 24 dicembre 2012

Natale in Casa Freedonia





di Francesco Simoncelli (alias, Johnny Cloaca)



Quest'oggi ho composto (più che altro ho riadattato, apportando le dovute modifiche) una poesia di Natale scritta inizialmente dal vecchio Mogambo. I lettori di Freedonia più "anziani" sanno di chi sto parlando. Era andato in letargo, ma per questo particolare periodo dell'anno ho voluto pungolarlo affinché ci regalasse una nota diversa dai soliti articoli.

Ebbene, in veste di Junior Mogambo Ranger, mi ha fornito quell'illuminazione necessaria per rielaborare il suo mitico pensiero e trarne una nuova poesia più adatta alle nostre sponde geografiche nonché lettarie. Quindi, cari lettori, godetevi questo componimento da me re-inventato.

Buon Natale a tutti.

***

Era la notte prima di Natale
E nel freddo silenzio di un locale
Johnny era lì a pontificare
Un brano meraviglioso da presentare

La BCE
Diceva con un ghigno
E' la ragione per cui bevo
Senza batter ciglio

L'inflazione ruggisce
Il conto mi sfinisce
Per questo bicchiere di Malibù
Che mi tocca mandar giù

Monti in TV
Freddo come l'inverno
Aumenterà le spregevoli tasse
Che ci manderan tutti all'inferno

I giullari della burocrazia
Con abiti eleganti e cuciti con perizia
Dicono a tutte le genti
"Inchinatevi, noi siam i veri potenti"

Sono come gli agenti TSA
Totalmente impertinenti
Poiché la nostra costituzione
Grazia i prepotenti

"Ma aspetta Johnny, caro amicone"
Dice un allegro beone
"Ho delle sovvenzioni
E ne ho a milioni!"

"Pagherò il tuo conto
Se mi prometti di alzarti,
Il tavolo ha una gamba debole
E l'altra sta per spezzarsi"

"In qualsiasi momento potresti cader giù
E quindi finire con le chiappe all'insù
E poi Johnny, detto con franchezza,
Non vorrei vederti a terra a respirar la monnezza"

"Finalmente hai capito!"
Diceva Johnny con orgoglio
"Un Malibù per il mio amico,
che ha visto oltre l'imbroglio"

L'economia di oggi
Caro amico ubriaco e saggio
E' proprio come questo tavolino
Rotta, tremante, e ad un passo dall'infinito declino

Le gambe sono stanche
Per il peso sfiancante
Una mortale caduta si fa sempre più vicino
Poiché è questo il nostro terribile destino

Ci saranno disordini nelle strade
Deprederanno le abitazioni
Rintanati al sicuro
E fai scorta di munizioni

Ho potenza di fuoco in abbondanza
Ma l'aggressione non è la mia pietanza
Preferisco la pizza, custodita a bizzeffe
Poco importa se non ci abbinerò una Leffe

Pane e carne a volontà
E anche salumi, ortaggi e frutta da Timbuctu
E, inoltre, in un angolo
Altre casse di Malibù

Starò tranquillamente rintanato
Nel mio antro nella terra scavato
Sbirciando attraverso il cannocchiale
Il cielo terso tasformarsi in temporale

Al collassare dell'economia
nelle sale della finanza
I banchieri zombie faranno scempio
di quelli impreparati per sudditanza

Ma io sarò pronto
E nel mio bunker scenderò fino in fondo
Col grilletto delle armi sempre in tensione
Sparerò nelle chiappe di chi con la violenza genera confusione

Riportato al presente
Da un sospiro d'aria gelata
S'apre la porta del bar
Ed appare una donna di bellezza immacolata

Johnny sceglie di tacere
Si lancia verso il bancone comprando qualcosa da bere
E con le labbra tremanti per un risolino
La guarda e le fa l'occhiolino

"Disgustoso," mormora lei
"Sei veramente senza decoro
E non mi importa
Se hai tutto quell'oro"

