sabato 30 ottobre 2010

La Parte Sopravvalutata di un Ciclo di Mercato


Si vede che oggi è il giorno delle rassegne periodiche. C'è spazio anche per la saggezza del Mogambo Guru che ci consiglia ancora una volta sul come orientarsi nel mercato finanziario. Soprattutto ora con questa baraonda economica che la FED pare alimentare sempre di più, c'è bisogno di trovare un porto sicuro in cui proteggersi dai pazzi scatentati in giacca e cravatta e da alcuni pagliacci...ops...giudici-pagliacci che si dilettano ad impersonare fonti "onniscenti di sapere".
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di Richard Daughty (alias The Mogambo Guru)


Sono appena tornato a casa dopo aver discusso con i parenti su come fossero idioti per non aver comprato oro invece di quelle stupide azioni ordinarie e fondi d'investimento comuni, e le loro risate ancora risuonano disgustosamente nelle mie orecchie quando Eric Fry qui al The Daily Reckoning ha messo un grafico del rapporto Prezzo/Utili dell'S&P500 degli ultimi 30 anni sin dal 1981.


In modo interessante nel 1981 la borsa era in un certo tipo di depressione ed il rapporto Prezzo/Utili arrivava all'incirca a 7, nella parte più bassa, al che (grazie al Congresso che autorizzava una detrazione sui fondi pensione nel 1982) il mercato azionario è proseguito per i successivi 20 anni o giù di lì a singhiozzo, fino ad aumentare, sbaldorditivamente, ad un rapporto Prezzo/Utili di quasi 30 nel 2000, per poi immediatamente cambiare rotta e continuare a cadere a singhiozzo negli ultimi 10 anni, come anche il prezzo dell'S&P è caduto. Wow! Che corsa!

Di certo c'è stato un'intero paragrafo dove io non ho urlato verso qualcosa, o trattato con Disprezzo E Disdegno da Mogambo (DEDM) gli spregevoli Alan Greenspan, Ben Bernanke o la priva di valore Federal Reserve, il Congresso e la Corte Suprema; quindi lasciatemi dire che comprare S&P500 nel 2000 a 1,600$ per ottenere un rapporto Prezzo/Utili di 30, se aveste avuto familiarità anche di sfuggita con i rapporti Prezzo/Utili nell'ultimo secolo, era assolutamente ridicolo e gli scemi che hanno comprato l'S&P500 o lo hanno raccomandato a dei prezzi così stupidamente sopravvalutati, dovrebbero avere i loro nomi e facce affissi da qualche parte in un database con la dicitura "investitori idioti e pericolosi dementi assortiti".

Dico ciò perchè il resoconto storico è cristallino: quando il rapporto Prezzo/Utili và al di sopra di 22 o giù di lì, non ci vorrà molto affinchè il prezzo dell'azione cada abbastanza cosicché il rapporto Prezzo/Utili torni giù intorno alla decina in un mercato al rialzo ed ancora più giù intorno a 5 in un rigoroso mercato al ribasso, al che non ci vorrà molto affinchè il prezzo aumenti di nuovo sulla sua via verso uno status "sopravvalutato". Questa è la natura dei cicli.

Ci sono coloro che pensano che questa cosa della documentazione storica è solo una vecchia storia, ora divenuta priva di significato in un'età di spesa a deficit del governo monumentalmente stupida, di debiti schiaccianti pandemici e di una spregevole Federal Reserve che crea sempre, sempre, sempre più, incredibilmente più, tragicamente più, catastroficamente più denaro, il che è ciò che ha causato i problemi in primo luogo!

Dall'altro lato ci sono coloro che NON considerano irrilevanti le lezioni di paio di secoli del rapporto Prezzo/Utili, e che infine pensano che il mercoledì è ancora considerato tra "gli eventi attuali".

Come, per esempio, mia moglie che voleva domandarmi dove fossi stato fino a quasi mezzanotte lo scorso mercoledì, il che immagino sia "il passato" perchè l'ho dimenticato quasi del tutto.

Quindi le ho detto: «Hey! Calma! Questa è storia antica! Perchè rivangare quella vecchia ed inutile cosa, a meno che tu non abbia voglia di menare le mani con me, il che mi porta a porre una domanda a me stesso "Hey! Vuoi menare le mani cone me? Huh? E' questo che tu vuoi davvero? Huh? E' questo? Huh? Huh?"».

Bè era, ahimè, come se anche lei fosse una di quelli che pensano che ci siano informazioni di valore nei vecchi dati, proprio come per cosa è accaduto lo scorso mercoledì oppure, se lo chiedete a lei, per cosa è accaduto con tutta questa faccenda del rapporto Prezzo/Utili. E lei sarebbe nel giusto, come io faccio notare che l'S&P500 sta attualmete offrendo un rapporto Prezzo/Utili attorno a 15 – il che è sorprendente visto che siamo in recessione e che l'S&P500 è ancora il 30% al di sotto il suo picco di oltre 1500 nel 2000, dieci anni fa! Hahaha! Idioti!

Quindi per ogni fetida oncia di Certezza Incrollabile del Mogambo (CIM) a cui posso fare appello, dico che il prezzo dell'S&P500 cadrà a singhiozzi, finchè il suo rapporto Prezzo/Utili scenderà a non meno di 7, probabilmente meno di 5 e forse meno di 4.

E ciò assumendo che gli utili non cadano, cosa che invece accadrà, e così non sarei sorpreso se l'S&P500 cada a meno di 200.

E, con una speciale enfasi ai parenti in ogni dove, chiunque che compri un paniere secondario di azioni ordinarie e bond, ma non compri oro, argento e petrolio per proteggere se stesso contro l'inflazione rombante nei prezzi al consumo che avrà luogo da una massiccia ed idiota creazione di denaro da parte della Federal Reserve cosicché il governo possa spendere a deficit quella massiccia quantità di denaro, è un babbeo.

Sorprendentemente comprare oro, argento e petrolio è una strategia d'investimento fatta specialmente per noi babbei, perchè non richiede il pensiero e "Whee! Questa cosa dell'investire è facile!"


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


Stoke the Fear

Un Robert Murphy come non lo avete mai visto dibatte con Krugman. Esilarante:





giovedì 28 ottobre 2010

Come Avverrà l'Iperinflazione

Questi ultimi giorni ho cercato di fare un riassunto generale della situazione economica mondiale (prendendo come riferimento gli USA). Dal nuovo annuncio di quantitative easing, allo spauracchio della deflazione, dal probanile acquisto di lotti di bond da parte della FED all'entrata della Cina nel mercato dell'oro. All'inizio quest'eventualità pareva remota, ma considerando chi è al timone della nave economica (e le sue strategie per tenerla "in rotta") le possibilità aumentano di giorno in giorno: ovvero la comparsa di uno scenario iperinflazionistico.
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di Gonzalo Lira


Proprio ora siamo nel mezzo della deflazione. La Depressione Globale che stiamo sperimentando ha spremuto entrambi i livelli della domanda aggregata ed i prezzi degli asset aggregati come non mai. Sin dalla crisi del credito nel settembre 2008, gli Stati Uniti e le economie mondiali hanno lentamente tentato di accerchiare il drenaggio deflazionistico.

Per combattere ciò, il governo statunitense ha contratto deficit massicci cercando di sostenere i livelli della domanda aggregata tramite la spesa di "stimoli" fiscali — la classica mossa Keynesiana, la stessa vecchia prescrizione sin da quando esistono le orecchie d'asino.

Ma lo stimolo, a parte dall'essere lento ed inefficiente, non ha semplicemente fatto abbastanza per compensare il crollo della spesa in consumi.

Dalla sua parte la Federal Reserve è stata impegnata a sostenere tutti gli asset — inclusi i buoni del tesoro — attraverso il "quantitative easing".

La FED è atterrita dalla caduta dell'economia degli Stati Uniti in una spirale deflazionistica mortale: mancanza di liquidità, che porta un'abbassamento dei prezzi, che porta alla disoccupazione, che porta a consumi in diminuzione, che porta ad un'ulteriore abbassamento dei prezzi, l'intera economia si ferma bruscamente. Quindi la FED ha comprato asset di tutti i tipi, in modo da iniettare liquidità nel sistema, e ha tenuto alti i livelli dei prezzi degli asset così da prevenire questo gelo deflazionistico — e continuerà a fare così. Dopo tutto quando il tuo solo strumento è un martello, ogni problema sembra essere un chiodo.

Ma questa politica della FED — chiamatela "stampare denaro", chiamatela "iniezione di liquidità", chiamatela "stabilizzazione dei prezzi degli asset" — è stata travolta dalla contrazione del credito. Proprio come il governo federale è stato incapace a coprire la caduta della domanda aggregata tramite lo stimolo, la FED ha espanso il suo bilancio da circa 900$ miliardi nell'autunno del 2008 a circa 2,3$ trilioni di oggi — ma quell'addizionale 1,4$ trilione di dollari è stato inutile per la perdita del credito. Al meglio la FED è stata capace ad alleviare i peggiori effetti della deflazione — sicuramente non ha girato il paesaggio deflazionistico in qualcosa di rassomigliante all'inflazione.

I rendimenti sono bassi, la disoccupazione è alta, i numeri del CPI (indice dei prezzi al consumo) sono in discesa (e sotto di qualche misura, negativi) — in breve, qualsiasi cosa grida "deflazione".

Perciò l'idea di parlare di iperinflazione ora, nell'attuale paesaggio macro-economico, sembrerebbe...bè...folle. Giusto?

Sbagliato: discuterò come il prossimo passo in questa Depressione Globale storica che stiamo sperimentando sarà l'iperinflazione.

La maggior parte delle persone scarta l'idea dell'iperinflazione negli Stati Uniti come qualcosa di estremamente folle e di irreale. Infatti le persone più assennate nemmeno si preoccupano di sostenere l'argomento — ognuno sa che solo gli siocchi si scomodano a discutere con uno sciocco più grande.

Anche se una minoranza — e Dio li benedica — in realtà va avanti ed fa finta di parlare dei farneticanti deliri sull'iperinflazione. Queste anime amabili sottolineano diligentemente che in un paesaggio deflazionistico — dove i prezzi dei beni sono più o meno stabili, ci sono pressioni al ribasso sui salari, i prezzi degli asset sono in caduta ed i mercati del credito stanno affondando — l'inflazione è impossibile. Di conseguenza l'iperinflazione è anche più impossibile.

Questo panorama sembra sensato — se cadiamo nella trappola di pensare che l'iperinflazione è un'estensione dell'inflazione. Se pensiamo che l'iperinflazione è semplicemente inflazione sotto steroidi — inflazione più inflazione con le palle — allora sembrerebbe essere il caso che, nel nostro attuale paesaggio deflazionistico, l'iperinflazione non è semplicemente molto lontana, ma ridicola in modo diretto.

Ma l'iperinflazione non è un'estensione o un'amplificazione dell'inflazione. Inflazione ed iperinflazione sono due animali distinti. Sembrano la stessa cosa — perchè in entrambi i casi, la valuta perde il suo potere d'acquisto — ma non lo sono.

