sabato 30 luglio 2011

Zombageddon





di Johnny Cloaca


Come diceva Friedrich Hayek, attenzione a quei pianificatori centrali che considerano il popolo come loro cavie da laboratorio e le politiche monetarie interventiste le loro soluzioni da testare sulla popolazione stessa. Alchimisti. I vari dementi alla guida delle banche centrali sono dei semplici alchimisti che fanno esperimenti con le politiche monetarie, testando questo o quel prodotto ed incrociando le dita affinché funzionino per "curare" la malattia che loro stessi hanno dapprima scatenato. Infatti, giocando col tasso d'interesse si tenta di aggiustare un'economia che pare malata, ma invece continua ad essere mantenuta sulla strada della malattia per dare la possibilità ad un sistema basato sul furto e la negazione della libertà di contiunare a vivere. Ed eccoci arrivati a questo punto dove l'alchimista ha perso il controllo dei suoi esperimenti e brancola nel buio:

«[...] Anche con i fondi federali vicini allo zero, abbiamo un vario numero di modi in cui possiamo agire per alleggerire ulteriormente le condizioni finanziarie. Un'opzione sarebbe fornire una guida più esplicita sul periodo in cui il tasso dei fondi federali ed il bilancio rimarrebbero ai loro livelli attuali. Un altro approccio sarebbe iniziare un'acquisto di maggiori titoli o di incrementare la maturità media dei nostri possedimenti. La Federal Reserve potrebbe anche ridurre di 25 punti base il tasso d'interesse che paga alle banche sulel loro riserve, ponendo una minore pressione sui tassi d'interesse a breve termine in generale. Ovviamente, la nostra esperienza con queste politiche resta relativamente limitata ed il loro impiego comporterebbe rischi e costi potenziali.»[1]

Afferrato? Sta giocando allo scienziato pazzo. Non ha la minima idea di cosa fare.

Ma non vi preoccupate. Come nel periodo pre-QE2 si radunarono orde di Lumpen Intellettuali, anche adesso iniziano a suonare le trombe per richiamare i vari cani da riporto affinché convincano l'opinione pubblica di come sia necessario perpetrare un qualcosa che non ha apportato miglioramenti, bensì ha finito di sconquassare l'economia. E vai con i deliri. Ma tutti hanno lo stesso obiettivo: assolvere il QE2 per giustificare un eventuale QE3.

Non solo in America, anche qui da noi abbiamo zombie mangia-cervello come dimostra un certo Gawronski dalle colonne del Fatto Quotidiano che ci allieta con le sue supercazzole:

«Il ministro si circondi dunque anche di qualche keynesiano con le idee chiare su come sostenere la domanda. Si, cari lettori, il nostro sistema economico è una tecnologia sociale complessa e sofisticata: ha delle fragilità non da poco; e richiede una manutenzione adeguata: pena i disastri che osserviamo.»[2]

Da notare l'ossimoro: "keynesiano" e "idee chiare". Ovviamente, ritorna ancora una volta la fallacia dell'attuale ortodossia ecponomica secondo cui bisogna "sostenere la domanda". E chi dovrebbe farlo? Una "manutenzione adeguata", che tradotto sarebbe: l'interventismo del governo. Il suddetto imbecille, inoltre, non deve preoccuparsi, il ministro in questione è abbastanza Keynesiano da compensare il resto della squadra.

