martedì 19 luglio 2011

Una Breve Storia dei Default degli Stati Uniti

Dopo il 30 Giugno la prossima data da cerchiare sul calendario sarà il 3 Agosto, giorno ultimo per concordare l'innalzamento del tetto del debito degli Stati Uniti. Di sicuro è una data importante. Solo che però questo balletto è una farsa, poiché, infine, il tetto del debito sarà innalzato e l'unica cosa che ha salvato il governo degli Stati Uniti da un default fino a questa data è stato il suo default per gli IOU dei fondi pensione. Le passività dello Stato Sociale sono insostenibili.

Ma non sarebbe la prima volta, comunque, che gli Stati Uniti andrebbero in default.
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di John S. Chamberlain


Il 13 luglio il presidente degli Stati Uniti è uscito rabbioso dai negoziati dell'innalzamento del tetto del debito dal suo massimo legislativo di 14.294$ trilioni di dollari. Ciò ha provocato un nuovo giro di considerazioni sul se gli Stati Uniti possano andare in default per i propri obblighi finanziari. In queste circostanze, è utile richiamare i precedenti esempi in cui ciò è avvenuto e gli effetti di quei default. Studiando i default del passato, possiamo ottenere delucidazioni per pronosticare quali futuri default possono avvenire.



Il Default per la Valuta Continental del 1779

Il primo default degli Stati Uniti fu sulla loro prima emissione di debito: la valuta Continental emessa dal Congresso nel 1775. Nel Giugno del 1775 il Congresso degli Stati Uniti d'America, ubicato a Philadelphia, rappresentante i 13 Stati dell'unione, emetteva buoni di credito per un'ammontare di 2 milioni di dollari spagnoli zigrinati da essere pagati in quattro anni in quattro rate annuali. Il mese successivo fu emesso un addizionale milione. Ne seguì una terza emissione da 3 milioni. L'anno successivo emetterono ulteriori 13 milioni di banconote. Questi erano i primi "dollari Continental", che erano usati per finanziare la guerra di rivoluzione contro la Gran Bretagna. Le emissioni continuarono fino a quando non si arrivò a 241 milioni di dollari, senza contare le falsificazioni inglesi.

Il Congresso non aveva potere di tassazione, così rese ognuno dei diversi Stati responsabile per la convertibilità di una proporzione delle banconote in accordo alla popolazione. L'amministrazione di queste banconote fu delegata ad un "Consiglio del Tesoro" nel 1776. Rifiutare le banconote o riceverle al di sotto della parità era punibile col taglio delle orecchie e con altre punizioni orribili.

Le banconote si deprezzarono progressivamente mentre le persone comprendevano che né gli Stati né il loro Congresso avevano la volontà o la capacità di redimerle. Nel Novembre 1779, il Congresso annunciò la svalutazione di 38.5 a 1 dei Continental, il che equivaleva ad una ammissione di default. In questo anno il rifiuto ad accettare queste banconote divenne diffuso ed il commercio fu ridotto al baratto, causando sporadiche carestie ed altre indigenze.

Infine, il Congresso concordò di redimere le banconote a 1,000 a 1. Ad un tasso di 0.82 oncie troy a dollaro spagnolo zigrinato e 38$ (2011) dollari a oncia troy d'argento, questo primo default risultò in una perdita complessiva di circa 7$ miliardi di dollari per il popolo americano.

Benjamin Franklin considerò la perdita come una tassa. La memoria della sofferenza e dello sconvolgimento economico causati da questa "tassa" e da simili banconote di credito emesse dagli Stati, influenzò il contratto della Costituzione, che fu adottata nel 1789:

«Gli Stati non potranno concludere trattati, alleanze o patti confederali; né accordare permessi di preda e rappresaglia, né battere moneta; né emettere titoli di credito; né consentire che il pagamento dei debiti avvenga in altra forma che non sia con monete d'oro o d'argento; né approvare bill of attainder, né leggi con valore retroattivo, né leggi che disconoscano in qualche modo l'efficacia delle obbligazioni contrattuali.»



Il Default per i Prestiti Interni

In aggiunta alla sua emissione di valuta, il Congresso prese in prestito denaro sia internamente che all'estero. Il debito interno raggiunse circa gli 11$ milioni di dollari spagnoli. L'interesse su questo debito era pagato principalmente da denaro ricevuto dalla Francia e dall'Olanda come parte di prestiti separati. Quando questa fonte di finanziamento si esaurì, il Congresso andò in default per il suo debito interno iniziando dal primo Marzo 1782. Fu data parziale soddisfazione a questi debiti in seguito, con l'accettazione di banconote per i pagamenti delle tasse ed altri fattori indiretti. Col Funding Act del 1790, il Congresso ripudiò totalmente questi prestiti, ma offrì di convertirli in nuovi debiti con termini meno favorevoli, commemorando in tal modo il default sottoforma di legge Federale.



Il Default per i Greenback del 1862

Dopo la guerra di rivoluzione, il Congresso degli Stati Uniti si adoperò solo in emissioni limitate di debito e valuta, lasciando i problemi della finanza pubblica agli Stati ed alle banche (queste entità andarono in default su base regolare fino al Panico del 1837, in cui un crescendo di default statali condussero all'invenzione del termine "ripudio del debito"). Nell'Agosto 1861, questo equilibrio tra la finanza locale e federale cambiò per sempre quando la Guerra Civile indusse il Congresso a creare una nuova valuta che divenne conosciuta come il "greenback" dovuto al colore verde del suo inchiostro. I greenback originali erano 60$ milioni in banconote da 5$, 10$ e 20$ che erano redimibili in monete di metallo in ogni momento ad un tasso di 0.048375 oncie troy d'oro a dollaro. Meno di cinque mesi dopo, nel Gennaio 1862, il Tesoro degli Stati Uniti andò in default per queste banconote fallendo nel redimerle a richiesta.