Inflazione è quando l'economia si surriscalda: è quando i generi di consumo dell'economia (lavoro e beni) hanno una tale domanda a causa della crescita economica, unita ad un paesaggio di espansione del credito, che i beni di consumo salgono di prezzo. Ciò forza anche tutti i beni e servizi ad aumentare di prezzo, cosicché i produttori possono mantenere i costi. E' essenzialmente un fenomeno guidato dalla domanda.

Iperinflazione è la perdita di fiducia nella valuta. I prezzi aumentano in un paesaggio iperinflazionistico proprio come in un paesaggio inflazionistico, mo loro aumentano non perchè le persone vogliono più denaro per i loro lavori o per i beni, ma perchè le persone stanno provando a liberarsi della valuta. Non è che loro vogliono più denaro — vogliono meno di quella valuta: così pagheranno qualsiasi cosa per un bene che non sia quella valuta.

Proprio ora il governo degli Stati Uniti è indebitato a circa il 100% del PIL, con un deficit fiscale annuale di circa il 10% del PIL e nessuna fine in vista. Dalla sua parte la Federal Reserve sta acquistando i buoni del tesoro, in modo da finanziare il deficit fiscale, sia direttamente (il Quantitative Easing-leggero, recentemente svelato) ed indirettamente (attraverso le banche Troppo Grandi Per Fallire). La FED sta soddisfacendo due obbiettivi: uno, sostenere il governo nei suoi sforzi per mantenere i livelli di domanda aggregata; e due, sostenere i prezzi degli asset ed in tal modo prevenire un'ulteriore erosione deflazionistica. La FED sta calcolando che entrambi i sentieri — incrementare i livelli di domanda aggregata o incrementare i valori degli asset aggregati — portano alla stessa cosa: una ripresa nell'economia.

La ripresa non avverrà — questa è la notizia che abbiamo appreso di recente. Tra tutte queste chiacchiere speranzose "di evitare una doppia recessione", si evince che non abbiamo evitato una doppia recessione — in verità non abbiamo mai provato a recuperare dalla prima recessione. Nonostante tutti gli stimoli, nonostante tutta la minestra di lettere delle finestre di liquidità nei due anni scorsi, l'inesorabile fatto è che l'economia è stata — ed è stata direzionata — sul fondo.

Ma sia il governo federale che la Federal Reserve sono ostinati ad usare gli stessi vecchi strumenti per "aggiustare l'economia" — stimoli da un lato, iniezioni di liquidità dall'altra (Vedi la mia discussione sul Deficit qui).

Sono quegli aggiustamenti che ci stanno spingendo più vicino al baratro. Perchè? Perchè l'economia non è in condizioni migliori di quelle in cui si trovava a settembre del 2008 — e sia la Federal Reserve che il governo federale hanno sparato le loro cartucce. Non hanno più niente, dopo trilioni in stimoli e trilioni di più in espansioni del bilancio —

— ma hanno raggiunto una cosa: hanno minato i buoni del tesoro. Queste politiche hanno trasformato i buoni del tesoro in un bel casino per il sistema finanziario degli Stati Uniti — sono letteralmente le uniche cose che tengono unita l'intera economia.

In altre parole i buoni del tesoro sono ora i Nuovi e Migliorati Asset Tossici. Tutti sanno che sono sopravvalutati, tutti sanno che i loro rendimenti sono assurdi — anche se tutti camminano in punta di piedi su questa verità talmente delicata quasi fosse una bomba. Il che è esattamente ciò che rappresenta.

Così è come l'iperinflazione avverrà:

Un giorno — quando nei mercati non sta accadendo molto, ma un nervosismo generale sta correndo come una lieve febbre (come da un pò è stato il caso) — ci sarà un'eruzione di beni: un leggero ma improvviso aumento del prezzo di un bene necessario, come il petrolio.

Ciò scuoterà i rendimenti del Tesoro, poichè gli asset manager ridurranno le loro allocazioni dei titoli del Tesoro, ed andranno verso il bene sotto pressione, in modo da trarre un profitto (in realtà non saranno nemmneo gli asset manager — sarà la loro contrattazione automatica). Questi asset manager venderanno i buoni del tesoro perchè, effettivamente, sono diventati l'asset principale che devono vendere.

Non sarà il volume della svendita che indispettirà Bernanke ed i fannulloni della FED — sarà il tempismo. Accadrà proprio prima di una grande asta del Tesoro. Così Bernanke e la FED acquisteranno buoni del tesoro, nello sforzo di reagire alla svendita e mantenere bassi i rendimenti — vogliono mantenere bassi i rendimenti in modo da scoraggiare la deflazione. Ma vogliono anche mantenere il Tesoro finanziato a basso costo. Il leggero-Quantitative Easing ha già preparato la strada per l'acquisto diretto da parte della FED dei buoni del tesoro. Il mondo non finirà. Così la FED si sentirà fiduciosa mentre va avanti e tronca sul nascere questo scossone sul Treasury Yield.

L'acquisto da parte della FED dei buoni del Tesoro avverrà in una maniera tale che incoraggerà gli asset manager a scaricare ancora più buoni del Tesoro nelle mani della FED. Questo scaricamento di buoni del Tesoro non sarà per paura, almeno non inizialmente. Verosimilmente nei primi 15 minuti o giù di lì di questo evento, la svendita dei buoni del Tesoro sarà ordinata e svolta con l'idea (in quel momento) di prendere quegli stessi buoni del Tesoro ad un più basso costo in futuro.

Comunque la FED interpreterà questa svendita come una corsa ai buoni del Tesoro. La FED è già in sintonia con la paura dei mercati dei bond che ci possa essere una "bolla dei titoli del Tesoro". Così la FED aprirà le sue finestre di liquidità e comprerà ogni titolo del tesoro in vista, precisamente per mantenere "il prezzo degli asset stabile" e "calmare i mercati".

Le banche Troppo Grandi Per Fallire giocheranno un ruolo cruciale in questo gioco. Vedete il problema con gli zombie americani è che non sono state nazionalizzate. Hanno preso i pezzi migliori della nazionalizzazione — liquidità totale, sospensione della contabilità e regole normative — ma ancora agiscono secondo la loro stessa volontà e nel loro miglior interesse. Da qui i loro osceni bonus, sborsati nonostante la loro concreta bancarotta. Da qui la loro impossibilità a prestare nell'economia indebolita. Da qui il loro accaparramento del denaro per salvarle e le pratiche finanziarie truffaldine. Hanno capito che, per prendere quel dolce denaro del salvataggio (e quei gustosi bonus), avrebbero dovuto giocare al gioco della FED e comprare buoni del Tesoro, e così hanno aiutato a camuffare la monetizzazione del debito fiscale che è andato avanti sin dall'inizio dell'acquisto da parte della FED di asset tossici dai loro bilanci nel 2008.

Ma non devono fare ciò che dice loro la FED, molto meno quello che dice loro il Tesoro. Dal momento che non sono state realmente nazionalizzate, sono sotto il controllo di qualcun'altro. Possono fare ciò che più le aggrada — ed hanno vagonate di buoni del Tesoro nei loro bilanci.

Così le banche Troppo Grandi Per Fallire, vedendo questa corsa ai buoni del Tesoro, aggiungeranno un'altra dose di panico agendo nei loro migliori interessi: saranno le prime a farsi indietro per quanto riguarda i buoni del Tesoro. Saranno la ferita da cui sgorgheranno i problemi.

Qui inizia la fase di panico dell'evento: gli asset manager — vedendo questo massiccio acquisto da parte della FED di buoni del Tesoro e che gli zombie americani vendono i buoni del Tesoro, il tutto durante i giorni di una grande asta del Tesoro — scaricheranno i propri buoni del Tesoro in massa. Saranno consapevoli di quanto precaria sia l'economia degli Stati Uniti, di quanto indebitato sia il governo, di quanto i buoni del Tesoro statunitensi sembrino molto il debito greco. Non sono stupidi: ognuno è consapevole dell'idea che una "bolla del Tesoro" possa essere in giro. Molte persone — incluso me stesso — pensano che la FED, il Tesoro e gli zombie americani stanno colludendo in un triangolo commerciale nei bond del tesoro, i quali si portano dietro di fatto una monetizzazione nascosta: il Tesoro emana il debito per finanziare la spesa fiscale, le banche Troppo Grandi Per Fallire lo comprano con i soldi forniti dalla FED.

Che sia vero o meno è in realtà fuori tema — c'è l'ampia percezione che ciò sia quello che sta accadendo. Durante il panico, un'ampia percezione è la vostra strategia commerciale.

Così quando la FED inizierà a comprare i buoni del Tesoro al massimo per sostenere i loro prezzi, questi asset manager decideranno tutto, "saranno l'ago della bilancia".

Da notare come non sarà la Cina o il Giappone che d'improvviso decideranno di lasciare i buoni del Tesoro — questi due paesi infatti saranno lasciati con un pugno di mosche in mano. Piuttosto saranno gli asset manager americani (rispetto al tempo del girono in cui avverrà l'evento) ed europei che per primi lasceranno i buoni del Tesoro. Sarà un panico fulmineo — molto come il crollo fulmineo dello scorso maggio. Gli eventi che ho descritto sopra accadranno in uno spazio di tempo ristretto — meno di un'ora, probabilmente. Ma a differenza dell'evento di maggio, non ci sarà nessun contraccolpo.

Da notare, anche, che i buoni del Tesoro manterranno i loro rendimenti di facciata nonostante questa svendita, almeno inizialmente. Perchè? Perchè la FED, così determinata a mantenere la "stabilità dei prezzi", all'inizio impedirà ai rendimenti di ampliarsi — il che è precisamente il perchè così tanti decideranno di venderli per panico: Bernanke non calmerà i mercati — piuttosto renderà il tutto troppo allettante per non vendere.

Il primo degli asset manager o delle banche Troppo Grandi Per Fallire che si saranno sottratti ai buoni del Tesoro cercheranno un posto per parcheggiare il loro contante — ovviamente. Dove andrà tutto questo contante?

Merci.

Alla fine di quel terribile giorno, le merci di tutti i tipi — metalli preziosi ed industriali, petrolio, alimenti — arriveranno alle stelle. Ma non sarà perchè cittadini ordinari hanno perso fiducia nel dollaro (ciò accadrà nei giorni e nelle settimane successive) — accadrà perchè i buoni del Tesoro non sono più una sicura riserva di valore, dove dovrebbero essere infilati tutti questi dollari degli asset manager? In una vecchia cantina? Sotto il materasso? In euro?

Merci: nel momento del panico le merci saranno percepite come l'unica riserva di valore sicura, se i buoni del tesoro sono improvvisamente l'anatema del mercato — proprio come i buoni del Tesoro erano percepiti come la sola riserva di valore sicura, quando così tanti MBS (titoli garantiti da ipoteca) e CMBS (titoli commerciali garantiti da ipoteca) si inacidirono nel 2007 e 2008.

