mercoledì 18 agosto 2010

La FED dovrebbe pompare più denaro?


Inveire contro l'immissione di nuovo denaro ha il suo perchè, non è una moda. Invece sembra che ci sia sempre qualcuno pronto a sostenere (vero Krugman?) l'efficacia di questa azione.

Si è sempre fatto per uscire dalle crisi, no? Anestetizzare, drogare, intontire il mercato è la soluzione; perchè non ci si potrebbe mai fidare di un qualcosa lasciato libero...no?

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di Frank Shostak (1)

Cronisti vari ed ufficiali della FED, come il professor Krugman, sono dell'idea che la banca centrale degli Stati Uniti dovrebbe essere pronta a considerare passi aggiuntivi per stimolare l'economia statunitense, sulla scia di un visibile attutimento dei dati economici. Per esempio, il tasso annuale della crescita della vendita al dettaglio, dopo aver raggiunto l'8,5% a marzo, è precipitato al 4,8% a giugno. L'ISM manifatturiero riporta che l'indice PMI è caduto dal 59,7 di maggio al 56,2 del mese scorso.
















Anche il mercato immobiliare mostra una visibile debolezza. Il momento di crescita per la vendita di nuove case è precipitato a maggio. Il tasso annuale di crescita delle vendite è caduto dal 30,8% di aprile al -18,3% di maggio. Il momento di crescita degli alloggi inizia anche a mostrare un evidente declino. Anno dopo anno il tasso di crescita è caduto al 7,8% di maggio, dal 38,2% del mese precedente. Inoltre il 9 luglio, la domanda di prestiti per acquistare una casa, come rappresentato dall'indice d'ipoteca per l'acquisto, è caduto del 3,1% a 163,3, il più basso livello sin dal dicembre del 1996.


















Nei suo articoli del New York Times il 27 giugno e l'11 luglio, il professor Krugman avverte che senza un sensazionale stimolo fiscale e monetario l'economia degli Stati Uniti corre il rischio di cadere in una depressione prolungata.

Secondo Krugman le cose erano differenti nel biennio 2008-2009:

"Nel 2008 e 2009 sembrava che avessimo imparato dalla storia. Diversamente dai loro predecessori, che hanno alzato i tassi d'interesse per far fronte alle crisi finanziarie, gli attuali leader della Federal Reserve e della Banca Centrale Europea hanno tagliato i tassi e si sono mossi a sostenere i mercati del credito. Diversamente dai governi del passato, che hanno provato a bilanciare i budget per far fronte ad un'economia naufragante, i governi di oggi hanno permesso ai deficit di crescere. E migliori linee politiche hanno aiutato il mondo ad evitare un completo collasso: la recessione portata avanti dalla crisi finanziaria probabilmente è finita la scorsa estate."[1]


Nonostante lo stimolo, che Krugman etichetta come una buona linea politica, ciò non era sufficiente a cancellare gli ancora enormi livelli di disoccupazione. Da qui il punto di vista di Krugman secondo cui un maggiore stimolo sia necessario. Sfortunatamente, spiega il nostro opinionista del New York Times, i politici si stanno attualmente allontanando dal linee politiche sensate:

"Nel mondo...I governi sono ossessionati dall'inflazione quando la vera minaccia è la deflazione, predicano il bisogno di stringere la cinghia quando il vero problema è la spesa inadeguata."[2]


Krugman sostiene che l'attuale mossa di spostarsi verso politiche più conservative, che lui etichetta come moneta forte ed ortodossia di budget bilanciati, abbia poco a che fare con un'analisi razionale. Secondo il nostro professore, questo tipo di pensiero porterà ad un'altra depressione economica ed ad una massiccia disoccupazione:

"E chi pagherà il prezzo per questo trionfo di ortodossia? La risposta è dieci milioni di lavoratori disoccupati, molti dei quali saranno senza lavoro per anni ed alcuni dei quali non lavoreranno mai più."[3]


Al cospetto dell'indebolimento nel tasso di crescita dei vari indici di prezzo, Krugman sostiene che la FED dovrebbe agire rapidamente per prevenire la caduta dell'economia in un buco nero deflazionario:

"Non è un possibilità ipotetica signor Bernake, è sul punto di accadere. E la FED dovrebbe fare tutto quello che può per evitarlo."[4]