"Un brindisi per la vostra ignoranza
Mia bellezza dalla pelle di rosea fragranza
Mi riprenderò quel bicchiere molto volentieri
Ma si tenga la cartaccia che vale oggi così come ieri"

Ma, tutti voi, attenti al domani
Diventate più furbi
Correte ai ripari
E fate in modo che l'inflazione non vi disturbi

Gli scaffali si svuoteranno
Il cibo lo razzoleranno
E allora mia cara signora
Le sembrerò più bello di quanto non sono ora

E mentre affogheranno
Tutti quelli che adesso mi scherniscono
Con il mio oro, argento e petrolio
Supererò l'inferno inflazionistico

Rinascerò come la mitica fenice
Più splendente della chioma di Berenice
Ricco nel corpo, saggio nello spirito
Dalla follia dei banchieri centrali non sarò tramortito

Non sazio di aver avuto ragione
Punterò il dito contro quell'istituzione
Che fino ad oggi aveva fatto del monopolio la sua vera ragione
La BCE tremerà, signori e signore

Bighellonando alla porta
Abbozza un sorriso gracile
Evviva! Dice Johnny
Questa roba dell'investire è davvero facile!


sabato 22 dicembre 2012

Il Plumcake Psico-Cinetico-Monetario





di Francesco Simoncelli


Alla fine era prevedibile che sarebbe accaduto. D'altronde le recenti mosse da parte dei banchieri centrali subodoravano di un certo analogismo con un "cane all'angolo" che piagnucolava poiché asserragliato dai suoi assalitori. Il manuale Keynesiano dello zio Ben è un ricettario di alchimie fallite che nel corso del tempo hanno dimostrato il loro insuccesso qualora implementate. La fossilizzazione e la testardaggine dei banchieri centrali per il mantenimento dello status quo spingerà oltre i limiti la consapevolezza di "ciò che è necessario per il bene di tutti" degli esseri umani dietro quelle cariche ufficiali portandoli, di conseguenza, a compiere degli atti stupidi. Non ci voleva Einstein per ricordarci che se una cosa riprovata per molto non dava i risultati che ci aspettavamo, forse perché l'azione principale atta a conseguire quel risultato era sbagliata sin dall'inizio.

Di solito è semplice buon senso. Ma questo pare essere più un reperto fossile del nosto passato, piuttosto che una carattersitica peculiarmente fondamentale del nostro agire quotidiano. Infatti, con il recente annuncio dell'ennesimo accomodamento monetario, scopriamo come lo zio Ben sia ad un passo dalla follia e maledica ogni notte il nome di Greenspan per avergli lasciato questo casino. Non vede l'ora di andarsene. E' pur sempre un uomo in fin dei conti. Non può sopprimere quella vocina in fondo alla sua coscienza che riporta a galla quel reperto fossile del nostro agire umano: il buon senso.

Gli Austriaci sono lì a rendere più forte quella vocina. Fino a poco fa c'era Ron Paul che aumentava esponenzialmente i decibel di quella vocina. Ora è andato in pensione, i decibel sono diminuiti, ma non sono scomparsi. Cerca di sopprimerla implementando le stesse soluzioni adottate prima ed aspettandosi risultati diversi. E' quello che ha studiato per una vita. E' quello che Krugman ha studiato per una vita. E' quello che lo zio Mario ha studiato per una vita. E' quello che il Kenesysmo insegna da una vita.

Basta pungolare a dovere l'economia ed essa si riprenderà. "I deficit del governo aiutano a superare una recessione." Se aiutati dalla stampante, ancora meglio.




Fonte: Banca Centrale Europea




Ma non funziona. Niente sta funzionando delle pseudo-soluzioni implementate dai pianificatori centrali. In Europa, la Grecia è ancora in bancaratta e continua a risucchiare risorse, negli Stati Uniti l'enorme massa di debito continua a tenere al palo l'economia della nazione. E con l'ultimo piano della FED questo è destinato a salire; infatti con l'aggiunta di maggiore forza negli acquisit mensili da part dello zio Ben (ora a $85 miliardi mensili), data anche la fine dell'Operazione Twist, la FED sarà al comando sia della politica monetaria che di quella fiscale. Con un deficit federale di circa $1 bilione l'anno, ciò diviene evidente.