Non saranno gli ETF (fondi comuni d'investimento), oppure i derivati — questi saranno scaricati (giustamente), considerati anche meno sicuri dei buoni del Tesoro. Diversamente dalla caduta del 2008, a questo giro, le persone presteranno attenzione al rischio della controparte. Così sarà una vera e propria corsa alle merci. Alla fine di questo giorno di panico, le merci saranno aumentate tra il 50% e il 100%. Alla fine della settimana parleremo del 150% fino al 250% (il mio pensiero è che l'oro sarà aggirato, ma l'argento per la maggiore andrà alle stelle — a 100$ l'oncia entro una settimana).

Ovviamente una volta che le merci iniziano a creare la bolla, quello sarà il momento in cui i cittadini avranno il loro primo assaggio dell'iperinflazione. La vedranno alla pompa di benzina.

Se il petrolio arriva da 74$ a 150$ in un giorno e poi a 300$ in una settimana — perfettamente possibile nel mezzo di un momento di panico — il gallone di benzina andrà a quanto: 10$? 15$? 20$?

Che accade poi? Le persone — cittadini normali — saranno pazze a comprare le merci (petrolio per il riscaldamento, cibo, benzina, qualsiasi cosa) e dovrebbero comprarle ora mentre sono ancora più o meno abbordabili, piuttosto che dopo quando quei 15$ al gallone di gas andranno a 30$ al gallone.

Se ognuno decide approssimativamente allo stesso tempo di scambiare un bene — valuta — con un altro bene — merci — cosa succede al relativo prezzo di uno ed al relativo valore dell'altro? Facile: uno sale alle stelle, l'altro collassa.

Quando le persone sono spaventate ed iniziano a comprare nel panico merci fondamentali, i loro asset finanziari ordinari — azioni ordinarie, bond, ecc. — collasseranno: ognuno farà a gara per prendere contante per andare in giro e comprare le merci.

Così immediatamente dopo l'abbatimento dei mercati del Tesoro le azioni ordinarie cadranno catastroficamente, probabilmente pochi giorni dopo il panico del Tesoro. Questo collasso nei prezzi delle azioni ordinarie porterà un'equivalente scoppio dei prezzi delle merci — la seconda spinta, se volete.

Questa svendita di asset all'inseguimento delle merci sarà auto-rafforzante: non ci sarà nulla che potrà fermarla. Appena si riversa nell'economia di tutti i giorni, le persone andranno nel panico ed inizieranno a scaricare forti asset — beni durevoli, auto, furgoni, case — in modo da accaparrarsi le merci, principalmente petrolio per il riscaldamento, gas ed alimenti. In altre parole gli asset del mondo reale non saranno apprezzati o nemmeno manterranno i loro valore, quando l'iperinflazione arriva.

Ciò è qualcosa che gli scettici sull'iperinflazione non sembrano aver mai afferrato: nell'iperinflazione i prezzi degli asset non vanno alle stelle — collassano, sia dal punto di vista nominale sia in relazione alle merci di consumo. Una casa da 300,000$ cade a 60,000$ o meno, o meglio ancora a 50 oncie d'argento — perchè in un'episodio iperinflazionistico una casa è senza valore, mentre 50 pezzi d'argento possono in realtà comprare le cose di cui potreste aver bisogno.

Ora spero che quelle persone assennate che hanno letto tutto questo, non mi stiano scaricando come un racconta cazzate — o almeno come una vittima della mia stessa immaginazione. Queste persone ragionevoli, se si degnano di partecipare allo scenario che ho delineato sopra, sosterranno che il governo — che sia la FED o il Tesoro o una combinazione di entrambi — troverà un modo per arrestare il panico dei buoni del Tesoro (semmai ce ne sarà uno), e metterà un freno all'iperinflazione (semmai una così sciocca e bizzarra nozione possa passare in America).

Uh-huh: quindi il governo ci salverà, giusto? Okay, così la mia domanda è, Come?

Prendiamo la FED: come possono fermare una corsa ai buoni del Tesoro? Risposta: non possono. Vedete la FED ha già sostenuto i buoni del Tesoro — era la loro strategia del 2008-2009: comprare asset tossici dalle banche Troppo Grandi Per Fallire, riutilizzarli per comprare i buoni del Tesoro e nel contempo monitorare attentamente i buoni del Tesoro in caso di segnali tossici. Se ora i buoni del Tesoro diventano tossici, cosa farà la FED? Bernanke ha finito le munizioni tempo fa: sta agitando in aria una pistola scarica. Se ci sarà una corsa ai buoni del Tesoro e lui inizierà a comprarli per sostenerli, darà solo un'incentivo ad altri possessori dei buoni del Tesoro di lasciarli mentre sono ancora buoni. Se ognuno decide di abbandonare i buoni del tesoro, allora Bernanke e la FED non possono fare nulla di efficace. Sono alla mercee degli eventi — infatti lo sono stati già per un bel pò di tempo. Non se ne sono accorti.

Bè se la FED non può fermare ciò, che dire del governo federale — sicuramente loro possono fermare tutto questo, giusto?

In una parola, no. Sicuramente non hanno i mezzi per prevenire una corsa ai buoni del Tesoro. E per l'iperinflazione, cosa farebbe esattamente il governo federale per fermarla? Ricorrerà al controllo dei prezzi? Ciò darà solamente una spinta di crescita ad un dilagante mercato nero. Metterà i soldati per le strade? L'America è troppo grande. Farà schizzare più "stimoli"? Sicuro, pompando ancora più valuta in un'economia giornaliera sempre più iperinflazionata — giusto...

(A proposito, in realtà penso che quest'ultima opinione potrebbe essere qualcosa di sciocco se il governo provasse a farla. Alcuni dementi come la Palin o Biden potrebbero invocare quest'idea di stampare denaro a iosa, in modo da "aiutare tutti i lavoratori americani". E se lo faranno, ci affibierà l'immagine di persone che usano pacchi di denaro per alimentare i loro camini. In realtà non penso che i politici siano così stupidi da iniziare a stampare denaro per "combattere i prezzi in rialzo" — ma hey, quando si parla di stupidità non si sa mai dove possono arrivare).

Infatti l'unico modo con cui il governo federale potrebbe essere abile a migliorare la situazione è se decidesse di prendere il controllo dei più grandi supermercati e pompe di benzina e distribuisca tagliandi di qualsiasi sorta, per i prodotti base — in altre parole, il razionamento del cibo. Ciò potrebbe prevenire rivolte e proteggere i poveri, gli infermi ed i vecchi — sicuramente non cambierà il problema sottostante, che sarà l'iperinflazione.

"Tutto ciò è straordinariamente ridicolo", posso praticamente ascoltare gli sbuffi degli scettici sull'iperinflazione. "Siamo andando incontro a ciò che i Giapponesi hanno sperimentato: proprio come gli Stati Uniti, sono andati verso massicci stimoli del governo — diavolo, hanno inventato il quantitative easing — e guarda cosa è successo loro: stagnazione, si — iperinflazione, no".

Giusto: i parallelismi con il Giappone sono significativamente simili — eccetto per una differenza chiave. Il debito sovrano giapponese è infinitamente più stabile rispetto a quello dell'America, perchè in Giappone le persone sono risparmiatrici — detengono il debito giapponese. In America le persone sono al verde e le bahce nervose detengono il debito. Ecco perchè il debito giapponese è solido, mentre i buoni del tesoro americani sono fragili bolle di sapone.

Ecco perchè penso che ci sarà iperinflazione in America — quella bolla presto scoppierà. Penso che se non accadrà quest'autunno, accadrà quello prossimo, senza dubbio prima della fine del 2011.

La domanda per noi — per quest'evento di iperinflazione alle porte — è, che fare?

Gli uomini di Neanderthal che si preparavano ad una catastrofe hanno speso tutto i loro tempo a pensare ad un'America post-apocalittica. Il vero trucco, comunque, è prepararsi per dopo la fine dell'Apocalisse.

La prima cosa da comprendere, ovviamente, è che l'iperinflazione potrebbe benissimo accadere — ma finirà. Non sarà una situazione senza fine — l'America non finirà come in qualche landa desolata post-apocalittica descritta in Mad Max: Beyond Thunderdrome. Devo ammettere che ciò sarebbe bello, ma non accadrà — ciò è solo un sogno ad occhi aperti di quelle persone che si preparano ad una catastrofe.

Invece dopo un'incantesimo di iperinflazione, l'America finirà più o meno come è oggi — solo con un cattivo postumo di una sbronza. In realtà un'incantesimo di iperinflazione potrebbe essere una cosa buona: pulirebbe infine tutti i cattivi debiti nell'economia, la monnezza che la FED ed il governo federale hanno rifiutato di ripulire quando ne hanno avuto la possibilità nel 2007-2009. Abbatterebbe ed azzererebbe i prezzi degli asset a livelli più realistici — nessun luogo per i banchieri dove risiedere e creare. E dopo tutto una catastrofe iperinflazionistica potrebbe a lungo andare essere migliore per la salute dell'economia statunitense e per il morale degli americani, in opposizione ad una stagnazione prolungata. Chiedete ai giapponesi se avessero preferito circa tre anni veramente brutti, invece che i Due Decenni Persi, e la risposta non sarà sorprendente. Ma sto divagando.

Come disse Rothschild: "Comprate quando c'è sangue nelle strade". La cosa da fare per prepararsi all'iperinflazione sarebbe investire in un diverso paniere di metalli pesanti prima dell'evento — nessuna azione ordinaria, nessun ETF, nessun derivato. Se e quando l'iperinflazione avverrà e le cose si metteranno male (e dico molto male), prendete quel paniere di metalli pesanti e — proprio sui denti della crisi — comprate proprietà residenziali, come anche azioni ordinarie di industrie durature; industrie minerarie, farmaceutiche e chimiche specialmente; nessun valore aggiunto invece da compagnie come quelle tecnologiche, aerospaziali o industriali. La ragione è, al picco dell'iperinflazione, che gli asset di più valore saranno a basso costo — specialmente le azioni ordinarie — specialmente i beni immobili.

Non ho idea di cosa accadrà dopo che avremmo raggiunto il punto in cui 100$ non sono più abbastanza per comprare una tazza di caffè — ma so che, dopo tale periodo iperinflazionistico, ci sarà un "nuovo dollaro" o qualcosa del genere, con qualche zero buttato giù dal vecchio dollaro e le cose lentamente tornerranno ad una nuova normalità. Non ho idea di quale sarà la forma di questa nuova normalità. Non sarei sorpreso se questa nuova normalità avrà una quasi dittutura o una di fatto, e sicuramente una qualche forma di controllo di prezzi e salari — direi che è probabile, ma per ora non è rilevante.

Ciò che è rilevante è che l'attuale situazione non può durare per sempre. La Depresisone Globale in cui siamo sta per essere peggiorata dalle stesse misure che dovrebbero aggiustarla — lo stimolo sta mettendo pressione ai buoni del Tesoro, che stanno per essere puntellati dalla FED. Ciò ovviamente non potrà avere un lieto fine. Perciò i bene informati si preparino a ciò che si possa credere che accada dopo.

