giovedì 6 ottobre 2011

Le Ragioni per una Privatizzazione Totale #2








Seconda Parte.

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di Hans-Hermann Hoppe


[Libertarians Papers (2011)]


II. Proprietà Privata, Beni Comuni e Proprietà Pubblica

Lasciate che ora mi muova dalla teoria alla pratica e all'applicazione. Supponiamo che ci sia un piccolo villaggio con case possedute privatamente, giardini e campi. In linea di principio tutti i conflitti riguardanti l'uso di questi beni possono essere evitati, perché è chiaro chi detiene ed ha controllo esclusivo su quali case, quali giardini e quali campi, e chi no.

Ma poi c'è una strada "pubblica" di fronte le case private ed un sentiero "pubblico" che conduce attraverso i boschi confinanti col villaggio fino ad un lago. Qual è lo status di questa strada e di questo sentiero? Non sono di proprietà privata. Infatti possiamo affermare che nessuno sostiene di essere il proprietario della strada o del sentiero. Piuttosto la strada ed il sentiero sono parte dell'ambiente naturale in cui ognuno agisce. Ognuno usa la strada, ma nessuno la possiede o vi esercita controllo esclusivo riguardo il suo utilizzo.

E' plausibile che questo stato d'affari con strade pubbliche senza proprietari può andare avanti per sempre senza condurre a nessun conflitto. Non è molto realistico, tuttavia, perché ciò richiederebbe il presupposto di un'economia stazionaria. Tuttavia con cambiamenti economici e crescite, ed in particolare con una popolazione in crescita, i conflitti riguardanti l'uso della strada pubblica sono destinati a salire. Mentre "i conflitti per la strada" inizialmente potrebbero non essere così rari e così facilmente evitabili (anche se non causano la preoccupazione di qualcuno), ora sono molto diffusi ed intollerabili. La strada è cotantemente congestionata ed in permanente fatiscenza. E' richiesta una soluzione. La strada deve essere tolta dal reame dell'ambiente — delle "cose" esterne o di proprietà comune — e portata nel reame dei "beni economici". Questa è la via della civilizzazione e del progresso, l'economizzazione crescente delle cose considerate in precedenza e trattate come "beni liberi".

Sono state proposte due soluzioni al problema della gestione dei crescenti conflitti riguardo l'uso della "porprietà comune". La prima — e corretta — soluzione è di privatizzare la strada. La seconda — incorretta — soluzione è di trasformare la strada in quella che oggi viene chiamata "proprietà pubblica" (che è molto differente dalle precedenti, proprietà e beni "comuni" non posseduti). Perché la seconda soluzione è incorretta o anomala può essere meglio compreso nella contrapposizione con l'opzione alternativa, la privatizzazione.

Com'è possibile che strade comuni precedentemente non possedute possano essere privatizzate senza pertanto generare conflitti con altri? La risposta breve è che può essere fatto a condizione che l'appropriazione della strada non infranga i diritti precedentemente stabiliti — i passaggi — dei possessori di proprietà private ad usare tali strade "gratis". Ognuno deve rimanere libero di camminare per la strada di casa in casa, per i boschi e fino al lago proprio come prima. Ognuno conserva un diritto di passaggio e di conseguenza nessuno può reclamare di stare peggio per la privatizzazione della strada.

In modo da oggettivare — e convalidare — la propria posizione per cui la strada precedentemente comune è ora privata e che egli (e nessun'altro) è il proprietario, l'appropriatore (chiunque esso sia) deve effettuare una manutenzione visibile e lavori di riparazione su tutta la strada. Poi, essendo il proprietario, egli — e nessun'altro — può ulteriormente sviluppare e migliorare le strade come ritiene più giusto. Stabilisce le regole e le norme riguardo l'uso della sua strada così da evitare tutti i conflitti per le strade. Può costruire lungo la sua strada un chiosco per hot dog o per bratwurst, per esempio, ed escludere gli altri dal fare lo stesso; oppure può proibire di bighellonare lungo la sua strada e raccogliere una tassa per la rimozione dell'immondizia. Per quanto riguarda gli estranei ed i forestieri, il possessore della strada può determinare le regole di entrata riguardo gli stranieri non invitati. Ultimo ma non ultimo, il proprietario può vendere la strada a qualcun'altro (con tutti diritti di passaggio precedentemente stabiliti che rimangono in vigore).