Quello che questa politica si porta dietro è una monetizzazione dei debiti degli stati e di salvataggi con denaro creato dal nulla da parte delle banche centrali. E mentre per l'Europa è più "complicato," gli USA possono stampare moneta a tavoletta e tenere in piedi il loro circo clientelare. Questo significa una svalutazione della propria moneta che cade in valore rispetto ad un'altra, nel nostro caso l'euro, e quindi (dato lo spirito mercantilista dei pianificatori centrali) anche i manipolatori dell'altra valuta si adopereranno in una svalutazione che per forza di cose dovrà essere più feroce rispetto a quella dell'altro paese.




Questo significa più bugie, più propaganda e più salvataggi di interessi privilegiati. La BCE sta tentando di rendere più "facile" tale compito ogni giorno che passa, non ultimo con l'unione bancaria da poco approvata. Più grande è l'area controllata dai pianificatori centrali, maggiori saranno le possibilità di abusi.



PIU' TEMPO, PIU' DISTORSIONI, MENO PROSPERITA'

Il 13 Settembre 2012 la FED aveva annunciato che avrebbe espanso i suoi possedimenti di titoli a lungo termine con una serie di acquisti senza fine di $40 miliardi di MBS al mese per tentare di promuovere una crescita economica e ridurre la disoccupazione. Secondo questo modo di pensare, gli acquisti illimitati di titoli dovrebbero contribuire a rafforzare la fiducia dei consumatori Americani e delle imprese, dimostrando che la banca centrale è determinata a fermare l'indebolimento dell'economia. Questo, secondo Bernanke, stimolerà le persone affinché siano più propense ad investire, assumere, e spendere.

Ma anche se questo si verificasse e la gente riprendesse a spendere senza curarsi del panorama economico, ciò non stimolerebbe affatto la domanda effettiva la quale è costituita da beni e servizi prodotti in precedenza.




Il piano di Bernanke si basa su un pompaggio monetario infinito, il quale porterà ad un indebolimento della capacità dell'economia di generare beni e servizi finali in accordo con le preferenze dei consumatori. Pertanto questo diminuirà, invece di rafforzare, la domanda effettiva di beni e servizi: troppo denaro in cerca di troppo pochi beni. Le persone potrebbero anche convincersi che la politica monetaria della FED rilancerà l'economia e che quindi è nel loro interesse iniziare a spendere di più, però se non avviene un aumento della produzione di ricchezza reale (ovvero, beni e servizi), la domanda in generale rimarrà al palo (come dimostra il grafico del BDI qui sopra).

Pertanto, la domanda che viene naturale porsi è questa: perché dopo aver abbassato i tassi di interesse a zero ed aver pompato miliardi di dollari nel sistema monetario, l'economia è ancora al palo?

La maggior parte degli economisti e degli altri esperti non risponde alla domanda e getta funo negli occhi parlando di "vari shock misteriosi." Ma sono ligi a ricordare che se non fosse stato per la politica monetaria aggressiva della FED, l'economia sarebbe già sprofondata in un'enorme depressione. Secondo questa linea di ragionamento, le mosse di Bernanke hanno salvato l'economia e possono continuare a salvarla.

Non esiste al mondo cosa più sbagliata. Quello che lo zio Ben ha perseguito sin dal 2008 è stato il salvataggio di varie attività non produttive e distruttrici di ricchezza, emerse grazie alle precedenti politiche monetarie e fiscali espansive. Se Bernanke non fosse intervenuto, sarebbero state liquidate. Ciò avrebbe fornito più ricchezza reale ai generatori di ricchezza ed avrebbe messo in moto un'espansione economica veramente solida. Inoltre, avrebbe rafforzato la capacità dell'economia di generare ricchezza reale.