Penso che ci stiamo incamminando verso l'iperinflazione. Spero di essere riuscito a spiegare perchè.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


martedì 26 ottobre 2010

Murray Rothbard e lo Spauracchio della Deflazione

Tuoni, fulmini ed insulti: guai a chi parla di deflazione! Povertà, Terza Guerra Mondiale, gatti che si accoppiano con cani, un ulteriore nobel a Stiglitz e chi più ne ha più ne metta. Ora a parte le varie disgrazie, una delle scuse (o la principale) per il quantitative easing annunciato è proprio il rischio di finire in deflazione; e visto che fidarsi è bene e non fidarsi è meglio, analizziamo cosa sia in realtà la deflazione ed a chi fa realmente male.
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di William L. Anderson


I Paul Revere dell'economia stanno cavalcando i loro cavalli avvertendo gli americani che: "Sta arrivando la deflazione! Sta arrivando la deflazione!" Da Paul Krugman a Joseph Gagnon ai vari divulgatori di notizie mainstream, il messaggio è lo stesso — il governo ha bisogno di indurre inflazione ora, oppure l'economia affonderà ulteriormente nel Mare della Disperazione e la disoccupazione aumenterà.

Un recente articolo dagli Stati Uniti dichiarava:
"Quando i prezzi delle macchine o dei maglioni o degli iPod cala, è una svolta per i consumatori ed un segnale positivo che la produttività economica sta migliorando. Ciò aiuta a far aumentare gli standard di vita. Ma quanto il prezzo di tutto crolla, è uno sviluppo allarmante che lascia presagire una stagnazione".


L'indice dei prezzi al consumo, che misura l'inflazione, cala di tanto in tanto, di solito quando c'è un grande crollo nel prezzo di beni instabili come l'energia ed il cibo. Ma non c'è stata una deflazione sostenuta in America si dai primi anni del 1930. Ora potremmo essere sull'orlo di un'altra avventura economica snervante. L'inflazione negli ultimi 12 mesi è stata uno scarso 1,1%, il che è sotto il livello che molti economisti considerano ottimale. E senpre quest'anno l'inflazione su una base mensile è stata negativa tanto spesso quanto è stata positiva. Le probabilità sono crescenti che la bassa inflazione possa diventare deflazione — con alcuni economisti preoccupati che tale meccanismo sia già iniziato.

L'articolo continua:
"I prezzi in caduta incidono sulle entrate delle aziende che costruiscono le cose e provvedono ai servizi, così hanno bisogno di tagliare i costi per rimanere redditizie. Ciò di solito porta a licenziamenti e tagli di stipendio. Quando le persone portano a casa meno denaro, immutabilmente si sentono peggio e comprano di meno. Così la domanda per i prodotti cade ulteriormente, forzando anche più profondi tagli ai prezzi per attirare i consumatori. Rompere il ciclo diventa un gioco distruttivo tra le compagnie ed i consumatori, con nessuna delle due parti che vuole fare il primo passo".


Ma non sono solo i giornalisti che lanciano l'allarme. Gagnon scrive:
"E' ora evidente che la deflazione è un rischio più serio dell'inflazione per l'economia degli Stati Uniti. Gli ultimi dati mostrano cali generali nei prezzi di consumo e di produzione. Persino dopo le componenti alimentari ed energetiche, l'inflazione sottostante ha avuto un andamento ben al di sotto del 2% che le banche centrali vedono come ottimo per la crescita economica e che la FED ha adottato come suo scopo".


Sfortunatamente tutti questi avvertimenti falliscono nel notare cosa Frédéric Bastiat una volta scrisse su cosa è visto e cosa non è visto. Tutti gli scritti anti-deflazione/pro-inflazione (e ciò include tutto quello che attualmente Paul Krugman sta dicendo) si basano unicamente sugli effetti iniziali sia dell'inflazione che della deflazione. Sappiamo che nei primi stadi dell'inflazione l'attività economica migliora, appena il boom inizia. Successivamente, come gli economisti Austriaci hanno fatto notare tante volte, il boom non è sostenibile. Appena la crisi inizia, i guadagni economici iniziali sono ritenuti ormai illusori ed alla fine l'economia affonda nella recessione.

Gli scritti pro-inflazione dell'attuale classe di "esperti" economici dimostra un grande fraintendimento del ruolo del denaro nell'economia. Nella sua forma più grezza questa visione è basata sulla credenza che un'aggiunta di denaro all'economia è un'aggiunta di ricchezza stessa, sebbene dubito seriamente che Gagnon o Krugman ammetterebbero una simile cosa.

Ci sono alcuni argomenti istruttivi qui, il più importante è la spiegazione di cosa realmente accade durante un periodo di deflazione — un'intero periodo — in opposizione a come la maggior parte degli economisti (specialmente i Keynesiani) e dei giornalisti, senza menzionare tutti gli altri, lo spiega.

La cosa importante che molte persone non capiscono è che l'inflazione e la deflazione hanno un profondo effetto sui fattori di produzione. Inoltre le persone non capiscono che durante il corso di un periodo sia deflazionistico sia inflazionistico, gli aggiustamenti dei fattori sono continuo ed i primi stadi di entrambe le situazioni non sono permanenti.

Quando pensiamo ai prezzi che salgono o scendono, generalmente ci stiamo riferendo ai prezzi di consumo e sicuramente sono influenzati da inflazione e deflazione. Comunque questa è solo una parte dell'equazione. Visto che così tante analisi economiche di mainstream sono fatte con prezzi di fattori "dati" o presumendo che i fattori siano omogenei, gli effetti più importanti dell'inflazione e della deflazione spesso sono riconosciuti dagli economisti di "professione" o dalla gente comune.


L'Analisi di Rothbard

Un'economista che non commise l'errore di guardare agli effetti dei cambiamenti monetari sui fattori fu Murray N. Rothbard, ed il suo classico Man, Economy, and State affronta questi argomenti in grande dettaglio. Ovviamente un breve articolo come questo non può dare giustizia a tutte le spiegazioni di Rothbard, così io vi raccomando fortemente di sedervi e leggerlo nella sua interezza.

In questo articolo, comunque, evidenzierò perchè le spiegazioni di Rothbard sull'inflazione e deflazione sono più complete e più accurate rispetto a cosa vediamo nel mainstream oggi. Primo, Rothbard affronta l'inflazione ed i suoi effetti nell'economia. Egli scrive:
"L'espansione del credito ha, ovviamente, lo stesso effetto come qualsiasi tipo di inflazione: i prezzi tendono a salire appena la massa monetaria aumenta. Come qualsiasi inflazione è un processo di redistribuzione, in base a cui gli inflattori, e la parte dell'economia che vende a loro, guadagna a spese di coloro che vengono alla fine della linea nel processo di spesa. Questo è l'incantesimo dell'inflazione — per i beneficiari — e la ragione per cui è stata così popolare, particolarmente sin da quando i moderni processi bancari hanno camuffato il suo significato per coloro che ci perdono e che sono rimossi dalle operazioni bancarie. I guadagni per gli inflattori sono visibili ed enormi; le perdite per gli altri nascoste e non viste, ma efficaci malgrado tutto. Proprio come metà dell'economia è formata da contribuenti e consumatori di tasse, così metà dell'economia sono pagatori d'inflazioni ed il resto consumatori d'inflazione.

La maggior parte di questi guadagni e perdite saranno "a breve termine" oppure "uniche"; accadranno durante il processo d'inflazione, ma cesseranno dopo che il nuovo equilibrio monetario sarà raggiunto. Gli inflattori fanno i loro guadagni, ma dopo che la nuova massa monetaria è stata diffusa in tutta l'economia, i guadagni e le perdite inflazionistiche sono finite".

Difatti ciò è precisamente il perchè così tante persone che hanno beneficiato dall'inflazione stanno chiamando un'altro giro. Mentre le autorità politiche e monetarie continuano ad inflazionare, Rothbard nota che le seguenti cose accadono, cose che apparentemente sono invisibili agli economisti non allenati a vedere gli effetti dell'inflazione sui fattori:
"L'inflazione cambia anche il rapporto di mercato tra consumi/investimenti. In superficie sembra che l'espansione del credito incrementa enormemente il capitale, poichè il nuovo denaro entra nel mercato come l'equivalente di nuovi risparmi per il prestito. Dal momento che il nuovo "denaro della banca" è apparentemente aggiunto all'offerta dei risparmi nel mercato del credito, il mondo degli affari può prendere in prestito ad un tasso d'interesse più basso; da qui l'espansione del credito inflazionistica pare offrire la scappatoia ideale dalla preferenza intertemporale, come anche un'inesauribile fonte di capitale aggiunto".

Anche questa attività economica sembrerà proficua all'inizio, coinvolgendo più aziende nell'industria. Rothbard continua:

"Al contrario ci sarà un'insufficienza di investimenti altrove. Così l'errore distorce il sistema di mercato dell'allocazione delle risorse e riduce la sua efficienza nel soddisfare il consumatore. L'errore sarà anche più grande in quelle aziende con una proporzione più grande di beni strumentali da produrre, ed in egual modo gli effetti distorsivi avranno luogo tramite gli eccessivi investimenti nelle industrie pesantemente "capitalizzate", compensati da scarsi investimenti altrove".


A questo punto la crisi è inevitabile e può essere solo stoppata quando i cattivi investimenti stessi sono fermati. Sfortunatamente, come abbiamo visto, le persone in queste industrie (specialmente se sono politicamente ben connesse, come abbiamo visto nei debacle della General Motors/Chrysler e di Wall Street ed i relativi salvataggi) sono spesso in grado di convincere le autorità per continuare a sostenere questi cattivi investimenti togliendo le risorse dalle aziende relativamente sane e dagli individui. In altre parole spesso hanno successo nel continuare il trasferimento, non con l'inflazione di per se, ma con mezzi più espliciti di espropriazione della proprietà.

Questo è dove siamo oggi e possiamo vederne i risultati. Comunque c'è realmente una cura, anche se persone come Gagnon e Krugman non possono vederlo — la deflazione. Ancora una volta la lucida analisi di Rothbard ci mostra la strada.

Primo, Rothbard evidenzia che la deflazione è uno sviluppo secondario; cioè viene dopo l'iniziale crisi dei cattivi investimenti ed è un'effetto, non una causa, del ribasso. Egli scrive:
"Dopo che la crisi arriva e la depressione inizia, vari sviluppi secondari spesso avvengono. In particolare, per ragioni che discuteremo più giù, la crisi è spesso segnata non solo da un'arresto dell'espansione del credito, ma da una reale deflazione — una contrazione nella quantità di denaro. La deflazione causa un'ulteriore calo nei prezzi. Qualsiasi aumento nella domanda di denaro accelererà l'aggiustamento a prezzi più bassi. Inoltre quando la deflazione avviene dapprima nel mercato dei prestiti, per esempio, come la contrazione del credito da parte delle banche — e questo è quasi sempre il caso — ciò avrà l'effetto benefico di accelerare il processo di aggiustamento della depressione".


La maggior parte delle persone, inclusa la maggioranza degli economisti, commette un'errore quando fallisce nel vedere che gli effetti iniziali non sono permanenti, a patto che il governo e le autorità monetarie permettano che questi aggiustamenti avvengano. Proprio come l'inflazione ha un'effetto reale e doloroso sui relativi valori di produzione, anche la deflazione ha un'effetto sui fattori, ma l'effetto nel tempo è di ritornare a quei fattori con i loro corretti valori proporzionali, secondo le preferenze del consumatore.

