venerdì 7 ottobre 2011

Le Ragioni per una Privatizzazione Totale #3







Terza Parte.

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di Hans-Hermann Hoppe


[Libertarians Papers (2011)]


III. Le Ragioni della Privatizzazione

Dovrebbe essere chiaro ora perché l'istituzione della proprietà pubblica sia disfunzionale. Si suppone che istituzioni e le norme sottostanti aiutino ad evitare i conflitti. Ma l'istituzione della proprietà "pubblica" — delle strade "pubbliche" — crea ed incrementa i conflitti. Al fine di evitare il conflitto (per una pacifica cooperazione umana), quindi, la proprietà pubblica deve sparire. Tutta la proprietà pubblica deve diventare proprietà privata.

Ma come privatizzare nel "mondo reale", che si è sviluppato ben oltre il modello del semplice villaggio che ho finora considerato? In questo "mondo reale" non abbiamo solo strade pubbliche, ma anche parchi pubblici, terre, acque, fiumi, laghi, linee costiere, immobili, scuole, università, ospedali, caserme, aereoporti, porti, biblioteche, musei, monumenti e così via.

Inoltre in cima ai governi locali abbiamo una gerarchia di governi provinciali "superiori" e nazionali o centrali "supremi" come proprietari di tali beni. Come previsto, per di più, parallelamente all'estensione territoriale ed all'espansione del dominio dei beni pubblici, in cui i possessori di prorietà private sono diventati partecipi senza nessuna "via d'uscita", la gamma di scelte lasciate alle persone riguardo la loro proprietà privata è stata crescentemente limitata e ristretta. E' rimasto solo un piccolo e sempre più piccolo reame in cui i possessori di proprietà private possono ancora compiere decisioni libere, ovvero, libere dalla possibile intrusione o interferenza da parte di qualche autorità pubblica. Nemmeno dentro le quattro mura della propria casa si è liberi e si può esercitare il controllo esclusivo sopra la propria proprietà. Oggi nel nome del pubblico e come proprietari di tutti i "beni pubblici", i governi possono invadere la vostra casa, confiscare alcuni o tutti i vostri beni ed anche rapire i vostri figli.

Ovviamente nel "mondo reale" la questione di come privatizzare è più difficile rispetto al semplice modello del villaggio. Ma il modello del villaggio e la teoria sociale elemetnare può aiutarci a comprendere il principio (se non tutti i dettagli complicati) coinvolto e che deve essere applicato in questo compito. La privatizzazione dei beni "pubblici" deve avvenire in un modo che non infranga i diritti prestabiliti dei possessiri di proprietà private (nello stesso modo come il primo appropriatore di una strada comune precedentemente non posseduta non infrangeva i diritti di nessuno ed in quanto egli riconosceva il libero diritto di passaggio di ogni residente).

Visto che le strade "pubbliche" erano dei trampolini da cui tutti i "beni pubblici" scaturivano, il processo di privatizzazione dovrebbe iniziare con le strade. Con la trasformazione delle strade in precedenza comuni in strade "pubbliche" è iniziata l'espansione del dominio dei beni pubblici e dei poterei dei governi, e da qui bisognerebbe iniziare con la soluzione.

La privatizzazione delle strade "pubbliche" ha un duplice risultato. Da un lato nessun residente è d'ora in poi forzato a pagare nessuna tassa per la manutenzione o lo sviluppo di alcuna strada locale, provinciale o federale. Il futuro del finanziamento di tutte le strade è solamente responsabilità dei loro proprietari privati (chiunque essi siano). Dall'altro, in quanto sono coinvolti i diritti di passaggio dei residenti, la privatizzazione deve lasciare le persone come erano e non in una condizione peggiore (né in una migliore).

Originariamente ogni residente del villaggio poteva viaggiare liberamente per la strada locale lungo la sua proprietà e da qui poteva procedere liberamente fintanto che le cose intorno a lui erano non possedute. Tuttavia se nei suoi viaggi fosse incappato in qualcosa che era visibilmente posseduto, che fosse stata una casa, un campo o una strada, la sua entrata era condizionata dal permesso o dall'invito del proprietario. Allo stesso modo se uno straniero non residente si trovasse per caso in una strada locale, l'entrata in questa strada sarebbe soggetta al permesso del proprietario. Lo straniero dovrebbe essere invitato da qualche residente nella sua proprietà. Cioè, le persone potrebbero muoversi in giro, ma nessuno avrebbe un diritto di passaggio completamente illimitato. Nessuno sarebbe libero di muoversi senza richiedere il permesso o l'invito di qualcuno. La privatizzazione delle strade non può cambiare questo fatto e rimuovere tale restrizione naturale sulla "libertà di movimento".