L'introduzione di un altro gigantesco pompaggio monetario infliggerà più danni al processo di generazione di ricchezza reale. Di conseguenza ciò aumenta la probabilità di investimenti improduttivi, cosa che a sua volta aumenterà il drenaggio di risorse dal bacino dei finanziamenti reali verso suddetti investimenti, cosa che a sua volta farà restare le condizioni economiche depresse per molto più tempo.

Ma la cosa importante da capire al momento, è che la FED sta sostenendo quasi al 100% il deficit della nazione. Non solo, ma usando le scuse della disoccupazione e della stabilità dei prezzi come obiettivi finali della propria politica, lo stimolo monetario rischia davvero di portare alla distruzione totale del dollaro.




Il livello partecipativo della popolazione nel mondo del lavoro è calato dal picco del 67.3% nel 2000 al minimo (che non si vedeva da 20 anni) del 63.5% di quest'anno. Se contiamo circa 1 milione di individui per punto percentuale, i posti di lavoro da recuperare sono circa 4 milioni. Questo significa che ci vorranno come minimo 2 anni, in un'economia in cui saltano fuori 150,000 posti di lavoro al mese, affinché vengano assorbiti questi 4 milioni di posti mancanti. E questo presupponendo che l'economia si riprenda "per magia."

Invece di liquidare gli invesimenti improduttivi che drenano risorse dall'economia più ampia, si è scelto di preservarli e tenerli in vita artificialmente "giapponesizzando," di conseguenza, l'economia Statunitense. Il QE rimarrà con noi per mooooolto tempo. Infatti, con ciò si prevede un maggiore ampliamento del bilancio della FED nonché una maggiore stampa di denaro. Inoltre, tale politica monetaria può continuare perché secondo le stime della FED l'inflazione è ferma a circa il 2.5%. Per come viene calcolata dai banchieri centrali, questo dato è una menzogna. Perché? Perchè la FED farà di tutto per sostenere i gruppi privilegiati a cui fa riferimento, anche condannando il resto della popolazione se necessario. Ma non a scapito del loro potere di tenee al lazzo i decisori economici attraverso un bluff. Non sono stupidi.

Le nubi si addensano all'orizzonte minnaciando lo status quo.






Ma nel frattempo arraferrano tutto il possibile semmai il barattolo diventerà troppo pesante da calciare prima del tempo.



UNICO VINCITORE: IL CLIENTELISMO

Ovviamente, in un mercato non ostacolato coloro che servono e soddisfano meglio i consumatori si arricchiscono grazie alla loro attività. Non c'è niente di male se essi traggono beneficio dalla loro attività, proprio perché le forze di mercato premiano la loro brillantezza ed ingegno nel panorama economico. Più persone ci sono che ricadono in questa categoria, meglio starà la società.

In questo quadro coloro che guadagnano di più riescono a farlo perché il loro spirito imprenditoriale ha permesso loro di vedere delle meccaniche all'interno del mercato che fino ad ora nessuno era riuscito a soddisfare, la loro intraprendenza e il loro successo vengono quindi premiati con maggiori guadagni. Questo significa anche maggior lavoro per coloro disposti a lavorare per questo imprenditore. I tentativi dispotici di limitare questo successo vanno a scapito della comunità proprio perché la privano di quella scintilla di ingegno che avrebbe potuto migliorare le loro condizioni di vita e far risparmiare loro i due parametri per i quali gli individui tengono molto: tempo ed efficienza.

Ma oltre a questo esistono anche i mercati ostacolati, come quelli in cui viviamo oggi dove gli imprenditori clientelari ed altri clientelisti a stretto contatto con l'establishment possono beneficiare dei privilegi di trovarsi vicino alla stampante. Come descritto nel paragrafo precedente, il divario odierno tra ricchi e poveri sta aumentando ma non perché i primi stanno soddisfando i desideri dei secondi. La loro posizione li permette di beneficiare di favori da una burocrazia selvaggia atta a creare barriere all'entrata e restrizioni per tutti coloro che vorrebbero competere e annientare il potere monopolistico coercitivamente autorizzato.