Per metterla in un altro modo l'economia proprio ora ha bisogno di deflazione, anche se tutte le voci delle persone stanno gridando che la cosa di cui abbiamo realmente bisogno è che l'economia si prenda un'altra "bevanda alcolica che si dice curi la sbornia". Rothbard spiega:
"Proprio come l'inflazione è generalmente popolare per il suo effetto narcotico, la deflazione è sempre altamente impopolare per le ragioni opposte. La contrazione di denaro è visibile; i prezzi cadono per coloro i cui benefici venivano dal comprare per primi e chi perde denaro per ultimo rimane nascosto. E le illusorie perdite della deflazione fanno credere al mondo degli affari che le proprie perdite sono più grandi, o i profitti più piccoli, rispetto a quello che effettivamente sono e ciò aggraverà il pessimismo finanziario.

E' vero che la deflazione prende da un gruppo e da ad un altro, come fa l'inflazione. Ma non solo fa contrarre il credito velocizzando la ripresa e neutralizza le distorsioni del boom, ma anche, in un senso più ampio, porta via da coloro che originalmente guadagnavano con la coercizione e dà benefici a coloro che originalmente erano costretti a perdere. Mentre ciò non sarà vero per certo in ogni caso, nel senso più ampio gli stessi gruppi avranno benefici e perdite, ma in modo invertito da quello degli effetti redistributivi dell'espansione del credito. I gruppi con entrate fisse, vedove ed orfani guadagneranno, mentre aziende e possessori dei fattori originali che precedentemente raccoglievano i guadagni dall'inflazione perderanno. Più a lungo l'inflazione è continuata, ovviamente, meno gli stessi individui saranno retribuiti.

Alcuni potrebbero obiettare che la deflazione "causa" disoccupazione. Comunque, come abbiamo visto sopra, la deflazione può portare ad una continua disoccupazione solo se il governo o i sindacati mantengono i saggi salariali al di sopra del valore marginale dei prodotti del lavoro. Se ai saggi salariali è permesso di cadere liberamente, non avverrà nessuna disoccupazione continuata".


Comunque i Keynesiani di oggi (ed altri cosidetti economisti mainstream di libero mercato) affermano che questa spirale al ribasso vada avanti per sempre, finchè l'economia è impantanata in una depressione al ungo termine. Non è così, dice Rothbard:

"Infine la contrazione deflazionistica del credito è necessariamente e severamente limitata. Mentre il credito può espandersi...praticamente all'infinito, il credito in circolazione può solo contrarsi tanto in basso quanto la quantità totale della moneta in circolazione. In breve, il limite massimo possibile è dato dall'eradicazione di tutta l'espansione del credito precedente".


In altre parole, contrariamente all'attuale serie di "esperti", questa economia ha bisogno di un serio attacco di deflazione per sradicare il resto dei cattivi investimenti e permettere all'economia di riprendersi per davvero. Sfortunatamente abbiamo visto che le autorità vanno dall'altra parte, provando ad inflazionare (chiamandolo "stimolo") e poi guardare i tassi di disoccupazione aumentare e la fiducia diminuire.

Proprio ora gli Austriaci sembrano essere la versione economica di Cassandra, prevedendo il futuro e dando consigli ragionevoli, solo per essere rigettati dalla maggior parte degli economisti accademici e sicuramente dai politici. Krugman lo scorso anno ha chiesto che il governo "fermasse il dolore" tramite l'inflazione ed incrementi stratosferici nella spesa del governo.

Sfortunatamente più dosi di inflazione non fermeranno il dolore, almeno non a lungo, e più il governo inflaziona e spende incautamente, peggiore il dolore sarà. La cura "vera" per l'inflazione sarà ciò che rende l'economia più malata. Comunque se vorremmo sperimentare il vero dolore economico solo un pò di più, una reale ripresa sarebbe dietro l'angolo. Infatti se le autorità più di due anni fa avessero concordato sul fermare l'idiozia derivata dalla promozione di inflazione e cattivi investimenti, ora saremmo in ripresa.

Sfortunatamente non ci sarà nessuna ripresa, almeno per un lungo periodo di tempo. La deflazione è la risposta, ma pochi stanno ascoltando. Rothbard capì questo fatto profondamente. Coloro che rigettano la sua saggezza vivranno con il rimorso di ciò.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


lunedì 25 ottobre 2010

L'Economia di Mercato Influenzata dalla Ricorrenza del Ciclo Economico

Un prezioso estratto dal capitolo 20 dell'Azione Umana, dove viene spiegato eccellentemente come le crisi del mercato siano nient'altro che componenti di cicli ricorrenti dovuti ad investimenti sbagliati e boom artificialmente creati. La "crisi" non è altro che la "volontà" del mercato di ridirezionare l'economia verso affari che i consumatori ritengono sensati. Da ciò si può arguire quanto sia deletereo, artificioso ed inutile per una vera ripresa il quantitative easing da poco annunciato da Bernanke.
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di Ludwig von Mises


La popolarità dell'inflazione e dell'espansione del credito, l'ultima fonte dei ripetuti tentativi di rendere le persone benestanti tramite l'espansione del credito, e così la causa delle fluttuazioni cicliche del mondo degli affari, si manifesta chiaramente nella consueta terminologia. Il boom è chiamato buon business, prosperità e ripresa. La sua conseguenza inevitabile, il riassestamento delle condizioni verso i dati reali di mercato, è chiamato crisi, crollo, cattivo business, depressione. Le persone si ribellano contro l'idea che l'elemento disturbante deve essere visto negli investimenti sbagliati e nel sovraconsumo durante il periodo di boom e che tale boom artificialmente indotto è destinato ad affondare. Cercano la pietra filosofale per farlo durare.

E' già stato evidenziato in quale aspetto siamo liberi di chiamare il progresso economico, miglioramento nella qualità ed incremento nella quantità dei prodotti. Se applichiamo questa pietra di paragone alle varie fasi delle fluttuazioni cicliche del mondo degli affari, dobbiamo chiamare il boom regresso e la depressione progresso. Il boom spreca tramite gli investimenti sbagliati gli scarsi fattori di produzione e riduce le scorte disponibili attraverso il sovraconsumo; le sue presunte benedizioni sono pagate con l'impoverimento. La depressione, dall'altro lato, è il ritorno ad uno stato di affari in cui tutti i fattori di produzione sono impiegati per la miglior soddisfazione dei più urgenti bisogni del consumatore.

Tentativi disperati sono stati compiuti per trovare nel boom alcuni positivi contributi al progresso economico. La spinta è stata sovrapposta al ruolo che il risparmio forzato gioca nella previsione dell'accumulo di capitale. La discussione è infruttuosa. E' stato già mostrato che è molto discutibile se il risparmio forzato possa mai raggiungere una quantità talmente superiore da controbilanciare una parte del consumo di capitale generato dal boom. Se coloro che lodano gli effetti benefici del risparmio forzato fossero coerenti, invocherebbero un sistema fiscale che sovvenzionerebbe il ricco dalle tasse raccolte da persone con modeste entrate. Il risparmio forzato raggiunto tramite questo metodo sosterrebbe un netto incremento nella quantità del capitale disponibile, senza simultaneamente causare il consumo di una più grande parte del capitale.

Gli invocatori dell'espansione del credito hanno ulteriormente sottolineato che alcuni degli investimenti sbagliati fatti durante il boom successivamente diventano proficui. Questi investimenti, essi dicono, sono stati fatti troppo presto, per esempio in una data in cui lo stato dell'offerta aggregata di beni capitali e le valutazioni dei consumatori non avrebbe ancora permesso la loro realizzazione. Tuttavia la devastazione causata non sarebbe stata così tremenda, poichè questi progetti avrebbero preso vita comunque in una data futura. Si potrebbe dire che questa descrizione è adeguata riguardo ad alcuni esempi di investimenti sbagliati indotti dal boom. Ma nessuno si azzarderebbe ad affermare che la frase è corretta riguardo a tutti i progetti la cui esecuzione è stata incoraggiata dalle illusioni create dalle facili politiche monetarie. A parte di come ciò possa apparire, non può influenzare le conseguenze del boom e non può disfare o attutire la seguente depressione. Gli effetti degli investimenti sbagliati sembrano non importare se i suddetti si trasformeranno o meno in sani investimenti in un secondo tempo sotto condizioni diverse. Quando nel 1845 fu costruita una ferrovia in Inghilterra che non sarebbe stata costruita in assenza di espansione del credito, le condizioni negli anni successivi non furono influenzate dalla prospettiva che nel 1870 0 nel 1880 i beni capitali richiesti per la sua costruzione sarebbero stati disponibili. Il guadagno che successivamente risultò dal fatto che la stessa ferrovia non doveva essere costruita da una fresca spesa di capitale e lavoro, nel 1847 non fu di risarcimento per le perdite incorse dalla sua prematura costruzione.

Il boom produce impoverimento. Ma ancora più devastanti sono i suoi danni. Rende le persone scoraggiate ed abbattute. Più erano ottimisti sotto l'illusoria prosperità del boom, più grande è la loro disperazione e la loro frustrazione. L'individuo è sempre pronto ad attribuire la sua buona fortuna alla sua efficienza e prenderla come una giusta ricompensa per il suo talento, impegno e correttezza. Ma gli inversi della fortuna li addebita sempre ad altre persone, e maggiormente all'assurdità delle istituzioni sociali e politiche. Non biasima le autorità per aver alimentato il boom. Li ingiuria per il collasso necessario. Secondo l'opinione pubblica, più inflazione e più espansione del credito sono l'unico rimedio contro i mali che l'inflazione e l'espansione del credito hanno causato.

Qui, essi dicono, ci sono stabilimenti e fattorie le cui capacità di produrre non sono usate per niente o non nella loro piena entità. Qui ci sono pile di beni invendibili ed una moltitudine di lavoratori disoccupati. Ma qui ci sono anche le masse di persone che sarebbero fortunate se solo potessero soddisfare i loro desideri più ampiamente. Tutto ciò che manca è il credito. Credito addizionale permetterebbe agli imprenditori di riprendere o di espandere la produzione. I disoccupati troverebbero lavoro di nuovo e potrebbero comprare i prodotti. Questo ragionamento sembra plausibile. Tuttavia è completamente sbagliato.

Se i beni non possono essere venduti ed i lavoratori non possono trovare un lavoro, la ragione può solo essere che i prezzi ed i salari chiesti sono troppo alti. Colui che vuole vendere le sue scorte o la sua capacità di lavorare deve ridurre la sua domanda finchè non trova un compratore. Tale è la legge del mercato. Tale è il meccanismo attraverso il quale il mercato direziona ogni singola attività in quei settori in cui può maggiormente contribuire alla soddisfazione dei voleri dei consumatori. Gli investimenti sbagliati del boom hanno mal direzionato i fattori inconvertibili di produzione in alcuni settori a spese di altri settori in cui erano più urgentemente necessari. C'è sproporzione nell'allocazione dei fattori inconvertibili verso le varie branche dell'industria. Questa sproporzione può essere riparata solo con l'accumulo di nuovo capitale ed il suo relativo impiego in quelle branche in cui è più urgentemente richiesto. Questo è un processo lento. Mentre è in corso, è impossibile utilizzare pienamente la capacità produttiva di alcuni stabilimenti per cui le aree lavorative di produzione complementari sono mancanti.