Ma la cosa che più fa scompisciare dalle risate, oltra la classica richiesta di intervento da parte della politica, è la sua citazione di un mix di fregnacce che risponde al nome di "lettera dagli economisti". Eccono una confutazione punto per punto di quell'ammasso di sciocchezze:



«Emerge qui, in tutta la sua gravità, il fallimento del progetto scientifico neoliberista, che ha largamente dominato le facoltà di economia negli ultimi trent’anni. Non solo la deregulation ha aperto le porte agli abusi finanziari e a un remake del 1929. È anche che, una volta entrati in depressione, non sanno più che pesci prendere. Hanno cancellato le teorie keynesiane, perché prevedevano la possibilità di una caduta non momentanea della domanda (“l’offerta crea sempre la sua domanda!”), e ora non sono attrezzati per suggerire misure di rilancio.»[3]

Prendete qualsiasi libro di economia mainstream, al capitolo dedicato ai cartelli si "scorderà" di trattare l'ente principe di questo tipo di organizzazione: la banca centrale. Diranno che i cartelli sono nocivi, ma non sarà incluso come esempio la banca centrale. Inoltre, come abbiamo visto nella prima citazione, i fondi federali vengono manipolati dalla FED per mantenere un tasso d'interesse molto basso...Dov'è che avivo già sentito questa "ricetta"? Vuoi vedere che questo è scritto nella General Theory...

Viene da chiedersi dove abbia vissuto tale giornalista negli ultimi 30 anni, quindi. Che ci volete fare, questo è il mondo parallelo di Keynes. Peccato solo che Gawronski non faccia ridere come Robert Benchley.

Dai commenti poi apprendiamo quanto gli zombie gli abbiano divorato il cervello:

«Come fa a dire che QE2 sta facendo cilecca?»

Fammi indovinare... La disoccupazione in crescita? Motivo per cui è stato "ufficialmente" lanciato.



«Le analisi della FED dicono che se non ci fosse sarebbe peggio.»

Peggio per chi? Cosa sarebbe peggio? Sicuramente sarebbe stato peggio per AIG, Fannie Mae e Freddie Mac, Goldman Sachs, JP Morgan, Citigroup, ecc.


«Il concetto di ‘venirne fuori’ è discutibile: il tasso d’interesse ‘di equilibrio di piena occupazione può restare negativo anche per molti anni (Giappone), e in quel caso bisogna continuare a pompare per anni.»

Analizziamo cosa è accaduto in Giappone tramite l'analisi di Bill Bonner:

[...]Hanno imaprato tutti gli sproloqui della professione economia negli ultimi 50 anni. Pensano che possono usarli per controllare l'economia. A proposito, anche il Giappone la pensava allo stesso modo. Era solo un quarto di secolo fa che le persone pensavano che il Giappone fosse magico. Allora l'economia del Giappone non era così tanto gestita dal MITI, il suo consiglio di pianificazione industriale. Gli economisti esteri ammiravano così tanto il lavoro dei pianificatori che esortavano gli Stati Uniti, l'Inghilterra ed altre nazioni a seguire l'esempio giapponese. Erano inconsapevoli che i più grandi successi nel Giappone derivavano da industrie in cui gli mprenditori e gli uomini d'affari erano stati capaci di ignorare il MITI. Nell'industria automobilistica, per esempio, il MITI disse a Honda e Toyota di tenersi alla larga dal mercato statunitense. Era troppo competitivo, dissero i pianificatori. Ma i creatori di macchine giapponesi si lanciarono lo stesso – con risultati spettacolari.

Quando l'economia giapponese saltò nel 1989, i pianificatori presero in mano le redini immediatamente. Invece di lasciare che la crisi lavasse via la capacità in eccesso ed il cattivo debito che la accompagnava, sostennero l'intero sistema con tassi d'interesse a zero ed enormi deficit. A compagnie che avrebbero dovuto sdebitarsi o fallire, fu permesso di rimanere in attività – indefinitamente. Le banche che hanno detenuto il debito delle imprese zombie non furono mai forzate a ripulire i loro armadi. Perchè avrebbero dovuto in fin dei conti, quando il costo della riserva era così basso? Queste politiche stavano effettivamente a significare che la correzione era ostacolata. Il settore privato non fu mai purgato dai suoi errori. Invece gli errori furono rifinanziati a tassi ultra-bassi.