Ovviamente, il problema non è tanto il monopolio ma la sua creazione artificiale. In altre parole, i cosiddetti capitalisti clientelari ergono un muro intorno alle loro aziende e tengono gli altri al di fuori; ciò a sua volta vuol dire grandi entrate attraverso profitti corporativi clientelari ed entrate basse per coloro che non sono benedetti dall'establishment.

I due grafici qui sotto mostrano il trend dei profitti corporativi e quello dei salari. Non c'è alcun male nel guadagnare profitti fornendo prodotti e servizi migliori, ma sta diventando sempre più chiaro che i profitti stanno salendo per determinate aree aziendali (ad esempio, per banchieri ed oligarchi come Warren Buffet e Goldman Sachs) perché sono protette dai muri statali che impediscono una sana pulizia dei loro errori ed impediscono, quindi, ad altri possibilmente più competenti di prendere il loro posto mediante una selezione del mercato.

E di conseguenza impedisce anche a coloro che cercano un lavoro di poter trovare un'occupazione con un reddito migliore di quelli attuali.


Profitti corporativi in percentuale del PIL


Salari in percentuale del PIL



ORO BATTE CARTA

A questo punto, cerchiamo di capire come mai lo zio Ben dopo aver iniziato a rastrellare MBS, ora ci sta appiccicando per l'ennesima volta l'ulteriore acquisto di bond del Tesoro USA. Dal 1913, c'è stata un'evoluzione graduale dal gold standard verso il sistema attuale di denaro cartaceo. Oggi i creditori sono costretti ad accettare cartamoneta del governo come pagamento.

Vediamo, quindi, cosa copre l'attuale sistema di denaro cartaceo. Ad esempio, A compra alcuni oggetti da B, da pagare entro 30 giorni. Diciamo che B deve ad A 1,000. Il mese successivo, B dà i soldi ad A, ma il debito è stato estinto?

No, il debito è stato trasferito. Ora la banca centrale deve ad A del denaro. Sorpresi? Il denaro cartaceo è la passività della banca centrale. La banca centrale, come ogni banca, deve bilanciare gli attivi ed i passivi. Come fa la banca centrale a bilanciare le sue passività?

I bond del Tesoro sono gli attivi della banca centrale.

Tornando ad A, una volta ricevuto il denaro va in banca e lo deposita sul suo conto. Il risultato è che la banca deve ad A il denaro, e la banca centrale deve alla banca il denaro. Le banche in genere comprano i bond del Tesoro perché sono "sicuri" e offrono un rendimento. In questo caso, il Tesoro deve alla banca il denaro e i bond del Tesoro coprono in ultima analisi la banca e di conseguenza gli asset di A, che sono il conto di deposito.

Il dollaro è sostenuto dai bond del Tesoro, ed i bond del Tesoro vengono pagati in dollari. E' circolare, autoreferenziale, ed è uno schema di Ponzi. Se queste articolazioni vi sembrano folli, è perché lo sono.

Con l'oro, invece, è il metallo stesso che sopperisce ad ogni rischio. Questa non è una semplice definizione, ma un'osservazione della realtà. L'oro non è una "promessa" e quindi non può andare in default. E' diverso dai bond del Tesoro anch'essi definiti come "senza rischi," quando invece sono solo pezzi di carta e non si può eliminare tale rischio dicendo semplicemente che non esiste.

