lunedì 11 luglio 2011

La Prossima Crisi Finanziaria

Siamo davvero alle comiche se anche Krugman s'è accorto delle riserve in eccesso. Non sorprenderebbe, poco alla volta ci stanno arrivando tutti a comprendere come il sistema economico sia stato riempito di polvere da sparo pronta a detonare da un momento all'altro. Alan Greenspan continua a ripeterlo; quindi, semmai questo denaro dovesse entrare nel sistema non è chiaro come Bernanke reagirà, ma sicuramente dovrà innalzare drasticamente i tassi d'interesse. La BCE ha alzato quelli dell'euro di un altro quarto di punto, ma non basta; si prepara inoltre a comprare tutta la spazzatura possibile del Portogallo. La Cina invece avrà presto a che fare col bust della sua enorme bolla immobiliare. Saremo presto divorati da un branco di zombie, passate una buona giornata.
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di Gary North


I media finanziari mainstream stanno raccontando storie sulla prossima crisi finanziaria. Non se ne era sentito parlare da due anni, durante la cosiddetta ripresa economica. La ripresa é stata così fiacca che la vecchia fiducia pre-2008 non è ritornata.

Il primo segno di "questa volta è diverso" è stata l'affermazione del Segretario del Tesoro Geithner, che ha ricevuto ampio seguito, secondo cui ci sarà un'altra crisi.

Il 18 maggio il Daily Beast ha riportato una storia sull'inaspettata presenza di Geithner alla proiezione iniziale di un film dell'HBO, Too Big to Fail, il quale mette su pellicola la crisi di fine 2008, durante la quale Geithner era presidente della Federal Reserve di New York. In un'intervista, Geithner ha detto ciò: "Tornerà. Ci sarà un'altra tempesta. Ma non presto."

Ciò era sicuramente esplicito per un Segretario del Tesoro. Non è stato specifico, ma dire che un'altra crisi arriverà è stato eccezionale. Ha aggiunto ciò: "Non sarà possibile per le persone percepire il rischio con perfetta prevedibilità e conoscenza."

Ciò è stato incredibilmente esplicito. Si riferisce all'ingenua fiducia secondo cui i regolatori possono ideare formule che impediranno che il sistema venga colpito da certe mini-crisi inaspettate che innescherebbero un ampio collasso sistemico. Egli ha riconosciuto che l'analisi del rischio, basata sulla statistica, non può competere con l'incertezza: sono eventi al di fuori della legge dei grandi numeri che funge da base per la statistica. Ludwig von Mises discusse di ciò nel 1949 e Frank H. Knight scrisse un libro su questo argomento nel 1921: Risk, Uncertainty and Profit. Nassim Taleb ha chiamato ciò un evento imprevedibile (black swan). In qualunque modo venga chiamato, un tale evento silura i piani meglio studiati dei regolatori del governo come anche gli statisti che consigliano le banche indebitate.

"Le cose andranno in pezzi", ha detto Geithner. "Non avevamo programmi e nemmeno strumenti.... La vita è fatta di scelte. Non avevamo buone scelte.... Abbiamo permesso l'emersione di questo enorme sistema finanziario senza alcun limite costruttivo.... La grandezza dello shock è più grande rispetto a quello che ha accelerato la Grande Depressione."

Questa è la linea ufficiale del governo, col Segretario del Tesoro Hank Paulson usato per persuadere il Congresso a sganciare 700$ miliardi in prestiti TARP. Ha giustificato gli scambi al valore di facciata di debito liquido del Tesoro nel portafoglio della Federal Reserve con asset tossici posseduti dalle grandi banche. Ha giustificato il pacchetto di stimolo del 2009 di altri 830$ miliardi.

L'autore dell'articolo ha correttamente fatto notare: "Alla fine i contribuenti hanno salvato le banche di Wall Street, con Geithner & Co che iniettavano abbastanza capitale da proteggerle da cattive scommesse." E' esattamente quello che é accaduto.



GEITHNER SI RITIRA

Il 6 giugno Geithner ha parlato al meeting dell'American Bankers Association ad Atlanta. Qui la sua analisi è stata completamente differente da quello che aveva rivelato alla proiezione del film. Si scopre che il sistema è stato salvato dagli investitori, non dal governo e dalla Federal Reserve.

