venerdì 4 marzo 2011

L'Innominata






di Johnny Cloaca


Mentre tutto il mondo si sta occupando del beduino col sacco a pelo e si pondera sulle eventuali emergenze (iniziamo a tagliare un pò il welfare a pioggia e poi ci faremo quattro risate), qualcuno sta tentando di ficcarvi le mani in tasca. E' un vizio sempre presente tra le fila dei monopolisti. Ci campano, è il loro mestiere, lo sanno fare bene. E quindi, nonostante ci sia una grossa confusione sui termini, è passata senza grande sbigottimento la notizia secondo cui l'inflazione è in ascesa.

Ora, prima che andiate a prendere a parolacce i benzinai meglio riflettere su un paio di cose che ancora paiono poco chiare alla maggioranza delle persone:

«Mercato Azionario - Ancora tendente al ribasso nel breve termine. Faber mette in guardia che questa tendenza al ribasso potrebbe continuare anche nel lungo termine fintanto che il mondo stampa denaro, il che continuerà a gonfiare i prezzi nominali delle azioni. [...]
Azioni del Petrolio e dell'Energia - Il prezzo del petrolio rimarrà alto nel'immediato futuro a causa delle agitazioni e probabilmente dell'ulteriore deterioramento nel Medio Oriente, insieme alle politiche inflazionistiche da parte delle grandi banche centrali del mondo. Faber postula che il Pakistan potrebbe essere il prossimo pezzo del domino a cadere, il che potrebbe essere una catastrofe per il mondo poichè pssiede armi nucleari. Mentre il petrolio ha raggiunto di recente i 100$ al barile (WTI Crude), Faber pensa che rimarrà al di sopra dei 90$ a causa di questi fattori.»[1]


La cosa è semplice, è inutile girarci intorno. Con i debiti che rischiano di soverchiare i vari governi si ricorre alla stampa di denaro per cercare di arginare i rischi per l'establishment al comando derivanti da una tassazione diretta. L'inflazione deriva dalla stampa di denaro, il quale effetto è l'aumento dei prezzi in generale. Credo sia fin troppo chiaro questo concetto per chi frequenta Freedonia, ormai.
«L'inflazione, come questo termine è sempre stato usato ovunque e specialmente in questo paese, vuol dire aumento nella quantità di denaro, banconote in circolazione e la quantità di depositi bancari dotati di assegni. Ma le persone usano oggi il termine "inflazione" in riferimento al fenomeno che è un'inevitabile conseguenza dell'inflazione, ovvero, la tendenza di tutti i prezzi e saggi salariali a salire. Il risultato di questa deplorevole confusione è che non esiste più un termine per indicare la causa di questo aumento nei prezzi e nei salari. Non c'è più una parola disponibile per indicare il fenomeno che è stato, finora, chiamato inflazione. [...]
Non potendo parlare di qualcosa che non ha nome, non la si può combattere. Coloro che pretendono di combattere l'inflazione stanno difatti combattendo quello che è un'inevitabile conseguenza dell'inflazione, l'incremento dei prezzi. Le loro iniziative sono condannate a fallire perchè non attaccano la radice del male. Provano a mantenere i prezzi bassi mentre sono saldamente impegnati in una politica di incremento della quantità di denaro che deve necessariamente farli salire rapidamente. Finchè questa confusione terminologica non sarà completamente spazzata, non ci può essere alcun modo di fermare l'inflazione.»[2]


La confusione terminologica, come avvertiva Mises a suo tempo, ha concesso a determinate istituzioni truffatrici (ovvero, le banche centrali) di venire dipinte come coloro che combattono l'inflazione, mentre invece si ingegnano per avvelenare ancora di più il panorama economico con mirabolanti e sconclusionate politiche monetarie.

Il loro scopo non è curare l'economia, ma fare in modo che sia fedele verso coloro che la controllano. Un'aspettativa fallimentare a lungo termine.

Ma dove colpisce l'inflazione? Essendo un effetto non visibile, differentemente dalle tasse, nasconde le sue vittime. Infatti stampando denaro e ricevendolo per primo (il governo e gli amici degli amici) hanno un vantaggio non indifferente, poichè in una piccola cerchia si concentra un potere d'acquisto maggiore rispetto alla restante popolazione. Altro che signoraggio bancario! Comparato a questo meccanismo il signoraggio è come scandalizzarsi per delle chiappe al vento in una spiaggia di nudisti; il quale, inoltre, potrebbe essere semplicemente scardinato abolendo le leggi che regolano il corso legale. Con questa semplice azione metà dei problemi legati al denaro sarebbero risolti. Ma no, meglio farsi divorare il cervello dagli zombie: Frigiola, Bellia ed altra spazzatura al seguito. E poi la Brown si sorprende che il settore immobiliare è ancora in regressione.

Infatti consegnare la stampante direttamente nelle mani dello Stato sarebbe come lasciargli carta bianca per spendere senza ritegno tutti i foglietti che crea dal nulla, salvaguardando solo gli interessi che cova nei suoi programmi, come guerre, incentivi, sussidi, finanziamenti e salvataggi vari. Un facile espediente per fornire la scusa allo Stato per divenire totalitario, nazionalizzando tutto quello che toccherebbe. Invece della tassazione userebbe la stampante per sfilarvi di tasca il vostro denaro. Se siete risparmiatori, finirete in un brutto guaio. E perchè veniva "lodata" l'italia, ad esempio? Perchè, come veniva asserito, è un grande paese di risparmiatori. Una manna per i furfanti che attraverso l'inflazione uccidono il risparmio, il capitale ed il lavoro.