Il settore pubblico in Giappone è debole e zombificato. Il debito di governo è il doppio del PIL del Giappone. Al ritmo attuale, il totale sarà tre volte il PIL per il 2020. Già tale debito sminuisce la capacità del Giappone di ripagarlo; è 20 volte le entrate erariali. Almeno nel dirigersi verso un debito equivalente al 300% del PIL il Giappone non andrà in bancarotta; non può...è già in bancarotta. Il Giappone è intrappolato nella sua stessa pianificazione centrale in un gioco finale che minaccia di essere ancora più punitivo e sconvolgente della depressione che affrontò la nazione nel 1921.


«Cmq sono manovre keynesiane ortodosse, non eterodosse, perché danno soldi alle banche non alle famiglie: dunque sono troppo deboli.»

Giusto! Non era abbastanza! Ancora, ancora!


«Dai soldi alla gente che ha bisogno di spendere oggi, e avrai più domanda.»

Ceeeeeerto!!! Più carta per tutti = più ricchezza per tutti. Ottimo, un'altro demente da aggiungere alla lunga lista di zombie Keynesiani che tantano di divorare il cervello dei poveri ignari che si apprestano a leggere le sue deliranti conclusioni.

Ma credo di avere un'idea da chi Gawronski abbia pescato le cagate che ha scritto:

«L’intero modello economico è sbagliato. La paura dell’inflazione dei prezzi ha impedito ai governi di usare il potere sovrano per creare moneta e il credito che serve alle necessità delle proprie economie nazionali.»[4]

La solida brodaglia Keynesiana trita e ritrita già sponsorizzata da Krugman al tempo del "panico" pre-QE2. Ora siamo al panico pre-QE3 dove questi dementi, come la Greenbacker Ellen Brown, stanno dicendo: "Ehi! Lo stimolo non era abbastanza, ci sono Stati sull'orlo della bancarotta che aspettate a pompare nel culo delle persone altri soldi?" Lo faranno. Questi cretini servono solo a creare l'ambiente adatto tra l'opinione pubblica. Come sarà anche innalzato il tetto del debito. Tanto per la cronaca: il credito lo si acquisisce dai risparmi reali, non dalla carta svolazzante creata alla cazzo di cane.

Le immonde cazzate della Brown vengono riproposte a rotazione, potete scorgerne un'accurata analisi qui, qui e qui.


In conclusione, per l'angolo del buonumore, una notizia che farà piacere a coloro che amano alla follia l'inflazione monetaria e continuano a scassare i coglioni sostenendo che l'inflazione nei prezzi è solo un sogno di una notte di mezza estate. Un'altra indicazione che il denaro del QE2 sta iniziando a fuoriscire dalle riserve in eccesso su cui siedono le banche arriva da questa notizia riguardante Citigroup. Secondo l'articolo, Citigroup ha iniziato ad ingaggiare svariati investment bankers e stilare progetti per nuove branche in tutto il mondo, incluse più di 200 nelle maggiori città degli Stati Uniti. La banca è nel bel mezzo di un raggruppamento dei suoi sistemi tecnologici - uno sforzo enorme conosciuto come Project Rainbow - e di una spesa di 1$ miliardo l'anno per sostenere i suoi preziosi servizi di transazioni mondiali.

All'attento lettore capire cosa succederà una volta che questo denaro fluirà nell'economia.


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Note

[1] Presidente Ben S. Bernanke, Semiannual Monetary Policy Report to the Congress Before the Committee on Financial Services, U.S. House of Representatives, Washington D.C., 13 Luglio 2011.

[2] PierGiorgio Gawronski, Perché i mercati crollano, Il Fatto Quotidiano, 18 Luglio 2011.

[3] PierGiorgio Gawronski, Gli economisti ci salveranno, Il Fatto Quotidiano, 15 Luglio 2011.

[4] Ellen Brown, Perché le banche non concedono prestiti: la tacita contrazione monetaria.

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