E' vano obiettare che c'è anche la capacità di stabilimenti inutilizzati che sfornano beni il cui specifico ruolo è basso. La lenta vendita di questi beni, si è detto, non può essere spiegata dalla sproporzionalità nella beni strumentali delle varie branche; sono necessari e possono essere usati per tanti diversi impieghi. Anche questo è un'errore. Se l'acciaio ed il ferro funzionano, le miniere di rame e le segherie non possono essere operativi alla loro piena capacità, la ragione può solo essere che non ci sono abbastanza compratori sul mercato pronti ad acquistare la loro intera produzione ai prezzi che coprono i costi del loro attuale utilizzo. I costi variabili possono solo essere costituiti dai prezzi di altri prodotti e salari, e lo stesso vale per i prezzi di questi altri prodotti, ciò vuol dire sempre che i saggi salariali sono troppo alti per sostenere tutti coloro che ansiosi di lavorare in determinati lavori e che l'impiego della capacità incovertibile, nei pieni limiti illustrati dalla richiesta di beni capitali non specifici e del lavoro, non dovrebbe essere prelevata da quegli impieghi in cui essa risulta essere più urgentemente necessaria.

Oltre al collasso del boom c'è una sola via del ritorno ad uno stato di affari in cui il progressivo accumulo di capitale salvaguardi uno stabile miglioramento del benessere materiale: il nuovo risparmio deve accumulare beni capitali necessari per un'armoniosa capacità di tutte le branche della produzione con il capitale richiesto. Si deve provvedere alla mancanza di beni capitali in quelle branche che sono state eccessivamente trascurate durante il boom. I saggi salariali devono cadere; le persone devono restringere i loro consumi temporaneamente finchè il capitale sprecato negli investimenti sbagliati non sarà ristabilito. Coloro a cui non piacciono queste avversità del periodo di riassestamento si deve astenere nel tempo dall'espansione del credito.

Non c'è utilità nell'interferire tramite una nuova espansione del credito con il processo di riassestamento. Ciò al meglio interromperebbe, disturberebbe e prolungherebbe il processo curativo della depressione, altrimenti causerebbe un nuovo boom con tutte le sue inevitabili conseguenze.

Il processo di riassestamento, anche in assenza di qualsiasi nuova espansione del credito, è ritardata dagli effetti psicologici del disappunto e della frustrazione. Le persone sono lente nel liberarsi dall'inganno della prosperità illusoria. Gli uomini d'affari provano ad imbastire progetti non proficui; chiudono i loro occhi di fronte ad un'idea che fa male. I lavoratori ritardano la riduzione delle loro pretese al livello richiesto dallo stato del mercato; vogliono, se possibile, evitare di abbassare i loro standard di vita e cambiare le loro occupazioni e dimore. Più le persone sono scoraggiate, più grande era il loro ottimismo nei giorni della ripresa. Hanno perso per il momento la loro sicurezza e lo spirito imprenditoriale ad un livello tale che falliscono anche nel prendere vantaggio dalle buone opportunità. Ma la cosa peggiore è che le persone sono incorregibili. Dopo un paio d'anni si imbarcano di nuovo nell'espansione del credito, e la vecchia storia si ripete.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


domenica 24 ottobre 2010

Libertà di gestione

Il fatto che una richiesta così semplice e ragionevole (già contenuta nella dichiarazione di Indipendenza Americana: "il governo...che deriva il suo potere legittimo dal consenso dei governati") debba essere reiterata in maniera così insistente rende perplessi in che pazzo mondo noi viviamo attualmente. Allora è sufficiente ricordarsi il famoso slogan: la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza, e capiamo subito che siamo ancora nello Stato di Oceania, in conflitto permanente con gli altri Stati. Ecco perché testi come quello che qui si presenta sono necessari, in modo da accelerare il momento in cui lo Stato territoriale monopolistico scomparirà dalla faccia della terra e con esso avrà termine un incubo mostruoso.
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di Michael S. Rozeff


Che cosa è un governo? È uno strumento organizzativo attraverso il quale gli individui sperano di dare ordine a talune loro interazioni. Il governo è la struttura e l'insieme dei mezzi attraverso cui le persone si gestiscono. La gestione, o regolamentazione di certe interazioni, è il bene essenziale a cui mira la gente quando istituisce un governo.

La libertà nelle scelte gestionali ha le sue radici nella libertà di un essere umano di decidere il corso della sua vita. Io considero la libertà di gestione come un bene in sé stesso e come un qualcosa di strumentalmente buono sia per le persone che per i gruppi. L'idea di base della panarchia in relazione al governo è che una persona esprima il suo consenso su tutti gi aspetti gestionali che lo riguardano. L'ideale della panarchia è l'avere il tipo di gestione che ciascuno si è scelto. La libertà nella scelta della struttura di gestione è il fondamento della panarchia, il che è l'opposto della tirannia, cioè l'essere forzati a vivere sotto un governo scelto da altri.

Le idee sulla costrizione variano da persona a persona. Esiste la possibilità di una vasta serie di modi di gestione, e la storia mostra un certo numero di realizzazioni diverse. Quello che una persona considera come un obbligo potrebbe essere visto da un altro come un fattore di libertà. La panarchia accetta una varietà di differenti forme di gestione esistenti l'una accanto all'altra.

Quando una persona formula affermazioni riguardo alla natura della struttura governativa o come debba essere costituita, quella persona sta esprimendo un parere del tutto personale rispetto al quale altri potrebbero pensarla diversamente. Se John Adams dicesse che abbiamo bisogno di una costituzione e ne redigesse una per il Massachusetts, o sostenesse che dovrebbe essere approvata a maggioranza, o che dovrebbe garantire determinati diritti, o che dovrebbe valere in perpetuità, o che un particolare gruppo di persone dovrebbe votare al riguardo, e così via, ciò significherebbe che egli sta limitando i possibili schemi organizzativi e anche la loro evoluzione nel tempo. Così facendo egli sta decidendo a priori chi sono le persone di rilievo che faranno parte del gruppo che prenderà le decisioni e persino che peso avranno i loro voti. Ciò è contrario alla panarchia.

Il panarchico non cerca di imporre una forma di governo agli altri, sebbene egli possa di certo sostenere che alcune forme sono preferibili ad altre, non solo per sé stesso ma anche per altri. Io mi definisco un anarchico (come pure un panarchico) perché la mie preferenza personale è per nessun-governo-come-lo-conosciamo-attualmente. Ciò che io voglio è la libera gestione. Io penso che non si possa fare a meno della gestione organizzativa in tutti i casi in cui le persone vivono assieme. La forma della gestione, a mio avviso, dovrebbe essere talmente decentralizzata e aperta alla scelta personale che molto difficilmente si potrebbe qualificare col nome di governo. Le mie opinioni anarchiche non coincidono con la mia posizione panarchica. La concezione panarchica svolge una funzione più elevata in quanto è una teoria sociale generale. Logicamente essa precede la scelta di una particolare forma di gestione.

Parlando da anarchico, ho criticato frequentemente il governo-come-lo-conosciamo-attualmente. E continuo a criticarlo. In questo sono come uno che vuole la libertà e cerca di persuadere altri a volerla. Ma desidero distinguere chiaramente le mie preferenze rispetto a coloro che sono favorevoli all'attuale forma di governo. Il fatto di essere obbligato a vivere sotto un potere che mi domina, mi porta a non considerarlo affatto come un governo. Io non ho alcuna intenzione di farmi manipolare dalle parole. Per cui quello che al giorno d'oggi si chiama "governo" io non lo nobilito con l'uso di tale termine in quanto si tratta di una tirannia. Sono le persone consapevoli di vivere sotto una tirannia che sono impedite dallo scegliere la loro forma di governo. Per esse, il "governo" non è affatto un governo: è una frusta, una catena, una prigione. È un potere che li deruba della loro umanità. Io definisco governo solamente quello che è reso legittimo dal consenso dei governati. Essere "governato" da una banda di delinquenti o da un dittatore o da un tiranno, senza il consenso personale, non ha nulla in comune con un governo legittimo. È una contraddizione terminologica affermare si è governati da un tiranno. Una persona non è governata da un tiranno, è comandata. Certi affari sociali possono essere gestiti da una organizzazione senza essere dominati da un potere sovrano. Essere controllati dalla forza bruta non è lo stesso che essere gestiti da una forma legittima di governo. Nel primo caso si tratta di un affare criminale, nell'altro di un sistema pacifico basato sul consenso. Fare confusione tra questi due tipi di relazioni ottunde il senso morale e pone sullo stesso piano aspetti del tutto distinti. Questo modo di pensare lo abbiamo ereditato da Aristotele e lo abbiamo perpetuato fino ai giorni nostri. È tempo di seppellirlo.

In che cosa la panarchia si differenzia dall'anarco-capitalismo? Dal momento che l'anarco-capitalismo è una forma di anarchismo, esso esprime una preferenza personale per una particolare forma di gestione e di governo. Sarebbe una digressione e un compito troppo grandi discutere che cosa sia l'anarco-capitalismo. Per convenienza, utilizzo una citazione da Wikipedia: "L'anarco-capitalismo (conosciuto anche come anarchia del libero mercato) è una filosofia politica individualista e anarchica che si prefigge l'eliminazione dello stato e la promozione dell'individuo sovrano nell'ambito di un mercato libero."

Se lo stato fosse solo una tirannia, come credo lo vedano e lo qualifichino alcuni sostenitori di rilievo dell'anarco-capitalismo, allora ci sarebbe, a questo riguardo, concordanza di vedute tra la panarchia e l'anarco-capitalismo. Ma, lo stato non è solo tirannia. Molte persone sono a favore dello stato. Molti votano a sostegno dello stato e dei suoi programmi. Esiste un certo ammontare di consenso e di appoggio per lo stato e per quello che esso fa. Esiste una domanda di vari tipi di stato, come appare chiaro da una ricognizione geografia e storica. La varietà stessa degli stati indica una serie diversa di richieste. Osserviamo questa varietà di richieste nel fatto che alcuni di coloro che sono insoddisfatti degli attuali governi mastodontici vorrebbero ritornare ai governi più snelli del passato. Prefiggersi l'eliminazione dello stato, come indicato dalla citazione precedente sull'anarco-capitalismo, equivale a sostenere l'imposizione su altri delle proprie preferenze riguardo alla forma di gestione. Non tutti vogliono il libero mercato applicato a qualsiasi transazione o l'eliminazione totale dello stato. Un panarchico non ha come obiettivo l'eliminazione dello stato come sua preoccupazione generale, anche se come anarchico quella rappresenta la sua preferenza personale o anche se egli cerca di persuadere altri a preferire di vivere con uno stato notevolmente ridotto o addirittura senza alcun apparato statale.