Non uccideranno completamente le persone, ma le lasceranno mezze morte.

Ma le subdole svalutazioni che creano inflazione sono implementate per rendere più competitivi determinati paesi a scapito di altri. Un vantaggio scorretto che costringe anche le altre nazioni ad impantanarsi in questa spirale di svalutazione della propria moneta per restare competitivi sul mercato internazionale. Ovvio che se si continua sconsideratamente su questa linea si va incontro ad una iperinflazione che mette fine ai giochi di quel paese e di quella valuta. Semmai fosse il dollaro, essendo una moneta di scambio internazionale, le conseguenze sarebbero alquanto catastrofiche per tutto il mondo.

Ma non è cancellando il denaro che si risolverebbero i problemi. Il sistema di scambio basato sul denaro è frutto di una evoluzione del tempo che ha migliorato di molto le condizioni economiche della società, basata sulle interazioni degli uomini. Fino a quando qualcuno non ha approfittato della sua posizione di monopolio ed ha distorto, per i propri fini, cosa fosse il denaro. Ora come ora non è nulla, ha perso tutto il suo valore; ma non è abolendolo che si risolverebbero i problemi basterebbe solo farlo ritornare al suo vecchio splendore, ovvero, ancorato a qualcosa di reale. Il denaro-merce. Infatti il denaro di per sè è solo un mezzo di scambio, non rappresenta la ricchezza.

Esso difatti facilita solamente lo scambio di beni e servizi. Se fosse abolito il denaro e tornasse il baratto (come ancora si va idiotamente sventolando, dando sfoggio della propria ignoranza), come farebbe il falegname a mangiare se il panettiere non avesse bisogno di una sedia? Il denaro è un mezzo per un baratto indiretto. La ricchezza di un paese non si misura da quanto denaro si stampa.

Essendo i primi a ricevere il nuovo denaro più avvantaggiati, useranno questo vantaggio per acquistare beni e servizi facendo di conseguenza aumentare i prezzi mentre i salari non aumentao simultaneamente sfavorendo coloro che riceveranno questo denaro per ultimi. Non c'è creazione di ricchezza, solo uno spostamento del capitale esistente dalla popolazione ad un gruppo ristretto di persone. Sovvenzionare lavori con botte di quattrini rastrellati dai cittadini non è creare lavori, è rubare per dare una parvenza di ripresa; ciò non genera alcuna produzione di ricchezza. Svendere le esportazioni per dare la parvenza di una ripresa non è un modo di generare ricchezza; è semplicemente affossare il potere d'acquisto delle persone redistribuendo a cazzo di cane il capitale, il tutto pagato dai cittadini. Questi trasferimenti di risorse non conducono ad un aumento del capitale, il che è la vera fonte dell'aumento dei salari.

Sono gli aumenti di capitale ed i relativi investimenti che generano ricchezza, maggiore produzione di beni ed un maggiore uso di questi nella popolazione. I beni in abbondanza sono un sinonimo di progresso e benessere (ovviamente in relazione al valore soggettivo), l'industria di massa ha consentito a tutte le fasce della popolazione di usufruire di beni che un tempo erano al di là del loro raggiungimento. Ed è in base alla produzione aumentata che a loro volta i salari aumentano. Semmai poi c'è crisi in quei settori che una volta fiorivano, il personale sarà riallocato in nuovi settori emergenti (il tutto, ovviamente, in un mercato non ostacolato).[3] Ciò, di conseguenza, non vale nel caso dell'abbondanza di denaro; anche perchè cosa ci fareste con del denaro se vi lasciassero sul monte Everest?

Infine, un'occhio all'oro:

«Per Marc Faber il rischio riguardante l'oro non è se va su o giù, bensì il rischio di non possederlo nel proprio portafoglio. L'oro potrebbe affrontare una correzione, ma questa non lo disturberà. Consiglia alle persone di continuare ad accumulare oro ed argento, investendo in questi metalli ad intervalli mensili regolari (attraverso il Dollar Cost Averaging). Basi forti favoriscono l'oro nel lungo termine non solo a causa della stampa di denaro da parte delle banche centrali, ma anche perchè la sua richiesta da parte dei mercati emergenti, come la Cina, è ad un ritmo di crescita straordinario. Nel 2010 la Cina e l'India hanno rappresentato il 50% della domanda totale d'oro. Questo numero può solo aumentare, fornendo un solido sostegno al prezzo dell'oro.»



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Note

[1] Nathaniel Crawford, Marc Faber’s March Outlook: Falling Stocks, Wicked Inflation, and Middle East Turmoil
.

[2] Ludwig von Mises, Inflation: An Unworkable Fiscal Policy.


[3] In questo caso mi piace proporre l'esempio dei "servi" di Popper. Infatti prima dell'invenzione degli elettrodomestici esistevano servi che svoglevano tutte le mansioni di casa, tra cui anche il lavaggio dei panni. Con l'invenzione della lavatrice, ad esempio, questo tipo di servizio divenne inutile e quindi coloro impiegati in questo settore dovevano essere riallocati in altri settori per poter continuare a lavorare. Il mercato, difatti, riallocò queste figure nelle industrie stesse che producevano le lavatrici.


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