Delle 15 istituzioni finanziarie negli Stati Uniti prima della crisi, solo nove restano come entità indipendenti:

«Coloro che sono sopravvissuti sono stati in grado di raccogliere capitali dagli investitori privati, accontentando significativamente gli azionisti esistenti. Abbiamo ricorso a stress test per dare al mercato privato la capacità – mediante requisiti straordinari di divulgazione ed obiettivi precisi per quanto capitale ci fosse bisogno per queste istituzioni – per distinguere tra quelle istituzioni che avevano bisogno di rafforzare la loro base di capitale e quelle che non ne avevano bisogno.»

Non ha menzionato che la ragione del perché gli investitori sono accorsi al salvataggio era che i vincitori sono stati salvati dai contribuenti e dalla Federal Reserve.

La regolamentazione ci ha salvati, ha insistito, e ci continuerà a salvare:

«Abbiamo ora l'autorità di sottomettere tutte le grandi istituzioni finanziarie che operano negli Stati Uniti a vaste limitazioni sulla presa di rischio. Ciò rappresenta un cambiamento radicale rispetto il periodo antecedente la crisi, quando più di metà delle attività finanziarie nella nazione che erano coinvolte nel "settore bancario" dalle banche alle grandi compagnie finanziarie, AIG e Fannie Mae & Freddie Mac, operavano al di fuori di questi limiti.

Ed i mercati dove le aziende si riunivano – come i mercati dei derivati non quotati in borsa – saranno ora sottomessi ad una supervisione, una volta che i regolatori finalizzeranno ed implementeranno nuove regole autorizzate dalla Dodd-Frank. Ora abbiamo strumenti più forti per limitare il rischio che il fallimento di un'azienda potrebbe generare nei mercati indebolendo il resto del sistema.

In generale, e questo è il test più importante di risposta alla crisi, il sistema finanziario degli Stati Uniti è ora in una posizione per finanziare un'economia crescente e non è più una fonte di rischio per la ripresa.»

Ha concluso con questa promessa ispiratrice: "Quindi noi faremo quello che sarà necessario fare per rendere il sistema finanziario degli Stati Uniti più forte. Lo faremo con attenzione. E mentre lo faremo, porteremo il mondo con noi."

Questo era esultare per la regolamentazione del governo. Questo è quello che ci si aspettava. Il problema è questo: è una ritirata dalla sua ammissione alla proiezione del film.



LE GAFFE DI GEITHNER

Simon Johnson lo ha rimproverato il 9 giugno nel New York Times, in un articolo intitolato: "The Banking Emperor Has No Clothes". Johnson era il capo economista del Fondo Monetario Internazionale ed è un membro della Systemic Resolution Advisory Committee, una branca del F.D.I.C. Ha detto che Geithner è ingenuo se pensa che possa esistere un alto livello di sicurezza nel sistema bancario. Si lamenta che Geithner sia troppo ottimista.

Primo, egli ci ricorda che il governo ha salvato le banche. Ci ricorda dell'ammissione di Geithner durante l'intervista del film. Secondo, ci ricorda che il sistema bancario internazionale è interconnesso.

«Ma le grandi banche in quasi tutte le grandi nazioni hanno avuto seri problemi, incluse quelle in Inghilterra e Svizzera – dove i dirigenti ora parlano apertamente di potenziali possibilità di ulteriori disastri. Le banche francesi e tedesche hanno concesso ampie quantità di prestiti imprudenti alla periferia dell'Europa ed hanno fortemente respinto requisiti di capitale più alti, aiutando a creare l'attuale contagio potenziale in tutta l'eurozona (e ciò spiega inoltre perché gli europei sono così fissati nel mantenere il controllo del Fondo Monetario Internazionale).»


Geithner ha sostenuto ad Atlanta che le banche degli Stati Uniti sono meno condensate rispetto alle banche delle altre nazioni. Ma come ciò potrebbe salvare le nostre banche da una crisi che è innescata all'esterno degli Stati Uniti? "Il più serio errore di Mr. Geithner è di credere che possiamo gestire il fallimento di una megabank globale col modello della Dodd-Frank".

«Il pensiero di Mr. Geithner sulla grandezza delle banche è completamente fallace. La lezione dovrebbe essere: le grandi banche si sono messe nei guai quasi dovunque; le banche negli Stati Uniti sono molto grandi ed hanno un incentivo a diventare più grandi, una o più di queste banche raggiungeranno presto l'orlo del fallimento.»