Il panarchico non si propone di rendere qualsiasi individuo sovrano nell'ambito di un libero mercato. Personalmente uno potrebbe volere una società con relazioni sociali di un certo tipo, come potrei volere anche io, ma un panarchico non si prefigge che i cambiamenti coinvolgano anche altri, ma solo lui assieme ad altri che hanno gli stessi suoi desideri.

La finalità del panarchico è la libertà di gestione.

Fin qui non ho mai menzionato la parola territorio. È implicito nell'idea della panarchia che i confini territoriali che sono stati eretti dagli uomini, in maniera più o meno arbitraria o con la forza delle armi o con altri simili mezzi e non in maniera legittima quale potrebbe essere l'avere coltivato un pezzo di terra, non possono costituire una base per raggruppare assieme le persone contro la loro volontà o senza il loro consenso. In realtà, non si può imporre dall'esterno un criterio arbitrario e conservare al tempo stesso la libertà di gestione. Il territorio costituisce un esempio di simili criteri ma ce ne sono altri quali la tribù, il colore della pelle, la religione, l'etnia, la classe, la densità di popolazione, l'età, il sesso e così via.

L'anarco-capitalista che si prefigge la scomparsa dello stato assume implicitamente che tutte le persone che vivono in un dato territorio che lo stato ha proclamato come suo formino un popolo che dovrebbe essere liberato dalla presenza dello stato e di tutti i suoi interventi e programmi. Il libertario che vuole la libertà nell'uso delle droghe si immagina implicitamente una giurisdizione territoriale dove godere di questa libertà. L'esperto di problemi monetari che propone l'introduzione del gold standard dà implicitamente per scontata l'esistenza di un territorio in cui esso è operativo. Allo stesso modo, quando John Adams propone una costituzione per il Massachusetts, egli ha in mente tutte le persone che vivono all'interno di un determinato confine. In tutti questi casi e in altri ancora, il difensore della libertà sta introducendo le sue personali preferenze. Questa persona sta in realtà indicando come vorrebbe vivere e come pensa che altri dovrebbero vivere, e le sue preferenze sono definite con il termine libertà. Com'è naturale, questo approccio è rifiutato da coloro che vogliono che siano in vigore alcuni aspetti dello stato. Ci sono quelli che vogliono che le droghe siano vietate o che l'aborto sia vietato o che il governo assicuri l'assistenza sociale. Dal loro punto di vista la "libertà" sostenuta da un libertario o da un anarchico costituisce una imposizione. Essa minaccia lo stile di vita da loro preferito.

Cercando di conseguire la libertà per tutti, il libertario o anarchico ne diventa il nemico peggiore. Egli allontana tutti coloro che si sentono minacciati da alcuni aspetti del suo programma di libertà che essi non approvano. Per di più, l'anarchico libertario discute continuamente con altri libertari e anarchici sul 25 per cento di questioni su cui non vi è accordo.

Il panarchico, sostenendo la libertà di gestione, implicitamente non basa la gestione che riguarda gli altri su nulla che abbia a che fare con il territorio, con la religione, con l'etnia o con altri criteri simili. Coloro che danno vita alla loro forma di gestione potrebbero scegliere uno di questi criteri per sé stessi, ma l'idea panarchica non li include tra i suoi presupposti.

Se coloro che sono a favore della libertà conseguiranno successi significativi nel conseguimento di un grado di libertà più elevato, essi non possono lasciare che le loro preferenze personali riguardo ad una esistenza libera li portino a ignorare che la panarchia è la sola idea logica che è in sintonia con qualsiasi tipo e colore di preferenze personali.

Non ci sarà mai un movimento capace di lottare con successo per la libertà se non quando ci sarà un accordo comune su un ideale singolo di alto livello; l'essere divisi equivale all'essere sconfitti. La libertà di gestione è tale ideale. Il tema unificatore deve avere a che fare con il significato della libertà. I libertari, gli anarchici e i panarchici non possono conseguire il successo se non si uniscono sotto uno striscione o una richiesta comune che è, a mio avviso: Libertà di Gestione. Ciò significa libertà di formare un gruppo o di associarsi dappertutto sulla terra, incluso il fatto di disperdersi sulla superficie terrestre; significa inoltre che all'interno di quel gruppo esiste il consenso volontario dei governati al tipo di gestione prescelto.

Ci sono parecchi libertari in America, forse la maggioranza, che vogliono cambiare la costituzione o ritornare alla sua natura originaria o altre cose simili, oppure che vogliono cambiare la legge sotto la quale noi viviamo. Nel perseguire tali cambiamenti, danno per scontato che miglioreranno la condizione degli altri dando loro la libertà. A quel punto però si scontrano con una enorme resistenza, per il fatto che esiste una pluralità notevole di preferenze personali che non possono essere risolte sotto nessuna forma di governo, inclusa la forma libertaria che vuole portare a tutti la sua versione di libertà. L'insieme di questo sforzo tende a realizzare i nostri destini collettivi all'interno di un unico schema di gestione uguale per tutti. La qual cosa può essere solamente tirannica in quanto molti si oppongono a quello schema e rifiutano di dare il loro assenso.

Se la strategia per conseguire la libertà fosse mirata al raggiungimento di un fine generale di livello superiore - la libertà di gestione - queste difficoltà si scioglierebbero come neve al sole. Se tutti coloro che cercano la libertà facessero chiarezza sul fatto che essi vogliono solo governare sé stessi in maniera volontaria, essi sarebbero più prossimi alla concezione espressa dai coloni americani quando si separarono dalla Gran Bretagna. In tal modo coloro che vogliono la libertà si unirebbero e avrebbero una probabilità di successo di gran lunga maggiore nello sviluppo della libertà. Essi non costituirebbero più una minaccia per lo stile di vita degli altri, e la resistenza da parte di questi non avrebbe più senso e ragione di esistere. Essi si porrebbero inoltre su un piano morale più elevato; infatti chi potrebbe validamente criticare qualcuno che vuole per sé la libertà di gestione? Chi potrebbe muovere obiezioni al fatto che il governo dovrebbe avere il consenso dei governati? Se questi principi sono accettati, allora le sole riserve e critiche riguardano la pratica. Le persone si domandano come tutto ciò potrebbe essere realizzato. Come funzionerebbe in realtà. Questi problemi possono essere sempre risolti un volta che si è d'accordo sulla questione di principio, che è l'aspetto più importante. E il principio è il seguente: Libertà di gestione. Libertà nella scelta di chi gestisce senza introdurre restrizioni territoriali o qualsiasi altro criterio imposto, e promuovendo la libertà delle persone di associarsi in gruppi, o di rimanere separati, il tutto sulla base di libere scelte personali.


sabato 23 ottobre 2010

Quantitative Easing 2 e la Presunta Minaccia della Deflazione


Come si è detto nella notizia di qualche giorno fa la FED è pronta ad imbarcarsi verso una nuova immissione di denaro nel sistema economico. La ragione ufficiale? Potremmo finire in deflazione. Quindi un'iniezione di denaro, che alzerebbe l'inflazione ed i prezzi, dovrebbe risolvere i problemi legati a questo problema ed a quello dell'occupazione.
La prima mossa di Bernanke sarà quindi un'ulteriore quantitative easing. Tutto risolto? Ma manco per niente...ed il professor Murphy ci spiega perchè.

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di Robert P. Murphy

I mercati ed i sapientoni finanziari sono tutti in fermento per la prospettiva di un altro giro di quantitative easing — "QE2" — in cui la FED potrebbe iniziare a comprare un altro trilione di dollari in asset dopo le elezioni. La giustificazione per questo massiccio attacco di nuova inflazione è, ovviamente, la minaccia della deflazione.

Ma se in realtà guardiamo a noi stessi, vediamo che i prezzi non stanno crollando. La FED ha già alimentato un altro boom nei vari prezzi degli asset, proprio come fece provando a fornire un "dolce atterraggio" dopo il crollo in picchiata delle aziende che operano in internet. L'economia non si riprenderà mai veramente finchè il governo e la banca centrale non lasceranno il processo di mercato al suo corso.


Quale Deflazione?

E' curioso come la stampa finanziaria e molti degli economisti siano così convinti che gli Stati Uniti siano sull'orlo di una scogliera deflazionistica, con la quale intendono che i vari prezzi stanno per crollare. Sul suo blog Paul Krugman ha battuto su questo tamburo per molti anni e per provarne l'evidenza ha mostrato grafici come questo:




Ora non ho studiato il caso del Giappone ed il suo "decennio perduto" (in continuazione) così non posso responsabilmente commentare la suddetta esperienza. Comunque se il trattamento di Krugman delle "lezioni" di Herbert Hoover ci ha insegnato qualcosa, sono scettico che l'episodio giapponese vuol dire realmente cosa Krugman ed altri Keynesiani continuano a dirci.

Ci sono diversi problemi con la dipendenza esclusiva dal "CPI (indice dei prezzi al consumo)" come un misuratore della carenza delle politiche monetarie. Primo e più ovvio, è assurdo concentrarsi sul "CPI", poichè esclude i prezzi di cibo ed energia. Sono precisamente questi prezzi che sono i più importanti per le famiglie — e sicuramente non stanno crollando. Secondo le cifre del governo da settembre 2009 a settembre 2010, i prezzi dei consumi del cibo sono saliti del 1,4%, mentre i prezzi del consumo d'energia sono saliti del 5,4%.

Detto ciò molte famiglie sono ancora in guai finanziari o sono terrorizzate che presto lo saranno, è realmente sorprendente che i consumatori non stanno spendendo un becco di un quattrino sulle cose, a parte cibo o energia?

Un altro problema è che il Bureau of Labor Statistics non può documentare molto bene i cambiamenti nella qualità dei prodotti, che tendono ad attenuare gli aumenti dei prezzi. Prendendo un'esempio offerto da Silas Barta, la prossima volta che aprirete una scatola di cereali, guardate quanto sottile sia il cartone; era più robusta diversi anni fa. Dubito che i grafici del governo sul CPI tengano in conto questa specie di cosa, quando ci dicono quanto debolmente i prezzi hanno risposto all'incredibile attacco di creazione di denaro da parte di Bernanke.


Guardando ad Altri Prezzi

Oltre alla pignoleria sulla costruzione dei dati del CPI, c'è il problema del concentrarsi solo sui prezzi di consumo in primo luogo. Per esempio secondo l'ultimo rapporto dell'Indice dei Prezzi alla Produzione, nell'ultimo anno i prezzi per i beni finiti sono saliti del 4%, i prezzi per i beni intermedi sono saliti del 5,6% ed i prezzi per i beni grezzi sono saliti di un'enorme 20,3%.

Ma aspettate — c'è di più! Secondo la teoria economica c'è in realtà un motivo ragionevole per includere i prezzi degli asset quando si prova a determinare il "costo della vita". Ciò perchè la maggior parte delle persone non vuole vivere nemmeno per un siongolo giorno di solo latte e pane, che hanno appena comprato alla drogheria. In linea di principio un'indice di prezzo ideale dovrebbe includere i prezzi dei beni sia del presente che del futuro. Come sostituti convenienti, ha senso includere i prezzi degli asset quando ci si chiede se una politica monetaria sta causando al dollaro un rafforzamento o un'indebolimento.