Le idee Keynesiane possono solo far peggiorare le cose

Seguendo le orme di John Maynard Keynes, la maggior parte degli economisti -- e Krugman in particolare -- sostiene che uno non possa avere piena fiducia nel mercato dell'economia, il quale lo vedono come inertemente instabile. Se lasciato libero, il mercato potrebbe auto-distruggersi. Perciò c'è il bisogno dei governi e delle banche centrali che dirigano l'economia. Nella struttura Keynesiana, una gestione vittoriosa dell'economia dipende dall'influenzamento del livello di spesa generale. E' la spesa che genera le entrate. La spesa di un individuo diventa entrata per un altro individuo, secondo il modello Keynesiano.

Perciò più si spende e meglio sarà. Ciò che guida l'economia quindi è la spesa. Se durante una recessione i consumatori falliscono nello spendere, allora il ruolo del governo è quello di farsi avanti e stimolare la spesa in generale in modo da far crescere l'economia.

Nel modello di pensiero Keynesiano la produzione che un'economia può generare con un dato bacino di risorse -- per esempio, lavoro, attrezzi e macchinari -- ed un dato livello di tecnologia, senza causare inflazione, è etichettata come "produzione potenziale". Perciò più è grande il bacino di risorse, restando tutte le altre cose invariate, maggiore produzione sarà garantita.

Se per qualsiasi ragione la domanda per i beni prodotti non è abbastanza forte, ciò porta ad una depressione economica. Un'inadeguata domanda per i beni porta solo ad un parziale uso del lavoro esistente e beni di capitale.

In questa struttura quindi, è molto sensato stimolare la spesa del governo in modo da rafforzare la domanda ed eliminare la depressione economica.

Ciò che manca in questa storia è la questione dei finanziamenti. Per esempio, un panettiere produce dieci pagnotte di pane e le scambia con un calzolaio per un paio di scarpe. In questo esempio il panettiere trova i fondi per acquistare le scarpe dalla produzione di dieci pagnotte di pane.

Da notare che il pane sfama il calzolaio e mantiene il suo benessere. Allo stesso modo il calzolaio ha i fondi per acquistare il pane grazie alle sue scarpe, che sono utili alla vita del panettiere ed al suo benessere.

Ora diciamo che il panettiere ha deciso di costruire un altro forno in modo da aumentare la produzione di pane. Per eseguire il suo piano, il panettiere ingaggia i servizi del costruttore di forni.

Paga il costruttore di forni con del pane che produce. Ciò che abbiamo qui è ancora un sistema dove il costruttore di forni è sovvenzionato da un bene di consumo finale, il pane. Se, per qualsiasi ragione, il flusso della produzione di pane è interrotto, il panettiere non sarebbe in grado di pagare il costruttore di forni. Ed il risultato sarebbe la mancata costruzione del nuovo forno.

Da questo semplice esempio possiamo dedurre che ciò che concerne la crescita economica non è solo la riserva esistente di attrezzi, di macchinari ed del bacino di lavoro, ma un adeguato flusso di beni e servizi finali che mantengano le singole vite ed il benessere.

Ora anche se accettassimo la struttura Keynesiana secondo cui la produzione potenziale è al di sopra di quella attuale, non ne seguirebbe che l'incremento nella spesa di governo e in politiche monetarie sregolate possa portare ad un aumento della produzione economica attuale.

Non è possibile sollevare la produzione in generale senza il necessario supporto di beni e servizi finali o del flusso di reali finanziamenti o del flusso di reali risparmi (per esempio, data la produzione di dieci pagnotte di pane se il panettiere ne consuma due, il suo risparmio reale o finanziamento reale è di otto pagnotte).

Abbiamo visto che attraverso un bene di consumo finale -- il pane -- il panettiere è stato in grado di finanziare l'espansione della sua struttura di produzione.

Similmente, anche altri produttori devono avere conservati beni reali di consumazione finale -- risparmi reali -- per finanziare l'acquisto di beni e servizi di cui necessitano. Da notare che l'introduzione del denaro non altera l'essenza di ciò che il finanziamento è. Il denaro è solo un mezzo di scambio. E' solo usato per facilitare il flusso di beni, non può rimpiazzare i beni di consumo finali.

