mercoledì 9 novembre 2011

Destino




di Johnny Cloaca


Se vi guardate intorno vedete uccelli che cinguettano e fiori che sbocciano. In realtà il G-20 non si trattava di un incontro serio, bensì di una scompagnata tra compari di bevute. Tra frizzi e lazzi, volavano papagni amichevoli e tutti concordavano che su una scala di bruttezza da 1 a 10 (che aveva come campione di paragone la Bindi) la Merkel raggiungeva l'eclatante punteggio di 9.8. Ma sono 3000 anni che le scimmie penzolano dalla liane, e non per questo dobbiamo credere che Tarzan sia realmente esistito. Infatti, nonostante siano tutti nervosamente tranquilli, ci vogliono far passare per cretini sbandierando la solidità delle banche quando un giorno, e quello dopo anche, hanno perdite in doppia cifra.

Waterboarding. L'intervento dello zio Ben o di zio Mario fa respirare le banche, ma il cemento rappresentato dal debito degli stati a cui sono legate le riporta a fondo. La classe dirigente punta il dito ai segni positivi dopo che la banca centrale è intervenuta, per far bere all'opinione pubblica la balla che la ripresa è a portata di mano e che la banca centrale è necessaria per la stabilità dell'economia. Certo. La stabilità dei gatti grassi. Quegli stessi che hanno fatto debiti da paura, ma ora piangono alla porta dello zio Mario per non essere presi a pedate. Perché a quanto pare, tali soggetti verranno cacciati ma le poltrone rimarranno. Main Street è assuefatta.

Adessol o zio Ben spaventerà per bene i mercati con la temutissima deflazione, per poi spingere a tavoletta sulla stampante. E' un destino funesto quello che ci attende.



SETTORE MONETARIO E BANCARIO

Ah! Il mio grafico preferito.




Guardate con quale vigore la base monetaria sia stata innalzata. Davvero spaventoso. Questo denaro è stato creato per comprare cattivi asset dal sistema bancario, ma ora la FED ha il problema di tirarle fuori dal sistema bancario senza mandare a ramengo l'intera economia, o mantenerlo lì senza che causi inflazione di massa. Non se ne esce.

Tale minaccia è rappresentata dalle riserve in eccesso del sistema bancario:




Non c'è stata inflazione di massa finora perché sono state tenute parcheggiate alla FED, che pagava un interesse dello 0,25% alle banche.




Anche i prestiti della FED durante la crisi finanziaria del 2008 si sono aggiunti a queste riserve.




Ma, udite udite, ora questo denaro sta invadendo l'economia più ampia. Il petrolio greggio ha chiuso ieri a $96,80 al barile, tornando ai livelli del 28 Luglio scorso; un aumento del 1.34% (pari a $1,28) rispetto all'altro ieri . I futures sono aumentati del 5.6%. L'inflazione nei prezzi è sempre più una realtà, mentre il denaro pompato da Bernanke invade l'econoima più ampia. Dal momento che il petrolio è usato sia nel settore dei beni capitali sia nel settore dei beni al consumo, il petrolio è sempre la prima materia prima a speriementare aumenti di prezzo.



ENTRA IN SCENA IL GOVERNO

Bè potreste non crederci, ma anche il Tesoro ha un conto in banca alla Federal Reserve. In queste immagine vediamo il suo andamento durante gli stimoli monetari del governo. Il denaro preso in prestito prima di essere speso.




Passiamo alle immagini davvero spaventose: ecco il deficit/surplus ed i risparmi netti (eufemisticamente parlando) del governo degli Stati Uniti.






Il debito Federale lordo:




Ma mentre il debito saliva con brio, le entrate principali del governo si contraevano. Risultato? Si è speso di più di quanto si poteva.




Ed infine la bilancia dei pagamenti:





SIGNORA ECONOMIA

Il settore immobiliare (come vedremo nel dettaglio in un prossimo articolo) naviga ancora in brutte acque:




Ma, come già scritto in un altro articolo, un importante dato da tenere d'occhio è l'invesitmento privato interno netto (quello che contribuisce a creare lo stock di capitale privato). Secondo i dati annuali esso ha raggiunto il picco nel 2006, è caduto sotanzialmente per i successivi tre anni, e si è ripreso leggermente nel 2010, ma ancora era circa il 78% al di sotto del livello raggiunto nel 2005 e nel 2006. Ecco perché la recessione ancora persiste.