A questo riguardo, sembra come se le strategie di Bernanke siano state un "successo" e che gli Stati Uniti non si stiano dirigendo verso una "trappola deflazionista", come i sapientoni continuano ad avvertirci. L'oro continua a segnare nuovi alti e guardate cosa è successo alla borsa appena Bernanke prima salvò le banche nel tardo 2008 e poi si imbarcò sul primo giro di quantitative easing nel primo 2009:




Il grafico qui sopra dovrebbe essere terrificante per chiunque creda che l'atteggiamento easy-money di Greenspan, dopo il crollo delle aziende che operano in internet, alimentò semplicemente le bolle delle azioni e degli immobili. Bernanke sta semplicemente creando un altro collasso.

Prima di chiudere guardiamo ad un altro grafico. Questa volta viene mostrata la forza del dollaro statunitense comparato al paniere di altre valute:




Come mostra il grafico, il dollaro si è brevemente sollevato dopo il panico finanziario globale nell'autunno del 2008. Ma dall'inizio del 2009 il dollaro ha ripreso la sua caduta quasi decennale. Dal suo picco nel 2002 ai giorni d'oggi, secondo questa misurazione, il dollaro si è deprezzato di più del 20% rispetto le altre valute.

Siamo ancora sicuri che il nostro problema è un dollaro che è troppo forte? Siamo ancora tanto sicuri che più inflazione è la risposta alle nostre disgrazie economiche?


Conclusione

E' vero che alcuni economisti Austriaci — incluso me — avvertivano che i prezzi al consumo sarebbero incrementati più velocemente rispetto a quanto avevano fatto finora. Anche così il caso in cui l'economia sia sull'orlo di una "trappola deflazionistica" è difficile.

In ogni caso una persona libera non deve temere nulla dalla caduta dei prezzi. L'economia di mercato è abbastanza resiliente, se solo i politici ed i banchieri centrali la lasciassero agire. Nessuno sarebbe così sciocco da dichiarare che l'industria informatica è stagnante a causa delle costanti cadute dei prezzi e nessuno tira un respiro di sollievo poichè le cure mediche si fann osempre più costose.

E' stato un tentativo futile eludere una brutta recessione che ha portato Alan Greenspan a far scoppiare la bolla immobiliare. Ora Ben Bernanke sta facendo la stessa cosa, solo con più intensità. Se realmente volesse aiutare l'economia, Bernanke dovrebbe fermarsi dalla svalutazione del dollaro e dovrebbe permettere ai prezzi di mercato di dire la verità.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/


venerdì 22 ottobre 2010

Libertà ed Illusione

Ultimamente mi trovo molto a mio agio nel leggere Fred Reed. Questo passaggio, poi, sottolinea come le persone sono state relegate in degli spazi angusti privati della propria libertà, costretti ad una lotta per la sopravvivenza "artificiale". Mentre i veri nemici se la ridono dietro le quinte. "E' una bella prigione, il mondo" era scritto nell'Amleto; niente di più saggio. Ma ciò che è peggio, è la veicolazione dell'idea che la persona non valga nulla, senza "adeguata supervisione".
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di Fred Reed


Quando ero un ragazzino tanto tanto tempo fa, prima che il tempo iniziasse, o qualcuno avesse riflettutto sul perchè il tempo avesse dovuto iniziare, o per cosa fosse buono, vivevo nelle campagne della Contea di King George, Virginia. La contea costeggiava il fiume Potomac ed era principalmente composta da boschi. Dahlgren, terreno di prova della marina militare dove la mia famiglia viveva, declinava verso il fiume Machodoc, forse per un'ampiezza di tre quarti di miglio.

Le cose erano semplici allora. Quando volevo andare a sparare mettevo il mio fucile, un buon Marlin .22, sulla spalla ed uscivo dal portone principale. All'emporio di paese compravo un paio di scatole di proiettili, nessuno faceva domande ed insieme al mio co-cospiratore Rusty andavamo in campi o paludi per uccidere i barattoli di birra.

Oggi se un ragazzino di quindici anni provasse a fare ciò, sei volanti e la SWAT (con ogni probabilità letteralmente) si paleserebbero con le sirene spiegate, i genitori del ragazzino sarebbero incarcerati, l'emporio chiuso ed i suoi proprietari imprigionati ed il ragazzino sottoposto ad un'esame psichiatrico obbligatorio. I tempi cambiano.

A King George se un'amico ed io avessimo voluto andare a nuotare, saremmo potuti andare al molo delle barche, che era per uso pubblico, e saltare in acqua. Abbiamo fatto questo giorno e notte. Non c'erano quasi mai altre persone lì, sicuramente nessun bagnino. Oppure potevamo prendere la mia canoa, comprata con il denaro della consegna dei giornali, e vogavamo nell'acuqa di notte, eravamo felici della nostra gioventù e della nostra libertà, ed infine ci tuffavamo in acqua. Nessuno ci ha insegnato nulla. Era quello che i ragazzini facevano.

Oggi nuotare senza supervisione è proibito dovunque. Peggio ancora nuotare di notte per centinaia di yarde dalla spiaggia. In una canoa senza l'equipaggiamento di salvataggio approvato dalla Guardia Costiera. Nessuna supervisione da parte di un'adulto? Nessuna prova di aver preso un corso approvato dal governo su come vogare in canoa? Impossibile in questi tempi super-protetti, vendicativi e mummificati.

Non vedevamo nessun equipaggiamento di sicurezza perchè noi eravamo l'equipaggiamento di sicurezza. Potevamo nuotare, facilmente, con scioltezza, perchè lo abbiamo sempre fatto. Non penso che conoscevo qualcuno che non avesse nuotato per la larghezza del Machodoc. Nessuno ci supervisionava. Nessuno pensava che necessitassimo di supervisione. E non ne avevamo bisogno.

Se volevamo pescare, un bisogno molto frequente da noi, prendevamo le nostre canne e lo facevamo. Prendevamo per la maggior parte pesce gatto, persico, orate ed occasionalmente anche le selvaggie e combattive anguille. Gli adulti non avevano niente a che fare con ciò. Non avevamo bisogno di permessi per pescare. Nemmeno avevamo bisogno di aiuto.

Ciò che non notai allora, ma lo ricordo solo ora, è che non guardavamo con inquietudine se i nostri vecchi potessero disapprovare. Sapevamo che non lo avrebbero fatto. Stavamo pescando. E quindi?

L'intermo mondo funzionava in questo modo – non supervisionati, non guardati, lasciati soli. In inverno il lago artificiale si ghiacciava alla base e quando si faceva buio cinquanta di noi attraversavano il ghiaccio scivoloso sui pattini, non supervisionati. Gli adulti pattinavano ma erano pattinatori, non mammolette. E se volevi stare fino a tardi finchè saresti stato l'ultimo sullo (enorme) specchio di ghiaccio, attraversandolo velocemente, facendo sibilare il ghiaccio sotto i pattini, non annoiato perchè eri un sedicenne e non potevi sapere cosa il mondo significasse – potevi farlo. Nessuna supervisione.

I ragazzi avevano le macchine. La contea era per la maggior parte vuota, spendevamo infinite notti a guidare, guidare fino a Fredericksburg o solo per metterci alle spalle miglia su miglia su ampie strade tra i boschi, da soli, con amici, con le nostre ragazze.

Ciò che ricordo è quanto fossimo liberi. Solzhenitsyn una volta disse di essersi fermato su una autostrada deserta, di essere uscito dalla macchina e di essersi meravigliato che nessuno sapesse dove egli fosse, onemmeno se ne preoccupò. Così era a King George. Ti parcheggiavi con la tua fidanzata per infinite ore in qualche posto lontano da occhi indiscreti nei boschi. Nessuno chiedeva dove fossi stato, o cosa avessi fatto, o più probabilmente cosa non avessi fatto. I genitori non si preoccupavano perchè non c'era bisogno che si preoccupassero.

A posteriori potrebbe sembrare senza regole. E lo era. Nel mondo di oggi di super-sorveglianza da parte di poliziotti ostili, di metal-detector, di polizia nelle scuole, di classi obbligatorie per il controllo della rabbia e di ingestioni forzate di Ritalin o Prozac, King George suona, bè, pericolosa. Voglio dire, come si può lasciare che i ragazzini vadano in giro come vogliono, con...con...pistole, (eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeek!) birra e canoe non registrate senza la supervisione di un adulto premuroso, e...?

La risposta ovviamente è che noi sorvegliavamo noi stessi. Entro i limiti, comunque. Mi ricordo di quando stavo sul tettuccio della station wagon di mio padre e guardavo al pedale del freno perchè non avevo preso come avrei voluto quella curva ad S in discesa sulla Indian Town Road.

Ma, essendo ragazzini del Sud, sapevamo come maneggiare una pistola e le donne sapevano come maneggiare noi, e sebbene i ragazzi di campagna erano fisicamente resistenti nel fare lavori reali (consultare un libro di storia), non eravamo pazzi.Credo che eravamo felici, per quanto gli adolescenti vorrebbero esserlo. Solo che non lo sapevamo.

La disgrazia che vediamo quest'oggi – ragazzini che sparano uccidendo dieci compagni di classe, presunti studenti fusi dalle metanfetamine, suicidi, frequenti gravidanze – non accadevano proprio. Perchè? Perchè (sospetto fortemente) eravamo lasciati dannatamente in pace. Ai ragazzi era permesso di essere ragazzi ed alle ragazze di essere ragazze. Siamo cresciuti come l'erbaccia, come natura comanda, e non abbiamo avuto né anoressia né bulimia oppure una rabbia fumante dentro di noi, che deriva dall'essere un ragazzino forzato ad essere una ragazzina o un'androgino o un fiore.

Non posso parlare bene per le ragazze, eccezion fatta che erano sane di mente, bonarie e splendide. So di sicuro che i ragazzini avevano bisogno, come le piante hanno bisogno della luce solare, di andare in canoa su fiumi sconosciuti, di nuotare, di andare in bicicletta e competere – senza un'adulto premuroso. In autunno eravamo soliti giocare per ore a basket nella palestra – senza sorveglianza. Il più brillante di noi leggeva voracemente. Qualcuno era un radioamatore o leggeva testi di psicologia. Ma avevamo bisogno di sforzi fisici, avventura e libertà.

Li avevamo. La conseguenza? Avevamo la testa sulle spalle. Probabilmente abbiamo anche pensato che il mondo pareva essere un buon posto per un pò. Sebbene l'intero liceo avesse facile accesso alle armi da fuoco, nessuno mai sparò a nessun'altro. Solo l'idea sarebbe sembrata fantasiosa. Nelle rare risse, i ragazzi potevano colpirsi sul naso tra di loro. Prendere una chiave inglese? Colpire l'altro ragazzo in testa? Nessuna di queste possibilità.

Tuttu questo discorso farà infuriare l'intero fradicio bolo di terapisti, consulenti, psicologi che si grattano la barba, femministe, bevitori di succhi di frutta e promotori insicuri di creme solari. Ma ha funzionato.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/