In tutto ciò, è più importante che abbia luogo una privatizzazione piuttosto che specificare quale forma possa assumere. Da un lato della vasta gamma delle possibili privatizzazioni, possiamo immaginare quella in cui c'è un singolo proprietario. Un paesano ricco, per esempio, si assume la responsabilità di gestire e riparare la strada e così ne diventa il proprietario. Dall'altro lato, possiamo immaginare che la manutenzione o la riparazione della strada sia il risultato di un puro sforzo comunitario. In questo caso non c'è un solo proprietario della strada, ma ogni membro della comunità è (inizialmente) il suo eguale co-proprietario.

In assenza di un'armonia preesistente di tutte gli interessi ed idee, tale co-proprietà richiede un meccanismo decisionale riguardo l'ulteriore sviluppo della strada. Supponiamo che, come in una società per azioni, è la maggioranza dei proprietari della strada che determina cosa fare o cosa non fare. Questa, per esempio, regola della maggioranza puzza di conflitto, ma non è così in questo caso. Ogni proprietario che è scontento per le decisioni prese dalla maggioranza dei proprietari, poiché crede che i fardelli imposti su di lui dalla maggioranza sono maggiori rispetto ai benefici che può trarre dalla sua proprietà (parziale) della strada, può sempre ed in ogni momento ritirarsi o "andarsene". Può vendere la sua parte di proprietà a qualcun'altro, aprendo così la possibilità plausibile di concentrare i titoli di proprietà in un singolo individuo, conservando nel contempo il suo diritto di passaggio originale.

Al contrario, viene creata una diversa proprietà della strada se l'opzione di uscita non esiste, ovvero, se ad una persona non è permesso di vendere la sua parte della proprietà della strada oppure è spogliato del suo precedente diritto di passaggio.

Ciò, tuttavia, è precisamente quello che definisce e caratterizza la seconda opzione, la proprietà "pubblica". La strada pubblica, secondo il senso moderno della parola "pubblica", non è posseduta come invece lo era un tempo. C'è un proprietario della strada — che sia un particolare individuo, il re della strada, o un governo democraticamente eletto — che ha un'esclusiva voce in capitolo nello stabilire le regole del traffico e nel determinare il futuro sviluppo della strada.

Ma la strada del governo non permette agli elettori, ovvero, alle persone, che si presume siano eguali co-proprietari della strada, di vendere la loro parte di proprietà (e così li rende dei proprietari forzati di qualcosa di cui potrebbero volersi sbarazzare). E né il governo né il re permettono ai residenti del villaggio un accesso ed un passaggio senza limiti sulla strada precedentemente libera, ma rende il suo ulteriore uso condizionato dal pagamento di una certa tariffa di utilizzo o contributo (rendendo così i residenti del villaggio proprietari obbligati della strada anche se solo vogliono continuare ad usarla come prima).

I risultati di questa organizzazione sono prevedibili. Negando l'opzione di "uscita", il proprietario della strada "pubblica" ha guadagnato un controllo asfissiante sulla popolazione del villaggio. Di conseguenza le tariffe e le altre condizioni imposte ai residenti del villaggio per l'uso continuato della strada precedentemente "libera" tenderanno a divenire crescentemente onerose.

I conflitti non saranno evitati; al contrario invece, i conflitti saranno istituzionalizzati. Visto che l'opzione d'uscita è preclusa, ovvero, visto che i fruitori della strada pubblica devono ora pagare per quello che prima era gratuito, e nessun residente può vendere e spogliarsi della sua presunta proprietà ma rimanere continuamente legato alle decisioni prese dal governo che ha strada o dal re, non solo ci sono conflitti riguardo l'uso ulteriore, la manutenzione e lo sviluppo della strada stessa ma diverranno permanenti ed onnipresenti.

Più importante, con le strade "pubbliche" i conflitti sono anche introdotti in aree dove in precedenza non c'erano. Poiché se i possessori privati di case, giardini e campi lungo la strada devono pagare contributi al possessore della strada in modo da continuare a fare quello che facevano prima, ovvero, se devono pagare tasse al proprietario della strada, allora, alla stessa stregua, il proprietario della strada ha pertanto guadagnato controllo sulle loro proprietà private. Il controllo di un proprietario privato sull'uso della sua stessa casa non è più esclusivo.

Piuttosto, il proprietario della strada adiacente può interferire con le decisioni di un proprietario di casa riguardo il suo stesso possesso. Può dire al propritario della casa cosa fare e cosa non fare con la sua casa. Cioè, il proprietario della strada pubblica è in una posizione dove può limitare ed infine anche eliminare, ovvero espropriare, tutta la proprietà privata ed i diritti di proprietà e così rendere i conflitti inevitabili ed onnipresenti.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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