Johnson poi arriva alla famosa morale della favola. La morale della favola è questa:

«Non c'è un meccanismo transfrontaliero di soluzioni oppure un altro modello che gestirà il fallimento di una banca come Citigroup, JP Mprgan Chase o Goldman Sachs in un modo ordinato. Le sole tecniche disponibili sono quelle usate da Mr. Geithner e dai suoi colleghi a settembre 2008 – una folle corsa per trovare compratori degli asset, sostenuti dalla Federal Reserve e da altre garanzie del governo per i creditori.»

Che ciò compaia sul New York Times è indicativo dell'estensione con cui la vecchia fiducia nel sistema bancario stia scomparendo.



FELDSTEIN DA LA SUA OPINIONE

Il Wall Street Journal, 8 giugno, pubblica una colonna di Martin Feldstein, che servì come presidente del Consiglio dei Consiglieri Economici sotto Reagan. E' un membro della facoltà di Harvard.

Feldstein è un Keynesiano. Ha una reputazione come conservatore. E' tra i contribuenti del Journal. E' considerato un conservatore perché è a favore di riduzioni delle tasse. Ma favorisce anche la spesa federale in tempi di crisi. In qualche modo, ha dichiarato come sia necessario un deficit minore.

Ha detto che gli 830$ miliardi del pacchetto di stimolo di Obama non hanno garantito un risultato longevo. "Il pacchetto di stimolo, sia per la sua grandezza che per la sua struttura, è stato inadeguato a compensare l'enorme declino nella domanda aggregata." Il denaro sarebbe dovuto andare al Dipartimento della Difesa:

«L'esperienza mostra che la migliore forma produttiva dello stimolo fiscale temporaneo è la spesa del governo direzionata. Il modo più ovvio per raggiungerla nel 2009 è stato riparare e rimpiazzare l'equipaggiamento militare usato in Iraq ed Afghanistan che altrimenti sarebbe stato fatto in futuro. Ma lo stimolo di Obama non ha dato nulla al Dipartimento della Difesa. Invece il presidente Obama ha permesso alla leadership democratica nel Congresso di progettare un pacchetto intricato di trasferimenti a Stati e governi locali, di trasferimenti maggiori agli individui, di riduzione temporanea delle tasse per i contribuenti a basso reddito, ecc. Quindi abbiamo contratto un maggiore deficit senza una crescita economica.»

Questo è Keynesianismo allo stato puro. E' una chiamata a spendere di più durante una recessione. Quindi, se ci dovesse essere un'altra crisi fiscale, la raccomandazione di Feldstein sarebbe uno stimolo maggiore. Il problema per lui è questo: con l'economia in rallentamento, essa sarà ancora più vulnerabile ad un evento imprevedibile.


«Secondo, stiamo sperimentando un rallentamento economico, dice, perché Obama non renderà permanenti i tagli delle tasse di Bush. Ciò creerà incertezza nelle menti degli investitori.»

Ciò potrebbe farlo sembrare un economista attento alla parte dell'offerta. Non lo è. E' un Keynesiano tradizionale.

Terzo, c'è il deficit.

«Un terzo problema ha origine dalla mancanza dell'amministrazione di un piano esplicito per affrontare i futuri deficit di bilancio e l'esplosivo debito nazionale. Ciò crea incertezza per futuri aumenti delle tasse e dei tassi d'interesse che ostacolano la spesa delle famiglie e l'investimento delle imprese.»


Quarto, c'è la politica ufficiale del dollaro forte che ha condotto al declino del dollaro. Ma non fa mai riferimento alla strategia della Federal Reserve: QE2.

Quali sono le nostre prospettive? Non é ottimista.

«L'economia continuerà a soffrire finché non ci sarà una politica economica coerente e vantaggiosa. Ciò vuol dire condurre sotto controllo i deficit a lungo termine senza aumentare le aliquote fiscali marginali – tagliando le spese del governo e limitando le spese tributarie che sostituiscono la spesa diretta del governo. Vuol dire abbassare le aliquote fiscali sulle imprese e gli individui per spronare gli imprenditori e gli investimenti. Ciò vuol dire riformare la Previdenza Sociale e l'Assistenza Sanitaria per proteggere gli standard di vita dei futuri pensionati mentre si limitano i costi per i contribuenti futuri.

Tutte queste cose sono fattibili. Ma l'amministrazione Obama non le ha fatte e non mostra alcuna inclinazione a farle in futuro.»

