mercoledì 5 ottobre 2011

Il Coyote Keynesiano





di Johnny Cloaca


La serie di stronzate inanellate negli ultimi tempi dai Keynesiani sta davvero superando la serie di fallimenti che Wile il Coyote conseguiva nel noto cartone animato. C'è un limite al ridicolo. Almeno quei cartoni facevano ridere, questo è davvero un dramma. Le ricette Keynesiane si addicono perfettamente alla lunga lista della spesa che Wile ha con la ACME; pensateci, spende tempo e denaro in tutte le puttanate costruite dalla ACME ma non riesce mai a catturare Beep Beep poiché tutti gli oggetti acquistati si rivelano utilizzati improduttivamente. Ma lui persevera sulla stessa strada, nonostante i fallimenti. Il Keynesianismo ha lo stesso impatto sull'economia. Insegue forsennatamente la stessa ricetta che ogni volta risulta peggiorare l'economia. Non solo, come non si contano più le volte in cui Wile ha violato le leggi di gravità, allo stesso modo non si contano più le volte in cui i Keynesiani hanno violato le leggi dell'economia (stimolo della domanda, interventismo, tassi artificialmente bassi, ecc.). Infine, l'incudine in testa sarà inevitabile.





Qual è stata l'ultima gaffe? Lo stimolo monetario. Ma ce ne sono altre come l'invocazione di una nuova bolla per ri-stimolare l'economia, il salvataggio di entità fallimentari con i contributi delle persone, l'aumento dei deficit, la creazione di biliardi di dollari, ecc. Tutte ovviamente hanno avuto l'effetto contrario di quello che si presumeva avrebbero dovuto avere, rallentando ulteriormente la fase di aggiustamento dell'economia. Infatti, tutti i governi stanno ora intralciando il settore privato nel sua ricerca di capitali per far riprendere l'economia in recessione. Ma tasse, inflazione e regolamentazione selvaggia non fanno altro che dirottare la liquidità necessaria nelle mani del governo dove verrà utilizzata per finanziare gli ennesimi eventi improduttivi. Bisogna comprendere che lo stato non produce, ruba! Dalle imprese private e dai cittadini.

Lo stato non "produce". Lo stato non fabbrica niente e non produce nulla. Ruba. Se stampa soldi (come vorrebbero anche i Greenbacker ed i signoraggisti de noantri), acquistando beni, ruba comunque. Metteteci una pietra sopra, rassegnatevi. La carta straccia resta carta straccia, il valore indotto sarà pure indotto ma se qualcuno stampa soldi ruba perché ne può stampare finché vuole. Sono i cittadini, e in particolare gli imprenditori, a "produrre". I lavoratori dipendenti producono se l'imprenditore che li assume fa girare bene l'attività. La gente che produce lo fa soprattutto per arricchirsi ed in secondo luogo per avere una certa utilità nella comunità in cui vive. Se viene tolta la molla dell'arricchimento, o perché viene ammazzata dalle tasse, o con qualche altro espediente come la moneta deperibile, finiranno per non produrre più! Questa è stata la causa della fine del sistema socialista nei Paesi del blocco ex-sovietico, e quando i parassiti e le sanguisughe aumenteranno sempre di più rispetto a "chi tira la carretta" succederà anche qua da noi.

L'ennesima prova del fallimento della pianificazione centrale. Ma ogni volta che si afffronta questa inevitabilità ci sono schiere di esperti che fanno la fila per dire come il tutto non potesse essere previsto e col senno del poi fornire le soluzioni più "ovvie": più della stessa cosa. Allora ecco che si corre ai ripari per mettere toppe a delle teorie che hanno portato allo sfacelo per più di 70 anni, inventandosi le peggiori stronzate (a chi interessa la storia della famiglia Galbraith alzi la mano) pur di riesumare un cadavere in estremo stato di decomposizione. Sto parlando di un'altro minchione riformista che risponde al nome di James K. Galbraith. Evvia, mettiamo anche Galbraith nell'elenco dei bisognosi di sputtanamento: ce ne sarà per tutti.

James K. Galbraith è il figlio di John Galbraith, un Keynesiano/socialista. Il suo libro, The Affluent Society, contrastava e criticava il settore privato come una mancanza di sostegno del settore pubblico. Galbraith invocava nuovi investimenti in parchi, trasporti, istruzione ed altre amenità pubbliche. Risposta? Maggiore spesa, maggiore stimolo della domanda. Quando però interrogato sulla reale necessità di tali soluzioni e del costante fallimento della pianificazione centrale, magicamente l'attenzione si spostava altrove. Stesso padre, stesso figlio, dove nella sua ultima apologia a Keynes analizza lo stato attuale dell'economia.

Stranamente nell'analisi non viene assolutamente affrontato un fatto cardine. Viene detto di tutto. I titoli tossici, i cattivi mutui, i CDS, le famiglie che hanno speso oltre le loro capacità, ecc. Viene fornita condiscendenza, viene fornita empatia, viene fornita una nuova promessa: da oggi cambieremo. Peccato che sfugge di guardare al passato, perché il buco madornale degli anni 1989-2007 è completamente offuscato dalla delirante apologia del suo eroe, di suo padre e dalle coglionate fatte dalle banche. Che "ovviamente" sono solo loro le responsabili:

"[...] Negli Stati Uniti e in Europa questa è una crisi principalmente delle banche, non dei governi, e sta a noi richiamare l’attenzione su questo fatto."