Il governo non crea nessuna ricchezza reale, quindi come può un incremento nelle spese di governo rivitalizzare l'economia? Vari individui che sono assunti dal governo si aspettano un compenso per il loro lavoro. L'unico modo in cui può pagare questi soggetti è tassando gli altri, che stanno generando ricchezza reale. Facendo ciò il governo indebolisce il processo che genera la ricchezza e mina le prospettive di una ripresa economica (ignoriamo qui i prestiti dagli stranieri).

Lo stimolo fiscale ed economico sarebbe unicamente "possibile", qualora il flusso di risparmi reali (per esempio, i sovvenzionamenti reali) fosse abbastanza grande da sostenere ( per esempio, sovvenzionare) le attività governative e le attività monetarie sregolate che asfissiano le persone, il tutto in presenza di tassi di crescita postivi nei produttori di ricchezza reale (da notare che in generale la crescita nell'attività economica reale è in questo caso erroneamente attribuita alla sregolatezza fiscale e delle politiche monetarie).

Se comunque il flusso di risparmi reali sta crollando, allora, indipendentemente da ogni aumento nelle spese di governo e nel pompaggio monetario in generale, la reale attività economica non potrebbe essere ravvivata. In questo caso: più il governo spende e più la banca centrale pompa, più sarà tolto ai produttori di riccehzza -- di conseguenza indebolendo ogni prospettiva di recupero.

Quando politiche monetarie e fiscali sregolate tolgono il pane al panettiere, egli avrà meno pane a disposizione. Conseguentemente il panettiere non sarà in grado di assicurare i servizi al costruttore di forni. Risulterà quindi impossibile stimolare la produzione di pane, rimanendo le altre cose invariate.

All'intensificarsi del ritmo delle politiche sregolate, una situazione potrebbe emergere in base alla quale il panettiere non avrà abbastanza pane nemmeno per mantenere funzionante il forno esistente (per esempio, il panettierei potrebbe non avere abbastanza pane per pagare i servizi di un tecnico per mantenere il forno esistente in buone condizioni). Conseguentemente, la sua produzione di pane andrà praticamente in declino.

Allo stesso modo altri produttori di ricchezza, come risultato all'aumento delle spese di governo ed al pompaggio monetario, avranno meno finanziamenti reali a loro disposizione. Ciò nel tempo ostacolerà la produzione dei loro beni e servizi, ritardando -- non promuovendo -- la crescita economica reale nel complesso.

Come si può vedere non solo l'aumento della dissolutezza fiscale e delle politiche monetarie falliscono nel rialzare la produzione in generale, ma al contrario portano ad un indebolimento nel processo di creazione di ricchezza in generale. Secondo Ludwig von Mises:

"Non c'è bisogno di enfatizzare la verità lapalissiana che il governo può spendere o investire solo quando toglie ai suoi cittadini e che la sue spese addizionali e gli investimenti riducono le spese e gli investimenti per i cittadini, nella piena estensione delle loro quantità."[5]



Massa monetaria ed indicatori economici

La cosidetta ripresa economica, che Krugman e molti cronisti attribuiscono al successo di politiche monetarie e fiscali sregolate durante il biennio 2008-2009, è solo un riflesso del pompaggio monetario della FED.

Anno dopo anno il tasso di crescita del bilancio della FED (pompaggio monetario) è salito al 152,8% a dicembre del 2008, dal 1,5% di febbraio dello stesso anno. Il ritmo di pompaggio è rimasto molto alto fino al 2009, rimanendo in sospeso al 125% da gennaio a settembre. Come risultato di ciò, il tasso annuale di crescita della quantità monetaria per gli Stati Uniti è saltato quasi al 33% a novembre 2008. Da dicembre 2008 a settembre 2009, il tasso di crescita annuale dell'indicatore monetario AMS è rimasto intorno al 22%.

Dal momento che gli indicatori economici riflettono la spesa monetaria, di conseguenza più sara forte il pompaggio monetario, più gli indicatori economici saranno forti. Ciò significa che l'espansione dei vari indicatori economici riflette un'indebolimento nel processo di formazione della ricchezza reale. Ancora molti cronisti, incluso Krugman, etichettano l'espansione monetaria una cosa buona (da notare che questa espansione è definita "ripresa economica").