Quindi, ecco un economista di Harvard che dice che avevamo bisogno di uno stimolo più grande di quello del 2009, ma ora dobbiamo ridurre la spesa. Abbiamo anche bisogno di riformare la Previdenza Sociale e l'Assistenza Sanitaria, mentre si protegge il futuro dei pensionati e si limitano i costi. Tutto ciò è fattibile.

Tutto ciò è assolutamente senza senso. La politica dell'Assistenza Sanitaria e della Previdenza Sociale non è cambiata in 40 anni perché non esiste un modo politicamente accettabile per limitarne i costi. Gli elettori voteranno contro chiunque suggerisca una tale riforma. Agli elettori è stata promessa la luna dai Keynesiani, e non tollereranno che tale sogno venga infranto. In breve, nessuna delle cose che Feldstein suggerisce è fattibile, all'infuori della monumentale crisi che permette al Congresso di iniziare a dissanguare bestiame elettorale specifico. E quando questa crisi arriverà, Feldstein raccomanderà senza dubbio un maggiore deficit, col denaro che fluirà nel Dipartimento della Difesa.

Questa è l'opinione dell'Establishment di Wall Street.



WIGGIN LO DICE A CHIARE LETTERE

Poi c'era un articolo su Forbes, uno sfogo tradizionale, scritto da Addison Wiggin di Agora. Inizia così:

«"Ci sarà definitivamente un'altra crisi finanziaria dietro l'angolo", dice la leggenda degli hedge fund Mark Mobius, "perché non abbiamo risolto nessuna delle cose che hanno causato la crisi precedente."»

Mobius è un manager hedge fund leggendario. Se pensa che ci sarà un'altra crisi, saremmo saggi a dargli retta.

Wiggin pensa che la crisi del debito greca è un buon candidato a fare da punto d'innesco:

«La crisi greca è anzitutto per le banche francesi e tedesche che sono state abbastanza sciocche in primo luogo a prestare denaro alla Grecia. Su quali tipi di contratti derivati legati al debito greco sono sedute sopra? Quale catastrofe mondiale seguirebbe se la Grecia non ripagasse fino all'ultimo centesimo?

Questa è una domanda retorica, dal momento che i bilanci delle banche europee sono perfino più opachi rispetto a quelli americani. Qualunque sia l'attuale risposta, è abbastanza spaventoso che la Banca Centrale Europea abbia rifiutato di parlare dei possessori del debito sovrano greco che potrebbero soffrire di perdite sostanziali o totali, anche se la Grecia allungasse i termini dei suoi pagamenti.»


La BCE è determinata a proteggere le banche Troppo Grandi per Fallire. Dice sempre che non presterà più denaro la governo greco, ma lo fa sempre. Invoca maggiori salvataggi da parte del governo francese e tedesco. Il gioco deve andare avanti!

«Non otterrà nulla. Affondare nel pegno non è mai una cosa buona per uscire dai debiti. E ad un certo punto, questo esercizio di colpire il barattolo finirà. Quando accadrà, avrete la prossima crisi finanziaria.»




CONCLUSIONE

Siamo avvertiti in anticipo dai media finanziari: aspettatevi un'altra grande crisi. I salvataggi non sono stati abbastanza. L'espansione della base monetaria non è stata abbastanza. La nuova struttura regolatoria Dodd-Frank non è abbastanza.

Il sistema bancario internazionale è un sistema interdipendente ed interconnesso. Il sistema non è trasparente. Anche se lo fosse il livello di debito – credito degli IOU – sarebbe enorme. Wiggin commenta:

«Le stime sulla quantità di derivati che ci sono nel mondo varia. Una stima che si sente spesso è 600$ triliardi. Ciò coincide con la congettura di Mobius di 10 volte il PIL annuale del mondo. "I derivati sono regolamentati?" chiede Mobius. "No. Si trae ancora crescita dai derivati? Si."

In altre parole, qualcosa sulla falsariga dei mutui garantiti da ipoteca si aggira là fuori, pronta ad innescare un'altra crisi come quella del 2007-2008.»


Non esiste alcuna formula per affrontare ciò. Non esiste alcuna risposta del governo che attende nell'ombra. Ci sarà un'altra crisi. E quando arriverà, la risposta sarà la stessa: preservare la solvenza delle più grandi banche, a spese del contribuente e della banca centrale. Quando si parla di salvataggi ed inflazione della banca centrale, tutto è "fattibile". E pertanto sarà fatto.



[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


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