Dopo questo fallimento, il Tesoro fece emissioni successive di greenback come banconote "a corso legale" le quali non erano redimibili a richiesta, eccetto mediante il cambio estero, e non potevano essere usate per pagare tariffe doganali. Dipendenti dalle fortune di guerra, queste banconote erano commerciate ad un range di sconto che andava dal 20% al 40%. Con lo stratagemma di monetizzare questa valuta con i bond ed il pagamento solo dell'interesse su quei bond con oro acquisito tramite tasse doganali, il partito di Lincoln finanziò la Guerra Civile senza ulteriori default.



Il Default per i Liberty Bond del 1934

Il finanziamento del governo degli Stati Uniti raggiunse un nuovo livello con la sua entrata nella Grande Guerra, ora conosciuta come "Prima Guerra Mondiale". Le nuove imprese del governo includevano manutenzione ed operazioni con la flotta mercantile, produzione di munizioni, nutrimento ed equipaggiamento dei soldati a sue spese e molte altre cose costose che non erano mai state fatte prima, oppure fatte ma solo su più piccola scala.

Per finanziare queste attività, il Congresso emise una serie di obbligazioni conosciute come "Liberty Bond" sin dal 1917. Le serie preliminari erano convertibili in emissioni di serie successive a termini progressivamente più favorevoli finché il debito veniva inserito nel quarto Liberty Bond, datato 24 Ottobre 1918, un'emissione totale da 7$ miliardi di dollari, a 20 anni, al 4.25%, pagabile in oro ad un tasso di 20.67$ oncia troy.

A quel tempo Franklin Roosevelt entrò in carica nel 1933, i pagamenti dell'interesse stavano drenando l'oro del Tesoro; e visto che il Tesoro aveva solo 4.2$ miliardi d'oro era ovvio che non ci sarebbe stato modo di pagare il capitale quando sarebbe arrivato il 1938, senza parlare delle spese e di altri obblighi. Questi altri obblighi erano considerevoli. Sin dal 1890 il Tesoro era stato a corto d'oro e finanziò questo deficit emettendo nuovi bond per attirare l'oro al fine di pagare l'interesse delle precedenti emissioni. Il risultato fu che nel 1933 il debito totale era di 22$ miliardi e la quantità d'oro necessaria per pagare anche solo l'interesse sarebbe stata presto insufficiente.

Per questa esigenza Roosevelt decise di andare in default per l'intero debito posseduto dal paese rifiutandosi di redimere in oro agli americani e svalutando il dollaro del 40% rispetto alle altre valute. Agendo in questo modo il Tesoro fu in grado di operare pagamenti parziali e mantenere gli scambi esteri con i partner commerciali fondamentali degli Stati Uniti.

Se fissiamo il prezzo dell'oro a quello odierno di 1,550$ per oncia troy, la perdita totale per gli investitori dalla svalutazione fu approssimativamente di 640$ miliardi in dollari del 2011. Il risultato generale del default fu un intensificarsi della depressione, riduzioni commerciali e il contributo a fomentare la Seconda Guerra Mondiale.



Il Default Monetario del 1979

Il Tesoro degli Stati Uniti andò in default accidentalmente per un piccolo numero di buoni durante la crisi del limite del debito del 1979. A causa di una confusione amministrativa, 120$ milioni in buoni da pagare il 26 Aprile, il 3 Maggio ed il 10 Maggio non vennero pagati secondo i termini stabiliti. Il Tesoro infine pagò il valore di facciata dei buoni, ciononostante fu avanzata una class-action, Claire G. Barton v. United States, nella corte Federale del Central District of California sul se il Tesoro avesse dovuto pagare un interesse addizionale per il ritardo. Il governo decise di evitare qualsiasi ulteriore pubblicità dando agli investitori abbandonati quello che volevano piuttosto che cavalcare l'onda dell'immunità sovrana. Uno studio economico dell'affare concluse che il risultato netto fu un lieve e permanente aumento nei tassi d'interesse dei buoni ordinari del Tesoro.



Cosa Accadrà ad Agosto 2011?

Molte persone si stanno domandando della possibilità di un default del Tesoro il 3 Agosto 2011, quando, secondo le proiezioni del Tesoro stesso, non sarà più in grado di soddisfare tutte le spese senza prestiti addizionali.

In questo caso, è improbabile che avvenga un default. Storicamente, i governi danno la priorità al debito rispetto ad ogni altra spesa. Se l'espansione dei fondi mediante il debito diventa impossibile, il Tesoro smetterà di pagare altre spese prima, iniziando con le spese "non-essenziali" e poi fino alle spese obbligatorie per arrivare infine ai diritti dell'assistenza sociale.

In extremis, quello che accadrà è che tutte le perdite saranno imposte alla Federal Reserve. La FED possiede qualcosa come 1.6$ trilioni in debito emesso dal Tesoro degli Stati Uniti. Dato l'acquisto della Federal Reserve di blocchi di debito del Tesoro e dato un default per questi titoli non posseduti da investitori, gli Stati Uniti possono posticipare un default rispetto agli investitori reali grossomodo per sempre.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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