Quindi i deficit non sono un problema? Chi spende soldi tra una guerra ed un'altra? Diffidate del banchiere ma ancor di più del riformatore sociale e monetario. Il governo è la solita povera vergine ignara di tutto che si infila inconsapevolmente nel vicolo buio. Ovviamente le politiche monetarie non c'entrano nulla, eh? Invece è colpa degli speculatori cattivi, della voracità della classe consumista, del panico generale (tutto e tutti tranne il governo). Ma i nostri allegri eroi (Galbraith e soci) propongono soluzioni tirate fuori dal mondo delle fiabe. Allora, deve nascere il dubbio che anche la loro diagnosi del sistema sia campata in aria. Ovvero: le banche centrali combinano un disastro dietro l'altro, ma non vengono mai citate nelle loro analisi.

Ma è finita l'Età delle Favole, in cui i nostri eroi si aggirano inventando boiate ed adescando innocenti, lo sputtanamento corre veloce su Freedonia. Mettiamo un pò d'ordine in questa farsa.

La tragedia dei nostri tempi è l'accoppiata Greenspan-Bernanke. La FED ed i suoi compari (il Tesoro, il Congresso, la BCE) hanno fatto tutto il possibile per stimolare ed adottare misure anticicliche per le forze di mercato. Risultato? Fallimento totale: disoccupazione ed inflazione sono più rampanti che mai. Oh, ma i guai non finiscono qui. Wile il Coyote ha caricato di polvere da sparo l'intero sistema finanziario. La FED ha creato un'enorme quantità di denaro ingozzando il sistema bancario commerciale, il quale ha preferito mantenerle "al sicuro" come riserve in eccesso alla FED. La miccia era stata spenta qualche anno fà, ora sta per essere riaccesa.

Ma leggiamo da Theory of Money and Credit:

Un aumento nello stock di moneta di una comunià significa sempre un aumento nel quantitativo di moneta in possesso di un numero di agenti economici, sia che essi siano coloro i quali hanno emesso la nuova fiat money e moneta creditizia, sia che essi siano i produttori della sostanza di cui è composta la moneta merce. Per queste persone, il rapporto tra la domanda di moneta e lo stock in loro possesso si è alterato; hanno un quantitativo relativo di moneta in surplus ed una relativa carenza di altri beni economici. Le conseguenze immediate di entrambe le circostanze è che l'utilità marginale delle unità monetarie rispetto a questi beni diminuisce. Questo influenza necessariamente il loro comportamente nel mercato. Sono in una posizione più forte come compratori. Ora esprimeranno nel mercato la loro domanda per gli oggetti che desiderano in modo più intenso di prima; sono in grado di offrire più moneta per quei beni che vogliono acquisire. E l'ovvio risultato di ciò sarà che i prezzi dei beni interessati aumenterà ed il valore di scambio relativo della moneta rispetto ad essi diminuirà in modo speculare.

Ma questo rialzo dei prezzi non sarà assolutamente ristretto solo al mercato dei beni desiderati dagli iniziali possessori della nuova moneta. In aggiunta, quelli che hanno portato questi beni nel meracto avranno i loro redditi ed il loro stock di moneta aumentati in modo proporzionale e saranno, a loro volta, nella posizione di domandare in modo più intenso i beni che desiderano, i quali aumenteranno anch'essi i loro prezzi. Perciò l'aumento dei prezzi continuerà, con un effetto calante, finché tutti i beni, alcuni di più, altri di meno, ne saranno influenzati.

L'aumento nella quantità della moneta non significa un aumento nel reddito per tutti gli individui. Al contrario, quei segmenti della comunità che sono gli ultimi ad essere raggiunti dalla quantità addizionale di moneta avranno i loro redditi ridotti, come conseguenza del decremento del valore della moneta provocato dall'aumento della sua quantità.


Ed ancora:

Poiché l'aumento della quantità di moneta è a favore, in primo luogo, di un numero limitato di agenti economici e non da tutti, l'aumento dei prezzi all'inizio abbraccerà soltanto quei beni che sono domandati da queste persone; inoltre, essi ne saranno influenzati in modo più marcato rispetto ai beni verranno influenzati successivamente. Quando l'aumento dei prezzi si espande ulteriormente, se l'aumento della quantità di moneta è soltanto un fenomeno transiente, non sarà possibile che l'iniziale differenziale di aumento di prezzi venga mantenuto; un certo grado di aggiustamento ci sarà. Ma non ci sarà un aggiustamento così completo da far si che tutti i prezzi aumentino nella stessa proporzione. I prezzi dei beni, dopo l'aumento dei prezzi, non avranno più la stessa relazione gli uni con gli altri che avevano prima del suo inizio; la diminuzione del potere d'acquisto della moneta non sarà quindi uniforme riguardo a differenti beni economici.


Abbiamo quindi scoperto che:
  1. la politica monetaria serve ad arricchire alcuni (i primi a ricevere la moneta) a spese degli altri (gli ultimi), attraverso il furto.
  2. l'elite politica si aggrappa alla teoria Keynesiana secondo cui solo il governo è capace di "aggiustare" le forze di mercato.

Ora, attendo con ansia l'apologia di Gertrude Coogan tanto per avere la schiera dei fessacchiotti al completo. Il Keynesianismo era fallito già nel 1936. Perché? Perché è un mondo di aumenti infiniti dei deificit del governo. E' un mondo di infiniti aumenti delle basi monetarie da parte delle banche centrali, inzeppate da IOU dei governi. E' un mondo in cui pistole e distintivi trasformano le pietre in pane.


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