Da ciò possiamo dedurre che un rallentamento nel ritmo di pompaggio sin da settembre dell'anno scorso è dietro l'attuale declino del tasso di crescita nei vari indicatori economici. Il calo nel tasso di espansione rallenta il tasso di danno al processo della formazione di ricchezza reale. Perciò il rallentamento dell'espansione dovrebbe essere preso come una buona notizia per l'economia (da notare che c'è un ritardo di tempo variabile tra i cambiamenti nell'espansione monetaria ed i cambiamenti nei vari indicatori economici). I tassi annuali di crescita del bilancio della FED e dell'AMS sono rimasti, rispettivamente, al 13,7% ed al 2,3% a giugno.

Ovviamente la FED può accelerare il ritmo di pompaggio imbarcandosi nell'acquisto smisurato di patrimoni. Questo denaro pompato, comunque, è poco probabile che entri nell'economia finchè le banche rimangono depresse (ignoriamo il caso in cui la FED compri patrimoni non dalle banche direttamente). Ora anche se il denaro pompato entra nell'economia, minerà solo ulteriormente il processo di formazione della riccheza reale e farà peggiorare di più il già disastrato paesaggio economico.

Il fatto che le banche siano riluttanti a gettarsi a capofitto nell'espansione del credito è indicativo che il bacino di risparmi reali è nei guai; dopo tutto, l'essenza del credito è il dare in prestito i risparmi reali. Il dare in prestito è un trasferimento di risparmi reali da un prestatore al beneficiario del prestito, attraverso un mezzo di scambio (per esempio, il denaro).

L'esistenza delle banche accresce l'uso di risparmi reali. Ricoprendo il ruolo di mediatori, le banche rendono agevole per un prestatore trovare un'individuo bisognoso di un prestito. Quando una banca presta denaro fornisce al debitore il mezzo di scambio che può essere utilizzato per assicurarsi un qualcosa di reale, richiesto per sostenere le vite delle persone ed il relativo benessere.

E' perciò inutile spronare le banche (come vari cronisti stanno facendo, inclusi Bernanke e Krugman) a prestare di più se i risparmi reali non ci sono. Se le banche sono forzate ad espandere il prestito mentre il bacino di risparmi reali è in calo, ciò significherà che dovranno espandere il credito "dal nulla". Non c'è bisogno di dire che il credito inflazionistico può solo far peggiorare le cose.


Perchè la pulizia economica promuove la crescita economica

Il pensiero convenzionale portato avanti da Krugman presenta l'aggiustamento economico -- "recessione economica" -- come qualcosa di terribile, perfino come la fine del mondo. Infatti l'aggiustamento economico non è ne una minaccia, ne qualcosa di terribile; da un punto di vista economico, non è nient'altro che un periodo in cui risorse scarse sono riallocate in accordo con le priorità dei consumatori.

Permettere al mercato di compiere allocazioni porta sempre a migliori risultati. Perfino il fondatore dell'Unione Sovietica, Vladimir Lenin, capì ciò quando introdusse il meccanismo di mercato per un breve periodo di tempo nel marzo del 1921, per risanare la fornitura di beni e prevenire una catastrofe economica. Ancora per qualche strana ragione, la maggior parte degli esperti di oggi si aggrappa al credo che del mercato non ci si possa fidare in tempi difficili.

Se i banchieri centrali e i burocrati di governo possono aggiustare le cose in tempi difficili, allora perchè non lo fanno anche in tempi migliori? Perchè non avere un'economia controllata pienamente per aggiustare tutti i problemi per sempre? Il collasso del sistema centralizzato dell'Unione Sovietica è la migliore testimonianza che si possa avere, per vedere che i controlli non funzionano. Un modo migliore per risolvere i problemi economici è di permettere agli imprenditori la libertà di allocare le risorse in accordo con le priorità delle persone. In questo senso il miglior piano di stimolo è di permettere al meccanismo di mercato di operare liberamente. Permettere al mercato di svolgere il suo lavoro avrà come risultato la scomparsa completa di alcune attività e l'espansione di altre.