E' importante sottolineare che se un determinato asset si deteriora nel tempo, a lungo andare il suo possessore sarà costretto ad andare in default per le sue passività. Per come è fatto il sistema, i suoi asset finanziari sono le passività di qualcun altro. Questo "qualcun altro" è il Tesoro in tutti i casi. Quando vanno in bancarotta, tutti gli altri asset finanziari verranno spazzati via. Ciò significa che tutti i debitori andranno in default. Questo significa che tutti i creditori subiranno delle perdite. I creditori non sono solo i datori di lavoro aziendali, ma anche i risparmiatori, i pensionati, i beneficiari di vitalizi, ecc.

Come sottolinea Doug French,

[...] La più grande bolla della storia finanziaria, però, sta ora tirando al massimo le cuciture ed è andata avanti per anni. Si tratta della bolla dei Treasury bond, che rivaleggia ogni mania che il mondo ha mai attraversato.

Prestar denaro al governo americano rende 5 punti base per un prestito di un mese. Se prestiamo a sei mesi, sono 14 punti base. A un anno, 18 pb. Due anni 33 pb, 10 anni 2,22% e prestar denaro per 30 anni al governo degli Stati Uniti, in banconote che la Federal Reserve deprezza costantemente e sistematicamente, rende agli investitori la bellezza del 3,35%.

Come può andare avanti una cosa del genere? Il debitore, in questo caso, deve almeno 15 biliardi di dollari. Il governo ha un deficit annuale di 1,4 biliardi di dollari. Chi dovrebbe gestire il debito ha difficoltà a controllare la sua spesa, quindi i problemi di bilancio persisteranno. Tuttavia lo Zio Sam può farsi prestare denaro quasi gratuitamente.

Il maggior detentore di U.S. Treasury è la Banca Centrale americana. Non si tratta di denaro risparmiato che è alla ricerca del rendimento migliore, ma denaro creato dal nulla con l’unico scopo di comprare quei Treasury a quel tasso, perché non esiste nessun altro compratore che vorrebbe pagare quel prezzo.

Quando alla fine la bolla dei Treasury scoppierà, farà un bel botto.



CAOS ITALIANO

Infine, vorrei porre un momento l'accento sulla situazione Italiana. Anche in Europa abbiamo un'enorme bolla che ruota attorno ai bond dei governi, in particolare attorno ai bond dei governi del Mediterraneo. E la BCE si sta adoperando con qualsiasi sotterfugio per monetizzare tale cartaccia e consentire al sistema di durare ancora un po'.

In Italia, comunque, è tutto un fremito per le prossime elezioni che dovranno "incoronare" il prossimo esecutivo il quale avrà l'arduo compito di stare in equilibrio su un filo sottile dove al di sotto c'è un'allegra compagnia di coccodrilli col bavaglino già stretto al collo. Monti, Berlusconi, Bersani, Grillo. Questi i principali attori di questo circo. Non importa chi vincerà, l'Italia è al lazzo degli Eurocrati e non si farà nulla senza la loro approvazione. Altrimenti non ci sarebbero tutte queste ridicole scene in cui chiunque si appresta a leccare il culo al cosiddetto "professore."

Ecco che le prossime elezioni saranno semplicemente una farsa. Il cambio EUR/USD è stabile ultimamente e addirittura in rialzo rispetto a quest'estate dove era arrivato a 1,21. Lo status quo è destinato a persistere. Il potere dello stato non retrocederà, quindi questo significa maggiori risorse incanalate in progetti-dolina che risucchieranno quello che rimane della produttività Italiana. La cosiddetta "cura Monti" ha portato a questi risultati:

I DATI DELL'ISTAT - SI TRATTA DEL QUATTORDICESIMO CALO CONSECUTIVO SU BASE ANNUA

Pil al quinto calo: -0,2 trimestre, -2,4 annuo
A ottobre produzione industriale a -6,2%

L'indice è diminuito dell'1,1% rispetto a settembre. Rapporto sul reddito: un quarto di italiani a rischio povertà

E la ripresa, come l'utopia di Galeano, si sposta ulteriormente verso l'orizzonte. Il problema è che le misure introdotte da Monti non sono affatto riforme (es. la burocrazia è più macchinosa che mai, il lavoro soffre ancora di barriere all'entrata, ecc.) e sono state cosparse da tasse asfissianti. Ma il dibattito politico va avanti, la bava di Napolitano nei suoi discorsi annega qualsiasi critica all'Europa e la produttività industriale Italiana è in pesante contrazione.