Applicato al mondo delle strade locali, provinciali e federali, ciò vuol dire che con la privatizzazione delle strade ad ogni residente deve essere permesso di viaggiare liberamente su ogni strada locale o provinciale e su ogni autostrada proprio come prima. L'entrata in strade di Stati o provincie differenti, ed in special modo di località diverse, tuttavia, non sarebbe ugualmente libera, ma condizionata dal permesso o dall'invito dei proprietari di simili strade. Le strade locali precedono sempre — prasseologicamente — ogni strada inter e trans locale, e di conseguenza l'entrata in località differenti non sarebbe mai libera ma sempre e dovunque condizionata da qualche permesso o invito locale. Questo datum originale è ripristinato e rinforzato con le strade private.

Oggi con le strade "pubbliche", dove a tutti è essenzialmente permesso di andare dovunque senza alcuna restrizione d'accesso "discriminante", i conflitti sottoforma di "integrazione forzata", ovvero, dover accettare stranieri non invitati nella propria comunità e nella propria proprietà, sono diventati onnipresenti.

In distinta opposizione, con ogni strada ed in particolare ogni strada locale privatizzata, i vicinati e le comunità riguadagnano il loro diritto originale di esclusione, il che è un elemento che definisce l'elemento della proprietà privata (proprio come il diritto di inclusione, ovvero, il diritto di invitare qualcun'altro nella propria proprietà). I proprietari delle strade in vicinati e comunità, mentre non infrangono il diritto di passaggio o il diritto di invito di ognuno dei residenti, possono determinare il requisito d'entrata per stranieri non invitati (eastranei senza documenti) nelle loro strade e così impedire il fenomeno dell'integrazione forzata.

Tuttavia, chi sono i proprietari delle strade? Chi può rivendicare e convalidare il proprio reclamo per cui egli può possedere le strade locali, provinciali e federali? Queste strade non sono il risultato di una sorta di sforzo comunitario, né sono il risultato del lavoro di alcune persone o gruppi di persone chiaramente identificabili.

Letteralmente parlando, gli operai stradali hanno costruito le strade. Ma ciò non li rende i proprietari delle strade perché questi lavoratori sono stati pagati per il loro lavoro. Senza finanziamenti, non ci sarebbero strade. Tuttavia i fondi pagati ai lavoratori sono il risultato di pagamenti tributari da parte di vari contribuenti. Di conseguenza le strade dovrebbero essere considerate come proprietà di questi contribuenti. Ai primi contribuenti, secondo la loro quantità di tasse locali, provinciali e federali pagate, dovrebbero essere conferiti i titoli commerciabili di proprietà per strade locali, provinciali e federali. Possono sia mantenere questi titoli come un investimento, oppure possono spogliarsi della loro proprietà sulla strada e venderla, mentre conservano il loro libero diritto di passaggio.

Lo stesso si applica essenzialmente alla privatizzazione di tutti gli altri beni pubblici, come le scuole, gli ospedali, ecc. Di conseguenza tutti i pagamenti erariali per la manutenzione e la gestione di tali beni devono fermarsi. Il sovvenzionamento e lo sviluppo di scuole ed ospedali, ecc. è d'ora in poi solamente nelle mani dei loro nuovi proprietari privati. Allo stesso modo i nuovi proprietari di tali beni precedentemente "pubblici" sono quei residenti che li hanno praticamente finanziati. A loro, secondo l'ammontare di tasse pagate, dovrebbero essere conferite le quote vendibili di proprietà come scuole, ospedali, ecc.

All'infuori delle strade, tuttavia, i nuovi proprietari delle scuole e degli ospedali non sono vincolati da qualsiasi passaggio o diritto di passaggio nei futuri usi della loro proprietà. Le scuole e gli ospedali, diversamente dalle strade, non erano originariamente beni comuni prima di essere trasformati in beni "pubblici". Le scuole e gli ospedali semplicemente non esistevano affatto come beni prima, ovvero, finché non sono stati prodotti per la prima volta; e di conseguenza nessuno (eccetto i produttori) può aver acquisito un precedente passaggio o diritto di passaggio riguardo il loro uso. Di conseguenza i nuovi proprietari privati di scuole, ospedali, ecc. sono liberi di stabilire i requisiti d'entrata nella loro proprietà e determinare se vogliono continuare a gestire queste proprietà sottoforma di scuole ed ospedali oppure preferiscono impiegarle secondo uno scopo diverso.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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