Si prenda, per esempio, una compagnia che ha sei attività proficue e quattro attività in perdita. La direzione della compagnia conclude che le quattro attività in perdita devono sparire. Mantenerle in vita sarebbe una minaccia alla sopravvivenza della compagnia stessa; queste attività privano degli scarsi finanziamenti le attività proficue. Una volta che le attività in perdita sono soppresse, i fondi rilasciati possono ora essere impiegati per rafforzare le attività proficue. La direzione può anche decidere di usare parte dei fondi rilasciati per acquistare alcune altre attività proficue. Questo è ciò che il governo e le politiche di stimolo della banca centrale prevengono dall'accadere.

Sregolatezza fiscale e politiche monetarie non salveranno l'economia; salveranno solo quelle attività che l'economia non si può permettere e che i consumatori non vogliono. Queste politiche sosterranno lo spreco e promuoveranno l'inefficenza, rubando risorse alla crescita e all'eficenza. Ricordate: il governo non è un produttore di ricchezza; può solo prendere risorse da A e darle a B.


Perchè non fare niente è la migliore politica per risanare l'economia

Contrariamente a Krugman e ad altri cronisti, suggeriamo che la migliore linea politica economica per la FED ed il governo sia non fare niente, il più presto possibile. Non facendo niente, la FED consentirà ai produttori di ricchezza di accumulare risparmi reali. La politica del non fare nulla obbligherà quelle attività che non aggiungono nulla al bacino dei risparmi reali di scomparire. Questo renderà la vita dei produttori di ricchezza più facile. Col passare del tempo il bacino in espansione dei risparmi reali, fisserà una piattaforma per ulteriori espansioni di quelle attività generatrici di ricchezza. Così più presto la FED e il governo smetteranno di interferire, più presto una ripresa economica emergerà.

Puntualizziamo che decadi di politiche monetarie e fiscali sconsiedrate hanno severamente ridotto il bacino dei risparmi reali. Quindi, di nuovo, l'aumento delle politiche sregolate non possono migliorare la situazione attuale. Al contrario, tali politiche faranno solo ritardare ulteriormente la ripresa economica. Perciò, diversamente da Krugman, possiamo suggerire che un movimento verso un maggiore conservatorismo è un passo nella giusta direzione.

In più, diversamente da Krugman, il tasso di dispoccupazione potrebbe essere abbassato piuttosto rapidamente se il mercato del lavoro fosse liberalizzato. Ciò che è richiesto, comunque, non è l'abbassamento della disoccupazione come tale ma la creazione di un ambiente dove gli individui possano guadagnare i propri redditi, che consentiranno loro di rialzare i loro standard di vita. La chiave per tale ambiente è di fermare le politiche sregolate, che sono solo un sabotaggio del processo di produzione di ricchezza reale.


Conclusione

Contrariamente a Krugman e ad altri economisti, le politiche sregolate fiscali e monetarie ne della FED ne del governo possono causare un'espansione nel bacino dei risparmi reali. Infatti politiche dissolute indeboliscono solo il processo di formazione di ricchezza reale, in tal modo indebolendo le prospettive per un'espansione economica sostenuta.

Se le politiche monetarie e fiscali sregolate fossero state uno strumento di crescita economica, allora sin da adesso tutta la povertà nel mondo sarebbe stata sradicata. L'unica ragione per cui queste politiche sregolate sono sembrate essere efficaci è perchè il bacino dei risparmi reali sembrava in espansione. Comunque una volta che questo bacino è diventato stagnante o declinante, l'illusione dell'efficacia delle politiche sregolate monetrie e fiscali è andata in frantumi. Più è aggressivo l'atteggiamento di perseguire la politica monetaria e fiscale, peggiori diventeranno le condizioni economiche.

Adesso se il bacino dei risparmi reali è ancora OK, allora non c'è bisogno delle politiche di Krugman per risanare l'economia -- lo farà il bacino stesso. Se il bacino è in pericolo, le politiche di Krugman non faranno altro che peggiorare le cose e potremmo finire in una depressione economica prolungata. La migliore politica è non fare nulla.


[*] traduzione di Francesco Simoncelli: http://francescosimoncelli.blogspot.it/

(1). Link articolo originale


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Note

[1] Paul Krugman, "The Third Depression", New York Times, 27 giugno 2010.

[2] Stessa fonte.


[3] Stessa fonte.


[4] Paul Krugman, "The Feckless FED", New York Times, 11 luglio 2010.


[5] Ludwig von Mises, Human Action, terza edizione rivista p. 744.


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