Il settore privato, nonostante la spesa al consumo e la spesa del governo viaggino su razzi spaziali, ancora resta incerto sul futuro e restio ad intraprendere investimenti di lungo termine. Ed è questa incertezza che indebolisce la capacità del settore privato di trainare l'economia (incertezza alimentata principalmente dal governo che drena risorse dall'economia). Infatti la tassazione, il welfare, l'eccessiva regolamentazione sono un freno consistente per il settore privato il quale viene privato del capitale dalla concorrenza sleale dello stato oppure viene privato dei guadagni che il suo capitale investito genera.

I Keynesiani in carica sono solo preoccupati della possibilità che la spesa al consumo possa calare, così premono sugli enormi deficit fiscali per deviare il denaro dal risparmio e dall'investimento nelle mani del governo. Tale situazione è una minaccia reale all'accumulo di capitale e quindi alla crescita economica.

Sono il risparmio e l'investimento che ripareranno i danni del precedente boom. Quest'ultimo grafico è il cuore del problema della ripresa. Non è in buone condizioni. Soprattutto se si persiste sulla via dell'esproprio: ci mancavano anche gli alberi di Natale, ora.



CONCLUSIONE

I parassiti vi rassicureranno. Non credete alle loro parole. Il default ha accelerato il passo.


4 commenti:

  1. I grafici mostrano a mio avviso una cosa molta eloquente, e cioè come vengono manipolati i mercati oggi, non ho mai visto in vita mia un mercato azionario dipendere da cio che fanno i governi per il semplice motivo che alla speculazione poco importa delle decisione politiche, per i mercati ad esempio anche una guerra può essere un affare, il fatto che in questi giorni ci sentiamo dire che la politica INCIDE SULL'ANDAMENTO DEI MERCATI E' UN FATTO AGGHIACCIANTE, è come dire fine dei giochi addio libero mercato, infondo se fallisce una banca aldilà dello schock momentaneo poi si traduce in un beneficio per le concorrenti, quindi perchè allarmarsi tanto, il vero motivo di allarme da parte dei mercati sono le derive dittatoriali quelle si che spaventano i mercati, per il resto tutte chiacchiere senza costrutto come dimostra l'annuncio delle dimissioni di Berlusconi, nessun beneficio sui mercati, infondo ai speculatori cosa importa di un governo o di un'altro, lo speculatore è sordo sia nel bene che nel male perchè è interessato solo al buon esito dei propri affari (vedi Soros).

    Ciao

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  2. E' un concorso di bruttezza, Asmy. Al momento sul palcoscenico si sta esibendo l'Europa. Presto torneranno alla ribalta anche gli USA. La Cina crede che l'occhio di bue non la sfiorerà nemmeno; si sbaglia di grosso.

    Io comunque non definirei speculatore Soros, bensì avvoltoio con i privilegi concessi dai sempre famosi amici degli amici.

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  3. I vari Soros, Buffet e compagnia bella fanno semplicemente il loro lavoro, si approfittano delle debolezze del sistema, e il problema è che lo sanno fare pure bene, non voglio difendere certi comportamenti ma nemmeno demonizzarli, il problema sono i politici o i banchieri che si prestano alle loro speculazioni e questo la dice lunga su quanto il sistema attuale sia fragile.
    Come hai detto pure tu molte volte, anche la Cina farà il tonfo e io sono convinto che sarà quello piu rumoroso di tutti, ma pure i cinesi ( furbetti ) lo sanno ed è per questo che non lasciano fluttuare la propria moneta sui mercati liberamente, infatti non sarebbero in grado di opporre una valida resistenza agli attacchi degli speculatori.
    In conclusione l'errore piu grande in europa è stato fatto con l'euro, noi potevamo rimediare agli errori degli americani, ma per colpa di chi è assetato di potere le scelte fatte ci hanno portato sulla strada sbagliata e guaio piu grande adesso non c'è nemmeno la volontà di cambiare per paura di conseguenze che nell'immediato non sarebbero di certo facili da digerire per i popoli dell'unione.

    Ciao

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  4. A proposito di Soros, guarda cos'è spuntato sul sito di Van Rompuy: link.

    Di solito questi incontri fanno da apripista a qualcosa di grosso. Staremo a vedere.

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