I mercati ancora sono ottimisti per la situazione che abbiamo sotto gli occhi, ma non ci vorrà molto prima che inizino ad avere di nuovo carenza di droga cartacea o illusioni a buon mercato. In fondo, è bastato un semplice discorso dello zio Mario per innescare un'euforia ingiustificata in questo caos finanziario privo di segnali reali. Nel caso dell'Italia consideriamo il grafico del FTSE MIB sin dal 2008:




Dopo il picco nel 2008, è letteralmente sprofondato. Tutti i miglioramenti sperimentati fino ad ora sono stati dovuti allo zio Mario di Francoforte e alle sue promesse virtuali. Infatti, i problemi non sono affatto finiti e nel 2013 assisteremo ad altri peggioramenti nelle condizioni economiche reali del paese. L'accelerazione nel ritmo di crescita della vera offerta di denaro Austriaca è l'unico motivo per cui esistono ancora segnali euforici all'interno die mercati azionari Europei (nel mese di Ottobre la crescita annuale della TMS Europea è accelerata al 6.1%, un tasso di screscita record sin dal 2010).

Però, come sappiamo bene, questa linea di politica nonostante sostenga i prezzi degli asset distorce inevitabilmente i segnali di prezzo (fondamentali per una ripresa in accordo con la reale sostenibilità dei mercati). L'aumento dell'offerta di moneta per sostenere delle entità zombie (es. banche in bancarotta e governi vampiri, come la Grecia) non farà altro che peggiorare la situazione conducendo ad un dolore maggiore. Finirà male.



CONCLUSIONE

Coloro che ricordano il film Ghostbusters sicuramente ricorderanno anche questa scena.





I bilanci delle banche centrali del mondo sono esattamente quel plumcake. Sono zeppi di immondizia obbligazionaria degli stati che va via via deteriorandosi a causa della sconsideratezza degli stati mondiali. I rendimenti storicamente bassi sono un frutto artificiale uscito dalle rotative piene di inchiostro. Viene stampato maggior denaro per tenere in piedi banche in bancarotta le quali tentano di supportare governi falliti i quali a loro volta tentano di sostenere le banche in bancarotta, il tutto mentre l'economia resta stagnante o in declino progressivo.

L'aumento derivante da questa pratica distruttiva segnerà la lenta di fine dello status quo vigente che viene tenuto in piedi con le unghie e con i denti. Al momento altri fattori stanno contenendo questo esito nefasto (es. riserve in eccesso, bacino dei finanziamenti ancora integro, saldi di cassa in aumento, ecc.). Ma infine lo zio Ben, o il suo successore, si stancherà del panorama ancora fragile ed abbasserà allo 0% (così come ha fatto già lo zio Mario) i tassi pagati sulle riserve in eccesso. Con i bond del tesoro che ormai rendono tassi reali negativi, torneranno a prestare alla popolazione.

Quelli saranno i giorni dello tsunami monetario. Calcolare l'esatta tempistica di questo avvenimento, però, è difficile se non impossibile. L'importante è essere preparati. Alcuni non lo sono, pensano che l'inflazione sia quella che raccontano i media mainstream. Si fidano del governo, commettendo un grave errore.

Quello che abbiamo davanti agli occhi è una stanza piena di tasselli di un domino. Ogni giorno che passa un uomo entra nella stanza ed aggiunge un tassello. La stanza si riempie di questi tasselli, ed un passo falso potrebbe innescare una catastrofe. L'uomo lo sa e per questo presta attenzione a dove mette i piedi. Ma potrebbe benissimo capitare che dimentichi la finestra della stanza aperta lasciando passare una folata di vento...